Tempi nuovi, vecchi amori

Tempi nuovi, vecchi amori

di Antonio Stanca

    Da molto tempo ormai, da anni, si è finito con le correnti letterarie, quelle che definivano non solo i contenuti ma anche le forme della narrativa, della poesia, dei testi artistici di vario genere. A determinarle, a formarle concorreva quanto stava succedendo nella vita, nella società, nella storia, nel pensiero di un tempo, di un’epoca. Erano il riflesso di un movimento, di una cultura che si andava sviluppando, che cambiava rispetto a quella precedente, erano gli aspetti di un’evoluzione di carattere generale. Ora che quest’evoluzione è arrivata al culmine, ora che il mondo, la storia sono all’apice del progresso, non c’è più un modo unico che includa le espressioni dei vari autori, una corrente ben determinata. Liberi, senza regole, si è diventati anche in letteratura né poteva essere altrimenti tenendo conto di quanti contributi nuovi, diversi, lontani abbia questa risentito con i tempi moderni. Scrittori, poeti, pensatori, artisti di vario genere, di ogni parte del mondo fanno sentire ormai le loro voci e ognuna vuole distinguersi, essere particolare. È stata un’esplosione multipla che non poteva essere ridotta ad una tendenza, ad una corrente ché da molte e diverse parti proveniva, di molte e diverse culture era l’espressione. Tanti sono diventati gli autori perché tanti sono diventati i loro luoghi di provenienza, le loro storie. Ci si è allontanati, separati, ogni autore si è identificato con la sua opera e questa con il luogo, la storia di lui. Non aveva più ragione, non ci poteva più essere una corrente che tutti li comprendesse, alla quale tutti ubbidissero. Una liberazione era avvenuta da regole, canoni e così si è andati avanti per molto tempo, per tanto tempo fino a giungere ai giorni nostri quando difficile è diventato sapere cosa, perché, come scrivere, quando di quelle regole rifiutate si è tornati ad avere nostalgia, quando proprio questa sta assumendo i toni, i caratteri di una tendenza non limitata ma estesa a tutte le parti del mondo, a tutti i loro autori. Da un po’ di tempo non c’è opera letteraria, qualunque sia la sua provenienza, che non lasci trasparire l’aspirazione ad un recupero, una rivalutazione di quei valori, di quei principi altamente morali, pienamente umani, fortemente spirituali che il mondo moderno e la sua cultura avevano messo da parte. Si era creduto di poter vivere, pensare, scrivere senza un programma, un progetto, si è giunti a non sapere più come fare, si è sfociati nel disordine, nella confusione, si è tornati a volere l’ordine, a cercarlo in quell’umanità, in quella spiritualità che erano state annullate. Si è creata quest’aspirazione, si è diffusa, ha superato ogni confine, è diventata la più nuova, la più estesa, l’ultima corrente letteraria. Non ha ancora un nome ma è quella che vuole riscoprire quanto della vita si era perso, la condizione, la dimensione umana che superata era stata dal prepotente avanzare dei tempi.

   Alla formazione di una corrente letteraria si è tornati ad assistere quando ormai sembrava impossibile. Grande è la sorpresa anche perché non da novità risulta costituita ma da quanto era già finito.