Buonascuola ora non canto

BUONASCUOLA ORA NON CANTO MA VE LA CANTO di Umberto Tenuta

CANTO 374 BUONA SCUOLA DI TUTTI E PER TUTTI

La Scuola o è buona o non è buona per nessuno.

È buona la Scuola che garantisce il successo formativo a tutti gli studenti.

Docenti sono coloro che garantiscono il successo formativo a tutti gli studenti.

Chi non lo garantisce non è docente.

 

 

Più chiaro di così?

<<Ogni uomo è destinato ad essere un successo e il mondo è destinato ad accogliere questo successo>> [1]

<<L’autonomia delle istituzioni scolastiche …si sostanzia nella progettazione e nella realizzazione di interventi di educazione, formazione e istruzione mirati allo sviluppo della persona umana, adeguati ai diversi contesti, alla domanda delle famiglie e alle caratteristiche specifiche dei soggetti coinvolti, al fine di garantire loro il successo formativo, coerentemente con le finalità e gli obiettivi generali del sistema di istruzione e con l’esigenza di migliorare l’efficacia del processo di insegnamento e di apprendimento>>[2].

Questa è la finalità della scuola.

Dirigenti e Docenti sono pagati per garantire il successo formativo a tutti gli studenti.

Dirigenti e docenti sono coloro che assolvono il compito di garantire il successo formativo a tutti gli studenti.

Dirigenti e docenti che non garantiscono il successo formativo a tutti gli studenti non assolvono il compito per il quale sono stati assunti e sono pagati.

Questo è il problema.

Che facciamo?

Paghiamo e premiamo chi assolve il proprio compito?

E chi non lo assolve?

Rimane al suo posto!

Lo Stato paga coloro che non adempiono i propri impegni, i propri doveri, i propri compiti?

Libero di farlo!

Ma non nella Scuola.

Non si possono lasciare nella scuola coloro che non assolvono il loro compito di garantire il successo formativo a tutti gli studenti.

Non si possono lasciare nemmeno per un solo giorno.

Non si può attendere che essi si impegnino ad assolvere i loro compiti per essere premiati.

Nel frattempo essi producono danni irreparabili.

E non è scontato che essi si impegneranno ad assolvere i propri compiti.

Questo è il problema!

…Essere o non essere, questo è il problema: se sia più nobile d’animo sopportare gli oltraggi, i sassi e i dardi dell’iniqua fortuna, o prender l’armi contro un mare di triboli e combattendo disperderli.

Morire, dormire, nulla di più, e con un sonno dirsi che poniamo fine al cordoglio e alle infinite miserie, naturale retaggio della carne, è soluzione da accogliere a mani giunte….

Non accogliere a mani giunte!

Piuttosto svegliare dal sonno con un bel tintinnio di euro tutti gli uomini di scuola.

E chi non si sveglia lo lasciamo nel letto di casa sua.

Fino al pranzo ed alla cena di casa sua.

Fuor di metafora, non si possono lasciare nella scuola coloro che non garantiscono il successo formativo a tutti loro alunni.

È doveroso ed agevole individuare i pochi che la scuola non considerano il loro grande impegno.

Ma è altresì doveroso mettere tutti i dirigenti e tutti i docenti nella condizione di dedicare tutto il loro tempo per assolvere pienamente i loro compiti.

Garantire il successo formativo a tutti gli studenti è compito grande e meritevole, meritevole per tutti, meritevole anche di un adeguato compenso.

Ed il merito va riconosciuto.

Va riconosciuto a tutti coloro che non demeritano.

Quelli che demeritano non sono molti.

E sono facilmente individuabili.

Individuabili, noti, riconosciuti, famosi.

Non tutti vogliono meritare.

Ma nessuno vuole demeritare.

La malasorte nessuno la ama.

Tutti la temono.

Tutti la fuggono.

CONCLUSIONE?

La Buona Scuola è buona.

La Buona Scuola tratta bene tutti i docenti che garantiscono il successo formativo a tutti i loro studenti.

La Buona Scuola tratta bene tutti gli studenti perché lascia a casa tutti i dirigenti e tutti i docenti che non garantiscono il successo formativo a tutti i loro studenti.

State sicuri che nessun docente vorrà rimanere a casa sua.

Ora sì che si cambia verso!

Tutti felici, tutti contenti.

Docenti e studenti.

 

Tutti i miei Canti −ed altro− sono pubblicati in:

http://www.edscuola.it/dida.html

[1] FAURE E, (a cura di), Rapporto sulle strategie dell’educazione, Armando-UNESCO, Roma, 1973, p. 249.

[2] D.P.R. 8.3.1999, n.275−Art.1−Natura e scopi dell’autonomia delle istituzioni scolastiche.

Meritocrazia

MERITOCRAZIA ARISTOCRAZIA MICA DEMOCRAZIA di Umberto Tenuta

CANTO 373 ALTRO CHE DEMOCRAZIA!

Qui siamo in piena aristocrazia.

La scuola è dei migliori.

Dei migliori docenti.

Dei migliori studenti.

E gli altri?

Non ti curar di lor ma guarda e passa!

 

Questo in sintesi.

Docenti migliori per alunni migliori.

Gli altri docenti?

Per gli altri studenti.

Triste destino non nascere nelle case dei dottori!

Ed è il destino dei molti.

Facile prendersi cura dei migliori.

Facile elevare lo stipendio a pochi docenti!

Facile prendersi cura dei figli del dottore!

E gli altri?

Gli affamati, gli assetati, i diseredati, i deprivati…!

Ma non erano questi coloro che Cristo amava?

Le pecorelle smarrite.

Non mi ritrovo in questa BUONASCUOLA meritocratica!

Sembra che siamo arretrati di un secolo.

Oh battaglie della dispersione scolastica!

Vana nostalgia.

Nostalgia della democrazia.

Ma io lo dico ancora!

Non grido.

Dimostro.

Questo è il mostro.

Nelle scuole ci saranno docenti che ai loro studenti garantiscono il successo formativo.

E ci saranno docenti che ai loro studenti non lo garantiscono.

Docenti ai quali poco importa non essere premiati.

Poco mi dai, poco ti do.

Mi sta bene per quel poco che fo.

E così la scuola non è più la scuola del successo formativo garantito dal diritto costituzionale e positivo a tutti i suoi studenti.

È una scuola contra legem, illegittima.

Contra legem ma legalizzata!

Sogno.

O son desto?

In ogni scuola avremo due scuole.

La BUONASCUOLA dei pochi meritevoli.

La CATTIVA SCUOLA dei molti che meritevoli non sono.

E restano là.

Nella scuola di coloro che capaci e meritevoli non sono.

Tutto cambia perché nulla cambi.

Oggi come ieri, domani come oggi.

Ma domani è un altro giorno.

Tutto sarà legalizzato.

La Buonascuola al piano di sopra.

Al piano di sotto la scuola che buona non è per docenti e studenti che capaci e meritevoli nessuno ha mai fatto divenire.

E allora che cambia?

Che cambia con la BUONASCUOLA?

Che cambia?

Ma scherzate?

Sarà una scuola aristocratica.

La scuola dei migliori.

La Scuola dei figli dei dottori.

Oggi come ieri!

Come sempre.

Speriamo di no.

SPES ULTIMA DEA!

 

Tutti i miei Canti −ed altro− sono pubblicati in:

http://www.edscuola.it/dida.html

 

Un “buon” modo di fare Scuola con il territorio

Un “buon” modo di fare Scuola con il territorio: Il Progetto Monitor Dis/Agio

di Alessandro Basso

Assuefatti come siamo a curarci di problemi ed emergenze quotidiane in campo gestionale, si corre il rischio di non dare il giusto peso ad esperienze di “Buona Scuola” che nel territorio possono realizzarsi per quell’alchimia che si viene a creare nell’apertura della scuola autonoma alla comunità servita, essenza stessa del nostro Regolamento DPR 8 marzo 1999 n. 275.
L’esperienza che mi appresto a illustrare, si riferisce al Progetto “Monitor Dis/Agio”, pensato e agito dall’Ambito distrettuale 6.3 dell’azzanese.

Come tutte le cose belle, ci accorgiamo della loro valenza solo quando se ne percepisce l’assenza. Mi è capitato di dirigere, attraverso l’istituto della reggenza, scuole dove non vi era la risorsa del “Monitor”e avendola piacevolmente apprezzata nell’ambito azzanese, è stato davvero complicato gestire situazioni di “disagio” e promuoverle in “agio” senza una figura professionale definita e dedicata come previsto dal Progetto.
La scuola è chiamata a far fronte a situazioni di disagio di varia natura, scaturenti dall’ambiente familiare, dalle difficoltà economiche provocate da una crisi che sembra senza fine, da difficoltà nello sviluppo armonico degli apprendimenti, dalla sempre critica fase dell’accettazione di un problema di un figliuolo da parte delle famiglie, nella relazione complessa scuola-famiglia.
Sotto tutti questi profili, il ruolo esercitato dal Monito disagio è stato, è e, mi auguro, sarà, una risorsa imprescindibile, eventualmente esportabile, del fare una “buona scuola”.
Ciò che lo caratterizza nella fase propulsiva, è la riflessione di un territorio attorno al tema del disagio e del disagio collegato alla sfera scolastica del bambino-alunno inteso come persona, in quanto si ha il segno tangibile di una comunità che vede nella scuola una vera ed efficace leva per promuovere il benessere sociale che agisce nel lungo periodo.
Questo ha portato i comuni dell’ambito distrettuale per i servizi sociali 6.3 (Azzano Decimo, Chions, Fiume Veneto, Pravisdomini, Zoppola, Prata di Pordenone, Pasiano di Pordenone) a siglare un Patto Educativo territoriale, già negli anni 2000 che aveva propria base la trasformazione del “Disagio” in “Agio”; da qui il nome Monitor Dis/Agio. Tradotto in termini meno generali, alla base del progetto vi è il forte obiettivo di promuovere il benessere di bambini e ragazzi, prevenire le difficoltà e contenere il disagio, operando in stretto contatto con la scuola e i servizi territoriali, al fine di garantire il pieno sviluppo di ogni minore e il sostegno alle responsabilità educative di quanti sono in relazione con essi, attraverso la realizzazione di “un’alleanza educativa” fra adulti educanti (cit. tratta da lettera di presentazione del Monitor per il POF, a cura dell’èquipe).
Ancora più in profondità ci sono i Comuni, che credono al Progetto e, lungimiranti, investono risorse economiche al fine di garantirne la continuità, pur in un periodo di forte contrazione delle risorse.

Le azioni messe in campo dallo staff psicopedagogico sono principalmente:
• L’osservazione partecipante/ascolto del bambino/ragazzo a scuola e nei contesti ludico-ricreativi frequentati dal minore, su richiesta dell’insegnante e/o del genitore.
• La progettazione e/o conduzione di laboratori relazionali nel contesto scolastico, rivolti al gruppo classe, in collaborazione con gli insegnanti. Lo strumento laboratoriale ha come finalità l’osservazione delle dinamiche emotive e relazionali in essere, l’individuazione di contesti e strumenti utili alla loro evoluzione, l’apprendimento di stili relazionali e comunicativi funzionali al benessere del gruppo. Gli insegnanti, che partecipano in vario modo sia alla fase di progettazione che di conduzione dei percorsi, si impegnano a mettersi in gioco in prima persona e a sperimentare nell’attività quotidiana con i bambini/ragazzi gli strumenti acquisiti.
• La consulenza educativa per genitori, insegnanti e operatori pubblici e del privato sociale, che operano con e per i soggetti in età evolutiva.
• La formazione rivolta a insegnanti ed educatori.
• La formazione per genitori, attraverso gruppi esperienziali e incontri a tema.
• L’informazione sul sistema dei servizi specialistici e delle risorse educative territoriali.
• La messa in rete tra enti e soggetti che, a diverso titolo, concorrono alla prevenzione del disagio e alla promozione del benessere dei minori e delle famiglie del territorio.
Le modalità di collaborazione durante le ore scolastiche vengono concordate con gli insegnanti della scuola. Il progetto non ha finalità cliniche: non fa diagnosi né “terapie” individuali ai bambini, ma lavora in ottica psicoeducativa e preventiva, favorendo la messa in rete delle risorse della comunità “educante” e la loro integrazione verso un obiettivo comune ovvero il benessere dei bambini e delle famiglie.

Prevenire i problemi e diffondere la cultura del benessere, rileva nell’operare a favore di una comunità attiva e reale che non si nasconde dietro ai problemi e non aspetta che le situazioni implodano od esplodano, ma li affronta attraverso una dialogo costruttivo.
Promuovere il benessere, visto dagli occhi di un dirigente scolastico, significa creare le basi per far star bene i nostri bambini e ragazzi, affinché i loro percorsi di vita siano armonici, positivi e lontani da fenomeni di devianza sociale.
Il Monitor, nelle figure dei suoi esperti e della preziosa èquipe psicopedagogica (ci ricorda forse l’ormai lontanissima Legge 148/90?) che si è consolidata nel tempo, è una risorsa strategica per la formazione del personale, per l’attivazione di azioni di prevenzione delle difficoltà di apprendimento che passano attraverso la fase dell’ “osservazione” per arrivare alla consulenza su situazioni specifiche, su come affrontare eventuali situazioni di criticità tra docenti e famiglie.
Non va tralasciata la menzione, ultima ma non in ordine di importanza dell’apporto dello staff del Monitor nella “co-gestione” di situazioni complesse, ambiti in cui far fronte comune tra istituzioni, ciascuna con le proprie prerogative e responsabilità, trova risultati spesso efficaci per raggiungere dei risultati laddove le evidenze di contesto (ambientale, familiare, sociale) sono fortemente pesanti.
La reificazione del Progetto Monitor nelle realtà scolastiche locali, si è fortemente caratterizzata grazie alla presenza di figure stabili, che nel corso degli anni hanno intessuto relazioni interpersonali con docenti e genitori, facendosi conoscere dalla co9llettività, acquisendo, così, quel consenso che è la base per potersi rapportare in una comunità di pratica.
Le risorse umane, infatti, fanno i progetti e li rendono concreti e attuali. Non accade mai il contrario.
L’approccio con una figura che si è mantenuta costante nel tempo, ha permesso di creare quella familiarità che spinge il genitore un po’ più refrattario ad avvicinarsi alla scuola e a capire che l’osservazione svolta dalla psicologa del Monitor, assieme agli insegnanti, è basata su situazioni concrete, non ha alcun intento certificativo. È solo un momento di confronto tra operatori professionisti di due diversi mondi che si rapportano per trovare strategie e soluzione a problemi della vita scolastica quotidiana.
La presenza della psicologa, in ambiente scolastico, ha attivato, promosso, implementato percorsi formativi costruiti ad hoc e disegnati, negli spazi, nei tempi e nell’approccio, al gruppo di riferimento, partendo dall’assunto che non è semplice avere l’occasione di confrontarsi con psicologi ed esperti che vivono la scuola reale e quotidiana, che hanno maturato nel tempo una visione completa.
Dal punto di vista di chi scrive, l’esperienza più positiva con il Progetto Monitor sono stati i laboratori finalizzati all’attivazione di sportelli d’ascolto per i ragazzi della scuola secondaria di I grado.
Questa fascia d’età richiede luoghi e figure di riferimento per parlare dei propri problemi, pensieri, aspettative nella relazione interpersonale, nel delicato campo dell’affettività, a supporto della Scuola che deve potenziare questo tipo di educazione in una società dove le criticità sono evidenti.
Queste figure non sono rappresentate sempre solo da famiglia e genitori; a volte è più semplice parlare con un soggetto esterno, che abbia, poi, le competenze di dare una risposta su cui riflettere.
Per permettere una più ampia conoscenza della psicologa del Monitor, sono stati organizzati alcuni laboratori in classe , alla presenza dei docenti. La dirigenza si è occupata di provvedere alla convocazione dei genitori ad un incontro per presentare l’iniziativa e sottoscrivere la debita documentazione autorizzativa. Una volta espletata la dovuta fase informativa e autorizzativa, i ragazzi sono stati informati di un orario e di un luogo in cui la psicologa poteva essere disponibile per ascoltarli, il tutto sotto la più stretta riservatezza, internamente ed esternamente alla scuola.
Molti ragazzi si sono rivolti alla psicologa e hanno in seguito esternato il valore positivo di questa proposta, avvallando il nostro pensiero rispetto il loro bisogno di “incontro ed ascolto” che la scuola deve promuovere.

Come immagino il Monitor in futuro? Il riconoscimento della valenza di un progetto così importante a livello strutturale (leggi ministeriale) sarebbe la strada per un riconoscimento ed un’estensione di questa opportunità al di fuori di una singola comunità, pur temendo che una dimensione più allargata lo potrebbe rendere meno attivo ed efficace in ragione dei numeri più alti e di una complessità geografica più composita ed articolata.
La comunità scolastica che fa riferimento a questo ambito non potrà sicuramente fare un passo indietro e disattivare questa opportunità che , anzi, potrebbe essere ulteriormente potenziata e prevederne la presenza anche in alcune situazioni più formali, pur con la necessità di tracciare in modo definito compiti e ruoli precisi.
In un’ottica di ottimizzazione delle risorse, attraverso il Monitor si potrebbe strutturare e studiare una prima forma di tracciatura formale di alcune situazioni di difficoltà d’apprendimento, in stretto collegamento con i servizi di riferimento. Si avrebbe la duplice valenza di alleggerire il lavoro dei servizi specialistici, sottraendoli ad una prima fase di screening in quanto già compiuta, diminuire i tempi d’attesa e facilitare la scremature di quelle situazioni per le quali la prima osservazione ha fatto rientrare le “preoccupazioni” di docenti e genitori.
E’ auspicabile che si possa rendere sistematico un tavolo di lavoro stabile di analisi di situazioni concrete, con figure della scuola che si sono appositamente formate per individuare e condividere strategie e soluzioni che emergono in occasione di Focus Group. Occasioni durante le quali possono essere avviato ed implementato anche un confronto su come rapportarsi all’utenza, in determinate situazioni o anche su come rapportarsi alla propria professione onde lavorare sulla promozione di quel benessere che sta alla base dell’essenza del Monitor e, soprattutto, rappresenta il nostro fine più alto, strettamente correlato al successo formativo per il quale lavoriamo su preciso mandato costituzionale.

Valutiamo il sottosegretario del Miur

Valutiamo il sottosegretario del Miur Davide Faraone

di Enrico Maranzana

La proposta di Davide Faraone “I ragazzi valuteranno gli insegnanti” avrebbe consistenza logica solamente se le responsabilità dei docenti fossero esplicitate. La sua corretta e razionale formulazione è: “I ragazzi valuteranno il lavoro degli insegnanti in base ai documenti di progettazione educativa, di progettazione formativa, di progettazione dell’istruzione”, “sostanza dell’autonomia delle istituzioni scolastiche”.
Due visioni dell’istituzione scuola contrapposte, sintetizzabili con i concetti “valutazione” e “controllo” .
Il primo termine qualifica l’orientamento del governo, il secondo caratterizza il pensiero del legislatore.
Alla soggettività, alle scale valoriali, all’organizzazione gerarchia, alla parcellizzazione del servizio si contrappongono l’oggettività, la capitalizzazione degli scostamenti obiettivi programmati risultati conseguiti, l’assunzione collegiale delle responsabilità progettuali, la visione sistemica.
Da un lato un’idea di scuola fondata sull’insegnamento disciplinare, dall’altro lato un sistema orientato “all’apprendimento, che assicura a tutti pari opportunità di raggiungere elevati livelli culturali e di sviluppare le capacità e le competenze, attraverso conoscenze e abilità, generali e specifiche, coerenti con le attitudini e le scelte personali, adeguate all’inserimento nella vita sociale e nel mondo del lavoro, anche con riguardo alle dimensioni locali, nazionale ed europea”. Per approfondire il tema si veda in rete “Meritocrazie e scuola: una superficialità incredibile!”

La proposta di Davide Faraone è una tipica tecnica della customer satisfaction, appagamento rilevato per mezzo di questionari compilati dai soggetti destinatari degli output aziendali.
Una scelta che rende manifesta una visione annebbiata delle dinamiche di governo del “Sistema educativo di istruzione e di formazione”.
Non esiste complesso organizzato che non abbia consegnato ai propri dipendenti un mansionario: la scuola fa eccezione.
Non esiste complesso organizzato che non consideri la valutazione come stato conclusivo di un processo progettuale, nodo che si sostanzia nel soppesare lo scostamento esistente tra gli obiettivi programmati e i risultati conseguiti. La scuola fa eccezione.
Non esiste complesso organizzato che non abbia definito la propria struttura decisionale ricorrendo ai dettami delle scienze dell’amministrazione. La scuola, indipendentemente dalla dimensione del problema educativo e sorda alla voce del legislatore vive nel passato, abbarbicata all’obsoleto, inadeguato e inefficace modello gerarchico-lineare, abbracciato dal vice-ministro.

Bello è studiare

BELLO è STUDIARE di Umberto Tenuta

CANTO 372 <<L’espressione kalokagathìa (in lingua greca, καλοκαγαθία) indica l’ideale di perfezione umana secondo i Greci antichi.

Il termine rappresenta la sostantivizzazione di una coppia d’aggettivi indicanti l’armonioso sviluppo della persona, καλς κγαθός, kalòs kagathòs, crasi di καλς κα γαθός, kalòs kai agathòs, cioè “bello e buono>> (http://it.wikipedia.org/wiki/Kalokagathia)

 

Misera è quella scuola che obbliga i giovani a studiare!

Otterrà dei prodotti finiti.

Non uomini infiniti!

Uomini con tre Garzantine.

Teste ben piene.

Non cuori innamorati.

Non teste ben fatte (EDGAR MORIN).

La scuola che obbliga a studiare non è una scuola, ma un centro di addestramento reclute (CAR).

Ogni giorno un file, due file, tre file.

A fine trimestre una cartella di file per ogni disciplina.

A fine anno un CDR.

Il Corso di studio degli studenti si completa con un DVD.

INTERNET non è il loro amore.

Lo studio è amore, amore del sapere (Filosofia: che amore di Sofia!).

Sapere, saper fare, saper essere.

Amore del sapere, STUDIUM!

Non c’è cosa più grande, non c’è cosa più buona, non c’è cosa più bella dell’Amore!

Omnia vincit amor et nos cedamus amori[1]. Docenti e Dirigenti, nelle vostre scuole abolite l’obbligo di studiare!

Lo studio non può essere un obbligo, una condanna, una pena!

È una contraddizione in termini.

Ottiene risultati opposti a quelli che la Scuola deve perseguire.

Il destino dell’uomo è quello di non essere mai compiuto.

EXCELSIUS!

O Maestri, non spegnete l’innata curiosità umana.

Non spegnetela!

Non spegnetela coi doveri, con gli obblighi, con i compiti!

Accendete i cuori dei vostri giovani!

Siate fuochi che accendono altri fuochi!

Siate fiamme che accendono altre fiamme!

Siate fiamme che infiammano!

Non accontentatevi delle cose compiute, dei temi fatti, dei problemi risolti, delle formule apprese, delle date imparate, delle regole memorizzate!

Esultate quando i vostri studenti non vi offrono risposte ma domande!

Siate felici di aver fatto sentire ai vostri giovani l’amore del sapere.

Siate felici di aver fatto sentire ai vostri giovani la bellezza dello studio.

Maestra, io sono innamorato di Sofia!

Maestra, è bello studiare!

 

Tutti i miei Canti −ed altro− sono pubblicati in:

http://www.edscuola.it/dida.html

[1] Lett. L’amore vince ogni cosa, anche noi cediamo all’amore: è una frase latina di Publio Virgilio Marone (Bucoliche X, 69). (http://it.wikipedia.org/wiki/Omnia_vincit_amor)

Nota 22 gennaio 2015, Prot.n. 551

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
Direzione generale per gli ordinamenti scolastici e la valutazione del sistema nazionale di istruzione

Ai Direttori Generali degli Uffici Scolastici Regionali
LORO SEDI
Al Sovrintendente agli Studi per la Regione Autonoma della Valle d’Aosta
Al Sovrintendente Scolastico per la Provincia Autonoma di Bolzano
Al Sovrintendente Scolastico per la Provincia Autonoma di Trento
All’Intendente Scolastico per le scuole delle località ladine di Bolzano
All’Intendente Scolastico per la scuola in lingua tedesca di Bolzano

Nota 22 gennaio 2015, Prot.n. 551

Oggetto: Premio “Ignazio Salvo – l’alunno più buono d’Italia” 2015 .

Nota 22 gennaio 2015, AOODGSIP 629

Ai Direttori Generali degli Uffici Scolastici Regionali
LORO SEDI
Ai Dirigenti degli Ambiti Territoriali
LORO SEDI
Al Sovrintendente Scolastico per la Provincia di Bolzano
Bolzano
Al Sovrintendente Scolastico per la Provincia di Trento
Trento
All’ Intendente Scolastico per la Scuola in lingua tedesca
Bolzano
All’ Intendente Scolastico per la Scuola Località Ladine
Bolzano
Al Sovrintendente degli studi per la Regione Valle D’Aosta
Aosta
Ep.c.
Ai Coordinamenti regionali delle Consulte Provinciali Studentesche
LORO SEDI
Ai Forum regionali delle associazioni dei genitori
LORO SEDI
Al Forum Nazionale delle Associazioni Studentesche
LORO SEDI

Nota 22 gennaio 2015, AOODGSIP 629

Oggetto: 10 febbraio 2015, – Safer Internet Day – SID

Nota 22 gennaio 2015, AOODGSIP 626

Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca
D.G. per lo Studente, l’Integrazione e la Partecipazione

Alle Istituzioni Scolastiche
E p.c. agli Uffici Scolastici Regionali
LORO SEDI
all’Intendenza Scolastica per la Lingua Italiana di
BOLZANO
all’Intendenza Scolastica per la Lingua Tedesca di
BOLZANO
all’Intendenza Scolastica per la Lingua Ladina di
BOLZANO
alla Provincia di Trento Servizio Istruzione
TRENTO
alla Sovrintendenza Agli Studi per la Regione Autonoma della Valle D’Aosta
AOSTA

Nota 22 gennaio 2015, AOODGSIP 626

OGGETTO: 27 GENNAIO 2015 – Giornata della Memoria

22/01/2015 – Programmazione dei Fondi Strutturali 2007/2013 – Azione C1 – Autorizzazioni

 Oggetto: Programmazione dei Fondi Strutturali 2007/2013 – PON FSE “Competenze per lo Sviluppo” – Circolare AOODGAI/676 del 23 Gennaio 2014 – Azione C1 “Interventi formativi per lo sviluppo delle competenze chiave – comunicazione nelle lingue straniere” per le Regioni: Calabria, Puglia e Sicilia. Annualità 2014. Ammissibilità dei progetti e Impegno di spesa.

Autorizzazioni Calabria e Comunicazione all’USR Calabria

Autorizzazioni Puglia e Comunicazione all’USR Puglia

Autorizzazioni Sicilia e Comunicazione all’USR Sicilia

Nota 22 gennaio 2015, AOODGPER 2351

Ministero dell’Istruzione, dell’ Università e della Ricerca
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
Direzione Generale per il Personale scolastico

Ai DIRETTORI GENERALI degli Uffici Scolastici Regionali
LORO SEDI

Oggetto: Adempimenti di cui all’art.1, comma 32, della legge 6 novembre 2012, n.190.

Sono pervenute a questa Direzione Generale richieste di chiarimento in merito all’applicabilità, anche alle istituzioni scolastiche, delle disposizioni di cui all’art.1, comma 32, della legge 6 novembre 2012, n.190 che obbliga le stazioni appaltanti a pubblicare sui propri siti internet, entro il 31 gennaio di ogni anno, i dati relativi ai procedimenti di scelta del contraente per l’affidamento di lavori, forniture e servizi e a trasmettere gli stessi all’ANAC secondo le modalità operative fornite dalla stessa Autorità con nota del 12
gennaio 2015.
In mancanza di un’espressa deroga per le istituzioni scolastiche, le stesse devono considerarsi destinatarie dei citati obblighi di pubblicità e comunicazione.
Si prega di dare la massima diffusione alla presente nota in considerazione dell’approssimarsi della scadenza del termine finale e delle sanzioni previste in caso di mancato adempimento.

IL DIRIGENTE
F. to Giacomo Molitierno