Concorso: una parola scomoda nel comparto scuola  

da Tuttoscuola

Concorso: una parola scomoda nel comparto scuola  

La sanatoria del precariato nelle Amministrazioni pubbliche, secondo la riforma del Testo Unico approvata dal Consiglio dei ministri e ora sottoposta al parere delle Camere, non si applica al reclutamento del personale del comparto scuola.

Lo prevede esplicitamente l’articolo 20 del testo che fissa anche questi tre requisiti necessari per la stabilizzazione del personale precario negli altri comparti pubblici:

  1. a) sia in servizio con contratto a tempo determinato presso l’amministrazione che procede all’assunzione;
  2. b) sia stato già selezionato dalla medesima amministrazione con procedure concorsuali;
  3. c) abbia maturato alle dipendenze dell’amministrazione che procede all’assunzione almeno tre anni di servizio, anche non continuativi, negli ultimi otto anni.

La lettera a) è conseguente alla condizione di precario ed è in piena sintonia anche con i precari della scuola. La stessa considerazione vale anche per il requisito sub c) e non vi è dubbio che migliaia di precari storici della scuola hanno alle spalle questa anzianità di servizio.

Possiamo dire la stessa cosa per la lettera b), laddove si richiede il superamento di un concorso pubblico (che è dovuto in ossequio all’art. 97 della Costituzione)? No.

Come sappiamo, il requisito del superamento di un concorso per l’accesso ad un posto pubblico nella scuola è stato in alcuni casi reso aggirabile attraverso le GAE, mentre, come conferma il nuovo Testo Unico della PA, per tutti gli altri dipendenti pubblici è tassativo, nel pieno rispetto della Costituzione.

Il superamento del concorso per esami ha, di fatto, come surrogato la semplice abilitazione all’insegnamento. Dopo che il Parlamento dieci anni fa ha legittimato questa scorciatoia e il Consiglio di Stato due anni fa l’ha benedetta, come non capire la richiesta e la protesta di migliaia di docenti abilitati che scalpitano alle porte della scuola e che pretendono una sanatoria immediata e diretta senza passare dal concorso?

Il concorso dovrebbe servire ad accertare i requisiti professionali per accedere all’impiego pubblico, ma nel comparto scuola – con buona pace dell’art. 97 della Costituzione – non sempre è stato così.