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Grande distribuzione, sconti online e mercatini dell’usato: guida all’acquisto low cost dei libri di testo

da Il Sole 24 Ore

Grande distribuzione, sconti online e mercatini dell’usato: guida all’acquisto low cost dei libri di testo

di Lorena Loiacono

Parte il count down per l’avvio del nuovo anno scolastico e tra gli studenti è iniziata la caccia al libro. L’elenco dei testi da acquistare, infatti, è già a disposizione delle famiglie: l’adozione è stata effettuata dal collegio dei docenti nella seconda metà del mese di maggio proprio per consentire ai ragazzi di arrivare preparati al primo giorno di scuola. Le scelte deliberate prima della fine dello scorso anno scolastico non possono infatti essere modificate.

Tra il nuovo e l’usato
Per limitare il peso del caro-libri, che ogni anno incombe sulle famiglie al rientro dalle vacanze, è possibile orientarsi su acquisti più economici con testi di seconda mano che, in casi particolarmente favorevoli, arrivano a costare fino al 70% in meno. Ma sempre con un occhio attento alla qualità e alle buone condizioni del testo. Se invece si preferisce utilizzare solo libri nuovi, per scelta o perché ci si trova di fronte a nuove edizioni, non mancano le offerte sul mercato fatte di sconti e promozioni ad hoc.

Usato sicuro
Il mercatino dell’usato è diventato quasi un rito di inizio anno: si va dalla scelta di utilizzare il libro del fratello più grande fino alla compravendita dei testi fuori dalle singole scuole, acquistando i libri dei compagni più grandi. Ma non solo, in molte città esiste il mercato dell’usato in cui arrivano testi di ogni disciplina, spesso in ottime condizioni, dove è anche possibile contrattare sul prezzo e avere maggiori sconti se si lascia i propri libri usati, tra quelli dello scorso anno. Nei mercatini dell’usato si trovano anche testi fondamentali come i dizionari che spesso fanno impennare la spesa nel primo anno, ad esempio per materie come il greco e il latino al liceo classico o le lingue al linguistico. I mercatini sul territorio sono tantissimi e vengono organizzati anche da diverse associazioni come nel caso dell’Unione degli studenti che garantisce sconti fino al 50% del prezzo di copertina. Senza contare che, spesso, anche nelle librerie di fiducia, quelle cosiddette “sotto casa”, esiste la possibilità di acquistare libri nuovi e usati a ottimi prezzi magari anche vendendo i propri che non servono più come una vera e propria permuta.

Nuovo, a ogni costo
Ma gli affari non sono solo sul libro usato. È possibile infatti approfittare di notevoli sconti anche acquistando nella grande distribuzione. Punti vendita ben noti alle famiglie italiane che restituiscono parte dei costi sostenuti per l’acquisto dei libri in buoni spesa. Come accade ad esempio nei punti Conad, Auchan, Coop, Carrefour e Simply con rimborsi dal 15 al 25% . Tra questi, Carrefour permette anche di pagare a rate dilazionando la spesa. Non tutti i supermercati dei vari gruppi aderiscono all’iniziativa e quindi è sempre meglio informarsi prima, anche perché in alcuni casi per accedere alle promozioni servono le carte fedeltà dei clienti abituali. E c’è anche chi, come Esselunga, offre uno sconto direttamente sul prezzo di copertina senza dover per forza utilizzare poi i buoni sconto.

L’affare a portata di click
La scelta non è solo tra l’acquisto del libro nuovo e quello del libro usato. Esiste infatti la possibilità, in forte e dilagante espansione, di cercare, scegliere e ordinare i libri di scuola comodamente da casa, davanti al pc. Grazie alle offerte che corrono sul web legate a siti specialistici che garantiscono occasioni da non perdere. Tramite il sito www.adozionilibriscolastici.it, ad esempio, è possibile effettuare una ricerca partendo dalla regione di appartenenza, arrivando alla città e alla scuola di interesse, accedere alla propria classe di frequenza e leggere la lista dei testi in adozione. A quel punto si accede ad Amazon, il sito dedicato all’acquisto dei libri, e si procede con l’ordine sia dei testi nuovi sia di quelli usati. Libri nuovi e usati sono in vendita anche su Libraccio, Ibs, eBay,Libreriascolastica e su numerose pagine social delle varie associazioni studentesche o delle singole scuole in cui i ragazzi, spesso, si mettono direttamente in contatto tra loro per la compravendita.

Precari, entro l’11 settembre l’accettazione della cattedra

da Il Sole 24 Ore

Precari, entro l’11 settembre l’accettazione della cattedra

di Eu. B

La procedura per la maxi-assunzione dei precari si arricchisce di una nuova scadenza. Con un avviso pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 28 agosto il ministero dell’Istruzione ha fissato per l’11 settembre la data ultima per l’accettazione degli incarichi che i docenti riceveranno nell’ambito della cosiddetta «fase B». Chi non lo farà – precisa il Miur – non riceverà altre proposte di incarico nella successiva fase “C” (che attribuirà altri 55mila posti di potenziamento, ndr) e sarà cancellato dalle graduatorie.

In ballo in questo momento ci sono le 16.210 cattedre (di cui 8.797 sul sostegno) che sono rimaste scoperte al termine dei primi due step previsti dalla «Buona Scuola» nell’ambito dell’operazione precari (su cui si veda Scuola24 del 27 agosto ): la fase “zero” che ha interessato tutti i posti liberi dopo il turn over e la fase “A” che ha riguardato le altre disponibilità sull’organico di diritto. A  contendersele saranno i circa 71mila prof che hanno presentato la loro istanza online entro il 14 agosto scorso. A incrociare l’offerta dei posti disponibili come le preferenze di provincia espresse dai docenti ci penserà il sistema informatico del Miur.

I “fortunati” riceveranno una mail a partire dalle 00.01 del 2 settembre e avranno 10 giorni di tempo per accettare o rinunciare. Cioè entro la mezzanotte dell’11 settembre come previsto dall’avviso pubblicato in Gazzetta. Che mette in guardia gli insegnanti dal doppio rischio collegato al rifiuto: «Coloro che non accettano la proposta di assunzione eventualmente effettuata nella fase B non partecipano alle fasi successive del piano di assunzioni e sono definitivamente espunti dalle graduatorie di merito e a esaurimento in cui sono iscritti».

Già si sa che non tutte le cattedre saranno assegnate. Per alcune classi di concorso non ci sono domande a sufficienza mentre per altre si registra un surplus di aspiranti. Tanto più che gran parte delle cattedre libere sono al Nord mentre le richieste provengono soprattutto dal Sud. Al punto che i sindacati nei giorni scorsi hanno parlato di rischio «deportazione» per migliaia di docenti. Un’accusa che il sottosegretario Davide Faraone ha già respinto al mittente. Sottolineando che si tratta invece «della più grossa assunzione di tutti i tempi». 

Boom di gemellaggi elettronici e classi via web

da Il Sole 24 Ore

Boom di gemellaggi elettronici e classi via web

di Eu. B.

Crescono del 120% i gemellaggi elettronici tra insegnanti. Con un’alta partecipazione del Mezzogiorno. È quanto emerge dai dati sui primi 10 anni di attività di eTwinning: l’azione europea che dal 2005 mette in contatto docenti e classi per innovare la didattica, sfruttando le nuove tecnologie. Secondo quanto rende noto l’Indire, il nostro Paese registra ritmi di crescita tra i più elevati d’Europa: le scuole italiane sono fra le più attive e numerose in termini di partecipazione, risultati e riconoscimenti. Al punto che si siamo al quinto posto su 35 partecipanti per insegnanti iscritti, dopo Turchia, Polonia, Francia e Spagna.

Il trend delle iscrizioni
I docenti italiani iscritti alla piattaforma sono in continua crescita: oltre 25.000 (circa l’8% degli oltre 300.000 iscritti in tutta Europa), con un picco nel triennio 2012-2014, con circa 13.750 nuove registrazioni (+120% in tre anni) e un aumento significativo dei nuovi progetti attivati, più di 4.200 sui 10.500 totali attivati dal 2005 (+ 70%). Le scuole registrate sono 9.500 e in media sono 3 gli insegnanti iscritti alla piattaforma in ciascun istituto. Le più presenti sono le superiori con 3.350 istituti presenti; seguono le scuole medie (3.000), quindi le primarie (2.700) e le scuole dell’infanzia (450).

Il quadro regionale
I picchi di attività di eTwinning si registrano nelle regioni più popolose, come Lombardia, prima regione come partecipazione, seguita da Sicilia, Lazio e Puglia. Il Sud è la zona più attiva, con 5.082 progetti avviati mentre il Nord e Centro Italia sono fermi rispettivamente a 3.977 e 3.714 partnership. In un caso su tre le Lingue Straniere sono la materia più scelta da insegnanti e alunni, una tendenza relativamente naturale nelle attività di gemellaggio fra Paesi diversi. Le discipline oggetto dei progetti sono comunque molto varie: salute, sport, ambiente, cultura, arte, musica, teatro, ecc.

I paesi più gettonati
La maggior parte dei gemellaggi dalle scuole italiane si realizzano con scuole partner in Francia (in 1064 progetti), Polonia (979 progetti), Spagna (697) e Grecia (591). Da un anno è possibile anche attivare gemellaggi tra scuole dello stesso Paese, così come è possibile coinvolgere partner dei Paesi eTwinning Plus: Armenia, Azerbaijan, Georgia, Moldavia, Tunisia, Ucraina.

Prime campanelle al via, parte in salita l’anno scolastico

da la Repubblica

Prime campanelle al via, parte in salita l’anno scolastico

 

di Salvo Intravaia

Studenti pronti a tornare sui banchi  tra novità legate alla riforma Renzi-Giannini e criticità: presidenze vacanti, potenziamento ridotto e vicari in classe 

Parte in salita la riforma della scuola Renzi-Giannini. L’anno scolastico che si apre a settembre è pieno di incertezze in quanto l’avvio della Buona scuola apporta una serie di novità di merito e di metodo nella vita scolastica e, se possibile, alle vecchie criticità di un sistema elefantiaco pieno di contraddizioni, somma quelle di una complessa riforma alle sue battute iniziali. Almeno, in attesa di tempi migliori. L’auspicio che si potesse dire addio in tempi brevi a quella che il sottosegretario Davide Faraone ha definito “supplentite” – l’enorme numero di supplenti che ogni anno vengono nominati per coprire le cattedre vacanti e che non assicurano nessuna stabilità a scuole e alunni – e del conseguente svuotamento delle graduatorie ad esaurimento è rimasto e, probabilmente, rimarrà tale per qualche anno.

Ma governo e aspiranti maestri e prof potranno consolarsi con un mega concorso a cattedre da 80mila posti, che dovrebbe essere bandito entro il prossimo primo dicembre. E con un lento avvio verso un nuovo modo di concepire la scuola con maggiore autonomia e più responsabilità da parte dei dirigenti scolastici. Intanto, col primo settembre, i sindacati della scuola affilano le armi in vista di un autunno che si preannuncia caldo. Vediamo quali sono le criticità maggiori che dovranno fronteggiare capi d’istituto e insegnanti a settembre.

Presidenze vacanti. Saranno circa 1.700 – quasi una su cinque – le scuole che per il prossimo anno scolastico resteranno senza un preside titolare. Una parte – circa 400 sedi – sono sottodimensionate a causa di un numero insufficiente di alunni. E saranno affidate ad altrettanti presidi che dovranno gestire due scuole contemporaneamente. La restante parte – 1.200/1.300 istituti – non ha un preside titolare. Perché i pensionamenti degli ultimi anni non sono stati rimpiazzati. L’ultimo concorso a preside risale al 2011 e da allora è mancato il necessario turn-over. Così, nell’anno in cui parte la riforma della scuola, oltre 3mila e 200 istituti  –  il 40 per cento del totale  –  avranno un preside part-time, che dovrà dividersi su due scuole e affrontare le emergenze di un numero maggiore di plessi.

Vicari in classe. A complicare l’avvio dell’anno scolastico anche il mancato esonero dall’insegnamento dei vicari, abolito dalle legge di stabilità. Quest’anno, i vicepresidi delle scuole con molte classi non potranno godere né di esonero né di semiesonero. E, dovendosi recare in aula, non potranno supportare adeguatamente il capo d’istituto com’è sempre avvenuto negli anni scorsi. Il governo sta cercando di trovare una soluzione in extremis ma il suono della prima campanella è ormai imminente. A meno che, le scuole non riescano ad organizzarsi in maniera tale da lasciare libero dalla classe il vicario. Ma i risicati organici assegnati dagli Uffici scolastici regionali difficilmente consentiranno simili adattamenti. E nelle scuole in reggenza, senza un preside in pianta stabile, attuare la riforma potrebbe trasformarsi in una mission impossible.

Potenziamento ridotto. Uno dei punti forti della riforma, per quest’anno, potrebbe partire in forma ridimensionata. Fatti due conti, l’organico di potenziamento da 55mila unità per rilanciare l’insegnamento di Musica ed Educazione motoria alla primaria, lingua straniera alla media e Storia dell’arte, Economia e Diritto al superiore non potrà essere coperto totalmente con i precari e gli idonei al concorso del 2012 che hanno chiesto di partecipare al Piano straordinario di assunzioni previsto dalla buona scuola. Le domande presentate entro lo scorso 14 agosto dagli aspiranti insegnanti non basteranno a coprire tutte le 55mila cattedre previste: ne mancheranno all’appello almeno 20mila, che potrebbero salire anche a 25mila. Tra novembre e dicembre, per fare decollare l’autonomia in ogni scuola arriveranno quindi non più 6/7 insegnanti, come si era ipotizzato all’inizio, ma soltanto 3/4 docenti per istituto. A meno che, come ha lasciato intendere la ministra Stefania Giannini, non si autorizzino i capi d’istituto a nominare supplenti. Inoltre, l’organico di potenziamento arriverà materialmente nelle scuole a fine novembre o anche dopo. Un ritardo che non consentirà di sopperire, almeno per i primi mesi, neppure al mancato esonero dei vicari com’era nelle intenzioni del legislatore.

Supplentite. Quello che sembrava un obiettivo a portata di mano, un altro punto fondamentale della riforma, è ancora un “sogno”. Lo svuotamento delle graduatorie dei precari e la fine della supplentite sono target ancora piuttosto lontani, considerato che le graduatorie provinciali ad esaurimento resteranno in piedi ancora per alcuni anni e quest’anno potrebbero arrivare da 60 a 80mila supplenze, soltanto un terzo in meno rispetto all’anno scorso. Ma i sindacati sostengono che le supplenze, quest’anno, toccheranno quota 100mila. Bene che vada, infatti, potranno esser assegnati 80mila cattedre e non 103mila come previsto dal Piano straordinario di assunzioni. Il resto andrà a supplenti d’istituto e si aggiungerà ai posti già occupati l’anno scorso dai supplenti di seconda e terza fascia.

L’esodo verso il Nord. E’ stato uno degli argomenti al centro del dibattito scolastico per tutta l’estate: il destino di migliaia di precari meridionali che, per entrare di ruolo, si dovranno “accontentare” di una cattedra al Nord. I numeri li ha pubblicati il ministero dell’Istruzione qualche giorno fase su 16mila posti disponibili per la prima tranche di assunzioni in ambito nazionale – dove un precario di Catania può anche essere assunto a Treviso – oltre 11mila sono al Nord e altri 3.232 in una regione dell’Italia centrale. Per un precario meridionale, essere assunto vicino a casa nella fase B sarà quasi impossibile. Perché i mille e 500 posti liberi al Sud resteranno tali, in quanto le relative graduatorie dei precari sono rimaste vacanti. Per attenuare l’esodo verso il nord, il ministero dell’Istruzione ha introdotto una misura nella circolare delle supplenze che consentirà a coloro che sono stati nominati in un’altra regione, ma che acciuffano una supplenza in patria, di rimanere in provincia e rinviare il viaggio al Nord al primo luglio 2016. Al loro posto, per quasi un anno verranno nominati supplenti. Ma per coronare il sogno della cattedra fissa, migliaia di meridionali potranno soltanto fare le valigie. O subito o tra dieci mesi.

Buona Scuola, a settembre solo metà delle assunzioni

da La Stampa

Buona Scuola, a settembre solo metà delle assunzioni

Le altre promesse dalla riforma saranno ad anno scolastico iniziato. I 55mila nuovi docenti degli organici funzionali in ruolo nel 2016
lorenzo vendemiale

roma

Un anno di transizione fra la vecchia e la nuova «Buona scuola» di Matteo Renzi. A quindici giorni dal suono della prima campanella (ma in alcune regioni, come il Molise, si partirà già il 9 settembre), gli istituti del Paese si preparano a riaprire, cambiati solo a metà dalla riforma approvata in estate dal Parlamento. Le novità più significative (poteri dei dirigenti, valutazione, finanziamenti alle scuole) scatteranno dal 2016, nei prossimi mesi dovranno essere gettate le basi per attuarli. Ma soprattutto il ministero ha potuto effettuare entro il mese di settembre soltanto la prima tranche delle 100mila assunzioni promesse.

ASSUNZIONI IN DUE TEMPI

Uno dei cardini della riforma era il piano straordinario di assunzioni, con la creazione dei cosiddetti «organici funzionali» che avrebbero dovuto portare nelle scuole più personale, ampliare l’offerta formativa, eliminare (o quantomeno ridurre) le supplenze. In realtà, a oggi è stata attuata soltanto la prima fase (quella per coprire i 47mila posti vacanti e disponibili). Le immissioni in ruolo già fatte sono circa 29mila, altre 10mila se ne aggiungeranno nei prossimi giorni con l’assegnazione residuale della fase B. Per i 55mila posti di potenziamento, invece, bisognerà aspettare il mese di novembre, quando alcuni docenti potrebbero già aver accettato un incarico di supplenza. In molti casi, dunque, le nomine saranno solo giuridiche e diventeranno effettive a partire dal 2016. Un po’ come tutta la riforma.

Per questo la vita degli istituti e di chi li manda avanti non è stata stravolta. «Di fatto non è cambiato molto», spiega Clara Rech, dirigente del liceo classico Visconti di Roma. «Stiamo svolgendo gli stessi passi organizzativi che facevamo un anno fa di questi tempi: verifiche di recupero, primi scrutini, nomine dei supplenti». Le sfide più importanti verranno a breve, però: «Entro il 31 ottobre dobbiamo elaborare il Pof, il nuovo piano triennale da consegnare al ministero per l’indirizzo che vogliamo dare in futuro alla nostra scuola». Da questo documento dipenderà anche lo svolgimento dell’ultima fase delle assunzioni, quella straordinaria per cui a viale Trastevere sono arrivate circa 71mila richieste. E che prevede il temuto meccanismo di mobilità che agita i sonni dei docenti.

I TRASFERIMENTI NELLE ALTRE REGIONI

La gran parte della disponibilità di cattedre è nelle regioni settentrionali, la maggioranza dei precari viene dal Sud o dalle isole: tanti docenti (quelli più indietro in graduatoria, o che hanno espresso preferenza per province troppo affollate) rischiano di vedersi catapultati a centinaia di chilometri da casa. È il caso di Francesca Deplano, che insegna inglese alle elementari a Cagliari. «La stabilizzazione doveva essere il coronamento di un sogno, e invece si sta trasformando in un incubo», racconta. «Inizierò l’anno con un contratto di supplenza, anche se saprò già che nel 2016 avrò il ruolo in un’altra città, lontano dalla mia vita. La mia etica professionale mi spingerà a fare il meglio per i miei alunni, ma non sarà facile lavorare in una simile condizione».

INCERTEZZA E NOVITA’

Tra docenti già virtualmente trasferiti e altri in arrivo a treno in corsa (anche le graduatorie d’istituto per le supplenze saranno pronte solo il 20 ottobre), il nuovo anno scolastico rischia di essere caratterizzato soprattutto da un clima di incertezza, per una riforma che porterà comunque tante novità nella scuola italiana.

«Qualcosa si sta muovendo, a partire dalle assunzioni. E questo è comunque un fatto positivo», è il giudizio della preside Rech. «L’importante è che il ministero ci accompagni nel cambiamento, dandoci gli strumenti giusti per affrontarlo». Discorso valido, ad esempio, per l’alternanza scuola/lavoro, altro punto forte della riforma. «Mi sembra un’innovazione giusta. Ma si parte già quest’anno e ancora non ci è stato detto nulla di preciso: attendiamo le liste delle agenzie e delle aziende con cui attivare gli stage dei ragazzi».

STUDENTI E GENITORI ALLA PROVA DELLA RIFORMA

Dall’altra parte, infatti, ci sono loro. Gli studenti, che hanno protestato molto contro il ddl e ora aspettano di vederne gli effetti sulla vita quotidiana. E i genitori, preoccupati per i loro figli e caricati di maggiori responsabilità con la rappresentanza all’interno dei nuovi comitati di valutazione. «Finalmente la famiglia entra nella scuola a pieno titolo, ma anche noi dovremo essere attenti a formare i nostri membri», spiega Fabrizio Azzollini, presidente dell’Age (Associazione Italiana Genitori). Giorgia Pellegrino fra due settimane inizierà l’ultimo anno al liceo classico Gioberti di Torino: «Anche noi siamo curiosi di capire cosa succederà. Non tanto per la didattica, ma per il modo in cui si vivrà a scuola. Speriamo che la valutazione dei docenti e il potere dei presidi non peggiori il clima che si respira in classe ogni giorno. Che poi è quello che ti forma veramente nei cinque anni, più dei programmi e delle lezioni». «Io – conclude -, a giugno avrò la maturità. Di questa “Buona scuola” vedrò solo l’inizio, non so se ritenermi fortunata oppure no».

No alla riforma nella metà delle scuole italiane

da La Tecnica della Scuola

No alla riforma nella metà delle scuole italiane

E’ possibile che in almeno la metà delle scuole italiane la riforma non venga attuata.
E’ di questi giorni, infatti, il documento predisposto dai 5 sindacati rappresentativi con il quale si danno indicazioni precise ai docenti e al personale su come affrontare le novità più importanti della riforma.
Il documento si occupa soprattutto della questione del comitato di valutazione e del tema del “bonus” che i dirigenti scolastici dovrebbero attribuire ad una parte di docenti per valorizzarne il merito.
La “linea” suggerita dai sindacati è assolutamente chiara e inequivicabile: i comitati di valutazione dovranno occuparsi solo della valutazione dell’anno di prova dei docenti neo-assunti evitando il più possibie di entrare nel merito dei criteri ai quali i dirigenti dovranno attenersi per assegnare il compenso per la valorizzazione del merito.
I sindacati del comparto vanno anche oltre e sostengono che le modalità di attribuzione del compenso dovranno essere definite con la contrattazione di istituto.
E’ del tutto evidente che la “proposta” sindacale mira di fatto a svuotare completamente di significato una delle principali novità della riforma.
In realtà non sarà semplicissimo raggiungere questo obiettivo perchè del comitato di valutazione faranno parte non solo 3 insegnanti (2 scelti dal collegio e uno dal consiglio di istituto) ma anche il dirigente scolastico in funzione di presidente, 2 genitori e un esperto esterno.
Con questi numeri il dirigente potrebbe rappresentare l’ago della bilancia in più di una situazione.
Non bisogna però trascurare un altro fatto importante: il documento dei sindacati del comparto è rivolto a tutto il personale della scuola, dirigenti compresi. Ora, va detto che i dirigenti iscritti ai sindacati firmatari del documento sono più o meno 3.500  e cioè poco meno della metà del totale. Allo stato attuale c’è da pensare che i dirigenti iscritti ai sindacati del comparto non avranno difficoltà ad adeguarsi alle indicazioni sindacali. Il risultato sarà quindi inevitabile: nel 40-50% delle scuole italiane un pezzo importante della riforma non verrà attuato.

Assunzioni fase B, prendere o lasciare? Le 24.00 dell’11 settembre diventano l’ora X

da La Tecnica della Scuola

Assunzioni fase B, prendere o lasciare? Le 24.00 dell’11 settembre diventano l’ora X

Le decine di migliaia di precari che nella lunga notte a cavallo tra l’1 e il 2 settembre riceveranno la proposta di assunzione, avranno 10 giorni di tempo per ragionarci sopra.

Entro le ore 24.00 dell’11 settembre dovranno decidere se accettare o rifiutare: il responso, noto da tempo, è stato ufficializzato con la Gazzetta Ufficiale del 28 agosto, contenente un avviso in cui si ricorda che le proposte di assunzione (di cui all’articolo 1, comma 102, della legge 13 luglio 2015, n. 107) verranno effettuate (per la fase di cui alla lettera B del comma 98 della medesima legge) alle ore 00.01 del 2 settembre attraverso il sistema informativo Istanze OnLine raggiungibile mediante un apposito link sul sito www.istruzione.it.

In tutto, sono 16.210 i posti disponibili per la fase B, oltre la metà (8.797) riguardano cattedre di sostegno. “I docenti destinatari – prosegue l’avviso – dovranno accettare espressamente la proposta di assunzione entro le 24.00 del giorno 11 settembre, esclusivamente avvalendosi delle apposite funzioni disponibili sul sistema informativo del Miur. Si ricorda, infine, che coloro che non accettano la proposta di assunzione eventualmente effettuata nella fase B non partecipano alle fasi successive del piano di assunzioni e sono definitivamente espunti dalle graduatorie di merito e a esaurimento in cui sono iscritti”.

Ricordiamo che nei giorni scorsi il Miur ha assicurato a tutti i docenti di poter svolgere il primo anno di assunzione sulla cattedra di supplenza annuale, sottoscritta entro l’8 settembre, anche qualora la proposta d’assunzione del Miur sia giunta al precario qualche giorno prima. Una conferma che potrebbe permettere al neo-assunto intanto di accettare il ruolo e poi organizzare con calma la trasferta da attuare l’anno successivo (avendo anche la possibilità di giocarsi la carta della mobilità straordinaria riservata agli immessi in ruolo nel 2015).

A settembre due dirigenti per la stessa scuola

da La Tecnica della Scuola

A settembre due dirigenti per la stessa scuola

Fra i “pasticci” che le scuole dovranno subire nelle prime settimane di settembre ci sarà anche quello delle reggenze e delle nuove nomine di 336 dirigenti scolastici.
Il problema deriva dalla recente decisione del Ministero di autorizzare la nomina di 336 nuovi dirigenti scolastici da assumere attingendo alle graduatorie che contengono ancora docenti dichiarati idonei (si tratta soprattutto di graduatorie di regioni del sud).
I neodirigenti andranno a coprire sedi che alla data del primo settembre risultano vacanti e che sono collocate prevalentemente al nord.
Il punto è che in queste sedi, bisognerà comunque garantire la continuità del servizio; e così in tutte queste sedi gli Uffici scolastici regionali hanno già nominato (o lo faranno nelle prossime ore) i dirigenti reggenti che dovranno garantire il regolare avvio dell’anno scolastico.
Nel frattempo, entro il 7 settembre,  i neodirigenti dovranno trasmettere al Miur l’elenco delle sedi prescelte. Entro l’11 settembre ciascun Ufficio regionale predisporrà l’elenco dei dirigenti assegnati al proprio ambito. Ci saranno poi i soliti tempi per la verifica dei dati dopo di che i neodrigenti potranno assumere servizio nella propria sede: in pratica si arriverà al 20 settembre almeno e a quel punto ai reggenti delle sedi scelte verrà revocato l’incarico.
La questione, come si può comprendere, non è semplice e l’avvicendamento di due dirigenti nelle prime 3-4 settimane dell’anno scolastico non potrà che avere ripercussioni negative sul funzionamento delle scuole.

 

Se rinunci sei fuori dalle GAE: la regola era nota già tre mesi fa

da La Tecnica della Scuola

Se rinunci sei fuori dalle GAE: la regola era nota già tre mesi fa

Fra le regole del piano di assunzioni ce n’è una che più di tutte le altre continua a mettere in subbuglio il mondo dei precari: si tratta della impossibilità di partecipare alle fasi successive del piano nel caso in cui si rinunci per qualche motivo ad una proposta di assunzione.
Il problema si pone soprattutto per chi rinuncia durante la fase B, quella che presenta una particolare carenza di posti nelle regioni del sud.
La regola viene considerata – in larga misura a buon diritto – iniqua e irrazionale in quanto chi otterrà una proposta di incarico durante la fase dovrà di fatto spostarsi in un’altra regione, mentre chi, pur con punteggio inferiore, verrà chiamato nel corso della fase C avrà molte possibilità di avere una cattedra nella propria provincia.
Si tratta di proteste e contestazioni del tutto comprensibili e legittime anche se non si riesce a comprendere il motivo per cui esse emergano adesso.
Le regole in questione, infatti, erano chiare già a fine maggio quando il disegno di legge di riforma venne trasmesso al Senato, ed è davvero strano che su questo aspetto specifico del provvedimento nessuno avesse espresso critiche o anche solo qualche osservazione.
E’ chiaro che adesso è ormai troppo tardi per intervenire e, per modificare il meccanismo, bisognerà aspettare almeno il prossimo anno.
Forse, se nelle ultime settimane dell’iter legislativo si fosse prestata maggiore attenzione al testo del disegno di legge qualche evidente stortura si sarebbe potuta evitare.

Dieci giorni per accettare la proposta di assunzione

da tuttoscuola.com

Dieci giorni per accettare la proposta di assunzione
L’avviso sulla Gazzetta Ufficiale. Decisione entro l’11 settembre

Sulla Gazzetta Ufficiale Concorsi del 28.8.2015 è stato pubblicato l’avviso per la partecipazione alla fase  B del piano di assunzioni. Le proposte di assunzione sono effettuate a cominciare dalla mezzanotte del 2 settembre a tutta la mezzanotte dell’11 settembre.

“AVVISO (11 settembre 2015)

Proposte di assunzione del personale docente in attuazione dell’articolo 1, Comma 9​8, lettera b), della legge n. 107 del 13 luglio 2015 concernente la Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti. (GU 4a Serie Speciale – Concorsi ed Esami n.66 del 28-8-2015)

Si comunica che ​le proposte di assunzione di cui all’articolo 1, comma 102, della legge 13 luglio 2015, n. 107,  verranno  effettuate, per la fase di cui alla lettera b) del comma 98 della medesima legge, alle ore 00.01 del giorno 2  settembre  2015  attraverso  il  sistema informativo Istanze OnLine raggiungibile mediante apposito  link  sul sito www.istruzione.it.

I docenti destinatari  accettano  espressamente  la  proposta  di assunzione  entro  le  ore  24.00  del  giorno  11  settembre   2015, esclusivamente avvalendosi delle apposite  funzioni  disponibili  nel citato sistema informativo.

Si ricorda che in caso di mancata accettazione, nei termini e con le modalità predetti,  i  docenti  destinatari  non  possono  ​ricevere ulteriori proposte di assunzione a tempo  indeterminato  ai

sensi del piano di assunzioni di cui all’articolo 1, comma 98,  della citata legge.

Si ricorda altresì che i soggetti che non accettano la  proposta di assunzione eventualmente effettuata  nella  citata  fase  b),  non partecipano alle fasi successive  del  piano  di  assunzioni  e  sono definitivamente espunti dalle graduatorie di merito e ad  esaurimento in cui sono iscritti”.

Tariffe agevolate per i prof trasferiti al Nord. Puglisi: «Pronti a discutere»

da Corriere della sera

Tariffe agevolate per i prof trasferiti al Nord. Puglisi: «Pronti a discutere»

La proposta del governatore della Puglia Emiliano: treni, aerei e affitti scontati con il contributo di governo e regioni. Costo ipotetico dell’operazione: 100 milioni

Affitti, treni e aerei agevolati per gli assunti lontano da casa:è la proposta lanciata dal governatore Pd della Puglia Michele Emiliano in un’intervista a Repubblica. «Ho preso contatti con alcuni Presidenti di regione per costruire con il governo nazionale un’idea di gestione di alcuni costi», ha spiegato Emiliano oggi incontrando a Bari i sindacati della scuola. «Il numero dei docenti pugliesi che dovrà cambiare regione – ha detto – non sarà inferiore alle 2 mila unità, un numero considerevole. Mi sono così posto il problema pratico e umile, senza intenzioni polemiche o di altra natura, di come tentare lealmente di consentire al mondo della scuola di affrontare questo cambiamento che nel bene o nel male è epocale, sostenendolo». «Affrontiamo il problema e cerchiamo di gestirlo – ha aggiunto Emiliano – in modo tale da collaborare all’eventuale successo della legge, a prescindere dal giudizio che abbiamo sulla stessa. Io penso sia doveroso, fa parte dello spirito di leale collaborazione, fa parte dell’atteggiamento culturale del sindacato italiano nelle sue componenti. Mi auguro che questo atteggiamento della Regione Puglia venga percepito per quello che è, cioè un desiderio di fare in modo che questa legge abbia il migliore successo possibile e il minore impatto negativo possibile sul personale della scuola e sul sistema nel suo complesso».

La replica della Puglisi

«Apprezziamo il fatto che il Presidente Emiliano abbia cambiato tono sulla Buona Scuola- ha replicato Francesca Puglisi, responsabile scuola del Pd -. Siamo pronti a discutere di tutto, ma senza la Buona Scuola quelle migliaia di insegnanti pugliesi sarebbero ancora precari o disoccupati. Dire che gli insegnanti vengono deportati è una offesa a migliaia di italiani, anche pugliesi, che un lavoro non ce l’hanno. E un’offesa alla nostra storia».

Un’operazione da 100 milioni

Ma quanto costerebbe un’operazione del genere? La rivista specializzata «Tecnica della Scuola» ha fatto un suo calcolo ipotetico. Supponendo che gli assunti fuori regione alla fine siano in tutto 20 mila e che per ognuno lo Stato mettesse a disposizione fino a 5mila euro di rimborsi (pari ad una media di circa 400 euro al mese), bisognerebbe trovare da qualche parte 100 milioni di euro. Dove potrebbe reperirli in governo? La stessa rivista, in uno studio elaborato separatamente, ha calcolato che, poiché alla fine della tornata di assunzioni circa 15 mila posti non verranno attribuiti, e comunque tutti i docenti dell’organico potenziato non prenderanno servizio prima di gennaio, il governo dovrebbe risparmiare circa 7-800 milioni.

Aumentano i gemellaggi tra docenti e tra classi via web

da La Stampa

Aumentano i gemellaggi tra docenti e tra classi via web

I dati sui primi 10 anni della piattaforma europea eTwinning

Crescono del 120% gli insegnanti iscritti alla piattaforma europea, con un’alta partecipazione dal Sud d’Italia. È quanto emerge dai dati sui primi 10 anni di gemellaggi elettronici eTwinning, l’azione europea che dal 2005 mette in contatto insegnanti e classi per fare didattica in modi innovativi, sfruttando le nuove tecnologie.

Secondo quanto rende noto l’Indire ( Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa), il nostro Paese registra ritmi di crescita tra i più elevati d’Europa: le scuole italiane sono fra le più attive e numerose in termini di partecipazione, risultati e riconoscimenti e l’Italia è il quinto Paese, tra i 35 partecipanti, per insegnanti iscritti, dopo Turchia, Polonia, Francia e Spagna.

«La scuola italiana – commenta il Presidente di Indire, Giovanni Biondi – è stata tra le prime ad aprire le porte a questo nuovo modo di insegnare, dove insegnanti e alunni possono connettersi, collaborare e condividere all’interno della più grande comunità europea dedicata all’apprendimento online. Negli anni i gemellaggi sono aumentati in modo esponenziale per l’attualità degli strumenti Ict, la novità di lavorare insieme da qualsiasi regione e per l’immediatezza con cui, con una buona idea, si può iniziare qualsiasi percorso di lavoro».

Si registra un incremento costante dei docenti italiani iscritti alla piattaforma, oltre 25.000 (circa l’8% degli oltre 300.000 iscritti in tutta Europa), segnando in particolare un record di crescita nel triennio 2012-2014, con circa 13.750 nuove registrazioni (+120% in tre anni) e un aumento significativo dei nuovi progetti attivati, più di 4.200 sui 10.500 totali attivati dal 2005 (+ 70%).

Le scuole registrate sono 9.500 e in media sono 3 gli insegnanti iscritti alla piattaforma in ciascun istituto. Sono 3.350 le scuole Superiori iscritte (la tipologia di istituti più presente), seguono le scuole medie (3.000), quindi le primarie (2.700) e le scuole dell’infanzia (450).

Quanto agli insegnanti registrati a livello regionale, eTwinning registra picchi di attività proporzionali nelle regioni più popolose, come Lombardia, prima regione come partecipazione, seguita da Sicilia, Lazio e Puglia. Il Sud è la zona più attiva, con 5.082 progetti avviati mentre il Nord e Centro Italia sono fermi rispettivamente a 3.977 e 3.714 partnership. In un caso su tre le Lingue Straniere sono la materia più scelta da insegnanti e alunni, una tendenza relativamente naturale nelle attività di gemellaggio fra Paesi diversi.

Le discipline oggetto dei progetti sono comunque molto varie: salute, sport, ambiente, cultura, arte, musica, teatro, ecc. La maggior parte dei gemellaggi dalle scuole italiane si realizzano con scuole partner in Francia (in 1064 progetti), Polonia (979 progetti), Spagna (697) e Grecia (591). Da un anno è possibile anche attivare gemellaggi tra scuole dello stesso Paese, così come è possibile coinvolgere partner dei Paesi eTwinning Plus: Armenia, Azerbaijan, Georgia, Moldavia, Tunisia, Ucraina.

Faraone: la riforma porterà 8 docenti in più a scuola e 12mila assunzioni solo in Sicilia

da La Tecnica della Scuola

Faraone: la riforma porterà 8 docenti in più a scuola e 12mila assunzioni solo in Sicilia

“Con la buona scuola in Sicilia entro due anni saranno create tra 10 e 12 mila nuove assunzioni: è come se aprissero 10 Fiat di Termini Imerese”. Lo ha detto  il sottosegretario Davide Faraone.

L’occasione per ribadire i numeri altisonanti delle assunzioni, conseguenti all’approvazione delle Legge 107/15, è stato l’incontro a Palermo con i direttori scolastici provinciali. “Con la riforma della buona scuola si fa in Italia un imponente piano di assunzioni che comporterà un miglioramento della didattica con otto insegnanti in più per istituto. Stiamo parlando di 160 mila assunzioni in due anni e poi da quest’anno ci sono le risorse per far funzionare le scuole in autonomia, i presidi non dovranno più chiedere soldi alle famiglie per comprare la carta igienica”, perchè più di “870 scuole siciliane, in pratica, disporranno di 20-25 mila euro in più per istituto”.

Il sottosegretario ha poi tenuto a sottolineare che, anche a seguito delle fasi b) e c) della riforma, non ci sarà “alcun esodo o deportazione di insegnanti: la percentuale dei trasferimenti sarà minima e questo emergerà dai dati ufficiali”.

A leggere i dati della fase b), però, ad oggi appare tuttavia inevitabile lo spostamento di migliaia di docenti del Sud nelle scuole del Settentrione. Speriamo, comunque, per i tanti precari che acquisiranno l’immissione in ruolo, che la previsione di Faraone sia corretta.

Personale Ata: nota Miur può causare equivoci all’Usr

da La Tecnica della Scuola

Personale Ata: nota Miur può causare equivoci all’Usr

Il Gruppo Supplenti della scuola per la Qualità e Dignità del Lavoro precisa il significato della nota pubblicata dal Miur per quanto riguarda le supplenze Ata.
“Facendo tesoro di esperienze passate quando nella scala gerarchica di MiurMef e Inps si sono generate difformità nell’interpretazione di “note” e “circolari” diramate dalle Direzioni Generali agli uffici periferici, e avendo ricevuto, inoltre, numerose richieste da parte di collaboratori scolastici e assistenti tecnici di prima fascia iscritti nelle graduatorie provinciali, 
Riteniamo opportuno, ad ogni buon fine, segnalare alle OOSS e alla Direzione Personale del Ministero dell’Istruzione che andrebbe precisato e chiarito, a scanso di qualsiasi equivoco o scorretta interpretazione, quanto segue:
La nota prot. 27715 sulle supplenze ATA del 28 agosto 2015 è integrativa, a parziale modifica, e non è sostitutiva della circolare prot. 25141 del 10 agosto 2015.
Pertanto la limitazione delle supplenze al 30 giugno, con riserva di eventuale proroga al 31 agosto, non riguarda tutti i profili ATA ma soltanto i profili amministrativi.
Infatti gli Ata supplenti con profili Ausiliari e Tecnici erano, e rimangono, esclusi dagli effetti della legge 190/2014 e pertanto sono detentori degli stessi diritti degli anni precedenti con possibilità di incarichi annuali fino al 31 agosto.
Si chiede di voler far arrivare, per le vie più brevi, ai Direttori degli Uffici Scolastici Regionali questa utile specificazione al fine di evitare possibili difformità interpretative tra diversi USR. 
Tanto volevasi comunicare agli organi competenti, istituzionali e sindacali, e all’opinione pubblica, per contribuire ad una serena apertura dell’anno scolastico”.

Gilda: “Ancora troppi buchi neri sul comitato di valutazione”

da La Tecnica della Scuola

Gilda: “Ancora troppi buchi neri sul comitato di valutazione”

Gilda degli Insegnanti sottolinea come nella riforma non sia stabilito alcun termine temporale entro il quale nominare il nuovo organismo previsto dalla “Buona scuola”.
Ancora troppi i ‘buchi neri’ sul Comitato di valutazione istituito dalle legge 107: invitiamo perciò tutti gli insegnanti a non eleggerlo durante il primo collegio dei docenti e a chiederne il rinvio qualora sia stato già inserito nell’ordine del giorno della riunione” dichiara il sindacato.
Il legislatore ha pure dimenticato di prevedere l’elezione dei membri supplenti. Questo particolare – spiega la Gilda motivando il suo appello – potrebbe bloccare il comitato anche per la semplice assenza di un componente, visto che si tratta di un collegio perfetto come tutti gli organismi valutativi. Senza considerare, poi, il rischio che nasca un conflitto di interessi tra chi decide i criteri di attribuzione del bonus e chi lo ottiene”.
In conclusione la Gilda “ribadisce comunque il proprio giudizio fortemente negativo su questa modalità di valutazione della professione docente che introduce nel comitato anche figure non competenti come genitori e alunni”.