Al Miur incontro tra il Ministro e il Presidente della Sicilia

Al Miur incontro tra il Ministro Bussetti e
il Presidente della Sicilia Musumeci

Il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Marco Bussetti, ha incontrato il 3 luglio, nel pomeriggio, al MIUR il Presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, accompagnato nell’occasione dall’Assessore regionale alla Formazione, Roberto Lagalla. Bussetti e Musumeci si sono confrontati sulle prossime azioni utili alla ripartenza del sistema scolastico siciliano.
“La scuola, oltre che luogo di istruzione, può e deve essere un centro di aggregazione civile e sociale”, ha dichiarato il Ministro, che ha poi aggiunto: “dove c’è una scuola, c’è una comunità viva che offre opportunità di crescita e sviluppo ai nostri giovani. Con il Presidente Musumeci – conclude Bussetti – ho riscontrato una sensibilità comune e una totale sintonia sul fatto che si debba investire sulla qualità dell’istruzione per affrontare al meglio le sfide della nostra società”.

Il Presidente Musumeci ha aggiunto: “Sono soddisfatto dell’attenzione che il Ministro ha prestato alle proposte del nostro governo. Puntare in Sicilia a una scuola ‘aperta’ al territorio, con maggiori servizi agli alunni e con il coinvolgimento delle loro famiglie, significa anche ulteriori investimenti e nuovi spazi per gli insegnanti. Sullo sfondo rimane un dato che non dobbiamo mai perdere di vista: il preoccupante calo della popolazione scolastica e le culle sempre più vuote”, ha concluso.
“Il percorso di rilancio e di riqualificazione comincerà dalla sottoscrizione di un Accordo di Programma Quadro, basato su alcune direttive strategiche condivise. Ci saranno azioni per il rafforzamento della qualità dei percorsi scolastici e formativi e per l’implementazione di attività extra curricolari, senza tralasciare il rafforzamento di interventi per il superamento dell’attuale povertà educativa, particolarmente presente nelle aree territoriali a maggiore disagio sociale e più alto indice di criminalità”, ha aggiunto l’Assessore Lagalla.

Vicenda maestre/i diplomate/i

Scuola = On. Nicola Fratoianni (Leu):

Dal governo vogliamo notizie chiare e certe su vicenda maestre/i diplomate/i.

Domani pomeriggio mercoledi 4 giugno 2018 ore 15/16 interrogazione Liberi e Uguali al Question Time di Montecitorio. 

“Al di là delle buone intenzioni e dei buoni propositi annunciati finora, vogliamo avere dal governo notizie chiare e certe sulla vicenda delle maestre e dei maestri diplomati abilitati, che dal dicembre dello scorso anno dopo la sentenza della giustizia amministrativa si sta trascinando con decine migliaia di persone assunte o supplenti che vedono concretamente a rischio il proprio posto di lavoro e la propria esperienza professionale.

Al di lá delle interviste o di provvedimenti parziali vogliamo avere il quadro preciso delle azioni e degli interventi che il governo intende assumere in questi giorni “

Lo afferma   Nicola Fratoianni di Liberi e Uguali che domani pomeriggio, mercoledi 4 giugno 2018 fra le ore 15 e le 16, al question time in diretta tv (Rai e canale webtv della Camera dei Deputati) dall’Aula di Montecitorio porrà la vicenda al governo.

Il Ministro ha ricevutol’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza

Il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Marco Bussetti ha ricevuto il 3 luglio  al MIUR l’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza Filomena Albano. La Garante ha consegnato al Ministro una copia della Relazione al Parlamento presentata nelle scorse settimane a Palazzo Madama.

Nel corso del colloquio è stato concordato il rafforzamento della collaborazione sui temi dell’infanzia e dell’adolescenza tra Autorità e Ministro, con l’intento di operare in sinergia per il benessere delle studentesse e degli studenti.

Autorità Garante e MIUR, in particolare, intendono lavorare insieme per sensibilizzare le scuole sulla realtà dei bambini e ragazzi fuori dalla famiglia di origine. Tra i temi oggetto di cooperazione, le azioni per la diffusione tra le studentesse e gli studenti dei principi della Convenzione di New York sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza e della cultura della mediazione.

Per i diplomati magistrali un “decreto dignità” poco dignitoso

Per i diplomati magistrali un “decreto dignità” poco dignitoso. Il Governo rinvia senza risolvere il problema

Roma, 3 luglio – Si apprende da un comunicato stampa del MIUR che con il  “decreto dignità” approvato ieri dal Consiglio dei Ministri “viene esteso al caso dei diplomati magistrali quanto già previsto dal decreto legge 669/1996, che concede alle amministrazioni dello Stato di ottemperare all’esecuzione di provvedimenti giurisdizionali entro 120 giorni dalla data di comunicazione del titolo esecutivo”.

Se così fosse, gli effetti delle sentenze di merito che riguardano i diplomati magistrali subirebbero uno slittamento di 4 mesi ma la conseguenza, ovvero la perdita di lavoro per migliaia di docenti entro la fine del 2018, rimarrebbe immutata.

La soluzione adottata risulterebbe poco dignitosa per i tanti docenti che aspettavano una risposta definitiva dal nuovo Governo e sarebbe profondamente inadeguata al fine di garantire il regolare avvio dell’anno scolastico poiché i diplomati magistrali rimarrebbero in servizio per un breve periodo con l’angoscia di essere licenziati di lì a poco.

Erano altre le risposte necessarie, ovvero un provvedimento che effettivamente mettesse in sicurezza l’anno scolastico e l’avvio di un percorso di stabilizzazione in grado di coinvolgere tutti gli abilitati e di dare una certezza occupazionale al personale coinvolto. Ma il Governo ha deciso di non decidere, con gravi ripercussioni per le scuole e per gli interessati.

Come FLC CGIL chiediamo al Ministro di intervenire in maniera risolutiva e positiva al fine di dare serenità agli interessati e consentire che l’anno scolastico si avvii in un clima di tranquillità e fiducia per le scuole.

Primo intervento sui diplomati magistrali

Scuola, in dl dignità primo intervento sui diplomati magistrali

(Martedì, 03 luglio 2018) Via libera in Consiglio dei Ministri, nel decreto legge dignità, al primo intervento sui diplomati magistrali.

Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca dovrà procedere con l’esecuzione delle sentenze di merito, che presumibilmente arriveranno fra luglio e agosto. Con il decreto approvato ieri, viene esteso al caso dei diplomati magistrali quanto già previsto dal decreto legge 669/1996, che concede alle amministrazioni dello Stato di ottemperare all’esecuzione di provvedimenti giurisdizionali entro 120 giorni dalla data di comunicazione del titolo esecutivo.

Tale intervento sarà utile per consentire l’ordinato avvio del nuovo anno scolastico.

In sede di conversione del decreto in Parlamento, sarà poi completato il quadro normativo disciplinando procedure di reclutamento, nel rispetto della legislazione vigente.

L’inedaguatezza della dirigenza scolastica

L’inedaguatezza della dirigenza scolastica

di Enrico Maranzana

Si definisce FISSITA’ FUNZIONALE un processo mentale che vincola il campo del problema all’esperienza e alle pratiche risolutive tradizionali: la possibilità di ristrutturare il terreno problemico è trascurata e l’utilizzo non convenzionale degli elementi disponibili non è preso in considerazione.


La scuola ha iniziato a manifestare la patologia “fissità” alla fine degli anni 60. In quel tempo lo studio delle finalità del sistema scolastico era intenso e, in particolare, si concentrava sull’esplosione delle conoscenze: era stato calcolato che in sette anni il sapere umano raddoppia ed era stato costatato che la sua evoluzione avviene per ristrutturazioni e non per accumulazione.

Da qui la necessità di riorientare i processi formativi: la conoscenza non può essere più intesa come finalità ma come palestra per la promozione e il consolidamento di capacità e di abilità.

Le discipline non sono più il cardine della scuola; le potenziali qualità dello studente sono il suo nuovo perno.

Sia d’esempio l’esame di maturità del 1969.

La norma è inequivocabile; il versante della conoscenza è nettamente separato da quello dei comportamenti, comportamenti da cui affiorano le particolarità individuali:

Lo scrutinio finale è inteso a valutare il grado di preparazione del candidato”.L’esame di maturità ha come fine la valutazione globale della personalità del candidato”.

Una separazione protetta e vincolata sia dalla collegialità di tutte le operazioni d’esame, sia dalla procedura per l’espressione del giudizio di maturità:

“A conclusione dell’esame di maturità viene formulato, per ciascun candidato, un motivato giudizio, sulla base delle risultanze tratte dall’esito dell’esame, dal curriculum degli studi e da ogni altro elemento posto a disposizione della commissione.  

Il giudizio, se positivo, si conclude con la dichiarazione di maturità espressa a maggioranza.

Il giudizio di maturità è integrato da un voto”.

Le commissioni d’esame hanno snaturato l’accertamento qualitativo/descrittivo, disattendendo il mandato ricevuto:

• Non hanno percepito la necessità d’identificare traguardi cui far convergere le osservazioni degli esaminatori: la prescritta attività collegiale è stata sterilizzata.

• Hanno operato per compartimenti stagni: il punto di vista delle discipline è stato privilegiato.

• Hanno assegnato voti alle singole prove: dalla loro sintesi scaturiva il giudizio di maturità.


Il governo di un sistema implica la circostanziata indicazione dei risultati attesi.

Come identificare l’orientamento del sistema educativo?

L’ordinamento vigente individua i soggetti responsabili dell’elaborazione dei traguardi, precisa la forma della loro espressione, specifica la loro natura, espone i loro componenti.

La legge delega del 2003, relativa alla definizione delle norme generali sull’istruzione, ha formalizzato l’orientamento sotteso alle disposizioni elaborate nei trent’anni precedenti: “E’ promosso l’apprendimento in tutto l’arco della vita e sono assicurate a tutti pari opportunità di raggiungere elevati livelli culturali e di sviluppare le capacità e le competenze, attraverso conoscenze e abilità, generali e specifiche, coerenti con le attitudini e le scelte personali, adeguate all’inserimento nella vita sociale e nel mondo del lavoro, anche con riguardo alle dimensioni locali, nazionale ed europea”.

Da cui:

• Le capacità e le competenze esprimono la finalità del sistema;

• Le competenze sono generali e specifiche;

• Le conoscenze e le abilità sono le “occasioni e gli strumenti” del lavoro docente.

I regolamenti di riordino del 2010 forniscono repertori di competenze generali mentre le competenze specifiche sono elencate nelle indicazioni nazionali.

La struttura decisionale, responsabile dell’efficacia del servizio, è compendiata nel T.U. del 1994:

“L’inserimento nella vita sociale e nel mondo del lavoro” è affidato al Consiglio di Circolo/Istituto che “elabora e adotta gli indirizzi generali” esprimendoli sotto forma di competenze generali [la legge 107/2015 non ha modificato tale prerogativa perché l’approvazione del PTOF compete al Consiglio di Istituto].

• La “programmazione dell’azione educativa” “coerente con le attitudini e scelte personali” compete al Collegio dei docenti che identifica le capacità1 sottese alle competenze generali, ipotizza e gestisce percorsi, “verifica periodicamente l’efficacia degli orientamenti e degli obiettivi programmati”.

• Per “assicurare a tutti pari opportunità” di formazione e di educazione è necessaria la convergenza di tutti gli insegnamenti, responsabilità del Consiglio di classe che gestisce il “coordinamento didattico”.

• La progettazione di occasioni d’apprendimento chiude la scomposizione: i docenti mettono a punto e gestiscono materiali per realizzare quanto deciso dal Consiglio di classe. Si tratta di strumentazione didattica che trasmette una corretta immagine della disciplina di competenza.

Ne discende che la responsabilità del successo formativo e di quello educativo non può e non deve essere attribuita al singolo docente: è il Consiglio di classe che indirizza e vincola l’attività degli insegnanti.

Il Consiglio di classe è l’unità operativa elementare.


Si richiamano le cause del fallimento dell’esame di maturità del 1969 sopra esposte: le commissioni

• Non hanno percepito la necessità d’identificare traguardi cui far convergere le osservazioni degli esaminatori: la prescritta attività collegiale è stata sterilizzata.

• Hanno operato per compartimenti stagni: il punto di vista delle discipline è stato privilegiato.

• Hanno assegnato voti alle singole prove: dalla loro sintesi scaturiva il giudizio di maturità.

La patologia “fissità”, che ha viziato l’antico procedimento, nonostante i cinquant’anni che ci separano dall’esperienza, non è stata diagnosticata. I suoi effetti hanno continuato e continuano ad ammorbare la vita delle scuole.

La lettura dei PTOF esposti in rete sono inequivocabili.

Si trascrivono alcuni eloquenti passi del PTOF dell’I.I.S.S. “Ettore Majorana” di Brindisi, a firma del dirigente scolastico Prof. Salvatore Giuliano, ora sottosegretario del MIUR

“Il Collegio dei docenti ha stabilito che occorre un congruo numero di interrogazioni/esercitazioni al fine di accertare il raggiungimento, mediante l’espressione di un voto unico, degli obiettivi specifici di apprendimento di ciascuna disciplina”.

“Le indicazioni nazionali e le linee guida delineano una prospettiva formativa e didattica articolata in obiettivi”.

“Nello scrutinio finale per ogni disciplina è espresso un voto unico, sintesi valutativa delle verifiche e di tutti gli elementi di giudizio acquisiti durante l’attività didattica..”

Un’impostazione viziata dall’assenza della

• visione sistemica;

• struttura organizzativa prevista dal legislatore: non c’è spazio per la collegialità;

• categoria competenze generali;

• categoria capacità: il riferimento alle indicazioni nazionali è inequivocabile; esse formulano le competenze specifiche in termini di conoscenze e abilità;

• praticabilità del feed-back.

Il Ptof del Majorana è infarcito di buoni propositi, cui non fa riscontro la progettualità formativa, educativa dell’istruzione prevista dal DPR sull’autonomia del 99: la scomposizione delle finalità in obiettivi, la formulazione d’ipotesi, la controllabilità non sono presenti.

“La promozione delle competenze”, visibile in rete, mostra un’esperienza ministeriale: indica la via da seguire per ridare alla scuola il necessario prestigio.

1   Capacità. Un sottoinsieme: Analizzare   Applicare  Argomentare/Giustificare   Comunicare  Comprendere    Decidere/Scegliere  Generalizzare   Interpretare    Memorizzare    Modellare    Progettare   Relativizzare   Riconoscere    Ristrutturare   Sintetizzare    Sistematizzare   Trasferire   Valutare …

Accordo nel governo, salvate le maestre con il diploma magistrale

da la Repubblica

Accordo nel governo, salvate le maestre con il diploma magistrale

Il provvedimento interviene sulle insegnanti già di ruolo in modo da garantire un regolare avvio del prossimo anno scolastico. Per le diplomate oggi inserite nelle Graduatorie a esaurimento si interverrà tra 4 mesi

Corrado Zunino

ROMA – C’è l’accordo in Consiglio dei ministri anche sulle diplomate magistrali: quelle già in cattedra, sono 5.655, saranno salvate nonostante una sentenza del Consiglio di Stato, diventata pubblica lo scorso 20 dicembre, le avesse retrocesse in seconda fascia: un ritorno alle supplenze. No, le diplomate magistrali regolarmente assunte resteranno in ruolo nelle discipline già coperte per consentire un avvio regolare dell’anno scolastico a partire dal prossimo 10 settembre.

In avvio del Consiglio dei ministri a Palazzo Chigi, Marco Bussetti, titolare dell’Istruzione che nei giorni scorsi aveva mostrato l’intero disegno al presidente Sergio Mattarella, ha avuto il via libera dai ministeri economici per una soluzione ponte, parziale. S’interverrà solo sulle maestre già in ruolo: per la soluzione globale che riguarda, tra le altre, 43.534 “diplomate” oggi inserite nelle Graduatorie a esaurimento tutto viene rimandato di quattro mesi.

Il destino delle Dm è legato a quello delle 23.778 precarie storiche presenti nelle Graduatorie Gae e anche al futuro delle 130.000 laureate in Scienze della formazione primaria che attendono un concorso. Una soluzione che non scontenti nessun blocco sociale è molto difficile: il ministro Bussetti a “Repubblica” ha anticipato che non creerà una nuova graduatoria dove inserire, appunto, le diplomate magistrali.

Premi fino a 5.000 euro per le migliori “Storie di Alternanza”

da Orizzontescuola

Premi fino a 5.000 euro per le migliori “Storie di Alternanza”

di redazione

L’alternanza scuola-lavoro è l’opportunità di vivere un’esperienza lavorativa che arricchisce il percorso didattico e formativo.

Con l’obiettivo di valorizzare e dare visibilità ai progetti di alternanza elaborati e realizzati dagli studenti e dalle studentesse con i loro tutor negli istituti scolastici italiani di secondo grado, Unioncamere e Camere di Commercio italiane hanno lanciato la seconda edizione del Premio “Storie di alternanza”.

Per partecipare occorre inviare il “racconto” multimediale delle attività svolte e delle competenze maturate nei percorsi di alternanza scuola-lavoro. Sono previsti due livelli di premiazione: locale e nazionale. Le premiazioni locali saranno promosse e gestite dalle Camere di commercio aderenti all’iniziativa e prevedranno diversi riconoscimenti. Le premiazioni nazionali, gestite da Unioncamere, prevedono premi fino a € 5.000. Per farvi un’idea delle scuole vincitrici l’anno scorso potete dare uno sguardo alle storie premiate nella prima edizione. Come l’anno scorso, anche in questa seconda edizione saranno previste menzioni speciali, con la possibilità di una menzione dedicata a un racconto di alternanza scuola-lavoro incentrato sul settore della meccatronica da premiare attraverso uno stage extracurriculare remunerato.

  • Le scadenze per presentare la domanda di iscrizione sono le seguenti:
    Sessione II semestre 2018: dal 1° settembre al 19 ottobre 2018
    Sessione I semestre 2019: dal 1° febbraio al 12 aprile 2019

Altre informazioni sono sul sito dell’iniziativa. In bocca al lupo!

Concorsi scuola docenti 2019, slittano. Si punta a quelli regionali

da Orizzontescuola

Concorsi scuola docenti 2019, slittano. Si punta a quelli regionali

di redazione

Slitteranno i concorsi scuola per i docenti preventivati dal Governo Renzi per i docenti con tre anni di servizio e laureati con 24 CFU.

Stop ai concorsi

A dirlo è stato lo stesso Ministro Bussetti che ha parlato di rivisitazione delle regole. Ricordiamo che si tratta di concorsi che erano stati previsti dalla legge 107 e i cui lavori erano stati avviati dal Ministro Fedeli con una apposita commissione che aveva già elaborato i regolamenti.

Regole dei concorsi daranno cambiate

Le motivazioni di base dello slittamento consistono nella volontà da parte del Governo giallo-verde di rivedere alcune regole.

Innanzitutto, il Ministero attuerà una ricognizione dei posti disponibili nel triennio al fine di avere un quadro realistico sulla distribuzione regione per regione.

Concorsi regionali con domicilio professionale

Lo scopo finale, almeno secondo quelle che sono le mire della Lega, è di avviare concorsi nazionale gestiti dagli Uffici Scolastici Regionali ai quali sarà consentito partecipare solo se possiedi il domicilio professionale nella regione specifica.  In pratica il bando sarà nazionale e il docente siciliano potrà partecipare ad es. in Lombardia, purché abbia scelto di individuare in quella regione il proprio domicilio professionale.

Vincolo triennale

Tre le misure che il Governo adotterà per evitare la mobilità dei docenti del Sud emigrati a Nord per lavorare, si pensa alla reintroduzione di un paletto temporale che vincoli il docente alla classe. Un vincolo che potrebbe consistere in 3 anni di continuità prima di poter chiedere mobilità.

Passaggio da ambito a scuola: malfunzionamento del modello su Istanze on Line

da Orizzontescuola

Passaggio da ambito a scuola: malfunzionamento del modello su Istanze on Line

di redazione

Continuano ad arrivare alla nostra redazione segnalazioni riguardanti il modulo di Istanze on line per richiedere il passaggio da ambito a scuola.

Le segnalazioni  ci avvertono che il modulo su Istanze on Line non è attivo da diversi giorni.

Confidiamo in un pronto intervento degli operatori per ripristinare il servizio, dato che la richiesta per infanzia, primaria e secondaria di I grado scade il 5 luglio p.v.

Chiamata diretta abolita, nota Miur con date ufficiali e procedura da seguire su Istanze online dal 28 giugno

Assunzioni 2018: 20 mila posti liberi per medie, 15 mila per infanzia e primaria

da Orizzontescuola

Assunzioni 2018: 20 mila posti liberi per medie, 15 mila per infanzia e primaria

di redazione

Dopo l’elaborazione dei trasferimenti e dei passaggi di cattedra/ruolo è possibile avere un’idea del numero dei posti liberi per le immissioni in ruolo a.s. 2018/19

Avvio operazioni immissioni in ruolo primi di agosto

Entro fine luglio il Ministero conta di inviare i contingenti nonché il decreto con le istruzioni operative agli Uffici Scolastici. Il mese di agosto sarà quindi dedicato alle immissioni in ruolo, in modo da garantire la presa di servizio nella sede assegnata dal 1° settembre 2018. Anche per i docenti neoimmessi in ruolo, come già per i colleghi di ruolo che hanno ottenuto il trasferimento, l’assegnazione da ambito a scuola avverrà sulla base dei punteggi. Le novità

I posti liberi dopo i trasferimenti

Pubblicati i trasferimenti, la FLC CGIL elabora una scheda con i posti liberi, su posto comune e sostegno, utili per le immissioni in ruolo.

Naturalmente non è detto che tutti andranno al ruolo, il MEF non ha ancora autorizzato il contingente. Le immissioni in ruolo avverranno al 50% da GaE e 50% graduatoria di merito del concorso 2016, ed eventualmente alla graduatoria di merito del concorso 2018.

Eventuali posti ancora liberi potranno essere utilizzati per le supplenze.

Infanzia

Primaria

Secondaria I grado

Diplomati magistrale: prime difficoltà per il Governo

da La Tecnica della Scuola

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Vaccini, rimane l’obbligo per gli alunni ma con modifiche e proroga per i documenti

da La Tecnica della Scuola

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