La scuola che funziona meglio è quella finlandese. Sarà perché investono il 12% del Pil nell’istruzione?

da Il Sole 24 Ore

La scuola che funziona meglio è quella finlandese. Sarà perché investono il 12% del Pil nell’istruzione?

Mentre in Italia i 321.210 iscritti studiano per il concorsone della scuola del 17 e 18 dicembre è ancora una volta la Finlandia ad ottenere il primo posto nel nuovo studio sullo stato dei sistemi di istruzione in 50 Paesi del pianeta, lasciando l’Italia in 24° posizione per risultati cognitivi, al 27° per gli esiti formativi. Condotta da Pearson, la più grande casa editrice britannica, e dalla “Intelligence Unit” dell’Economist, la ricerca The Learning Curve ha considerato una sessantina di parametri e ha prodotto inoltre una serie di classifiche che fotografano la situazione sotto diversi punti di vista: investimenti governativi, reclutamento e trattamento degli insegnanti, rapporto docenti-alunni, anni complessivi di formazione, background culturale di ciascun Paese, numero di laureati.
I prof della Corea guadagnano due volte più del salario medio Al secondo posto si è piazzata un’altra nazione spesso fra i primi della classe, la Corea del Sud, il cui sistema totalmente differente da quello finlandese, rende ineludibile una riflessione, e conferma che le vie verso il traguardo di un sistema efficiente possono essere molto diverse. Se nel Paese asiatico, nelle scuole di ogni ordine e grado regnano disciplina e rigore, e contenuti studiati a memoria e verificati da continui test, in quello scandinavo la parola magica è infatti flessibilità e creatività, e studio basato sulla comprensione, piuttosto che sulla ripetizione. Inoltre, se in Corea un docente guadagna due volte più del salario medio nazionale e ha classi numerose, in Finlandia lo stipendio di un docente a inizio carriera è in linea con la media degli altri laureati del Paese, ma le ore di insegnamento giornaliero non sono più di 4.

Investire, investire, investire Entrambi i sistemi tuttavia, hanno alla base il comun denominatore di grandi investimenti nella scuola: il 12% del PIL la Finlandia, il 15% la Corea del Sud, e il risultato finale è in Estremo Oriente come nel Nord-Europa un elevato numero di laureati. «Benché sembrino lontani anni luce l’uno dall’altro – si sottolinea nel Rapporto – i due sistemi sono molto simili negli esiti. Entrambi mostrano un alto livello di ambizione scolastica, ma declinato in modo diverso: in Corea attraverso test ed esami, in Finlandia attraverso un focus sull’apprendimento cooperativo. Inoltre il sostegno culturale dato da entrambi i Paesi alla scuola e all’istruzione in generale è molto elevato: un profondo impegno morale e socio-politico nei confronti della scuola in Finlandia, e per la Corea del Sud la convinzione che l’istruzione sia un dovere morale ed etico verso la famiglia e la società, oltre che nei confronti del proprio progresso personale. Alla figura del docente entrambi attribuiscono grande importanza, investendo molto nella fase di reclutamento e di addestramento».

Vengono scelti i migliori Proprio l’accesso alla professione di insegnante, unito alla considerazione del suo ruolo da parte dell’opinione pubblica, è un ulteriore punto di contatto fra i due sistemi: in entrambi i Paesi, ai docenti si chiedono competenze di alto livello – il reclutamento avviene fra i migliori laureati, in Finlandia solo fra chi ha un master – e il loro status sociale è elevato. Fra tutti gli elementi in gioco, gli estensori dello studio concordano sul fatto che la chiave di volta di un buon sistema scolastico non stia insomma nei metodi: «La variabile più importante è la qualità dell’insegnamento. Istruire è un’arte. I docenti non devono essere visti e trattati come tecnici, bensì come professionisti».
«Tuttavia – si ammonisce – se non c’è un azione di rinforzo dei traguardi educativi anche al di fuori della scuola; se, per esempio, la cultura imperante in un Paese glorifica celebrità che sanno a malapena leggere, – si avrà un problema enorme».

La conclusione di The Learning Curve: «L’istruzione conviene. È provato che nella maggior parte dei Paesi il livello di istruzione produce più alti guadagni, una maggiore aspettativa di vita, scelte personali più ponderate, un minor numero di comportamenti a rischio». La ricetta proposta: «Una scuola con standard elevati, piani di studio solidi, insegnanti competenti e tutt’attorno, un’atmosfera culturale positiva nei confronti dell’istruzione».

Trecento ore di lezione in più all’anno Il progetto di Obama per la scuola Usa

da lastampa.it

Trecento ore di lezione in più all’anno Il progetto di Obama per la scuola Usa

Il programma sperimentale sarà operativo dal prossimo anno in 40 istituti: “Tenere i ragazzi nelle strutture scolastiche per più ore porta a migliori rendimenti ”
francesco semprini
NEW YORK

Trecento ore di lezione in più all’anno. E’ questa la misura più aggressiva contenuta nel progetto pilota di riforma dell’anno scolastico che sarà adottato da alcune scuole di cinque Stati americani. L’obiettivo, fortemente voluto dall’amministrazione di Barack Obama, è rafforzare la formazione dei giovani e rendere l’istruzione «made in Usa» più competitiva a livello globale. Il programma di durata triennale sarà operativo dal prossimo anno, inizialmente in 40 istituti di Colorado, Connecticut, Massachusetts, New York e Tennessee per un totale di 20 mila studenti. Sarò facoltà di genitori e professori decidere se allungare la durata giornaliera delle lezioni, accrescere il numero di giorni di insegnamento, o adottare una formula intermedia.

 

«Sono convinta che i risultati ottenuti nell’arco dei prossimi anni convinceranno il Paese intero a cambiare l’impostazione dei programmi», spiega Arne Duncan, segretario all’Educazione. In gran parte degli Stati Uniti, l’orario osservato dalle scuole, pubbliche e private, si estende dalle otto del mattino alle tre di pomeriggio, ma, secondo gli esperti, solo il prossimo anno saranno complessivamente sei milioni il numero di ore in più di lezione che si svolgeranno grazie al nuovo programma. Il finanziamento dell’iniziativa sarà coperto da un plafond di fondi federali, statali e locali, oltre al contributo di Ford Foundation e del National Center on Time & Learning, due importanti organizzazioni americane senza scopo di lucro. La filosofia sulla quale si basa il progetto pilota è che in generale tenere i ragazzi nelle strutture scolastiche per più ore porta a miglior rendimenti anche quando il tempo extra viene dedicato ad attività non strettamente attinenti al curriculum scolastico.

 

«Il tempo in più trascorso con gli insegnanti, o dentro le strutture significa tutto per la formazione dei giovani», avverte il governatore del Colorado, John Hickenlooper. In particolare, secondo gli esperti, trascorrere più tempo nelle aule consente agli studenti che rimangono indietro di recuperare attraverso interventi individualizzati, e più in generale di rafforzare le capacità attitudinali in materie considerate strategiche come matematica e scienze. L’amministrazione Obama ha sempre sostenuto iniziative di rafforzamento dei programmi scolastici con l’aumento del numero di ore di lezione. La stessa Duncan nel 2009 aveva auspicato l’avvio di una riforma in materia visto dal momento che i giovani americani risultavano, dal punto di vista dell’istruzione, svantaggiati rispetto ai coetanei cinesi e indiani. Anche per questo il ministro aveva chiesto che le scuole rimanessero aperte undici mesi all’anno, e finanche sette giorni su sette.

 

Ma l’equazione tra numero di ore trascorse in classe e rendimento degli studenti potrebbe non essere valida a priori. Secondo una ricerca del National School Boards Association’s Center for Public Education i ragazzi di quei Paesi dove sono più alti i rendimenti in certe materie, come Corea del Sud, Finlandia e Giappone, hanno programmi con meno ore di lezione rispetto agli Stati Uniti. Alcuni, infine, temono che trascorrere più tempo in aula renda più complicato dedicarsi ad altre attività: «Con tutte queste ore di scuola in più – domanda Jeanette Martinez, insegnante di quarta elementare – come faremo, noi ed i nostri ragazzi, a fare tutto il resto?».

Storia, filosofia, educazione sessuale i corsi che imbarazzano i prof francesi

da lastampa.it

Storia, filosofia, educazione sessuale i corsi che imbarazzano i prof francesi

L’Islam che cresce e le dispute tra comunità spiazzano la scuola: dalle crociate all’evoluzionismo nuove «spine» per ogni materia
alberto mattioli
corrispondente da parigi

Altro che i corsi di «morale laica» annunciati dal nuovo ministro dell’Educazione nazionale, Vincent Peillon e che, se tutto va bene, dovrebbero debuttare nel 2015. Nelle scuole francesi sta diventando un problema tenere i corsi e basta.

 

Almeno nelle materie «sensibili», quelle che toccano le credenze politiche e religiose di minoranze sempre meno minoritarie e sempre più rumorose. Nel mirino, documenta una bella inchiesta del «Figaro», ci sono le lezioni di storia, filosofia, educazione sessuale ma anche di materie scientifiche, almeno quando si affrontano Darwin e dintorni.

 

Il problema è serio ma non lo si capisce se non si conosce l’attaccamento dei francesi alla scuola pubblica. Storicamente, dalla fine dell’Ottocento l’«instituteur», il maestro elementare, è stato l’«ussaro della Repubblica», incaricato di portare fin nelle campagne più sperdute, dunque considerate oscurantiste, il Verbo laico e illuminista della République. Una République che oggi come allora chiede a tutti i cittadini di riconoscersi nei suoi valori e crede che la scuola, molto più che la famiglia, sia il luogo dove propagandarli.

Ma adesso, con l’Islam seconda religione di Francia, con le dispute fra le comunità che stanno erodendo questi valori comuni, ci sono, secondo Peillon, «le materie che i prof non possono più insegnare liberamente». Perché oggi fare una lezione sulle Crociate, sulla Shoah, sulla colonizzazione e la decolonizzazione, sulla parità fra uomo e donna, sulla sessualità, sull’evoluzionismo o il creazionismo, sulla storia d’Israele o sulla guerra d’Algeria vuol dire camminare sulle uova o fare lo slalom fra opposte sensibilità.

 

E allora ecco la ragazzina nera che parla della tratta usando il termine «noi» per gli schiavi e «voi» per gli schiavisti; il ragazzino musulmano che consegna in bianco il compito su Darwin; ma anche i genitori cristiani che s’indignano perché in programma c’è un corso sull’Islam e la mamma evangelica che protesta contro Harry Potter accusato di satanismo.

 

Già nel 2004 il ministero commissionò un rapporto, poi molto discusso, dal quale emergeva che ci sono degli insegnanti che praticano l’autocensura. Altri si trasformano in una specie di crociati della laicità, altri invece lamentano che la sua difesa faccia perdere tempo per l’insegnamento. Una possibile soluzione la indica al «Figaro» un professore di soria e geografia di Rouen, che ha preso di petto il problema proponendo come tema della lezione di Eeucazione civica: «Si possono disegnare caricature di Maometto?». Il dibattito, ammette, è stato «vivace», ma almeno c’è stato. «Siamo su una corda tesa – racconta -. Non bisogna cadere nella compiacenza o cedere a opinioni liberticide. Bisogna far vivere i nostri valori democratici, in particolare con l’esercizio del dibattito, che non si improvvisa».

 

Il problema resta quello di proporre il metodo democratico a chi ne nega la legittimità. E forse l’insistenza del nuovo governo sull’insegnamento della morale laica, che pure ha un retrogusto un po’ da Stato etico, serve appunto a ribadire questo concetto: il metodo per confrontarsi, per tutti e su tutto, è quello della democrazia. Poi ognuno creda a quello che gli pare.

Scatti di stipendio: trattativa al via

da Tecnica della Scuola

Scatti di stipendio: trattativa al via
di R.P.
Il Governo ha trasmesso l’atto di indirizzo all’Aran che ha già convocato i sindacati del comparto per il prossimo 6 dicembre.

Finalmente si parte: per giovedì 6 dicembre alle ore 15,30 i sindacati rappresentativi del comparto scuola sono stati convocati presso la sede dell’Aran per l’avvio della trattativa sul riconoscimento degli scatti stipendiali. Per la CislScuola si tratta di un risultato importante della mobilitazione sindacale. “Adesso – dichiara il segretario nazionale Francesco Scrima – siamo impegnati a concludere nel più breve tempo possibile e in modo positivo una “partita” che si sta trascinando da lungo tempo, tra inerzie e latitanze, rimosse soltanto grazie alla nostra mobilitazione”. Scrima rivendica di “aver condotto una battaglia seria, basata su una scelta compiuta in modo ponderato, serio e coraggioso, che si contrappone all’inconcludenza di chi non sa andare al di là dei propri slogan”. Il riferimento alla Flc-Cgil è fin troppo evidente.
D’altronde il sindacato di Mimmo Pantaleo non usa mezzi termini e adotta come slogan una metafora che non lascia dubbi: “Scatti, il gioco delle 3 carte. Una sola certezza: si perde sempre”. I numeri che fornisce la Flc avvalorano questa lettura perché si parla di un taglio sul fondo di istituto non inferiore ai 350milioni di euro all’anno e siccome l’importo attuale del fondo è di 1.386 milioni di euro è facile prevedere che nell’arco di poco tempo il fondo stesso sarà di fatto azzerato. In linea teorica la trattativa dovrebbe essere relativamente rapida in quanto è interesse di tutti chiuderla in fretta. Ma le trattative, si sa, riservano sempre qualche incognita. Per esempio i tempi potrebbero allungarsi se l’Aran dovesse decidere di cercare di ottenere anche la firma della Flc che, viste le premesse, non si farà convincere facilmente a sottoscrivere l’accordo. E poi c’è un altro motivo che dovrebbe indurre tutti a chiudere la questione al più presto: fino a quando non si sottoscriverà l’accordo sugli scatti non si potrà sapere di quanto sarà decurtato il fondo di istituto e quindi non sarà possibile avviare la contrattazione decentrata nelle singole scuole. Se la trattativa dovesse andare per le lunghe i contratti di istituto potrebbero slittare ancora. Ma intanto docenti e Ata, nelle scuole, stanno già svolgendo incarichi e attività aggiuntive. Insomma un bel pasticcio.

Frenata sui libri digitali in classe: l’introduzione sarà graduale

da Tecnica della Scuola

Frenata sui libri digitali in classe: l’introduzione sarà graduale
di A.G.
Un emendamento al dl Sviluppo stabilisce che nel prossimo a.s. saranno coinvolte solo le seconde classi della scuola secondaria di I grado e le prime della secondaria di II grado che aderiscono al piano “Scuola digitale-Classi 2.0”. Successivamente le altre. Intanto da un’indagine Nielsen sembrerebbe che il consistente calo dei consumi dei libri cartacei si stia arrestando.
L’introduzione dei libri digitali nella scuola media e superiore non può essere imposta da un anno all’altro. Dopo i proclami ministeriali degli ultimi anni, ora il Governo in carica decide di frenare: cosciente dei limiti finanziari e delle resistenze degli editori, ammette che l’adozione dei libri digitale dovrà per forza di cose essere graduale. A stabilirlo è un emendamento al dl Sviluppo, voluto proprio dal Governo  e depositato in commissione Industria al Senato. L’emendamento stabilisce che l’adozione dei libri digitali o misti verrà continuata anche nel 2013/14. Ma saranno coinvolte solo le seconde classi della scuola secondaria di I grado e le classi di quella di secondaria di II grado che aderiscono al piano “Scuola digitale-Classi 2.0”.
Nell’anno scolastico successivo, il 2014/15, i libri ‘informatici’ troveranno spazio anche nelle le seconde classi della scuola secondaria di I grado e nelle prime classi della scuola secondaria di II grado che non aderiscono al progetto nazionale. Dal successivo, 2015/16, toccherà alle classi rimanenti.

Il provvedimento permetterà anche di non “affossare” l’editoria libraria cartacea tradizionale. Il cui mercato, riporta un’indagine Nielsen, sembra dare lievi segnali di miglioramento: a fine ottobre è stata rilevata infatti una piccolissima ripresa, dopo il consistente calo dei consumi del libro, che arriva a segnare un -7,5% a valore (pari a 82milioni di euro di spesa in meno nei canali trade). Si tratta di un segno meno ancora importante, spiegano dall’Associazione italiana degli editori, che però indica un progressivo recupero. Il mercato, infatti, registrava un -11,7% a fine marzo e un -8,6% a inizio settembre. La Nielsen presenterà l’indagine nel corso di “Più libri più liberi”, di cui abbiamo già parlato su questa testata giornalistica, (Roma, 6-9 dicembre), la fiera nazionale della piccola e media editoria nell’ambito dell’appuntamento organizzato dall’Aie “Quanto vale il pluralismo in un mercato che sta cambiando?”, in programma giovedì 6 dicembre, alle 14 nella Sala Smeraldo del Palazzo dei Congressi dell’EUR. La seconda parte dell’incontro – partendo proprio dai dati economici del mercato domestico e dello scenario imposto dai cambiamenti tecnologici e competitivi provenienti dal mercato internazionale – affronterà il tema delle leve necessarie al mantenimento e allo sviluppo del pluralismo dell’offerta, dell’accesso ai contenuti e alla loro distribuzione, messi in discussione o compromessi proprio dalle trasformazioni in atto e dalla contrazione delle vendite.

Scuole sicure e tecnologiche, nell’era dello spread

da Tecnica della Scuola

Scuole sicure e tecnologiche, nell’era dello spread
di L.F.
Nel tempo dello spread, in cui basta poco per fare salire alle stelle il differenziale tra i Btp italiani e i Bund tedeschi, trovare risorse economiche per rinnovare contratti collettivi o sbloccare scatti di anzianità è una cosa molto difficile, tanto da spingere il governo a proporre aumenti di produttività a parità di stipendio
Il problema degli scatti di anzianità del personale scolastico, che li ha maturati nel 2001, è stato risolto prendendo i fondi dal fondo d’istituto e quindi svuotando le casse delle scuole di un buon 30%. Come recuperare le risorse finanziarie saccheggiate per le attività extra curriculari? L’ideona governativa è quella arcinota di aumentare la produttività, che per il settore della conoscenza equivale a dire ad un aumento dell’orario di servizio a parità di salario stipendiale ed un risparmio su quello accessorio. Un altro tema di fondamentale importanza per l’incolumità dei nostri giovani studenti, ma di tutto il personale scolastico, è quello della sicurezza degli edifici scolastici. Il problema è veramente allarmante e, sarà trattato, con un interessantissimo reportage, dalla trasmissione di “Report” domenica prossima su Rai3. Dall’anteprima di Report, che a distanza di due settimane torna a parlare di scuola, apprendiamo che quasi la metà delle 42mila scuole italiane è ad alto rischio sismico. Il rischio è spiegabile per il fatto che si trovano nelle zone 1 e 2 della mappa della pericolosità dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, oltre al fatto che le costruzioni sono fatiscenti e non a norma. Report ricorda che la mappa di rischio sismico è stata aggiornata subito dopo il terremoto molisano che ha prodotto il “crollo mortale” della scuola elementare di San Giuliano di Puglia avvenuta il 31 ottobre 2002. La domanda che si pone, dando anche una precisa risposta, la troupe di Report, su come mettere in sicurezza le scuole pubbliche italiane nell’era dello spread, diventa centrale e importantissima. Dove trovare i soldi per mettere in sicurezza le scuole ed evitare altre tragedie come quella di San Giuliano di Puglia? La risposta a questa domanda arriva dall’ esperimento pilota, primo in Italia, avviato a inizio luglio con un protocollo d’intesa tra il Comune di Bologna e il Miur, sulla base della legge 35 del 4 aprile 2012 che introduce un “Piano nazionale di edilizia scolastica”. Di cosa si tratta nello specifico? Si tratta di uno scambio commerciale tra il Comune, che non ha risorse economiche per costruire o ristrutturare scuole sicure e tecnologiche, ma possiede invece un ingente patrimonio immobiliare che in molti casi è inutilizzato e può essere quindi dismesso, e gli imprenditori che invece potrebbero prendere in carico questi immobili, riqualificandoli e rimettendoli sul mercato, a uso abitativo o commerciale. Una parte dei guadagni ricavati, con questa operazione commerciale, da questi imprenditori sarebbero utilizzati dagli stessi per realizzare scuole sicure, ecosostenibili e tecnologicamente avanzate. Un protocollo d’intesa che se funzionasse e fosse rispettato, con responsabilità e senso civico, dovrebbe essere esportabile a tutto il resto d’Italia, risolvendo il gravoso problema del rischio sismico delle scuole. Se questo progetto pilota funzionasse, sarebbe anche una risposta alla crisi del mercato degli immobili, che troverebbe un nobile motivo per riprendere la sua corsa. Infatti , secondo i promotori del progetto pilota, è proprio puntando sulla riqualificazione, la messa a norma, l’adozione di nuovi criteri di costruzione, tecnologie antisismiche e di classe A per il risparmio e recupero energetico, che si può far ripartire il mercato. Il problema di fondo è comunque uno solo, ed è cioè quello di non rimandare, per semplici problemi economici, la messa in sicurezza delle scuole ad alto rischio sismico, in quanto non esiste crisi economica che non debba tenere in conto del valore della vita umana.

Permessi di diritto allo studio per frequentare i Tfa?

da Tecnica della Scuola

Permessi di diritto allo studio per frequentare i Tfa?
di A.D.F.
Completate le operazioni di selezione nei Tfa nasce l’esigenza di analizzare la possibilità di poter usufruire di permessi di diritto allo studio per coloro che dovranno frequentare i corsi
I permessi per motivi di studio possono essere fruiti solo per lezioni e corsi di studio, espressamente indicati, il cui svolgimento sia previsto in concomitanza con l’orario di lavoro. Si tratta di previsioni finalizzate a garantire il beneficio al lavoratore, nel rispetto tuttavia delle esigenze organizzative dell’ente e secondo modalità tali da evitare ogni forma di possibile abuso nella fruizione, a danno sia dell’amministrazione sia degli altri lavoratori che potrebbero avere interesse. Completate le operazioni di selezione nei Tfa nasce l’esigenza di analizzare la possibilità di poter usufruire di permessi di diritto allo studio per coloro che dovranno frequentare questi corsi. La data ultima per presentare la domanda nell’anno scolastico 2012/2013 è il 15 novembre, con modalità di fruizione che sono regolate dai singoli Contratti regionali. Oggi quindi si rende necessaria la richiesta per la riapertura dei termini di presentazione delle domande. Una richiesta utile alla fruizione dei permessi per il diritto allo studio in tutti quei casi in cui le pubblicazioni delle ammissioni alla frequenza dei Tfa, siano successive al termine di presentazione di tali domande. Alcune organizzazioni sindacali auspicano l’accoglimento da parte dell’amministrazione di tale riapertura dei termini in quanto si renderebbero migliori le condizioni lavorative per tutti coloro che parteciperanno ai corsi per il conseguimento dell’abilitazione, dopo aver superato un concorso di ammissione irto di difficoltà.

Mobilità 2013/2014, si va verso l’ipotesi definitiva

da Tecnica della Scuola

Mobilità 2013/2014, si va verso l’ipotesi definitiva
Ieri si è svolto il penultimo incontro per la stesura della bozza di ipotesi del CCNI concernente la mobilità per il prossimo anno scolastico. Possibili le autocertificazioni.
Dal report della Gilda Unams sull’incontro:
Si è ripreso l’esame dell’articolato relativo al personale docente ed educativo e dall’art. 7, comma 1, punto III si è cassata la precisazione in grassetto che riconosceva la precedenza nella mobilità definitiva e l´esclusione dalla graduatoria per l’individuazione dei soprannumerari solo in presenza di una disabilità non soggetta a verifica. Per la FGU, infatti, i diritti di coloro la cui disabilità è soggetta a revisione è sufficientemente garantita dalla precedenza riconosciuta in sede di mobilità annuale. Passati ad esaminare l’art. 9 che riguarda le certificazioni, si è convenuto che tutto è autocertificabile ad eccezione della:
1) documentazione sanitaria; 2) dichiarazione dell’avvenuto trasferimento d´uffico da parte del comando da cui dipendono i militari o il personale che percepisce l’indennità di pubblica sicurezza; 3) dichiarazione del datore di lavoro – in deroga all’autocertificazione della residenza per chiedere l’avvicinamento al coniuge – che attesti il trasferimento del dipendente per esigenze lavorative; 4) certificato dell’istituto di cura attestante il ricovero permanente del figlio, del coniuge e dei familiari minorati.
Il prossimo incontro previsto per il 6 dicembre dovrebbe consentire un esame complessivo e definitivo dell’ipotesi di CCNI propedeutico alla sua sottoscrizione.

Libri di testo digitali, si va avanti (piano)

da tuttoscuola.com

Libri di testo digitali, si va avanti (piano)

Scuola digitale si va avanti, ma piano. Con il governo che frena sull’adozione massiccia dei libri in formato digitale o misto fra i banchi. L’esecutivo Berlusconi, con la legge 133 del 2008, aveva avviato il piano per il passaggio progressivo al formato misto o digitale dei libri di scuola. Lo ‘switch-off’, il passaggio definitivo, sarebbe dovuto scattare già quest’anno scolastico. Ma il cambiamento arranca. E slitta. Nella prima versione del decreto sviluppo varata a ottobre dal governo Monti si parlava del prossimo anno scolastico per le superiori e di quello successivo per il primo ciclo (primarie e medie).

Un emendamento del governo presentato in commissione Industria al Senato propone step più morbidi: dal prossimo anno scolastico i libri digitali o misti saranno adottati nelle scuole selezionate per partecipare al “piano SCuola digitale – Classi 2.0”. E saranno coinvolte solo le classi prime di medie e superiori. Nel 2014/2015 saranno coinvolte tutte le classi prime di medie e superiori e solo dopo si procederà con le classi successive, andando così a regime in tre anni per le medie e cinque per le superiori. Ci sarà un apposito decreto del ministro Profumo che dovrà poi indicare “criteri e modalità di attuazione, nella fase transitoria e a regime, dell’adozione dei libri nelle versioni digitale o mista”. Decade anche il riferimento alla riduzione dei costi attesa dall’adozione dei nuovi testi. Riduzione di cui, secondo la legge del governo Berlusconi, si doveva tenere conto per elaborare i tetti di spesa massimi per l’acquisto dei testi di ciascun anno di corso. Forse il risparmio non è più così certo.

Appello per sanare la questione dei residui attivi delle scuole

da tuttoscuola.com

Appello per sanare la questione dei residui attivi delle scuole

Un gruppo di Presidenti dei Consigli di Istituto, Dirigenti Scolastici, Direttori dei Servizi Generali e Amministrativi, Rappresentanze Sindacali Unitarie, hanno rivolto un appello ai ministri Profumo e Grilli  per cercare di risolvere l’annoso problema dei cosiddetti residui attivi dei bilanci delle Istituzioni Scolastiche statali

Da più di sette anni, da un esercizio finanziario all’altro, – esordisce il documento – si registra, nelle casse delle ISA, tale fenomeno, che non è solo contabile, che in termini monetari ammonta complessivamente a oltre un miliardo di euro.

Perché le scuole, nella loro stragrande maggioranza, vantano questo enorme credito nei confronti dell’Amministrazione centrale?

Perché esse, a partire dal 2006, non hanno ricevuto dal MIUR l’intero ristoro delle spese obbligatorie: supplenze, compensi esami di stato e revisori, tassa ambientale.

Le scuole, per senso di responsabilità e per una ordinaria applicazione delle norme, hanno utilizzato sovente, dietro consiglio degli stessi Uffici ministeriali, il Fondo dell’Istituzione Scolastica (FIS) di derivazione contrattuale  o i contributi delle famiglie per pagare gli stipendi dei supplenti.

Ricordiamo che proprio la generosità delle famiglie ha consentito alle scuole di affrontare spese indispensabili per il loro funzionamento (materiali di pulizia, cancelleria, sicurezza, registri, funzionamento didattico, ecc).

Infatti la nostra scuola ha subito, in anni terribili che sembrano non passare mai, non solo i tagli al personale e a numerose provvidenze che costituivano il minimo indispensabile per una qualificata offerta formativa, ma anche il non finanziamento delle supplenze. Negli anni 2009 e il 2010 le scuole non hanno ricevuto neanche ciò che la legge stabiliva, cioè l’ordinario finanziamento per il  funzionamento amministrativo e didattico.

Le ISA, messe alle strette, di fronte anche alla chiamata in giudizio che si risolveva in maniera sempre negativa per l’Amministrazione, hanno fatto ricorso, come già detto o al FIS o ai contributi delle famiglie.

Il risultato è stato però che si sono bloccati i progetti e gli investimenti ne è stato possibile retribuire con il FIS le attività prestate dal personale.

Dirigenti Scolastici e DSGA sono stati obbligati a nominare e pagare con i fondi disponibili in cassa i supplenti: in primo luogo perché la legge che prevede la nomina di un supplente in assenza del titolare al fine di garantire il diritto allo studio e la stessa incolumità degli allievi; in secondo luogo per una ragione di equità al fine remunerare il lavoro prestato ed evitare all’amministrazione la soccombenza certa in sede giudiziaria; in terzo luogo per non creare disservizio all’organizzazione scolastica costretta talora a dividere gli alunni delle classi scoperte fra tutte le altre classi.

Nel frattempo sono state fatte diverse rilevazioni dalle scuole su richiesta del MIUR e del MEF, ma gli esiti e le finalità di queste indagini non sono state mai portate a trasparenza.

Adesso questi crediti rischiano di andare perduti.

Ci rivolgiamo alle SS.VV. affinché sia reso noto il risultato di un monitoraggio sui residui che dovrebbe ormai essersi concluso, e finalmente si restituisca, in tempi brevi e certi,  alle scuole quanto esse, senza che questo si trasformi in un danno permanente contro esse stesse”.

Quel 24° posto dell’Italia

da tuttoscuola.com

Quel 24° posto dell’Italia

Il settimanale inglese The Economist ha pubblicato, insieme alla casa editrice multinazionale Pearson, un rapporto comparativo sull’educazione. L’Italia è stata classificata al 24° posto “su 50 Paesi” posti a confronto, ha riportato la stampa italiana che ne ha parlato. Una posizione insomma a metà classifica.

In realtà i Paesi considerati nel rapporto, che fa parte di un più ampio programma di ricerca della Pearson, intitolato The Learning Curve, sono 40, e l’Italia non ne esce bene, anche se peggio di noi fanno la Francia e la Spagna, classificate rispettivamente al 25° e al 28° posto.

Obiettivo del rapporto predisposto dalla Economist Intelligence Unit con la collaborazione di autorevoli esperti come l’economista dell’educazione Eric Hanushek e il vicedirettore per l’educazione dell’OCSE Andreas Schleicher, è quello di identificare un superindicatore della qualità dei sistemi educativi, denominato Global Index of Cognitive Skills and Educational Attainment, costruito sulla base dei risultati di altre indagini comparative condotte sui livelli di apprendimento degli studenti come PIRLS, TIMMS e PISA e di una serie di altri parametri di carattere sia quantitativo che qualitativo (in tutto 60) relativi al grado di autonomia delle scuole, ai tassi di scolarizzazione, al rapporto (non solo numerico) tra insegnanti e alunni, alla spesa pubblica e privata per l’istruzione, all’inserimento lavorativo dei diplomati/laureati e così via.

L’aspetto singolare e interessante di questo rapporto è che non definisce e non propone alcun modello educativo giudicandolo ottimale e da seguire: in testa alla classifica stanno infatti due Paesi, la Finlandia e la Corea del Sud, che presentano sistemi completamente diversi e per molti aspetti opposti: duttile e leggero quello finlandese, con poche ore di insegnamento frontale e praticamente nessun compito a casa, mirato a privilegiare la creatività sull’apprendimento mnemonico; al contrario rigido, basato su test standardizzati e sull’apprendimento mnemonico quello coreano, dove gran parte degli studenti oltre a seguire i corsi al mattino segue corsi privati al pomeriggio.

In comune i due sistemi hanno però un fattore che il rapporto considera determinante per il loro successo: il prestigio sociale dei docenti e il rispetto che alunni e genitori nutrono verso di loro e verso la scuola. Tanto da rendere la professione di insegnante attraente e competitiva agli occhi dei migliori studenti universitari.

Personale ATA: 13 dicembre ore 10.00, sit-in davanti al MIUR

Personale ATA: 13 dicembre ore 10.00, sit-in davanti al MIUR

La FLC CGIL chiede la stabilizzazione per tutti i posti liberi del personale ATA e la cancellazione delle norme che prevedono la riduzione dei diritti retributivi dei lavoratori. La nostra piattaforma su cui chiamiamo alla mobilitazione.
La situazione dei lavoratori ATA (amministrativi, tecnici, ausiliari) della scuola è aggravata dagli interventi normativi degli ultimi mesi: dimensionamento, spending review, operazioni di inizio anno scolastico, legge di stabilità, circolari varie.

Il sit-in nazionale che abbiamo organizzato per il 13 dicembre 2012 alle ore 10.00 davanti al MIUR, si svolgerà contemporaneamente anche davanti ad Uffici Scolastici Regionali e Prefetture di ogni città e vuole richiamare l’attenzione a questa vera e propria emergenza nella scuola, che ha messo a rischio i diritti dei lavoratori e l’efficacia ed efficienza del servizio scolastico.

La nostra posizione

Ancora una volta ribadiamo che la stabilizzazione del personale ATA è una delle nostre priorità.
Blocco delle immissioni in ruolo, blocco delle indennità, taglio degli organici, anarchia amministrativa, aggravio dei carichi di lavoro a parità stipendiale, molestie burocratiche, transito forzoso dei docenti inidonei e ITP nei ruoli ATA. Questa vergogna deve finire!
Le nomine in ruolo attese da settembre 2012 sono ferme, nonostante siano già state previste dalla legge. In questi giorni abbiamo inviato diffida legale al MIUR per l’assenza delle immissioni in ruolo previste dal piano triennale.

Questa la piattaforma su cui chiamiamo alla mobilitazione tutto il personale ATA della scuola.

 

Scuola: il personale ATA sempre più discriminato

Blocco delle immissioni in ruolo, blocco delle indennità, taglio degli organici, anarchia amministrativa, aggravio dei carichi di lavoro dovuto a molestie burocratiche. Questa vergogna deve finire. Le iniziative della FLC CGIL e il sit-in del 13 dicembre a Roma.

Nell’indifferenza generale si sta perpetrando una pesante discriminazione sociale nei confronti del personale Amministrativo Tecnico e Ausiliario (ATA) della scuola.
Le immissioni in ruolo attese da settembre 2012 sono ferme, nonostante siano già state previste dalla legge. Come quelle dei docenti, per fortuna già avvenute, sono operazioni a “costo zero” perché si tratta della copertura di posti esistenti per cui lo Stato paga un supplente o un precario.

Ma non finisce qui, questo l’elenco: il congelamento di ben 8.500 posti ATA (Assistenti, Collaboratori Scolastici e DSGA), la mancata retribuzione degli AA che svolgono la funzione superiore di Direttore dei Servizi generali e Amministrativi (DSGA), l’ingiusta riduzione, a partire dal 1 gennaio 2013, del compenso loro spettante, la mancata emanazione dell’atto di indirizzo per la trattativa sulla retribuzione dei DSGA che sono costretti a reggere, oltre alla scuola di titolarità, quelle cosiddette “sottodimensionate”, il congelamento di circa 3.500 posti di assistente tecnico laddove nella provincia ci siano ITP in soprannumero, il continuo taglio di organici, soprattutto DSGA e collaboratori scolastici, per effetto dei piani di dimensionamento.

In questo scenario generale si aggiunge il continuo aumento dei carichi di lavoro dovuti agli aggravi amministrativi. Con le nuove regole per la liquidazione dei compensi al personale supplente breve, gli assistenti amministrativi dovranno per un anno supportare STP nell’elaborazione delle liquidazioni secondo le modalità richieste. Infatti, l’elaborazione e trasmissione dei dati retributivi e giuridici a SPT, dovranno essere espletate comunicando la liquidazione al lordo dipendente per ciascun assegno, scorporando le varie voci.

Anche l’introduzione della Tesoreria Unica non facilita il lavoro del personale delle segreterie, sia come quantità, sia come laboriosità.
Ugualmente la Circolare n. 25, contenente gli schemi di relazione illustrativa e tecnico- finanziaria che debbono corredare i contratti integrativi, si configura ancora come l’ennesima molestia burocratica nei confronti dei DSGA.

Ulteriori molestie burocratiche: l’adempimento obbligatorio dell’Istat sul censimento generale dell’industria e dei servizi 2011; nonché i continui monitoraggi, come quello aggiuntivo sui residui attivi.
Tutte queste incombenze gravano ancora una volta sul personale, nonostante la riduzione continua dovuta ai tagli degli organici, a parità di stipendio e senza nessuna certezza sul salario accessorio.

Ce n’è di che protestare. Il sit-in del 13 dicembre

La FLC CGIL proseguirà la sua battaglia a fianco del personale ATA nelle piazze e nei tribunali.
Il prossimo appuntamento è il 13 dicembre prossimo con un sit-in di fronte al MIUR e al Dipartimento della Funzione Pubblica a Roma per richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica su queste discriminazioni e soprattutto sulle ferite che l’efficienza e l’efficacia del servizio scolastico stanno subendo da queste sciagurate politiche del governo.

Questa la piattaforma su cui chiamiamo alla mobilitazione il personale ATA della scuola.

Basta con la discriminazione ai danni dei Collaboratori scolastici che non vengono immessi in ruolo
La legge di revisione della spesa ha stabilito che circa 3.000 inidonei (docenti che per causa di malattia sono impossibilitati a insegnare) e ITP provenienti dagli Enti locali vengano impiegati nelle segreterie scolastiche in qualità di Assistenti amministrativi (AA) o nei laboratori come assistenti tecnici. È un provvedimento vergognoso, sia perché non si costringono le persone a fare un lavoro che non possono e non sanno svolgere, sia perché il servizio di segreteria e di laboratorio non può essere affidato a personale non formato in quel campo.

Questa norma va ritirata, ma il Governo non prende nessuna decisione.
E intanto sono bloccate le immissioni in ruolo di tutto il personale ATA, non solo degli Assistenti.
Che senso ha bloccarle per i Collaboratori scolastici (CS) e per tutte le altre figure ATA? Evidentemente è un puro pretesto, per non immettere in ruolo ben 5.500 ATA in maggioranza CS.
Tutto ciò deve finire. Non è sufficiente aver nominato i CS fino al 31 agosto: occorre immetterli in ruolo. Nessuno ostacolo impedisce che tali assunzioni previste dalla legge abbiano luogo.

Basta con la discriminazione ai danni degli Assistenti amministrativi e tecnici che non vengono immessi in ruolo
Analoga sorte, blocco immissione in ruolo, sta toccando agli assistenti e alle altre figure ad essi equiparati. Anzi, per loro, a causa dell’incapacità del Governo di risolvere la questione dei docenti inidonei, non vi è stata neppure la nomina fino al 31 agosto, ma solo fino a “nomina dell’avente diritto”. Con che funzionalità per le segreterie scolastiche e laboratori e con quale disagio per il personale e per gli studenti non è difficile immaginare.

Anche questa incertezza deve finire.

Pagare le Indennità di funzioni superiori agli Assistenti amministrativi che svolgono le funzioni di DSGA
Per una strana forma di anarchismo amministrativo si verifica che le Ragionerie dello Stato si siano arrogate il diritto di bloccare il pagamento delle indennità di funzioni superiori degli AA che svolgono la funzione di DSGA, nonostante la circolare MIUR sul programma annuale 2012 sia chiara sull’obbligo al pagamento. Eppure in alcuni casi l’amministrazione ha addirittura bloccato lo stipendio mensile degli assistenti.

La FLC CGIL per tutelare i lavoratori ha fatto ricorso. E puntualmente i tribunali hanno riconosciuto i diritti dei lavoratori. A danno dell’erario, giacché l’amministrazione soccombente ha dovuto pagare le spese processuali. Uno spreco di cui qualcuno dovrà pur rispondere.

Fino a quando il MIUR consentirà questa costosa anarchia dell’Amministrazione e questa ingiustizia a danno del personale?

Ripristinare la giusta misura dell’indennità di funzioni superiori

Il MIUR ha deciso di inserire nelle legge di stabilità una norma per chiarire che l’indennità di funzioni superiori è una spesa fissa e ricorrente da porre a carico del MEF. Ma questo atto di buona volontà si è trasformato in una nuova beffa per gli assistenti amministrativi i quali si vedranno decurtato questo compenso dall’anzianità stipendiale posseduta. Se questa norma andrà in porto alcuni colleghi ci rimetteranno anche 300 euro al mese. Una norma ingiusta e anti sindacale di cui la FLC ha chiesto il ritiro. Per questi colleghi chiediamo una soluzione chiara e definitiva dal punto di vista sia economico che giuridico. Per loro chiediamo anche l’immediata riapertura della mobilità professionale. Essi lavorano da molti anni sui posti vacanti di DSGA, ma per un’errata interpretazione delle leggi Brunetta il Ministero non fa ripartire i passaggi ai profili superiori.

Pagare i DSGA che reggono le scuole sottodimensionate

Una rovinosa e affrettata operazione di dimensionamento delle istituzioni scolastiche conseguente alla legge 111/2011 ha determinato la creazione di scuole “sottodimensionate” che non possono avere Dirigenti e DSGA titolari, ma solo reggenti.

Ma il Governo non emana ancora l’atto di indirizzo per aprire la specifica sequenza negoziale che sancisca la giusta retribuzione per questa gravosa incombenza.
In questo vuoto normativo e contrattuale, nelle scuole sottodimensionate il diritto all’indennità di direzione parte variabile a carico del FIS da parte del DSGA reggente è oggetto di atteggiamenti e interpretazioni diverse.

Fermare le interpretazioni fantasiose e arbitrarie delle Ragionerie Territoriali dello Stato
Si metta fine tramite una cooperazione interistituzionale alle interpretazioni unilaterali delle Ragionerie Territoriali dello Stato che hanno bloccato il pagamento degli istituti contrattuali e hanno omesso il visto di regolarità alle ricostruzioni di carriera elaborate dal SIDI del personale confermato in ruolo a decorrere dal 2011. Questi interventi delle RTS oltre che danneggiare i lavoratori appesantiscono il lavoro delle segreterie ed espongono l’Amministrazione ad un vasto contenzioso.

Bandire subito il concorso ordinario a DSGA

Sono passati oltre 12 anni dall’avvio dell’autonomia scolastica senza che il MIUR abbia mai bandito un concorso ordinario per DSGA, nonostante la corte dei Conti abbia autorizzato la copertura di 450 posti. Anche questa vergogna deve finire: si bandisca subito il concorso e si immettano in ruolo i DSGA sui posti liberi per dare stabilità e continuità alla gestione dei servizi amministrativi.

La mobilitazione dimenticata

da tuttoscuola.com

La mobilitazione dimenticata

Quando settimane fa è circolata la proposta dell’aumento orario dei docenti, come “atto di generosità degli insegnanti” (parole del ministro Profumo), da molte scuole erano partite spontaneamente forme varie di mobilitazione con astensione di attività obbligatorie e facoltative.

I sindacati, che avevano in corso la mobilitazione con previsione di sciopero per gli scatti di anzianità e per le sei ore aggiuntive, avevano immediatamente fatta propria quella mobilitazione spontanea, anche per rinforzare la pressione per gli obiettivi finali rivendicati.

Le sei ore sono state poi cancellate in Parlamento dalla legge di stabilità, e per gli scatti di anzianità è stato deciso l’atto di indirizzo. Di conseguenza lo sciopero del 24 novembre è stato revocato, anche se è rimasta in piedi la mobilitazione studentesca e quella generale contro i provvedimenti governativi dell’austerità.

Nelle dichiarazioni di sciopero il sindacato, avallando l’astensione dalle attività non obbligatorie, non ha però precisato il termine conclusivo della mobilitazione, anche se era implicito che, raggiunti gli obiettivi rivendicati, tutto rientrasse nella normalità.

Non è così. In molte scuole dove era stata decisa la mobilitazione in forma spontanea, sconfinando spesso anche nel campo delle prestazioni obbligatorie, la mobilitazione continua, forte anche, negli istituti superori, della parallela mobilitazione degli studenti che, dopo il successo mediatico delle loro manifestazioni, restano in stato di agitazione.

Proprio per questo non è ben chiaro l’obiettivo di questa mobilitazione dimenticata, che non ha più un possibile sbocco conclusivo, ed è rimasta un po’ figlia di nessuno. E probabilmente non trova nemmeno la solidarietà delle famiglie degli studenti, che si chiedono perché ci sia ancora.

Nota 5 dicembre 2012, MIURAOODGOS Prot. n.8039

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

Dipartimento per l’Istruzione

Direzione Generale per gli Ordinamenti Scolastici e per l’Autonomia Scolastica

Segreteria del Direttore

 

Ai Direttori generali degli Uffici scolastici regionali

LORO SEDI

Ai Dirigenti scolastici degli istituti di istruzione secondaria di secondo grado

LORO SEDI

e.p.c  Al Capo Dipartimento per l’Istruzione

SEDE

 

Oggetto: Chiarimenti in merito all’assegnazione delle ore di insegnamento e alle modalità di valutazione periodica e finale di alcune discipline dei Licei artistici, dei Licei musicali e/o coreutici e degli Istituti tecnici del settore “Tecnologico”.

 

Sono pervenute a questa Direzione Generale numerose richieste di chiarimenti concernenti le modalità di suddivisione delle ore di insegnamento e le conseguenti modalità di valutazione periodica e finale relative ad  alcune discipline presenti nei  Licei artistici con indirizzo “Arti figurative”, nei Licei musicali e coreutici e nel secondo biennio degli Istituti tecnici, settore “Tecnologico”.

Si forniscono, pertanto, le seguenti indicazioni operative.

1 – Per quanto riguarda l’insegnamento di “Discipline pittoriche e/o Discipline plastiche e scultoree”, previsto a partire dal terzo anno nell’indirizzo “Arti figurative” del Liceo artistico, va evidenziato che è rimessa alla singola istituzione scolastica la scelta, per un curricolo esclusivamente di Discipline pittoriche, con assegnazione di tutte le ore di insegnamento ai docenti della materia, oppure per un curricolo esclusivamente di Discipline plastiche, con assegnazione di tutte le ore di insegnamento ai relativi docenti, oppure per un curricolo comprendente entrambi gli insegnamenti, che preveda la suddivisione delle ore di insegnamento tra i docenti delle classi di concorso interessate. In quest’ultimo caso, le modalità di espressione della valutazione negli scrutini intermedi e in quelli finali dovranno prevedere due votazioni separate, considerati i distinti obiettivi di apprendimento tra le due discipline.

La scelta sopra richiamata, da effettuarsi da parte delle istituzioni scolastiche, implica di conseguenza a monte la scelta di un insegnamento più caratterizzato dall’approfondimento di una sola disciplina o, al contrario, di un insegnamento più generalista, che fornisca conoscenze e competenze in entrambe le discipline.

La decisione da parte delle istituzioni scolastiche dovrà considerare anche l’esigenza imprescindibile di non creare né posizioni di soprannumerarietà né classi miste (o articolate), avendo nel contempo riguardo sia per le opzioni formulate da studenti e famiglie sia per l’opportuna varietà dell’offerta formativa.

E’ il caso di precisare che il “Laboratorio di Figurazione” dovrà essere dedicato solo alla Pittura o, in alternativa, alla Scultura, se la scuola ha fatto una scelta specifica (Discipline pittoriche o Discipline plastiche) mentre dovrà essere equamente diviso fra Pittura e Scultura qualora la scuola abbia deciso di configurare l’indirizzo sui due insegnamenti (Discipline pittoriche e Discipline plastiche). In quest’ultimo caso anche per il Laboratorio dovranno essere espresse valutazioni disgiunte ed autonome rispettivamente per il Laboratorio di pittura e per il Laboratorio di scultura.

 

2 – Per il Liceo musicale e coreutico, sezione musicale, si ritiene opportuno precisare che la valutazione periodica e finale della disciplina “Esecuzione e Interpretazione”, presente fin dal primo anno e che prevede l’insegnamento del I° e del II° strumento, affidati a due distinti docenti in possesso di specifiche competenze, dovrà prevedere l’attribuzione di un voto distinto per ciascun insegnamento impartito.

Per la disciplina “Laboratorio di musica d’insieme” cui afferiscono quattro specifiche sottosezioni, la valutazione sarà, invece, espressa con un voto unico attribuito per l’insegnamento e non per ogni singola disciplina compresa nell’insegnamento medesimo fermo restando che tale voto risulterà dalla ponderata sintesi di singole valutazioni di sottosezione.

Va, inoltre, precisato che nel Liceo musicale e coreutico, sezione coreutica, la disciplina “Tecniche della danza”, presente fin dal primo anno,  si articola nell’insegnamento della Tecnica della danza classica e nell’insegnamento della Tecnica della danza contemporanea, affidati a due diversi docenti. La valutazione sarà, quindi, espressa con l’assegnazione di un voto distinto per ciascuna articolazione.

 

3 – Un’altra questione sollevata riguarda la modalità di valutazione periodica e finale della disciplina “Complementi di matematica” prevista nel secondo biennio degli Istituti tecnici del settore “Tecnologico”, in relazione alla disciplina “Matematica”.

Come si rileva dalle “Linee guida per il secondo biennio e quinto anno”, la disciplina “Complementi di matematica” rappresenta “(…) un anello di congiunzione tra la cultura matematica generale e quella scientifica, tecnologica e professionale di ogni indirizzo. Infatti numerose applicazioni tecnologiche sarebbero affrontate in maniera acritica e senza consapevolezza se non ci fossero alla base sicure conoscenze e abilità provenienti dal campo scientifico sperimentale e matematico”.

Ne discende che la programmazione delle attività didattiche di “Complementi di matematica” deve risultare pienamente integrata sia con le discipline dell’area di indirizzo, sia con “Matematica” dell’area generale.

Le due discipline in questione costituiscono, pertanto, un insegnamento unitario, sia pure caratterizzato da tematiche/moduli diversi e unica dovrà essere di conseguenza la votazione espressa negli scrutini periodici e finali.

Qualora la disciplina “Complementi di matematica” risulti assegnata a un docente diverso da quello di “Matematica” della stessa classe, negli scrutini intermedi e finali i due docenti concorderanno, con le modalità usualmente adottate per le valutazioni congiunte, eventualmente con media ponderata, la valutazione complessiva dei risultati di apprendimento raggiunti nella disciplina unitaria, tenendo conto delle tematiche/moduli che la caratterizzano ed eventualmente del loro diverso peso rispetto agli obiettivi.

 

IL DIRETTORE GENERALE

f.to Carmela Palumbo

Gazzetta Ufficiale – Serie Generale n. 284

Gazzetta Ufficiale – Serie Generale n. 284 del 5-12-2012
Sommario

LEGGI ED ALTRI ATTI NORMATIVI

MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
DECRETO 15 ottobre 2012, n. 209
Regolamento recante: «Regole tecniche per l’adozione nel processo civile e penale delle tecnologie dell’informazione e comunicazione – modifiche al decreto ministeriale 21 febbraio 2011, n. 44». (12G0235) Pag. 1
MINISTERO DELL’AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
DECRETO 17 ottobre 2012, n. 210
Regolamento concernente modifiche al decreto del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare 25 maggio 2012, n. 141 (SISTRI). (12G0229) Pag. 8

DECRETI, DELIBERE E ORDINANZE MINISTERIALI

MINISTERO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE
DECRETO 11 ottobre 2012
Liquidazione dell’IVA secondo la contabilita’ di cassa ai sensi dell’art. 32-bis del decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 134. (12A12692) Pag. 10
DECRETO 4 dicembre 2012
Riparto delle risorse destinate al finanziamento del trasporto pubblico locale per l’anno 2012 di cui all’articolo 21, comma 3, del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111. (12A12849) Pag. 12
DECRETO 4 dicembre 2012
Riparto delle risorse destinate al finanziamento del trasporto pubblico locale di cui all’articolo 21, comma 2, del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111. (12A12850) Pag. 14
MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
DECRETO 19 novembre 2012
Abrogazione del decreto 4 maggio 2009 di imposizione di oneri di servizio pubblico sulle rotte Crotone-Milano Linate e viceversa, Crotone-Roma Fiumicino e viceversa. (12A12843) Pag. 16
MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
DECRETO 16 novembre 2012
Iscrizione di una varieta’ di specie foraggera al relativo registro nazionale. (12A12651) Pag. 17
DECRETO 16 novembre 2012
Variazione del responsabile della conservazione in purezza di varieta’ foraggere. (12A12652) Pag. 17
DECRETO 19 novembre 2012
Conferma dell’incarico al Consorzio per la tutela dei formaggi DOP Valtellina Casera e Bitto a svolgere le funzioni di cui all’art. 14, comma 15, della legge 21 dicembre 1999, n. 526. (12A12653) Pag. 18

DECRETI E DELIBERE DI ALTRE AUTORITA’

AGENZIA DEL TERRITORIO
DETERMINA 22 novembre 2012
Accertamento del periodo di mancato funzionamento dei servizi di pubblicita’ immobiliare dell’ufficio di Novara. (12A12650) Pag. 20
AGENZIA ITALIANA DEL FARMACO
DETERMINA 20 novembre 2012
Riclassificazione del medicinale MANIDIPINA EG (manidipina) ai sensi dell’art. 8, comma 10, della legge 24 dicembre 1993, n. 537. (Determina n. 698/2012). (12A12620) Pag. 20
DETERMINA 20 novembre 2012
Regime di rimborsabilita’ e prezzo di vendita del medicinale per uso umano «Docetaxel Accord» (docetaxel). (Determina n. 695/2012). (12A12622) Pag. 21
DETERMINA 20 novembre 2012
Riclassificazione del medicinale «Kalosso» (acido ibandronico) ai sensi dell’art. 8, comma 10, della legge 24 dicembre 1993, n. 537.(Determina n. 697/2012). (12A12623) Pag. 23
DETERMINA 20 novembre 2012
Riclassificazione del medicinale Manidipina Mylan Generics (manidipina) ai sensi dell’art. 8, comma 10, della legge 24 dicembre 1993, n. 537. (Determina n. 699/2012). (12A12644) Pag. 25
DETERMINA 20 novembre 2012
Riclassificazione del medicinale Montelukast Teva Italia (montelukast) ai sensi dell’art. 8, comma 10, della legge 24 dicembre 1993, n. 537. (Determina n. 700/2012). (12A12645) Pag. 26

ESTRATTI, SUNTI E COMUNICATI

AGENZIA ITALIANA DEL FARMACO
COMUNICATO
Autorizzazione all’immissione in commercio del medicinale per uso umano «Propofol B. Braun». (12A12621) Pag. 27
COMUNICATO
Autorizzazione all’immissione in commercio del medicinale per uso umano «Acido Ibandronico Sun» (12A12646) Pag. 27
COMUNICATO
Autorizzazione all’immissione in commercio del medicinale per uso umano «Amoxicillina e Acido Clavulanico Aurobindo Pharma Italia». (12A12647) Pag. 28
COMUNICATO
Proroga smaltimento scorte del medicinale per uso umano «Quinapril Idroclorotiazide Zentiva». (12A12648) Pag. 29
COMUNICATO
Proroga smaltimento scorte del medicinale per uso umano «Finasteride Actavis» (12A12649) Pag. 30
COMUNICATO
Proroga smaltimento scorte del medicinale per uso umano «Enalapril idroclorotiazide Hexal Ag» (12A12654) Pag. 30
COMUNICATO
Proroga smaltimento scorte del medicinale per uso umano «Olanzapina Zentiva» (12A12655) Pag. 30
CAMERA DI COMMERCIO, INDUSTRIA, ARTIGIANATO E AGRICOLTURA DI TERAMO
COMUNICATO
Provvedimenti concernenti i marchi di identificazione dei metalli preziosi. (12A12661) Pag. 31
MINISTERO DELL’INTERNO
COMUNICATO
Riconoscimento della personalita’ giuridica della Conferenza Francescana Internazionale dei Fratelli e delle Sorelle del Terzo Ordine Regolare, in Roma. (12A12740) Pag. 31
MINISTERO DELLA SALUTE
COMUNICATO
Modificazione dell’autorizzazione all’immissione in commercio della premiscela per alimenti medicamentosi per suini, conigli e pesci “OXITER 200 BMP”. (12A12656) Pag. 31
COMUNICATO
Modificazione dell’autorizzazione all’immissione in commercio del medicinale veterinario “REGUMATE SUINI”. (12A12657) Pag. 32
COMUNICATO
Modificazione dell’autorizzazione all’immissione in commercio del medicinale veterinario “FOLLIPLAN”. (12A12658) Pag. 32
MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
COMUNICATO
Approvazione della delibera n. 58 adottata in data 11 luglio 2012 dal Consiglio di amministrazione dell’Ente nazionale di previdenza ed assistenza a favore dei biologi, concernente la determinazione del contributo di maternita’ per l’anno 2012. (12A12632) Pag. 32
COMUNICATO
Approvazione della delibera n. 115/12/DI adottata dal consiglio di amministrazione della Cassa nazionale di previdenza ed assistenza dei dottori commercialisti in data 12 settembre 2012. (12A12638) Pag. 32
COMUNICATO
Approvazione della delibera adottata dal comitato dei delegati della Cassa nazionale di previdenza ed assistenza forense in data 5 settembre 2012. (12A12639) Pag. 32
COMUNICATO
Approvazione della delibera n. 85 adottata dal consiglio di amministrazione della Cassa nazionale del notariato in data 8 giugno 2012. (12A12640) Pag. 32
COMUNICATO
Approvazione della delibera n. 88 adottata dal consiglio di amministrazione della Cassa nazionale del notariato in data 8 giugno 2012. (12A12641) Pag. 33
COMUNICATO
Approvazione della delibera n. 87 adottata dal Consiglio di amministrazione della Cassa nazionale del notariato in data 8 giugno 2012. (12A12642) Pag. 33
COMUNICATO
Approvazione della delibera n. 86 adottata dal consiglio di amministrazione della Cassa nazionale del notariato in data 8 giugno 2012. (12A12643) Pag. 33
MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
COMUNICATO
Autorizzazione all’organismo Eco Certificazioni S.p.A., in Faenza all’esecuzione delle procedure di valutazione di conformita’ CE dei giocattoli. (12A12659) Pag. 33