EDUCA – Il Festival dell’educazione – VI EDIZIONE

“DESIDERIO E CONFLITTO”: IL TEMA DELLA VI EDIZIONE DI EDUCA

immagine coordinata programma 2015Presentato stamattina il programma della VI edizione di EDUCA, il festival dell’educazione che si terrà il 18 e 19 aprile a Rovereto. Esperti in discipline diverse, ospiti di fama nazionale, laboratori che offrono la possibilità di conoscere e sperimentare modalità e approcci innovativi, ma anche spettacoli, arte e giochi: 40 appuntamenti dedicati a bambini e ragazzi, genitori e insegnanti, educatori. Una pluralità di linguaggi e di saperi per provare a rileggere “Desiderio e Conflitto”, due elementi costitutivi della vita dell’uomo e del mondo che la modernità sembra avere messo in crisi. Il tema di questa VI edizione sarà declinato guardando a molti aspetti della vita individuale e collettiva e dei rapporti tra le diverse generazioni: dalla scuola al lavoro, dalla maternità e paternità ai rapporti tra culture diverse, dalla pace e la guerra all’influenza dei luoghi e degli spazi nella convivenza.

 

 

IL TEMA: “DESIDERIO E CONFLITTO”

ll 18 e 19 aprile a Rovereto torna EDUCA, il festival dell’educazione con 40 appuntamenti: seminari, incontri con studiosi, scrittori e illustratori, laboratori esperienziali, spettacoli, giochi e mostre dedicati al tema “Desiderio e Conflitto” e rivolti ai bambini e ai loro genitori, ai giovani, agli insegnanti e agli educatori, agli amministratori e più in generale a tutti coloro che guardano al futuro con passione, convinti che l’educazione sia un’opportunità per generare ben-essere individuale e collettivo. “Desiderio e conflitto – ha affermato Remo Job, direttore del Dipartimento di psicologia e scienze cognitive dell’Università di Trento e coordinatore scientifico di EDUCA – sono due elementi essenziali della vita individuale e collettiva; motore trainante di azioni e sentimenti che nella modernità sembrano però assumere, almeno a livello di rappresentazione, forme estreme che oscillano tra l’assenza e l’eccesso. L’assenza di desiderio è emblematicamente rappresentata dagli sdraiati indifferenti davanti alla tv contrapposta all’eccesso come continua e spasmodica ricerca di appagamenti immediati che lasciano perennemente insoddisfatti. Mentre l’assenza di conflitto non è data dalla pace quanto piuttosto dalla fuga dal confronto e dal dialogo, laddove l’eccesso è costituito dalla prevaricazione e dalla violenza”.

Ma è davvero questa la realtà nelle famiglie, nelle scuole, nella comunità? È possibile recuperare la forza generatrice di “buon vivere” propria di queste due pulsioni umane? Rispondere a questi interrogativi ponendosi in una prospettiva educativa offre, secondo il Comitato promotore di EDUCA, la possibilità di riconoscere, recuperare e costruire un desiderio come una pulsione verso il futuro e verso l’altro, una chiave per comprendere e aprirsi, un veicolo per l’autonomia. Consente inoltre di affrontare il conflitto come punto di partenza per percorsi di maturazione e di ricerca di nuove forme di convivenza. Secondo Livia Ferrario, dirigente del Dipartimento della Conoscenza della Provincia autonoma di Trento, EDUCA è un’ottima occasione per la scuola e più in generale per gli adulti che hanno il compito di aiutare i ragazzi a coltivare i propri desideri, a non avere paura di esternarli e a diventare capaci di affrontare i conflitti come opportunità per migliorare le relazioni con gli altri. Collocare in una prospettiva educativa il tema del conflitto, ha sottolineato inoltre Ferrario, è importante per riflettere su eventi tragici come quelli accaduti in Kenya ed evitare che “buona educazione” diventi solo uno slogan.

Gli incontri, i laboratori, ma anche gli spettacoli organizzati a EDUCA dal Comitato promotore e con il contributo di molte agenzie educative, vogliono per l’appunto essere stimoli a riflettere, inviti a contrastare la degenerazione del desiderio in omologazione e a evitare la trasformazione del sano contrapporsi in violenza e prevaricazione.

 

IL PROGRAMMA

Il tema “Desiderio e Conflitto” sarà declinato in diversi ambiti tematici sia in termini di riflessione che di pratica, grazie al contributo di esperti appartenenti a discipline diverse e di organizzazioni e agenzie educative che offriranno la possibilità di conoscere e sperimentare direttamente approcci e modalità utili nella vita quotidiana. Si inizierà sabato mattina con un’esortazione “Litigare fa bene!” del pedagogista Daniele Novara, fondatore del Centro Psicopedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti di Piacenza, il quale cercherà di dimostrare (ma anche di insegnare nel laboratorio per genitori che terrà nel pomeriggio) che evitare i conflitti significa privarsi di una possibilità di apprendimento, mentre gestirli è assumere una responsabilità. I rapporti tra desiderio e limite, tra autonomia e regole, tra diritto al rischio e volontà di protezione – rapporti che sono spesso alla base di conflitti sia all’interno della famiglia che della scuola – saranno trattati in diversi laboratori, tra i quali “Urlo di mamma”; “Che rabbia! Te la racconto” e “Libertà dentro le regole” dedicati ai bambini e ai loro genitori;Il rischio: un’opportunità per crescere” per gli adulti; “Che scatole!” per adolescenti e “La mediazione dei conflitti” per tutti.

Sabato pomeriggio si aprirà il filone dedicato a guerra e pace, guardato inizialmente nella prospettiva della responsabilità di chi narra i conflitti: la scrittrice Cristina De Stefano presenterà infatti la prima biografia autorizzata di Oriana Fallaci, la giornalista italiana più celebre del Novecento che ha indossato elmetto e zaino per narrare dal fronte i conflitti bellici del dopoguerra. Guerra e pace torneranno in altri appuntamenti all’interno di EDUCA: mostre e spettacoli, ma anche la presentazione della ricerca “Diritti alla pace” attraverso la quale sono state indagate le opinioni, le rappresentazioni e gli atteggiamenti di un campione di circa 1.000 studenti trentini delle scuole superiori. Qual è e come può essere agita la responsabilità delle pubbliche amministrazioni nel rendere città e territori, luoghi capaci di alimentare il desiderio e di evitare o contenere i conflitti? A questa domanda proveranno a risponder portando la loro esperienza concreta Mariagrazia Pellerino, assessore alle Politiche Educative del Comune di Torino, che fa parte della rete delle città educative; Luciano Malfer, direttore dell’Agenzia per la Famiglia della Provincia autonoma di Trento e Paolo Verri, direttore del Comitato Matera-capitale europea della cultura per il 2019 e responsabile del palinsesto eventi e i contenuti espositivi del Padiglione Italia dell’Expo Milano 2015. Sempre sabato il teologo Vito Mancuso e il filosofo della scienza Giulio Giorello, in un dialogo moderato dal giornalista Riccardo Bonacina, proveranno a rispondere all’interrogativo se scienza e religione siano causa dei conflitti tra culture o strumenti per un mondo plurale. I due noti studiosi proveranno inoltre a capire se e come la conoscenza possa essere la chiave per impedire che la diversità sfoci in contrasti violenti, che oggi si propagano velocemente attraverso i social network dove migliaia di sconosciuti si mobilitano contro “il diverso”, contro l’altro da sé, senza averne approfondito storia, identità, cultura. In una prospettiva di responsabilità collettiva agita però anche in comportamenti individuali e quotidiani sarà trattato il tema del cibo grazie a Andrea Segrè, agroeconomista, fondatore di Last Minute Market e ora anche presidente della Fondazione Mach, che presenterà il suo ultimo libro “L’oro nel piatto”. Secondo Segrè, che dal 2010 promuove la campagna europea di sensibilizzazione “Un anno contro lo spreco”, sprecare significa gettare il cibo nella spazzatura, ma anche mangiare cibo spazzatura: il primo danneggia l’ambiente e lede il diritto al cibo per tutti, il secondo nuoce alla salute. Occorre trovare la strada per nutrire un pianeta che è allo stesso tempo troppo affamato e troppo sazio. In questa prospettiva l’educazione alimentare diventa vera e propria educazione civica.

Domenica 19 si parlerà di maternità e paternità, le esperienze umane che più emblematicamente rappresentano il desiderio come forza generatrice, ma che oggi sono diventate da un lato terreno di potenziali conflitti personali, familiari e sociali, dall’altro oggetto di eccessive semplificazioni e ricostruzione retoriche. I luoghi comuni sulla crisi dei padri saranno messi discussione da Ivo Lizzola, docente di Pedagogia dell’Università degli Studi di Bergamo e autore de “La paternità oggi. Tra fragilità e testimonianza”. Di maternità al plurale parleranno invece la scrittrice e illustratrice Arianna Papini e Barbara Poggio, docente alla facoltà di Sociologia dell’Università degli Studi di Trento; gli interventi saranno accompagnati da letture teatrali dell’attrice Manuela Fischietti. Di “buona scuola” e “buona educazione” si parlerà domenica mattina con il medico e psichiatra Gustavo Pietropolli Charmet e l’esperto di politiche educative Marco Rossi Doria che, a partire dall’esperienza innovativa maturata in Trentino con il progetto Campus, presenteranno strumenti e modalità per rendere la scuola di oggi capace di accompagnare ed accogliere fragilità e talenti. Ma non solo a scuola si impara: il filosofo Marcello Farina e il pedagogista Piergiorgio Reggio parleranno di maestri di vita, quelli che instillano il desiderio dell’incontro con l’altro e la passione per l’umanità. Non mancherà il tema del lavoro che sembra oggi diventato il terreno dei desideri frustrati, delle identità da (ri)costruire, dei conflitti personali e sociali. Ma è davvero tutto così buio? A partire dal libro “Il tempo senza lavoro” in cui narra le vicende degli ex lavoratori di un’importante fabbrica portata al fallimento da una gestione incompetente e truffaldina, Massimo Cirri, il noto conduttore della trasmissione radiofonica Caterpillar, dialogherà con due giovani impegnati a creare opportunità di lavoro anche per altri. Ai libri, albi illustrati, cataloghi e pubblicazioni degli ospiti di EDUCA e di altri esperti sarà dedicato uno spazio all’interno Palazzo Alberto Poja curato dalle case editrici Il Margine, la meridiana, Erickson, Einaudi, Publistampa e dalla libreria Mondadori di Rovereto.

 

GLI SPETTACOLI

A EDUCA non ci saranno solo i linguaggi tipici della divulgazione scientifica, ma anche quelli dell’arte. Tra gli spettacoli sabato mattina andrà in scena “Verso la luna“, una produzione dedicata ai bambini dai 6 ai 10 anni del Teatro Telaio di Brescia: due topolini vedono la luna, si accorgono di quanto è bella e decidono di andarla a trovare: “perché la luna è lontana ma, se ci credi davvero, può anche finire che ci balli sopra per un po’”. Agli studenti delle scuole secondarie sarà dedicato lo spettacolo “Amore scrivimi”, del Gruppo Teatrale Don Milani, tratto da un diario vero di una profuga trentina che racconta il dolore e le preoccupazioni della Grande Guerra, “vera rovina del mondo”. Sabato sera sarà in scena invece l’autore, attore e regista teatrale Marco Baliani con “TRACCE”, una rappresentazione ispirata all’omonima raccolta di aforismi e parabole di Ernst Bloch e il cui filo conduttore è rappresentato da quattro parole: “Stupore”, “Incantamento”, “Infanzia” e “Racconto”. Una narrazione ricca di ricordi, pensieri ed emozioni personali dell’autore, ma anche di citazioni letterarie e di scelte musicali affini e evocative: alla fine lo spettatore, forse sconcertato e disperso, desidera completare in modo personale non quei segni ma il proprio percorso di ricordi e memorie. Domenica pomeriggio sarà invece la volta di “UN GIORNO DA PECORA live show!” di e con Claudio Sabelli Fioretti e Giorgio Lauro, musiche e canzoni eseguite dal vivo da Rachele Brancatisano e Alessandra Machella, chitarra e voce, regia, immagini e video Andrea Corbo. La trasmissione culto di Radio2 che sta girando l’Italia con uno spettacolo dal vivo porterà a EDUCA il format che ha cambiato la storia della radio. I due conduttori sottoporranno quelle che loro definiscono “inutili domande” a diversi ospiti che rimarranno fino all’ultimo momento segreti; mostreranno i filmati più scioccanti della storia della trasmissione, e sottoporranno i malcapitati ospiti ad alcune prove che testeranno la loro pazienza. Sarà l’arte a parlare di guerra grazie alla mostra “Confini e conflitti. Border and Battles” allestita presso Palazzo Alberti Poja che in occasione di EDUCA proporrà visite guidate e laboratori per bambini e adulti appositamente pensati per il festival.

 

LA CAMPAGNA

Tra le novità di questa edizione la campagna di sensibilizzazione “L’EDUCAZIONE MI STA A CUORE”: il 18 aprile alle ore 11 tutti sono invitati a portare il cuore simbolo della campagna (colorato, trasformato, personalizzato) al teatro Rosmini di Rovereto e per chi non può esserci l’invito del Comitato è di stamparlo e attaccarlo alla finestra, appenderlo al parco, in giardino, per strada, postarlo su Facebook e gli altri social network e condividerlo con gli amici.

 

I PROMOTORI DI EDUCA

EDUCA è un incrocio di mondi che da anni unisce intorno al tema dell’educazione organizzazioni diverse. Nata nel 2008 da un’idea di Con.Solida, il consorzio della cooperazione sociale trentina, ha ottenuto subito la collaborazione di Cooperazione trentina e del consorzio nazionale della cooperazione sociale Cgm, e l’appoggio convinto di partner istituzionali che hanno fatto proprio l’intento di rimettere l’educazione al centro dell’attenzione collettiva. Provincia di Trento, Università degli studi di Trento e Comune di Rovereto hanno da pochi mesi rinnovato il Protocollo di Intesa per costruire insieme il festival; un impegno che se vede in prima linea il Comitato promotore non manca di coinvolgere trasversalmente i diversi settori delle tre istituzioni.

Ai promotori si sono sempre affiancati molte organizzazioni che con le loro proposte hanno contribuito ad arricchire il programma. Anche in questa edizione e nonostante i tempi molto stretti dovuti allo spostamento delle date di EDUCA da settembre ad aprile, sono state più di 40 le agenzie educative che hanno risposto alla call del Comitato promotore segnalando e proponendo esperienze, testimonianze, laboratori caratterizzati da originalità e innovazione e alimentando così uno scambio che fa crescere insieme.