Ispettori tecnici e retorica istituzionale

Ispettori tecnici e retorica istituzionale

di Mario Maviglia

Recentemente il CSPI (Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione) ha espresso il previsto parere sullo schema di decreto ministeriale avente per oggetto “Modalità di esercizio della funzione tecnico-ispettiva”. La bozza ministeriale trasmessa al CSPI intende aggiornare la funzione tecnico-ispettiva adeguandola ai cambiamenti che sono intervenuti rispetto al precedente decreto 1046/2017 riguardante il medesimo oggetto.

Quando si leggono atti ufficiali come quello in questione la prima sensazione che prova chi è addetto ai lavori ed ha fatto questo mestiere per decenni è di profondo sconforto. Sulla carta infatti viene disegnata una figura professionale di grande spessore, e di estrema utilità per innalzare la qualità del nostro sistema scolastico. E infatti nell’Allegato 1 della bozza di decreto si afferma che “La funzione tecnico-ispettiva, esercitata dai dirigenti tecnici, concorre alla realizzazione dei compiti di istruzione e di formazione delle istituzioni scolastiche; orienta le strategie di innovazione e di valutazione del sistema scolastico, anche nella prospettiva internazionale; realizza l’attività ispettiva di supporto dei processi formativi e di assistenza tecnico-didattica a favore delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado; svolge attività di studio, ricerca e consulenza tecnica.” E il documento prosegue sottolineando il coinvolgimento della dirigenza con funzione tecnico-ispettiva nel processo di innovazione che connota la Scuola come “motore del Paese”, una dirigenza che in quanto “espressione di alta professionalità in ambito educativo, pedagogico e didattico [contribuisce ad] accrescere i livelli di apprendimento degli studenti e allinearli a standard internazionali (…) Il corpo ispettivo contribuisce alla Scuola ‘affettuosa’, inclusiva, al servizio della persona, impegnata a prendere in carico le fragilità e a ridurre divari sociali, culturali, economici. Tali processi di cambiamento esigono ruoli tecnici capaci di attivare strategie di coesione, confronto e coordinamento con le istituzioni scolastiche e, più in generale, con le istituzioni pubbliche, i territori e la società civile.”

Se un osservatore straniero dovesse leggere queste pagine si farebbe un’idea quasi idilliaca della funzione tecnico-ispettiva italiana. In fondo abbiamo una tradizione letteraria che ci consente di edulcorare la realtà in modo mirabile. La situazione reale è ovviamente molto diversa da come viene dipinta e infatti il CSPI nel suo parere in modo alquanto prosaico e realistico non manca di sottolineare che “per la realizzazione degli obiettivi richiamati nello schema di decreto, l’attuale organico di centonovanta dirigenti tecnici, previsto dal DPCM 166/2020, sia del tutto insufficiente e considera indispensabile procedere ad un ampliamento dell’organico.” Come non essere d’accordo!

Quando ho iniziato a fare l’ispettore, nel 1991, la pianta organica degli ispettori contava 696 unità; quando sono andato in pensione, nel 2018, gli ispettori in pianta organica erano 190, ma in realtà quelli di ruolo erano meno di 40. C’è da chiedersi come può uno sparuto gruppo di ispettori (per quanto di “alta professionalità”) far fronte a tutti gli ambiti di intervento richiamati dalla bozza di decreto: – Sostegno alla progettazione e supporto ai processi formativi; – Supporto al processo di valutazione e autovalutazione; – Supporto tecnico-didattico-pedagogico; – Supporto tecnico-scientifico per le tematiche ed i processi definiti dall’Amministrazione; – Accertamenti ispettivi. In Francia gli ispettori (che sono circa 2000, leggasi duemila) si occupano quasi esclusivamente di valutazione del personale docente, e in altri Paesi europei si occupano esclusivamente di valutazione delle scuole con una dotazione organica comunque superiore a quella del nostro Paese. Ecco perché questo decreto, una volta ufficializzato, sarà destinato a rimarcare ancora una volta la distanza tra un dichiarato roboante e altisonante e un agito dispersivo e tutto sommato inconcludente.

Tutto ciò appare comunque coerente con un disegno politico-istituzionale complessivo imperante nel nostro Paese e caratterizzato da una forte resistenza a promuovere e mettere in atto serie politiche di valutazione e controllo, soprattutto nell’ambito del settore pubblico. In tale contesto, gli ispettori rappresentano, loro malgrado, la foglia di fico che cela l’incapacità/non volontà della classe dirigente di istituire un vero servizio ispettivo, autorevole, autonomo e imparziale. La bozza di decreto ci offre una visione della funzione ispettiva basata sulla finzione. La realtà è costituita da quei 190 dirigenti tecnici in pianta organica che se dovessero lavorare alacremente non riuscirebbero a coprire in modo serio nemmeno uno dei cinque ambiti individuati dalla bozza di decreto. Il resto è vuota retorica.

Reclutamento, formazione in ingresso e percorsi abilitanti

Reclutamento, formazione in ingresso e percorsi abilitanti : seminario online promosso dalla FLC CGIL. Appuntamento lunedì 14 febbraio

Roma, 14 febbraio – La FLC CGIL promuove un evento online per confrontarsi con rappresentanti del mondo politico, delle associazioni professionali, con pedagogisti e protagonisti della scuola sui temi della formazione in ingresso dei docenti, dei percorsi di abilitazione all’insegnamento e della futura riforma del reclutamento prevista dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

In questi ultimi mesi si è molto discusso di una riforma che porti al superamento dell’attuale impostazione basata sui percorsi da 24 CFU, tuttavia non è ancora partito un vero confronto istituzionale e con le forze sociali che definisca un’idea di scuola a cui connettere un modello di formazione e reclutamento efficace.

La sfida che ci si pone davanti è quella di costruire un sistema solido e fondato sul piano pedagogico, capace di fare i conti con la piaga del precariato e con l’esigenza di una solida formazione didattica e professionalizzante del corpo docente della scuola.

Riteniamo indispensabile un dibattito ampio su questo tema e pensiamo di poter dare un contributo alla crescita di un confronto costruttivo tra i diversi attori e addetti ai lavori che possono avere competenza e responsabilità nel mettere in cantiere un’idea di riforma ben costruita.

L’evento sarà visibile in diretta sul sito della FLC CGIL a partire dalle ore 15.00, vedrà una introduzione a cura di Manuela Pascarella del centro nazionale della FLC CGIL e 4 interventi:

Andrea Gavosto, Direttore Fondazione Agnelli
Raffaele Iosa, Maestro, Direttore Didattico, Ispettore
Beppe Bagni, Esperto di formazione
Elisabetta Nigris, Docente Università di Milano – Bicocca

Seguirà la tavola rotonda con

Manuela Ghizzoni (Segreteria nazionale PD)
Valentina Aprea (Deputata FI, Commissione VII Camera)
Mario Pittoni (Senatore Lega, Commissione VII Senato)
Francesco Sinopoli (Segretario Generale FLC CGIL)

Gli Istituti Tecnici Superiori

Gli Istituti Tecnici Superiori un’eccellenza Italiana nel panorama formativo. Stato dell’Arte e ricognizione normativa.

di Dario Angelo Tumminelli, Emilia Tartaglia Polcini, Zaira Matera

Gli Istituti Tecnici Superiori, acronimo ITS, sono “scuole di eccellenza” nazionale, un vero fiore all’occhiello nel variegato panorama formativo Italiano e internazionale. Difatti sono delle scuole post-diploma, nate nel 2010, quando allora il dicastero dell’Istruzione era retto dal Ministro On. Mariastella Gelmini. Formano in uscita, in stretto raccordo col tessuto produttivo, i cosiddetti “Tecnici Superiori”, caratterizzati da una formazione altamente specifica, molto richiesta dalle aziende, contraddistinta dalla specializzazione tecnologica.

Gli Istituti Tecnici Superiori rappresentano la prima esperienza italiana di offerta formativa terziaria, professionalizzante, alternativa e parallela a quella accademica, totalmente gratuita, secondo un sistema ben consolidato da alcuni anni anche in altri paesi europei (es. le Fachhochschulenscuole di alta formazione” tedesche o il Brevet Technicien Supérieurlicenza di tecnico superiore” francese) che permettono di conseguire, alla conclusione del percorso formativo di studio, un titolo “forte”, definito come “Diploma di Tecnico Superiore”, con la relativa annessa certificazione delle competenze corrispondenti al Quadro europeo delle qualifiche.

Il “Diploma di Tecnico Superiore” viene rilasciato dal Ministero dell’Istruzione ed è riconosciuto sia a livello nazionale dallo Stato italiano, sia al livello internazionale, in tutti i paesi dell’Unione Europea. Le competenze acquisite durante il percorso di studi sono corrispondenti al Quadro europeo delle qualifiche – EQF (European Qualification Framework), al quinto e sesto livello della classificazione comunitaria delle certificazioni, adottata con decisione del Consiglio d’Europa (85/368/CEE) “Decisione del Consiglio del 16 luglio 1985 relativa alla corrispondenza delle qualifiche di formazione professionale tra gli stati membri delle Comunità europee” come di seguito suddivisa:

  • Percorso Biennale V livello EQF
  • Percorso Triennale VI livello EQF

In buona sostanza gli Istituti Tecnici Superiori rappresentano, oggi, una concreta opportunità per le giovani generazioni nel panorama formativo Italiano, di assoluto interesse e di indiscusso valore, pregio e rilievo, in quanto espressione concreta di una mirata e lungimirante strategia formativa, in forte sinergia con le attuali politiche formative attive e con le politiche economiche e industriali. L’alto obiettivo formativo prefissato dalla formazione erogata dagli Istituti Tecnici Superiori è quello di sostenere interventi mirati e destinati ai settori produttivi, considerati nel nostro paese strategici, in riferimento ai fabbisogni formativi richiesti dal tessuto produttivo (il mondo delle piccole e medie imprese), di innovazione e di trasferimento tecnologico.

Riferimenti normativi

La prima norma giuridica in Italia, finalizzata all’istituzione del sistema di istruzione e formazione tecnica superiore (IFTS) è la Legge 17 maggio 1999, n. 144, precisamente l’art. 69. Allora reggeva il dicastero dell’Istruzione il Ministro, On. prof. Luigi Berlinguer. Lui stesso volle definire le strategie politiche dell’istruzione collegate strettamente al lavoro, mettendo insieme scuola, università e/o enti di ricerca, centri di formazione professionale e imprese. Occorrerà attendere qualche altro anno prima del suo pieno compimento, con la legge Finanziaria 2007, Legge 27 dicembre 2006, n. 296, art.1, commi 631 e 875 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato” pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 299 del 27 dicembre 2006 – Supplemento ordinario n. 244, per riorganizzare la formazione tecnica superiore in veri e propri Istituti Tecnici Superiori e la Legge 2 aprile 2007, n. 40 relativamente alla configurazione e alla denominazione di ITS.

Legge 27 dicembre 2006, n. 296, art.1 «Comma 631 – A decorrere dall’anno 2007, il sistema dell’istruzione e formazione tecnica superiore  (IFTS), di cui all’articolo 69 della legge 17 maggio 1999, n. 144, è riorganizzato nel quadro del  potenziamento dell’alta formazione professionale e delle misure per valorizzare la filiera tecnico-scientifica, secondo le linee guida adottate con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su  proposta del Ministro della pubblica istruzione formulata di concerto con il Ministro del lavoro e  della previdenza sociale e con il Ministro dello sviluppo economico, previa intesa in sede di  Conferenza unificata di cui all’articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, ai sensi del  medesimo decreto legislativo

Successivamente, il 25 gennaio 2008, venne emanato il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri con le “Linee guida per la riorganizzazione del Sistema di istruzione e formazione tecnica superiore e la costituzione degli Istituti Tecnici Superiori”; prendono cosi definitivamente forma gli ITS. Fu l’allora Ministro dell’Istruzione, On. Giuseppe Fioroni, a dare una spinta propulsiva verso un impianto simile al modello francese, riprendendo cosi le previsioni contenute nella finanziaria 2007.

In seguito con il Decreto n. 93 del 7 febbraio 2013, pubblicato in Gazzetta Ufficiale Serie Generale n. 91 del 18 aprile 2013, si ha la “Definizione dei percorsi di specializzazione tecnica superiore di cui al Capo III del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 25 gennaio 2008”. Il citato Decreto, registrato alla Corte dei Conti il 25 marzo 2013, è a firma congiunta degli ex Ministri, per il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, il prof. Francesco Profumo, per il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, la prof.ssa Elsa Fornero, per il Ministero dello Sviluppo Economico, il prof. Gaetano Passera, e per il Ministro dell’Economia e delle Finanze, il prof. Vittorio Grilli. Fanno parte integrante del citato Decreto diversi allegati annessi ordinati con le lettere dalla A alla F. L’allegato A sono le Linee guida al Decreto, di cui all’art. 52 commi 1 e 2 del decreto-legge n.5/2012, convertito dalla legge n. 35 del 4 aprile 2012, contenenti le misure di semplificazione e di promozione dell’istruzione tecnico professionale e degli Istituti Tecnici Superiori.   

Come si accede

Accedono ai corsi ITS i giovani e gli adulti in possesso di diploma di istruzione secondaria di secondo grado quinquennale (diploma professionale o tecnico e/o maturità), o di un diploma quadriennale di Istruzione e Formazione Professionale (IeFP), purché abbiano frequentato almeno un corso annuale integrativo di istruzione e formazione tecnica superiore (IFTS). L’accesso ai percorsi è a numero chiuso. Si accede sempre a seguito di procedura selettiva, previo il superamento della prova concorsuale d’ingresso (prove di accesso). Una buona conoscenza di base d’informatica e della lingua inglese sono caratteristiche essenziali, requisito preferenziale per l’ammissione ai percorsi. Vi è inoltre la possibilità di frequentare eventualmente moduli di specifica preparazione finalizzati a riallineare le competenze mancanti e/o comunque carenti.

Iscrizioni

Superate tutte le prove concorsuali è possibile iscriversi compilando la modulistica fornita. Ai corsisti, in genere, è richiesta una tassa di iscrizione. Per favorire la partecipazione femminile ai percorsi formativi, di norma, sono previsti specifici rimborsi delle quote di iscrizione sia per le studentesse che per gli studenti. Ciascuna Fondazione può mette a disposizione, liberamente, ulteriori agevolazioni economiche e servizi aggiuntivi per gli studenti e le studentesse. Tutti gli iscritti, infine, possono beneficiare delle stesse agevolazioni per il diritto agli studi superiori previste per gli studenti universitari (borse di studio, prezzi agevolati per mensa, trasporti, alloggi).

Distribuzione nel territorio

Sono attualmente insistenti sul territorio Italiano n. 116 ITS, correlati a 6 aree tecnologiche considerate “strategiche” per lo sviluppo economico e per la competitività del Paese, ai sensi del D.P.C.M. 25 gennaio 2008, con un totale di 713 percorsi al momento attivi e 18.273 studenti e studentesse iscritti ai suddetti corsi. Le 6 aree tecnologiche interessate indicate nel Decreto interministeriale prot. n. 8327 del 7 settembre 2011 “Norme generali per gli ITS” di seguito così suddivise:

  • Efficienza energetica (15)
  • Mobilità sostenibile (20)
  • Nuove tecnologie della vita (8)
  • Nuove tecnologie per il Made in Italy (48) – (Sistema agroalimentare, Sistema casa, Sistema meccanica, Sistema moda, Servizi alle imprese),
  • Tecnologie innovative per i beni e le attività culturali – Turismo (14)
  • Tecnologie dell’informazione e della comunicazione (11)

I 48 ITS dell’area Nuove tecnologie per il Made in Italy:

  • Servizi alle imprese (4)
  • Sistema agro-alimentare (21)
  • Sistema casa (2)
  • Sistema meccanica (13)
  • Sistema moda (8)

La maggior parte degli ITS è localizzato nella regione Lombardia (20); seguono Sicilia (11), Calabria e Campania (9); Lazio (8); Emilia-Romagna, Piemonte, Toscana e Veneto (7); Puglia (6); Liguria e Abruzzo (5); Marche, Friuli Venezia Giulia e Sardegna (4); una sola Fondazione è presente in Molise, Umbria e Basilicata. Emilia-Romagna, Piemonte e Lombardia sono le regioni ad avere almeno una Fondazione ITS in tutte le aree tecnologiche.

Maggiori informazioni sono reperibili consultando il sito ufficiale dell’INDIRE dal link: https://www.indire.it/progetto/its-istituti-tecnici-superiori/dove-sono-gli-its/

Articolazione dei corsi

I corsi si articolano normalmente in 4 semestri, possono arrivare fino a 6 semestri, costituiti normalmente da un monte ore complessivo di 1.800/2.000. Sono dunque percorsi biennali e triennali, alternativi e complementari all’Università. I percorsi sono ben strutturati in moduli e unita, per competenze anziché per materie. La competenza è la capacità di mettere a frutto ciò che si sa e si conosce per realizzare qualcosa. Le metodologie didattiche impiegate: “Learning-by-doing”, “project work”, “problem solving”, “design thinking” sono solo alcuni degli esempi didattici più utilizzati nei percorsi ITS, una metodologia orientata certamente “al saper fare”, rispetto alla tradizionale impostazione accademica di impianto teorico. Indubbiamente il modello formativo si ispira ad una didattica integrata dove il mondo delle imprese canalizza le sue esperienze sul campo ponendo in essere metodologie esperienziali, prive di scolasticismi a favore della flessibilità, sostenendo modelli di formazione aperti, capaci di valorizzare motivazione e vocazione di ciascun allievo/a.

Infatti, circa il 50% del corpo docente proviene dal mondo delle professioni con una pregressa esperienza lavorativa di almeno cinque anni. Sono professionisti esperti del settore, messi a disposizione dalle aziende. Questa presenza significativa di docenti provenienti dal mondo del lavoro, consente di portare in aula esperienze consolidate, collegate al lavoro, alla professionalità, insieme a competenze e tecnologie atte a garantire una maggiore fusione proprio tra mondo della formazione e mondo delle professioni.

Lo stage è sempre obbligatorio, stabilito in non meno del 30% del monte ore complessivo, della durata fino a 800 ore, svolto sempre in azienda, attraverso la realizzazione di progetti mirati e su misura di studente/studentessa. Lo stage è, di fatto, la prima esperienza di lavoro per il “Tecnico Superiore” in uscita, stabilendo cosi, fin da subito, un forte legame con il tessuto produttivo. È possibile svolgere lo stage oltre che in Italia anche all’estero.

Risulta molto interessante la possibilità di svolgere l’esperienza lavorativa in azienda in regime di apprendistato ai sensi dell’Intesa in Conferenza Stato-Regioni 162 del 01 ottobre 2015 e Decreto legislativo 81, articolo 45 del 15 giugno 2015, garantendo così una maggiore integrazione tra formazione e lavoro, per ridurre il disallineamento tra domanda e offerta di figure e competenze professionali.

I percorsi formativi, come previsto del Decreto Interministeriale n. 713 del 16 settembre 2016 “Linee guida in materia di semplificazione e promozione degli Istituti tecnici superiori a sostegno delle politiche di istruzione e formazione sul territorio e dello sviluppo dell’occupazione dei giovani, a norma dell’articolo l, comma 47, della legge 13 luglio 2015, n. 107” pubblicate in Gazzetta Ufficiale Serie Generale n.9 del 12 gennaio 2017, si concludono sempre con le verifiche finali.

Sono previste tre prove: una prova teorico-pratica, una prova scritta e una prova orale. Le prove teorico-pratiche riguardano la soluzione di un problema tecnico-scientifico, la prova scritta è basata sulla risoluzione di 30 domande a risposta multipla, finalizzate a valutate le conoscenze e le abilita acquisite dallo studente/studentessa e la prova orale riguarda la discussione del “project work”. In buona sostanza le verifiche finali sono finalizzate a verificare le competenze acquisite durante il percorso, in base ai piani formativi, condotte e gestite da commissioni d’esame appositamente costitute, in modo da assicurare e garantire la presenza di tutti i rappresentanti, appartenenti al mondo della scuola, dell’Università, della formazione professionale ed esperti del mondo del lavoro. La funzione di presidente della commissione d’esame è sempre svolta da un rappresentante dell’Università.

Titolo di studio e spendibilità

A conclusione del percorso di studio a tutti gli studenti/studentesse che hanno frequentato i percorsi degli ITS per almeno l’80% della loro durata complessiva e che siano stati valutati positivamente, previo superamento dell’esame finale, viene rilasciato il certificato di specializzazione tecnica superiore, con l’indicazione del settore di riferimento. I diplomi di “Tecnico Superiore” sono rilasciati dall’Istituzione scolastica autonoma, ente capofila di riferimento dell’ITS sulla base di un apposito modello nazionale. Al momento di scrittura del presente articolo sono 29 figure nazionali.

Il Tecnico Superiore è figura professionale tecnica, molto richiesta dalle aziende, di alto livello formativo ed elevato profilo. Nell’ottica di favorire la circolazione dei cittadini nella comunità, sia in ambito nazionale che europeo, il titolo di studio conseguito, denominato “Diploma di Tecnico Superiore” è corre­dato dall’ EUROPASS diploma supplement, permettendo in tal modo di allineare il nostro paese agli altri paesi europei che operano da anni con la formazione tecnica di alto profilo formativo, a titolo di esempio le Fachhochschulen tedesche “scuole di alta formazione“, le IUT francesi e le SISPI svizzere.

I corsi degli ITS sono sempre costruiti attraverso una co-progettazione condivisa e partecipata da tutti i soggetti interessati e convolti nel partenariato. Le aziende partner ricoprono, infatti, un ruolo fondamentale se non del tutto decisivo, in quanto sono parte attiva nella co-progettazione dell’offerta formativa.

Il completamento di un corso organizzato da un Istituto Tecnico Superiore consente, a chi volesse in seguito proseguire con successivi studi universitari, in base alla legislazione vigente in materia, l’acquisizione e il riconoscimento di Crediti Formativi Universitari, cosiddetti CFU, come previsto dall’art. 1 comma 51 della Legge 13 luglio 2015, n. 107, “Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti”, a tutti nota come “Buona Scuola” per l’iscrizione ai corsi di studio per conseguimento della Laurea triennali. Nell’impianto originale la Legge 107/2015 prevedeva un minimo di 100 crediti per i percorsi dalla durata di quattro semestri e 150 per quelli di sei semestri. Questo valore è stato successivamente ridimensionato prevedendo un minimo di 40 CFU per i percorsi biennali e 62 CFU per i percorsi triennali

Costituzione delle fondazioni

Gli Istituti Tecnici Superiori sono realizzati in collaborazione con le imprese, le Università pubbliche e private, gli Enti/centri di ricerca pubblici e/o privati, gli Enti Locali (Comuni, Consorzi, Provincie, Città metropolitana, Comunità montana) e le scuole secondarie di secondo grado, per sviluppare nuove competenze in aree tecnologiche considerate prioritarie e strategiche per la competitività e per lo sviluppo economico del paese.

Gli Istituti Tecnici Superiori rappresentano nel nostro paese una formazione altamente professionalizzante di livello terziario, parallela a quella accademica, non universitaria, strettamente collegata alla realtà del sistema produttivo e del mercato del lavoro, per rispondere all’esigenza di formare quadri intermedi ad elevata specializzazione “tecnico-scientifica”, formazione richiesta dalle aziende che hanno sempre più bisogno di giovani capaci di orientarsi nello scenario dell’innovazione tecnologica, fornendo dunque alle nuove generazioni, nuove ed elevate competenze per processi di produzione all’avanguardia.

La denominazione di Istituto Tecnico Superiore viene riconosciuta esclusivamente alle strutture che possiedono i requisiti contenuti nelle Linee guida (allegato A), e sulla base dello schema di statuto contenuto (allegato B) nel Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 25 gennaio 2008. Gli Istituti Tecnici Superiori vengono istituiti con la forma giuridica della “Fondazione partecipata” che ne costituisce la struttura portante secondo il modello di gestione “pubblico-privata” di attività “no-profit”.

Approfondimento In buona sostanza, possono divenire fondatori degli Istituti Tecnici Superiori sia le persone fisiche che giuridiche, pubbliche o private, gli Enti locali, le agenzie formative regionali accreditate, che contribuiscano al fondo di dotazione o al fondo di gestione. L’Istituto scolastico autonomo, tecnico o professionale, che promuove e attiva la costituzione della “fondazione di partecipazione”, in qualità di co-fondatore, ne costituisce sempre l’ente di riferimento o capofila, fermo restando che rimane distinta e separata la sua soggettività giuridica, come ente autonomo, rispetto all’Istituto Tecnico Superiore. All’atto della costituzione della fondazione, tutti i soggetti co-fondatori contribuiscono, ognuno con la sua parte e con proprie risorse, alla costituzione del patrimonio della fondazione di partecipazione, anche attraverso apportato di risorse finanziarie, strumentali logistiche e umane. Gli Istituti scolastici autonomi, tecnici e professionali e le agenzie formative (strutture formative regionali accreditate), partecipano alla costituzione della fondazione avvalendosi anche dei contributi Statali disponibili sul fondo appositamente costituito a valere del comma 875 art. 1 della Legge 296/2006, (Legge finanziaria 2007) nonché di quelli conferiti dalle Regioni in misura non inferiore al 30% del predetto contributo, dagli Enti locali e da altri soggetti pubblici e privati. I corsi sono finanziati con risorse a valere su FSE, MIUR e 10% minimo di cofinanziamento Fondazione ITS.   <<Comma 875 Al fine di assicurare una più efficace utilizzazione delle risorse finanziarie destinate all’attuazione degli interventi di cui al comma 631, è istituito, nello stato di previsione del Ministero della pubblica istruzione, il Fondo per l’istruzione e formazione tecnica superiore. Al Fondo confluiscono le risorse annualmente stanziate a valere sull’autorizzazione di spesa di cui al comma 634, sul fondo iscritto nella legge 18 dicembre 1997, n. 440, nonché le risorse assegnate dal CIPE, per quanto riguarda le aree sottoutilizzate, per progetti finalizzati alla realizzazione dell’istruzione e formazione tecnica superiore, con l’obiettivo di migliorare l’occupabilità dei giovani che hanno concluso il secondo ciclo di istruzione e formazione>>

La Fondazione di partecipazione è una particolare forma giuridica di ente privato molto utilizzata dagli Enti pubblici per svolgere attività di pubblica utilità con il concorso di soggetti privati, regolata dagli artt. 14 e seguenti del Codice civile. Come previsto dal Decreto interministeriale n. 93 del 7 febbraio 2013, le fondazioni di partecipazione sono da ricomprendere nell’area degli “organismi di diritto pubblico” dotati di autonomia statutaria, didattica, di ricerca, organizzativa, amministrativa e finanziaria, che operano nel rispetto degli indirizzi della programmazione regionale e degli standard definiti a livello nazionale

L’Istituto Tecnico Superiore e/o Fondazioni acquistano la personalità giuridica ai sensi dell’art. 1 Decreto del Presidente della Repubblica 10 febbraio 2000, n. 361 “Regolamento recante norme per la semplificazione dei procedimenti di riconoscimento di persone giuridiche private e di approvazione delle modifiche dell’atto costitutivo e dello statuto (n. 17 dell’allegato 1 della legge 15 marzo 1997, n. 59)” pubblicato in Gazzetta Ufficiale Serie Generale n. 286 del 07 dicembre 2000,  mediante apposita iscrizione nel registro delle persone giuridiche istituito presso la Prefettura di riferimento della Provincia nella quale ha sede. Il controllo sulla fondazione è esercitato dal Prefetto, secondo le norme del codice civile (vedi artt. 14 e seguenti). Il Prefetto esercita, dunque, il controllo sulla buona amministrazione delle fondazioni ITS. All’Istituto scolastico autonomo, tecnico o professionale che ha promosso la costituzione della fondazione medesima è affidato il ruolo di ente di riferimento dell’ITS.

Lo standard minimo per la costituzione di un Istituto Tecnico Superiore prevede la presenza di almeno:

  • un Istituto di istruzione secondaria superiore statale autonoma e/o privata dell’area tecnico o professionale, in relazione all’art. 13 della Legge 2 aprile 2007, n. 40, deve necessariamente appartenere all’ordine tecnico o professionale, con sede legale ubicata nella provincia sede della fondazione;
  • un Ente Locale (Comune, Provincia, Città metropolitana, comunità montana);
  • una struttura formativa accreditata dalla Regione per l’alta formazione, con sede ubicata nella provincia sede della fondazione;
  • un’impresa/azienda del settore produttivo cui si riferisce l’Istituto Tecnico Superiore;
  • un dipartimento universitario o altro organismo di ricerca (ente o centro di ricerca) appartenente al sistema della ricerca scientifica e tecnologica.

Le Regioni, nell’esercizio della loro competenza esclusiva in materia di programmazione dell’offerta formativa, prevedono, nell’ambito di piani territoriali triennali di intervento, la costituzione degli ITS con riferimento a una delle seguenti aree tecnologiche, articolate nell’ambito.

Dati di restituzione

Appare lapalissiano l’interesse e l’indiscusso valore verso questi modelli formativi che si confermano una delle novità più significative nel panorama Italiano della formazione terziaria professionalizzante. Una novità che ha certamente convinto le imprese. I dati confermano che gli ITS rispondono ai reali bisogni delle aziende, cogliendo le diverse tendenze del mercato del lavoro.

Dal monitoraggio 2021 dei percorsi ITS, scaricabile dal sito ufficiale dell’INDIRE dal link: https://www.indire.it/progetto/its-istituti-tecnici-superiori/monitoraggio-nazionale/ si evince che l’80% dei diplomati trova lavoro ad un anno dal diploma. Questo dato così incoraggiante determina l’assoluta valenza, nonché il pregio e il rilievo della formazione. La rilevazione si è concentrata sugli esiti occupazionali a distanze di dodici mesi dal conseguimento del diploma per le studentesse e gli studenti che hanno concluso i percorsi di studio presso gli ITS.

L’80% dei diplomati ha trovato lavoro entro un anno dal diploma, nel 92% dei casi in un’area coerente con il percorso di studi concluso, il 4,8% si è iscritto a un percorso universitario.

Il 49,3% degli occupati è stato assunto con contratto a tempo determinato o lavoro autonomo in regime agevolato: questa è stata la tipologia contrattuale più utilizzata in tutte le aree tecnologiche. Gli studenti sono giovani di età compresa tra i 20 e i 24 anni (il 44,9%) e 18 e 19 anni (il 32,3%), in prevalenza maschi (il 72,6%), provenienti dagli Istituti tecnici (il 62,3%). Interessante è la percentuale di iscritti con maturità liceale (21,3%).

Il ruolo dell’Indire.

L’Indire, su incarico del Ministero dell’Istruzione, realizza e gestisce la Banca dati nazionale ITS, come pure il monitoraggio nazionale che raccoglie l’offerta dei percorsi ITS a livello territoriale anche nell’ottica di controllare le attività che gli Istituti svolgono nel tempo, per un miglioramento continuo del sistema. L’Indire contribuisce dunque alla realizzazione del sistema di monitoraggio e valutazione dei percorsi ITS ed elabora i dati derivanti da  ogni percorso formativo. L’Indire svolge e conduce un’attività di ricerca per analizzare e indagare gli elementi strutturali, organizzativi, didattici e di sviluppo praticati nei diversi ITS, portandoli a sistema per avviare e generare un processo di innovazione sociale. Maggiori informazioni sono reperibili consultando il sito ufficiale dell’INDIRE dal link: https://www.indire.it/progetto/its-istituti-tecnici-superiori/dove-sono-gli-its/

Per completezza della trattazione, infine, è meritevole di menzione l’interessante  e innovativa proposta di Legge ordinaria n. 3014 (testo consultabile dal link http://documenti.camera.it/leg18/pdl/pdf/leg.18.pdl.camera.3014.18PDL0142030.pdf)  che permetterebbe al Diploma Tecnico Superiore l’accesso ai concorsi per Insegnante Tecnico Pratico (ITP). La proposta d’iniziativa dei deputati, Onorevoli, Soverini Serse, Di Giorgi Rosa Maria, Piccoli Nardelli Flavia, Rossi Andrea, Prestipino Patrizia, Lattanzio Paolo, Nitti Michele, Orfini Matteo, Ciampi Lucia, Carnevali Elena, è stata presentata alla Camera il 13 aprile 2021, rubricata in “Disposizioni per la riorganizzazione del sistema di istruzione e formazione tecnica superiore”. Il 17 giugno 2021, la Commissione Cultura della Camera ha predisposto il testo base sulla riorganizzazione del sistema di istruzione e formazione tecnica superiore in attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Il testo è stato approvato il 20 luglio 2021 e trasmesso al Senato. Maggiori informazioni sono rinvenibili nel sito ufficiale della Camera dei Deputati dal seguente link: https://www.camera.it/leg18/126?tab=&leg=18&idDocumento=3014&sede=&tipo=

Bibliografia

  • CODICE CIVILE artt. 14 e seguenti, art. 42 – Regio Decreto 16 marzo 1942, n. 26
  • DECISIONE del Consiglio d’Europa (85/368/CEE) “Decisione del Consiglio del 16 luglio 1985 relativa alla corrispondenza delle qualifiche di formazione professionale tra gli stati membri delle Comunità europee
  • LEGGE 17 maggio 1999, n. 144 “Misure in materia di investimenti, delega al Governo per il riordino degli incentivi all’occupazione e della normativa che disciplina l’INAIL, nonché’ disposizioni per il riordino degli enti previdenziali”.
  • LEGGE 27 dicembre 2006, n. 296 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato” (legge finanziaria 2007).
  • LEGGE 2 aprile 2007, n. 40 “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31 gennaio 2007, n. 7, recante misure urgenti per la tutela dei consumatori, la promozione della concorrenza, lo sviluppo di attività economiche e la nascita di nuove imprese
  • LEGGE n. 35 del 4 aprile 2012 “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 9 febbraio 2012, n. 5, recante disposizioni urgenti in materia di semplificazione e di sviluppo
  • LEGGE 13 luglio 2015, n. 107, “Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti”, e in particolare il comma 45-52, dell’unico articolo
  • DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI del 25 gennaio 2008 “Linee guida per la riorganizzazione del Sistema di istruzione e formazione tecnica superiore e la costituzione degli Istituti Tecnici Superiori”.
  • Decreto Legge 31 gennaio 2007, n. 7 convertito in Legge 2 aprile 2007, n. 40, art. 13; Legge 27 dicembre 2006, n. 296, art. 1, commi 631 e 875
  • DECRETO LEGGE del 7 settembre 2011norme generali concernenti i diplomi degli Istituti Tecnici Superiori e relative figure nazionali di riferimento, la verifica e la certificazione delle competenze”.
  • DECRETO LEGGE 9 febbraio 2012, n. 5 convertito in Legge 4 aprile 2012, n. 35, art. 52.
  • DECRETO LEGGE del 5 febbraio 2013 concernente la revisione degli ambiti di articolazione dell’area “Tecnologie innovative per i beni e le attività culturali – Turismo” degli Istituti Tecnici Superiori, delle relative figure nazionali di riferimento e dei connessi standard delle competenze tecnico-professionali.
  • DECRETO LEGISLATIVO n. 81 del 15 giugno 2015 “Disciplina organica dei contratti di lavoro e revisione della normativa in tema di mansioni, a norma dell’articolo 1, comma 7, della legge 10 dicembre 2014, n. 183
  • DECRETO MIUR n. 93 del 7 febbraio 2013 “Definizione dei percorsi di specializzazione tecnica superiore di cui al Capo III del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 25 gennaio 2008
  • ACCORDO del 5 agosto 2014 tra Governo, Regioni ed Enti locali per la realizzazione del sistema di monitoraggio e valutazione dei percorsi ITS.
  • ACCORDO in Conferenza Unificata n. 133 del 17 dicembre 2015 tra Governo, Regioni ed Enti locali “modifiche e integrazioni al sistema di monitoraggio e valutazione dei percorsi ITS” Risorse nazionali Istituti Tecnici Superiori (ITS)
  • ACCORDO Conferenza Stato/Regioni n. 11 del 20 gennaio 2016 – Modifica del D.I. n. 91 del 7 febbraio 2013 – Competenze comuni dei percorsi IFTS.
  • INTESA in Conferenza Stato/Regioni n. 162 del 01 ottobre 2015 “Apprendistato. Criteri
    generali per la realizzazione dei percorsi, standard formativi
  • INTESA sullo schema di decreto recante: “Linee guida in materia di semplificazione e promozione degli ITS a sostegno delle politiche di istruzione e formazione sul territorio e dello sviluppo dell’occupazione dei giovani Conferenza Unificata. Atto n. 42 seduta del 3 marzo 2016.”
  • DECRETO INTERMINISTERIALE n. 8327 del 7 settembre 2011 “Norme generali per gli ITS
  • DECRETO INTERMINISTERIALE n. 713 del 16 settembre 2016 “Linee guida in materia di semplificazione e promozione degli Istituti tecnici superiori a sostegno delle politiche di istruzione e formazione sul territorio e dello sviluppo dell’occupazione dei giovani, a norma dell’articolo l, comma 47, della legge 13 luglio 2015, n. 107
  • DECRETO DIPARTIMENTALE prot. n. 1284.28 del 28.11.2017 che definisce, a livello nazionale, le unità di Costo Standard (UCS) per i percorsi ITS e il relativo documento tecnico.
  • DECRETO INTERMINISTERIALE del 23 gennaio 2018 – Disposizioni per lo svolgimento delle prove di verifica finale delle competenze acquisite dagli allievi degli Istituti Tecnici Superiori – I.T.S. – costituiti per l’area tecnologica della Mobilità sostenibile, ambiti “mobilità delle persone e delle merci” e “gestione degli apparati e degli impianti di bordo”, unificate con le prove di esame per il conseguimento delle certificazioni di competenza di Ufficiale di coperta e di Ufficiale di macchina.

Sitografia

Maggiori informazioni e approfondimenti sono reperibili dai siti ufficiali del Ministero dell’Istruzione e dal sito INDIRE (Istituto nazionale di documentazione innovazione e ricerca educativa) da cui il presente articolo ha tratto il contenuto.

Nota 14 febbraio 2022, AOODGSIP 400

Ministero dell’Istruzione
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione Direzione Generale per lo Studente, l’Inclusione e l’Orientamento scolastico UFFICIO 2

Agli Uffici Scolastici Regionali – LORO SEDI
Alla Provincia Autonoma di Trento Servizio istruzione – TRENTO
All’Intendenza scolastica per la lingua italiana – BOLZANO
All’Intendenza scolastica per la lingua tedesca – BOLZANO
All’Intendenza scolastica per la lingua ladina – BOLZANO
Al Sovrintendente Scolastico per la Regione Valle d’Aosta – AOSTA
e p.c. ai dirigenti scolastici delle scuole secondarie di II grado

Oggetto: “UNO SPAZIO TRA SALUTE E SICUREZZA 2022” iniziativa online per diffondere la cultura della Salute e della Sicurezza, dedicata alle scuole secondarie di secondo grado promossa da ASI – Agenzia Spaziale Italiana.