da Il Fatto Quotidiano
Concorso scuola 2016, le novità: solo per abilitati e stop a quiz nozionistici
Ancora presto per capire cosa comporterà nel dettaglio. Ma è possibile farsi un’idea guardando il contenuto delle prove dell’ultimo concorso. Non dovrebbe cambiare molto per la prova orale, che già consisteva nella simulazione di una lezione. Diverso, invece, per lo scritto, che appunto prevedeva quattro domande aperte di carattere nozionistico e disciplinare. E anche per la prova preselettiva (ammesso che ci sia), composta da una batteria di quesiti (uguali per tutte le classi) di logica, comprensione del testo, competenze digitali e di lingua. Tante di queste conoscenze potrebbero essere date per scontate col titolo di abilitazione. Del resto, al prossimo concorso potranno partecipare solo gli abilitati (Tfa, Pas, diplomati magistrali e congelati Ssis; in totale dovrebbero essere più di 150mila i candidati, per un totale di circa 60mila posti da coprire nell’arco di un triennio).
“Nel 2012 – conferma la Malpezzi, firmataria della proposta – c’era una platea sconfinata. Quell’impostazione, con tante domande nozionistiche e una prova preselettiva dalla forte scrematura, era l’unico tipo di concorso possibile. Ora le cose sono cambiate”. E il governo vuole scegliere i suoi insegnanti diversamente: “In Italia abbiamo corsi di abilitazione di valore. Possiamo dare per scontato che gli abilitati siano in possesso delle necessarie competenze, non chiederemo ai nostri docenti di rimettersi sui libri a studiare”. Tra gli argomenti di valutazione del prossimo concorso, dunque, resteranno i contenuti didattici, metodologici e pedagogici. “Studieremo delle prove – conclude la parlamentare del Pd – per valutare la capacità d’insegnamento degli insegnanti. L’assunzione non dipenderà più da dei quiz dove conta soprattutto saper rispondere velocemente”. Per il momento non c’è altro: siamo ancora a livello di principi generali. Per i dettagli bisognerà aspettare il bando del prossimo concorso, per cui il ddl ha fissato il termine ultimo del primo dicembre 2015. Lì il Ministero dovrà chiarire tutto: numero e contenuto delle prove, posti disponibili, criteri di punteggio e valorizzazione dei titoli. I precari che dalla riforma sono rimasti delusi attendono con ansia.