Sì al volontariato ma rispetto per il lavoro e per i giovani in cerca di occupazione

Pacifico a Unomattina la domenica di Pasqua: sì al volontariato ma rispetto per il lavoro e per i giovani in cerca di occupazione

Intervento a tutto tondo dove il presidente Anief e segretario Confedir ha affrontato il problema di migliaia di abilitati con TFAS, idonei al Concorso a cattedra, prossimi abilitati con il PAS, già abilitati con Diploma magistrale fuori dal reclutamento come delle migliaia di precari che da anni insegnano nelle scuole senza essere stabilizzati contro una precisa direttiva comunitaria. Spazio anche per il merito che per Pacifico deve essere collegato a una valutazione che deve partire dall’operato dei ministri, direttori generali e dirigenti prima di applicarla sui dipendenti a dispetto di un aumento di stipendio comunque che deve riguardare tutti e deve restituire 12.000 a ogni dipendente, per non parlare degli stipendi europei e OCDE superiori a fine carriera di 1/3 rispetto a quelli dei docenti italiani.

Intervento integrale presidente Anief prof. Marcello Pacifico su Rai uno dal min 1:21:40 al 1:40:00
http://www.rai.tv/dl/replaytv/replaytv.html?day=2014-04-20&ch=1&v=354199&vd=2014-04-20&vc=1#day=2014-04-20&ch=1&v=354199&vd=2014-04-20&vc=1

Maestra Mamma

MAESTRA MAMMA MAMMA MAESTRA NON SO DITEMI VOI

di Umberto Tenuta

Pubblico, senza commento.
Io non commento, perché nessun commento potrebbe ridire quello che dice, quello che dice la Mamma maestra, la Maestra mamma…
Lo dice con la sua ironia, lo dice coi suoi gesti che solo chi è grande può comprendere.

UNA COLLEGA SCRIVE:
Meravigliosa non potevo non condividere….
Oggi ho letto una lettera scritta da un’insegnante di sostegno. Non potevo non condividerla:

TESTO POSTATO
“Sono una mamma e una maestra di scuola primaria quest’anno sono stata nominata sul sostegno di una bimba grave, gravissima e …bellissima.
Bene: appena arrivo in classe la maestra prevalente mi avverte “Stai attenta alla madre che cercherà in tutti i modi di ti…rarti dentro alla sua sofferenza e poi è un po’ fissata con il fatto che la figlia può far tutto, capisce tutto ecc.”
Ed io …sto zitta.

Mi dice che dobbiamo andare a visitare un posto con la classe e che la mamma si è “fissata” col fatto che debba andarci anche la figlia…
Sto zitta ancora e intanto incrocio gli occhi della bimba che sono quelli della mia e dentro di me le parlo e le dico “stai tranquilla ti ci porto io” …lei sorride è bellissima…nessuna maestra però che ormai è con lei da tre anni mi dice quali siano le sue competenze o no, la diagnosi funzionale è troppo generica. Usciamo e inizia la visita guidata. La bimba con la sedia a rotelle cerca di spingersi avanti per guardare i quadri, le tele, i dipinti ma la maestra di classe mi dice di tirarla indietro perchè leva il posto e la visuale a chi “capisce”…
Resisto e faccio come se non avessi sentito, la porto ovunque e le parlo e le spiego… la maestra mi guarda di sbieco.
Torniamo in classe e mentre tutto il gruppo classe relaziona sull’uscita lei non ha un compito, un libro, niente… e io sono al mio primo giorno e non ho preparato niente.
Poco male, mi organizzo, la coinvolgo e chiedo alla sua compagna di banco, una bimba carinissima, di farci sbirciare sul libro, lei ci prova ma poi dice che non ha tempo, deve lavorare con gli altri.
Merenda: da sola e gli altri in gruppo.
Cambio pannolino da panico: i bidelli fanno a gara per non venire..
…ti cambio io, amore, è un’ora che sei con la cacca. Parlo con la maestra dell’anno scorso che mi scarica addosso una serie di cattiverie sulla madre, sulla famiglia e sul fatto che non si può lavorare con un handicap così grave.
Le chiedo se ha mai usato la CAA o la tecnologia e mi dice che loro del sostegno vengono da una laurea in scienze della formazione e che hanno sostenuto solo quattro esami troppo generici per poter sapere tutto…
RESISTO ANCORA.
Intanto sono completamente innamorata della mia bimba… in lei c’è la mia, la sofferenza della madre è la mia …
Le risposte le ho da lei. Uno scricciolo accartocciato su se stesso che indica in modo corretto tutti i colori, le forme, le lettere, i numeri
…che risponde esattamente a tutte le mie domande con gridolini che capisco e interpreto bene.
Le ho dato mille baci e lei mi ha fatto mille carezze.
Alla fine della giornata saluto e la maestra di classe mi dice “comunque sei molto portata ne avevamo bisogno”!
Mi giro e sulla porta dico “corro a casa c’è mia figlia completamente disabile che mi aspetta.
GELO TOTALE.
Oggi sono arrivata con il mio Ipad e con l’aria di quella incavolata, loro, le maestre hanno cercato di recuperare ma io ho detto: “Sentite, io non sono la maestra di questa bimba, io sono una maestra di classe a supporto della classe, la bimba è di tutti, di tutta la classe, quindi o si programma insieme o sono cavoli amari.
Se vedeste quello che vedo io in lei, se vedeste dentro questo corpo che non risponde una bimba come le altre desiderosa di scoprire di sapere di giocare di interagire, allora questa classe sarebbe migliore, voi sareste delle persone migliori e il mondo sarebbe una favola!
La mia bimba si è divertita un mondo con le applicazioni app…
…tutti i bimbi erano dietro di lei a cercare di capire cosa stesse usando…
ho fatto un piccolo gruppo ricreativo e fuori dal suo banco ha potuto far merenda con altri bimbi…
le ho portato un libro di favole e le ho detto in un orecchio di leggerlo quando non ci sono così non si sente sola. Ha diciotto ore e quando è senza di me… è sola a guardare il nulla.
Ora sono a casa e guardo mia figlia …e spero e prego che lei possa sopravvivere alle cattiverie e all’ignoranza della gente.
Una maestra e una mamma

Commentate voi.
Voi che leggete.
E ditemi:
utenuta@alice.it

Resurrexit Schola

RESURREXIT RESURREXIT SCHOLA

di Umberto Tenuta

 

Cristo è risorto!

Risorga la Scuola, madre e padre dei giovani alla vita umana!

 

Perdonami, Papa Francesco, perdonami!

Perdonami, se io miserello, ultimo figlio ribelle, oso alzare la mia voce, dopo la Tua voce, accorata, dolorosa, dolorosa di tutti i peccati degli uomini che Tu hai sentito Tuoi, hai fatto Tuoi, e Te li sei caricati sulla Tua croce.

Alzo la voce perché trionfi la vita, la vita terrena, la vita di Cristo fattosi Uomo, la vita che Tommaso ha toccato nel costato di Cristo Risorto.

Cristo Uomo, Cristo di carne e di ossa, Cristo umano, fratello di tutti gli altri esseri umani, di tutte le creature umane.

Creature peccatrici in Adamo ed Eva, creature che il pane della conoscenza dovranno quotidianamente guadagnarsi col sudore della loro fronte.

Sì, Papa Francesco, Tu me lo insegni, i figli di Adamo e di Eva, la conoscenza che li fa l’uomini se la debbono conquistare col sudore della loro fronte.

Impresa grande, grande, più grande delle povere forze di ogni nato di donna, di ogni erede di Eva e di Adamo.

Il Padre Celeste, nella Sua infinita misericordia che Tu, Papa Francesco, vai predicando, ha creato la SCUOLA perché i giovani, tutti i giovani, soprattutto quelli che figli di ricchi non sono, aiuti a conquistare la conoscenza che li farà liberi, che li farà umani.

Tu lo sai, Papa Francesco, Tu lo sai che i figli di Eva non nascono uomini, ma uomini diventano solo attraverso l’educazione che la Scuola deve favorire, perchè tutti possano fiorire alla vita nel loro massimo splendore.

La Scuola il successo formativo deve garantire ad ogni figlio di Eva.

Impresa grande, questa, impresa che solo una SCUOLA NUOVA, come per secoli si è gridato, una NUOVA SCUOLA può garantire.

Questa scuola, oggi, giorno di Pasqua, può anch’essa risorgere, può anch’essa accompagnarsi al miracolo grande della Resurrezione di Cristo.

Non è piccola cosa quello che Ti chiedo, Papa Francesco!

Sì, lo so!

Solo un miracolo divino ha fatto risorgere Cristo.

Solo un miracolo grande può fare risorgere la Scuola, la Scuola dei poveri, la Scuola del tuo Santo, la scuola che il Poverello di Assisi voleva e vuole, e Tu con Lui certamente vuoi, per tutti i Tuoi fratelli in Cristo.

Nel giorno della Sua Resurrezione, venga il giorno della resurrezione della Scuola!

Venga la Scuola Nuova, la Scuola grande che i figli dei poveri, tutti i figli dei poveri, farà uomini nel loro splendore divino di figli di Dio, di Cristo!

Perdonami, Papa Francesco, se a Te oso rivolgere la mia preghiera.

Ma so che Tu sei generoso, Tu sei grande e tutti i Tuoi fratelli vuoi che siano uomini grandi, fratelli Tuoi nel Tuo Cristo, nel nostro comune Fratello Cristo che oggi è Il Risorto.

O Giovani, o Studenti tutti, la Scuola risorgerà, una Nuova Scuola nascerà,!

O Giovani ,o Studenti tutti, cantate con Papa Francesco:

Alleluia! Alleluia! Alleluia!

 

Visite specialistiche: come stanno le cose?

da Tecnica della Scuola

Visite specialistiche: come stanno le cose?
di Lucio Ficara
Norme contrattuali, norme di legge e disposizioni applicative confliggono fra di loro ed è difficile capire con precisione come si debba comportare oggi il personale della scuola.
Appena un anno addietro, il giudice del Lavoro del Tribunale di Lagonegro accoglieva il ricorso presentato da una docente, ingiustamente punita da un dirigente scolastico per essersi assentata, prendendo, qualche minuto prima dell’inizio delle lezioni, una giornata di malattia in modo da sottoporsi ad analisi cliniche e visita specialistica. In quella occasione il dirigente scolastico ritenendo la richiesta della docente illegittima, aveva inviato una contestazione di addebito, sostenendo che la docente si era assentata senza preventiva autorizzazione, creando tra l’altro problemi di carattere organizzativo alla scuola.
Nella sentenza n. 91/2013 depositata il 16 gennaio 2013 emerge che l’insegnante aveva rispettato correttamente le norme contrattuali anche per quanto riguarda i termini di comunicazione dell’assenza. Infatti ai sensi dell’art.17 comma 10 del contratto scuola, l’assenza per malattia, salva l’ipotesi di comprovato impedimento, deve essere comunicata all’istituto scolastico o educativo in cui il dipendente presta servizio, tempestivamente e comunque non oltre l’inizio dell’orario di lavoro del giorno in cui essa si verifica, anche nel caso di eventuale prosecuzione di tale assenza. Inoltre è utile sapere che ai sensi dell’art. 17 comma 16 del CCNL scuola 2006-2009 il dipendente può utilizzare l’assenza per malattia per sostenere visita medica o accertamenti specialistici, ma è tenuto a segnalare alla scuola il suo allontanamento dal proprio domicilio durante le fasce di reperibilità.
Il comma 16 afferma: “qualora il dipendente debba allontanarsi, durante le fasce di reperibilità, dall’indirizzo comunicato per visite mediche, prestazioni o accertamenti specialistici o per altri giustificati motivi, che devono essere, a richiesta, documentati, è tenuto a darne preventiva comunicazione all’amministrazione con l’indicazione della diversa fascia oraria di reperibilità da osservare”.
A distanza di poco più di un anno dalla sentenza del Tribunale del Lavoro di Lagonegro le cose sono cambiate e la normativa sarebbe stata modificata da una recente circolare del Dipartimento della Funzione Pubblica. Alla luce di questa circolare ci chiediamo: “Il giudice oggi emetterebbe ancora quella sentenza?”
Infatti nel frattempo, con la legge n. 125 del 30 ottobre 2013, sono state apportate delle modifiche per quanto riguarda l’assenza per malattia se questa abbia luogo per l’espletamento di visite, terapie, prestazioni specialistiche od esami diagnostici. Quali sono queste modifiche? La modifica principale è quella in cui si parla di permesso giustificato mediante la presentazione di attestazione, anche in ordine all’orario, rilasciata dal medico o dalla struttura, anche privati, che hanno svolto la visita o la prestazione o trasmesse da questi ultimi mediante posta elettronica. Questa modifica della legge che novella il comma 5 ter dell’art. 55 septies del d.lgs. n. 165 del 30 marzo 2001, sulle assenze per visite, terapie, prestazioni specialistiche ed esami diagnostici dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni, ha spinto il dipartimento della funzione pubblica, con circolare attuativa n. 2 del 17 febbraio 2014 ad abrogare di fatto il comma 16 dell’art. 17 CCNL scuola, imponendo al dipendente di richiedere per l’assenza oraria di visite specialistiche, analisi cliniche o similari, la fruizione dei permessi per documentati motivi personali, secondo la disciplina dei CCNL, o di permessi brevi, che nella fattispecie devono essere recuperati.
Si tratta anche questa di un’altra invasione, questa volta per circolare dipartimentale, delle norme contrattuali, che puntualmente vengono abrogate e non più prorogate a colpi di legge o addirittura di circolari. Vedremo se qualche giudice del lavoro emetterà qualche sentenza chiarificatrice in quello che è diventato un caos normativo.

La graduatoria delle scuole che bocciano oltre il 50% di alunni

da Tecnica della Scuola

La graduatoria delle scuole che bocciano oltre il 50% di alunni
di Pasquale Almirante
Il record va però agli istituti tecnici e ai professionali, ma scendono le bocciature nei licei. Tra le grandi città spiccano per insufficienze Napoli, Roma, Palermo e Milano
Ma la graduatoria cambia di anno in anno: ci sono anche scuole che dal 2012 al 2013 hanno recuperato il 50% dei respinti. A pagare il sacrificio più grande, in termini di bocciature, sono gli istituti di frontiera.
Skuola.net stila la mappa delle scuole dalle bocciature eccessive, prendendo in esame i risultati di fine anno di oltre 600 scuole superiori nelle 10 città più popolose d’Italia.
E al primo posto con il minor numero di promossi c’è l’istituto professionale di Napoli “Melissa Bassi”, intitolato alla giovane vittima di attentato davanti a una scuola di Brindisi.
In questa scuola gli ammessi alla classe successiva sono addirittura meno della metà, appena il 45,50% contro una media nazionale per indirizzo dell’80,60%.
Nei primi 5 posti si piazzano altrettante scuole di Napoli per poi passare alla sesta posizione conquistata dal Bertarelli di Milano: un istituto professionale in cui lo scorso anno è stato promosso il 57,20% dei ragazzi.
A seguire il tecnico ed economico Luxemburg di Roma e il Duca Abruzzi di Palermo, rispettivamente con il 58,90% e il 60,90% di promozioni contro una media di indirizzo dell’85,20%.
In nona posizione anche Firenze con il suo istituto professionale Sassetti-Peruzzi che vanta il 61,70% di ammessi.
Percentuali bassissime, soprattutto se paragonate alle medie nazionali che, suddivise per indirizzo, superano comunque l’80% mentre quelle regionali vanno ben oltre con l’87,10% di promossi in Campania, l’87,70% in Lombardia, l’89,10% nel Lazio, 87,30% in Sicilia e 86,90% in Toscana.
Se invece si le graduatorie si compilano per indirizzo ecco che, con percentuali ben più alte, tra i licei classici il minor numero di promossi esce dal Platone e dal Plauto di Roma con 87,90% e 89,50%, a seguire il Gioberti di Torino con il 90,10% e il Marco Polo di Venezia con il 90,50%.
Per quanto riguarda invece lo scientifico spiccano per bocciature il Natta di Milano e il Primo Levi di Torino, rispettivamente con l’81,50% e l’85,70% di promossi.
L’istituto Serra di Napoli invece dal 2012 al 2013 ha bocciato il 40,30% in più dei ragazzi e l’Agrario di Palermo lo ha aumentato del 37,90%.
Tuttavia dall’analisi dei numeri si evince che non è la collocazione geografica a influire sul rendimento, la famigerata discriminazione Nord-Sud, ma la condizione sociale e il contesto dove queste scuole si trovano ad operare. E infatti spesso sono le scuole di frontiera quelle con il maggior numero di fallimenti, le scuole delle periferie degradate, quelle dove lo Stato è lontano in termini di servizi e di controlli, di lavoro e di opportunità. Pochissime le responsabilità dei docenti, ovviamente, ma tutta colpa di un sistema che non argina la dispersione scolastica e che non riesce a capire il valore e l’importanza dell’istruzione.
Su Leggo.it, leggiamo l’intervista al vicepreside della scuola “Bassi” di Scampia, che immediatamente e correttamente dà tutte le responsabilità al fenomeno della dispersione: “In realtà non si tratta di bocciature ma di dispersione scolastica. Il contesto sociale complesso conta molto e la scuola riesce a fare quello che può”. E il fenomeno ha proporzioni “enormi. Basti pensare che alla prima classe si iscrivono 30-35 studenti ma poi arrivano a fine anno solo 10-12 ragazzi. Nel 2013 ad esempio si sono iscritti in 740 ma non hanno frequentato in più di 400. Solo per la frequenza ne perdiamo tantissimi”.
E infatti, aggiunge il dirigente: “capita anche che formiamo classi a settembre con tanto di insegnanti che poi devono andar via perché non ci sono studenti. E negli ultimi anni il fenomeno della dispersione è ulteriormente peggiorato, sono i genitori stessi che non ci aiutano”.
Tuttavia, dice ancora il vicepreside: sono in tanti quelli che si diplomano “e poi cercano lavoro come tutti. C’è anche chi sceglie di andare all’università: il nostro è un indirizzo commerciale e i ragazzi spesso scelgono economia o giurisprudenza. Anche qui abbiamo le nostre soddisfazioni: che siano da esempio per tutti”.
Ma rimane sempre una domanda enorme e assai inquietante che il Governo e il Miur dovrebbero mettere in primo piano e porsi ogni giorno: dove vanno, che fanno, chi frequentano, come trascorrono le giornate questi ragazzi delle periferie urbane non andando a scuola?