Carrozza: «Otto milioni per i libri in comodato»

da Corriere della Sera

Contro il caro libri – «PRIORITÀ Ai MENO ABBIENTI E AI MERITEVOLI»

Carrozza: «Otto milioni per i libri in comodato» 

Fondi alle scuole per acquistare testi ed e-book da prestare agli studenti. L’Uds: «Ma a beneficiarne saranno in pochi»

Antonella De Gregorio

Esultano, ma a metà. Dopo aver letto il testo del decreto firmato martedì dal ministro Carrozza, che distribuisce alla scuole i finanziamenti per acquistare i libri da cedere in comodato agli studenti, i diretti interessati ne sottolineano le criticità. La rappresentante dell’Istruzione ha dato il via libera al provvedimento che stabilisce i criteri per ripartire gli 8 milioni disponibili (2,7 per il 2013, 5,3 per il 2014) alle istituzioni scolastiche. Un documento atteso, previsto dal Decreto istruzione, all’art 6, che consente alle scuole di acquistare – anche in rete con altre scuole – «libri di testo e dispositivi elettronici per la lettura di materiali didattici digitali da concedere in comodato d’uso agli studenti delle secondarie di primo e secondo grado».

 

PER POCHI – «Un passo avanti – dice Roberto Campanelli, coordinatore dell’Unione degli Studenti, da anni in prima linea nella battaglia per l’abbattimento dei costi dei libri di testo nelle scuole superiori – anche se l’esiguità della somma stanziata rischia di annacquare il provvedimento». Quella che gli studenti riconoscono essere «una soluzione reale al caro libri», «non consentirà di aiutare davvero tutti gli studenti che ne hanno bisogno». Per Campanelli i conti sono presto fatti: «Se calcoliamo in 800 euro la spesa media per l’acquisto dei libri di testo per un anno – prosegue – potranno beneficiarne al massimo 10mila ragazzi». «Si potevano fare scelte più coraggiose», dice.

IL TWEET – Prima a dare l’annuncio, con un Tweet, è stata a metà mattina il ministro Carrozza: «Ho firmato il decreto che distribuisce alla scuole i finanziamenti per acquistare i libri da cedere in comodato agli studenti». In pratica, le scuole acquisteranno un pacchetto di libri da distribuire, a inizio anno, previo versamento di una cauzione che verrà restituita alla riconsegna. A chi andranno? Nel primo decreto attuativo del decreto scuola «L’Istruzione riparte» varato il 9 settembre, le indicazioni sono: «priorità a meno abbienti e meritevoli». La distribuzione delle risorse obbedirà infatti al numero degli alunni per istituto che rientrano nei criteri indicati.

LE RISORSE IN CAMPO – Nella ripartizione delle risorse disponibili per il 2013 – si legge nel comunicato del ministero che illustra il provvedimento – è stata data priorità ai territori dove le famiglie vivono una situazione di maggiore disagio economico e ai meritevoli. I 2,7 milioni disponibili per quest’anno sono destinati alle scuole secondarie statali di primo e secondo grado che si trovano in Regioni dove il tasso di famiglie disagiate (con reddito netto fino a 15.493,71 euro) è superiore al 15% (Abruzzo, Molise, Campania, Calabria, Basilicata, Sicilia, Sardegna e Puglia). Le risorse saranno date a ciascuna scuola in base al numero di studenti iscritti. I fondi disponibili per il 2014 (5,3 milioni) saranno destinati, con un successivo decreto, anche alle scuole delle restanti Regioni.

I CRITERI – Le scuole daranno in comodato d’uso i testi o i dispositivi elettronici agli studenti che ne faranno richiesta, che avranno i requisiti economici necessari e che non risulteranno beneficiari di altri contributi per la fornitura gratuita, totale o parziale, dei libri di testo e per l’acquisto di supporti elettronici per la didattica. A parità di condizioni economiche, il comodato d’uso sarà concesso agli studenti più meritevoli in base ai voti finali dell’anno scolastico precedente. Viene data priorità, poi, ai ragazzi iscritti nelle classi dove i tetti di spesa sono più elevati: le prime delle scuole secondarie di primo grado e le prime e terze delle secondarie di secondo grado.

DECISIONE ALLE SCUOLE – Saranno le scuole, in piena autonomia, a decidere come ripartire la somma ricevuta tra l’acquisto di libri e di ebook. Sempre le scuole stabiliranno, nei loro regolamenti, i termini per l’utilizzo annuale e la restituzione di libri e dei dispositivi concessi in comodato. Gli stessi libri, l’anno successivo arriveranno ad altri studenti.

UN DIRITTO NON UN LUSSO – Studicentro, organizzazione studentesca di area Udc, che fa parte del network European Democrats Students, per bocca di Filippo Pompei, coordinatore nazionale, dice: «Guardiamo con favore le disposizioni che prevedono il finanziamento per i libri in comodato d’uso, riutilizzabili per i successivi anni scolastici. Negli anni precedenti abbiamo paradossalmente assistito a cambi di edizioni di libri come “La Divina Commedia” e “I Promessi Sposi”, dove gli unici elementi che cambiavano erano le copertine e i prezzi». Ma sottolineano anche: «Studiare deve essere un diritto per tutti ma da tempo non lo è più». Pertanto «invitiamo il ministro ad un serio confronto sui libri di testo anche nell’ottica di una maggiore diffusione degli ebook in tutte le scuole italiane», ha concluso.

COMODATO A BARI – Nonostante il tetto alla spesa per i libri scolastici che il ministero dell’Istruzione impone, ogni anno inesorabilmente il limite viene superato. Tra le denunce delle associazioni dei consumatori e le proteste dei diretti interessati, la strategia più efficace contro l’aumento dei costi per l’acquisto dei libri di testo, fino ad oggi è  sembrata essere il ricorso all’usato. «Ma non può essere questa la soluzione definitiva – dicono gli studenti- tocca alle istituzioni intervenire». O le iniziative come quella della giunta comunale di Bari, che ha approvato per l’anno scolastico 2013/2014 il comodato d’uso gratuito di libri di testo per gli studenti delle scuole superiori del capoluogo pugliese. L’intervento del Comune garantisce la copertura economica dell’operazione. Bocciati, secondo l’Uds, i «buoni libro» adottati da tanti comuni italiani: «Soldi buttati, perché i libri non si recuperano».

UN FRENO AL NUOVO – La formula, adottata da tempo in alcune scuole (che possono agire nell’ambito della propria autonomia, secondo un regolamento e un programma approvati dal Consiglio di Istituto, in base  ai fondi disponibili), spesso in collaborazione con gli enti locali, ha trovato con questo provvedimento una dimensione «pubblica», fondi statali e criteri omogenei, su scala nazionale. «Ora – dice l’Uds – si intervenga per frenare la rotazione, che porta a cambiare testi ogni anno».