Universita’, cresce la soddisfazione degli studenti con disabilita’

Redattore Sociale del 21-10-2016

Universita’, cresce la soddisfazione degli studenti con disabilita’

MILANO. Per gli studenti con disabilità le università italiane sono luoghi abbastanza accoglienti, con servizi che man mano stanno migliorando. È quanto emerge dai primi dati di una ricerca del Censis in 40 università, anticipati oggi a Milano durante l’incontro organizzato dal Coordinamento degli atenei lombardi per la disabilità (Cald) allo Iulm. In una scala da 1 a 5, il livello di soddisfazione registrato tra gli studenti disabili è tra 3,9 a 4,3, mentre la media in Lombardia supera quella nazionale di 0,1-0,3. “È fondamentale creare sistema – ha detto Giuseppe De Rita, presidente del Censis -. Non si tratta solo di seguire i singoli casi, ma di far diventare i servizi strutturali”.

L’incontro allo Iulm è stato organizzato dal Cald per rinnovare, tra i 13 atenei lombardi, il patto di collaborazione. Inoltre è stata sottoscritta una convenzione con l’Ufficio scolastico regionale, grazie al quale verrà offerta agli insegnanti delle scuole superiori una formazione per accompagnare gli studenti disabili alla scelta dell’Università e una corretta informazione sui servizi offerti dagli atenei. Nell’anno accademico 2015-2016 si è registrato un aumento del 10% delle matricole con disabilità o con disturbi specifici d’apprendimento (Dsa). (dp)

Autismo, al via il convegno Ido

Redattore Sociale del 21-10-2016

Autismo, al via il convegno Ido

ROMA. “È un grande piacere per me darvi l’in bocca al lupo per questo convegno che sta partendo. L’importanza del vostro evento sta nel portare avanti le due stelle polari che devono animare tutti coloro che lavorano in questo campo: l’interesse dei cittadini, ovviamente l’interesse dei pazienti, e l’evidenza scientifica. Soltanto portando avanti contemporaneamente e privilegiando questi due aspetti si riusciranno a raggiungere dei risultati insieme”. Walter Ricciardi, presidente dell’Istituto superiore di Sanita’ (Iss), apre con questo saluto il XVII convegno dell’Istituto di Ortofonologia (IdO) in corso a Roma fino a domenica.

“È questa un’iniziativa importante- prosegue il professore universitario- che si configura nel quadro delle attivita’ che il nostro Paese, a tutti i livelli – dal governo al Parlamento, alle istituzioni, alla societa’ civile e alle societa’ scientifiche – sta sviluppando nei confronti dei disturbi dello spettro autistico. È un problema che sta crescendo dal punto di vista quantitativo e sta ponendo nuove sfide, ma devo dire che il Paese sta cercando di rispondere adeguatamente. È soltanto di pochi mesi fa la notizia dell’approvazione della legge. Una legge importantissima- continua il presidente dell’Iss- che da’ nuove prospettive alle famiglie e ai bambini con questi problemi. Voglio sottolineare un aspetto rilevante che, proprio in questi giorni, e’ in discussione al Parlamento: i 5 milioni che la legge ha stanziato per la promozione, lo studio e le attivita’ di ricerca – e in particolar modo della produzione di linee guida basate sull’evidenza – nei confronti di questo problema segnano un momento estremamente importante. Qualcuno, anche in Parlamento, sta discutendo se non sia il caso che questi soldi siano dirottati direttamente sull’assistenza. Sarebbe un grave errore- fa sapere Ricciardi- perche’ andrebbe a disperdere questi soldi, che non sono tanti, in prestazioni alcune magari giuste e altre inappropriate. Credo che tutti quanti insieme, a partire dal vostro convegno, dobbiamo lavorare per produrre delle linee guida- conclude il medico- che possano essere seguite nell’interesse dei cittadini e nell’interesse dei bambini”. (DIRE)

Migranti – prof. Venezia: bene primi passi Miur e Procura

++ Migranti – prof Venezia =
on. Nicola Fratoianni (Sinistra Italiana):
Bene primi passi Miur e Procura dopo nostra denuncia.
Deve essere chiaro : non si puo’  accettare , a maggior ragione nelle scuole, la propaganda xenofoba, razzista, fascista

Il Miur annuncia provvedimenti disciplinari per la docente del liceo veneziano, autrice di post razzisti, xenofobi e fascisti su facebook. La procura di Venezia sta valutando la vicenda e gli elementi di rilevanza penale.
Bene cosi, la denuncia pubblica e l’interrogazione dei nostri parlamentari Marcon e Costantino stanno avendo i primi risultati.
Deve essere chiaro e inequivocabile a tutti nel nostro Paese che non si puo’ in nessun luogo, a maggior ragione nel mondo della scuola e della formazione dei ragazzi, la propaganda razzista, xenofoba, fascista.
Lo afferma Nicola Fratoianni dell’esecutivo nazionale di Sinistra Italiana

F. Segala, Il cuore sul banco

Fiammetta Segala, Il cuore sul banco
Editore Mannarino, Brescia, 2016

di Umberto Tenuta

 

il-cuore-sul-banco-di-fiammetta-segale-editore-mannarinoIl ritorno del libro CUORE?

Edmondo De Amicis ormai sembra dimenticato.

Almeno nel clima intellettualistico della didattica odierna.

Formare la mente o, peggio, riempire la mente, sembra l’unico compito della BUONASCUOLA.

Ma una mente ben fatta (EDGAR MORIN) non si fa senza formare il cuore.

L’Intellettualismo illuministico si concluse nel Terrore.

Il Terrore, anche ai nostri giorni.

Dal Terrore non esce con la mente che costruisce i missili supersonici.

Dal Terrore si esce con il cuore.

La BUONASCUOLA deve educare il cuore.

Sul banco occorre porre il Cuore accanto al Libro.

Occorre <<portare alla luce e vivere con consapevolezza le emozioni in classe>>.

Questo è l’intento di Fiammetta Segala.

Il richiamo forte di una Maestra all’Educazione affettiva nella scuola.

Nella scuola di ogni ordine e grado.

Perché, come diceva Antonio Rosmini, <<il vero che l’intelletto apprende, il cuore sente e l’opera manifesta >>.

Lo strumento che la maestra FIAMMETTA -Piccola fiamma- utilizza è la FILASTROCCA.

<<Poiché, se è vero che la scuola è il luogo di crescita dell’individuo, la didattica e la cura emotiva si devono tenere per mano>>.

Le filastrocche di Fiammetta sono una mano tesa ai docenti perché nella scuole, in quelle dell’infanzia e della fanciullezza, possa essere favorita anche, e forse primariamente, l’educazione affettivo-emotiva.

E nelle scuole successive alla primaria?

Beh, là c’è la poesia!

La poesia da non tradurre in prosa.

La poesia da non commentare.

La poesia da leggere e da sentire.

Ma la filastrocca è il preambolo della poesia!

Grazie, Fiammetta.

Grazie da parte dei bimbi della scuola dell’infanzia e della scuola primaria.

E grazie da parte dei giovani della scuola secondaria, se anche essi saranno preparati a sentire la poesia, anziché a tradurla in prosa.

SETTIMANA DELLA CITTADINANZA ECONOMICA

I Licei Economici Sociali (L.E.S) organizzano la “SETTIMANA DELLA CITTADINANZA ECONOMICA”, dal 22 al 27 ottobre 2016 – I Edizione

Giornata di apertura EDUCHIAMO-L*ALL’ECONOMIA
22 ottobre 2016 – 9:00-12:30
Sala Anziani – Palazzo d’Accursio- Bologna
Programma: laurabassi.it

Il Liceo “Laura Bassi” capofila della rete regionale dei LES in Emilia Romagna, organizza una serie di eventi che si prefiggono lo scopo di avviare una riflessione comune sul tema dell’educazione economica ed essere, insieme agli altri LES della provincia, portavoce e veicolo della cultura economica nel proprio territorio. Per partecipare al Convegno del 22/10/2016 è necessario l’invito consegnato dalle scuole di appartenenza o presso gli stands.

I laboratori per le scuole medie presso il Liceo Laura Bassi e gli altri L.E.S sono su prenotazione presso ogni L.E.S: laurabassi.itwww.liceosabin.itwww.istitutomattei.bo.itwww.liceovinci.gov.itwww.imolalicei.gov.itwww.scuolamontessoridavinci.it

Il Liceo (L.E.S.) S. Luigi non svolge laboratori il 26 ottobre, ma l’open day il 22 ottobre: http://www.collegiosanluigi.it/?p=3033

Compiti a casa si, compiti a casa no

Compiti a casa si, compiti a casa no

di Adriana Rumbolo

Un articolo sul Fatto Quotidiano del giornalista maestro  Alex Corlazzoli : compiti per le vacanze si o no. Il maestro conclude l’articolo dicendo , forse in maniera un po’ ironica, che i compiti a casa andrebbero dati non agli studenti, ma ai genitori.
Sono secoli che si discute come meglio impartire l’educazione scolastica e via via si sono avvicendate tante teorie quasi tutte con  cose interessanti ma nessuna ha placato le contestazioni,  i conflitti.
Come ho già detto, perché l’ho letto in autorevoli libri, oggi i mezzi tecnologici ci permettono di vedere, di osservare cosa succede nel cervello mentre viviamo un’emozione o apprendiamo.
Ormai è chiaro che il cervello quando gli arriva una nozione di qualsiasi materia, quasi mai l’accoglie così ,come gli viene data.
Possiamo dire che prima la spacchetta, la  mescola con quanto trova nella memoria in relazione alla nozione stessa coinvolge il sistema cognitivo emotivo e  rimpacchetta la nozione su misura per il cervello di quell’individuo che ha ricevuto l’informazione.
Così nasce una buona relazione.
Questo è un grande aiuto oggi, prima per i genitori, poi per gli insegnanti non solo ma anche per gli ambienti di lavoro e credo anche per la politica.
Non possiamo sempre risalire di colpa in colpa ad Adamo ed Eva perché loro stessi hanno mandato un e-mail per dire basta al loro coinvolgimento.
Sto scherzando!
È naturalmente quando parlo di spacchettare, impacchettare mi riferisco  alle informazioni che le neuroscienze ci hanno fornito e via via continuano a offrirci in ottimi testi ben lontani e diversi  dai testi scolastici dei famosi e logori  spesso incomprensibili programmi.
Se riusciamo a stabilire una relazione, un interagire fra due o più soggetti allora sarà più facile capire se il soggetto che riceve è veramente interessato a quell’informazione e ed eventualmente dare la possibilità a chi fornisce l’informazione di poterla aggiustare in modo che avvenga uno scambio proficuo.
Parlo così perché ho fatto un’esperienza nelle scuole pubbliche per 10 anni con 1300 studenti .incontri dove il tema importante era la comunicazione, le emozioni, il cervello.
Oggi si parla tanto di comunicazione, una finta comunicazione ci invade, ci sommerge, ci trova anche se sfuggiamo, ma purtroppo spesso è una comunicazione che non mira a una vera informazione ma è carica solo di messaggi subliminali.
.Fra mamma e bambino neonato  l’ interazione è  fortissima e in questo la madre non è preparata socialmente, non è assistita dalle leggi del del lavoro perché le permettano di avere un po’ più di tempo da dedicare al bambino che si salverà solo se la madre fortunatamente ha conservato un po’ del suo buon senso.
Anche i genitori devono pian piano abituarsi ad interagire fra loro , la piramide del potere non sempre dà buoni frutti.
Via via che un bambino cresce deve sentire che gli è riconosciuto il diritto alla partecipazione con tutte le regole di una buona convivenza e con tutti i mezzi  di comunicazione che piano pian piano affina.
Spesso si dice ai bambini: non parlare perché non puoi capire, e invece i bambini sentono più degli adulti.
La stessa scuola la stessa cosa agli insegnanti parlano molto a volte troppo e  ascoltano poco.
Quando io ho tenuto i corsi nelle scuole pubbliche con adolescenti e ho presentato brevemente velocemente il mio  programma  due erano i punti fondamentali :che loro erano i diretti interlocutori e che avevano il diritto alla parola sempre con le regole di una buona convivenza.
.Vi assicuro che ha funzionato quasi sempre: quando un soggetto più giovane o meno giovane si sente anche lui protagonista in un contesto sarà interessato a quello che gli avviene intorno e darà il suo contributo nello scambio relazionale sempre produttivo e creativo.
Ho iniziato a raccontare la mia esperienza nel mio blog “Chi ha paura delle neuroscienze”.
Forse pensavo che avrei cambiato quel titolo iniziale, ma credo che ancora non sia possibile soprattutto per quelle persone che godono di posizioni prestigiose nell’organizzazione della scuola dell’istruzione e che non accettano neanche un dialogo.
Tanto meno sull’importanza delle neuroscienze nella didattica
Quindi abbiamo i mezzi a disposizione perché il percorso educativo sia più di qualità senza inseguire miti di felicità e di perfezione ma troppi hanno paura dei cambiamenti buoni e mi stupisco perché sappiamo che la curiosità è alla base della conoscenza e tutti dovremmo goderne di un po’!

PRATICA SPORTIVA, DOCENTI DI EDUCAZIONE FISICA DA DUE MESI IN ATTESA DEI COMPENSI

PRATICA SPORTIVA, DOCENTI DI EDUCAZIONE FISICA DA DUE MESI IN ATTESA DEI COMPENSI

“Il Miur sblocchi i 18 milioni di euro destinati al pagamento dei progetti di pratica sportiva”. A chiederlo è la Gilda degli Insegnanti che denuncia il grave ritardo nella liquidazione dei compensi che spettano ai docenti di educazione fisica.

“Le retribuzioni relative alle attività svolte nell’anno scolastico 2015/2016 sarebbero dovute essere corrisposte entro il 31 agosto come tutto il resto del fondo d’istituto – spiega la Gilda – ma al momento questi fondi, ai quali è riservato un capitolo a parte nel Mof, non sono ancora stati inviati alle scuole”.

“In seguito alle numerose segnalazioni giunte da tutta Italia al nostro sindacato, abbiamo interpellato il Miur da cui abbiamo appreso che i decreti di riparto sono pronti ma che le somme in questione sono ferme perché ancora al vaglio dell’Ufficio centrale di bilancio. Ancora una volta, dunque, dobbiamo constatare che il Miur è ostaggio del Mef e delle lungaggini burocratiche. A pagarne le conseguenze – conclude la Gilda – sono come sempre i docenti”.

III CICLO TFA: NON SI PUO’ PIU’ RINVIARE

III CICLO TFA: NON SI PUO’ PIU’ RINVIARE
Le associazioni chiedono il rispetto delle attese di tanti giovani laureati e la necessaria attenzione alle scuole paritarie

Sono trascorsi più di due anni dal bando (pubblicato il 16 maggio 2014) con il quale si dava avvio al II ciclo di Tirocinio Formativo Attivo (TFA), il percorso abilitante all’insegnamento nella scuola secondaria di I e di II grado.

Si credeva, date le rassicurazioni fornite dal Miur nei mesi scorsi, che un nuovo bando sarebbe stato emanato in tempi rapidi, ma così non è stato.
Benché recentemente il Ministro dell’Istruzione abbia precisato che si sta lavorando ad un bando che risponda ai bisogni delle regioni, non è stata indicata alcuna data, nemmeno in modo approssimativo.

Permangono forti preoccupazioni sia sui tempi di attuazione, sia sull’intenzione, già da noi criticata nei mesi scorsi, di bandire questo III ciclo solo per alcune classi di concorso, ovvero quelle relative a graduatorie  attualmente “esaurite” nella scuola statale.
Tale decisione rappresenterebbe un’irragionevole, ingiusta e immotivata preclusione alle legittime aspettative di tanti laureati che desiderano cimentarsi nella professione docente nelle diverse discipline; tanto più  che, nell’attuale sistema, l’abilitazione conseguita tramite TFA non è legata all’immediato reclutamento nello Stato.

Siamo favorevoli ad una revisione della formazione iniziale dei docenti della scuola secondaria, peraltro prevista tra le deleghe della legge 107/2015, che però ad oggi non ha ancora neppure iniziato il proprio iter legislativo.
Attendere tale riforma, che a questo punto non potrebbe andare a regime prima di almeno quattro anni, senza bandire subito  il nuovo ciclo di TFA, rischierebbe di far rimanere in un limbo, o, peggio ancora, di procurare un grave danno a giovani laureati che, senza alcuna colpa, si sono semplicemente attenuti alle regole oggi vigenti.

La scuola italiana, con una secondaria in cui quasi il 20% di docenti è over 60 e ad un passo dalla pensione, non viene certo aiutata dal mancato rispetto delle procedure previste e dall’ostacolare il regolare avvio di percorsi attraverso i  quali abilitare nuovi docenti.
Anche perché i nuovi concorsi pubblici saranno riservati, come quello in corso di ultimazione, a personale docente che dovrà essere già in possesso di un titolo abilitante.

Va inoltre considerato il fatto che le scuole paritarie, a pieno titolo parte dell’unico sistema di istruzione nazionale, sono tenute ad utilizzare docenti abilitati e in questo momento, considerate anche le immissioni in ruolo effettuate nelle scuole statali in attuazione del piano straordinario di assunzioni previsto dalla legge 107/2015, è difficile reperire docenti in possesso del titolo abilitante.

Chiediamo con forza al Ministro Giannini che venga emanato al più presto il Bando del nuovo ciclo di TFA per tutte le classi di concorso della scuola secondaria.

Premio «Cesare Cancellieri»

Edizione 2016: Il bando del concorso

Art. 1

L’Istituto Comprensivo Mantova 2-Scuola secondaria di primo grado “Maurizio Sacchi” e l’Associazione “Informatica e Didattica” di Mantova indicono il 5° concorso nazionale per l’assegnazione di tre premi, per complessivi 1.500 Euro, in memoria del professore Cesare Cancellieri.

Art. 2

Possono partecipare al concorso docenti o gruppi di docenti di ogni ordine e grado di scuola, che presentino lavori realizzati con gli studenti nell’àmbito di una delle tre sezioni tematiche sotto elencate:

  • Sezione A: didattica della matematica
    Possono partecipare a questa categoria lavori che riguardino la ricerca, l’innovazione e la sperimentazione nell’insegnamento della matematica e nelle sue applicazioni.
  • Sezione B: valenza formativa dell’informatica
    Possono partecipare a questa categoria lavori che riguardino:
    a) l’utilizzo delle tecnologie informatiche e dei linguaggi dell’informatica per rielaborare, ampliare, ricercare, comunicare i saperi e le conoscenze;
    b) l’analisi del linguaggio informatico per esplorare modi e forme del funzionamento della mente, del ragionamento e del pensiero umano.
  • Sezione C: giochi matematici, logici e linguistici
    Possono partecipare a questa categoria lavori che esaltino il ruolo del gioco e della contaminazione dei linguaggi nel migliorare il processo di apprendimento e nello stimolare la capacità di correlare contenuti appartenenti ad àmbiti differenti.

Art. 3

I materiali che devono essere presentati sono:

  1. il lavoro realizzato con gli studenti
  2. la relazione che specifichi l’idea di fondo, gli obiettivi e la metodologia utilizzata nella realizzazione del progetto, la descrizione del percorso didattico e la ricaduta sugli alunni nel processo di apprendimento.

I lavori dovranno pervenire in formato cartaceo o informatico (pdf) o multimediale.

Art. 4

Tutti i documenti dovranno essere presentati entro il 31 gennaio 2017.
I documenti cartacei devono pervenire all’Associazione “Informatica e Didattica”, via Conciliazione 31, 46100 Mantova (MN). Per i documenti spediti tramite posta farà fede il timbro postale.
I documenti in formato elettronico, per i quali farà fede la data di invio, devono essere spediti all’indirizzo: info@premiocesarecancellieri.it

Art. 5

Non è prevista la restituzione dei materiali inviati.
L’organizzazione si riserva il diritto di pubblicazione elettronica o cartacea degli elaborati.

Art. 6

La valutazione dei lavori e l’assegnazione dei premi saranno effettuate mediante giudizio motivato e insindacabile da una commissione composta da 7 membri nominati dall’Associazione “Informatica e Didattica” e dall’Istituto Comprensivo Mantova 2.
I premi, ciascuno di 500 Euro, saranno assegnati ai tre lavori giudicati migliori indipendentemente dalla sezione di partecipazione.
I lavori premiati saranno inoltre pubblicati, come avvenuto nella precedente edizione, su «Euclide», rivista di matematica on-line diretta dal Dott. Antonio Salmeri.
I premi saranno consegnati nel corso di un seminario di studio in data e sede da destinarsi.

Pronti altri 39 milioni per la riqualificazione delle scuole

da Il Sole 24 Ore

Pronti altri 39 milioni per la riqualificazione delle scuole

di Cl. T.

L’operazione #Sbloccascuole è al traguardo: la Conferenza Stato, Città e Autonomie locali, ieri, ha accolto il Dpcm contenente l’elenco degli Enti locali che hanno risposto alla seconda chiamata del 30 settembre scorso. La notizia arriva dalla Struttura di Missione di palazzo Chigi per l’edilizia scolastica, ricordando che non tutti gli Enti avevano utilizzato l’intero spazio finanziario concesso con Dpcm del 27 aprile scorso e sono stati così recuperati circa 39 milioni, rimessi in campo per proseguire nell’opera di riqualificazione del patrimonio scolastico.

Gli interventi sulle scuole
L’operazione #Sbloccascuole, lanciata lo scorso febbraio, ha reso disponibili per interventi di edilizia scolastica e per la realizzazione di nuove scuole 480 milioni di euro liberati dai vincoli di bilancio per Comuni, Province e Città metropolitane. La richiesta degli Enti locali, in entrambe le chiamate, è stata superiore alla disponibilità causando quindi un taglio lineare. «La buona notizia – sottolinea il capo della Struttura di missione, Laura Galimberti – è che con la legge di Bilancio gli Enti potranno inserire nel Fondo Pluriennale Vincolato gli interventi di edilizia scolastica, purché sia almeno avviata la procedura di scelta del contraente. È necessario, quindi, avanzare spediti con le progettazioni, per proseguire nell’opera di riqualificazione delle scuole del proprio territorio».

I dati di riepilogo
A oggi oltre mille Enti hanno risposto al monitoraggio del Governo, con l’operazione #Sbloccascuole sono stati avviati 1.249 nuovi interventi e altri 900 sono già programmati. Gli spazi concessi hanno permesso di attivare risorse bloccate per oltre un miliardo. Hanno partecipato all’operazione anche 250 Enti che prevedevano cofinanziamenti per interventi del piano #MutuiBei e che hanno potuto beneficiare di 102 milioni di euro liberati dai
vincoli di bilancio.

«Scelte di classe», il cinema entra nell’offerta formativa

da Il Sole 24 Ore

«Scelte di classe», il cinema entra nell’offerta formativa

di Nicoletta Cottone

È stata affidata al regista Matteo Garrone la prima lezione per dare il via a «Scelte di classe. Il cinema a scuola», il nuovo progetto promosso dai ministeri dei Beni culturali e dell’Istruzione con l’obiettivo di mettere i film al centro del processo educativo e personale dei giovani dagli 8 ai 17 anni. La nuova piattaforma per avvicinare il mondo del cinema agli spettatori del domani è stata presentata nella prima giornata del Mia, il Mercato internazionale dell’audiovisivo, nell’ambito della Festa del cinema di Roma.

Il cinema entra nell’offerta formativa scolastica
Il cinema entra, dunque, nel piano triennale dell’offerta formativa delle scuole, che potranno attivare progetti e iniziative di potenziamento dell’offerta formativa in cinema e spettacolo dal vivo. Le scuole per queste discipline potranno ricorrere al 20% della flessibilità oraria che l’autonomia consente.

La sperimentazione parte dal Lazio
Il progetto, coprodotto da Fondazione Cinema per Roma e Alice nella Città in collaborazione con MyMovies, viene avviato in via sperimentale nel Lazio, poi si estenderà su scala nazionale nel2017, usufruendo di parte dei finanziamenti (il totale ammonta a circa 12 milioni di euro) che la legge cinema del ministro Franceschini destina alla formazione. L’iniziativa, che rientra nel Piano nazionale per il cinema a scuola con il quale Mibact e Miur definiscono le linee guida per la didattica del linguaggio cinematografico, si pone l’obiettivo di colmare la mancanza in termini di ’alfabetizzazione iconica’ dell’offerta formativa del sistema scolastico italiano, mettendo a ’sistema’ ciò che fino a oggi è stato lasciato all’iniziativa dei singoli istituti.

Archivio di film in progressiva formazione
L’idea è quella di creare nella scuola un laboratorio lungo un anno, stimolando il dibattito sul cinema, creando una sorta di festival permanente che consenta ai ragazzi di condividere esperienze e idee, appassionando i giovani spettatori con le proiezioni in sala. In questo spazio saranno promosse le opere più significative e innovative del panorama cinematografico europeo. Ci sarà un archivio di film in progressiva costruzione, con schede critiche e la trasmissione in streaming di incontri speciali con i protagonisti della settima arte.

Accesso alla cinematografia virtuale gratuita nelle scuole
L’auspicio è che ogni classe, ogni alunno diventi testimone partecipe del progetto con l’obiettivo di trasferire il più possibile la passione per il cinema. L’accesso alla sala cinematografica virtuale sarà gratuita per le scuole, previo inserimento di un codice meccanografico e di una password, che il docente inserirà prima della visione. Gli insegnanti potranno attingere dal catalogo dei film diviso per fasce d’età, che sarà arricchito da schede curriculari ed extracurriculari. Si sperimenterà l’integrazione fra le modalità didattiche tradizionali con la formazione e-learning, attraverso forme di storytelling multimediale. Saranno possibili anche, ma a pagamento, iniziative in sale cinematografiche reali, con incontri di approndimento ad hoc.

Istruzione, serve un grande progetto strategico

da l’Unità

Istruzione, serve un grande progetto strategico

di Domenico Pantaleo

Non passa giorno senza che la ministra Giannini faccia sentire la sua voce su tutti gli organi di informazione a proposito delle «magnifiche sorti e progressive» dell’intero sistema scolastico pubblico, della ricerca e dell’alta formazione universitaria affidato alle cure della sua gestione. I limiti di questa evidente bulimia mediatica, tuttavia, corrono il rischio dí oltrepassare la soglia della propaganda, se diventa un insieme di slogan autoreferenzìali che spesso non rispondono alle tante domande critiche che emergono dai mondi della scuola, dell’università e della ricerca. E soprattutto sono il segno di una modalità di gestione del Miur più attento ai risultati mediatici che alla costruzione del dialogo sociale, che è composto dai tanti soggetti protagonisti quotidiani dell’istruzione pubblica e privata, le cui parole vanno ascoltate con molta attenzione. Sull’università e sulla ricerca, in particolare, in questi giorni e settimane sono emerse polemiche mediatiche interessanti e importanti, alle quali non ci sembra che la ministra abbia replicato in modo adeguato. Al di là delle provocazioni lanciate dal presidente dell’Autorità anticorruzione, Raffaele Cantone, sui fenomeni corruttivi e nepotistici in alcuni atenei, ci sembra che la grande questione sulla quale riflettere, e Come possiamo rimettere insieme i cocci di un’università e di una ricerca pubbliche? far riflettere l’opinione pubblica, sia relativa a come possiamo lavorare per rimettere insieme i cocci di un’università e di una ricerca pubbliche ormai fratturate e frammentate da politiche scellerate di riduzione dei finanziamenti, di depotenziamento della loro enorme funzione sociale, di tantissima precarietà, di devastazione del diritto allo studio e di conseguente perdita di senso per la vita di ogni ricercatore, studente universitario o maturando. Ci si chiede se le ricette di questo governa, e della ministra Giannini, siano quelle che sappiano far uscire l’università e la ricerca dalla palude drammatica in cui sono state immerse. Nell’intervista all’Unità, la filosofia presentata dalla ministra Giannini resta quella sintetizzata dai sostantivi «eccellenza» e «merito», mentre sul piano degli investimenti, intervistata il giorno seguente a Radio3, ripete la cifra di 7 miliardi e 400 milioni a partire dal 2018. Ora, vorremmo sommessamente ribadire il nostro punto di vista, chiedendoci innanzitutto se una ricostruzione strutturale dell’università e della ricerca possa partire dalle «eccellenze», e su di esse puntare, così come è stato fatto per il Tecnopolo milanese e le cattedre Natta. Noi pensiamo di no. Anzi, riteniamo che quella delle «eccellenze» sia una scelta ideologica che approfondisce le disparità e le disuguaglianze territoriali e sociali, e non favorisce una risposta alle tante domande di senso che emergono. Crediamo che occorra ripartire dal valore del lavoro e delle tante competenze di coloro che operano nel sistema della conoscenza per cambiare dal basso atenei e istituti di ricerca. Crediamo che sia giunto il momento di puntare sull’analisi delle sofferenze del sistema, e soprattutto dal tipo di investimento finanziario e sociale di cui esso ha bisogno: centralità vera al Sud, che ha bisogno di elevare i livelli di istruzione e ricerca per superare una situazione sociale drammatica; restituzione di valore e dignità a chi quotidianamente vive e lavora negli istituti universitari e della ricerca per ripensare realmente alla funzione della conoscenza nel determinare il cambiamento necessario del modello di sviluppo. E su questo occorre orientare il dibattito pubblico, lanciando non slogan rassicuranti, come quotidianamente fa la ministra, ma una gyande progetto strategico condiviso per collocare il nostro Paese nelle parti alte della filiera dell’economia della conoscenza globale. Sul piano delle risorse finanziarie, ad esempio, vorremmo rammentare che quei 7 miliardi e 400 milioni, lanciati mediaticamente come un successo, rappresentano meno di mezzo punto di Pii, molto al di sotto di quanto investono i grandi paesi nordeuropei. 11 confronto non va fatto con la Turchia, ma con la Germania, la Francia, il Regno Unito, il cui investimento in università e ricerca supera abbondantemente diversi punti di Pii e non zero virgola qualcosa, come è accaduto e ancora accade in Italia. Mentre sul piano delle cosiddette «eccellenze», a proposito delle cattedre Natta, avanziamo una radicale contrarietà sui contenuti del decreto del Presidente del consiglio. Si tratta di un fatto gravissimo e che fa sorgere fondati dubbi di incostituzionalità, e che non ha eguali nella storia repubblicana: un ministro ex rettore universitario e il Capo Dipartimento ex  rettore universitario che selezionano i presidenti di commissioni di concorso di concerto con il capo del governo e col contributo di un’agenzia (l’Anvur) nominata dal ministro. Una procedura di reclutamento scarsamente trasparente, indegna di un paese civile e democratico. Possibile che questo non porti ministro, premier, governo e forze politiche e sociali a riflettere adeguatamente?

Giannini: concorso presidi coprirà tutti i posti liberi fino al 2019. Bando per 2mila posti?

da La Tecnica della Scuola

Giannini: concorso presidi coprirà tutti i posti liberi fino al 2019. Bando per 2mila posti?

“Il Miur sarà gestore del prossimo concorso per dirigenti scolastici. L’intenzione è quella di bandirlo per tutti i posti vacanti e disponibili in quest’anno scolastico”.

Ma anche per i posti “che si renderanno tali nel successivo triennio. Questo consentirà di limitare le reggenze”.

Lo ha assicurato il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, nel corso di un question time svolto il 20 ottobre a Palazzo Madama, ricordando che ad inizio d’anno scolastico 2016/2017 sono state autorizzate 285 immissioni in ruolo di dirigenti scolastici.

Le indicazioni del ministro dell’Istruzione, quindi, fanno pensare ad un concorso con un alto numero di posti in “palio”: ogni anno, infatti, lasciano il servizio alcune centinaia di dirigenti scolastici. Sommando i 1.200 posti vacanti, è plausibile pensare che siano almeno 2mila i posti che verranno messi a disposizione dei candidati.

In questa occasione, potranno partecipare anche i docenti neo-assunti, pure nel 2016, a patto però che abbiano accumulato almeno cinque anni di servizio come precari. Servirà sempre la laurea e, qualora vi sia un alto numero di domane, è prevista una prova preselettiva (per avere maggiori informazioni su requisiti e svolgimento delle prove cliccare qui).

Secondo i programmi del ministero dell’Istruzione, i vincitori della prossima procedura concorsuale, verranno “spalmati” su un biennio: “nell’arco di un anno e mezzo il fenomeno delle ‘reggenze’ avrà una drastica riduzione“, ha assicurato Giannini durante il question time del 20 ottobre.

I tempi di approvazione del regolamento, tuttavia, si stanno allungando, a causa di alcuni rilievi mossi dal Consiglio di Stato, ma che nei prossimi giorni il Miur cercherà di superare. Subito dopo, si potrà pubblicare il testo definitivo in Gazzetta Ufficiale: al ministero dell’Istruzine rimangono ottimisti, perchè ciò possa accadere per la fine del 2016. In modo da svolgere le prove nei primi mesi del 2017.

Concorso dirigenti scolastici, c’è un intoppo: il Consiglio di Stato non risponde sul regolamento

da La Tecnica della Scuola

Concorso dirigenti scolastici, c’è un intoppo: il Consiglio di Stato non risponde sul regolamento

L’attesissimo bando di concorso per dirigenti scolastici è fermo nelle stanze del Consiglio di Stato.

Lo apprende La Tecnica della Scuola, dando risposta ai tanti lettori che chiedevano il motivo del silenzio piombato sulla procedura concorsuale, ad oltre cinque anni dalla pubblicazione dell’ultimo bando, e divenuto sempre più impellente dopo che tutti i vincitori e idonei della selezione del 2011 hanno preso servizio, con più di 1.200 istituti autonomi quest’anno andati a reggenza.

In base alla normativa, dopo la realizzazione della bozza definitiva del regolamento ad inizio estate, i successivi rilievi, non vincolanti, posti dal Cspi, l’attuale parere dell’organismo di giustizia amministrativa sarebbe dovuto arrivare per fine settembre. Siamo, quindi, tre settimane oltre il limite previsto.

Il motivo del mancato parere non è ancora stato espresso. Ma presto potremo conoscerlo: nei prossimi giorni, alcuni dirigenti del Miur si recheranno presso il Consiglio di Stato per capire quali sono i motivi del blocco.

Preso atto dei rilievi, torneranno a Viale Trastevere per verificare l’adozione delle modifiche. E, nel caso non fossero applicabili in toto, si prenderanno carico di mediare la situazione. Anche perché si tratta dell’ultimo anello della “catena” che ha portato alla produzione del testo. Subito dopo, infatti, si potrà finalmente pubblicare il regolamento definitivo in Gazzetta Ufficiale. E, di lì a poco, partire con le prove selettive.

A questo proposito, dopo la probabilissima preselettiva (50 domande a risposta chiusa), ricordiamo che per lo scritto sono previste 5 domande a risposta aperta, di cui una in lingua (a scelta tra inglese, francese, tedesco, spagnolo). L’orale verterà sulle materie dello scritto, ma si verificheranno anche le conoscenze linguistiche e informatiche.

Per avere ulteriori informazioni su requisiti d’accesso e sullo svolgimento delle prove per diventare dirigenti scolastici cliccare qui.

Giannini: d’ora in poi per diventare docente bisogna fare il concorso, ma le GaE vanno svuotate

da La Tecnica della Scuola

Giannini: d’ora in poi per diventare docente bisogna fare il concorso, ma le GaE vanno svuotate

“Il concorso resta da questo momento in poi l’unico strumento per accedere al mondo della scuola”.

Lo ha ribadito il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini: il 20 ottobre, parlando nel corso di un question time a Palazzo Madama, il responsabile del Miur ha dichiarato in aula che fare un concorso pubblico per diventare insegnante “diventerà un meccanismo che con cadenza triennale potrà consentire a chi si laurea di entrare nel mondo della scuola attraverso la porta principale”.

A proposito delle Graduatorie ad esaurimento, Giannini però ha lasciato aperta una porta. E nemmeno secondaria. Perché, riferendosi alle GaE, ha spiegato che ora “è necessaria una fase transitoria per arrivare alla loro soppressione definitiva” e dunque fino a quel momento per le assunzioni resterà il doppio canale: “50% attraverso il concorso e 50% dalle graduatorie”.

Parlando, infine, dell’ultimo concorso per docenti, bandito nel 2016, Giannini ha tenuto a dire che le procedure concluse sono il 55% e hanno riguardato 21.640 posti: tutti i vincitori – ha concluso il ministro – saranno assunti nel triennio 2016-2018 e che i tempi di svolgimento delle procedure corrispondono alla complessità delle stesse.

Ricordiamo che a causa dell’alto numero di bocciature da parte delle commissioni, circa 20mila dei 63mila posti messi a bando non verranno assegnati. Favorendo proprio i docenti precari abilitati oggi presenti nelle GaE (anche se non vale per tutte le graduatorie provinciali, perchè diverse risultano già esaurite).