Test Invalsi, si allarga il fronte del no: la scuola ha un ruolo sociale, non selettivo

da La Tecnica della Scuola

Test Invalsi, si allarga il fronte del no: la scuola ha un ruolo sociale, non selettivo

Le proteste contro l’avvio delle prove invalsi non provengono solo dai sindacati di base, ma anche dall’opposizione politica.

Dopo il dissenso espresso dal M5S nei giorni scorsi, che ha parlato di “pubblicità ingannevole”, il3 maggio, in occasione della prima prova Invalsi nella primaria, a scagliarsi contro i test standardizzati è stata la senatrice Alessia Petraglia, capogruppo di Sinistra Italiana in Commissione Istruzione.

“I test Invalsi rappresentano un’idea di scuola che non ci piace, dove prevale la valutazione selettiva che ratifica solo le disuguaglianze e si ignorano invece percorsi e strategie per ottenere esiti soddisfacenti per tutti gli alunni”, ha detto Petraglia.

“Con queste prove – ha continuato – la competizione fra docenti, alunni e scuole sostituirà la collaborazione e la solidarietà, elementi che caratterizzano le migliori esperienze di comunità educanti. La valutazione è un tema delicato che non si può affrontare in maniera parziale, si deve tener conto di molteplici aspetti”.

E ancora: “attraverso i risultati ottenuti nei test Invalsi non si possono misurare gli esiti educativi di quelle scuole che riescono, spesso con risorse del tutto insufficienti, a motivare alla frequenza anche gli alunni più svantaggiati, prevenendo abbandoni e ritardi scolastici. Non si possono valutare quei docenti che non lasciano nessuno indietro, riuscendo ad integrare alunni migranti arrivati da poco nel nostro Paese, anche senza potere fruire di tempi di docenza aggiuntivi per percorsi individualizzati o per la predisposizione di attività di laboratorio”.

“Noi di Sinistra Italiana da sempre proponiamo di riportare le prove alla caratteristica della ricerca, da realizzarsi, quindi, su di un campione statistico di scuole, così come avviene nel resto dell’Europa, rendendo volontaria l’adesione delle scuole stesse. L’utilizzo delle prove a quiz, come criterio di giudizio della qualità della scuola e dell’insegnamento non è accettabile ed è lesiva del ruolo sociale della scuola”, ha concluso la senatrice di Sinistra Italiana.