Iscrizioni, la bussola per orientarsi è il Piano dell’offerta formativa

da Il Sole 24 Ore

Iscrizioni, la bussola per orientarsi è il Piano dell’offerta formativa

di Lorena Loiacono

Tempo di scelte per gli studenti italiani che, entro poche settimane, saranno chiamati a decidere in quale scuola primaria o secondaria inferiore iscriversi o quale indirizzo di studi superiori portare avanti. Un momento fondamentale nella carriera scolastica dei ragazzi ma altrettanto delicato per il lavoro dei docenti e dei dirigenti scolastici. Al momento dell’iscrizione infatti, da effettuare tra il 15 gennaio e il 15 febbraio, studenti e famiglie avranno modo di valutare l’attività delle singole scuole attraverso la consultazione del Pof, il Piano dell’offerta formativa.

Pof: la carta di identità delle scuole
Si tratta di una sorta di carta di riconoscimento degli istituti in cui vengono messi in luce gli obiettivi della scuola, nell’ambito dell’autonomia scolastica, e le modalità di raggiungimento. Il Pof, sancito nel Dpr 275/99, nasce dall’esigenza della scuola italiana di collegare le singole realtà didattiche ai diversi contesti socio-culturali, potenziando l’attenzione alle diverse necessità. Valorizzando i punti di forza e allo stesso tempo affrontando le criticità, il Pof «esplicita la progettazione curricolare, extracurricolare, educativa ed organizzativa che le singole scuole adottano nell’ambito della loro autonomia».

Come approvarlo
Per rappresentare in toto l’anima della scuola, il Pof viene redatto ed approvato dalla collegialità: viene elaborato infatti dal collegio dei docenti e adottato, dopo un’attenta analisi, dal consiglio di circolo o di istituto quindi coinvolgendo anche le rappresentanze dei genitori. Spetta poi al dirigente scolastico attivare la programmazione didattica, anche tramite i «rapporti con gli enti locali e con le diverse realtà istituzionali, culturali, sociali ed economiche operanti sul territorio».

Obiettivi e servizi
Nel Piano vengono elencate le finalità educative e didattiche ma anche la mera disponibilità della mensa, dei laboratori e dei trasporti, le attività curricolari e quelle opzionali o facoltative

La scuola diventa personale
Tramite i piani dell’offerta formativa, in base al decreto legislativo n. 59 del 19 febbraio 2004, le scuole possono mettere a punto piani di studio personalizzati. Da qui la possibilità dei docenti di inserire a pieno titolo nella didattica, ad esempio, anche l’utilizzo del pc nella primaria così come l’approfondimento di una lingua straniera come il cinese o la conoscenza delle buone norme di convivenza civile, dall’integrazione delle diverse presenze culturali al sostegno per la disabilità.

Dall’educazione stradale a quella alimentare
Nei piani, soprattutto nella secondaria, vengono inseriti anche approfondimenti delle scienze motorie e della salute del ragazzo, dallo studio sugli effetti del fumo alla conoscenza dello sport, dalla segnaletica stradale alla biotecnologia, primi elementi di pronto soccorso, orientamento, educazione alimentare e studi sulle problematiche affettive in fase adolescenziale.

Dove può arrivare l’istituto
Non bastano le buone intenzioni. Per redigere correttamente il Pof, la scuola ha bisogno di analizzare tutte le risorse necessarie, sia quelle strumentali che quelle umane. Poter contare sulla presenza del corpo docenti così come sulla possibilità di fruire di un laboratorio o una palestra adeguati sono elementi fondamentali per poter presentare alle famiglie un’adeguata offerta formativa. Nel Pof, quindi, ci deve essere anche una precisa analisi delle risorse di cui la scuola dispone. Alle famiglie e agli studenti, infine, spetta la scelta.