I permessi lavorativi e le esigenze di chi presta assistenza

Superando.it del 12-01-2017

I permessi lavorativi e le esigenze di chi presta assistenza

di Simona Lancioni*

Secondo una recente Sentenza della Corte di Cassazione, i permessi retribuiti riconosciuti al lavoratore dalla Legge 104/92, per prestare assistenza a un congiunto con handicap in stato di gravità, possono essere utilizzati anche per consentire al lavoratore di provvedere alle proprie esigenze personali, purché l’assistenza al proprio congiunto sia comunque garantita in modo adeguato e benché tali permessi non possano considerarsi alla stregua di veri e propri periodi di ferie.

«Posso andare alla posta, o in un altro ufficio, negli orari di permesso, senza che ciò venga considerato un abuso?». Il permesso al quale si riferisce il quesito che ci è stato rivolto è quello retribuito, riconosciuto al lavoratore dall’articolo 33 della Legge 104/92, per prestare assistenza a un congiunto con handicap in stato di gravità.
Non è la prima volta che i fruitori di questi permessi si fanno degli scrupoli circa il corretto impiego del tempo per l’assistenza e le risposte sono sempre state di buonsenso: se l’attività è svolta in un quadro complessivo finalizzato a garantire alla persona con disabilità l’assistenza necessaria, anche il disbrigo di pratiche amministrative, o fare la spesa, o lo svolgimento di attività complementari all’assistenza vera e propria (come, ad esempio, portare gli indumenti dalla sarta per farli sistemare, o recarsi all’Azienda USL per prenotare una visita o ritirare un referto), sono compiti che possono correttamente essere svolti durante le ore o nei giorni di permesso.
Ora, una recente Sentenza della Corte di Cassazione (Seconda Sezione Penale, Sentenza 54712/16) ha espresso il proprio parere sull’interpretazione delle disposizioni in materia di permessi lavorativi per l’assistenza a un congiunto con handicap in stato di gravità, arrivando sino a contemplare anche, entro certi limiti, il soddisfacimento delle esigenze del lavoratore.

Secondo la Suprema Corte, dunque, l’interesse primario espresso nella norma che istituisce i suddetti permessi lavorativi è quello di «assicurare in via prioritaria la continuità nelle cure e nell’assistenza del disabile» realizzate in ambito familiare. La Corte osserva che questa prospettiva consente che i permessi lavorativi siano «soggetti ad una duplice lettura: a) vengono concessi per consentire al lavoratore per prestare la propria assistenza con maggiore “continuità”; b) vengono concessi per consentire al lavoratore, che con abnegazione dedica tutto il suo tempo al familiare handicappato, di ritagliarsi un breve spazio per provvedere ai propri bisogni ed esigenze personali».
Ma poiché una lettura non esclude l’altra, ed essendo certo «che da nessuna parte della legge, si evince che, nei casi di permesso, l’attività di assistenza deve essere prestata proprio nelle ore in cui il lavoratore avrebbe dovuto svolgere la propria attività lavorativa», è possibile concludere che è sufficiente che l’assistenza «sia prestata con modalità costanti e con quella flessibilità dovuta anche alle esigenze del lavoratore».
Pertanto se – sempre secondo la Cassazione – «i permessi servono a chi svolge quel gravoso [compito] di assistenza a persona [i.e. persone] handicappate, di poter svolgere un minimo di vita sociale, e cioè praticare quelle attività che non sono possibili quando l’intera giornata è dedicata prima al lavoro e, poi, all’assistenza», è tuttavia altrettanto ovvio che l’assistenza deve esserci, e che pertanto i permessi non possono essere considerati come dei veri e propri periodi di ferie dei quali il lavoratore potrebbe disporre discrezionalmente. Non è dunque ammissibile che – come nel caso specifico da cui è scaturita la Sentenza – il lavoratore utilizzi i permessi per recarsi all’estero, poiché tale attività non è compatibile con lo svolgimento di alcuna attività assistenziale. Un conto, cioè, è organizzarsi il lavoro di assistenza in modo da renderlo meno gravoso e compatibile anche con le esigenze del lavoratore, altra questione è invece assentarsi e non svolgere alcuna assistenza.

In conclusione, e in sintesi, ciò che viene espresso in questa Sentenza della Corte di Cassazione è che l’attività di assistenza non deve essere concepita come un qualcosa di totalizzante, ma come un lavoro dotato di una flessibilità tale da soddisfare contemporaneamente sia le esigenze della persona disabile (che rimane in ogni caso la beneficiaria della misura in questione), sia quelle del lavoratore che assiste (o, almeno, alcune di esse).

La presente nota è già apparsa nel sito di Informare un’H-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli, Peccioli (Pisa), di cui Simona Lancioni è responsabile, con il titolo “I permessi lavorativi possono includere anche le esigenze di chi presta assistenza”. Viene qui ripresa con alcuni riadattamenti al diverso contesto, per gentile concessione.

Per approfondire il tema trattato:
° Luca Benci, I tre giorni di permesso per assistere persone disabili non sono equiparabili alle ferie. Ma in ogni caso servono anche per far “riposare” chi ne usufruisce. La sentenza della Cassazione, in «Quotidianosanità.it», 4 gennaio 2017.
° Simona Lancioni, Vietato il trasferimento del lavoratore che assiste un familiare con handicap non grave, in «Informare un’h», 15 dicembre 2016.
° Simona Lancioni, Permessi per l’assistenza riconosciuti al convivente, in «Informare un’h», 10 ottobre 2016.

Censura preventiva nelle scuole bolognesi?

Censura preventiva nelle scuole bolognesi?

A seguito delle polemiche suscitate dalla lettera presentata dal Comitato genitori “Difendiamo i nostri figli”  riportata dall’articolo del Resto del  Carlino sullo spettacolo  “Fa’afafine”, presente nel cartellone della stagione teatrale per le scuole dell’Unione Reno Galliera, raccogliamo le segnalazioni di diversi insegnanti delle scuole del territorio che denunciano un’azione intimidatoria portata avanti da alcuni Dirigenti scolastici. Senza alcun tipo di indicazione a procedere in tale maniera da parte dell’Ufficio Scolastico Provinciale, alcuni Dirigenti Scolastici hanno deciso di inviare alle famiglie tale lettera  congiuntamente all’indizione di assemblee straordinarie, aventi come unico oggetto la richiesta di  un “consenso informato dei genitori” , sebbene le uscite didattiche fossero già state comunicate e deliberate.

Questa modalità ha  innescato  immediatamente un clima di allarme e di preoccupazione creando una falsa contrapposizione  tra scuola e famiglia, soggetti che hanno già diverse occasioni calendarizzate per confrontarsi e discutere proposte. Ciò che lascia ancora più perplessi è che si invitano le componenti della scuola a discutere sullo spettacolo senza averlo visto, suggestionati dalle posizioni ideologiche espresse dal “Comitato”.

Siamo di fronte ad una vera e propria censura preventiva che è in contrasto con i principi costituzionali e con i trattati internazionali, che invece pongono la scuola al centro di un’azione che promuova l’inclusione e il riconoscimento di ogni identità

Non è la prima volta che giungono queste segnalazioni dal territorio dei comuni dell’Unione;  si registra da parte di alcune  Dirigenze scolastiche una tendenza piuttosto manifesta ad assumere posizioni ideologiche che non garantiscono la laicità della scuola pubblica e di fatto impediscono ogni progettualità afferente a queste tematiche , sostenendo che la scuola non è il luogo dove affrontare e dibattere questi temi  perché troppo delicati e vengono limitate le offerte formative suggerite dal territorio .

In tal modo viene anche lesa la libertà d’insegnamento così necessaria alla professione docente.

Chiediamo che la situazione finalmente emerga in tutta la sua urgenza e che gli insegnanti siano maggiormente tutelati nelle loro legittime scelte a fronte di questa chiusura oscurantista.

Ci auguriamo che non giungano più richieste di aiuto e sostegno dal corpo docente per episodi analoghi e che i Dirigenti siano richiamati alla loro doverosa imparzialità e al loro impegno attivo per promuovere queste tematiche nelle loro scuole.

Domande su tutto

DOMANDE SU TUTTO Umberto Tenuta

CANTO 764 IL DOMANDARE TOTALE

I perché di ogni cosa

Perché abbiamo cinque dita?

Perché il gallo canta?

Perché la gallina fa le uova?

Perché io sono qua?

 

UOMO DEI PERCHÉ!

Solo l’uomo si pone dei perché.

Il PERCHÉ è la lampada con la quale l’uomo, e solo l’uomo, cerca di conoscere le cose, tutte le cose della terra e del mondo.

L’uomo è figlio dei PERCHÉ.

Se non si fosse posto dei perché, l’uomo sarebbe rimasto sull’albero.

Sono stati i suoi perché a far scendere lo scimmione dall’albero ed a fargli apprendere a camminare eretto, ad apporre il pollice alle altre dita, a utilizzare gli oggetti, a creare gli utensili, a costruire la Cultura!

La Cultura, creata dall’uomo, crea gli uomini.

Crea gli uomini, perché l’essenza dell’uomo è la sua cultura.

Il figlio di donna non nasce uomo.

Diventa uomo solo attraverso l’acquisizione della cultura.

E il figlio di donna acquisisce la cultura, come fecero gli uomini nel corso dei millenni: ponendosi domande.

Non c’è acquisizione di cultura senza domande.

Forse è il caso di prendere atto che il bimbo non succhia il latte se non vuole succhiare.

E nessun uomo beve se non vuole bere!

E tu, novello docente, vorresti che i tuoi alunni ap-prendessero la tua misera enciclopedia dei saperi senza averne voglia?

Caro amico, ti prego, non stare lì, dietro la cattedra, a sciorinare le tue misere mappe concettuali!

Amica cara, un consiglio te lo do, e te lo do gratis:

─lascia che i tuoi alunni ti facciano delle domande.

─abbi l’abilità di farti porre le domande, i perché, gli interrogativi intorno a ciò che vuoi che i tuoi alunni apprendano (GUIDO PETTER)

È questa la competenza che fa grande un docente.

Certo, poi il docente aiuterà i tuoi alunni a cercare le risposte ai loro perché, alle loro domande, ai loro interrogativi.

Intanto, amico docente, fai che tutti i tuoi alunni ti pongano domande.

Domande del genere:

─Perché le piante hanno le radici?

─Perché abbiamo le unghie?

─Perché là c’è la collina e là la pianura?

─Perché la neve è fredda?

─Perché le pietre della spiaggia sono lisce?

─Perché gli alberi crescono verso il cielo?   ─Perché …

Amico caro, ti prego, ti prego caldamente, ti prego con tutto il cuore:

─Non dare risposte alle domande dei tuoi alunni!

E fai una cosa molto importante, importantissima.

La sola cosa che un bravo docente deve fare!

Creare le situazioni che possano consentire agli alunni di inventare, di scoprire, di trovare le risposte.

Caro amico, se questo sai fare, sei un docente meritevole!

 

Tutti i miei Canti −ed altro− sono pubblicati in:
http://www.edscuola.it/dida.html
Altri saggi sono pubblicati in
www.rivistadidattica.com
E chi volesse approfondire questa o altra tematica
basta che ricerchi su Internet:
“Umberto Tenuta” − “voce da cercare”

Nota 12 gennaio 2017

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
Direzione generale per gli ordinamenti scolastici e la valutazione del sistema nazionale di istruzione

Ai Direttori e Dir.Titolari degli Uffici Scolastici Regionali
Loro sedi
Ai Dirigenti scolastici e ai coordinatori didattici delle Scuole Statali e Paritarie
Loro sedi
Al Sovrintendente Scolastico per la scuola in lingua italiana della provincia di Bolzano
Al Dirigente del Dipartimento Istruzione della Provincia di Trento
All’Intendente Scolastico per la scuola italiana in lingua tedesca Bolzano
All’Intendente Scolastico per la scuola italianain lingua ladina Bolzano
Al Sovrintendente agli Studi della Regione Autonoma della Valle d’Aosta
e, p.c.Al Capo Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione
SEDE
All’Ufficio Stampa
SEDE

OGGETTO: Pubblicazione ulteriori esempi di 2ª prova scritta/esami di Stato 2016/17.

Si trasmette in allegato la nota della Struttura Tecnica Esami di Stato contenente ulteriori esempi di prova relativi alla 2ª prova scritta Esami di Stato 2016/17, al fine di sostenere l’azione di accompagnamento ai nuovi ordinamenti.
Si ringrazia per la consueta fattiva collaborazione.

Il Direttore Generale
Carmela Palumbo


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