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CIRCOLARE N. 8/2013 SUI BES

CIRCOLARE N. 8/2013 SUI BES:

LA FISH e la FAND NON condividono il PARERE NEGATIVO DELLA RIVISTA “ TUTTOSCUOLA “

di Salvatore Nocera Vicepresidente Nazionale della FISH
e Luciano Paschetta rappresentante FAND per i problemi dell’istruzione

Il Ministro Profumo ha emanato il 27 Dicembre 2012 un’interessante, ma problematica, Direttiva sui BES, Bisogni Educativi, Speciali, concernenti non solo gli alunni con disabilità e quelli con DSA , Disturbi Specifici di Apprendimento, rispettivamente regolati dalla L.n. 104/92 e successiva copiosa normativa e dalla L.n. 170/2010, ma anche casi non certificabili o diagnosticabili a livello sanitario, come lo svantaggio socioculturale, familiare, affettivo etc.

Su tale Direttiva la FISH e la FAND , nel mese di gennaio , hanno condiviso ed inviato al MIUR una lettera nella quale manifestavano le loro riserve, e chiedevano chiarimenti al Ministero dell’Istruzione (si veda http://www.superando.it/2013/01/31/la-direttiva-ministeriale-sui- bisogni-educativi-speciali/) /

Il Ministero , dopo la sua presentazione al comitato tecnico dell’ Osservatorio permanente per l’Integrazione degli alunni con disabilità , ha pubblicato il 6 Marzo 2013 la Circolare n. 8 che chiarisce i punti più delicati della Direttiva, ragion per la quale, sul sito della F I S H, è stato pubblicato a cura del avv. Nocera, un commento alla circolare con ringraziamenti al Ministero per aver fugato le ambiguità della Direttiva Bisogni Educativi Speciali: importante quella Circolare (http://www.superando.it/2013/03/11/bisogni-educativi-speciali-importante-quella-circolare).

Il 20 Marzo TuttoscuolaFOCUS N. 461/577 ha pubblicato un articolo molto dettagliato di critiche, più che alla Direttiva, alla circolare n. 8/2013

http://mailing.tuttoscuola.com/mailmanager/message/0bccb6f5ae8e69727a8eb0f8a70b6383/45870/ 219403/

Come vicepresidente della F I S H e come rappresentante della FAND, che abbiamo visto recepite dalla circolare n. 8/13 del MIUR le nostre osservazioni, non possiamo condividere le attuali critiche della pregevole Rivista TuttoScuola, poiché ci sembrano dovute ad una lettura affrettata della circolare ; e ciò per i seguenti motivi:

1- L’articolo dà come scontato che l’unica risorsa normativamente prevista per l’inclusione scolastica degli alunni con disabilità sia esclusivamente il docente per le attività di sostegno didattico, mentre la normativa prevede molte altre risorse, la prima delle quali è la presa in carico da parte del Consiglio di classe, ovviamente collaborato dal docente specializzato. Dare per scontato che il sostegno sia l’unica risorsa perpetua la perniciosa prassi della delega, da parte di molti docenti curricolari, dell’inclusione ai soli docenti per il sostegno. Pertanto noi rappresentanti delle due federazione dei disabili, F I S H e FAND,che si sono battute e si battono per superare questa prassi, e perché la scuola nel suo complesso deve essere “accogliente” non possiamo accettare questa posizione culturale.

2-  L’articolo sostiene che il dpcm n. 185/06 sulla certificazione della disabilità a fini scolastici avrebbe introdotto nuovi criteri per le certificazioni, mentre in vero tale norma si è limitata a pretendere una visita collegiale, rispetto alle visite individuali previste dalla normativa previgente.

3- L’articolo sostiene che il MIUR abbia erroneamente applicato per interpretazione analogica ai nuovi casi di BES non certificabili sanitariamente la normativa dei diritti previsti dalle l.n. 104/92 e l.n. 170/10, che sono norme speciali per le quali non sarebbe consentita tale estensione analogica.

In vero l’art 14 delle Disposizioni preliminari al Codice civile vieta l’interpretazione analogica, non già alle leggi speciali ( cosa da sempre avvenuta ), ma alle “ leggi eccezionali” o , come sono pure chiamate, “ privilegi “, proprio perché sono norme che contrastano con i principii fondamentali delle norme generali. Si veda in proposito la bella pubblicazione di Ainis “ Privilegium “- l’Italia divorata dalle lobby “ Rizzoli, Dicembre 2012.

Invece le due leggi fondamentali sull’inclusione scolastica citate sono norme “ speciali” che però sono estrinsecazione di principii costituzionali come quello del diritto incondizionato allo studio, art 34, e della rimozione degli ostacoli che impediscono il realizzarsi di tale diritto, art 3 comma 2.In conseguenza di ciò, lungi dal subire il divieto di interpretazione analogica, i principii contenuti nelle due leggi citate debbono espandersi analogicamente a casi simili e materie analoghe come quelle dello svantaggio, salvi ovviamente i limiti connaturati alle diverse situazioni, come ad es. il diniego del sostegno sia agli alunni con DSA che agli alunni con svantaggio socioculturale etc.

Questa impostazione giuridica è stata anche sostenuta dal dott. Nocera, nel Commentario al nuovo Testo Unico della legislazione scolastica , approvato con dpr n. 297/94, curato dal compianto Presidente della Terza Sezione del Consiglio di Stato Livia Corsetti Barberio alla Voce “ Integrazione scolastica “ ( cfr. Livia Barberio Corsetti (a cura di), Commentario al Codice della scuola, Editrice La Scuola, Brescia 2003).

4-  L’articolo poi lamenta che i Consigli di classe possano deliberare la concessione di misure compensative e dispensative anche per i nuovi casi di BES, creando così una grande confusione ed un pericoloso contenzioso. Proprio questo è stato uno dei punti per i quali FAND e FISH nella lettera di gennaio chiedevano chiarimenti, chiarimenti che abbiamo trovato nel testo della circolare, pertanto se l’articolo avesse attaccato su questo punto la Direttiva avrebbe avuto il nostro pieno assenso; ma, attaccare la circolare che proprio ha voluto eliminare i margini di genericità dalla Direttiva su questo delicatissimo aspetto, ci sembra da un lato ingeneroso e dall’altro non tener conto del lavoro da noi fatto, in nome dei nostri associati ragazzi con disabilità ed i loro genitori, nell’ambito dell’Osservatorio permanente per l’Integrazione degli alunni con disabilità. Infatti la circolare pretende espressamente che il consiglio di classe debba acquisire informazioni ad es. dai servizi sociali o formarsi convinzioni sulla necessità didattica della concessione di talune misure compensative e dispensative, richiamando espressamente le norme del d.m. del 12 Luglio 2011 che prevedono se e quando consentire tali misure; anzi si richiama espressamente la norma che, in caso di” esonero” ( non già di dispensa dalle prove scritte ) ma dallo studio delle lingue straniere nega la concessione del diploma, come avviene da sempre per gli alunni con disabilità, ai quali si concede solo un attestato coi crediti formativi maturati; non c’è quindi alcuno stravolgimento dei principii generali. Inoltre FISH e FAND ritengono la circolare formalmente corretta quando pretende che, il Consiglio di classe nel consentire alcune delle misure compensative o dispensative, debba “ motivare, verbalizzandole” la concessione di tali misure. Di ciò però l’articolo di TuttoScuola non fa cenno alcuno.

5-  Ed ancora l’Articolo lamenta che sia stato consentito agli alunni con DSA di potersi avvalere delle misure compensative e dispensative, usando un certificato medico privato, in attesa del rilascio della certificazione dei presidi sanitari pubblici. Questa previsione della circolare va, a nostro avviso, intesa come un valido intervento pedagogico-didattico, nel senso che sulla base del presupposto della richiesta di certificazione pubblica, che potrebbe arrivare assai in là nel tempo, intanto si applicano mezzi di riequilibrio nelle prestazioni scolastiche di questi alunni; fermo restando che , ove la certificazione pubblica non dovesse pervenire per fine anno scolastico o dovesse essere negativa, le agevolazioni concesse verrebbero revocate e l’alunno verrebbe sottoposto a valutazione di prove prive di misure compensative e dispensative. A rafforzamento di questa affermazione , si fa presente che la circolare richiama la norma che impedisce l’utilizzo di misure compensative e dispensative qualora la certificazione non pervenga entro il 31 Marzo dell’ultimo anno dei cicli ove sono previsti esami di Stato.

6-  L’articolo critica poi la normativa sui Gruppi di lavoro per l’inclusione, in cui si trasformano i GLHI, gruppi di lavoro per l’integrazione scolastica degli “ handicappati “ di cui all’art 15 comma 2 l.n. 104/92. A nostro avviso l’estensione di tali gruppi di lavoro anche alla cura dei DSA e degli altri BES è pienamente giustificata dallo stesso art 15 in cui è detto, come riporta la circolare, che i GLIP ( di cui i GLHI sono i terminali a livello di singolo istituto ) debbono provvedere “……nonché a qualsiasi altra attività inerente all’integrazione degli alunni con difficoltà di apprendimento.”

7-  L’Articolo rivolge una critica speciosa alla circolare laddove dice verso la fine, che le ore di sostegno sono assegnate “globalmente alla scuola “ dall’Ufficio scolastico regionale. L’articolo sostiene che tale espressione può ingenerare il convincimento nelle famiglie degli alunni con BES non certificati che le ore di sostegno servono anche ai loro figli.

Però se si legge l’art 19 comma 11 della l.n. 111/11, richiamata dalla circolare, si scopre che la norma stabilisce che “ l’organico di sostegno è assegnato COMPLESSIVAMENTE alla scuola o alla rete di scuole.”. Pertanto se l’equivoco non è stato determinato dalla norma di legge vecchia di due anni, non lo sarà adesso dall’analoga espressione usata nella circolare.

8-L’articolo infine e molti interventi su siti on line ( tra i quali segnalo particolarmente http://www.edscuola.it ), mettono in dubbio la legittimità di una circolare , quale questa, di estendere analogicamente la normativa sui DSA agli altri casi di BES, poiché la circolare non può ovviamente modificare norme di legge o atti amministrativi generali.In proposito ho già sopra detto come la circolare non crea nuovo diritto ma si limita , legittimamente, ad estendere analogicamente alcuni aspetti della normativa sui DSA ai BES.Inoltre chi, come taluni interventi sul sito citato, ritenesse non vincolante la circolare per le scuole, saprà certamente anche che le circolari, pur essendo atti interni alle amministrazioni pubbliche comunque impongono l’obbligo di applicazione a tutti i dipendenti di quelle amministrazioni, salvo il rifiuto motivato dalla documentata prova della contrarietà della circolare all’ordine pubblico giuridico interno o internazionale, cioè ai principii generali del nostro ordinamento; e ci siamo sforzati di dimostrare come la circolare non solo rispetti tali principii, ma anzi ne sia un’ulteriore esplicitazione.

In conclusione la F I S H e la F A N D difendono la bontà della circolare che sviluppa ed amplia la logica inclusiva italiana e sono disponibili a collaborare con chiunque voglia ulteriormente migliorarne l’applicazione, poiché certamente data la novità , essa richiede maggiori approfondimenti specie per gli aspetti pratici e giuridici di applicazione concreta.

In vero la circolare era subordinata nei suoi contenuti alle disposizioni contenute nella Direttiva, che non poteva modificare , come atto giuridicamente sovraordinato.

Essa si è dovuta quindi limitare ad esplicitare taluni principii,desumendoli anchye da norme preesistenti e fugare così i dubbi interpretativi applicativi della stessa Direttiva.

Nulla impedisce ( anzi si auspica ) che, anche alla luce dell’articolo di Tuttoscuola e del dibattito che opportunamente tale articolo hasuscitato, il Ministero possa tornare sulle norme della Direttiva riordinandole ed esplicitando così ancor meglio i principii ispiratori che qualificano la normativa inclusiva attuata in Italia.

Roma 14 marzo 2013

Salvatore Nocera
Vicepresidente Nazionale della FISH

Luciano Paschetta

rappresentante FAND per i problemi dell’istruzione

STATI GENERALI DELLA RIABILITAZIONE

IN DATA 02.03.2013, PRESSO L’ISTITUTO DI RIABILITAZIONE OPERA DON GUANELLA, S.E. MONS. ANDREA MANTO, DIRETTORE DELLA PASTORALE SANITARIA DEL VICARIATO DI ROMA, HA INCONTRATO IL “FORUM EX ARTICOLO 26”.

L’INCONTRO HA SOTTOLINEATO LA DELICATEZZA E LA FRAGILITA’ DELLA CONDIZIONE UMANA CARATTERIZZATA DALLA DISABILITA’. CONDIZIONE VERSO LA QUALE, NON PORSI IN UN’OTTICA ASSISTENZIALISTICA E CARITATEVOLE, MA DI RICONOSCIMENTO DEI DIRITTI CIVILI INALIENABILI MESSI IN PERICOLO DALL’INDIVIDUALISMO E DALLA LOGICA DEL PROFITTO.

GLI INTERVENTI DEI PRESENTI HANNO EVIDENZIATO LE SEGUENTI INDICAZIONI OPERATIVE:

  • CONFRONTO E SOSTEGNO ALLA INADEGUATEZZA DELLA CLASSE DIRIGENTE
  • CREAZIONE DI UN FRONTE COMUNE (COOPERAZIONE MUTUALISTICA TRA LE     DIVERSE ASSOCIAZIONI)
  • CONTRASTO DELLA CRISI MORALE IMPERANTE

IL FORUM SI IMPEGNA AD ORGANIZZARE GLI “STATI GENERALI DELLA RIABILITAZIONE” ED A CONTINUARE LE INIZIATIVE DI SENSIBILAZZIONE CULTURALE E DI DIFFUSIONE DEGLI ARGOMENTI TRATTATI.

Assente ingiustificato – Perché le barriere a scuola non hanno giustificazione

IX Giornata Nazionale UILDM

Assente ingiustificato – Perché le barriere a scuola non hanno giustificazione
Dal 18 al 31 marzo invia un sms o chiama il numero 45508
Contribuisci a realizzare nelle scuole italiane una piena inclusione sociale

La Giornata Nazionale UILDM, dedicata all’inclusione scolastica degli studenti con disabilità, torna dal 18 al 31 marzo prossimi sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica. Anche in questa occasione protagoniste della manifestazione saranno le Farfalle della Solidarietà, i peluche ripieni di ovetti di cioccolato che verranno distribuiti, assieme a materiale informativo sull’Associazione e sulle malattie neuromuscolari, da migliaia di volontari presso i banchetti presenti in tante città italiane, a fronte di un contributo minimo di 5 euro. Nello stesso periodo, inoltre, sarà possibile sostenere l’iniziativa mandando un sms o chiamando il numero 45508.

Attualmente in Italia entrare e circolare all’interno delle scuole per una persona con disabilità è un’impresa ancora difficile, poiché le barriere sono presenti pressoché ovunque. Come emerge dal X Rapporto Sicurezza a scuola di Cittadinanzattiva (2012), vi sono scalini all’ingresso nel 14% delle scuole monitorate, l’ascensore è assente nel 54% degli edifici e non funziona nel 14% di quelli che ne sono dotati; le barriere architettoniche interessano il 14% degli ingressi principali, il 18% delle mense, il 13% dei laboratori, il 12% dei cortili, l’11% delle aule e dei laboratori multimediali, l’8% delle palestre. Nel 34% delle scuole non esistono bagni per persone con disabilità e, dove ci sono, nel 7% dei casi presentano barriere architettoniche.

 

Assente ingiustificato è la campagna sull’accesso e la qualità della vita degli studenti con disabilità nelle scuole, promossa dalla UILDM in stretta collaborazione con Cittadinanzattiva per favorire azioni concrete di sussidiarietà – mettendo in pratica l’articolo 118 della Costituzione – finalizzate alla piena inclusione sociale dei giovani con disabilità.

Concretamente, la Giornata UILDM 2013 è tesa all’abbattimento degli ostacoli e delle barriere che impediscono la regolare frequenza scolastica, attraverso il finanziamento di interventi e modifiche strutturali agli edifici e l’acquisto di sussidi didattici, e una diffusa sensibilizzazione sul tema. Tutto questo a partire dal monitoraggio in un numero significativo di istituti scolastici sul territorio nazionale, condotto da equipe miste di volontari adeguatamente formati della UILDM e di Cittadinanzattiva, protagonista da anni della campagna Impararesicuri.
Alla pagina web http://bit.ly/V8zx39 i dettagli della campagna.

 

Le Sezioni Provinciali UILDM, le Assemblee Territoriali di Cittadinanzattiva e, con loro, i preziosi collaboratori di Fondazione Telethon, storico partner UILDM, sono già al lavoro. Anche quest’anno, infine, sostengono l’iniziativa gli Amici dell’Associazione Reiki RAU.

I Quaderni della Ricerca 3

da Redazione online – 26 febbraio 2013

È uscito anche il terzo Quaderno della Ricerca, a cura di Silvia Tabarelli e Francesco Pisanu: Elementi generali di approfondimento sui BES nel contesto italiano. Definizione di BES, Bisogni Educativi Speciali, e riflessione sulla dimensione inclusiva della scuola che accoglie ogni differenza e non solo quella “certificata”, anche attraverso la presentazione di tre ricerche condotte da Iprase Trentino nel triennio 2009-11. In appendice i riferimenti normativi fondamentali e contributi di Ugo Avalle sui disturbi specifici di apprendimento (DSA).

«I Bisogni Educativi Speciali (BES) riguardano quegli alunni che, in una certa fase della loro crescita (nel periodo di vita fino a diciotto anni), accanto a bisogni educativi normali, e cioè quelli di sviluppo delle competenze, di appartenenza sociale, di identità e autonomia, di valorizzazione e autostima, di accettazione, hanno anche bisogni speciali, più complessi e difficoltosi, talvolta patologici, generati da condizioni fisiche o da fattori personali o ambientali, che creano difficoltà di “funzionamento educativo e apprenditivo”».
Silvia Tabarelli è docente a contratto di didattica speciale presso l’Istituto Superiore di Scienze religiose, Università di Studi Teologici di Bressanone. Ha operato per dieci anni come insegnante psicopedagogista presso un istituto comprensivo di Trento. In distacco presso IPRASE dal 2008, si è dedicata allo studio e alla ricerca empirica nell’ambito dei processi dell’integrazione scolastica di studenti con disabilità o in condizione di disagio psicosociale.
Francesco Pisanu è ricercatore in area educativa presso IPRASE. Tra i vari temi di ricerca si occupa di aspetti psicosociali sull’uso delle tecnologie in ambito educativo, di bisogni educativi speciali e inclusione, di innovazione didattica e di questioni organizzative nel contesto scuola. Ha studiato Psicologia presso l’Università di Cagliari e conseguito il dottorato in Information Systems and Organizations presso l’Università di Trento. Attualmente è docente incaricato di Psicologia della formazione e dell’orientamento presso la Facoltà di Scienze Cognitive dell’Università di Trento.
Sfoglia o scarica il pdf del terzo Quaderno della Ricerca qui.

http://www.laricerca.loescher.it/index.php/quaderni/89-quaderni/421-i-quaderni-della-ricerca-03

IL TAR PALERMO “BACCHETTA” L’AMMINISTRAZIONE SCOLASTICA IN MATERIA DI INSEGNANTI DI SOSTEGNO

IL TAR PALERMO “BACCHETTA” L’AMMINISTRAZIONE SCOLASTICA IN MATERIA DI INSEGNANTI DI SOSTEGNO

 

Il T.A.R. Palermo, con una serie di sentenze ha riconosciuto il diritto di circa cento bambini di Agrigento, Raffadali, Favara, Bugio, Villafranca Sicula, Casteltermini, Cianciana, Porto Empedocle, Menfi, Ribera, Cammarata,  Licata, Canicatti, Campobello di Licata, Santo Stefano di Quisquina,  Palma di Montechiaro, Aragona, San Giovanni Gemini, Alessandria della Rocca, Montevago, Bagheria, Vallelunga Pratameno ad essere assistiti dall’insegnante di sostegno per un numero adeguato ed ha condannato il Ministero dell’Istruzione al rimborso delle spese legali.

Il T.A.R. Palermo accogliendo tutti i ricorsi proposti nell’interesse dei genitori dei bambini disabili  dall’Avv. Giuseppe Impiduglia, difensore dell’ Associazione “Nuove Ali di Agrigento”, ha, dunque, riconosciuto il diritto dei minori ad essere assistiti in modo continuo secondo il rapporto di un insegnante per ciascun disabile e ciò  in deroga al rapporto medio di un insegnante ogni due bambini.

Ma il T.A.R Sicilia non si è limitato ad affermare l’obbligo dell’amministrazione scolastica di garantire ai disabili gravi un’assistenza continua secondo il rapporto di un insegnante di sostegno per ciascun disabile ma,  ha anche condannato il Ministero dell’Istruzione al risarcimento del danno esistenziale subito dai minori quantificato  posto il danno quantificato, “in via equitativa, in € 1.000,00 (mille/00) per ogni mese (con riduzione proporzionale per la frazione) di mancanza dell’insegnante di sostegno nel rapporto 1/1 sino all’effettiva assegnazione.”.

I Giudici Amministrativi hanno, inoltre, evidenziato che l’Amministrazione Scolastica continua da anni ad agire in modo colposo in materia di insegnanti di sostegno ed hanno, altresì,  rilevato come “malgrado l’esistenza di numerosissimi precedenti giurisprudenziali sfavorevoli al Ministero e all’Ufficio Scolastico, questi ultimi continuano, anno dopo anno scolastico, a reiterare provvedimenti all’evidenza non conformi alla normativa in materia di tutela dei disabili (provvedimenti con i quali vengono assegnati ai disabili un numero inadeguato di ore di sostegno).

L’Associazione Nuove Ali di Agrigento, incoraggiata dagli importantissimi risultati conseguiti continuerà a battersi  a fianco dei soggetti disabili e delle loro famiglie.

Il Vicepresidente

F.to Giovanna Librici

L’Anffas presenta i risultati della formazione permanente

da Il Redattore Sociale

L’Anffas presenta i risultati della formazione permanente

ROMA. Sara’ presentato a Roma il prossimo 22 febbraio 2013, alle ore 09.30 presso la sala eventi dell’Hotel Eurostars Saint John in via Matteo Boiardo 30, “Pathways II – Creazione di percorsi di apprendimento permanente per adulti con disabilita’ intellettiva”, il progetto promosso da Inclusion Europe (Associazione Europea di persone con disabilita’ intellettiva e delle loro famiglie), finanziato dal Programma per l’apprendimento permanente dell’Unione Europea, e portato avanti per l’Italia da Anffas Onlus, avente come finalita’ quella di promuovere la formazione permanente per gli adulti con disabilita’ intellettiva e/o relazionale ed il linguaggio “facile da leggere”, strumento indispensabile per avere reali pari opportunita’ nella nostra societa’.

Attraverso l’uso del linguaggio facile da leggere, infatti, e’ possibile rendere accessibili alle persone con disabilita’ intellettiva e/o relazionale le informazioni che ci circondano, nel pieno rispetto dell’art. 9 della Convenzione Onu sui diritti delle Persone con Disabilita’, eliminando cosi’ la grave discriminazione relativa alla formazione ed informazione. Il 22 febbraio, quindi, saranno illustrati e condivisi i risultati ottenuti da Anffas Onlus dopo una prima fase di studio, approfondimento e formazione durata piu’ di un anno, esperienze entusiasmanti che hanno visto protagonisti in prima persona anche le persone con disabilita’ intellettiva e/o relazionale, divenute ufficialmente dei “formatori”. (DIRE)

Retina artificiale, da Negrar una speranza con il fotovoltaico

da Corriere del Veneto

Retina artificiale, da Negrar una speranza con il fotovoltaico

NEGRAR (VR). C’è anche la firma dell’eccellenza della sanità veronese sulla prima ricerca tutta «made in Italy» per la realizzazione di una retina artificiale che potrebbe cambiare radicalmente la vita delle persone colpite da malattie degenerative della retina che possono portare alla completa cecità. Come la retinite pigmentosa che ha un’incidenza di un caso ogni 3.500 persone con la perdita totale della vista prima dei 20 anni. I primi importanti risultati del progetto saranno illustrati nel secondo congresso internazionale sulle gravi malattie della retina che si svolgerà alla Gran Guardia venerdì e sabato, organizzato dalla dottoressa Grazia Pertile, direttore dell’Unità operativa di oculistica dell’ospedale Sacro Cuore-Don Calabria di Negrar e chirurgo oculista del team che sta portando avanti lo studio. Al simposio hanno confermato la partecipazione più di 600 oculisti provenienti da ogni parte del mondo, di cui cinquanta relatori, metà dei quali dall’estero. L’obiettivo della ricerca è una piccolissima cella fotovoltaica, opera della nanotecnologia, che una volta inserita sotto la retina, è capace di catturare il segnale luminoso e trasformarlo in elettrico per poi inviarlo al cervello dove verrà codificato in immagine. Il progetto ha ottenuto lo scorso anno un importante finanziamento Telethon per la ricerca sulle malattie genetiche e vede impegnato un team multidisciplinare formato dalla stessa dottoressa Pertile, dall’équipe del professor Guglielmo Lanzani, fisico del Politecnico e direttore Centro di nanoscienze e tecnologia dell’Istituto italiano di tecnologia (Iit) di Milano, da quella del professor Fabio Benfenati, direttore del dipartimento di Neuroscienze e neurotecnologie dell’Iit di Genova, e dalla professoressa Silvia Bisti del dipartimento di Scienze cliniche applicate e biotecnologiche dell’Università de L’Aquila. «I primi risultati sui ratti sono incoraggianti spiega la dottoressa Pertile . Il polimero impiantato sotto la retina non ha indotto fenomeni di rigetto e sembra avere un’ottima biocompatibilità. La trasmissione dell’impulso è stata dimostrata anche attraverso la positiva reazione pupillare alla luce registrata nei ratti ciechi. Mi auguro che questa retina artificiale possa essere applicata su pazienti non vedenti entro cinque anni».

Assente ingiustificato

Assente ingiustificato

Perché le barriere a scuola non hanno giustificazione
IX Giornata Nazionale UILDM 18-31 marzo 2013

Torna per il nono anno consecutivo – sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica – la Giornata Nazionale UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare), dedicata al tema dell’Inclusione scolastica degli studenti con disabilità. Anche in questa occasione protagoniste della manifestazione saranno le Farfalle della Solidarietà, i peluche ripieni di ovetti di cioccolato che dal 18 al 31 marzo verranno distribuiti – assieme a materiale informativo sull’Associazione, sulle distrofie e le altre malattie neuromuscolari – da migliaia di volontari in oltre 500 piazze, a fronte di un contributo di 5 euro. Nello stesso periodo, inoltre, sarà possibile dare il proprio contributo a questa iniziativa mandando un sms solidale.

«L’inclusione scolastica in Italia è di livello molto elevato – dichiara Alberto Fontana, presidente nazionale UILDM – ciò nonostante, i quasi 200mila studenti con disabilità che frequentano gli istituti scolastici affrontano ancora troppo spesso momenti di enorme difficoltà: è quindi lo stesso diritto allo studio, sancito dalla Costituzione, dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità e da tante Leggi del nostro Paese, ad essere messo quotidianamente in discussione».
Assente ingiustificato è il progetto che quest’anno permetterà alla UILDM, in stretta collaborazione con Cittadinanzattiva – che da oltre trent’anni opera in Italia e in Europa per la promozione e la tutela dei diritti dei cittadini – di promuovere azioni concrete finalizzate all’inclusione scolastica, quindi sociale, dei giovani con disabilità, e di portare avanti un’importante campagna civica che consentirà la realizzazione di una vera CITTADINANZA ATTIVA di Soci e Volontari UILDM. Dove assente ingiustificato non è solo lo studente che non può entrare a scuola a causa delle barriere, ma anche il contesto-scuola che non partecipa come dovrebbe alla realizzazione di quei percorsi di autonomia personale, affettiva e cognitiva che “aprono” ad ogni individuo la possibilità di vedersi protagonista delle proprie scelte in una prospettiva di futuro e che hanno proprio nella scuola un fondamentale punto di partenza.

Dunque, obiettivi concreti della campagna UILDM 2013 sono l’abbattimento degli ostacoli e delle barriere che impediscono una regolare frequenza scolastica, attraverso il finanziamento di interventi e modifiche strutturali agli edifici e l’acquisto di sussidi didattici, e una diffusa sensibilizzazione sul tema. Tutto questo a partire da un monitoraggio, in un numero significativo di istituti scolastici su tutto il territorio nazionale, condotto da equipe miste di volontari adeguatamente formati della UILDM e di Cittadinanzattiva, organizzazione che da anni svolge attività di indagine e valutazione civica in ambito scolastico.

Dal 2002, infatti, Cittadinanzattiva promuove IMPARARESICURI, una campagna nazionale di informazione e sensibilizzazione sulla sicurezza nelle scuole, nell’ambito della quale quest’anno sarà proposto un approfondimento specifico sulle barriere architettoniche e sulla dotazione di sussidi didattici fruibili da parte di persone con disabilità motoria, nel quale confluiranno le attività dell’indagine prevista da Assente ingiustificato.

Le Sezioni Provinciali UILDM, le Assemblee Territoriali di Cittadinanzattiva e, con loro, i preziosi collaboratori di Fondazione Telethon, storico partner UILDM, sono già al lavoro. Anche quest’anno, infine, sostengono l’iniziativa gli Amici dell’Associazione Reiki RAU.

Il Report dell’Istat per l’anno 2011-2012

Il Report dell’Istat per l’anno 2011-2012

 

Il Report dell’Istat per l’anno 2011-2012Fonte www.tecnicadellascuola.it – Nella scuola primaria la percentuale più alta di insegnanti di sostegno a tempo pieno si registra in Piemonte, con il 67,8%, quella più bassa nella Provincia autonoma di Bolzano, con il 33,4%. Nella scuola secondaria di primo grado la percentuale più elevata si riscontra in Friuli Venezia Giulia con il 72,3% degli insegnanti di sostegno, quella più bassa in Valle d’Aosta con il 56,3%.

Il numero medio di alunni con disabilità per insegnante è molto vicino, a livello nazionale, a quello previsto dalla Legge 244/2007 e cioè un insegnante di sostegno ogni due alunni con disabilità. Si contano infatti 1,8 alunni con disabilità ogni insegnante di sostegno nella scuola primaria e 2,0 nella scuola secondaria di primo grado.

Le differenze territoriali sono molto marcate: la Provincia autonoma di Bolzano, per entrambi gli ordini scolastici, ha un numero maggiore di alunni per insegnante di sostegno e cioè 3,7 alunni nella scuola primaria, 5,0 alunni nella scuola secondaria di primo grado. Il rapporto più basso si riscontra in Molise per la scuola primaria con 1,3 alunni per insegnante di sostegno e in Sardegna per la scuola secondaria di primo grado con 1,5 alunni. L’elevato rapporto alunni con disabilità/docente di sostegno di Bolzano è dovuto a una diversa modalità di presa in carico dell’alunno con disabilità da parte della Provincia autonoma. Qui, infatti, a causa del bilinguismo, sono assegnati a ciascuna classe più docenti curriculari e in caso di alunno non autonomo è prevista la figura dell’assistente ad personam.

Gli insegnanti di sostegno, in entrambi gli ordini scolastici, svolgono prevalentemente attività di tipo didattico con l’80% degli alunni con disabilità, anche se con una quota di alunni che varia tra l’8,2% nella scuola primaria e il 7,2% in quella secondaria l’insegnante di sostegno svolge soprattutto attività di tipo assistenziale, nonostante le medesime attività siano di pertinenza di figure professionali quali l’assistente educativo culturale o l’assistente ad personam.

Tuttavia, con riferimento alle ore settimanali di sostegno assegnate in media all’alunno con disabilità, si evidenzia un gradiente territoriale per entrambi gli ordini scolastici, con un numero di ore maggiore nelle scuole del mezzogiorno dove 13,3 ore medie settimanali sono appannaggio nella scuola primaria e 10,7 ore medie settimanali nella scuola secondaria di primo grado. Più basso nelle scuole primarie e secondarie di primo grado del centro, dove le ore sono rispettivamente 10,1 e 8,0 ore medie settimanali.

Il nord si attesta in una posizione intermedia con 10,3 ore medie settimanali nella scuola primaria e 8,3 ore nella scuola secondaria di primo grado. Dalla rilevazione sulle scuole è emerso anche che una quota di famiglie, nel corso dell’anno, ha ritenuto che l’assegnazione delle ore di sostegno non fosse idonea a soddisfare i bisogni di supporto dell’alunno.

Circa il 9% delle famiglie ha presentato ricorso al Tribunale civile o al Tribunale Amministrativo Regionale (Tar) per ottenere un aumento delle ore. Per entrambi gli ordini scolastici nelle regioni del mezzogiorno la quota delle famiglie che ha fatto un ricorso è circa il doppio rispetto a quella delle regioni del nord. Nella scuola primaria rispettivamente 12,7% e 6,0%; nella scuola secondaria di primo grado rispettivamente 11,5% e 4,3%.

Da segnalare anche il fatto che ben il 17,4% delle scuole primarie e il 14,6% delle scuole secondarie di primo grado non è stato in grado di fornire una risposta al riguardo.

E’ importante, al fine della realizzazione del progetto individuale, che ci sia una continuità del rapporto docente di sostegno-alunno con disabilità, non solo nel corso dell’anno scolastico ma anche per l’intero ciclo scolastico. Questo però non sempre avviene: sono, infatti, il 14,8% gli alunni con disabilità della scuola primaria che hanno cambiato insegnante di sostegno nel corso dell’anno scolastico, tale percentuale scende al 10,0% per gli alunni con disabilità della scuola secondaria di primo grado. La percentuale maggiore di alunni che hanno cambiato insegnante di sostegno nel corso dell’anno scolastico si riscontra nelle regioni del nord per entrambi gli ordini scolastici: 17,6% di alunni della scuola primaria e 13,4% degli alunni della scuola secondaria; quella più bassa nel mezzogiorno dove si hanno 11,0% di alunni della scuola primaria e 8,3% degli alunni della scuola secondaria.

Le percentuali aumentano drasticamente se si analizzano i cambiamenti di insegnante di sostegno rispetto all’anno scolastico precedente: il 41,7% degli alunni della scuola primaria e il 39,3% di quelli della scuola secondaria di primo grado. In ogni caso dal Report dell’Istat viene fuori che per entrambi gli ordini scolastici la percentuale maggiore di alunni con diagnosi funzionale e con profilo dinamico funzionale risiede nelle regioni del mezzogiorno, mentre si trova al nord la percentuale maggiore di alunni con un programma educativo individualizzato.

A livello nazionale, e per entrambi gli ordini scolastici, non tutti gli alunni con disabilità dispongono della documentazione completa per i percorsi individuali prevista dalla legge. Nelle scuole primarie la percentuale di alunni per i quali è stata predisposta la diagnosi funzionale è pari al 95,9%, quella che ha un profilo dinamico funzionale è pari all’86,9% e per il 97,6% di alunni è stato redatto il programma educativo individualizzato. Nelle scuole secondarie di primo grado le percentuali si attestano, rispettivamente, al 95,9%, 86,9% e al 98,9%.

Per maggiori informazioni

Scarica il testo integrale dell’Istat o vai su www.istat.it

28 gennaio 2013

“La Germania ha una responsabilità perenne”

da Repubblica.it

La Merkel e il ricordo l’Olocausto:
“La Germania ha una responsabilità perenne”

Domani la Giornata della memoria, iniziative in tutte le ambasciate e cerimonie nelle città. Alla stazione di Milano l’inaugurazione del memoriale al binario 21 dal quale partivano i convogli dei deportati. Scritte antisemite a Roma e in Lombardia

ROMA – Un “treno della memoria” diretto ad Auschwitz con partenza da Firenze. L’inaugurazione del Memoriale della Shoah al binario 21 della Stazione centrale di Milano. Un incontro contro il razzismo a Roma e una cerimonia al monumento nazionale della Risiera di San Sabba, a Trieste. Domani, “Giorno della Memoria”, l’Italia intera ricorda l’Olocausto.

La Farnesina ha dato indicazione a tutte le rappresentanze diplomatiche italiane perché si facciano promotrici di iniziative per ricordare l’Olocausto: “Una ricorrenza – dice il ministro degli Esteri, Giulio Terzi – che rappresenta un monito per la nostra e per le generazioni future, per chi vuole evitare il ripetersi di immani tragedie e di grande vergogna per l’umanità”. Era il 27 gennaio 1945 quando il campo di concentramento di Auschwitz fu liberato dai sovietici: dal 2001, ogni anno in quella data, anche l’Italia come altri paesi, ricorda le vittime del nazionalsocialismo e del fascismo, della Shoah e coloro che, a rischio della propria vita, hanno protetto i perseguitati.

VIDEO Il Memoriale a Milano

Merkel. Il messaggio più rilevante alla vigilia della Giornata della memoria è forse quello di Angela Merkel: “Abbiamo una responsabilità permanente per i crimini del nazionalsocialismo, per le vittime della seconda guerra mondiale e, anzitutto, anche per l’Olocausto”, ha detto la cancelliera in un podcast pubblicato oggi sul suo sito Internet, quando mancano tre giorni all’ottantesimo anniversario – mercoledì – dell’ascesa al potere di Hitler, il 30 gennaio 1933. “Dobbiamo dire chiaramente, generazione dopo generazione, e dobbiamo dirlo ancora una volta – ha detto Merkel -: con coraggio, il coraggio civile, ognuno, individualmente, può impedire che il razzismo e l’antisemitismo abbiano alcuna possibilità. Noi affrontiamo la nostra storia, non occultiamo niente, non respingiamo niente – ha concluso -. Dobbiamo confrontarci con questo per assicurarci di essere in futuro un partner buono e degno di fede, come del resto lo siamo già oggi, fortunatamente”.

Riccardi. “Razzismo, neonazismo, antisemitismo e xenofobia” sono sentimenti mai sopiti, che oggi trovano “terreno fertile in rete”, ricorda il ministro per la Cooperazione internazionale e integrazione, Andrea Riccardi. Nessuna privacy dunque “per gli autori di post antisemiti”: “a una vera e propria offensiva di odio razziale su internet, bisogna rispondere con risposte efficaci e globali”. E l’Italia che condanna domani sarà unita “per non dimenticare”. Appuntamento dunque a Milano dove sarà inaugurato il Memoriale della Shoah, al binario 21 della Stazione centrale, da dove partivano i vagoni ferrati con i deportati per Auschwitz e gli altri campi di concentramento.

Monti. Interverranno, tra gli altri, il premier Mario Monti, il ministro Riccardi e Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz: a 13 anni fu fatta salire sui vagoni ferrati dal binario 21 per arrivare nei campi di sterminio. E’ una delle 13 sopravvissute sulle 775 partite con i treni diretti. Nel corso della cerimonia, Riccardi presenterà il libro “Testimonianza-Memoria della Shoah a Yad Vashem”, prima traduzione italiana, a cura dell’Unar, di “To Bear Witness”, testo redatto nel 2005 dallo storico istituto per documentare, attraverso la storia dello Yad Vashem, “il periodo più drammatico vissuto dal popolo ebraico e da tutta l’Europa”. Domani pomeriggio Monti sarà anche nel Modenese, a Carpi, dove visiterà il Museo del Deportato, incontrando i ragazzi del liceo Fanti. Sempre in occasione della giornata della Memoria, accompagnato dal sottosegretario Antonio Catricalà, andrà poi a Fossoli per deporre una corona d’ alloro al campo di concentramento.

Le iniziative. A Firenze cinquecento studenti si ritroveranno alla stazione per percorrere il “viaggio della memoria” verso Auschwitz: “vedere i campi di sterminio è un’esperienza che segna la vita”, afferma il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi. A Lecce invece verrà inaugurata una mostra del fotografo Massimo Spedicato, sui lager di Auschwitz e Birkenau. A Roma, al museo Maxxi, appuntamento con “Dosta!”, la campagna coordinata e finanziata dall’Unar: al centro del dibattito il Porrajmos, lo sterminio di oltre mezzo milione di Rom e Sinti compiuto dal nazismo durante la seconda guerra mondiale. A Trieste, infine, la cerimonia solenne nel monumento nazionale della Risiera di San Sabba, unico campo di sterminio nazista in territorio italiano. Incontri anche a Napoli, Genova e Parma.

Grillini. Fra le vittime della Shoah anche numerosi omosessuali, lo ricorda in una nota Franco Grillini, presidente di Gaynet: “In occasione del 27 gennaio, giorno della memoria, è bene ricordare che il popolo che subì le maggiori sofferenze fu quello ebraico ma che assieme alle ‘stelle gialle’ furono sterminati nei campi di concentramento decine di migliaia di “triangoli rosa”, gli omosessuali tedeschi, austriaci, olandesi e francesi. In Italia il fascismo usò il confino contro le persone omosessuali”.

Scritte antisemite a Roma e Milano.
A poche ore dalle celebrazioni, scritte antisemite sono apparse a Roma in via Tasso, dove si trova il Museo della Liberazione nei locali che erano la sede della Gestapo durante l’occupazione tedesca, mentre simboli fascisti e nazisti e ingiurie nei confronti delle forze dell’ordine sono comparse sulle facciate di Villa Litta a Milano.

(26 gennaio 2013)

Schiave

da Mosaico di Pace

Schiave

25 gennaio 2013 – Tonio Dell’Olio

Scusate se oggi mi permetto di scrivere un po’ di più del solito. Mi limito a trascrivere il messaggio che mi è giunto oggi da Isoke. Non ve la presento. Capirete leggendo.

Ciao Tonio, succede che a Palermo il pastore valdese Vivien, nigeriano, una delle persone più impegnate contro la tratta, ha subito un attentato alla sua vita, gli hanno distrutto due volte l’auto, riceve di continuo minacce. È alla testa di un Coordinamento contro la tratta nato alla fine dello scorso anno dopo che a Palermo sono state assassinate, una dopo l’altra, due giovani nigeriane. Padre Vivien guida la sua comunità e accoglie moltissime ragazze in quello che è noto col nome di Pellegrino della Terra, uno dei tanti servizi che assicura ai migranti. Il Coordinamento è nato, e io ne sono parte, perché mi hanno chiamata e subito sono andata contro la tratta e a sostegno, in particolare, del lavoro di padre Vivien e di altri (suor Valeria Gandini) particolarmente attivi. Sono rimasta una decina di giorni, sono andata nelle scuole, nelle Università, nelle librerie, nelle sedi delle associazioni, per parlare e per presentare documenti, film e sostenere quel che molte associazioni che sono entrate nel coordinamento sostengono e, cioè, che la tratta è un problema drammatico e che a Palermo dove si tenta di arginarla sul serio, chi è impegnato rischia molto perché a gestirla è una vera e propria mafia.
Mentre ero a Palermo una giovane nigeriana è stata massacrata di botte, voleva lasciare il suo black boy, voleva denunciare chi la vuole in strada e così le hanno dato una lezione. La cosa è successa mentre in Comune il Sindaco Leoluca Orlando, con un gesto molto speciale, riconosceva la cittadinanza onoraria alle due giovani assassinate. In Ospedale per parlare con la ragazza ci sono andata io, insieme a padre Vivien, fino a quando ha accettato di entrare in una struttura protetta; ma siccome non è possibile tagliarla fuori dal mondo, attraverso il telefono e altre ragazze è continuamente sollecitata con le buone o con le minacce a ritrattare tutto e prima o poi lo farà…
Padre Vivien è tornato qualche giorno in Nigeria per salutare i suoi genitori, per continuare il lavoro di informazione e sensibilizzazione e per spezzare il legame tra gente di là e gente di qua che gestisce il traffico delle persone: è lì che gli sono entrati in casa cercandolo, hanno sfasciato i mobili e hanno aggredito i suoi genitori perché lui non c’era.
Il resto succede a Palermo e siccome al telefono anche io a Genova sono minacciata, credo che la situazione sia grave. Quando sono andata a Palermo ho vissuto giorno belli e bruttissimi al tempo stesso: sono stata nei luoghi degli omicidi, dove ci sono
semplici targhe che le ricordano ed ho avuto uno choc emotivo; l’emozione è stata molto intensa per tutti… Claudio e le donne di Palermo mi ricordano che le mie parole erano BASTA, NON NE POSSO PIU’ DI TUTTE QUESTE MORTI…ma la scossa è stata molto forte. Le ragazze nigeriane che ancora si prostituiscono sono scese in strada
a protestare, le altre le ho riunite al Pellegrino della terra per progettare qualcosa tutte insieme…a “Joy” la chiamo così ma non è il suo nome, che zoppicherà per tutta la vita perché le hanno sparato addosso e ad altre con storie anche peggiori, e ad altre che le storie manco le possono raccontare. Come Izogie, assassinata a Catania e ritrovata con addosso documenti con gli stessi dati di quelli riportati sul documento con il quale nel 2000 trafficarono me.
Al mio rientro a Genova sono stata chiamata perché a Terni hanno ucciso un’altra ragazza, a Bologna dove ne hanno trovata in strada una morta “non si sa” perché… e a Reggio Emilia dove hanno fatto i funerali di un’altra …di Milano, morta in uno strano incidente stradale: un’auto di nigeriani va addosso ad un pulmino pieno di nigeriane e nigeriani, sei/setto/otto morte e morti…
In un modo o nell’altro il dramma continua e chi, come padre Vivien, va in prima fila rischia; oggi a Palermo molti chiedono che sia protetto, ma nessuno protegge le sue, le mie ragazze che se denunciano, come sarebbe teoricamente giusto facessero, dovrebbero essere tutelate, ma non è così: chi tutela le famiglie rimaste in Nigeria, chi tutela le ragazze stesse che dopo la denuncia restano sole, sole contro la comunità nigeriana, contro i trafficanti, contro le famiglie che chiedono “perché non mandi più soldi e ci metti in pericolo?”.
Io sono furiosa, ma non voglio ammalarmi per questo, sono stanca di soffrire e di non sapere offrire a quelli come padre Vivien altro che la mia parola; posso condividere i rischi e i pericoli perché in Sicilia opero con lui, non mi tiro indietro, e lo faccio anche altrove, in tante città italiane…
Ma spero che parlando di padre Vivien si possa cambiare qualcosa; suor Eugenia Bonetti ha fondato l’associazione Slaves no more, e a Palermo insieme a suor Valeria Gandini anche altre “chiese” si muovono,… suor Valeria che ha lasciato Verona dove la situazione era troppo brutta e venire a Palermo dove è anche peggio, ma dove Nino, Stella, Pasqua,
Tindara e altre splendide persone che non posso mettere tutte in elenco, sono quotidianamente schierate contro la mafia nigeriana!
Sto mandando questo messaggio a persone che contano. L’ho mandato a Roberto Saviano, ora lo mando a te sperando che tu e magari don Ciotti, possiate magari andare a Palermo, fare un gesto simbolico e pubblico a sostegno di padre Vivien, a lanciare un segnale alla mafia nigeria, magari invitare padre Vivien alla giornata di marzo, se non potete andare voi a Palermo.
Scusa se ti dico cose in fretta che Claudio sta trascrivendo in diretta da quel che gli dico e da quel che sto dicendo al telefono con alcuni di Palermo.
Un abbraccio
Isoke Aikpitanyi

Richiesta di convocazione Osservatorio Scolastico

Roma 16 Gennaio 2013

Al Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Prof. Francesco Profumo

Al Sottosegretario MIUR
Prof. Marco Rossi-Doria

Al Capo Dipartimento per l’Istruzione
Dr.ssa Lucrezia Stellacci

Al Direttore Generale
per lo studente, l’integrazione, la partecipazione e la comunicazione
Dr.ssa Giovanna Boda

Al Capo Segreteria
Sottosegretario Prof Rossi-Doria
Dr. Paolo Mazzoli

Al Dirigente dell’Ufficio per l’inclusione scolastica del MIUR
Dr. Raffaele Ciambrone

Oggetto: richiesta di convocazione Osservatorio Scolastico

Dopo l’incontro estivo dell’Osservatorio si sono succeduti numerosi fatti importanti , come la stipula dell’Intesa MIUR Min-Salute, il Convegno del 6 dicembre , l’annuncio di una nuova direttiva sui BES, che richiedono degli approfondimenti da parte delle Associazioni e del Comitato Tecnico dell’Osservatorio.

Infatti molte Associazioni e familiari ci chiedono sempre più frequentemente :

–          dove siano andati a finire i fondi sull’inclusione scolastica previsti dalla Legge-quadro n. 104/92, dalla l.n. 440/1997, dalla l.n. 69/2000?
–          che ne è dei GLIP previsti per legge, art 15 l.n. 104/92, mentre il MIUR sta puntando tutto sui CTS , ai quali non siamo contrari, ma che sono organismi previsti da soli atti amministrativi ed hanno quindi meno garanzie di permanenzza in futuro dei GLIP, i quali ultimi hanno al loro interno anche esperti rappresentanti delle associazioni, cosa che non è prevista per i CTS, che sono organismi solo tecnici?
–          cosa accadrà nei GLIP dopo la drastica riduzione dei docenti comandati presso gli stessi , che svolgono l’importante ruolo di consulenti alle scuole ed alle famiglie e di segretari degli stessi GLIP ( d m n. 122/ 94)?
–          cosa significa ” sostegno di prossimità ” di cui ha parlato il Prof. Canevaro nel Convegno del 6 dicembre? Se  non significa abolizione del docente per il sostegno, significa che si accoglie la proposta della Fondazione Agnelli?
–          quali sono gli sviluppi del’Intesa MIUR Min-Salute del luglio scorso? Le famiglie  e le scuole trovano sempre  più latitanti le Unità multidisciplinari delle AASSLL a causa dei tagli alla spesa pubblica.
–          che accoglienza ha la nostra pluriennale richiesta della formazione iniziale ed obbligatoria in servizio dei docenti curricolari, in modo da evitare l’attuale delega al solo docente per il sostegno, causa di un crescente contenzioso giudiziario per ottenere un crescente numero di ore di sostegno?
–          che ne è stato dell’abolizione delle Aree disciplinari per il sostegno nelle scuole superiori?
–          che ne è stata della costituzione della nuova classe di concorso per il sostegno?
–          che ne è dell’applicazione dell’Intesa Stato-regioni del 20 marzo 2008 che è stata recepita da alcune Regioni, come Piemonte e Lombardia, ma non sembra stia avvenendo altrettanto dal MIUR?

Queste sono le principali domande che ci vengono rivolte ed alle quali non sappiamo rispondere.

Per questi motivi, chiediamo la convocazione urgente dell’Osservatorio scolastico ministeriale.

Siamo certi che, data la Vostra sensibilità sempre mostrata nei confronti di questi problemi, la richiesta possa essere accolta immediatamente .
Rimaniamo, pertanto, in attesa di conoscere la data proposta e di ricevere quanto prima la convocazione.

Distinti saluti

Il Presidente Nazionale Fish
Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap

Pietro Vittorio Barbieri

Il Presidente Nazionale Fand
Federazione tra le Associazioni Nazionali dei Disabili

Giovanni Pagano

INTEGRAZIONE SCOLASTICA ED ALUNNI CERTIFICATI

INTEGRAZIONE SCOLASTICA ED ALUNNI CERTIFICATI

Analisi del decennio 2002/2003 – 2011/2012: ecco i dati

 

Aumenta il numero degli alunni certificati nelle scuole statali dell’Emilia-Romagna

 

Pubblicati sul sito www.istruzioneer.it i dati relativi al numero di alunni certificati con handicap nelle scuole dell’Emilia Romagna nell’arco dell’ultimo decennio. Lo studio è stato effettuato dalla Direzione Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia-Romagna e considera, quale periodo di riferimento, il decennio compreso tra gli anni scolastici 2002-2003 e 2011-2012.

Un decennio cruciale per i cambiamenti culturali di cui è stato testimone, e che si è concluso con la crisi economica mondiale. Il dato più significativo che emerge dalla fotografia scattata dall’Ufficio è l’aumento della percentuale degli alunni certificati sul totale degli alunni del territorio regionale. La percentuale attesta una sensibile crescita, passando dal 2,09% del 2002-2003 al 2,47% dell’a.s. 2011/12. In dieci anni, dunque, il numero degli alunni certificati passa da 8778 a 12.786.

Una crescita che impone una riflessione in termini culturali e sociali sul fenomeno soprattutto se si tiene conto che nel corso di quest’ultimo decennio non sono stati più compresi fra gli alunni certificati gli studenti con Disturbi Specifici di Apprendimento. Dall’analisi statistica elaborata dalla Direzione Generale emerge inoltre che il rapporto tra posti di sostegno ed alunni certificati è passato da 2,26 alunni ogni posto di organico nel 2002-03 a 2,06 del 2011-12, con una percentuale rappresentata dai posti di sostegno sui posti totali che è passata dal 9,07% del 2002-03 al 13,43% del 2011-12. “La percezione generalizzata di una diminuzione dei posti di sostegno” –  afferma il Vice Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia-Romagna – “non trova riscontro nei dati effettivi. Al contrario di quanto si pensa, nel decennio, la quota di investimento di risorse per l’integrazione scolastica degli alunni certificati è stata incrementata. Il processo di integrazione scolastica delle persone disabili, sostenuto anche grazie all’aumento del numero di insegnanti di sostegno” – prosegue Stefano Versari – “realizza il principio costituzionale di eguaglianza dei cittadini”.

 

E’ proprio in questo impegnativo contesto, ed in stretta correlazione con l’articolata rete di azioni che coinvolge istituzioni, mondo associativo, cittadini e famiglie, si inserisce questo importante studio di settore. “Per governare i sistemi complessi è necessario poter disporre di dati e ragionare su di essi” – conclude il Vice Direttore Generale – “con la pubblicazione della serie dei dati decennale si aggiunge un tassello importante per comprendere alcune delle condizioni che determinano il processo di integrazione scolastica e per poter impostare una azione istituzionale fondata anche su dati oggettivi e comparabili”.

 

IO SONO PER UNA SCUOLA “INCLUSIVA”! E VOI?

IO SONO PER UNA SCUOLA “INCLUSIVA”! E VOI?

C’era una volta, tanto tempo fa, in un piccolo villaggio, la bottega di un falegname. Un giorno, durante l’assenza del padrone, tutti i suoi arnesi da lavoro tennero un gran consiglio.

La seduta fu lunga e animata, talvolta anche veemente. Si trattava di escludere dalla onorata comunità degli utensili un certo numero di membri.

Uno prese la parola: «Dobbiamo espellere nostra sorella Sega, perché morde e fa scricchiolare i denti. Ha il carattere più mordace della terra».

Un altro intervenne: «Non possiamo tenere fra noi nostra sorella Pialla: ha un carattere tagliente e pignolo, da spelacchiare tutto quello che tocca».

«Fratel Martello – protestò un altro – ha un caratteraccio pesante e violento. Lo definirei un picchiatore. È urtante il suo modo di ribattere continuamente e dà sui nervi a tutti. Escludiamolo!».

«E i Chiodi? Si può vivere con gente così pungente? Che se ne vadano anche Lima e Raspa. A vivere con loro è un attrito continuo. E cacciamo anche Cartavetro, la cui unica ragion d’essere sembra quella di graffiare il prossimo!».

Così discutevano, sempre più animosamente, gli attrezzi del falegname. Parlavano tutti insieme. Il martello voleva espellere la lima e la pialla, questi volevano a loro volta l’espulsione di chiodi e martello, e così via. Alla fine della seduta tutti avevano espulso tutti.

La riunione fu bruscamente interrotta dall’arrivo del falegname. Tutti gli utensili tacquero quando lo videro avvicinarsi al bancone di lavoro. L’uomo prese un asse e lo segò con la Sega mordace. Lo piallò con la Pialla che spela tutto quello che tocca. Sorella Ascia che ferisce crudelmente, sorella Raspa dalla lingua scabra, sorella Cartavetro che raschia e graffia entrarono in azione subito dopo.

Il falegname prese poi i fratelli Chiodi dal carattere pungente e il Martello che picchia e batte.

Si servì di tutti i suoi attrezzi di brutto carattere per fabbricare una culla. Una bellissima culla per accogliere un bambino che stava per nascere.

Per accogliere la Vita.

(L’occhio del Falegname, in Ferreri B., Cerchi nell’acqua, Editrice Elle Di Ci, Torino 1999, pp. 6 e 7)

 

* * * * * * * * * *

 

Avrò avuto al massimo dieci anni quando ascoltai per la prima volta questa storia. Qualche anno fa la proposi quale filo conduttore di un progetto in rete tra Istituzioni Scolastiche di II grado superiore.

Oggi, la propongo a tutti voi, colleghi e colleghe, come occasione di riflessione sull’aspetto in assoluto più mortificante che sta dietro allo svolgimento delle prove INVALSI: la considerazione riservata agli allievi con bisogni speciali, i cosiddetti “diversamente abili”, orientata nella direzione della loro esclusione o emarginazione. Allontanarli dalla classe durante lo svolgimento delle prove o somministrar loro una prova identica a quella altrui: sono queste le strategie proposte dopo decenni di sforzi in nome di una scuola integrante ed inclusiva!!!

Nella bottega del falegname, gli arnesi da lavoro discutono per stabilire chi tra loro debba essere escluso. Al termine della seduta tutti hanno escluso tutti.

L’improvviso ritorno del falegname, tuttavia, riabilita tutti indistintamente: ciascun arnese, ognuno dotato del carattere che più gli è proprio, viene reinserito e integrato all’interno di un processo di interazione e interdipendenza positiva, funzionale al conseguimento di un fine comune: la costruzione di una culla che dovrà accogliere la Vita.

L’azione del falegname, il suo servirsi indiscriminatamente di tutti gli arnesi che popolano il suo piccolo mondo, riassume attraverso un linguaggio metaforico il lavoro che, a mio parere, è chiamata a svolgere ogni realtà scolastica che voglia dirsi ‘inclusiva’: una realtà scolastica in cui, cioè, si riconoscano, si valorizzino e si integrino le diversità – siano esse fisiche, psichiche, cognitive, socio-affettive o di altra natura; una realtà scolastica in cui, conseguentemente, si operi nella direzione dell’uguaglianza sociale ed educativa, indispensabile affinché ciascun individuo sia capace di esercitare pienamente il diritto di cittadinanza. Diritto che onestamente non mi sembra esser garantito da chi ha pensato e voluto le prove INVALSI!

“Esercitare il diritto di essere cittadini”, infatti, significa mettere tutti – i normodotati e gli allievi in difficoltà – nella condizione di partecipare, secondo le proprie possibilità, alla vita sociale e di essere riconosciuti come “persone” nel contesto umano e civile. E si inizia proprio dalla e con la scuola!!!

Per questa ragione, se la disponibilità alla collaborazione da parte del personale docente dovesse essere tale da garantire lo svolgimento di tali prove, mi sembra doveroso e dignitoso “includere” anche gli allievi con bisogni speciali, somministrando loro “quiz” commisurati alle specifiche potenzialità.

Se la situazione dovesse evolvere in tal senso, io in primis e con me – mi sento di poter dire – tutti i colleghi impegnati ad operare nell’ambito della diversabilità offriremo il contributo che serve affinché tutti, escluso nessuno, abbiano le medesime opportunità formative ed educative.

 

 

 

Prof.ssa Maletta Maria Maddalena.

Coordinamento delle Scuole di Ferrara e provincia “La scuola è di tutti”