Scuola, caos sui test di autovalutazione

da Il Messaggero

Scuola, caos sui test di autovalutazione

solo ieri l’istituto di ricerca, guidato da Annamaria Ajello, ha trasmesso ai tecnici di viale Trastevere l’ennesima versione sui parametri da comunicare alle scuole.

IL CASO
ROMA La scuola va a scuola. Non è un gioco di parole cacofonico perché a essere valutati non saranno più solo gli alunni, ma anche i professori, i dirigenti scolastici, l’istituzione in sé. E tutto sarebbe dovuto partire con i dieci indicatori elaborati dall’istituto Invalsi e vidimati dal Miur entro il mese di ottobre. E, invece, per quanto le tappe di questo processo auto valutativo assegnato alle scuole, si spalmino nel corso di un intero anno, solo ieri l’istituto di ricerca, guidato da Annamaria Ajello, ha trasmesso ai tecnici di viale Trastevere l’ennesima versione sui parametri da comunicare alle scuole. E pare sembri essere la quarta bozza da analizzare. Sicché, allo stato attuale, gli istituti scolastici italiani ancora non sanno da dove iniziare. Il concetto di autovalutazione scolastica è noto da anni, inapplicato però nel tempo, perché alle parole, finora, non è seguito un corretto uso di una direttiva che il ministero dell’Istruzione torna a firmare con cadenza triennale.
IL PROGETTO

Chi sa davvero com’è quella scuola? Che tipo d’insegnamento offre? Che grado di qualità nella didattica riesce a garantire? Le famiglie elaborano informazioni sulla base dell’esperienza dei figli. Punto.
Ora le cose dovrebbero cambiare. Entro luglio 2015 tutti gli istituti italiani – ben 41.383 raggruppati in 8.519 istituzioni – produrranno il primo rapporto auto valutativo da pubblicare sul sito della scuola e sul portale del Miur “Scuola in chiaro”. Non solo, perché ogni anno gli istituti, (una minima parte), saranno soggetti anche a valutazione esterna per evitare che si possa cadere nella autoreferenzialità.
GLI INDICATORI

L’obiettivo è migliorare i livelli d’apprendimento degli studenti ma soprattutto rendere un servizio alle famiglie che potranno conoscere i servizi offerti da una scuola.
Il progetto è diviso in tappe e tutto ruota attorno a dei parametri che le scuole avrebbero dovuto ricevere già da giorni. Gli indicatori, per l’appunto, attraverso i quali, ogni istituto dovrà misurare il proprio trend. Alcuni di questi potrebbero riguardare i progetti extracurricolari offerti da un istituto: laboratori teatrali o musicali ad esempio.
E ancora, i modelli sperimentali per l’insegnamento di alcune materie, come l’inglese, l’informatica, la matematica. Si prosegue con la qualità degli ambienti. Migliori saranno gli spazi fisici – classi open-space, arredi scolastici nuovi, attrezzature all’avanguardia per le palestre – a disposizione di alunni e professori, migliore sarà il trend dell’istituto, anche per quelli periferici, o inseriti in contesti socio-culturali difficili, in cui i tassi d’abbandono scolastico sono elevati.A fare la differenza potrebbero intervenire, inoltre, anche degli indicatori per stabilire la qualità di una scuola sulla base dei traguardi raggiunti dagli studenti, attraverso un report centrato sulle percentuali di alunni promossi e bocciati. Ma è ancora tutto in fieri.
I DIRIGENTI

Dal prossimo anno scolastico, poi, le scuole saranno soggette anche a una valutazione esterna. Per quanto l’incidenza di questo sistema di verifica sia molto bassa. Appena il 10 per cento degli istituti saranno soggetti annualmente a valutazione esterna, condotta da ispettori ministeriali. Circa 100 quelli attualmente in servizio, cui se ne aggiungeranno altri 58, sbloccati dal decreto Carrozza.
E su questo l’Associazione nazionale presidi non nasconde svariate perplessità. «Il campione di verifica – spiega Mario Rusconi, vicepresidente dell’Anp – è troppo basso, il numero degli ispettori non risponde alle reali esigenze, per non affrontare una totale assenza di chiarezza sui tempi di verifica e le modalità d’indagine».
Per quanto riguarda, invece, la valutazione dei dirigenti scolastici, l’Invalsi fornirà gli indicatori per la categoria entro dicembre 2014. Salvo slittamenti – come nel caso dei parametri per le scuole – al prossimo anno.
Camilla Mozzetti