Il mondo a gambe all’aria

Il mondo a gambe all’aria

 

di Claudia Fanti

 

Non lo so, leggo di tutto sulla cosiddetta “La buona scuola” , ma non mi raccapezzo. A parte la grave questione dei precari che va risolta senza se e senza ma, anche se pare non si sia sicuri neppure delle assunzioni e di chi rimarrà fuori ingiustamente, il resto non convince proprio. Sicuramente non convince per ciò che riguarda bambini e bambine. Anzi, dirò di più, se fossi il legislatore, io estrapolerei nidi, infanzia e primaria da tutta la vicenda. Mi spiego meglio: dagli anni 2000 a oggi, ogni volta che si tenta una riforma organica, su tali ordini di scuola si compie un misfatto pedagogico, ma prima ancora direi umano. Infatti quando si fanno i conti sull’infanzia 0-11, non si pone mai sul tappeto la questione pedagogica e sociologica, non si tiene conto delle vere mutazioni globali ai danni dell’infanzia-radice da preservare affinché possano crescere cittadini/e sani di corpo e di mente. Per realizzare una scuola che protegga i figli e le figlie di tutti dal nulla non si può non tenere conto della realtà: città senza spazi per loro, parchi (quando ci sono) senza percorsi per l’infanzia, attività extrascolastiche a pagamento, cortili e giardinetti condominiali pericolosi, mamme e papà praticamente inesistenti a causa degli orari di lavoro o alla ricerca di un lavoro che non si trova, nonni che stanno lavorando fino a 65 anni e oltre e che quindi non hanno certo le energie da dedicare tutto il giorno ai nipotini, nidi costosi, scuole materne e dell’infanzia costose, esposizione massiccia agli schermi senza alcun filtro, programmi televisivi che non rispettano le fasce protette, pubblicità ingannevoli, solitudine in casa, competizione nelle attività gestite da associazioni sportive, fine settimana trascorsi nei centri commerciali, adulti con gli occhi ai cellulari perfino al ristorante, adulti che non narrano e non si narrano, perennemente stanchi e insoddisfatti…non si dica che non è così, perché ogni giorno noi maestre siamo testimoni dei comportamenti simbolici e dei racconti dei bambini e delle bambine…Dirò di più, senza dirlo in modo esplicito, tanto so che le colleghe capiranno al volo: nelle classi si trovano bambini che tristemente simulano atti e linguaggi irriferibili. Allora, senza farla troppo lunga, come si fa a essere baldanzosi come il nostro premier nel delineare una scuola tutta inglese, musica, arte e sport, quando le richieste di una sana scuola 0-11, di tutti, sono quelle di tempo pieno e di compresenze, di tempo lungo con compresenze, di un tempo continuativo e non frammentato per insegnare in modo interdisciplinare e trasversale tutte le discipline, di tempo e risorse economiche per la formazione dei docenti all’interno della scuola, eliminando tutte le attività spese in espletamento della burocrazia che serve per rendere conto di progetti e proggettuzzi, di bes, di autovalutazione (valutazione della valutazione della valutazione!), di rapporti con il territorio, ecc… E poi c’è tutta la questione dei voti che si pretenderebbe spiegassero non si sa cosa. Insomma io vedo un’altra volta un accanimento di un altro governo identico a tanti che l’hanno preceduto per mostrare l’isola che non c’è, per stupire con effetti speciali che tra l’altro non sono neppure speciali visto e considerato che somigliano a quelli passati, come quelli di epoca Moratti, delle tre I, con l’aggiunta di altre vocali! La scuola, per chi non la fa ogni giorno, per essere “bella” deve essere stupefacente, ma per chi la fa, dovrebbe essere semplicemente attenta e sapersi muovere in fretta su ogni singolo bambino/a dentro la classe, unica comunità strutturata e vitale per i piccoli. Della figura del dirigente che dovrebbe scegliersi taglie su misura di docenti e valutarli non mi va neppure di parlare, perché non ci sono parole per esprimere lo stupore. Mi risulta invece che ci siano dirigenti, almeno nella primaria, che vorrebbero dedicarsi a valorizzare il lavoro quotidiano, ascoltare i racconti delle maestre, partecipare alle poche riunioni tarate sulle classi, ma non possono farlo e proprio ne sono dispiaciuti e scuotono la testa in segno di scoramento quando devono lasciare la scuole per correre alle varie e ripetute conferenze di servizio, o quando devono chiudersi nella loro stanzetta a studiarsi l’ennesima circolare. Tali dirigenti sono dispiaciuti del fatto che non possono proprio conoscere i propri docenti, faticano a ricordarne perfino i nomi (si pensi poi nei megacomprensivi esistenti e in via di formazione), figuriamoci se dovessero pure valutarli per un compenso! No, siamo al mondo alla rovescia, un mondo che non è complicato in sé, è semplicemente a gambe all’aria! Un mondo che è passato dalla scuola elementare vera comunità dai tempi sereni e distesi alla scuola primaria speedy gonzales, catena di montaggio di stupefacenti arzigogoli da azzeccagarbugli, nella quale il bambino che entra un po’ sballottato dalla vita, ne uscirà analizzato dai protocolli, ma frantumato… a meno che non abbia risorse da superman.