Scuola esamificio

SCUOLA ESAMIFICIO di Umberto Tenuta

CANTO 480 Sembra che la Scuola abbia come suo compito essenziale quello di esaminare e diplomare.

DEDICATO A Rana Ilde

Un ESAMIFICIO, la Scuola.

ESAME di Quinta elementare.

ESAME di Terza Media.

ESAME di Scuola secondaria di II grado.

ESAME DI LAUREA.

Si salvano solo le mamme.

Solo le mamme non esaminano.

Ogni scarrafone è bello a mamma soja.

Li accettano così come vengono.

E li curano con tutto il loro amore di madri, senza badare a sacrifici.

Sono figli!

Figli di mamma.

La Scuola?

Sembra matrigna.

Li esamina appena arrivano.

Li esamina ogni giorno.

Li esamina ogni mese.

Ogni bimestre.

Ogni anno.

Alla fine di ogni ciclo scolastico.

GLI ESAMI.

Che paura!

Chi non ha paura degli esami del colesterolo alzi la mano.

Paura degli esami!

Gli studenti temono gli esami.

A nessuno piace essere giudicato.

37 Non giudicate, e non sarete giudicati; non condannate, e non sarete condannati; perdonate, e vi sarà perdonato.

38 Date, e vi sarà dato: vi sarà versata in seno buona misura, pigiata, scossa, traboccante; perché con la misura onde misurate, sarà rimisurato a voi.

39 Poi disse loro anche una parabola: Un cieco può egli guidare un cieco? Non cadranno tutti e due nella fossa?

40 Un discepolo non è da più del maestro; ma ogni discepolo perfetto sarà come il suo maestro.

41 Or perché guardi tu il bruscolo che è nell’occhio del tuo fratello, mentre non iscorgi la trave che è nell’occhio tuo proprio?

42 Come puoi dire al tuo fratello: Fratello, lascia ch’io ti tragga il bruscolo che hai nell’occhio, mentre tu stesso non vedi la trave ch’è nell’occhio tuo? Ipocrita, trai prima dall’occhio tuo la trave, e allora ci vedrai bene per trarre il bruscolo che è nell’occhio del tuo fratello. (Luca 6:37-42)

Ah!

I docenti della BUONASCUOLA rifiutano gli esami dei loro meriti!

Anch’essi non desiderano essere esaminati.

Allora, la smettano di esaminare.

E, semmai, esamino se stessi, il loro operato, la loro competenza e la loro azione educativa.

Ma la finiscano di esaminare i giovani!

Li promuovano!

Promuovano la loro formazione.

Promuovano tutti!

Cerchino la strada perché ciascuno arrivi alla vetta più alta possibile seguendo il suo percorso personalizzato.

Disegno

L’uomo non nasce predestinato.

Come è stato ben espresso da Pieron, il bambino è solo uncandidato alla condizione umana>> [1].

E quello che egli sarà, le sue doti umane, le sue capacità non sono innate.

Come scrive il Doll: <<Per capacità potenziali dei singoli noi intendiamo quelle potenzialità di grandezza imprevedibile, che possono scaturire dall’interno della personalità: potenzialità che possono venire sviluppate o ridotte col processo educativo… le capacità potenziali non sono considerate come delle qualità congenite nell’individuo, che divengono attuali attraverso un processo di maturazione su cui non influisce in alcun modo l’ambiente. Anzi, queste capacità si sviluppano e si “manifestano nello scambio dinamico di influssi fra l’individuo e il suo ambiente”. Vengono definite capacità “potenziali” perché sono un modo di essere dell’individuo, sono una capacità individuale di reagire positivamente e in modo praticamente imprevedibile: “senza alcun preconcetto quanto ai …limiti” delle capacità potenziali…. L’essenza della concezione ebraica e greca dell’uomo era invece di porre l’accento sulla personalità umana dotata di capacità potenziali illimitate, di considerare positivo il fatto che gli sviluppi della personalità umana sono imprevedibili…>>[2].

Ed allora?

Niente esami per respingere.

Il docente, come il medico, esamina gli studenti per individuare attraverso quali strategie educative egli li guiderà al successo formativo.

Addio Scuola del TEMPO PERDUTO per gli esami che durano tutta la vita!

Una nuova scuola nasce.

La scuola che impiega tutto il suo tempo, tutte le sue risorse personali e materiali, per garantire il SUCCESSO FORMATIVO a tutti i figli di donna.

 

Tutti i miei Canti −ed altro− sono pubblicati in:

http://www.edscuola.it/dida.html

Altri saggi sono pubblicati in

www.rivistadidattica.com

E chi volesse approfondire questa o altra tematica

basta che ricerchi su Internet:

“Umberto Tenuta” − voce da cercare

[1] OSTERRIETH P.A., Introduzione alla Psicologia del bambino, Giunti-Barbèra, Firenze, 1980, p. 25.

[2] DOLL R. C., L’istruzione individualizzata, La Nuova Italia, Firenze, 1969, pp. XI, 19, 21.

Maturità 2015, uno studente su tre ha copiato. E il 14% ha usato internet

da Il Fatto Quotidiano

Maturità 2015, uno studente su tre ha copiato. E il 14% ha usato internet

E’ questo il risultato di un istant pool elaborato da Skuola.net che ha intervistato mille studenti dopo la seconda prova. Per molti (40%) nonostante le tracce fossero in linea con le aspettative si è trattato di un esame difficile

Maturità 2015, ad andare avanti è ancora l’Italia dei furbi

da Il Fatto Quotidiano

Maturità 2015, ad andare avanti è ancora l’Italia dei furbi

di

18 giugno 2015.  Ore 12:49. Leggo e riporto: “Il 22 per cento degli studenti alle prese con gli Esami di Stato ha dichiarato che avrebbe copiato grazie all’ausilio di un dispositivo elettronico. Il 21 per cento avrebbe deciso al momento. In definitiva, è sicuro che il 43 per cento dei maturandi ha portato con sé uno smartphone o un tablet. Una percentuale non affatto bassa se si considera che, secondo le indicazioni del Miur, dovrebbe essere pari allo zeroÈ questo il risultato dell’indagine condotta dalla redazione di Studenti.it, attraverso domande dirette, tra più di 8.000 utenti”.

Dieci sono le “domande dirette” di cui sopra:

1. Prevedi di inserire appunti e note nei vocabolari d’italiano, latino o greco?
2. Durante gli anni delle superiori ti hanno mai beccato a copiare?
3. Hai dei compagni di classe che pensi ti aiuterebbero a copiare durante gli esami?
4. Credi che ti lasceranno andare in bagno durante le prove scritte alla maturità?
5. Prevedi di usare cellulari, smartphone, iphone o cuffiette per copiare alla Maturità?
6. Hai mai usato bigliettini negli ultimi mesi per copiare?
7. Gli altri compagni copiano mai da te?
8. Durante le verifiche negli ultimi mesi hai copiato?
9. C’è una prova che vuoi copiare più delle altre?
10. Insomma, ammettilo: hai in programma di copiare agli esami di Maturità?

Interessanti le domande e soprattutto le risposte possibili. Dietro di esse c’è l’Italia dei pizzini, passati di mano, nascosti nei vocabolari o in altri luoghi più o meno intimi e personali. C’è l’Italia dei furbi che pensano con mesi in anticipo ai metodi e alle persone da sfruttare per passare l’esame. C’è l’Italia dei tronisti e delle veline – quanto sono efficaci i modelli delle Tv cavalleresche!- certi che il modo di cavarsela sia la seduzione grazie al loro fascino… alla faccia della maturità!

In troppi non hanno vergogna alcuna di imbrogliare o almeno di volerci provare. Lo si considera un diritto e un dovere. Si comincia dagli anni di scuola e si continua per l’intera vita professionale. In Italia. Se poi si fa parte dell’altro cinquantasette per cento, quelli che vogliono giocare pulito, che contano sulle loro capacità, sulla meritocrazia – che non è una parolaccia oscena- spesso l’unica cosa da fare è andarsene. Altro che fuga delle intelligenze. Questa è la fuga degli onesti.

Grande scuola la nostra. D’altra parte cosa possono fare i poveri insegnanti? Stare lì a sequestrare telefoni, tablet, auricolari, ricetrasmittenti e piccioni viaggiatori? Impedire ai giovani maturandi, tutti incontinenti e prostatici, povera giovane generazione già anziana, a non farla per sei lunghe ore? Oppure proporre nei cinque anni di scuola secondaria superiore valori e comportamenti puntualmente e quotidianamente smentiti dai tanti, di ogni ordine e grado, le cui imprese occupano le pagine di cronaca dei nostri quotidiani? Dovrebbero farlo, portando la loro credibilità al valore zero? Perché dovrebbero?

Inutile continuare a raccontare del rinnovamento della scuola italiana, di quanto possa e debba essere buona, quando poi, fuori dalle mura scolastiche è tutto e solo… chiamiamola noia. Per pudore.

Certo. Difficile considerare valida la statistica raccolta. Naturalmente non si può fare di ogni erba un fascio. Ovvio che ci sono quelli che arrivano alla Maturità con la media del dieci e ricevono il bacio accademico dalla commissione. Poi, in fondo, lo sanno tutti che la maturità, in fondo, non serve a niente. Come serve a poco la laurea triennale. Per non parlare della specialistica. In fondo a che serve studiare…

Che tristezza.

Estremisti o bulli, così si spiano gli studenti online

da La Stampa

Estremisti o bulli, così si spiano gli studenti online

Dalle scuole inglesi che usano software per individuare estremisti a quelle Usa che sorvegliano le comunicazioni. L’Italia, per ora, punta sull’educazione
carola frediani

“Sposa della Jihad”. Ma anche “Guerra all’Islam”; “messaggio all’America”; “kuffar” (termine spregiativo con cui gli islamisti chiamano gli “infedeli”). Dal prossimo autunno se gli studenti di alcune decine di scuole inglesi digiteranno questi termini sui computer verranno tracciati, e l’immagine del messaggio o del post contenente la parola incriminata verrà inviata ai loro insegnanti. I quali dovranno prendere dei non specificati provvedimenti per valutare ed eventualmente contrastare la presunta radicalizzazione del giovane.

Sofware anti-radicalizzazione

Si tratta di un progetto pilota che coinvolge diverse scuole medie in 16 località inglesi sparse tra Londra, Leicester, Essex. Alla base un software e una lista di mille parole considerate a rischio, prodotti dalla società informatica inglese Impero con la collaborazione di un controverso e discusso think tank anti-radicalizzazione, la Quilliam Foundation. Tra le parole ci sono anche termini come “John Cantlie”, il giornalista britannico rapito dall’Isis e utilizzato nei suoi video di propaganda; o “YODO”, acronimo di “You only die once”, muori solo una volta: un’espressione di origine incerta e che secondo i produttori del software è associabile all’estremismo jihadista e ai suoi martiri, anche se alcuni fanno notare che sarebbe stata usata anche in campagne Twitter non direttamente connesse all’Isis. Nella lista (di cui sono usciti solo alcuni termini) ci sono anche parole pensate per individuare estremisti di destra, come “Stormfront”.

La legge antiterrorismo e le scuole

Il progetto pilota nasce sulla spinta dei nuovi provvedimenti della legge britannica antiterrorismo, il Counter-terrorism and Security Act 2015, che entra in vigore il primo luglio, e tra le altre cose prevede che le scuole si occupino di prevenire il rischio che gli alunni siano “attirati dal terrorismo”. In pratica da luglio tutte le scuole britanniche hanno il dovere legale di intervenire per contrastare l’estremismo, non solo quello violento, ma anche quello non violento, ovvero quello che “crea un’atmosfera che conduca al terrorismo e diffonda idee sfruttate dai terroristi”. La legge prevede dunque che gli studenti non possano accedere a materiali considerati estremisti dalla rete scolastica, e nel contempo investe insegnanti e dirigenti dell’inquietante ruolo di controllori delle idee dei ragazzi, con il rischio di trasformarsi in una sorta di longa manus dei servizi di intelligence e della polizia. O, quanto meno, di alienare ancora di più i soggetti considerati “a rischio”.

Anche perché gli istituti stanno rispondendo alla legge inglese in modo diverso e confuso: come una scuola elementare che ha fatto un seminario coi genitori per individuare segnali di radicalizzazione (negli alunni di 5 anni? o nelle loro famiglie?); e un’altra che ha fatto circolare tra i bambini un questionario in cui c’erano domande sulla violenza e la religione, riferisce il Guardian.

Tornando al software di Impero, non è chiaro se questo si limiti a individuare le parole digitate sui pc scolastici (come sembra probabile) o se effettui ricerche anche sui profili social dei ragazzi. Si sa invece che il progetto pilota potrebbe essere esteso a molte altre scuole. Tra l’altro Impero fornisce già al 40 per cento delle scuole medie britanniche simili programmi anti-bullismo e anti-razzismo. Il percorso sembra dunque essere: software per individuare comportamenti violenti (bullismo ecc) fra gli studenti; aggiornamento a un software per tracciare possibili islamisti; aggiunta di termini che indicano altri tipi di estremismo.

L’approccio in Italia

In Italia non risultano esserci progetti di questo tipo, almeno non sono noti a chi si occupa del tema, come il Centro Zaffiria, associazione e laboratorio che lavora con molte scuole e università sul tema dell’educazione al digitale e ai media. “Il nostro discorso educativo è opposto alla logica del software, con cui ci si lava la coscienza, abdicando a un ruolo che deve essere di formazione e dialogo”, commenta alla Stampa la responsabile Alessandra Falconi. “La Commissione europea ha approvato un progetto fatto da noi e dall’Ong Cospe proprio sul tema nuove tecnologie e incitamento all’odio, dove l’idea è creare dei moduli didattici, formare studenti, insegnanti e media su come gestire questi fenomeni” (per trasparenza specifichiamo che tra i media è stata coinvolta anche La Stampa).

“Non abbiamo casi di questo genere”, dice alla Stampa Alberto Pian, docente all’IIS Bodoni Paravia di Torino e coordinatore di diversi progetti sull’utilizzo dell’iPad nelle scuole. “Nei pc scolastici di solito ci sono dei filtri sulla navigazione internet agganciati a dei firewall; e se si danno agli studenti dei tablet in comodato d’uso si installano dei sistemi di mobile device management (MDM) che consentono anche un controllo molto puntuale: l’insegnante può disattivare applicazioni ad esempio. Comunque pensare di controllare gli studenti coi dispositivi scolastici è solo un modo per le scuole di coprirsi le spalle; anche perché oggi i ragazzi hanno internet sempre con sé, a partire dagli smartphone”.

Gli Usa e i software che spiano gli studenti

I software anti-radicalizzazione di Impero saranno sperimentati anche su cinque scuole negli Usa, dove il controllo sul comportamento degli studenti attraverso le loro attività online in alcuni casi è stato molto spinto. Qui le soluzioni più estreme adottate da alcuni istituti sono di due tipi: il primo prevede l’uso di programmi che scansionano tutti i messaggi, le email, le chat, i documenti scambiati dagli studenti attraverso la rete della scuola e allertano gli amministratori di quello che è ritenuto inappropriato. I software dell’azienda CompuGuardian o di Gaggle sono in grado analizzare in modo granulare le attività degli studenti e di fare dei grafici con la classifica, ad esempio, di quelli che usano più parolacce. E possono mandare alert ai dirigenti scolastici se individuano parole o immagini considerate “inopportune”, ad esempio se qualcuno invia a un altro via email una foto con nudità.

La seconda categoria di software ha invece più a che fare con l’analisi di quanto pubblicato online dagli studenti: programmi come quelli di Geo Listening setacciano i profili social degli studenti e allertano le scuole se individuano stati d’animo di rabbia, stress o altre informazioni personali ritenute a rischio. L’obiettivo dichiarato dall’azienda è “andare incontro alle esigenze emotive e sociali degli studenti”. Che il modo migliore per raggiungere questo obiettivo sia la sorveglianza dei comportamenti e delle comunicazioni pubbliche e private dei ragazzi è tuttavia discutibile. E non abbastanza discusso.

Renzi ci ripensa: subito il sì alla riforma, anche con la fiducia

da ItaliaOggi

Renzi ci ripensa: subito il sì alla riforma, anche con la fiducia

di Alessandra Ricciardi

 

Un premier che è andato un po’ in confusione. No, un premier che ha deciso che non trattare è meglio, che il governo deve riprendere il piglio riformista senza farsi bloccare dalla minoranza interna e dai sindacati.

A pochi giorni dall’annuncio di Matteo Renzi che sulla riforma della scuola il governo aveva deciso di non correre più, aprendo una grande consultazione agli inizi di luglio e facendo slittare il sì finale al ddl in estate, con il conseguente rinvio delle 100mila assunzioni di precari al 2016, ieri la retromarcia: durante un vertice a palazzo Chigi con alcuni parlamentari di maggioranza, i capigruppo di camera e senato, Ettore Rosato e Luigi Zanda, il premier si è convinto che è meglio invece procedere subito. Ricorrendo a un maxiemendamento e forse anche al voto di fiducia se non ci sarà l’accordo in commissione al senato. Obiettivo: incassare il sì di Palazzo Madama alla riforma nel giro di una settimana, dieci giorni al massimo. Dimostrando a tutti che il Renzi 1 è tornato in pista, che sono altri quelli che bloccano con il loro fare ostruzionistico ed ideologico anche qualcosa come 100mila stabilizzazioni di precari e 3 miliardi di investimenti. Prendendo tempo, invece, c’è solo da perderci, ragionano a Palazzo Chigi: tutti proveranno ad annacquare la riforma, la minoranza alzerà il tiro, i sindacati canteranno vittoria.

Il maxi emendamento arriverà in commissione istruzione martedì prossimo, sarà firmato dai relatori, Francesca Puglisi (Pd) e Franco Conte (Ap). Nel giro di un giorno si capirà se le opposizioni sono pronte a ritirare una fetta consistente dei loro emendamenti, sul ddl ne gravano 3 mila, e se è pronta a farlo innanzitutto la minoranza che in VII è rappresentata da Corradino Mineo e Walter Tocci. Dal gruppo pd senatoriale di nega l’ntenzione di volerli sostituire. Se non sarà possibile un’intesa, si andrà direttamente in aula dove il governo porrà la fiducia. E allora Renzi verificherà non solo la consistenza della propria maggioranza ma anche se, su un ddl dichiaratamente liberista, sia possibile coinvolgere quella fetta di Forza Italia che fa capo a Denis Verdini. E la conferenza nazionale che doveva tenersi a inizio luglio con tutte le componenti della scuola, compresi i sindacati, che fine fa? A Palazzo Chigi non hanno dubbi: si terrà egualmente, servirà a discutere dei contenuti delle deleghe previste dalla legge.

Per quanto riguarda i contenuti del maxi emendamento, si confermano le 100 mila assunzioni di docenti precari per quest’anno, con presa di servizio e decorrenza economica da ottobre e vigenza giuridica da settembre. Le assunzioni, come anticipato da ItaliaOggi, avverrebbero senza la chiamata diretta da parte dei presidi, ma con lo scorrimento delle vecchie graduatorie. Dovrebbe poi saltare l’ipotesi di un limite di due mandati (6 anni) sulla stessa sede per i dirigenti scolastici. «Il testo attuale mi pare non abbia convinto, almeno sul punto dell’autonomia scolastica. Invito pertanto il parlamento», prova a ricucire il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, «a concentrasi su uno o due punti per migliorare il testo. Dobbiamo ascoltare, ma senza perdere l’occasione di riformare la scuola». Sel accusa il governo di «imbrogliare», annunciando che non ritirerà gli emendamenti. Lo stesso farà M5s, che parla di «ricatto». La trattativa in senato insomma si annuncia in salita. Irati i sindacati. «Dal governo solo disprezzo e nessun ascolto», attacca Susanna Camusso, segretario Cgil. «Le aperture al confronto stanno cedendo il passo a quel decisionismo arrogante con cui si è costruita pezzo dopo pezzo una riforma che l’intero mondo della scuola chiede da tempo di cambiare profondamente», ragiona Francesco Scrima, segretario Cisl scuola. «Non servono nuove invenzioni», liquida Massimo Di Menna, segretario Uil scuola, «i piani della scuola per essere seri non possono essere fatti in fretta e furia. Ormai non possono partire che dal 2016».

Riforma, siamo ai ferri corti

da La Tecnica della Scuola

Riforma, siamo ai ferri corti

Il Pd scarica su minoranza e sindacati la colpa del possibile naufragio del DdL e della conseguente decisione di tirare giù la “scialuppa di salvataggio” della fiducia. Replica immediata della Camusso (Cgil): è una presa in giro, stiamo ancora aspettando la convocazione, forse hanno perso il nostro indirizzo. Fratoianni (Sel): in questo governo e nella sua maggioranza ci sono degli imbroglioni.

Il tempo del confronto è finito, forse non è mai iniziato. Ora, di certo, sulla riforma è vera battaglia. Da Governo e maggioranza, si accusa l’opposizione di voler far cadere il disegno di legge e con esso le assunzioni. Ce né anche per i rappresentanti del lavoratori: è incomprensibile, ha detto uno dei partecipanti al termine alla riunione dei vertici Pd tenuta a Palazzo Chigi per volere del premier Renzi, che una parte del sindacato si metta contro il più grande piano assunzionale della storia della Repubblica. Quel che è emerso, inoltre, è la volontà di accelerare al massimo il lavoro in commissione, con coinvolgimento e responsabilizzazione di tutti, per provare a correre contro il tempo e fare le 100mila assunzioni previste dal ddl.

Immediata la replica delle controparti. “Mi suona come una gigantesca presa in giro. E’ sempre più insopportabile”, questo modo di procedere, ha ribattuto il segretario della Cgil, Susanna Camusso, interpellata sulle intenzioni del governo di chiudere “in tempi brevi” la riforma della scuola con un impegno ad assumere. Quanto ad un confronto, “stiamo ancora aspettando la convocazione. Forse hanno perso il nostro indirizzo” aggiunge Camusso, a margine di un convegno alla Camera di Commercio di Milano.

“Adesso scopriamo che c’è fretta, quindi immagino arrivino maxi emendamenti per la fiducia, ma credo – continua la leader della Cgil – si sia andati oltre la normale dialettica nel rapporto tra le parti e che non ci sia nessun rispetto dei soggetti collettivi”, aggiunge. Ribadendo che da parte del governo “si è tentata un’operazione di divisione fra lavoratori, contrapponendo i precari al resto del mondo della scuola”. Il segretario della Cgil ricorda poi che “il 5 maggio, in risposta al più grande sciopero della storia del mondo della scuola, il Governo aveva detto che bisognava aprire un confronto a Palazzo Chigi con le parti, ma stiamo ancora aspettando”.

Ancora più duro è il coordinatore nazionale di Sel, Nicola Fratoianni, secondo cui “in questo governo e nella sua maggioranza ci sono degli imbroglioni: bisogna dirlo agli italiani. Noi ed altre forze di opposizione chiediamo ormai da mesi al governo una cosa molto semplice: fate un decreto per stralciare dalla legge sulla scuola le assunzioni dei docenti precari, fate un decreto per assumerli e noi lo votiamo senza passare dal via, nemmeno un emendamento. Lo votiamo subito per garantire alla scuola italiana la certezza dell’inizio del nuovo anno scolastico, e per garantire a migliaia di precari un futuro chiaro”.

Fratoianni non le manda a dire: “siccome non lo hanno voluto fare, non possono ora permettersi di dire che sono le opposizioni che impediscono l’assunzione di 100mila persone”. “Hanno presentato una pessima legge – ribadisce – su questa legge le opposizioni hanno presentato legittimamente degli emendamenti di miglioramento e modifica. Questo è il compito del Parlamento e dei suoi componenti. Non si può più accettare l’idea che ogni volta che il Parlamento ha qualcosa da dire, Palazzo Chigi se la prenda e dica: sai che c’è, ci siete voi, cioè c’è il Parlamento, c’è la democrazia che è un fastidio, e allora noi mettiamo la fiducia, senno’ non si può fare questo”.

DdL Scuola, ecco cosa può accadere nei prossimi giorni

da La Tecnica della Scuola

DdL Scuola, ecco cosa può accadere nei prossimi giorni

Sarà una settimana di fuoco, determinante per la legislatura e soprattutto per verificare la capacità di Renzi di portare a casa, entro la fine di luglio, il via libera non solo sul disegno di legge della scuola, ma anche della riforma costituzionale da parte della Camera, così come si era prefissato.

La prossima settimana sarà uno dei momenti più importanti per la maggiornza che sostiene il governo Renzi. Infatti saranno due i fronti ‘caldi’: quello della riforma della scuola e il pronunciamento del parere della giunta per le immunità sulla richiesta di arresto nei confronti del senatore Ncd, Antonio Azzollini. Due situazioni diversi, ma che si intrecciano nel delicato gioco di equilibri all’interno della maggioranza.

La dura presa di posizione di Renzi di martedì scorso a ‘Porta a Porta’,  l’accelerazione impressa alla riforma, con la predisposizione di un maxiemendamento su cui porre la questione di fiducia, sposta decisamente il piano da quello del confronto a quello, politico, dell’aut aut: prendere o lasciare con esiti imprevedibili per la maggioranza.

I parlamentari riuniti in mattinata a palazzo Chigi, si sono ritrovati davanti qualcuno di molto simile al “Renzi 1”, che non ha esitato a mettere sul tavolo l’arma della fiducia. E allora l’appuntamento è per martedì, quando i relatori (non il governo) presenteranno in commissione Istruzione del Senato un maxiemendamento che comprenderà anche le modifiche da tempo concordate con la minoranza del partito, chiedendone l’appoggio e il ritiro delle altre proposte di modifica. Allo stato attuale questo sembra molto difficili visto le prese di posizione molto nette già sollevate in primis da M5S, Sel e Scelta civica nel corso della giornata.

Si vedrà, inoltre, l’atteggiamento dei due commissari “ribelli” del Pd, Corradino Mineo e Walter Tocci. Se, come sembra probabile, i sub emendamenti saranno comunque una valanga, si sceglier la via del passaggio in Aula senza mandato al relatore, troncando dunque il lavoro in commissione. Dunque, come rivela askanews, la commissione non darebbe il mandato ai relatori e il testo verrebbe portato in aula, con tutti i suoi 3mila emendamenti. A questo punto sarà inevitabile la presentazione di un maxiemendamento che riprenderà i testi dei relatori e su cui, nella stessa settimana, si esprimerà l’aula con il voto di fiducia.

Perchè il vero problema, a quanto si apprende, è solo la commissione (15 voti a 12 per la maggioranza con Mineo, Tocci e Rubbia in dubbio e in caso di pareggio al Senato la maggioranza ‘va sotto’, ndr)ma in Aula i numeri sono diversi, dato che con la minoranza Pd l’accordo già c’è, assicurano fonti all’interno del PD, grazie alle modifiche che saranno apportate con il maxiemendamento. Ma soprattutto “nessuno si prenderà la responsabilità di mettersi contro 100mila assunzioni: finalmente si stanno muovendo anche i precari, e in questi giorni, quando il rischio del rinvio è emerso nella sua concretezza, è partito il ‘mailbombing’ ai parlamentari per chiedere l’approvazione della riforma”, spiegano fonti dal Senato.

Lo stesso Tocci, riferisce ancora askanews, “ha già fatto sapere che la fiducia la voterebbe, pur con tutte le sue riserve sul provvedimento”. Mentre un “soccorso azzurro” potrebbe manifestarsi nella forma di assenze in Aula al momento della chiama da parte di diversi senatori forzisti. Il piano elaborato in mattinata sembra dunque poter funzionare, a giudizio di chi era a palazzo Chigi.

La mossa di Renzi dovrebbe consentire ai dissidenti interni al Pd una discreta via d’uscita (starà a loro scegliere se non partecipando al voto, o decretando platealmente una rottura dall’esito politico imprevedibile), mentre all’alleato Ap (Ncd-Udc) resterà un’arma spuntata. L’alternativa del non appoggio sarebbe infatti il far venir meno la maggioranza e l’apertura di una crisi che non sembra proprio convenire a nessuno.

Ma se anche il clima dovesse deteriorarsi al punto da mettere a rischio il governo, la soluzione sarebbe quella minacciata dal premier a Porta a Porta: “Non è che ci andiamo a schiantare contro il muro…”, spiega un parlamentare Pd. In quel caso, “riforma nel congelatore, assunzioni addio, ma con i responsabili che saranno chiari a tutti con nome e cognome”. Che la situazioni precipiti viene comunque ritenuto improbabile, tanto che nello stato maggiore del Pd si è già fissato l’obiettivo successivo, ovvero l’ok del Senato alla riforma costituzionale entro l’estate.

DdL, sindacati in piazza il 23, 24 e 25 giugno a Roma: non fermiamoci davanti ai ricatti!

da La Tecnica della Scuola

DdL, sindacati in piazza il 23, 24 e 25 giugno a Roma: non fermiamoci davanti ai ricatti!

Nuova tornata di manifestazioni contro quella che Flc-Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals-Confsal e Gilda-Unams reputano “la cattiva scuola di Renzi”: i punti di protesta avranno vita il 23, 24 e 25 giugno a Piazza delle Cinque Lune e a Piazza Vidoni a Roma. A pochi passi dal Senato, dove si potrebbe votare la fiducia alla riforma.

Rimane in prima linea l’azione del sindacato unitario della scuola contro la riforma: il possibile tramonto delle assunzioni, minacciato dal premier Renzi e ora tramutato in sempre più plausibile voto di fiducia per l’approvazione del testo di riforma, non smuove i rappresentanti dei lavoratori. Che continuano a chiedere, a gran voce, il ritiro del disegno di legge. E di stralciare il ‘pacchetto’ delle 100mila assunzioni, approvando un decreto legge ad hoc.

La prossima settimana, quindi, nuova tornata di manifestazioni: stavolta, Flc-Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals-Confsal e Gilda-Unams, hanno deciso che i punti di protesta avranno vita il 23, 24 e 25 giugno, dalle ore 17.00, a Piazza delle Cinque Lune e a Piazza Vidoni a Roma (a pochi passi da Palazzo Madama, per visionare la Mappa dei presidi cliccare qui).

Sono i giorni che il testo di riforma potrebbe essere votato al Senato: per questo, dicono i sindacati, “abbracciamo il Senato e aiutiamolo a non approvare una legge dannosa e incostituzionale”.

“E’ inaccettabile – si legge in una nota degli organizzatori – il ricatto posto dal Governo sulle stabilizzazioni: non possiamo permettere l’approvazione di un provvedimento incostituzionale e dannoso proprio per le precarie ei precari e per tutta la scuola italiana. La mobilitazione contro la cattiva scuola di Renzi continua!”. La nota si conclude con l’appello, rivolto a docenti e cittadini, a partecipare “tutti uniti alla mobilitazione della Scuola a Roma: non fermiamoci davanti ai ricatti”. Su internet, il tam tam per partecipare e a continuare la mobilitazione contro il DdL è già iniziato.

DdL scuola: il PD trova l’accordo

da La Tecnica della Scuola

DdL scuola: il PD trova l’accordo

Salta l’ipotesi di limitare l’incarico dei dirigenti scolastici a due “mandati”.
La composizione del comitato di valutazione potrebbe essere lasciata alla decisione di ciascuna scuola. Prossime assunzioni ancora con le vecchi regole.

Dopo quasi tre ore di dibattito serrato a Palazzo Chigi il Partito democratico sembra aver trovato l’accordo sul disegno di legge.
Martedì mattina in Commissione Cultura del Senato riprenderanno i lavori, ma contemporaneamente l’Ufficio di presidenza del Senato dovrebbe decidere che il provvedimento venga inviato all’aula per la giornata di giovedì. A quel punto il presidente della Commissione Marcucci non  potrà fare altro che chiudere entro mercoledì sera e rinviare tutto quanto all’aula.
Il ddl quindi verrà trasmesso all’aula senza un parere definitivo e sul provvedimento verrà posto il voto di fiducia.
Il Governo, per parte sua, sta già preparando un maxi-emendamento che dovrebbe contenere alcune modifiche considerate importanti: il comitato di valutazione non avrà al proprio interno né genitori né studenti, la sua composizione, anzi, potrebbe essere lasciata alla autonoma decisione delle scuole (potrebbe quindi esserci un periodo di “sperimentazione” al termine del quale la questione dovrebbe essere meglio normata con un apposito decreto).
Dovrebbe essere cancellata la disposizione relativa alla permanenza dei dirigenti scolastici nella stessa sede: l’ipotesi porre un limite a due mandati (6 anni) salta e tutto resterebbe come adesso.
Confermate invece le 100mila assunzioni che, almeno per il 2015/2016, dovrebbe essere effettuate seguendo le consuete procedure. Quindi, nell’immediato, non ci sarebbe la cosiddetta “chiamata diretta” da parte dei dirigenti scolastici.
Questa è la situazione al primo pomeriggio di oggi 19 giugno. Ma ormai, in questa vicenda, i colpi di scena stanno diventando la regola, quindi è meglio non azzardare previsioni troppo definitive.

Uil scuola: il Governo chiarisca cosa vuol fare

da tuttoscuola.com

Uil scuola: il Governo chiarisca cosa vuol fare
Per dare modernità alla scuola occorre un provvedimento diverso, con radicali cambiamenti. Serve un provvedimento specifico per le assunzioni

In una nota la Uil scuola pone l’accento sul fatto che “senza il piano di assunzioni al 1° settembre oltre 50 mila posti, nelle classi, saranno senza insegnanti“, con conseguente rischio di caos all’inizio dell’anno.

Gli insegnanti, sostiene il segretario della Uil Scuola, Massimo Di Menna, “hanno capito bene i contenuti del disegno di legge che sono dannosi per la scuola e offensivi per gli insegnanti. E’ a loro che il Governo continua a non dare risposte, eludendo il confronto con il sindacato“.

“Nel corso degli incontri con il Governo, con il PD e nelle audizioni parlamentari – prosegue il sindacalista – abbiamo  fatto proposte concrete di cambiamento su precariato e piano pluriennale di assunzioni, funzione dirigenziale, sistema di valutazione, tutele contrattuali, rinnovo contrattuale.Sono in gioco questioni molto serie come pluralismo contrattuale e libertà di insegnamento, patrimonio della nostra scuola statale”.

In ogni caso “non si può migliorare il sistema scolastico con provvedimenti che l’intero mondo della scuola ritiene, con solidi argomenti, sbagliati“, conclude Di Menna.

In settimana voto di fiducia?

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In settimana voto di fiducia?

Sarà accelerato al massimo il lavoro in commissione per provare a fare le 100mila assunzioni previste dal ddl, portando avanti però anche la riforma. È l’indicazione venuta dalla riunione di questa mattina tra il premier Matteo Renzi e i parlamentari del Pd.

Da parte del governo e dei gruppi parlamentari c’è l’intenzione di andare avanti rapidamente, nei tempi previsti, anche per fare le assunzioni“, dice, come si può ascoltare in questo AUDIO, il capogruppo del Pd alla Camera Ettore Rosato al termine dell’incontro, svoltosi a palazzo Chigi. “Ci sarà un lavoro di miglioramento del testo al Senato, per fare tutto nel miglior modo possibile anche chiedendo la collaborazione dell’opposizione perché sulle assunzioni c’è un interesse comune”, ha sottolineato Rosato: “Sul provvedimento ci può essere un confronto nel merito, perché con tremila emendamenti le assunzioni non si possono fare ma c’è solo la volontà di affossare il provvedimento“.

I relatori presenteranno martedì in commissione al Senato un pacchetto di modifiche al ddl scuola che faccia sintesi sui temi più dibattuti, come la valutazione degli insegnanti. Ma se la proposta di mediazione e dialogo non verrà accolta e i gruppi manterranno i quasi 3.000 emendamenti, l’orientamento emerso è quello di portare in Aula il testo dei relatori e mettere la fiducia già giovedì o venerdì. Fonti di governo precisano però che la procedura parlamentare è ancora da decidere.

ANP scrive a Giannini, a rischio l’inizio dell’anno scolastico

da tuttoscuola.com

ANP scrive a Giannini, a rischio l’inizio dell’anno scolastico
L’Associazione invita i dirigenti scolastici a sospendere la compilazione del RAV fino a quando non ci saranno certezze sulle risorse promesse dalla ‘Buona Scuola’

L’intenzione annunciata dal presidente del Consiglio dei Ministri di sospendere l’iter parlamentare del DdL sulla Buona Scuola (AS1934) per avviare, a luglio, un’ennesima fase di confronto nel merito del provvedimento è stata già criticata nei giorni scorsi dalla ANP, che ha ravvisato nel metodo del rinvio e della non decisione una carattristica propria della vecchia politica.

Ma il ventilato rinvio avrà conseguenze gravi anche sulla vita delle scuole“, sottolinea l’associazione in una nota, “a cominciare dall’imminente compilazione dell’ultima parte del RAV (il piano di miglioramento), la cui stesura presuppone che siano note le risorse e le regole per il loro utilizzo“. Saranno quelle descritte nella Buona Scuola o saranno quelle di sempre, si chiede l’ANP.
Una serie di misure già approvate con la legge di stabilità, fa notare l’associazione, “erano state pensate in funzione di una compensazione che doveva venire dall’organico dell’autonomia. Senza quest’ultimo, le scuole rischiano di non poter funzionare (si pensi all’esonero dei vicari) o di non poter restare aperte per mancanza di collaboratori scolastici o di insegnanti che vigilino sugli alunni della primaria in caso di assenza dei propri colleghi”.
Queste ed altre questioni sono state richiamate in una lettera inviata dal presidente Rembado al Ministro con la quale l’ANP comunica “la sospensione della compilazione del RAV e di tutti gli adempimenti amministrativi il cui svolgimento presupponga la conoscenza delle risorse su cui si possa contare con certezza e delle regole per il loro utilizzo“.
L’Anp nelle prossime ore proporrà a tutta la categoria dei dirigenti scolastici un’iniziativa comune.