Continua la preoccupante dispersione negli istituti professionali

da TuttoscuolaFOCUS

Continua la preoccupante dispersione negli istituti professionali

Un quadro dei risultati degli scrutini finali: uno dei tanti di questi giorni di fine anno 2013-14.

Riporta i dati di una prima classe di un istituto professionale alberghiero della capitale, un istituto di buona qualità non particolarmente severo nella valutazione degli studenti.

Sono 26 gli studenti che risultano nell’elenco degli iscritti: nessun bocciato, sei con giudizio sospeso (rimandati a settembre), 14 ammessi (promossi) al secondo anno. E gli altri sei? ritirati in corso d’anno: 6 su 26, il 23%.

Nelle altre classi prime il numero dei ragazzi ritirati in corso d’anno è più o meno lo stesso per una incidenza percentuale che si aggira complessivamente intorno al 20%.

È presto per tirare le somme conclusive della dispersione alla fine di questo anno scolastico, e, in particolare, per gli istituti professionali (dai quali è possibile il passaggio ai percorsi di istruzione e formazione professionale), ma sembra di capire che il dato finale già rilevato da Tuttoscuola (15% di abbandoni al primo anno degli istituti professionali) sarà probabilmente confermato in buona sostanza anche quest’anno.

Vien da chiedersi quali siano le cause (certamente più di una) alla base di questo preoccupante fenomeno.

La scuola media è immune da colpe (e forse anche la scuola primaria)? Hanno aiutato questi ragazzi a rischio di dispersione ad imparare a studiare, a consolidare le competenze di base? Sono stati individuati precocemente come ragazzi a rischio e seguiti con un percorso personalizzato? I nuovi piani di studio per gli istituti professionali non peccano forse di una sorta di licealizzazione a danno delle esperienze pratiche e laboratoriali più adatte ai ragazzi a rischio?

Domande da porsi, se si vuole contenere il fenomeno degli abbandoni scolastici, preoccupante ovunque ma dilagante in alcuni percorsi e in alcune aree del paese.