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Riforma scuola, via libera in Commissione: il 7 si va alla Camera

da Il Corriere della Sera

Riforma scuola, via libera in Commissione: il 7 si va alla Camera

 

di Valentina Santarpia

Gli emendamenti dell’opposizione sono stati tutti respinti: l’esito più probabile
sembra essere la fiducia al governo quando il ddl approderà a Montecitorio 

Esame sprint della commissione Cultura della Camera che ha dato il via libera al ddl di riforma della Scuola. La commissione ha bocciato tutti gli oltre 140 emendamenti dichiarati ammissibili e presentati dalle opposizioni al testo licenziato dal Senato, che quindi è passato senza modifiche. Ora il ddl, come previsto dal calendario stilato dalla conferenza dei capigruppo, approderà in Aula il prossimo 7 luglio. E anche in occasione del passaggio in Aula, viene spiegato, maggioranza e governo mirano a chiudere in tempi brevi. «La maggioranza giudica questo ddl positivo, soprattutto perché il Parlamento ha lavorato bene apportando significative modifiche che hanno tenuto conto anche di istanze poste con forza nelle consultazioni che abbiamo fatto», sottolinea Maria Coscia, deputata del Pd e relatrice del ddl scuola, al termine dei lavori della commissione Cultura. Ma le opposizioni annunciano battaglia: «Provvedimento blindato, alla faccia delle promesse di Renzi al mondo della scuola», dice Sel. E il Movimento Cinque Stelle incalza: «Bocciato tutto in tempo record, sarà battaglia in aula». E i sindacati chiedono di aprire subito la trattativa per il contratto: «O sarà battaglia», avvertono. «Se occorresse, sono pronti anche «con azioni eclatanti, quali ad esempio l’occupazione simbolica di Palazzo Vidoni, sede del ministero della Funzione pubblica».

La protesta

Anche gli insegnanti sono sul piede di guerra: quelli napoletani hanno consegnato proprio oggi, giovedì, 20 mila richieste di un referendum abrogativo della legge al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. E anche il presidente onorario aggiunto della Suprema Corte di Cassazione ha depositato presso gli uffici della Camera dei Deputati una petizione ex art. 50 della Costituzione contro il ddl Buona Scuola: a firmarla diversi intellettuali, da Francesco Guccini a Benedetto Vertecchi a Gianni Vattimo . Nella petizione si chiede l’attuazione immediata della sentenza della Corte di Giustizia del 26 novembre 2014 a favore dei docenti precari e «in base all’ art. 72 comma 4 della Costituzione, che venga seguita l’ordinaria procedura per l’esame e la discussione della legge sulla buona scuola, nonché la regolarizzazione di tutti i precari senza ghigliottine e voti di fiducia».

Intanto il sottosegretario Davide Faraone continua a rivendicare la bontà della riforma, che attira le critiche di buona parte del mondo della scuola, pronto a scendere in piazza il 7 per «celebrare le esequie della scuola pubblica». «#labuonascuola è alla Camera per il passaggio finale prima di diventare legge. In questi mesi abbiamo raccontato l’idea centrale di questo cambiamento rivoluzionario con le parole chiave autonomia, valutazione, merito, responsabilità, trasparenza. Ma sono gli investimenti sulla scuola, falcidiata negli scorsi anni dai tagli dei governi precedenti, a dare il senso del reale cambiamento. Come cambierà effettivamente la scuola degli studenti, dei docenti, dei dirigenti scolastici o dei genitori?», scrive su Facebook e Faraone, nel primo di una serie di post, dal titolo «La scuola che cambia», che verranno pubblicati nel corso dei prossimi giorni per spiegare i dettagli del ddl «La Buona Scuola». «#labuonascuola dal prossimo anno – continua – significherà soprattutto più risorse. A partire dai 48.812 insegnanti in più, cioè circa 8 docenti per ognuno degli 8.500 istituti scolastici del nostro Paese. Serviranno a costruire un’offerta formativa più ampia e flessibile, potranno garantire una maggiore apertura e un maggiore coinvolgimento dei ragazzi e dei territori». «Nella scuola primaria – scrive Faraone – con #labuonascuola ci saranno 18.133 docenti in più, cioè 400 mila ore ogni settimana per aumentare il tempo pieno, per lavorare con piccoli gruppi di alunni e facilitare il loro percorso scolastico. A queste si aggiungono le ore di inglese e musica con docenti specialistici. In particolare, 63 mila ore alla settimana per l’educazione fisica e sportiva, oltre al proseguimento del progetto di educazione motoria, finanziato dal Miur con la legge 440 e effettuato in collaborazione con il Coni». I post di Faraone sono solo il primo passo di una mobilitazione a cui il governo sta pensando per spiegare la riforma. Obiettivo: evitare la resistenza in aula a settembre.

Ddl in porto. Respinti tutti gli emendamenti

da tuttoscuola.com

Ddl in porto. Respinti tutti gli emendamenti

La commissione Cultura alla Camera ha approvato il testo del ddl Scuola – tornato in terza lettura – e ha dato mandato alla relatrice, Maria Coscia (Pd), di presentare il provvedimento in aula.

Durante le votazione sono stati respinti tutti gli emendamenti. Il testo è atteso in aula per il 7 luglio.

Le proteste degli oppositori, che non hanno peraltro assunto modalità ostruzionistiche, non hanno dunque neppure rallentato l’iter della legge, che va speditamente verso l’approvazione definitiva.

Il Medioevo fra noi

Il Medioevo fra noi. Seconda edizione. La spada nella rocca
Rocca di Gradara, venerdì 17 luglio 2015, ore 16,00

Perché siamo affascinati dal Medioevo? Quali sono i rapporti tra quel millennio lontano e le sue reinterpretazioni nel mondo di oggi? Nell’affascinante cornice medievale e neo-medievale della rocca di Gradara, affermati studiosi e noti autori mettono a confronto le loro esperienze, distinte ma convergenti nel segno e nel sogno del Medioevo.
PROGRAMMA
16,00 Maria Claudia Caldari, direttrice della Rocca demaniale di Gradara, Indirizzo di saluto
Franca Foronchi, sindaco di Gradara, Indirizzo di saluto
Tommaso di Carpegna Falconieri (Università degli studi di Urbino Carlo Bo), Introduzione all’incontro
16,30 Maria Rosaria Valazzi (già Soprintendente BSAE delle Marche), La rocca di Gradara tra filologia e teatro
16,50 Francesca Roversi Monaco (Alma mater studiorum – Università di Bologna), La rocca, il fuso e la spada. Modelli femminili e immagini di Medioevo
17,10 Giuseppe Maria Bianchi (A.C. Italia Medievale), La vera spada nella roccia e lo strano caso di Italia Medievale
17,30 Pausa
17,50 Umberto Longo (Sapienza – Università di Roma), Di castelli e cavalieri. Oggi come ieri
18,10 Francesco Pirani (Università degli studi di Macerata) discute con Tommaso di Carpegna Falconieri il saggio Il medievalismo e la grande guerra, «Studi storici. Rivista trimestrale dell’Istituto Gramsci», 2015
18,30 Presentazione del romanzo di Paolo Logli (scrittore e sceneggiatore) Dura pioggia cadrà. L’ultima storia di Avalon (Roma, Castelvecchi, 2014). L’Autore ne discute con Tommaso di Carpegna Falconieri
19,00 Dibattito
19,30 Pausa
h. 21,30 Cavalieri e Pellegrini. Concerto del coro Jubilate di Candelara diretto dal maestro Willem Peerik in collaborazione con il festival di musica antica Musicae Amoeni Loci
Rocca demaniale di Gradara – Piazza Alberta Porta Natale 1 – 61012 Gradara (Pesaro Urbino)
tel. +39 0541 964181. In occasione del convegno, l’accesso alla rocca sarà gratuito. Quanti vi parteciperanno sono pregati di conservare il biglietto d’ingresso per potere accedere gratuitamente anche al concerto serale.
Per informazioni sul convegno: tommasodicarpegna@hotmail.com.

Istituti Tecnici Superiori, 42 i percorsi che riceveranno le risorse premiali

Istituti Tecnici Superiori, 42 i percorsi che riceveranno le risorse premiali

Sono 42 gli Istituti tecnici superiori che riceveranno risorse premiali sulla base del merito. Quest’anno, per la prima volta, una quota dei contributi statali destinati agli ITS, pari al 10%, è stata assegnata sulla base di criteri oggettivi di premialità, che mettono al centro i risultati realizzati dalle Fondazioni: il numero di diplomati, il loro esito nel mondo del lavoro, la qualità della didattica e degli stage effettuati.

I contributi serviranno per rafforzare i percorsi attivati. Il 30 giugno il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ha indicato, con una nota della Direzione generale per gli Ordinamenti scolastici e la Valutazione del sistema nazionale di istruzione, gli ITS destinatari di queste risorse aggiuntive. Punto di riferimento per l’attribuzione della quota di premialità è stata la graduatoria definita attraverso il sistema di monitoraggio e valutazione dei percorsi condiviso con le Regioni.

È la prima concreta attuazione dell’Accordo siglato in sede di Conferenza Unificata il 5 agosto 2014: su 12.904.978 euro, che corrispondono all’ammontare complessivo del finanziamento statale agli ITS per il 2015, il 10%, pari a 1.290.497 euro, è ripartito tra i 42 ITS che nel sistema di monitoraggio e di valutazione hanno ottenuto per i percorsi attivati un punteggio pari o superiore a 70. Spicca su tutti l’Accademia Italiana della Marina Mercantile, che si conferma un centro di eccellenza: occupa i vertici della graduatoria per quasi tutti i percorsi realizzati. Molto buoni anche i risultati ottenuti dall’Istituto Tecnico Superiore “Cuccovillo” Meccanico Meccatronico di Bari e dall’Istituto Tecnico Superiore delle nuove tecnologie del made in Italy Comparto Meccatronico di Vicenza.

Soddisfatto Il Sottosegretario all’Istruzione Gabriele Toccafondi: “E’ rivoluzionario che parte dei fondi siano dati su base premiale – commenta – La valorizzazione del merito è un obiettivo prioritario per innalzare la qualità del sistema di istruzione. Premiare gli ITS che hanno ottenuto migliori risultati è un incentivo per migliorare i servizi, primo fra tutti il raccordo tra formazione e lavoro, misurato sul numero degli allievi occupati. Nella “Buona Scuola” il governo, già dal 2016, intende portare dal 10 al 30% la percentuale di risorse assegnate su base premiale alle singole fondazioni, tenendo conto del numero dei diplomati e del tasso di occupabilità a 12 mesi raggiunti in relazione ai percorsi attivati”.

Maturità 2015, il bestiario dei maturandi: dallo spritz di Kant ai lupetti di Verga

da Il Fatto Quotidiano

Maturità 2015, il bestiario dei maturandi: dallo spritz di Kant ai lupetti di Verga

Esami bestiali è la raccolta di strafalcioni pronunciati dagli studenti italiani alla maturità. Ecco la prima puntata, domani si replica. Se avete ascoltato (o fatto) simili prodezze e volete contribuire ad arricchire questo elenco, inviateci le vostre segnalazioni all’indirizzo lettere@ilfattoquotidiano.it. Le topiche più divertenti saranno pubblicate nei prossimi giorni

Pace e rispetto della cultura: così le scuole italiane possono associarsi all’Unesco

da Il Sole 24 Ore

Pace e rispetto della cultura: così le scuole italiane possono associarsi all’Unesco

di Lorena Loiacono

Formare le nuove generazioni ai valori della pace, del rispetto della cultura e del patrimonio di un Paese: sono questi i valori dell’Unesco che, coinvolgendo le scuole italiane, salgono in cattedra fino a formare una Rete nazionale di istituti scolastici. Tutti associati all’Unesco.

Una rete dalle radici lontane
Il Progetto della rete internazionale delle scuole associate all’Unesco è stato promosso per la prima volta a Parigi nel 1953 e l’Italia ha aderito con una rete nazionale a partire dall’anno scolastico 1957-1958.

Chi può farne parte
La possibilità di adesione alla Rete dell’Unesco è rivolta a tutte le scuole italiane dalle elementari alle medie e superiori, presenti sul territorio italiano o all’estero, statali e non statali, spiega il Miur in una nota . Le scuole che entrano a far parte della rete sono chiamate ad attivare progetti dalla vocazione internazionale.

Tempi e modalità per aderire al progetto
Le scuole interessate ad entrare nella Rete dell’Unesco devono presentare regolare domanda entro il 30 novembre 2015 al Ministero della pubblica istruzione e alla Commissione nazionale italiana per l’Unesco (Cniu). Le richieste di partecipazione e le relative presentazioni dei progetti saranno valutate dalla Cniu e dalla direzione generale del Miur. Una volta approvata l’iscrizione nella Rete, la scuola avrà la qualifica di “Scuola associata all’Unesco membro della rete nazionale AspNet-Unesco-Italia e il logo del network internazionale. Entro il 30 giugno 2016 le scuole associate dovranno presentare al Miur e al Cniu una relazione sullo svolgimento e l’esito del progetto messo in campo. Allegando inoltre i documenti e il materiale prodotto, con tanto di link al sito istituzionale della scuola dove dovrà essere tutto riportato. La richiesta di adesione va rinnovata ogni anno a prescindere dalla durata del progetto.

A lezione di cultura
I progetti destinati alle scuole e agli studenti, dalla primaria alla secondaria di secondo grado, dovranno avere come tematiche principali la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale e linguistico, dei diritti umani e delle diversità, l’educazione al turismo culturale, allo sviluppo sostenibile, alla promozione della pace e della cittadinanza e all’educazione interculturale.

Valori unescani in cattedra
L’inserimento degli istituti nella rete internazionale delle scuole associate all’Unesco, offre la possibilità di aderire a scambi culturali e didattici, con lo scopo di favorire l’educazione alla cittadinanza, il rispetto delle leggi costituzionali, la difesa del patrimonio materiale e immateriale e lo sviluppo sostenibile. Progetti e attività culturali che aiutino a valorizzare la formazione dei ragazzi nell’ottica attenta alle tematiche unescane.

Il coding tra i banchi per imparare il pensiero computazionale e liberare la creatività

da Il Sole 24 Ore

Il coding tra i banchi per imparare il pensiero computazionale e liberare la creatività

di P.Sol.

C’è chi ha costruito una fiaba multimediale tra mucche spaziali, calabroni anti-fiori e robot extraterrestri e chi si è spinto a realizzare un programma per costruire fiabe, chi ha filmato le attività di coding in maniera creativa e chi ha creato un vero e proprio videogioco, chi ha realizzato strumenti digitali per imparare materie tradizionalmente ostiche come matematica e geografia, chi ha inventato un’avventurosa fuga dalla propria scuola e chi si è spinto all’esterno delle mura scolastiche per progettare la riqualificazione di una piazza del loro quartiere. C’è un po’ di tutto tra i dieci progetti da tutta Italia selezionati come vincitori del primo anno del progetto Smart coding, con il quale Samsung ha voluto contribuire all’impegno del ministero dell’Istruzione per l’alfabetizzazione digitale.

“Riteniamo che sia un ottimo risultato quello di questa sperimentazione che ha ottenuto la sensibilizzazione dell’intera comunità educante – docenti, genitori e studenti -attorno a un progetto che non punta semplicemente a insegnare i principi della programmazione informatica, ma a sensibilizzare allo sviluppo del pensiero computazionale”, afferma soddisfatto Mario Levratto, direttore Strategic planning e External relations di Samsung Italia, che snocciola le cifre del progetto: 776 scuola su tutto il territorio nazionale, 994 docenti di scuola primaria e secondaria inferiore e 30mila ragazzi.

Oltre alle attività di coding più tradizionale sulla base del kit e al supporto formativo fornito ai docenti, la sperimentazione si è concretizzata in 348 progetti che hanno dimostrato in maniera tangibile il valore didattico dell’attività di alfabetizzazione digitale. “I progetti premiati vanno tutti nella direzione dello storytelling, puntando a mettere in risalto due delle funzionalità in cui viene rappresentato il coding, quelle legate al padroneggiamento dei linguaggi digitali e alla liberazione delle potenzialità creative dei ragazzi”, analizza Pier Cesare Rivoltella, direttore del Cremit, che insieme a Indire ha dato vita all’Osservatorio nazionale sui media e contenuti digitali a scuola, chiamato a verificare i risultati del progetto.

Senz’altro meno evidenti sono gli effetti percepiti da ragazzi, genitori e docenti in termini di valore educativo del coding, “sia in termini di strumento decostruttivo, per imparare a interpretare e capire cosa c’è dietro le interfacce, che di potenzialità emancipatoria, come capacità di ribellarsi agli standard omogeneizzanti e al saper produrre al di fuori dei format”, prosegue Rivoltella.

Ma un altro successo importante che emerge dalle risposte dei questionario compilati dai diretti interessati al progetto è l’aspetto motivazionale per i docenti: “Ben il 75% degli insegnanti che hanno partecipato a Smart coding ha manifestato l’intenzione di condividere l’esperienza e i risultati della sperimentazione con i colleghi”, conclude Levratto. Il che significa che il seme gettato promette di moltiplicare i frutti.

Scuola: maturità, ultimo atto. Quasi 500mila studenti alle prese con gli ultimi esami orali

da Repubblica.it

Scuola: maturità, ultimo atto. Quasi 500mila studenti alle prese con gli ultimi esami orali

E’ agli sgoccioli la prima prova secondo la riforma Gelmini: potrebbe anche essere l’ultima visto che il disegno di legge sulla ‘Buona Scuola’ pensata e voluta dal premier Renzi è ormai alle battute finali

di SALVO INTRAVAIA

ROMA – Tra rischio Grexit e Buona scuola che presto diventerà legge, la prima maturità secondo la riforma Gelmini è agli sgoccioli. In questi giorni, quasi 500mila studenti dell’ultimo anno della scuola superiore sono alle prese con il colloquio conclusivo degli esami di Stato e la maggior parte pensa già al prossimo step: l’ammissione all’università, attraverso i test d’ingresso diffusi ormai in quasi tutte le facoltà. Quest’anno, l’ultimo atto della maturità vede ai nastri di partenza meno studenti rispetto all’anno scorso e un paio di novità: l’introduzione del Clil (il Content and language integrated learning, che si potrebbe tradurre come immersione linguistica) anche nel colloquio finale e la possibilità di presentare, al posto della consueta tesina o mappa concettuale per rompere il ghiaccio, una relazione sull’eventuale attività svolta in azienda nel corso dell’alternanza scuola-lavoro.

Nonostante le paure della vigilia per le novità, soprattutto sulla seconda prova scritta, questa edizione è scivolata in maniera abbastanza liscia: le tracce abbastanza social della prova d’italiano hanno incontrato i gusti dei giovani e le seconde prove scritte, nella maggior parte dei casi, non hanno riservato più difficoltà rispetto a quelle degli anni scorsi. Ma questa prima uscita gelminiana della maturità potrebbe anche essere l’ultima. Visto che il disegno di legge sulla Buona scuola pensata e voluta dal premier Matteo Renzi, ormai alle battute finali, tra le deleghe prevede anche “la revisione delle modalità di svolgimento degli esami di Stato relativi ai percorsi di studio della scuola secondaria di secondo grado in coerenza con quanto previsto dai regolamenti” che hanno portato alla riforma Gelmini dei licei e degli istituti tecnici e professionali. Una rivisitazione della maturità che è nell’aria da tempo.

Perché, secondo coloro che vorrebbero addirittura cancellarla, il costo dell’intero apparato – costi di segreteria e costi delle commissioni esaminatrici – che si aggira attorno ai 160 milioni di euro all’anno, è eccessivo rispetto alla validità di un esame che promuove quasi tutti. I dati degli ultimi anni, infatti, confermano che sono gli stessi docenti interni delle scuole superiori ad operare la vera selezione dei candidati alla maturità, attraverso l’ammissione agli esami che estromette dalle prove finali da 4 a 5 studenti su cento. L’esame vero e proprio, condotto dai commissari esterni e dai membri interni, coordinati dal presidente, promuovono quasi tutti: 99 maturandi su cento.

Al Sud le scuole “da “incubo” con le maggiori percentuali di bocciati

da La Stampa

Al Sud le scuole “da “incubo” con le maggiori percentuali di bocciati

La classifica di Skuola.net delle scuole da incubo giunta alla sua quarta edizione

Tempo di quadri, di promossi e di bocciati e qualche studente fa bene ad avere paura. Soprattutto se la sua scuola si trova al Sud ed è un tecnico o, peggio, un professionale. È proprio al Meridione, infatti, che si concentrano le scuole da incubo, quelle con le maggiori percentuali di bocciati. E quelle, quindi, dove i ragazzi rischiano di più di ripetere l’anno.

Napoli in pole position, seguita da Palermo e Cagliari sono le città con il più alto numero di bocciati, ma fa capolino anche la precisissima Firenze che ha dato i natali al Sommo Poeta.

L’Istituto professionale per i servizi De Sanctis di Napoli è quello che si aggiudica il cucchiaio di legno per il numero di promossi, inferiore nel 2014 a quello dei bocciati pari al 58.3% degli iscritti. Sono i dati di una ricerca di Skuola.net che ha preso in esame i risultati di fine anno 2014 di circa 400 scuole superiori nelle 9 città più popolose d’Italia, pubblicati sul portale ministeriale Scuola in Chiaro.

Nella top ten degli ultimi della classe stilata per il quarto anno consecutivo spiccano, oltre all’istituto di Napoli sopra citato, anche il tecnico tecnologico Duca degli Abruzzi di Palermo, il tecnico tecnologico Giua di Cagliari e il professionale Sassetti – Peruzzi di Firenze. Qui le bocciature viaggiano su percentuali vicine al 43%, quando la media nazionale per queste tipologie di indirizzo si aggira intorno al 27%.

E paragonando le scuole per indirizzo ecco che il maggior numero di bocciati al liceo si trova al liceo artistico Istituto d’Arte di Palermo, seguito da un altro liceo artistico, stavolta di Napoli e dal liceo linguistico Marco Polo di Firenze dove più di 1 studente su 4 nel 2014 ha dovuto ripetere l’anno.

Al Sud la medaglia d’oro per la presenza dei tanti Lucignolo che nel 2014 hanno dovuto ripetere l’anno. In particolare, nel Meridione le città con le scuole dov’è presente la più alta percentuale di bocciati sono state Napoli, Palermo e Cagliari. Anche se a Napoli va il merito di avere la scuola dove l’anno passato i promossi sono stati pari al 100%: l’Istituto professionale per l’industria e l’artigianato Caselli.

Tante le scuole da incubo anche a Firenze, patria per l’eccellenza dell’italiano. Nella top ten ne figurano solo 2, ma sono almeno 7 gli istituti dove, come minimo, 1 studente su 5 ha dovuto ripetere lo stesso anno del 2014.

Docenti italiani, i più vecchi e tra i pochi in Europa a non essere valutati

da La Tecnica della Scuola

Docenti italiani, i più vecchi e tra i pochi in Europa a non essere valutati

Lo dice l’ultimo rapporto rete Eurydice “La professione insegnante in Europa”: alle medie, assenti quasi del tutto i prof sotto i 30 anni, circa il 44% ha fra i 50 e i 59 anni e gli over 60 sono il 20%. Nel contempo, forme di valutazione regolate a livello centrale sono presenti ovunque, eccetto che in Irlanda, Olanda, Finlandia, Scozia, Norvegia, Turchia. E in Italia, dove col DdL ‘Buona Scuola’ si volta però pagina.

I docenti italiani non sono solo i più vecchi del vecchio Continente, ma anche tra i pochi lasciati al loro destino: senza alcun tipo di confronto e valutazione. È l’impietoso quadro realizzato della rete Eurydice sulla “La professione insegnante in Europa: pratiche, percezioni e politiche”, presentato il 25 giugno alla Commissione europea a Bruxelles.

Dal rapporto, ripreso e commentato dal Sole 24 Ore, risulta che, alle superiori, “la quota di insegnanti under 30 è prossima allo zero e anche nella fascia d’età 30-39 non raggiunge il 10 per cento”. Inoltre, il Belpaese si conferma la terra “che ha insegnanti più anziani d’Europa. Se è vero che la scuola si appresta a vivere un po’ ovunque il rischio di una prossima carenza di insegnanti, visto che due terzi sono infatti over 40 e circa il 40% andrà in pensione nei prossimi 15 anni, da noi il quadro è ancora meno rosa: sono assenti quasi del tutto i docenti delle scuole secondarie di I grado sotto i 30 anni, mentre circa il 44% ha fra i 50 e i 59 anni e gli over 60 sono quasi il 20 per cento”.

Detto che “la professione docente è ancora appannaggio del genere femminile. Se si eccettua l’Olanda, che ha raggiunto pressoché la parità di genere tra gli insegnanti, nel resto del Vecchio continente le professoresse superano di gran lunga i professori. Con i picchi di Bulgaria, Estonia, Lettonia e Lituania dove gli uomini in cattedra sono meno del 20 per cento”, sottolinea il quotidiano di Confindustria. Ma l’Italia, aggiungiamo noi, non è molto distante da queste percentuali, visto che le donne docenti italiane coprono circa l’81 per cento del corpo insegnanti, con picchi del 99 per cento alla scuola dell’Infanzia.

Un altro aspetto analizzato dalla rete Eurydice è quello della valutazione dei docenti, ai fini di un miglioramento della percezione della loro professione. Ebbene, anche su questo punto siamo nel gruppo della minoranza: “una qualche forma di valutazione degli insegnanti regolata a livello centrale è presente in tutti i Paesi eccetto l’Irlanda, l’Italia, l’Olanda, la Finlandia, la Scozia, la Norvegia e la Turchia. In questi Paesi, tuttavia, molto spesso le scuole sono libere di organizzare in maniera autonoma le proprie strategie di sviluppo professionale degli insegnanti, incluse forme di valutazione delle loro performance”.

È interessante, infine, anche questo dato: “in 17 sistemi educativi, la valutazione è effettuata da un valutatore esterno, su base regolare o ad hoc. E quasi sempre viene integrata da quella valutazione effettuata dal dirigente scolastico”. Una prassi che il DdL “La Buona Scuola” vorrebbe introdurre anche nel nostro Paese, affiancando al capo d’Istituto un comitato di valutazione composto da 7 membri: tre docenti interni all’istituto, uno esterno (potrebbe essere un altro docente, un ds o un ispettore), due genitori e (ma solo alle superiori) un rappresentante degli studenti.

 

DdL, la Commissione Cultura chiamata ad esaminare 150 emendamenti

da La Tecnica della Scuola

DdL, la Commissione Cultura chiamata ad esaminare 150 emendamenti

Il parere di ammissibilità è previsto nelle prossime ore. Subito dopo prenderà il via la discussione delle richieste di modifica. Confermato per martedì 7 luglio l’approdo del testo nell’Aula di Montecitorio.

Ammontano a 150 gli emendamenti presentati al disegno di legge sulla “Buona Scuola” in Commissione Cultura alla Camera, il cui termine per la presentazione è scaduto mercoledì 1° luglio alle ore 14: ben 50 richieste di modifica al testo sono del Movimento Cinque Stelle.

Il parere di ammissibilità degli emendamenti è previsto nelle prossime ore, già nel corso della mattina di giovedì 2 luglio. Subito dopo prenderà il via la discussione delle richieste di modifica: l’Ufficio di Presidenza ha stabilito che vengono discussi un massimo di 40 emendamenti per gruppo.

Viene confermato per martedì 7 luglio l’approdo del testo di riforma nell’Aula di Montecitorio. E ciò avverrà anche qualora la discussione in Commissione non dovesse essere esaurita.

Se non dovessero subentrare improbabili sorprese, di lì a pochissimi giorni arriverà il sì definitivo al medesimo provvedimento approvato la scorsa settimana a Palazzo Madama col voto di fiducia.

 

DdL, l’organico funzionale non basterà a coprire nemmeno le cattedre che rimarranno libere

da La Tecnica della Scuola

DdL, l’organico funzionale non basterà a coprire nemmeno le cattedre che rimarranno libere

Il dato è stato comunicato da un responsabile nazionale della Flc-Cgil: la sbandierata fine del precariato è una pia illusione, perché i circa 50mila docenti neo-assunti con l’organico funzionale verranno tutti utilizzati per coprire le cattedre scoperte. Anche l’anno prossimo si prevedono decine di migliaia di supplenze annuali sino al 30 giugno.

L’organico funzionale non basterà nemmeno a coprire i posti rimasti liberi. A farlo presente alla Tecnica della Scuola è la Flc-Cgil: a seguito della notizia pubblicata dal sindacato Confederale e ripresa dalla nostra testata giornalistica, ci siamo messi in contatto con un responsabile nazionale della Flc-Cgil. Il quale ci ha fornito approfondimenti a proposito dei 70.000 posti (di cui quasi 60mila docenti), autorizzati in organico di fatto che rimarranno fuori dalle stabilizzazioni.

In effetti, non si tratta – come sembrava evincersi dall’articolo del sindacato di comparto – di posti potenzialmente utili per le immissioni in ruolo. Ciò perché la loro formazione è derivata da una parte dall’organico di fatto, dall’altra dalla somma di più spezzoni delle medesime classi di concorso all’interno delle province. In entrambi i casi, la normativa vigente non permette di classificare queste cattedre del tutto vacanti, ma tra solo tra quelle disponibili sino al 30 giugno dell’anno successivo.

“Con questa denuncia però – spiega il dirigente sindacale della Cgil – abbiamo voluto dimostrare che la tanto sbandierata fine del precariato nella scuola italiana, attraverso il disegno di legge ‘La Buona Scuola’, è una pia illusione. I circa 50mila neo-assunti attraverso l’organico funzionale, infatti, verranno tutti utilizzati per coprire le cattedre scoperte. Anzi, ne rimarranno circa 10mila scoperte, che come tutti gli anni andranno a supplenza annuale”.

Se a queste aggiungiamo tutti gli spezzoni orari superiori alle 6 ore ed inferiori alle 18, non sommabili, quelli inferiori alle 6 ore che restituiranno le scuole, per il rifiuto a ‘coprirle’ da parte del personale di ruolo, tutti i distacchi e le utilizzazioni su altri ruoli, il numero di supplenze annuali è destinato a crescere. E nemmeno di poco.

Riassumiamo i numeri di posti che, sempre per Flc-Cgil, in prevalenza derivanti dagli spezzoni o autorizzati in organico di fatto, rimarranno liberi in vista del prossimo anno scolastico.

Per i docenti restano fuori quasi 60.000 posti derivanti dagli spezzoni o autorizzati in organico di fatto; per posto comune sono 25.831, derivanti dagli spezzoni, più quelli autorizzati in organico di fatto. Per il sostegno altri 30.000 posti.

Penalizzati pure gli educatori: assunti in 82, anziché 155.

In forte difetto anche le immissioni in ruolo Ata: ne sono state chieste al Mef 6.243, ma i posti liberi in organico di diritto sono quasi 11.000 e in quello di fatto oltre 6.000.

DdL Scuola, ecco il testo in esame in Commissione alla Camera

da La Tecnica della Scuola

DdL Scuola, ecco il testo in esame in Commissione alla Camera

Dopo l’approvazione del maxi-emendamento in Senato, prosegue la corsa del disegno di legge di riforma della scuola. Ecco il documento integrale.

Come annunciato su queste pagine, ieri ha preso il via, nella commissione Istruzione di Montecitorio, l’analisi della riforma della scuola approvata giovedì 25 giugno al Senato.

I tempi si confermano serrati, poiché è intenzione della maggioranza, su spinta del Governo, di rendere attuabile una buona parte della riforma già a partire dal prossimo mese di settembre. Pertanto, il termine per la presentazione degli emendamenti è stato fissato per oggi alle ore 14.00.

Ecco il testo integrale (disegno di legge n.2994 B)

Ddl: ok commissione Finanze, 150 emendamenti

da tuttoscuola.com

Ddl: ok commissione Finanze, 150 emendamenti

Poco fa in commissione finanze si è votato il ddl buona scuola. Tot voti 11 (gli altri tutti assenti): 7 a favore, 4 contrari…peccato...”. Lo scrive su Twitter il deputato del Movimento 5 stelle Sebastiano Barbanti.

Sono circa 150 gli emendamenti presentati al Ddl scuola in Commissione Cultura alla Camera. Domattina giovedì verrà dato il parere di ammissibilità. Il 7 luglio, l’approdo in aula. Dei 150 emendamenti presentati, 50 sono dei Cinque Stelle.

Il termine per la presentazione degli emendamenti è scaduto oggi alle alle 14. L’Ufficio di Presidenza ha stabilito che vengano discussi un massimo di 40 emendamenti per gruppo.

Accesso medici alle scuole di specializzazione A.A. 2014/2015

Accesso medici alle scuole di specializzazione A.A. 2014/2015

Ai sensi di quanto disposto dall’art. 8, comma 2, del bando di ammissione di cui al D.M. n.315 del 26 maggio 2015 come rettificato dal D.M. n.321 del 29 maggio 2015 (pubblicato sul presente Sito), si comunica la conferma delle date di svolgimento della prova di ammissione alle Scuole di specializzazione di area sanitaria per l’A.A. 2014/2015, indicate all’art. 8 comma 2 del citato bando.
La presente comunicazione è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 2 luglio 2015 n. 151.