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Scuole paritarie contrasto alla dispersione scolastica

Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha pubblicato il 18 luglio l’Avviso, destinato alle Scuole secondarie di I e II grado paritarie non commerciali, per la presentazione di progetti per la realizzazione di interventi di tutoraggio e formazione per la riduzione dei divari negli apprendimenti e per il contrasto alla dispersione scolastica. I progetti saranno finanziati a valere su fondi del PNRR per circa 45 milioni di euro.

Le scuole paritarie potranno utilizzare le risorse che saranno assegnate per attivare percorsi di mentoring e orientamento personalizzati, corsi di potenziamento delle competenze di base, di motivazione e accompagnamento, percorsi formativi e laboratoriali co-curriculari, attività da svolgere anche con il coinvolgimento delle famiglie.

“Con questo Avviso – dichiara Giuseppe Valditara, Ministro dell’Istruzione e del Merito – proseguiamo, coinvolgendo anche gli istituti paritari del sistema nazionale di istruzione, l’azione di contrasto ai divari territoriali e alla dispersione scolastica, con attività mirate a sostenere e motivare gli studenti più fragili. Il nostro obiettivo – prosegue Valditara – è costruire una scuola basata sulla personalizzazione della didattica e sull’orientamento, capace di far emergere i talenti e le potenzialità di ogni studente, senza lasciare nessuno indietro”.

I progetti potranno essere coordinati da uno specifico team per la prevenzione della dispersione scolastica, in favore di studenti con fragilità negli apprendimenti, a rischio di abbandono o che abbiano interrotto la frequenza scolastica.

Le attività potranno essere svolte anche in partenariato con soggetti pubblici e privati, enti e organizzazioni del volontariato e del terzo settore che svolgono attività formative per gli studenti.

Gli enti gestori delle Scuole secondarie paritarie potranno presentare la propria candidatura sulla piattaforma ministeriale dedicata, “Futura PNRR”, entro il 12 settembre 2024.

Progetti paritarie su potenziamento competenze Stem

Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha pubblicato oggi il primo avviso per la presentazione dei progetti – finanziati con risorse PNRR – da parte delle scuole paritarie del primo e del secondo ciclo di istruzione per potenziare l’insegnamento delle materie Stem (Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) e multilinguistiche. Le risorse potranno essere utilizzate per promuovere, attraverso nuove attività e con l’ausilio delle tecnologie digitali, una didattica innovativa per studentesse e studenti, oltre che per rafforzare le competenze scientifiche e linguistiche dei docenti in servizio.

“Con queste iniziative – dichiara Giuseppe Valditara, Ministro dell’Istruzione e del Merito – puntiamo a valorizzare i talenti di ciascuno studente e ad ampliare le competenze scientifiche richieste in misura sempre maggiore dal mondo del lavoro. Allo stesso tempo, sarà possibile colmare i divari territoriali e di genere. Lanciamo inoltre un segnale preciso: il sistema pubblico di istruzione è unico e comprende anche le scuole paritarie”.

Le attività potranno essere svolte anche in partenariato con soggetti pubblici e privati, università, centri di ricerca, enti e organizzazioni che svolgono attività formative per il personale scolastico e per gli studenti. Gli enti gestori delle scuole paritarie non commerciali potranno presentare la loro candidatura sulla piattaforma ministeriale dedicata, “Futura PNRR”, entro il 15 dicembre 2023 a questo link

Firmato il decreto con i criteri di riparto delle risorse destinate alle paritarie

Il Ministro dell’Istruzione, Professor Patrizio Bianchi, ha firmato il decreto che definisce i criteri e i parametri per l’assegnazione del contributo destinato alle scuole paritarie che quest’anno ammonta a 513.734.589 euro.

Risorse a cui si aggiungono i 113,4 milioni destinati a favorire l’inclusione delle alunne e degli alunni con disabilità, per un’assegnazione totale di 627.134.589 euro.

Risorse alle Paritarie

La Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Valeria Fedeli ha firmato il decreto per l’assegnazione delle risorse destinate alle scuole paritarie, che ammontano quest’anno a 493.562.302 euro. Al contempo il MIUR sta portando avanti il lavoro tecnico che consentirà alle scuole paritarie di accedere ai fondi del Programma Operativo Nazionale PON Istruzione, in attuazione della legge di stabilità per il 2017 che, all’articolo 1, prevede l’accesso al PON sia per le scuole statali che, appunto, per le paritarie. Il primo passo è stato già fatto a luglio del 2017, con la proposta di modifica dell’Accordo di Partenariato in sede europea. Modifica perfezionata dalla Commissione Ue lo scorso 8 febbraio.

Nel frattempo, come previsto dalla procedura, la modifica dell’Accordo di Partenariato e del Programma operativo è stata illustrata nell’incontro con le parti sociali del 14 marzo scorso. La proposta di modifica del PON da parte del Ministero è stata discussa il giorno successivo, 15 marzo, nella riunione del Gruppo Istruzione della Commissione Europea e potrà essere attuata e approvata in sede di Comitato di Sorveglianza nella prossima seduta.

Intanto tutti gli Avvisi finora emanati dopo l’approvazione della norma di legge (dal 1° gennaio 2017), incluso l’avviso prot. n. 4395 del 9 marzo 2018 “Scuola al centro”, prevedono, in attesa delle modifiche necessarie, la riserva di una quota di risorse per le scuole paritarie (pari alla percentuale del numero di studentesse e studenti delle scuole paritarie).

Scuole paritarie: Stabilità e Piano straordinario ispezioni

Scuole paritarie, presentate le misure della Stabilità
e il Piano straordinario di ispezioni
288 le istituzioni visitate, revoche della parità nel 9% dei casi

Giannini: “Avviato percorso di qualità per valorizzare chi lavora bene”
Toccafondi: “Siamo contro i diplomifici perché siamo per la parità”

Presentati oggi al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca i primi dati del Piano straordinario di ispezioni nelle scuole paritarie previsto dalla Buona Scuola e le misure contenute nella legge di Stabilità che vanno dal raddoppio dei fondi per l’integrazione dei diversamente abili, al finanziamento a sostegno delle materne paritarie.

Nei primi 6 mesi del 2016 sono state 288 le istituzioni scolastiche visitate, con particolare attenzione a quelle scuole secondarie di II grado, dove si rilevava una sostanziale differenza fra il numero di iscritti al primo anno e quello di iscritti all’Esame di Stato.

Il Piano è triennale e le rilevazioni sono tuttora in corso. Attraverso il Piano è stato verificato nelle 288 scuole visitate il rispetto dei requisiti necessari per il mantenimento della parità scolastica. Per realizzare il Piano è stato istituito un gruppo di coordinamento in raccordo con gli Uffici Scolastici Regionali. Grazie alla legge Buona Scuola, nel 2016, il corpo degli ispettori è quasi raddoppiato, passando da 56 a 104 unità.

A seguito delle 288 ispezioni sono state 27 le revoche della parità. Mentre in 145 casi gli ispettori hanno rilevato alcune problematiche da sanare ed è in corso la conferma della parità.

“È la prima volta – sottolinea il Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini – che un Governo attua un Piano straordinario di ispezioni di tale portata. Con la Buona Scuola abbiamo introdotto la valutazione che punta a valorizzare la qualità. Consideriamo le scuole paritarie un pezzo importante del sistema di istruzione, riconosciuto dalla Costituzione, e questo Piano intende dare valore a ciò che funziona, colpendo le irregolarità e soprattutto i cosiddetti ‘diplomifici’. È un impegno coerente anche con le misure contenute nella legge Stabilità in esame alla Camera e con lo sforzo di premiare chi offre un servizio di qualità alle famiglie e agli studenti. Il Piano andrà avanti nei prossimi mesi e avrà una durata triennale. Il monitoraggio che presentiamo oggi è quindi un punto di partenza”.

“Siamo contro i diplomifici perché siamo per la parità scolastica – ha sottolineato il Sottosegretario Gabriele Toccafondi -. Siamo il primo Governo che ha dato certezza alle paritarie. Una strada iniziata che vogliamo continuare. Chi fa finta di fare scuola o non esamina correttamente  deve chiudere. Insieme a questo lavoro di verifica, controllo e contrasto a chi si nasconde dietro la parità, prosegue il lavoro per dare strumenti, certezze e stabilità di risorse alle scuole paritarie che dimostrano di essere una delle due gambe su cui poggia il sistema di istruzione del Paese. In questa direzione – ha chiuso il Sottosegretario – vanno le misure inserite nell’ultima Legge di bilancio”.

La Stabilità prevede il raddoppio del fondo sulla disabilità per i ragazzi iscritti alle paritarie, lo stanziamento di 25 milioni per il 2017 per le materne, il raddoppio progressivo delle detrazioni fiscali per le famiglie nei prossimi tre anni.

Fra i risultati del Piano, la riduzione del numero di privatisti all’ultimo Esame di Maturità, che sono passati dai 5.963 del 2015 ai 5.178 (-13%) del 2016. Particolare attenzione, durante le visite, è stata infatti data al periodo degli Esami.


PIANO STRAORDINARIO SCUOLE PARITARIE
I numeri del monitoraggio

Nota 20 giugno 2016, AOODGFIS 8093


Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
DIPARTIMENTO PER LA FORMAZIONE SUPERIORE E PER LA RICERCA

Oggetto: Indicazioni operative per la presentazione di proposte di autorizzazione di nuove Istituzioni non statali AFAM e di corsi di nuova istituzione, ai sensi dell’art. 11 del D.P.R. 8 luglio 2005, n. 212

Lotta ai diplomifici

Lotta ai diplomifici, al via Piano di ispezioni previsto dalla Buona Scuola
Oltre 600 scuole saranno visitate durante questo anno scolastico

Al via il Piano straordinario di ispezioni nelle scuole paritarie previsto dalla legge Buona Scuola: sono 673 le istituzioni scolastiche di cui quest’anno sarà verificato il mantenimento dei requisiti per il riconoscimento della parità. Di queste, 532 sono scuole superiori. Particolare attenzione sarà posta agli istituti secondari di II grado dove viene rilevata una forte differenza fra il numero di ragazzi iscritti al primo anno e quello di iscritti all’Esame di Stato. La prima tornata di ispezioni coprirà oltre il 30% delle 1.526 scuole paritarie di II grado.

Il Piano è già partito nelle Marche e in Abruzzo ed è stato disposto a seguito del seminario “La Buona Scuola e il sistema delle scuole paritarie” che si è svolto al Miur il 30 settembre scorso, alla presenza del Ministro Stefania Giannini e del Sottosegretario Gabriele Toccafondi. “Siamo per la parità scolastica, ma diciamo no con forza ai diplomifici”, hanno ricordato in quell’occasione il Ministro e il Sottosegretario.

Al seminario sono seguite alcune riunioni tecniche a valle delle quali è stato elaborato il Piano di interventi. Un apposito gruppo di lavoro ha prodotto una scheda di rilevazione tipo da adoperare su tutto il territorio nazionale, con gli elementi fondamentali per lo svolgimento delle attività ispettive. Gli Uffici Scolastici Regionali hanno indicato, oltre alle istituzioni scolastiche, le modalità di svolgimento dell’attività ispettiva per gli anni scolastici 2015/16, 2016/17 e 2017/18. Fatta eccezione per le Province e Regioni autonome o a statuto speciale.

Durante le ispezioni saranno verificati fra l’altro l’elaborazione e la pubblicazione del Piano triennale dell’Offerta formativa come previsto dalla normativa vigente; l’elaborazione e la pubblicazione del rapporto di Autovalutazione; il rispetto della legislazione in materia di contratti di lavoro e del principio di pubblicità dei bilanci; l’adeguamento alle modifiche ordinamentali degli ultimi anni.

La mappa delle ispezioni per il 2015/2016

InfograficaPianoispezioniparitarie

Ripartizione dei fondi per le scuole paritarie

Firmato decreto che definisce i criteri di ripartizione
dei fondi per le scuole paritarie

Il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Stefania Giannini ha firmato il decreto che definisce i criteri per l’assegnazione dei contributi alle scuole paritarie validi per il 2015.

I contributi ammontano a 471,9 milioni, destinati alle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo e secondo grado, in possesso del riconoscimento della parità scolastica. I fondi verranno assegnati in via prioritaria alle scuole che svolgono il servizio scolastico senza fini di lucro e che non sono legate a società aventi fini di lucro o da queste controllate.

Le risorse vengono distribuite agli Uffici scolastici regionali (Usr) in base al numero di scuole, classi e alunni presenti sul territorio. Sono poi gli Usr a predisporre i piani regionali di erogazione agli istituti.

24 luglio Concorso DS e Scuole paritarie alla Camera

Il 24 luglio, alla Camera, il ministro dell’Istruzione risponde ad interrogazioni a risposta immediata

(Iniziative d’urgenza per garantire il regolare avvio del prossimo anno scolastico, con particolare riferimento al contenzioso sviluppatosi in relazione alla procedura concorsuale in corso per il reclutamento di dirigenti scolastici – n. 3-00224)

PRESIDENTE. La deputata Rocchi ha facoltà di illustrare l’interrogazione Coscia n. 3-00224, concernente iniziative d’urgenza per garantire il regolare avvio del prossimo anno scolastico, con particolare riferimento al contenzioso sviluppatosi in relazione alla procedura concorsuale in corso per il reclutamento di dirigenti scolastici, di cui è cofirmataria.

MARIA GRAZIA ROCCHI. Signor Presidente, grazie al Ministro e ai colleghi.
Nel luglio 2011 veniva bandito, dopo sette anni dal precedente bando, il concorso per il reclutamento di dirigenti scolastici. Tale procedura concorsuale ha rilevato forti elementi di criticità. Non è una coincidenza, infatti, che in diverse regioni gli uffici scolastici hanno dovuto affrontare ricorsi per presunte irregolarità, che hanno portato a pronunce avverse dei tribunali amministrativi. Tali sono i casi della regione Molise e ancora in Toscana, dove il TAR riconosce le ragioni dei ricorrenti che adducevano irregolarità nella sostituzione dei componenti delle commissioni giudicanti e vizi nella correzione delle prove scritte. Anche il TAR della Campania ha stabilito la sospensione cautelare degli esami orali.
Identica sorte ha subito il concorso nella regione Abruzzo. Ancora più grave appare la situazione del concorso svoltosi nella regione Lombardia, dove il Consiglio di Stato ha rigettato l’appello promosso dal MIUR avverso la sentenza del TAR che aveva annullato il concorso per violazione del principio dell’anonimato.
Così, appare evidente il senso di incertezza e di preoccupazione che il mondo della scuola sta vivendo a causa di procedure apparse costellate di errori, dovuti anche a leggerezza e superficialità, ma spesso riconducibili a norme farraginose che, più che garantire trasparenza e correttezza, sono riuscite a far lievitare il contenzioso e a creare un grave vulnus. Concludo.
Pertanto, si richiede quali iniziative il Governo intenda adottare per predisporre con urgenza i necessari atti amministrativi o normativi anche in questa fase di contenziosi aperti, che possano garantire il regolare avvio del prossimo anno scolastico, con una dirigenza stabile, adeguatamente coadiuvata dall’attività di vicari o collaboratori del dirigente.

PRESIDENTE. La Ministra dell’istruzione, dell’università e della ricerca, Maria Chiara Carrozza, ha facoltà di rispondere.

MARIA CHIARA CARROZZA, Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca. Signor Presidente, onorevole Rocchi, vorrei, innanzitutto, osservare che il concorso per dirigente scolastico, che ha coinvolto inizialmente circa 40 mila candidati, ha richiesto un notevole impegno per gli uffici scolastici regionali.
Nella maggior parte delle regioni, non vi sono stati contenziosi rilevanti e il concorso si è concluso regolarmente con l’immissione in servizio dei vincitori. Nelle cinque regioni indicate dagli interroganti, vi sono state effettivamente pronunce giurisdizionali di accoglimento contro gli atti della procedura, relative peraltro a diversi gradi e a diverse fasi del giudizio.
In Campania, vi è stata soltanto una pronunzia cautelare; in Abruzzo vi è stata la sentenza di primo grado; in Molise è pendente il giudizio d’appello; per la Toscana, il Consiglio di Stato, su richiesta del Ministero, ha sospeso la sentenza di primo grado; solo per la Lombardia vi è stata una pronuncia definitiva del Consiglio di Stato.
Aggiungo che, in alcune di queste regioni, il numero dei posti a concorso e di quelli disponibili in organico è molto limitato, sicché gli effetti del contenzioso descritto sono ridotti.
Come sottolineato dagli interroganti, la situazione più grave è quella della Lombardia, dove un errore nella scelta delle buste contenenti il cartoncino con le generalità dei candidati ha determinato l’annullamento di alcune fasi della procedura, che dovranno essere rinnovate. Di conseguenza, il concorso non si concluderà in tempo per dotare di nuovi dirigenti molte scuole attualmente scoperte. Ho disposto la trasmissione degli atti alla Corte dei conti perché valuti le eventuali responsabilità per danno erariale.
Se vi sono state leggerezze e superficialità riconducibili a norme farraginose – come ipotizzato dagli interroganti –, si potrà chiarire solo quando i diversi contenziosi in atto saranno definiti. A parte il caso lombardo, infatti, essi vertono su regole organizzative e procedurali la cui esistenza e la cui interpretazione sono al momento all’esame dei giudici amministrativi. Solo sulla base delle loro decisioni, si potrà valutare l’eventuale opportunità di un intervento normativo che modifichi il delicato equilibrio tra le esigenze di trasparenza e garanzia e quella del raggiungimento del risultato.
È comunque mia intenzione – in questo, come in altri settori – adoperarmi per la semplificazione delle procedure inutilmente complesse.
Osservo, comunque, che il contenzioso amministrativo ha caratterizzato anche precedenti concorsi a dirigente scolastico, come peraltro numerosi concorsi pubblici di altro tipo.
Non mi sfugge certo l’esigenza di garantire il regolare avvio dell’anno scolastico, con particolare riferimento alle scuole della Lombardia. Per questa ragione, mi sono già fatta promotrice di un intervento normativo che contemperi il doveroso rispetto del giudicato con l’esigenza di dotare il più ampio numero di scuole della loro figura di vertice. Confido che la norma verrà inserita in un prossimo provvedimento urgente del Governo.

PRESIDENTE. La deputata Coscia ha facoltà di replicare.

MARIA COSCIA. Signor Presidente, signora Ministro, noi prendiamo atto della sua risposta molto puntuale e molto precisa. Non possiamo che rafforzare quello che lei ha detto, cioè di fare in modo che possa iniziare anche nella regione Lombardia, come in tutte le altre regioni, un anno scolastico sereno con i dirigenti al loro posto e che, quindi, questa soluzione normativa possa arrivare in tempo utile perché, altrimenti, soprattutto nella regione Lombardia, ma anche in altre regioni, è a rischio proprio la funzionalità delle scuole, di cui c’è assolutamente bisogno per tutelare i diritti dei bambini e delle loro famiglie.

(Iniziative per l’erogazione delle risorse previste per il 2013 a favore delle scuole paritarie e politiche di supporto ed implementazione del sistema nazionale integrato d’istruzione – n. 3-00225)

PRESIDENTE. La deputata Elena Centemero ha facoltà di illustrare per un minuto l’interrogazione Centemero e Baldelli n. 3-00225, concernente iniziative per l’erogazione delle risorse previste per il 2013 a favore delle scuole paritarie e politiche di supporto ed implementazione del sistema nazionale integrato d’istruzione

ELENA CENTEMERO. Signor Presidente, la nostra interrogazione verte sul sistema integrato d’istruzione così come è sancito all’interno della «legge Berlinguer», la legge n. 62 del 2000, che prevede un sistema composto da scuole, appunto, statali, gestite dallo Stato, e scuole paritarie, gestite da privati o da enti locali.
Queste scuole hanno ricevuto, in questi anni, un finanziamento per il funzionamento – non per la loro istituzione – che ha avuto una certa stabilità nel corso degli anni. Il finanziamento per il funzionamento di queste scuole, durante questo anno scolastico, non è ancora stato completamente assegnato alle scuole. In modo particolare, in base al decreto-legge n. 174 del 2012 risultano accantonati, proprio per il Fondo destinato ai trasferimenti alle regioni, 160 milioni.
Quindi, noi chiediamo al Ministro che cosa intenda attuare nell’immediato, anche se noi pensiamo non solo ad una politica emergenziale per la scuola, ma anche a una ad ampio raggio, per sostenere le istituzioni scolastiche paritarie, comunali e private, che rappresentano il 12 per cento delle scuole italiane.

PRESIDENTE. La Ministra dell’istruzione, dell’università e della ricerca, Maria Chiara Carrozza, ha facoltà di rispondere.

MARIA CHIARA CARROZZA, Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca. Signor Presidente, onorevole Centemero, gli onorevoli interroganti chiedono chiarimenti riguardo all’erogazione di una parte dei finanziamenti destinati alle scuole paritarie, che risulta al momento accantonata. Sul punto segnalo, prima di tutto, che l’entità dell’accantonamento delle risorse assegnate al capitolo di bilancio del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca n. 1299 è di circa 80 milioni di euro e non di 160.
Come ho già avuto modo di riferire al Parlamento, l’accantonamento è stato operato dalla Ragioneria generale dello Stato ai sensi dell’articolo 2 del decreto-legge n. 174 del 2012, che sanziona, in questo modo, le regioni che non hanno operato le previste riduzioni dei costi della politica nel termine stabilito dalla legge statale. Il ritardo nell’erogazione, quindi, è da imputare a condotte di alcune regioni piuttosto che del Governo.
Nell’ambito del Governo, peraltro, è in corso un approfondimento sulla specifica natura dei finanziamenti in esame. Essi sono qualificati in bilancio come trasferimenti alle regioni, ma vengono direttamente erogati dallo Stato alle istituzioni scolastiche su delega delle regioni stesse. È ipotizzabile, quindi, che essi non siano considerati trasferimenti alle regioni e, quindi, non siano soggetti al meccanismo di salvaguardia previsto dal citato decreto-legge.
Su questa base è in corso, dallo scorso maggio, un confronto con il Ministero dell’economia e delle finanze, in esito al quale conto di raggiungere una soluzione condivisa che permetta di ultimare l’iter di definizione del decreto interministeriale per la ripartizione dello stanziamento.
Sono, infatti, consapevole dell’importanza delle scuole paritarie in un sistema integrato di istruzione, che assicura la libertà di scelta da parte delle famiglie all’educazione scolastica dei propri figli, e del fatto che tali scuole, soprattutto in alcune zone del Paese, svolgono un ruolo fondamentale, sussidiario rispetto all’offerta della scuola. Sono altrettanto consapevole degli inconvenienti che un ritardo nell’erogazione dei finanziamenti potrebbe comportare nella gestione, considerando che l’assegnazione dei contributi è effettuata per anno scolastico e che il bilancio di previsione per l’anno 2012-2013 è stato predisposto facendo affidamento a tali risorse.
Quanto alla stabilizzazione dei finanziamenti a sostegno delle suddette scuole, condivido l’opportunità di raggiungere quanto prima questo risultato, conseguibile proprio attraverso un meccanismo di copertura permanente del citato capitolo di bilancio n. 1299, che attualmente impone ogni anno di trovare una nuova copertura. Il problema non si pone, invece, per le risorse presenti sul secondo canale di finanziamento, il capitolo n. 1477, che possiedono già una certa stabilità.

PRESIDENTE. La deputata Centemero ha facoltà di replicare.

ELENA CENTEMERO. Signor Presidente, grazie Ministro, grazie per la sensibilità, che aveva già dimostrato anche all’interno dell’audizione nelle Commissioni VII di Camera e Senato, a quello che è un sistema pluralistico di formazione e d’istruzione nel nostro Paese, che risulta, rispetto ai dati OCSE, un po’ indietro rispetto agli altri Paesi europei.Credo che, proprio perché siamo in una fase politica molto particolare per la storia del nostro Paese, che ci vede uniti in un lavoro di servizio per il bene del nostro Paese, sia di grande importanza dare una stabilità ai finanziamenti della scuola, in generale della scuola pubblica, che non significa gestita dallo Stato, ma significa la scuola di tutti, accessibile a tutti, con la garanzia del diritto allo studio, ma anche della possibilità costituzionale per i genitori di poter liberamente scegliere, all’interno di un sistema integrato di istruzione, dove far crescere, in un ambiente sereno e di qualità, i propri figli. Quindi, credo che, oltre alle emergenze che riguardano il mondo della scuola in toto, quello pubblico, statale e paritario, noi dovremmo pensare anche a finanziamenti collegati alla qualità del nostro sistema di istruzione, rendendolo realmente accessibile a tutti. Per questo noi abbiamo chiesto un’indagine conoscitiva all’interno della VII Commissione proprio sul sistema integrato di istruzione in Italia e in Europa, per vedere in una politica di lungo periodo, come ci aspettiamo da questo Governo, che sosteniamo con lealtà, come poter operare al meglio per un sistema integrato di istruzione europeo.

26 maggio Referendum consultivo Bologna

Il 9 gennaio 2013, su proposta di un comitato di cittadini del Comune di Bologna, è stato indetto un referendum consultivo comunale.

La consultazione si svolge il 26 maggio dalle ore 8 alle ore 22.

Quesito referendario

Quale fra le seguenti proposte di utilizzo delle risorse finanziarie comunali che vengono erogate secondo il vigente sistema delle convenzioni con le scuole d’infanzia paritarie a gestione privata ritieni più idonea per assicurare il diritto all’istruzione delle bambine e dei bambini che domandano di accedere alla scuola d’infanzia?
A) utilizzarle per le scuole comunali statali
B) utilizzarle per le scuole paritarie private

Dati risultanti dalle operazioni di scrutinio *

Elaborazione del 27.05.2013 alle ore 00:52
Referendum Sezioni voti %  rappresentazione grafica percentuale voti: A in blu, B in rosso
A B A B
Tutto il Comune 199/199 50.517 35.160 59,00 41,00 A
B

Affluenza alle urne *

Elaborazione del 26.05.2013 alle ore 22:00
Referendum Sezioni pervenute Votanti %
Finanziamento Scuola d’Infanzia 199/199 85.934 28,71

* dati elaborati a cura del Comune di Bologna

Nota 30 novembre 2012, MIURAOODGSSSI prot. n. 5242/RU/U

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

Dipartimento per la programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali

Direzione generale per gli studi, la statistica e i sistemi informativi- Uff VII

 

Ai Dirigenti/ Coordinatori Scolastici

Ai Referenti Regionali e Provinciali delle Rilevazioni sulle scuole

 

e p.c.

Ai Direttori Generali degli Uffici Scolastici Regionali

Ai Dirigenti degli Uffici Scolastici Territoriali

Al Sovrintendente Scolastico per la Provincia di Trento

Al Sovrintendente Scolastico per la scuola in lingua italiana di Bolzano

All’Intendente Scolastico per la scuola in lingua tedesca di Bolzano

All’Intendente Scolastico per la scuola delle località ladine di Bolzano

Al Sovrintendente Scolastico per la Regione Valle d’Aosta

Loro Sedi

 

Oggetto: Rilevazioni sulle scuole statali e non statali – a.s. 2012/2013

 

A partire dal 30 novembre prende avvio la Rilevazione sulle scuole finalizzata all’integrazione delle informazioni già presenti nell’Anagrafe Nazionale degli Studenti.

La Rilevazione è prevista dal PSN 2011-2013 – aggiornamento 2012/13 (RIL PUI1) ed interessa tutte le scuole statali e non statali a partire dalla scuola dell’infanzia.

La conclusione delle attività è prevista per il 16 gennaio 2012.

Le scuole dovranno inserire i dati richiesti accedendo all’area Rilevazioni – Rilevazioni sulle scuole – Dati Generali (ex Integrative) del portale SIDI. In allegato sono riportati i modelli di rilevazione.

Ad eccezione delle scuole dell’infanzia, l’inserimento dei dati nella scheda di rilevazione avviene obbligatoriamente attraverso la funzione “Precompila scheda” che permette di caricare i dati presenti nell’Anagrafe Alunni. Tutti i dati importati non sono modificabili (ad esclusione di alcune sezioni che sono indicate nella guida operativa). Pertanto, prima di procedere alla rilevazione occorre verificare la correttezza dei dati presenti in Anagrafe Alunni e, successivamente, effettuare l’importazione dei dati.

Eseguita l’importazione dei dati con la funzione richiamata di “Precompila scheda”, si dovranno completare le schede di rilevazione con le informazioni richieste non desumibili da Anagrafe Alunni e verificare, infine, la correttezza dei dati inseriti.

Si ricorda che il salvataggio dei dati va effettuato per ogni sezione.

Le scuole non statali, prive delle credenziali di accesso al portale SIDI (username e password), possono richiederle utilizzando la funzione presente nell’area “Scuole non statali – SIDI: richiesta utenze” del sito www.istruzione.it.

Per l’assistenza relativa ad aspetti tecnici dell’applicazione è disponibile il numero verde del gestore del sistema informativo del Ministero (800 903 080). Per il supporto alle scuole a livello territoriale è possibile contattare i referenti nominati appositamente presso gli Uffici Scolastici Regionali e Territoriali.

Le scuole possono contattare il Servizio Statistico per qualsiasi chiarimento sui contenuti delle schede di rilevazione.

Le modalità operative sono descritte nelle guide disponibili nell’area “Procedimenti Amministrativi” del SIDI.

Si chiede di dare la più ampia diffusione della presente attività di raccolta di informazioni mediante l’affissione, della nota stessa e dell’informativa allegata, all’Albo dell’istituzione scolastica e la pubblicazione, ove presente, nel sito web della scuola.

 

IL DIRIGENTE

F.to Gianna Barbieri

 

Allegati Nota 30 novembre 2012, MIURAOODGSSSI prot. n. 5242/RU/U

1a – Infanzia statale

1b – Infanzia NON statale

2a – Primaria statale

2b – Primaria NON Statale

3a – I Grado Statale

3b – I Grado NON Statale

4a – II Grado Statale

4b – II Grado NON statale

Informativa

 

27 febbraio Intervento Monti su IMU

Riportiamo di seguito l’intervento svolto, nella 10a Commissione Senato il 27 febbraio, dal presidente Monti sull’IMU:

La presentazione da parte del Governo di un emendamento riguardante l’esenzione dall’imposta comunale sugli immobili – ora imposta municipale propria riservata agli enti non commerciali persegue una precisa finalità: chiarire in modo definitivo la compatibilità della normativa tributaria italiana con il diritto comunitario.
Preliminarmente, desidero ribadire che il Governo considera le attività svolte dagli enti non profit come un valore e una risorsa della società italiana. Tali attività appaiono tanto più meritevoli di riconoscimento e garanzia nell’attuale congiuntura economica. Ritengo infatti corretto e doveroso riconoscere che proprio le attività non commerciali svolte dalle organizzazioni non profit assumono un ruolo centrale anche in termini di coesione sociale e rispondano direttamente ai principi costituzionali di solidarietà e di sussidiarietà, cardini essenziali dell’ ordinamento giuridico italiano.
Non è quindi intenzione del Governo disconoscere il patrimonio di civiltà che connota il settore del non profit, ma proprio per evitare critiche ingiustificate, da un lato, e interpretazioni riduttive, dall’altro, si ritiene necessario definire con assoluto rigore, trasparenza e linearità l’esatto confine tra attività commerciali e attività non commerciali.
La procedura di infrazione avviata In sede europea può essere infatti ragionevolmente superata se gli enti non commerciali sono individuati attraverso un doppio criterio, soggettivo ed oggettivo: il primo, la natura e il fine non lucrativo perseguito dagli stessi enti; il secondo, lo svolgimento da parte dell’ente di attività al di fuori del regime della libera concorrenza di mercato.
Tali criteri tuttavia possono essere considerati ancora insufficienti in termini di accertamento e verifica. Pertanto l’emendamento governativo, che ha il significato di chiarificazione ulteriore e definitiva della questione, rende effettiva la garanzia di tutela per gli enti non profit e pienamente efficace il controllo rispetto ad eventuali abusi o violazioni.
Si introduce conseguentemente l’ulteriore criterio della verifica concreta e non solo astratta, sia del requisito soggettivo sia del requisito oggettivo.
Per il caso specifico delle scuole, è necessario precisare che non è propriamente corretto chiedersi se le scuole, in quanto tali, siano esenti o meno dall’imposta municipale propria, bensì è più corretto domandarsi quali scuole possano essere esenti e quali, viceversa, siano soggette alla disciplina comune.
La risposta chiara ed inequivoca è la seguente: sono esenti le scuole che svolgono la propria attività secondo modalità concretamente ed effettivamente non commerciali.
Fermo restando che la definizione dettagliata degli aspetti più particolari è demandata ad un successivo decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze, appare del tutto ragionevole considerare strettamente necessari i seguenti parametri:
1) l’attività paritaria rispetto a quella statale è valutata positivamente se il servizio effettivamente prestato è assimilabile a quello pubblico, sotto il profilo dei programmi di studio e della rilevanza sociale, dell’accoglienza di alunni con disabilità, dell’ applicazione della contrattazione collettiva del personale docente e non docente;
2) il servizio sia aperto a tutti i cittadini alle stesse condizioni, nonchè le modalità di eventuale selezione all’ingresso ovvero successiva esclusione, correlata al rendimento scolastico, siano articolate secondo norme non discriminatorie;
3) l’organizzazione dell’ente – anche con specifico riferimento ai contributi chiesti alle famiglie, alla pubblicità del bilancio, alle caratteristiche delle strutture – sia tale da preservare senza alcun dubbio la finalità non lucrativa ed eventuali avanzi non rappresentino profitto, ma sostegno direttamente correlato ed esclusivamente destinato alla gestione dell’attività didattica.
Non si tratta, però, di circoscrivere la chiarificazione individuata dal Governo ad uno specifico settore, quale quello scolastico.
Al contrario, l’iniziativa serve a consolidare una giurisprudenza ed una prassi che già da tempo hanno affermato che “non rileva l’attività indicata nello statuto dell’ente, ma l’attività effettivamente svolta negli immobili”, nonché “la sussistenza del requisito oggettivo – che in base ai principi generali è onere del contribuente dimostrare – non può essere desunta esclusivamente sulla base di documenti che attestino a priori il tipo di attività cui l’immobile è destinato, occorrendo invece verificare che tale attività, pur rientrante tra quelle esenti, non sia svolta, in concreto, con le modalità di un’attività commerciale”.
Con l’emendamento presentato, il Governo intende rafforzare quanto in sede giurisprudenziale è già stato chiarito, ossia che “al di fuori del perimetro delle ipotesi tipiche e tassative non è possibile ottenere alcuna esenzione. Pertanto, laddove sia risultato accertato m fatto che, benché la destinazione sociale dell’ente soggettivamente esente, rientri nel paradigma della norma agevolativa, ma in concreto si associ ad essa attività diversa, non contemplata, l’esenzione non può essere riconosciuta, stante il divieto non solo di applicazione analogica, ma anche di interpretazione estensiva”.
Desidero infine precisare come, sia nel testo e nella connessa relazione
dell’ emendamento, sia soprattutto in sede europea, non si intende discostarsi dall’ esatta portata della questione oggetto della procedura d’infrazione, che non è affatto limitata ad una specifica attività, quale quella didattica, né tantomeno ad una specifica denominazione soggettiva.
Vi è piena e convinta determinazione, sia da parte delle Istituzioni europee sia da parte del Governo italiano, a considerare i problemi per la loro esatta incidenza nel tessuto economico e sociale, senza pregiudizi, pretesti o approcci ideologici, ascrivibili a qualsiasi derivazione.
I problemi si affrontano con obiettività, serietà ed impegno, e nel caso particolare questo metodo comporta la capacità e l’attitudine delle Istituzioni di comprendere e analizzare tutte le attività – non solo quelle scolastiche – e ovviamente tutti i soggetti, senza preconcetti o ingiustificate disattenzioni, nessuno escluso.

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Permettetemi infine di rivolgere a tutti Voi un sincero ringraziamento per il lavoro che state svolgendo per il decreto liberalizzazioni. Desidero in modo particolare ringraziare – oltre al Presidente Cursi – i due relatori: La senatrice Simona Vicari e il senatore Filippo Bubbico che hanno favorito un esame approfondito e puntuale del decreto legge.
A loro e a tutti Voi ancora il mio convinto apprezzamento.