Di Menna (Uil scuola), no alla ‘scuola al contrario’

da tuttoscuola.com

Di Menna (Uil scuola), no alla ‘scuola al contrario’
In nessun paese europeo gli studenti intervengono sugli stipendi dei loro professori

“I nostri insegnanti” – dice Massimo Di Menna, segretario della Uil scuola – “sono i peggio pagati d’Europa, con il contratto fermo da anni“, ma “hanno dalla loro parte un fatto inconfutabile: sono rispettati e considerati per il rigore del ruolo professionale e per l’importanza della funzione educativa che svolgono“.

Ma “nell’ultima versione del Ddl alla Camera, si assiste al rovesciamento anche di quest’ultimo caposaldo: per valutare gli insegnanti ed assegnare loro la quota affidata al dirigente (200 milioni complessivi a livello nazionale, circa 1/3 dell’attuale fondo di istituto) si prevede la costituzione di un comitato formato dal dirigente, due insegnanti, due genitori e uno studente alle superiori. Avremo così insegnanti in balia degli umori, dei giudizi, della valutazione dei genitori e addirittura dei loro studenti. La scuola al contrario. In nessun paese europeo gli studenti intervengono sugli stipendi dei loro professori”.

Secondo il sindacalista “si continua ad eludere il fatto che la valutazione, in materia didattica, richiede competenze professionali e tecniche specifiche“.

Più in generale “gli emendamenti approvati in Commissione Cultura non hanno tenuto in alcun conto le ragioni della protesta. Nessun riferimento al contratto e alle tutele contrattuali. Rimangono gli albi territoriali con la scelta del dirigente. Gli emendamenti non portano a soluzione la questione del precariato” e, come prima spiegato, “creano un vero pasticcio sul versante della valutazione“.

Il sindacalista, preso atto del fatto che “i rappresentanti del Pd, nell’incontro di venerdì scorso, hanno affermato che modifiche al disegno di legge saranno possibili alla Camera e al Senato”, si augura che “questo impianto confuso e ingiusto venga cambiato“.