La Giannini si mette in salvo

da ItaliaOggi

La Giannini si mette in salvo

Sanatoria di tutti gli atti firmati senza il parere Cnpi

Alessandra Ricciardi

Salvi gli atti pregressi e anche, fin quando non ci sarà il nuovo organo consultivo, quelli futuri. Il ministro dell’istruzione, Stefania Giannini, è riuscita a mettere in regola l’attività del dicastero su cui pendeva la spada di Damocle di una dichiarazione in via giudiziaria di nullità a causa dell’assenza del prescritto parere del Cnpi, il consiglio nazionale della pubblica istruzione.

 

Una vicenda che si trascina dai tempi del ministro Maria Chiara Carrozza e che solo in questi giorni è venuta a soluzione, con un emendamento governativo al dl n. 90 sulla pubblica amministrazione, in via di conversione alla camera.

Il Miur pare aver ormai imboccato, sulle materie d’urgenza, la strada dell’intervento parlamentare in altri provvedimenti, preferendo non presentare, come invece era sembrato possibile, un proprio decreto legge. Una strategia di basso profilo, quella decisa dalla Giannini, anche per evitare clamori e polemiche in questa fase in cui il governo è intenzionato a procedere con cautela sulla riforma annunciata, dalla valorizzazione dei docenti al nuovo contratto.

 

Il problema dell’irregolarità dell’attività del Miur è nato quando il Cnpi non è stato prorogato, dal primo gennaio 2013, e neanche è stato sostituito nelle sue funzioni dal Cspi, il Consiglio superiore della pubblica amministrazione che ne avrebbe dovuto prendere il posto. Un vuoto che rischia, come hanno già rilevato al Consiglio di stato, di bloccare l’attività regolamentare e amministrativa del ministero. Già perché su molti atti, dall’indizione di un uovo concorso alla riorganizzazione dello stesso ministero, è rimasto l’obbligo del parere consultivo: non c’è più l’organo insomma ma sono rimaste in piedi le relative funzioni.

 

Il Miur è intervenuto con una sanatoria che assicura la regolarità del nuovo anno scolastico (e anche del vecchio): «Nelle more del riordino e della costituzione degli organi collegiali della scuola, sono fatti salvi tutti gli atti e i provvedimenti adottati in assenza del parere dell’organo collegiale consultivo nazionale della scuola e dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto-legge e fino alla ricostituzione dei suddetti organi non sono dovuti i relativi pareri obbligatori e facoltativi», recita l’emendamento approvato in prima commissione a Montecitorio. Un sub emendamento di Elena Centemero, deputata di Forza Italia, ha previsto che le elezioni del nuovo organismo si tengano entro fine 2014 e che «in via di prima applicazione e nelle more del riordino degli organi collegiali, l’ordinanza di cui all’articolo 2, comma 9 del decreto legislativo 30 giugno 1999, n. 233 stabilisce le modalità di elezione del predetto organo, anche in deroga a quanto stabilito al comma 5, lettera a) del predetto articolo», che disciplina la composizione dell’organismo di 36 rappresentanti. Almeno l’emergenza, salvo colpi di scena nel corso dell’approvazione del provvedimento in aula, è risolta.