Tom Breakwater, Canto di Natale 2020, fuori|onda, collana Reverie, novembre 2013, Lavis-TN
di Marta Fanfano
“Che botta ragazzi, davvero vecchio mio, è un peccato che tu non ci fossi, sai”.
A Jack capitava spesso di parlare al suo vecchio amico Tom. Solo che Tom, era solo un ricordo.
Pochi anni prima era morto affogato durante un weekend ad Amsterdam, proprio dopo una delle sue solite serate con “ilvalidoJack” (tutto attaccato, così Jack era solito chiamarsi).
Siamo alla vigilia di Natale e, Jack, si trova, come ogni anno, a combattere con i fantasmi del passato. Riaffiora il ricordo della sua amata e, ormai perduta, Emily, che non gli dà tregua.
È la storia di un uomo circondato dal potere, dai soldi e dal sesso. Quello stesso uomo, si ritrova, alla vigilia di Natale, ad acquistare giocattoli per bambini a lui sconosciuti; subito dopo dentro ad una gioielleria per conto di un ragazzo appena conosciuto; e, inaspettatamente, si mette, “a nudo”, dietro il bancone di un bar, con il suo nuovo “amico” Stan. La sua, sarebbe stata, una condizione invidiabile se, non fosse stato, per quei maledetti fantasmi che tornavano ogni volta. Ma Jack sapeva, che, quando alzava un po’ troppo il gomito, succedeva sempre così. Quella stessa sera, però, in lui, cambia qualcosa, e decide di liberarsi dal tormentato passato e di iniziare a vivere.
Tom Breakwater propone una fantastica rivisitazione del noto romanzo di Charles Dickens, rinominato “Canto di Natale 2020”( pubblicato dalla casa editrice fuori|onda per la collana Reverie, novembre 2013, Lavis-TN). Un racconto che si sviluppa in 122 pagine e non fa perdere l’interesse, del lettore, fino all’ ultima frase. L’ autore, inoltre, ci regala un sorprendente finale.
Una storia capace di coinvolgere dagli adolescenti agli adulti; che mette in primo piano l’importanza degli errori del passato per poter migliorare il presente ed espone il tema della paura, sostenendo che il modo migliore per affrontarla è combatterla.
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