Falsi invalidi? Per la Corte dei conti nessuna frode. Sprecati i controlli Inps

da Il Redattore Sociale

“Falsi invalidi? Per la Corte dei conti nessuna frode. Sprecati i controlli Inps”

Conferenza nazionale sulla disabilità. Le federazioni Fish e Fand si scagliano contro la campagna sulle pensioni percepite illegalmente. Pagano: solo malavitosi. Barbieri: solo lo 0,06 per cento del totale

13 luglio 2013

BOLOGNA – Forti del sostegno venuto il giorno prima dal viceministro Maria Cecilia Guerra, le due maggiori federazioni di associazioni di persone disabili hanno colto l’occasione della sessione conclusiva della Conferenza di Bologna per dire parole molto dure contro la campagna sui “falsi invalidi”.

“Non esistono!”, ha tuonato con nettezza il presidente della Fand Giovanni Pagano, “O esistono in una percentuale talmente vicina allo zero da considerarsi fisiologica. E questo fenomeno è frutto soprattutto di malavitosi”, ha concluso, invitando la platea a non confondere tra i casi di falsi invalidi e le revisioni della percentuale di disabilità, che avvengono continuamente in conseguenza di variazioni dello stato di salute.

Ancora più argomentato l’intervento di Pietro Barbieri, presidente della Fish, il quale ha citato l’ultima relazione della Corte dei conti nella quale si legge testualmente che “non si segnalano frodi riguardanti l’invalidità civile”. Ciò vuol dire, ha sottolineato Barbieri, che “gli 800 mila controlli disposti dall’Inps (la metà di tutte le pensioni di invalidità pagate in Italia) per smascherare il presunto fenomeno non sono serviti a nulla: hanno scovato solo 1.500 casi, pari allo 0,06 per cento del totale”. I falsi invalidi sono invece esistiti un tempo e in modo diffuso, ha aggiunto, “quando un posto di lavoro si pagava 30 milioni di lire”.

 

Invalidità civile, ritardi cronici per il riconoscimento: “Costano 58 milioni di euro”

Rapporto sull’invalidità civile di Cittadinanzattiva. Ci vuole quasi un anno di attesa per il riconoscimento della condizione di invalido civile e lo Stato è costretto a pagare gli interessi passivi: il peso della burocrazia brucia risorse pubbliche

58 milioni di euro: è il costo per lo stato di tutti i ritardi accumulati per il riconoscimento dell’invalidità civile. Con l’aumento delle attese aumentano infatti anche gli interessi passivi. Specifica Cittadinanzattiva nel suo rapporto: “I 58 milioni di euro rappresentano la somma dei costi per interessi passivi e costi per i medici convenzionati Inps (unica tipologia di costi rispetto ai quali esistono dati certi). E’ la somma del peso della burocrazia, dei ritardi dell’iter di riconoscimento e dello svolgimento del Piano straordinario di verifica”. Su dati della Corte dei conti (Relazione controllo Inps esercizio 2011, determinazione n. 91/2012), in media occorrono 278 giorni per riconoscere l’invalidità civile, 325 per la cecità civile e 344 per la sordità, tempi ben lontani dall’obiettivo del termine massimo di 120 giorni. In particolare – riferisce il rapporto – gli interessi passivi sulle prestazioni pensionistiche arretrate nel 2011 sono di 37,5 milioni, in aumento rispetto ai 34 del 2010. L’incidenza, sul totale degli interessi, della quota relativa al settore dell’invalidità civile è pari al 63,3%, ossia circa 24 milioni di euro, in aumento rispetto al 2010 (62,2%). (ep)

Invalidità civile, ecco come cambiare: le proposte di Cittadinanzattiva

Nel rapporto le proposte per migliorare la situazione attuale: attenzione alla semplificazione dell’iter burocratico per dare risposte più veloci ai cittadini e far pagare meno la collettività e alla revisione delle linee guida operative

ROMA – Contenute nel I rapporto sull’invalidità civile e la burocrazia, ecco le proposte di Cittadinanzattiva per invertire una tendenza che, come denuncia l’associazione, pare mirare sopra tutto e tutti, anche se in modo non dichiarato, a contenere quanto più possibile la spesa assistenziale nel nostro paese.

Per prima cosa va messa a punto una semplificazione dell’attuale iter amministrativo di riconoscimento dell’invalidità civile. Poi, va annullata la Comunicazione interna del direttore generale Inps delle “linee guida operative” del 20 settembre 2010, con riguardo ai criteri di riconoscimento dell’indennità di accompagnamento: “Ciò garantirebbe – spiega il rapporto – il rispetto della volontà del Parlamento, il quale si era già espresso sull’argomento (bocciando l’emendamento al Decreto Legge 31 maggio 2010, n. 78, poi convertito nella Legge 30 luglio 2010 n. 122, che tentava di restringere i criteri per la concessione dell’indennità di accompagnamento).

Terza proposta, l’approvazione del ddl n. 538 che in modo esplicito pone come limite reddituale per ottenere la provvidenza economica legata all’invalidità civile parziale o totale solo il reddito personale, senza considerare il reddito dell’eventuale coniuge. Il ddl è una risposta concreta alla Circolare n. 149 del 28 dicembre 2012 dell’l’Inps che aveva previsto che si dovesse fare riferimento anche al reddito del coniuge: l’Istituto l’ha temporaneamente ritirata, ma se trovasse nuovamente applicazione metterebbe a rischio le pensioni di oltre 850.000 persone.

Le altre proposte di Cittadinanzattiva sono le seguenti: che prosegua e si concluda l’Indagine Conoscitiva sulle procedure di accertamento delle minorazioni civili da parte dell’Inps, avviata dalle Commissioni 11ma (Lavoro, previdenza sociale) e 12ma (Igiene e sanità); che venga ripristinata la possibilità d’impugnazione del giudizio di primo grado sul ricorso giudiziario da parte dei cittadini contro i verbali emessi dall’Inps; che l’Inps istituisca presso i propri uffici un tavolo permanente e paritetico di confronto, composto dalle organizzazioni civiche di tutela del diritto alla Salute, dalle organizzazioni di tutela dei diritti delle persone con disabilità, dai rappresentanti dei Ministeri coinvolti, nonché dai rappresentanti dell’Inps, per “individuare le misure necessarie per superare le criticità del sistema e a formulare proposte di miglioramento condivise”. Infine, che contro il fenomeno delle assegnazioni indebite delle indennità, lo Stato avvii azioni ad hoc anche nei confronti dei propri funzionari che violano le norme, e non soltanto attraverso controlli, in molti casi vessatori, nei confronti dei cittadini. (ep)