Mobilità: discriminatorio non computare il servizio da precari

Mobilità – 4 sentenze condannano il MIUR: discriminatorio non computare il servizio da precari

Il servizio svolto durante il periodo di precariato deve essere a tutti gli effetti ritenuto utile ai fini del computo dei 5 anni di servizio prestati per ottenere il trasferimento da posto di sostegno a posto comune. Questo quanto emerge a chiare lettere dalle prime 4 sentenze ottenute oggi dall’Anief presso il Tribunale del Lavoro di Roma grazie al prezioso intervento degli Avvocati Salvatore Russo, Ida Mendicino, Fabio Ganci e Walter Miceli. “Come sempre il nostro sindacato fa da apripista e stiamo segnando la strada in tribunale su un terreno mai battuto prima – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – Mai nessuno aveva contestato l’illegittimità dei Contratti Collettivi sulla mobilità nella parte in cui imponevano che il vincolo quinquennale di sostegno fosse esperito esclusivamente computando il servizio a tempo indeterminato, quando è palese, invece, la discriminazione di tale previsione e la violazione della normativa comunitaria 1999/70/CE. Siamo soddisfatti: ancora una volta l’Anief ha imposto al Ministero pieno rispetto per il servizio svolto a tempo determinato”.  Lo sciopero del prossimo 14 novembre con presidio davanti Montecitorio organizzato dall’Anief è stato fortemente voluto anche per portare la voce dei precari e del personale di ruolo in piazza e richiedere rispetto e pari dignità per il servizio svolto durante il precariato non solo nelle operazioni di mobilità, ma anche ai fini dell’integrale ricostruzione di carriera una volta immessi in ruolo.