Oggi non bisogna innovare la scuola perché c’è il digitale, ma perché il mondo è cambiato
Apprendere in digitale
Come cambia la scuola in Italia e in Europa
di Sebastiano Bagnara, Vittorio Campione, Elena Mosa, Simone Pozzi e Leonardo Tosi
prefazione di François de Brabant
Guerini e Associati
Gli ultimi anni sono stati caratterizzati da una profonda crisi economica e contemporaneamente da una potente innovazione tecnologica.
Nel mondo della scuola, le tecnologie non vanno introdotte per essere al passo con i tempi, ma perché, in caso contrario, tutti i percorsi educativi saranno destinati all’inefficacia.
Per questo motivo occorre fare sì che tutti gli operatori del mondo dell’educazione possano essere dotati, oltre che di un’elevata competenza professionale, anche di autonomia e capacità di decisione. Occorre che siano in grado di governare la complessità e l’incertezza.
Nel libro Apprendere in digitale, edito da Guerini e Associati, cinque esperti raccontano le «scuole 2.0»: strumenti, tecniche, teorie di apprendimento, problematiche incontrate e risultati di esperienze concrete, anche in relazione allo scenario internazionale.
Pensare da europei
L’intervento necessario per dotare l’Italia di un sistema educativo efficace deve essere ispirato a parametri non contingenti: dobbiamo pensare da europei, considerare il sistema educativo come un tutto unitario (dall’infanzia all’università, ma anche dall’età scolare a tutta la vita), sapere che la trasformazione della società attuale in società dell’informazione e della comunicazione è irreversibile.
La società dell’informazione richiede la produzione di una conoscenza sempre nuova, che sviluppi capacità culturali e cognitive in grado di dar luogo ad analisi, diagnosi, decisioni e di pianificare gli atti conseguenti.
Continuità e rottura per una scuola diversa
Naturalmente procedere così significa modificare profondamente il modo stesso di intendere l’organizzazione del lavoro scolastico.
Occorre cioè un diverso modo di organizzare il lavoro nelle scuole e, se necessario, anche insegnanti diversi. Occorre un piano pluriennale di investimenti nell’istruzione che non si limiti a individuare risorse aggiuntive (peraltro indispensabili) ma le finalizzi alle scelte di innovazione nelle metodologie didattiche e le colleghi a un sistema di incentivi in questa direzione per i singoli e per le scuole. Così facendo sarà possibile raggiungere competenze stabili e fortemente radicate che rappresenteranno, una volta acquisite, la base per nuovi apprendimenti.
Non si sta parlando di una didattica per pochi, realizzabile in scuole specializzate ed elitarie. Stiamo cercando di immaginare un’organizzazione del lavoro scolastico che si metta al passo con i risultati dello sviluppo tecnologico di questi ultimi due decenni mettendoli in relazione con le ricerche sui processi cognitivi. Stiamo cercando, guardando anche al quadro internazionale, di capire come socializzare le migliori pratiche già in atto. Sappiamo di essere in ritardo, ma siamo convinti di poterlo colmare.
I migliori insegnanti del mondo non sono depositari di sapere, ma abili navigatori che conducono le giovani menti alla scoperta e alla comprensione
N. Negroponte
Il libro è dunque un importante contributo di pensiero ma anche di azione per molti attori. Innanzitutto per coloro che nella scuola lavorano con passione, molti dei quali sono già attori del cambiamento.
GLI AUTORI:
Sebastiano Bagnara ha insegnato Psicologia generale ed Ergonomia cognitiva in diversi atenei. È docente di Human factors nel corso di laurea di Design IUAV-Università di San Marino. Ha pubblicato una decina di libri e più di duecento contributi in riviste scientifiche internazionali.
Vittorio Campione, vice direttore di Scuola Democratica, è direttore della Fondazione Astrid. Ha pubblicato, fra l’altro, Sovranità, decentramento e regole (con A. M. Poggi, Bologna 2009) e ha curato (con F. Bassanini) il volume di Astrid Istruzione bene comune, Firenze 2011.
Elena Mosa è ricercatrice presso l’INDIRE, dove si occupa di tecnologie didattiche. È autrice di molte pubblicazioni sulle tematiche dei contenuti didattici digitali, ambienti di apprendimento e linguaggi multimediali.
Simone Pozzi insegna presso il corso di laurea di Design IUAV-Università di San Marino. Svolge attività di ricerca sull’Interazione Uomo-Macchina in domini ad alta sicurezza.
Leonardo Tosi, Chair dell’Interactive Classroom Working Group e membro del Policy and Innovation Committee (PIC) di European Schoolnet, è ricercatore presso l’INDIRE dove si occupa di ambienti di apprendimento e nuove tecnologie.
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