Scuola, settembre di proteste: prof, alunni e genitori scendono in piazza

da la Repubblica

Salvo Intravaia

Scuola in piazza contro la ministra Azzolina. A pochi giorni dall’avvio delle lezioni, nel mondo della scuola la temperatura è già altissima. Venerdì 25 e sabato 26 sindacati, associazioni di genitori e studenti manifesteranno contro il governo Conte e contro l’immagine del “tutto procede bene” offerta, tra gel disinfettante, banchi monoposto e organico aggiuntivo Covid, dall’esecutivo. Perché, stando ai racconti che arrivano direttamente delle scuole, le cose vanno diversamente. E per la prima volta dopo diversi lustri, manifestano con lo stesso slogan, “Priorità alla scuola”, tutti i sindacati di categoria: Cisl e Uil scuola, Flc CGIL, Snals, Gilda e Cobas.

Gli organizzatori della protesta, che raccoglie l’adesione di molti presidenti di Consiglio d’istituto scolastici (i “consigli d’amministrazione” delle scuole presieduti da un genitore), raccontano un avvio delle lezioni tutto in salita, snocciolando tutte le problematiche con cui si stanno confrontando in questi giorni operatori e fruitori del servizio scolastico. Per il comitato che sabato 26 settembre porterà in Piazza del Popolo a Roma, dalle ore 15:30, genitori, insegnanti e studenti, “la scuola ricomincia senza insegnanti”: ne mancano all’appello 200mila, di cui 20mila di sostegno, che gli uffici periferici del ministero stanno cercando di nominare prima possibile, ma non sempre con successo.

“La scuola ricomincia senza banchi”: il grosso dei 2milioni di banchi monoposto e delle 400mila sedute innovative (quelle con le rotelle) non sono arrivati a destinazione e i dirigenti scolastici stanno letteralmente impazzendo per portare gli alunni in classe col distanziamento minimo di sicurezza. La scuola inizia senza le aule che tutti auspicavano di avere per ridurre il numero di alunni presenti, in quanto molti enti locali non sono riusciti a trovarne sul territorio. E “senza risanare gli edifici: poche migliaia di euro allocati per ogni Istituto e quasi tutti i lavori ancora da avviare. Ma anche “senza un progetto pedagogico e senza soldi”.

Per gli studenti, le scuole “sono in ginocchio”. “I nostri istituti sono stati riaperti da una settimana – dichiara Alessandro Personè, dell’Unione degli studenti – e l’unica cosa che emerge è che le nostre scuole sono in ginocchio a causa di un piano di riapertura inadeguato: trasporti insufficienti, lavori di edilizia scolastica mai partiti, organico mancante e didattica a distanza ancora presente”. Al superiore, almeno fino a quando non arriveranno i famosi banchetti monoposto, non si sa per quanto tempo i ragazzi e le ragazze dovranno condividere una didattica mista con mezza classe a distanza e l’altra metà in presenza a giorni alterni.

Gli studenti chiedono alla ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, “risposte concrete in merito al Recovery Fund” e vogliono “tornare a scuola in presenza ed in sicurezza”. Per questo sfileranno nelle maggiori città italiane anche venerdì 25 settembre. Lo stesso giorno, in preparazione della manifestazione del 26 settembre, si mobiliteranno anche gli studenti universitari. “Dopo mesi di lockdown – dichiara Camilla Guarino, a capo di LINK Coordinamento Universitario – e di didattica a distanza ancora oggi governo ed atenei non riescono a garantire a tutti gli studenti e le studentesse di rientrare in sicurezza nelle università del nostro paese”. E accusano l’esecutivo di avere messo in campo “misure di intervento e di finanziamento sull’università ancora parziali e non risolutive”.