L’italiano della Zanzara

L’italiano della Zanzara

di Maurizio Tiriticco

Le ultime conclusioni relative ad una serie di indagini sulle competenze linguistiche degli Italiani risalgono a un paio di anni fa. Si tratta dell’inchiesta sulle competenze degli adulti svolta dall’OCSE nel quadro del suo Programme for the International Assessment of Adult Competencies (PIAAC, 2008-2013). Questa indagine, complementare della più nota ricerca PISA sugli studenti quindicenni, ha riguardato, nella fase 2008-2013, ventiquattro Paesi ed ha avuto come oggetto l’analisi delle “facoltà cognitive e competenze nel mondo del lavoro che sono giudicate necessarie affinché gli individui evolvano con successo nella società e che sono essenziali per la prosperità economica”. Dall’indagine emerge una situazione molto sconfortante per quanto riguarda il nostro Paese.

“L’inchiesta sulle competenze degli adulti (PIAAC) pone l’Italia all’ultimo posto nella graduatoria dei paesi partecipanti rispetto alla percentuale degli individui intervistati che ottengono un punteggio al livello intermedio (3) o superiore (4 o 5) nella scala delle competenze linguistiche. In particolare, solo il 3.3% degli adulti Italiani raggiunge livelli di competenza linguistica 4 o 5 – i più alti – contro l’11.8% nella media dei 24 paesi partecipanti e il 22.6% in Giappone, il paese in testa alla classifica. Inoltre, solo il 26.4% raggiunge il livello 3 di competenza linguistica”.

La finalità della ricerca è stata quella di aiutare i paesi a “meglio comprendere come i sistemi educativi e di formazione permettono di far evolvere queste competenze”. Destinatari dei risultati sono, quindi, gli insegnanti in primo luogo, ma anche e soprattutto i politici e gli economisti, a cui spetta il compito di adottare iniziative politiche, economiche, educative e sociali che siano tali da promuovere il miglioramento delle competenze dell’intera popolazione. Gli esiti delle suddette indagini sono importanti, in quanto dimostrano che la situazione culturale e linguistica degli Italiani non è affatto delle più rosee. In effetti, gli Italiani, pur eredi di Dante e di Manzoni, si collocano, tra i Paesi dell’Ocse, al ventiduesimo posto in materia di competenza linguistica ed anche molto al di sotto della media. Si tratta di un vero e proprio disastro linguistico e, di conseguenza, anche culturale e civile.

Tuttavia, di tale fenomeno non ce ne rendiamo conto in modo compiuto come si dovrebbe, in quanto ciascuno di noi è esposto al linguaggio formale – in genere corretto sotto il profilo della grammatica, (fonologia, morfologia e sintassi) – della televisione, dei giornali, dei manifesti, dei film e degli spettacoli, in cui la lingua italiana utilizzata è quella, in genere, “corretta”. E non solo! In genere quasi tutti gli interventi del pubblico, via etere, radio o televisione, sono in genere corretti sotto il profilo della formalizzazione! Il fatto è che, se qualcuno ha qualcosa da dire e che ritiene importante, cerca sempre di dirlo al meglio! Forse, dire “sempre” è esagerato! In effetti non voglio soffermarmi su fenomeni particolari – ad esempio, Facebook – in forza dei quali, invece, avviene di tutto e di più… errori grammaticali a iosa, parolacce quante ne vuoi,offese e liti a non finire… ed anche un suicidio (è il caso dello scorso 13 settembre nel Napoletano), situazioni che richiederebbero riflessioni particolari e mirate.

Tuttavia, in genere siamo tutti esposti dai vari strumenti di comunicazione a un italiano generalmente e genericamente corretto. Ma… ed eccoci ad un “ma” grosso così! Esiste una trasmissione, anche molto seguita, sul canale radio de “Il Sole 24 ore”, dalle 18,30 alle 20,30, se non erro. – fatta esclusione della domenica – il cui conduttore è Giuseppe Cruciani, supportato da David Parenzo. Si tratta, come si evince dal sommario, de “La Zanzara, l’attualità senza tabù, senza censure, senza tagli alle vostre opinioni. Alla fine della giornata, con i titoli dei telegiornali in diretta, inchieste, voci catturate dalle tv di tutto il mondo e ospiti che non avete mai sentito, La Zanzara diventa la zona franca degli ascoltatori, uno spazio nemico della banalità, l’arena dove il primo comandamento è parlare chiaro”.

Ebbene, in forza di tale assunto, il conduttore adotta un italiano che potremmo definire molto disinvolto, se non di più, a volte un dialetto un po’ romanesco e, soprattutto, ricco di una serie di quelle parole di troppo che in genere si definiscono “parolacce”, e che a volte nel linguaggio parlato quotidiano, in effetti, costituiscono un valore aggiunto di rara efficacia! Un valore che sembra valere per tutti. Quanti politici, pulitissimi, sono stati incastrati dai “fuori onda”! In effetti, nessun conduttore, radiofonico o televisivo, userebbe un simile linguaggio! Anzi! I nostri conduttori sono in genere tutti molto attenti all’uso di un italiano corretto, semplice, non troppo ricco di vocaboli specialistici, perché il pubblico medio che ascolta, vede e segue, va da Bolzano a Siracusa. E si tratta anche dell’italiano cosiddetto standard, quello che – a volte disperatamente – si cerca di insegnare nei dieci anni di istruzione obbligatoria, e che viene utilizzato da tutti i conduttori o giornalisti che siano.

EBBENE! La Zanzara rompe questo schema. La lingua adottata è quella del pubblico di strada – se si può dir così – non quello delle situazioni che potremmo definire formali. EBBENE! Un input di questo tipo sollecita output analoghi. Pertanto, per tutta la trasmissione, è la cosiddetta “parolaccia” che la fa da padrona! In effetti né un Plauto né uno Shakespeare se ne adonterebbero, ma… ormai i grandi media pubblici e privati cercano di adottare un italiano standard corretto grammaticalmente e semanticamente non complesso, in modo che tutti lo possano comprendere. Nel caso della Zanzara, è interessante notare che alle sollecitazioni molto “libere” del conduttore, si hanno reazioni altrettanto “libere”. Pertanto un ascoltatore che non si sognerebbe mai di intervenire in una trasmissione radiofonica o televisiva, in genere molto paludata sotto il profilo della forma linguistica, nel caso della Zanzara si scatena! La grammatica è ignorata e l’eloquio è sempre da caserma, come si suol dire. Intervengono quindi ascoltatori che di lingua italiana ne masticano molto molto poco! Quindi, proprio quei soggetti individuati e “bollati” dalle indagini PIAAC.

Sono soggetti che non interverrebbero mai in trasmissioni come quelle condotte da un Vespa, che sembra esigere sempre una lingua italiana tutto punto e virgola, pulitissima più che mai. Ma che si sentono “autorizzati” a dire la loro, con quella spontaneità linguistica e culturale che è solo loro e non di altri. Si hanno così interventi in cui nessuno si preoccupa di ordinare un discorso con soggetto, predicato e complemento! Ognuno parla “come gli viene” e secondo i pensieri “che gli vengono”. Pertanto, si ha uno spaccato autentico di quella che possiamo definire la cultura degli Italiani, quella vera, autentica, fatta purtroppo più di pancia che di cervello.

Ascoltando la Zanzara, ciascuno di noi può toccare con mano la veridicità e l’autenticità degli esiti di quelle ricerche dell’OCSE sulla competenza linguistica – la literacy – dei nostri connazionali. Lo stesso nostro De Mauro lamenta da sempre la diffusa incompetenza linguistica dei nostri connazionali. Lo so! Le ricerche dell’OCSE sono documenti lunghi, complessi, ricchi di dati e di tabelle, a volte di non facile lettura, ma… la Zanzara è di un facile e semplicissimo ascolto. E’ la traduzione in pillole degli esiti drammatici delle ricerche internazionali.

Concludendo! Non ascoltate la Zanzara se non volete piangere sulla nostra diffusa ignoranza. Comunque, un grazie grosso così a Giuseppe Cruciani che ogni sera ci permette di piangere sulle nostre sciagure linguistiche… e culturali… e civiche, purtroppo! E allora, diamoci una mossa! Possibile che in dieci anni di obbligo di istruzione non si riesca a far parlare gli Italiani semplicemente in italiano?