Dopo di noi, entro fine giugno il testo in aula. “Potenzieremo la domiciliarità”

da Superabile

Dopo di noi, entro fine giugno il testo in aula. “Potenzieremo la domiciliarità”

La Fish esprime preoccupazione per la mancata presa in considerazione, nei lavori parlamentari sulla legge del “Dopo di noi”, dell’obiettivo di impedire la segregazione in istituto. Ileana Argentin (Pd) fa il punto sull’iter della legge: “L’istituzionalizzazione non è nello spirito della legge, punteremo a dopo di noi in casa. Ma a volte il gruppo abitativo è unica soluzione: niente a che vedere però con strutture segreganti”

ROMA – Avanza spedita, in commissione Afffari sociali, la discussione del disegno di legge sul “Dopo di noi”. “Siamo arrivati all’articolo 3 – riferisce Ileana Argentin (Pd) – e contiamo di portare il provvedimento in aula entro fine giugno”. Lancia l’allarme, però, ancora una volta, la Fish, che insieme a una parte dell’associazionismo della disabilità teme che la nuova legge individui soprattutto nelle “strutture segreganti” la soluzione al problema, concentrando su queste risorse e fondi.
Fish, allarme istituzionalizzazione. “La nuova norma – scrive in una nota il presidente della Fish, Vincenzo Falabella – deve incardinarsi nell’articolo 19 della Convezione Onu, favorendo ogni intervento che promuova e sostenga da un lato la vita indipendente di tutti e dall’altro impedisca la segregazione, promuovendo in tutti i modi e in tutti gli ambiti l’autonomia e il supporto alla persona”. Proprio per questo, Fish ha spesso rimarcato l’obiettivo di “impedire che le persone con disabilità siano vittime di segregazione, in particolare evitando la residenza impropria o presso strutture che per numero di ospiti e caratteristiche non consentano la piena inclusione e non riproducano le condizioni abitative e relazionali della casa familiare”. Ed è preoccupante, per la federazione, che il tema non sia stato ancora affrontato in commissione: “Abbiamo espressamente chiesto, nel solco della Convenzione Onu, che per le persone istituzionalizzate in contesti segreganti siano attivati percorsi di supporto alla domiciliarità o di inserimento in contesti che riproducono le condizioni abitative e relazionali della casa familiare e che il Fondo per il ‘dopo di noi’ non sia destinato alla realizzazione o al supporto di strutture che per loro caratteristiche siano causa di segregazione o isolamento. Al momento, però, la commissione Affari sociali non ha ancora preso in considerazione questa specifica proposta che Fish ritiene culturalmente e praticamente assai rilevante”.

La replica: “Non puntiamo a creare strutture”. Replica Argentin, interpellata da Redattore sociale. “Non abbiamo ancora trattato la questione, ma ripeto fermamente che l’istituzionalizzazione non è nello spirito delle legge che stiamo discutendo. Importante è però non confondere Dopo di noi e vita indipendente, che è una cosa diversa. Ci sono casi ed emergenze in cui il gruppo abitativo è l’unica soluzione: ma parliamo appunto di gruppo abitativo, con un massimo di 6-7 persone, completamente diverso dalle strutture segreganti con 100 o più persone. Io do la mia parola – conclude Argentin – Non puntiamo in alcun modo a creare strutture. La Fish sta rivendicando un diritto, che però abbiamo tutti ben presente”.