Biblioteche scolastiche, Curricoli digitali e Progetti Cittadinanza

Biblioteche scolastiche innovative, curricoli digitali all’avanguardia, progetti di “Cittadinanza globale” e “Cittadinanza europea”: sono disponibili sul sito del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, le graduatorie finali per il finanziamento dei progetti delle scuole.

Cinque i milioni di euro a disposizione per la realizzazione di ulteriori 500 nuove biblioteche innovative nell’ambito del Piano nazionale scuola digitale. I finanziamenti prevedono sia interventi di tipo infrastrutturale e sia di dematerializzazione e digitalizzazione. Le biblioteche offriranno spazi di consultazione e formazione avanzati, aperti al territorio anche al di fuori dell’orario di lezione scolastica, e saranno fruibili da tutti, non solo dagli studenti dell’istituto.

Sono 125 le reti di scuole selezionate per la realizzazione di contenuti didattici innovativi sui temi delle competenze digitali e di percorsi didattici fortemente all’avanguardia. Per questi progetti gli istituti potranno contare su uno stanziamento di oltre 4 milioni di euro. Le aree tematiche in cui saranno realizzati i curricoli spaziano dai diritti in internet, all’educazione ai media (e ai social), al coding, all’arte e alla cultura digitale, all’economia e all’imprenditorialità digitale.

Scuole aperte anche di pomeriggio e attività mirate per sviluppare competenze trasversali, sociali e civiche per gli studenti. Sono 2.890 le scuole autorizzate per i progetti di “Cittadinanza globale” e 3.779 quelle per i progetti di “Cittadinanza europea”  che dal prossimo anno scolastico potranno ampliare la propria offerta formativa grazie al finanziamento complessivo di circa 150 milioni di euro previsto dall’Avviso del programma operativo PON 2014-2020. Le risorse permetteranno di realizzare attività per iniziative destinate agli studenti oltre l’orario di lezione, nonché per il potenziamento delle competenze linguistiche e stage all’estero.

Obbligo di privacy per gli studenti

da Il Sole 24 Ore

Obbligo di privacy per gli studenti

di Laura Virli

La legge 107 ha permesso a tutti gli studenti del triennio di scuola superiore di entrare in contatto con il mondo produttivo, grazie ai percorsi di alternanza scuola lavoro, utili a integrare le competenze curriculari, e a meglio orientarli verso scelte future consapevoli.

I percorsi di alternanza sono attuati sotto la responsabilità della scuola che co-progetta e stipula apposite convenzioni con le strutture ospitanti quali gli studi e gli ordini professionali, le camere di commercio, gli enti pubblici e privati, etc.

I diritti e i doveri degli studenti nei percorsi di alternanza sono riassunti nella «Carta dei diritti e dei doveri», un regolamento stilato di concerto da Miur e ministero del Lavoro.

I diritti

Gli studenti in alternanza effettuano un orario giornaliero indicato, nel rispetto della normativa vigente, nella convenzione stipulata tra la scuola e la struttura ospitante.

Devono essere accolti in ambienti di formazione adeguati e sicuri, che favoriscano la crescita della persona e coerenti con l’indirizzo di studio seguito. Devono ricevere un’ampia informazione sul progetto e sugli obblighi che derivano dal tipo di attività lavorativa.

Sono supportati da un tutor interno designato dalla scuola e da un tutor esterno designato dalla struttura ospitante, in rapporto al rischio delle attività svolte (5 studenti per ogni tutor interno, per attività a rischio alto, 8 studenti se rischio medio, 12 studenti se rischio basso).

Devono poter prendere visione e sottoscrivere le relazioni dei tutor, i quali forniscono al consiglio di classe elementi utili alle valutazioni, anche ai fini dell’ammissione agli esami di Stato.

Hanno il diritto di esprimere una valutazione sull’efficacia e sulla coerenza del percorso effettuato rispetto al proprio indirizzo di studio. A tal fine, la scuola predispone appositi strumenti di rilevazione. Ma anche il Miur ha recentemente attivato un “bottone rosso” sulla piattaforma digitale dedicata (http://www.alternanza.miur.gov.it/index.html) per la segnalazione di situazioni che si discostano molto da quanto co-progettato da scuola e, nel nostro caso, studio professionale.

Sono, inoltre, assicurati contro gli infortuni, a carico dello Stato, all’ Inail, e per la responsabilità civile verso terzi, a carico della scuola.

I doveri

Gli studenti sono tenuti a rispettare le regole di comportamento della struttura ospitante. Eventuali provvedimenti disciplinari sono, però, adottati dalla scuola.

Sono tenuti a frequentare le attività per almeno tre quarti delle ore previste. Devono mantenere la riservatezza su dati e informazioni acquisiti durante l’alternanza. Devono, inoltre, relazionare, al termine dell’attività di formazione on the job, in merito all’esperienza svolta.

Gli studenti sono tenuti a rispettare le norme in materia di igiene, salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, dopo aver preventivamente ricevuto dalla scuola una formazione generale sulla tematica, certificata ed integrata con la formazione specifica impartita all’ingresso dalla struttura ospitante, studi professionali inclusi.

Alla scrivania o in cantiere ragazzi «on the job» in sicurezza

da Il Sole 24 Ore

Alla scrivania o in cantiere ragazzi «on the job» in sicurezza

di Claudio Tucci

«Gli studi, di solito, hanno dipendenti, quindi sono in regola con gli obblighi di legge su salute e sicurezza sul lavoro. La scuola, poi, assicura il rispetto degli adempimenti Inail. Io, in più, offro un’assicurazione aggiuntiva contro gli infortuni che grazie a una convenzione stipulata dall’Adc, il sindacato dei dottori commercialisti, mi costa 100 euro l’anno».

Maria Pia Nucera è una commercialista, con studi a Roma e Milano, e da oltre 10 anni accoglie ragazzi in “formazione on the job”. Il tema del rispetto delle regole su salute e sicurezza, durante l’esperienza di scuola-lavoro, è avvertito, e una parte di queste attività è anche a carico, economicamente, della struttura che ospita il giovane alunno (per esempio, la sorveglianza sanitaria, se si è impegnati oltre 20 ore alla settimana davanti al computer). Il gioco però vale la candela: «L’alternanza è un ottimo strumento – spiega Nucera -. Va potenziata, superando tutte le perplessità».

La normativa per accogliere, in sicurezza, ragazzi “on the job” è stata coordinata, di recente, dal Miur, di concerto con Lavoro, Semplificazione e Pa, e raccolta nella Carta dei diritti e dei doveri degli studenti in alternanza. Si parte dalla formazione generale, quattro ore, che «può essere erogata anche a distanza, in modalità e-learning – evidenzia Fabrizio Proietti, dirigente del Miur che si occupa di alternanza -. I ragazzi possono utilizzare la piattaforma messa a disposizione dal ministero, le scuole forniscono le credenziali e alla fine dei moduli viene rilasciata una certificazione, validata da Inail per quanto riguarda i contenuti formativi». Un pò più articolate sono le disposizioni sulla formazione specifica, collegata a tre categorie di rischio. «In caso di rischio basso – aggiunge Proietti – i ragazzi dovranno formarsi per altre quattro ore. Stiamo lavorando con Inail per rendere fruibili i moduli online sulla nostra piattaforma. Se il rischio è medio le ore di formazione salgono a otto e necessariamente devono essere erogate in presenza. Nella terza, e ultima ipotesi, di rischio alto, si devono svolgere 12 ore formative, anche qui, tutte in presenza». La formazione generale viene erogata dall’istituto scolastico ed è integrata da quella specifica, che gli studenti ricevono all’ingresso nella struttura ospitante, vale a dire, in questo caso, lo studio professionale. Il relativo costo può, però, essere posto a carico della scuola, a seconda della convenzione stipulata con l’istituto, con la quale si delineano le finalità del percorso di alternanza e le attività da svolgersi “on the job”.

Ma si tratta di oneri e adempimenti burocratici insormontabili per i professionisti? «Penso di no – risponde Proietti -. Sono già oltre 17mila gli studi che accolgono alunni in alternanza. In uno studio legale, di un commercialista o di un consulente del lavoro, il rischio, di norma, è basso, pertanto sono sufficienti otto ore totali di formazione su salute e sicurezza. Tra l’altro non parlerei di adempimenti burocratici, ma di vera e propria cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro che, attraverso l’alternanza, si riesce a trasmettere agli studenti in vista del loro ingresso nel mondo del lavoro».

Certo, in un cantiere la situazione è più delicata. «Io ci porto gli studenti – racconta Salvatore Perez, architetto con studio a Latina -. La mia esperienza, come direttore dei lavori e coordinatore della sicurezza, coinvolge un’intera classe. La scuola ha fornito un’assicurazione specifica per l’attività “on the job” in cantiere, poi è stata firmata una convenzione tra il preside e l’azienda indicando obblighi e impegni. Si parte con lezioni teoriche in classe, coinvolgendo anche la Asl per gli argomenti antinfortunistici, per poi passare a dimostrazioni pratiche e piccole attività, sempre sotto l’assistenza dei preposti di cantiere e del rappresentante dell’impresa. Concluderemo il primo percorso di alternanza a fine luglio, con il nuovo anno scolastico, gli alunni apprenderanno il completamento della costruzione, fino alle finiture. Ci riteniamo soddisfatti? Sì, molto. Sia noi, sia i ragazzi».

Scuola, quel bonus da 500 euro per i prof che rischia di sparire: “Spendete tutto entro il 31 agosto”

da la Repubblica

Scuola, quel bonus da 500 euro per i prof che rischia di sparire: “Spendete tutto entro il 31 agosto”

In attesa di indicazioni ufficiali, il consiglio è consumare la cifra per la formazione degli insegnanti entro la fine dell’anno scolastico che si chiude a fine agosto. I rappresentanti dei lavoratori temono, com’è già avvenuto lo scorso anno con 20 milioni non spesi, che si usi quel che resta dei 380 milioni di euro stanziati per fare quadrare i conti pubblici

Bonus da 500 euro per la formazione degli insegnanti introdotto dalla Buona scuola in bilico. Secondo la norma (e i successivi provvedimenti) che lo ha istituito, le somme (quelle dell’anno in corso e quelle eventualmente residuate dall’anno precedente) andrebbero spese entro il 31 agosto prossimo. La notizia ormai circola con una certa insistenza sul web e nei social da qualche tempo. E i sindacati, considerato il silenzio del ministero dell’Istruzione sulla questione, nei mesi scorsi hanno “consigliato” in maniera informale ai docenti di spendere tutto entro la fine dell’anno scolastico, che si chiude appunto a fine agosto. Ma dal Miur, pur ammettendo che attualmente le cose stanno in questo modo, rassicurano i 760mila docenti che da tre anni percepiscono il bonus da 500 euro all’anno.

“In effetti – chiariscono dal Miur – avremmo dovuto considerare quella come scadenza ultima ma su mandato del ministro stiamo lavorando per rendere disponibili quelle somme anche per il prossimo anno scolastico”. Secondo alcuni, le somme sub iudice sarebbero quelle non spese dello scorso anno scolastico, secondo altri tutte. La riforma Renzi/Giannini nel 2015 ha introdotto la cosiddetta Carta del docente che consente a tutti gli insegnanti di ruolo di acquistare: libri e riviste, spettacoli teatrali e cinematografici, computer e corsi di formazione. Il primo anno furono accreditati direttamente sul conto corrente dei docenti ma andavano rendicontati. Dal 2016/2017 in poi ogni docente è in possesso di un “borsellino elettronico” in cui il ministero ha versato i 500 euro più le somme non spese nell’anno precedente.

Il grosso del budget previsto dalla legge 107 è stato speso per l’acquisto di computer e tablet, anche perché negli ultimi tre anni il registro elettronico si è diffuso in quasi tutti gli ordini e gradi e per gestirlo è più comodo avere un supporto informatico da portare in classe: un portatile o un tablet. Il motivo dell’incertezza che regna sui 500 euro assegnati annualmente a maestri e prof sarebbe un altro. I sindacati temono che al governo giallo-verde possano fare gola i 380 milioni di euro stanziati per la causa. In campagna elettorale, singoli esponenti delle due formazioni che adesso sono al governo si sono pronunciati in vario modo sul tema. E i rappresentanti dei lavoratori temono, com’è già avvenuto lo scorso anno con 20 milioni non spesi, che venga prelevata una quota per fare quadrare i conti pubblici e, magari, finanziare altre priorità. Ecco perché hanno consigliato di spendere tutto entro fine agosto. “Presto – spiegano da viale Trastevere – arriveranno indicazioni in merito”.

Immissioni in ruolo docenti, a fine luglio i contingenti poi avvio operazioni. Le novità

da Orizzontescuola

Immissioni in ruolo docenti, a fine luglio i contingenti poi avvio operazioni. Le novità

di redazione

Effettuati i trasferimenti della scuola secondaria di II grado, è tutto pronto per le immissioni in ruolo. E infatti i sindacati sono convocati al Miur il 17 luglio.

Si mette in moto la macchina per stabilire i contingenti e ripartirli per classe di concorso, posto di sostegno e provincia.

Immissioni in ruolo: i contingenti per l’a.s. 2018/19, la procedura

Successivamente alla pubblicazione dei trasferimenti per la scuola secondaria di secondo grado – comunica il Ministero – sarà possibile procedere alla determinazione dei contingenti, ripartiti per provincia, classe di concorso/tipo posto, da destinare alle nomine in ruolo.

Il contingente sarà trasmesso agli Uffici Scolastici., unitamente al decreto ministeriale relativo alle immissioni in ruolo del personale docente, dopo aver ricevuto la prescritta autorizzazione del Ministero dell’Economia e Finanze e della Funzione Pubblica.

Avvio operazioni inizio agosto 2018, assunzioni dal 1° settembre e passaggio da ambito a scuola

A seguito di tale trasmissione, presumibilmente entro la fine di luglio, gli Uffici scolastici avvieranno tempestivamente le operazioni di convocazione e di individuazione dell’ambito, con contestuale assegnazione della sede, ai docenti neo-immessi in ruolo.

La tempistica per il passaggio da ambito territoriale a scuola sarà diramata successivamente, quella che parte oggi 28 giugno interessa esclusivamente i docenti di ruolo che hanno ottenuto il trasferimento su ambito territoriale. L’ufficio scolastico seguirà il punteggio di graduatoria. I vincitori di concorso ordinario precederanno i docenti provenienti dalle graduatorie ad esaurimento. L’assegnazione della sede di incarico avverrà contestualmente all’assegnazione dell’ambito di titolarità.

Assunzioni 2018/19: 50% GaE, 50% concorso

Le immissioni in ruolo continueranno ad essere svolte al 50% dalle Graduatorie ad esaurimento e al 50% da concorso 2016. Laddove le graduatorie del concorso dovessero essere esaurite e le graduatorie definitive del concorso 2018 già pronte, si potrà assumere da queste ultime per l’accesso al 3° anno FIT. Una circostanza che può essere considerata realistica per alcune classi di concorso in Lombardia, meno per alcune nel Lazio.

Immissioni in ruolo infanzia e primaria: scorrimento oltre il 10% di idonei

Per le assunzioni dei docenti di infanzia e primaria inseriti nelle graduatorie del concorso 2016 da quest’anno c’è la novità prevista dalla legge di Bilancio 2018, ossia come per la secondaria, in presenza di posti liberi nel periodo di vigenza delle graduatorie le stesse possono essere scorse anche oltre il 10% degli idonei inzialmente previsto dal bando di concorso. Gli uffici Scolastici devono quindi pubblicare gli elenchi completi degli idonei. Naturalmente prima di procedere alle assunzioni per infanzia e primaria bisognerà decidere come trattare i docenti inseriti con riserva nelle Graduatorie ad esaurimento, ancora non destinatari delle sentenze di merito.

Validità graduatorie concorso prorogata di un anno

Un altra delle novità introdotte dalla Legge di Bilancio 2018 è la proroga di un anno della validità delle graduatorie del concorso 2016 (successivo al triennio).

Pensioni quota 100 con età a 64 o 65 anni, ecco come cambiano i numeri

da Orizzontescuola

Pensioni quota 100 con età a 64 o 65 anni, ecco come cambiano i numeri

di redazione

Il presidente dell’Inps Boeri è intervento in Parlamento con una relazione in cui venivano affrontate diverse questioni, ma all’interno della quale si affrontava anche la questione del costo minimo e massimo di ‘quota 100’ guardando al 2028.

Nella relazione sono state approntate quattro proiezioni, legate allo sbarramento d’età per la quota 100 a 64 o 65 anni.

“In assenza di una formale proposta normativa” l’Inps ha impostato l’analisi in base a quattro differenti scenari.

Il primo prevede il ripristino della pensione di anzianità con 41 anni di contribuzione e quota 100 con 64 anni di età minima (35 anni la soglia dei contributi). Nel 2019 l’onere sarebbe di 11,6 miliardi di euro per un totale di 596 mila pensioni in più a fine anno. Nel 2028 i costi salirebbero a 18,3 miliardi e gli assegni a 1 milione. Dopo di che “a partire dal 2030 gli oneri si riducono, trasformandosi in risparmi intorno all’anno 2040.

Passando alla seconda, si immagina uno sbarramento a 65 anni per un esborso di 10,3 miliardi di euro subito, che nel 2018 lieviterebbero fino a 16,5. I flussi di pensionamento da 519 mila andrebbero a 896 mila.

Ritornare ai 41 anni di anzianità e insieme a quota 100, 101 per gli autonomi, senza un requisito di età farebbe salire i costi a quasi 14,4 miliardi già in partenza, per sfiorare i 21 miliardi annui di euro nel 2028. Gli assegni in più sarebbero 751 mila nel 2019 (oltre un milione dopo dieci anni). “Dall’elaborazione – si legge nella nota tecnica – risulta che la modifica normativa comporta un onere complessivo pari a circa 6,0 punti percentuali rispetto al Pil previsto per l’anno 2018”. Altra cosa è quota 100 con 64 anni minimi di età e il mantenimento della legislazione attuale per quanto riguarda l’anzianità (oggi 43 anni e 3 mesi per gli uomini, 42 anni e 3 mesi per le donne). Il primo anno si spenderebbero 4,6 miliardi in più fino ad arrivare a 8 nel 2028. Nell’arco dei dieci anni il maggior numero di pensioni va dalle 258 mila alle 450 mila.

Assunzioni e concorsi nella scuola bloccati dalle vipere della Ragioneria?

da La Tecnica della Scuola

Assunzioni e concorsi nella scuola bloccati dalle vipere della Ragioneria?

Calendario scolastico 2019: quando si torna a scuola?

da Tuttoscuola

Calendario scolastico 2019: quando si torna a scuola? 

Tuttoscuola aggiorna il calendario scolastico 2018/19 sulla base di quello pubblicato dal Ministero dell’Istruzione. Ecco per quando sono previste le prossime vacanze, i ponti.

Calendario scolastico: feste e ponti del 2019

Vediamo di seguito l’elenco delle festività e dei ponti fissato per il 2019:

– tutte le domeniche;
– 1° novembre
– 8 dicembre
– 25 dicembre
– 26 dicembre
– 1° gennaio
– 6 gennaio
– 21 aprile – Pasqua
– 22 aprile, Lunedì dell’Angelo
– 25 Aprile, Festa della Liberazione
– 1° maggio, Festa del Lavoro
– 2 giugno, Festa della Repubblica
–  Festa del Santo Patrono.

Calendario scolastico 2019: quando si torna a scuola?

I primi a rientrare in classe sono gli studenti di Bolzano il 5 settembre. Roma e il Lazio a scuola dal 17 settembre.
Di seguito riportiamo per intero tutto il calendario scolastico 2018/19 delle varie Regioni d’Italia.

VALLE D’AOSTA

Ritorno a scuola: 12 settembre 2018
Vacanze di Natale: dal 24 dicembre 2018 al 5 gennaio 2019
Vacanze d’inverno: dal 4 al 6 marzo 2019
Vacanze di Pasqua: dal 18 aprile 2019 al 24 aprile 2019
Termine lezioni: 12 giugno 2019
Extra: 2 e 3 novembre 2018, 30 e 31 gennaio 2019.

TRENTO

Ritorno a scuola: 12 settembre 2018
Vacanze di Natale: dal 24 dicembre 2018 al 5 gennaio 2019
Vacanze d’inverno: 4 e 5 marzo 2019
Vacanze di Pasqua: dal 19 al 27 aprile 2019
Termine lezioni: 8 giugno 2019
Extra: 2 e 3 novembre 2018

BOLZANO

Ritorno a scuola: 5 settembre 2018
Vacanze di Natale: dal 24 dicembre 2018 al 5 gennaio 2019
Vacanze d’inverno: dal 4 al 10 marzo 2019
Vacanze di Pasqua: dal 18 al 23 aprile 2019
Termine lezioni: 15 giugno 2019
Extra: dal 29 ottobre al 4novembre 2018

VENETO

Ritorno a scuola: 12 settembre 2018
Vacanze di Natale: dal 24 dicembre 2018 al 5 gennaio 2019
Vacanze di inverno: dal 4 al 6 marzo 2019
Vacanze di Pasqua: dal 18 al 24 aprile 2019
Termine lezioni: 8 giugno 2019
Extra: 2 e 3 novembre 2018

FRIULI VENEZIA GIULIA

Ritorno a scuola: 10 settembre 2018
Vacanze di Natale: dal 24 dicembre 2018 al 5 gennaio 2019
Vacanze di inverno: dal 4 al 6 marzo 2019
Vacanze di Pasqua: dal 18 al 24 aprile 2019
Termine lezioni: 12 giugno 2019

PIEMONTE

Ritorno a scuola: 10 settembre 2018
Vacanze di Natale: dal 24 dicembre 2018 al 5 gennaio 2019
Vacanze di inverno: dal 2 al 6 marzo 2019
Vacanze di Pasqua: dal 18 al 24 aprile 2019
Termine lezioni: 8 giugno 2019
Extra: 2 e novembre 2018

LOMBARDIA

Ritorno a scuola: 12 settembre 2018
Vacanze di Natale: dal 23 dicembre 2018 al 5 gennaio 2019
Vacanze di inverno: dall’8 al 9 marzo (rito ambrosiano ); dal 4 al 5 marzo (rito romano)
Vacanze di Pasqua: dal 18 al 23 aprile 2019
Termine lezioni: 8 giugno 2019

LIGURIA

Ritorno a scuola: 17 settembre 2018
Vacanze di Natale: dal 24 dicembre 2018 al 5 gennaio 2019
Vacanze di Pasqua: dal 18 al 22 aprile 2019
Termine lezioni: 11 giugno 2019
Extra: 2 e 3 novembre 2018, 26 e 27 aprile 2019

EMILIA ROMAGNA

Ritorno a scuola: 17 settembre 2018
Vacanze di Natale: dal 24 dicembre 2018 al 5 gennaio 2019
Vacanze di Pasqua: dal 18 al 23 aprile 2019
Termine lezioni: 7 giugno 2019
Extra: 2 e 3 novembre 2018.

TOSCANA

Ritorno a scuola: 17 settembre 2018
Vacanze di Natale: dal 24 dicembre 2018 al 5 gennaio 2019
Vacanze di Pasqua: dal 18 al 23 aprile 2019
Termine lezioni: 10 giugno 2019

UMBRIA

Ritorno a scuola: 12 settembre 2018
Vacanze di Natale: dal 24 dicembre 2018 al 5 gennaio 2019
Vacanze di Pasqua: dal 18 al 24 aprile 2019
Termine lezioni: 8 giugno 2019
Extra: 2 e 3 novembre 2018.

LAZIO

Ritorno a scuola: 17 settembre 2018
Vacanze di Natale: dal 23 dicembre 2018 al 5 gennaio 2019
Vacanze di Pasqua: dal 18 al 23 aprile 2019
Termine lezioni: 8 giugno 2019

ABRUZZO

Ritorno a scuola: 10 settembre 2018
Vacanze di Natale: dal 24 dicembre 2018 al 5 gennaio 2019
Vacanze di Pasqua: dal 18 al 24 aprile 2019
Vacanze di Carnevale: dal 4 al 5 marzo 2019
Termine lezioni: 8 giugno 2019
Extra: 2 e 3 novembre 2018

MARCHE

Ritorno a scuola: 17 settembre 2018
Vacanze di Natale: dal 24 dicembre 2018 al 5 gennaio 2019
Vacanze di Pasqua: dal 18 al 23 aprile 2019
Termine lezioni: 8 giugno 2019
Extra: 2 novembre 2018

CAMPANIA

Ritorno a scuola: 12 settembre 2018
Vacanze di Natale: dal 24 dicembre 2018 al 5 gennaio 2019
Vacanze di Pasqua: dal 18 al 27 aprile 2019
Vacanze di Carnevale: 4 e 5 marzo 2019
Termine lezioni: 8 giugno 2019
Extra: 2 e 3 novembre 2018

MOLISE

Ritorno a scuola: 13 settembre 2018
Vacanze di Natale: dal 24 dicembre 2018 al 5 gennaio 2019
Vacanze di Pasqua: dal 18 al 24 aprile 2019
Termine lezioni: 8 giugno 2019
Extra: 2 e 3 novembre 2018

BASILICATA

Ritorno a scuola: 10 settembre 2018
Vacanze di Natale: dal 24 dicembre 2018 al 5 gennaio 2019
Vacanze di Pasqua: dal 18 al 24 aprile 2019
Vacanze di Carnevale: dal 4 al 6 marzo 2019
Termine lezioni: 12 giugno 2019
Extra: 2 e 3 novembre 2018

CALABRIA

Ritorno a scuola: 17 settembre 2018
Vacanze di Natale: dal 24 dicembre 2018 al 5 gennaio 2019
Vacanze di Pasqua: dal 18 al 24 aprile 2019
Termine lezioni: 8 giugno 2019
Extra: 2 e 3 novembre 2018

PUGLIA

Ritorno a scuola: 20 settembre 2018
Vacanze di Natale: dal 24 dicembre 2018 al 5 gennaio 2019
Vacanze di Pasqua: dal 18 al 24 aprile 2019
Termine lezioni: 12 giugno 2019
Extra: 2 e 3 novembre 2018

SICILIA

Ritorno a scuola: 12 settembre 2018
Vacanze di Natale: dal 22 dicembre 2018 al 5 gennaio 2019
Vacanze di Pasqua: dal 18 al 24 aprile 2019
Termine lezioni: 11  giugno 2019

SARDEGNA

Ritorno a scuola: 17 settembre 2018
Vacanze di Natale: dal 24 dicembre 2018 al 5 gennaio 2019
Vacanze di Pasqua: dal 18 al 23 aprile 2019
Vacanze di Carnevale: 5 marzo 2019
Termine lezioni: 8 giugno 2019
Extra: 2 novembre 2018

Nota 16 luglio 2018, AOODGOSV 12106

Ai Direttori degli Uffici Scolastici Regionali
LORO SEDI
Ai Coordinatori del servizio ispettivo e ai Referenti per la Valutazione dei Dirigenti scolastici degli Uffici Scolastici Regionali
LORO SEDI
Ai Dirigenti scolastici delle Istituzioni scolastiche statali di ogni ordine e grado
LORO SEDI
e p.C. AI Capo di Gabinetto
Al Capo Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
AI Capo Dipartimento per la programmazione e la gestione delle
risorse umane, finanziarie e strumentali
SEDE
Al Gruppo di coordinamento interistituzionale “Pro.Di.S”
Al Capo Ufficio stampa
SEDE

Oggetto: Proroga chiusura delle funzioni per la compilazione del Portfolio del Dirigente scolastico

Con la Nota della DGOSV prot. n. 6844, del 19 aprile 2018, è stata individuata al 31 luglio 2018 la scadenza per la chiusura delle funzioni per la compilazione del Portfolio del Dirigente scolastico.
Con attenzione alle richieste pervenute di dilazione dei termini stabiliti, in considerazione dei numerosi adempimenti che impegnano i Dirigenti scolastici nella parte conclusiva dell’anno scolastico, si comunica che la scadenza per la chiusura delle funzioni è prorogata al 31 agosto 2018, al fine di mettere a disposizione più tempo per la compilazione del Portfolio.

Il Direttore generale
Maria Assunta Palermo