ALTRO CHE PRESIDE SCERIFFO!

ODG CONCLUSIVO APPROVATO ALL’UNANIMITÀ DAL CONSIGLIO NAZIONALE A.N.DI.S. RIUNITO IN AVELLINO NEI GIORNI 15-16/05/2015

ALTRO CHE PRESIDE SCERIFFO!

RUOLO E FUNZIONI DEL DIRIGENTE SCOLASTICO NEL NUOVO QUADRO NORMATIVO PER UNA SCUOLA DELL’AUTONOMIA E DELLA CONDIVISIONE

 

L’ANDIS esprime la sua profonda preoccupazione per i toni che sta assumendo la discussione del DDL detto della “Buona scuola”, troppo spesso riportato ad una sorta di referendum su un profilo professionale del dirigente scolastico, ridotto grottescamente ad un ruolo di padrone-sceriffo, vocato all’autoritarismo e persino alla corruzione.

Questo modo di rappresentare la complessità delle questioni suscitate dal progetto di riforma, oltre ad essere veramente offensivo della pratica professionale reale dei dirigenti oggi, impedisce di entrare davvero nel merito di questioni che l’Andis aveva proprio nel suo ultimo congresso individuato come centrali.

  1. La necessità di rilanciare l’autonomia didattica, organizzativa e finanziaria delle scuole, fondata sulla capacità delle istituzioni, singole e in rete, di costruire risposte alle richieste della comunità locale e nel rispetto dell’unitarietà del sistema nazionale.
  2. La necessaria ripresa di una politica di investimenti, a partire dalla realizzazione di un organico senza sacche di precarietà e non più disegnato sulla rigidità dell’orario di cattedra, ma finalizzato al Piano dell’offerta formativa, con le necessarie caratteristiche di flessibilità e di individuazione delle competenze necessarie. Proprio la normativa più recente in materia di riforma degli ordinamenti, sia nelle Indicazioni per il primo ciclo, sia nelle Linee guida degli Istituti tecnici e professionali, sia (per quanto in misura minore) nelle Indicazioni per i Licei, è caratterizzata dall’allargamento degli spazi di flessibilità organizzativa, dall’affidamento alla comunità professionale dei docenti della progettazione formativa e dal rapporto con il territorio, indispensabile per sviluppare una didattica fondata su compiti di realtà. Tale impostazione risulta contraddittoria rispetto alla totale rigidità degli organici.
  3. In questo quadro sono necessari la chiarificazione e la piena valorizzazione, nel governo della scuola, delle funzioni di indirizzo e di gestione. Le prime appartengono agli organi collegiali; le seconde appartengono alla responsabilità del dirigente, anche per quanto attiene alla costruzione degli ambiti di coordinamento organizzativo e didattico.
  4. L’introduzione di elementi di valutazione e di riconoscimento del merito di tutto il personale della scuola, a partire dal dirigente, che non può non aver riconosciuto un ruolo, per quanto non esclusivo, nella valutazione dei docenti.
  5. La messa in sicurezza delle scuole con un piano credibile, efficace e controllato di sviluppo dell’edilizia scolastica.

E’ innegabile che Il progetto sulla “Buona scuola” ha sollecitato una appassionata discussione proprio in ordine a questi temi e potrebbe costituire una inversione di tendenza, contrariamente a quanto sostenuto da una rappresentazione aprioristica che fa leva su ansie, problemi e sospetti, per altro ampiamente giustificati dalla pratica governativa degli ultimi anni, fondata sul taglio sistematico e continuativo delle risorse destinate al sistema educativo.

È tuttavia parimenti evidente che la traduzione in disegno di legge del progetto originario ha però, in vari punti, suscitato molte perplessità, che hanno portato ad una serrata critica, alla quale hanno partecipato, a vario titolo, le varie componenti del mondo della scuola e – certo in maniera non contrattuale – le stesse organizzazioni sindacali.

L’ANDIS ritiene che la fonte principale di equivoci sia consistita nella mancanza di chiarezza tra le funzioni di indirizzo e di gestione. Si tratta di una questione decisiva che aveva già trovato una soddisfacente formulazione unitaria alla fine della scorsa legislatura e che doveva perciò essere oggetto di una delega dalla scadenza brevissima. La stesura del piano triennale dell’offerta formativa, per esempio, non può chiaramente essere del solo dirigente, come pure non può essere a questi attribuita la responsabilità tecnica delle scelte metodologico-didattiche. L’ individuazione dei docenti cui conferire l’incarico di entrare a far parte dell’organico funzionale, deve perciò discendere dai profili professionali necessari indicati nello stesso piano, e non apparire una “chiamata diretta” da parte del solo dirigente.

La stessa valutazione del merito non può essere attribuzione del solo dirigente, ma deve prevedere un’istruttoria collegiale, sulla base di criteri almeno in parte indicati nazionalmente, a partire da una necessaria ridefinizione legislativa della funzione docente. Ma, certamente, il tema della valutazione è, nel suo complesso, quello su cui maggiore è la distanza tra il progetto originario e il testo del decreto e che suscita i maggiori interrogativi, anche in considerazione della necessità di affrontare la questione di una vera e propria carriera docente.

Veniva invece positivamente mantenuto il rapporto tra piano straordinario di assunzioni e istituzione dell’organico funzionale, con il relativo progressivo incardinamento della titolarità a livello territoriale, che rappresenta la garanzia per cui il provvedimento non diventi solo l’ennesima sanatoria ma un vero elemento di riforma. Nel merito sono state avanzate molte obiezioni, per esempio quella dell’ingiustificata esclusione degli idonei dell’ultimo concorso, ma certamente è, a nostro avviso, positiva sia la decisione di aprire a un concorso riservato agli abilitati della seconda fascia, sia quella di chiudere per sempre le graduatorie permamenti. Naturalmente, a condizione che si sia poi in grado di bandire davvero tempestivamente ed annualmente i relativi concorsi, unica garanzia della non riproduzione del precariato.

Indispensabili apparivano, ancora, precisazioni sulle modalità di svolgimento dell’anno in prova.

Per quanto riguarda la formazione in servizio, veniva finalmente sciolta l’ambiguità del diritto-dovere alla formazione dei docenti, statuendone l’obbligatorietà.

Purtroppo, come rilevato in capo a queste considerazioni, l’esito della discussione è venuto divaricandosi nell’ultimo mese: da un lato, un lavoro emendativo che consideriamo in buona parte positivo anche se certamente ancora insufficiente e comunque accompagnata da una modalità comunicativa approssimativa; dall’altro una protesta, come espressa dallo sciopero del 5 maggio, che, insieme a tensioni e preoccupazioni giustificate, esprime vere e proprie deformazioni della realtà del disegno di legge e della fisionomia della dirigenza ivi delineata.

A fronte del testo in discussione in queste ore in parlamento, l’ANDIS sottolinea perciò, in primo luogo, l’idea di scuola come delineata nell’art. 1, comma 3:

“La piena realizzazione del curricolo della scuola […], la valorizzazione delle potenzialità e degli stili di apprendimento di studentesse e studenti nonché della comunità professionale scolastica con lo sviluppo del metodo cooperativo, nel rispetto della libertà di insegnamento, per incrementare le conoscenze disciplinari e didattiche e le competenze, la collaborazione e la progettazione, l’interazione con le famiglie e il territorio”.

1) Va detto con chiarezza che tale concezione non è compatibile con una concezione e una pratica della dirigenza tutta e solo burocratica o manageriale, quale purtroppo ancora serpeggia e che affiora platealmente nelle rappresentazioni di stampa, ma si può realizzare solo attraverso una leadership partecipata e diffusa del dirigente, che deve presidiare l’area dell’organizzazione e della gestione, finalizzata al raggiungimento degli obiettivi formativi e didattici posti dagli organi collegiali e propri di quella specifica autonoma istituzione. Questa è l’idea di “management per l’apprendimento” che ci appartiene e che sola può sostenere un quadro normativo come quello delineato dal disegno di legge.

2) Solo in questo quadro ha senso un meccanismo come quello del piano triennale, dell’organico funzionale e della responsabilità che il dirigente non può non avere nella coerenza tra elaborazione dell’istituzione scolastica e la individuazione delle risorse umane necessarie. Da questo punto di vista occorre che la norma definisca con chiarezza competenze e responsabilità degli organi collegiali e del Dirigente.

Il Consiglio di Istituto definisce infatti gli indirizzi e il Collegio dei Docenti, presieduto dal Dirigente scolastico, ha competenze esclusive per quanto attiene le scelte educative, metodologiche e didattiche.

Quanto elaborato da questi organi rappresenta un vincolo per tutta la comunità scolastica e per il Dirigente, che su questa base definisce i fabbisogni e gli ambiti organizzativi.

3) Allo stesso modo, non è possibile evitare di riprendere in un testo normativo la revisione della governance scolastica, delineando un quadro che, definendo gli ambiti della gestione, chiarisca e delimiti i poteri e le responsabilità del dirigente, anche in ordine alla scelta delle funzioni di coordinamento organizzativo e didattico (per svolgere le quali deve essere esplicitata la possibilità di assegnare distacchi parziali o totali dall’insegnamento, con la messa a disposizione dell’organico aggiuntivo dei posti resisi liberi).

4) In tale contesto, va anche chiarito il problema della composizione del Comitato di valutazione. Se risulta, infatti, utile e necessario l’apporto di un’analisi della percezione degli utenti attraverso opportuni strumenti di rilevazione, appare profondamente scorretta, sul piano del metodo, l’inclusione di rappresentanze non tecniche (genitori e studenti) in un organismo che dovrebbe invece esprimere il massimo di competenza professionale. Ciò anche in considerazione del fatto che la valutazione può anche non essere positiva e che non possono non essere previste misure e sanzioni conseguenti.

5) La costituzione delle Reti, che gioca un ruolo fondamentale nella definizione dell’organico funzionale e a cui dovrebbero essere affidati anche servizi di tipo amministrativo, dovrà seguire le indicazioni di linee-guida elaborate entro 120 giorni dall’approvazione. È fondamentale che il percorso di formulazione di tali linee veda un’interlocuzione continua con l’associazionismo professionale dei dirigenti al fine di garantire la praticabilità operativa delle soluzioni prospettate.

6) L’attenzione, estremamente positiva, per il rapporto con il mondo del lavoro e la generalizzazione dell’alternanza deve essere accompagnata, oltre che da misure adeguate di ordine finanziario, pure oltre i 100 milioni annui previsti, anche e soprattutto dalla semplificazione degli adempimenti amministrativi e da accelerazione dei tempi di finanziamento.

7) Valenza generale di impianto si riconosce alla possibilità di versare il cinque per mille della dichiarazione annuale dei redditi. Se da un lato questa possibilità certamente amplia le risorse disponibili per la scuola, dall’altro rischia di privilegiare le zone più forti. Appare, pertanto, indispensabile che venga elevato il limite, attualmente previsto nella misura del 20%, per il fondo di compensazione.

8) Va, infine, sottolineato un elemento che tocca direttamente le condizioni materiali di vita e di lavoro dei dirigenti. L’art. 9, infatti, prevede un modesto riconoscimento economico, in parte una tantum, che rischia di essere però interpretato come riconoscimento di “poteri nuovi”, di natura esenzialmente aziendale. In realtà, tali poteri non sono affatto “nuovi”, e l’ambito in cui risolvere la questione salariale dei dirigenti scolastici non può che essere il loro pieno inquadramento nella dirigenza pubblica, con i caratteri speciali derivanti dalla natura assolutamente originale dell’istituzione scolastica.

9) Va detto, infine, con assoluta chiarezza, che elemento centrale e imprescindibile per l’applicazione delle norme è il rispetto della disposizione, già esistente e disattesa, sulla regolare e tempestiva emanazione dei bandi di reclutamento dei dirigenti scolastici, chiudendo definitivamente i contenziosi pendenti.

L’ANDIS ritiene che su queste basi sia possibile e necessario ricostruire uno sforzo unitario di tutte le componenti scolastiche per l’applicazione di norme che certamente esigono un impegno forte e condiviso. Non basta una legge per innovare, occorre la costruzione di pratiche reali, non basate su rappresentazioni mitiche che generano solo conflittualità insanabili e preannunciano inestricabili contenziosi.

 

Avellino, 16 Maggio 2015

                                                     IL CONSIGLIO NAZIONALE DELL’A.N.DI.S.

Maturità 2015, “il 43% degli studenti fermo alla Seconda guerra mondiale”

da Il Fatto Quotidiano

Maturità 2015, “il 43% degli studenti fermo alla Seconda guerra mondiale”

E’ quanto emerge da un sondaggio condotto da Skuola.net su un campione di 1500 maturandi. Il 48% degli studenti, però, precisa che la parte di programma che in aula non affrontano, è proprio quella che studiano da soli. Per paura che esca all’esame ma anche per passione

SENTENZA APRI PISTA: L’ASSISTENZA INADEGUATA È DISCRIMINAZIONE

da Redattore sociale

SENTENZA APRI PISTA: L’ASSISTENZA INADEGUATA È DISCRIMINAZIONE

Per la prima volta un tribunale riconosce nella mancata erogazione di servizi sociali una discriminazione. È successo ad Ascoli Piceno dove il comune e’ stato condannato a risarcire una donna gravemente disabile a cui era stata negata l’assistenza domiciliare

Il Comune di Ascoli Piceno e’ stato condannato dal tribunale a risarcire 20 mila euro una donna gravemente disabile con una sentenza, unica nel suo genere, che potrebbe aprire la strada a molti altri ricorsi. E’ infatti la prima volta che un tribunale riconosce la discriminazione nella mancata erogazione di servizi sociali adeguati. Protagonista della vicenda e’ Letizia Varani alla quale per otto anni (dal 2002 al 2010) non e’ stata riconosciuta una prestazione di assistenza domiciliare indiretta. Il comune ha negato la prestazione per il motivo che l’avrebbe garantita un familiare, il marito della donna, tra l’altro costretto a lasciare il lavoro proprio per assisterla. In realta’ esistono norme in base alle quali i familiari possono invece essere assunti come dipendenti nel caso vi siano in famiglia disabili gravi. Un altro ostacolo da superare e’ stata l’assenza di risorse economiche, il “non ci sono i soldi” dietro cui il comune si e’ trincerato.
“Quello che ha permesso questo risultato, cioe’ il riconoscimento della discriminazione ed il risarcimento, e’ stato il concetto di ’accomodamento ragionevole’ ribadito dalla Convenzione Onu sui diritti delle persone disabili – spiega l’avvocato Maria Antonietta Cataldi, che ha seguito il caso – Magari e’ vero che le risorse scarseggiano, ma gli enti pubblici sono obbligati, in situazioni di disagio come queste, a trovare un ‘accomodamento
ragionevole’ per non generare esclusione sociale”. Per la Cataldi questa sentenza puo’ aprire una breccia importante. Per il momento infatti c’erano state sentenze che riguardavano le discriminazioni solo nel campo dell’istruzione e del sostegno scolastico, della mobilita’ e delle barriere architettoniche ma mai nel settore dell’assistenza garantita dai servizi sociali.
“In questo caso ci troviamo di fronte a un precedente importante che puo’ essere utilizzato da altre persone che si ritengono non adeguatamente supportate dai servizi – ribadisce il legale della Ledha Gaetano De Luca che ha supportato la Cataldi in qualita’ di esperto di diritto antidiscriminatorio – La discriminazione viene dalla constatazione che una persona non supportata adeguatamente finisce per ritrovarsi in una situazione di esclusione sociale ed emarginazione,una ‘discriminazione’ vietata sia dalla Convenzione Onu che dalla normativa nazionale. L”accomodamento ragionevole’
e’ stata la chiave giuridica di questa sentenza. La mancata predisposizione dell”accomodamento ragionevole’ costituisce una discriminazione”.
Il ruolo professionale del marito della Varani e’ stato riconosciuto dalla Regione Marche, che nel 2010 ha inserito la famiglia in un progetto di Vita Indipendente sostenuto dal comune di Ascoli Piceno per il 25%. Nella “vita indipendente” i fondi vengono dati direttamente alla persona disabile che organizza autonomamente la propria assistenza.Il progetto regionale coinvolge attualmente 76 persone e terminera’ ad aprile 2015 ma dovrebbe essere rinnovato perche’, dice Angelo Larocca del Comitato Vita indipendente marchigiano, “sarebbe davvero drammatico interrompere il percorso di autonomia che abbiamo intrapreso in questi anni”. Attualmente il comitato sta lavorando ad una proposta di legge regionale per rendere il progetto piu’ stabile senza scadenze cosi’ frequenti. Nel 2014 anche il ministero del Welfare ha puntato sulla Vita indipendente finanziando un progetto sperimentale che ha riguardato 40 ambiti territoriali in Italia. Nelle Marche e’ stato coinvolto il solo ambito di Ascoli Piceno. Grazie ai fondi
ministeriali e’ stato possibile aumentare le ore di assistenza di ciascun progetto di 17 ore. Nel 2015 i fondi sono stati aumentati e nelle Marche verranno coinvolti 4 ambiti: Fermo, San Benedetto, Civitanova e Fano. Ogni ambito avra’ a disposizione 100.000 euro: l’80% stanziati da ministero, il 20% dalla regione. (glc)

Scuola, usare i media per un’educazione all’intercultura

da Il Fatto Quotidiano

Scuola, usare i media per un’educazione all’intercultura

di

In questo mese di maggio, periodo di dissenso e manifestazioni, le scuole sono chiamate a programmare l’offerta formativa (Pof) per l’annualità 2015-16 e, a tale scopo, ci permettiamo di consigliare agli insegnanti un progetto di media education “pronto all’uso” che verte su un tema molto delicato, anche perché vittima di una forte disinformazione politico-mediatica: i migranti, o meglio, i migranti forzati.

Stiamo parlando di Finestre – Storie di rifugiati, progetto promosso fin dal 2002 dalla Fondazione Centro Astalli di Roma, volto a favorire tra gli studenti (e, perché no, i docenti) una riflessione sul tema dell’esilio, in particolare attraverso il contatto diretto con i rifugiati e l’ascolto delle loro storie di vita. Il cuore del progetto, infatti, è proprio “la testimonianza”: un rifugiato va in classe a raccontare la sua storia ad una platea di ragazzi che sono stati “preparati” alla sua venuta dai docenti con materiali messi loro a disposizione dalla fondazione.

Lo scopo è di far scoprire chi sono i rifugiati e cosa si fa (o non si fa) per loro, ma anche creare i presupposti affinché possano raccontare e raccontarsi, divenendo protagonisti di un’offerta culturale.

“Finestre”, come il suo step di approfondimento “Finestre Focus”, è un percorso molto più completo di quanto si possa pensare, e, in particolare, ci piace sottolineare due sue caratteristiche: un’interessante e davvero ben costruita mediateca online (con schede didattiche, libri e film), disponibile sul sito della fondazione, una “cassetta degli attrezzi” fondamentale per far sì che i docenti possano preparare al meglio il gruppo di studenti all’incontro in classe e proseguire nel progetto con la partecipazione a due concorsi (“La scrittura non va in esilio“ e Scriviamo a colori), cosa che richiede agli studenti un esercizio di scrittura creativa.

Siamo in piena Media Education: “educazione con i media” considerati come strumenti da utilizzare nei processi educativi generali, per trasmettere un messaggio chiaro di solidarietà; “educazione ai media”, con riferimento alla comprensione critica dei media e all’utilizzo dei suoi linguaggi (nello specifico la scrittura) per mettersi alla prova, per confrontarsi, per ambire, nello specifico, ad una mentalità interculturale.

I numeri del progetto già sono lusinghieri (nel 2014, 140 istituti scolastici in 13 diverse città italiane), nonostante ciò le adesioni sono sempre possibili, gratuite e ben supportate in ogni momento dallo sfaff della Fondazione Centro Astalli.

Scuola, al sit in al Pantheon più parlamentari che professori

da Corriere.it

Scuola, al sit in al Pantheon più parlamentari che professori

Contestati Fassina, della minoranza dem, e la renziana Malpezzi: «A casa!»

di Redazione Roma online

Mentre alla Camera si vota il disegno di legge 2994 sulla «Buona scuola», al Pantheon si tiene il sit in di protesta organizzato dai sindacati. Insieme alle rappresentanze regionali di Flc Cgil, Cisl e Uil scuola, Snals e Gilda, c’è anche una nutrita rappresentanza di parlamentari. In piazza gli esponenti della minoranza Dem tra cui Gianni Cuperlo, l’ex segretario Pd Guglielmo Epifani e Stefano Fassina. Tra gli altri anche Pippo Civati e il gruppo parlamentare di Sel (che ha chiesto e ottenuto la sospensione di un’ora del voto a Montecitorio per partecipare all’assemblea pubblica), con il capogruppo Arturo Scotto. E c’è Marco Pannella

Fassina: modifiche subito

Polemici gli esponenti del Movimento 5 Stelle, con Alessandro Di Battista che definisce la presenza degli esponenti democratici «la foglia di fico del sistema Renzi. Fanno credere ai sindacati e ai cittadini che c’è una parte buona del Pd». Civati rileva come l’apertura garantita dal presidente del Consiglio in realtà non ci sia: «C’è un ammorbidimento dei toni dopo che il ministro Giannini ha avuto toni molto duri con gli insegnanti, ma le mediazioni sulle questioni fondamentali sono state molto povere». Fassina sollecita modifiche subito, prima dell’approvazione della Camera: «Lunedì votiamo gli articoli fondamentali: il 9 e il 10, i poteri dei presidi e le assunzioni. Se il presidente del Consiglio è disponibile, votiamo subito le modifiche. Perché aspettare il passaggio al Senato?».

Contestazioni

In piazza sono pochi i manifestanti, ma si fanno sentire. Benché Fassina appartenga alla minoranza dem, alcuni docenti gli gridano: «La sinistra non si svende». Contestate le due renziane Simona Malpezzi e Anna Ascani: «Malpezzi vattene a casa».

Chi ha sostenuto spese d’istruzione per familiari a carico può detrarle dall’Irpef

da Il Sole 24 Ore

Chi ha sostenuto spese d’istruzione per familiari a carico può detrarle dall’Irpef

di Luca De Stefani
Anche chi ha sostenuto le spese di istruzione, nell’interesse di familiari a carico, può detrarre questi pagamenti dall’Irpef al 19 per cento. Sono agevolate tutte le spese per la frequenza di corsi di istruzione secondaria (medie e superiori) e universitaria (anche master, dottorati di ricerca, di perfezionamento e di specializzazione), ma comunque in misura non superiore a quella stabilita per le tasse e i contributi degli istituti statali (articolo 15, comma 1, lettera e, Tuir).

Le condizioni
Per poter detrarre le spese di istruzione sostenute nell’interesse di familiari «fiscalmente a carico», è sufficiente che questi ultimi rispettino le condizioni reddituali (reddito complessivo non superiore a 2.840,51 euro) e soggettive indicate nell’articolo 12 del Tuir (oltre al coniuge e ai figli, sono interessati anche i discendenti dei figli, i genitori, i generi e le nuore, il suocero e la suocera, i fratelli e le sorelle, i nonni e le nonne, a patto che convivano con il contribuente o ricevano dallo stesso assegni alimentari non imposti dal giudice). Non è necessario, invece, che chi sostiene l’onere sia proprio il contribuente che beneficia della detrazione forfettaria per i «carichi di famiglia» prevista dall’articolo 12 del Tuir. Secondo le istruzioni al modello 730, infatti, queste detrazioni spettano anche se non si fruisce delle detrazioni per carichi di famiglia, che invece sono attribuite interamente a un altro soggetto . In questi casi, chi ha sostenuto la spesa, deve comunque indicare nel quadro «familiari a carico» del modello Unico o del 730, il “codice fiscale del familiare” nell’interesse del quale ha pagato la spesa, oltre che «il numero dei mesi a carico», e nel campo relativo alla «percentuale di detrazione» del carico di famiglia deve indicare zero. Quindi, per esempio, il nonno che paga le tasse scolastiche al nipote convivente può beneficiare della relativa detrazione del 19%, anche se il bonus forfetario dell’articolo 12 del Tuir, relativo al nipote a carico, viene usufruito da uno o da entrambi i genitori.

Documento intestato a chi detrae
Quando le spese per l’istruzione (detraibili al 19%) sono pagati nell’interesse di familiari a carico (cioè per i quali si rispettano le condizioni soggettive e reddituali per la detrazione forfettaria per i «carichi di famiglia» dell’articolo 12 del Tuir, anche senza beneficiarne concretamente), il documento, che certifica la spesa, deve essere intestato al contribuente che paga l’onere (istruzioni al 730). Se il documento è intestato al figlio, le spese devono essere suddivise al 50% tra i due genitori.
Tuttavia, siccome ai fini della detrazione degli oneri è necessario che essi siano rimasti effettivamente a carico del contribuente, se la spesa è stata sostenuta da uno dei genitori e questi è in grado di provarlo, il medesimo può detrarre l’intero importo , annotando nel documento comprovante la spesa una dichiarazione con la quale attesta di aver sostenuto interamente la spesa (circolare 108/E/1996, risposta 2.4.6). Quindi, se i genitori intendano ripartire le spese in misura diversa dal 50% devono annotare nel documento comprovante la spesa la percentuale di ripartizione .
Infine, se uno dei due coniugi è fiscalmente a carico dell’altro, quest’ultimo può considerare l’intera spesa sostenuta, ai fini del calcolo della detrazione o della deduzione (circolare 11/E/2007, risposta 2.1).

Scuola, Renzi accelera sulla riforma. Montecitorio dice sì ai primi tre articoli

da Repubblica.it

Scuola, Renzi accelera sulla riforma. Montecitorio dice sì ai primi tre articoli

Il premier insiste: “Dopo aver discusso si decide, l’Italia non può più perdere tempo. Blocco degli scrutini? Parlare di precettazione degli insegnanti è prematuro”. Ma la protesta non si placa: minoranza Pd, Sel ed esponenti M5s all’assemblea convocata dai sindacati

ROMA –  Si dice “pronto a discutere nel merito di tutto, con tutti, dalla scuola alla pubblica amministrazione” ma Matteo Renzi accelera e, nel giorno in cui nell’aula di Montecitorio passano i primi tre articoli della riforma della scuola, avverte che “dopo aver discusso, si decide” perchè “l’Italia non può più perdere tempo”. Ma la protesta non si ferma, anzi arriva a pochi passi dalla Camera, in piazza del Pantheon, dove i sindacati della scuola hanno convocato un’assemblea a cui partecipano anche esponenti di M5s e della minoranza del Partito democratico.

Ma su un punto il presidente del Consiglio non transige: “Non valutare, e trattare tutti gli insegnanti allo stesso modo, per me è un errore” e allora “gli stipendi non si toccano, ma se ci sono soldi in più, devono andare a chi lo merita”.

Da segnalare che il governo in Aula è stato battuto su un emendamento per un errore tecnico, ma l’accaduto non ha conseguenze sulla legge.  La Camera ha infatti respinto un emendamento della Commissione di merito, che aveva parere favorevole del relatore e del governo, con 130 sì e 163 no. Una bocciatura che ha suscitato qualche polemica in aula con il vice capogruppo del Pd Ettore Rosato che ha precisato: “In una concitata votazione lei- ha detto rivolgendosi al presidente di turno Roberto Giachetti- ha chiuso la votazione mentre il nostro gruppo stava orientandosi sul voto. Per questo è stato bocciato. Non drammatizziamo questo fatto, ma quella votazione si è svolta non dando la possibilità di comprendere quello che  si stava votando”. Giachetti ha poi ammesso il suo errore.

Il nodo delle assunzioni. Altro nodo scottante è quello delle assunzioni. “In passato – ribadisce Renzi – si è giocato troppo sulla pelle dei precari della scuola. Quelli delle Gae noi li assumiamo. Quelli che hanno fatto i corsi di abilitazione ti dicono che vogliono entrare: per queste persone noi pensiamo a una forma concorsuale. Saranno 160mila persone nei prossimi anni ad essere assunti. Centomila quest’anno e 60mila con i concorsi dei prossimi anni”. Ma, sulla questione, il passaggio centrale è il seguente: “Fate le assunzioni e poi vediamo: questo è un meccanismo sbagliato perché trasformerebbe la questione dei precari in un grande ammortizzatore sociale della scuola”.

Un messaggio diretto anche a chi minaccia il blocco degli scrutini: “Io credo che la stragrande maggioranza degli insegnanti sia gente seria che non terrebbe a rischio il lavoro dei ragazzi con il blocco degli scrutini”. E dunque, “il tema della precettazione è prematuro”, assicura.

Soddisfazione, stamani, è stata espressa dal ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini: “Approvato articolo 1. Finalmente si potrà dare piena attuazione all’autonomia”, scrive su Twitter. “Mi auguro prevalgano buon senso e senso di responsabilità”.

E se resta la contrarietà della Cgil (“non vi è traccia di un sistema duale efficace”, dice infatti Susanna Camusso), Renzi può contare su segnali disgelo dalla minoranza dem: “Mi sembra di capire – afferma Rosy Bindi – che il governo qualche segnale lo dà e se posso dare un suggerimento direi di non farlo cadere, né da una parte né dall’altra”. Resta sulle barricate l’ex premier Enrico Letta: “Ho l’impressione che si sia partiti con il piede sbagliato. La riforma deve essere fatta per bene, non bisogna fare una riforma tanto per dire di averla fatta”. E come lui Stefano Fassina, Pippo Civati, Gianni Cuperlo, che dopo il tour de force dell’aula della Camera si spostano all’assemblea dei sindacati. Con loro anche Arturo Scotto e molti altri parlamentari di Sel e, per il M5s, Alessandro Di Battista che non ha risparmiato critiche ai membri del Pd presenti in piazza: “Renzi li manda qui in avanscoperta, prendono insulti, poi rientrano in aula e fanno come dice lui”. C’erano anche le deputate Pd che difendono la riforma, Anna Ascani e Simona Malpezzi, che sono state contestate.

La Cei sulla scuola. In  mattinata sul tema della scuola è intervenuto anche il segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino: “C’è un tentativo di confronto sulla riforma, spero che non ci sia il muro contro muro”. Galantino ha sottolineato che “il problema è che si sta guardando alla scuola da tante prospettive ma poco da quella degli unici protagonisti” vale a dire “i ragazzi”.

Nodo pensioni. Stamani, nel corso della trasmissione di Radio 1, Renzi ha parlato anche di pensioni:  “Restituiremo una parte di questi soldi”, ha detto il premier rispondendo alle domande sul provvedimento del governo dopo la sentenza della Corte Costituzionale sull’indicizzazione delle pensioni più alte. “La Corte non ha detto che non si può fare il blocco della indicizzazione delle pensioni più alte, ma che fatto in quel modo lì, non andava bene. Stiamo studiando il modo per superare il limite della corte e contemporaneamente ridare una parte di quei soldi. Mai ha aggiunto – mi troverà a criticare la sentenza della Corte: sono molto rispettoso delle istituzioni”. “Il governo – ha poi sottolineato citando un celebre slogan di Berlusconi – non metterà le mani nelle tasche degli italiani”.

“Il governo Monti ha bloccato l’indicizzazione. Questo blocco è stato giudicato incostituzionale. Ci stiamo specializzando nel risolvere i problemi creati da altri”, ha poi aggiunto Renzi rispondendo ad un ascoltatore, “Stiamo toccando i soldi dei pensionati? No. Non interveniamo sulle pensioni – ha aggiunto – . C’è da ripensare al modello e lo faremo nei prossimi mesi. Il blocco è stato dichiarato incostituzionale, dovremmo agire con il limite della sentenza della Corte e il limite del bilancio”.

Riforma Rai. Sulla riforma della Rai il premier ha poi detto: “Faremo le nomine con la Gasparri se non ci sarà la riforma, ma io credo ci sia spazio per poter portare la riforma della governance Rai in parlamento e votarla. Ovviamente nessuno immagina forzature, voti di fiducia”, ha poi aggiunto. Secondo il capo del governo, “la Rai è un pezzo del ragionamento del sistema Paese. Mi interessa che la Rai educhi – ha aggiunto -, vogliamo ridare la Rai alla sua funzione educativa. L’Italia non sarà mai una grande potenza nel mondo ma  potrà essere un punto di riferimento della cultura”. E quanto alle nomine dei direttori: “Non ho mai usato, né userò mai, il mio ruolo di segretario del Pd per scegliere i direttori dei telegiornali”.

Scuola degli studenti

SCUOLA DEGLI STUDENTI di Umberto Tenuta

CANTO 467

Scuola degli studenti

Scuola dei Genitori

 

Sembra suscitare scandalo l’affermazione che la scuola appartiene agli studenti.

In effetti, perdura ancora la concezione statalista della scuola che i vari regimi totalitaristi hanno consolidato nell’opinione pubblica e, in particolare, nel corpo docente.

La scuola comunista, la scuola nazista, la scuola fascista sono modelli di scuola che ancora pesano nell’immaginario comune.

La Riforma Gentile ed il suo seguito pesano ancora nella concezione statalista della scuola, malgrado l’affermazione della Costituzione repubblica del 1948, secondo la quale l’obbligo ed il diritto di istruire e educare spetta ai genitori, quali legittimi tutori dei nuovi nati.

I genitori procreano i figli sia sul piano biologico che sul piano culturale.

Appartiene ad essi il diritto/dovere della procreazione che, nel caso degli esseri umani, non è solo biologica ma anche culturale.

La gestazione del figlio dell’uomo non è mai una gestazione animale.

L’uomo nasce col primo zigote!

Nella prima cellula c’è già l’uomo.

E la sua formazione non è solo biologica ma sempre anche culturale.

È lo zigote del figlio dell’uomo!

Il grembo materno è la sua casa e la sua scuola.

Scuola senza noiose lezioni.

Scuola di esperienze sensoriali che il figlio di uomo realizza nel grembo della donna che gli è madre e maestra.

Ahimé, troppo scarsa attenzione viene ancora riservata alla scuola del grembo materno (schola gremii materni) che Amos Comenio descrisse.

E pure scarsa attenzione viene ancora riservata alla scuola dei genitori ed alla scuola del villaggio, così come alla Scuola dell’infanzia, la quale ultima è la vera SCUOLA PRIMARIA, scuola di educazione, e non di custodia dei bimbi.

L’articolo 30 della Costituzione sancisce che <<È dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli>>.

Questo dovere e questo diritto non appartiene ad altri!

Non appartiene allo Stato!

Non appartiene alle Scuole statali ed ai suoi operatori.

È diritto dei genitori.

Negli Orientamenti educativi del 1991 per la Scuola dell’infanzia si precisa: <<la scuola, avvalendosi di tutti i mezzi previsti e possibili (colloqui individuali, assemblee, riunioni di sezione, consigli di intersezione e di circolo, comitati e gruppi di lavoro), crea un clima di dialogo, di confronto e di aiuto reciproco, coinvolge i genitori nella progettazione educativa>>.

Peraltro, basterebbe considerare che l’educazione è la conquista dell’autonomia.

E la libertà non è un dono, ma una conquista.

Una conquista dei giovani nati.

Una conquista degli studenti!

Essi sono i titolari dell’educazione.

E voi volete riformare la Scuola senza ascoltarli?

Volete farli salire sulla carrozza che li porterà nella loro Terra promessa senza consentire loro di assicurarsi dell’efficienza delle ruote?

Suvvia, i giovani non sono materiale plastico per costruire bambolotti!

 

Tutti i miei Canti −ed altro− sono pubblicati in:

http://www.edscuola.it/dida.html

Altri saggi sono pubblicati in

www.rivistadidattica.com

E chi volesse approfondire questa o altra tematica

basta che ricerchi su Internet:

“Umberto Tenuta” − voce da cercare

Scuola, primi sì. Renzi: “Discuto, ma poi decido”

da La Stampa

Scuola, primi sì. Renzi: “Discuto, ma poi decido”

Il premier difende la riforma. Sit-in dei sindacati in piazza: contestati vari parlamentari
Alla Camera arrivano i primi sì alla «Buona scuola». In piazza, invece, prof e sindacati – con in tasca un’altra idea di riforma – chiedono modifiche. E qualche parlamentare, che cerca il dialogo, viene contestato. Il punto di incontro è ancora lontano, dunque. Quel «muro contro muro», scongiurato stamattina dalla Cei, persiste. E così quella di oggi è stata un’altra giornata «calda» per il mondo della scuola. In apertura, la rassicurazione del premier Matteo Renzi in merito alla discussione sul «merito» e «con tutti»: l’importante poi è che dopo la discussione si decida, perché «l’Italia non può perdere tempo». Niente da fare invece sullo stralcio delle assunzioni dei 100 mila precari dal provvedimento. Una decisione «impossibile» – spiega il presidente del consiglio – proprio perché le immissioni in ruolo sono collegate a un nuovo modello di scuola contenuto nel ddl. Non possono viaggiare da sole.
La Camera avvia quindi la votazione sui primi articoli del provvedimento. In aula ci sono il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, e il sottosegretario, Davide Faraone. Nel corso della giornata passano i primi articoli, sette dalla mattina alla prima serata. Tutto fila liscio, salvo un piccolo incidente di percorso, dettato da una serie di equivoci: in un emendamento che contiene un’osservazione tecnica della commissione Bilancio e recepito dalla Commissione Cultura, il Governo va sotto. Si tratta di «un’ulteriore chiarezza di indicazione, che non incide con la struttura del testo», precisa il relatore. La Camera dà allora il via libera agli articoli sull’autonomia scolastica – «finalmente si potrà dare piena attuazione all’autonomia», twitta Giannini – sul piano dell’offerta formativa (che aveva fatto discutere l’opposizione per il potere assegnato ai presidi), sul curriculum dello studente, sull’alternanza scuola-lavoro, sull’insegnamento nelle carceri e sugli istituti tecnici superiori, sull’innovazione digitale. Ma se a Montecitorio ci sono pochi intoppi per il governo – e pare avverarsi il «clima di confronto» auspicato dalla Presidente, Laura Boldrini – in piazza suona tutta un’altra musica. Quella della protesta.

Al sit-in promosso al Pantheon da sindacati e insegnanti hanno partecipato anche alcuni parlamentari, durante una pausa della discussione. Un’accoglienza «fredda». Si è registrato un battibecco tra Stefano Fassina, della minoranza Pd, e alcuni precari. Brevemente contestata anche la renziana Simona Malpezzi, della Commissione Cultura, a cui i manifestanti hanno urlato: “Malpezzi vattene”. E per chi questa riforma non la può digerire il dissenso non finisce qui: Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda promettono sit in davanti Montecitorio sia lunedì che martedì. E se non bastasse, alcune sigle sono pronte a bloccare gli scrutini. L’invito arriva dai Cobas. Ma anche la Flc Cgil rivendica il diritto di sciopero, anche nel periodo degli scrutini. Non piacciono dunque le parole del presidente dell’autorità sugli scioperi, Roberto Alesse: «se la proclamazione avvenisse in palese contrasto con la normativa – dice – la proclamazione sarebbe illegittima e spetterebbe all’autorità valutare, oltre alle sanzioni, la precettazione». E sulla querelle interviene anche Renzi, che rassicura: la precettazione è «un tema abbastanza prematuro: è una questione tecnica, se ne parla più in là». Ma, osserva, «la stragrande maggioranza degli insegnanti sono persone serie, perbene e non mettono a rischio i propri ragazzi e il lavoro di un anno con il blocco degli scrutini».

Lunedì allora si ricomincia, chi in piazza, chi in aula. Il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, rinnova la richiesta di «modifiche profonde al ddl». E la leder della Cgil, Susanna Camusso, ribadisce che «da tempo il sistema dell’apprendistato in Italia si è progressivamente deteriorato. Il presidente del consiglio ha detto che si doveva mettere mano alla formazione professionale e costruire un efficace sistema duale. Nella riforma della scuola però non c’è traccia di tutto questo». E anche gli schieramenti politici sono pronti ad affilare le armi, anche in vista delle regionali del 31 maggio.

Ddl Scuola, approvati i primi 7 articoli, tranne il 6. Si riprende lunedì

da La Tecnica della Scuola

Ddl Scuola, approvati i primi 7 articoli, tranne il 6. Si riprende lunedì

Prima giornata di lavori in aula per l’approvazione del disegno di legge presentato dal governo Renzi. L’articolo 6 accantonato perchè manca il parere della commissione Bilancio su un emendamento. Ecco cosa prevedono gli articoli approvati

Si chiude la prima giornata di lavori alla Camera per l’approvazione del Ddl Scuola presentato dal governo Renzi.

Vediamo nel dettaglio cosa è stato approvato

L’articolo 1 chiarisce gli obiettivi del ddl e l’impianto pedagogico e posti al centro l’autonomia, così come definita dalla legge Berlinguer del 1997, l’apertura delle scuole al territorio, il coinvolgimento pieno della comunità scolastica nella definizione del piano dell’offerta formativa e l’apprendimento per competenze.

L’articolo 2, invece, affida al dirigente scolastico la garanzia di “un’efficace ed efficiente gestione delle risorse umane, finanziarie, tecnologiche e materiali”, “nel rispetto delle competenze degli organi collegiali”. L’articolo introduce anche la novità dell’organico dell’autonomia”, istituito sull’intera istituzione scolastica o istituto comprensivo e che tutti i docenti che ne fanno parte “concorrono alla realizzazione del Piano triennale dell’offerta formativa con attivita’ di insegnamento, potenziamento, sostegno, organizzazione, progettazione e coordinamento”. Il testo approvato prevede che il Piano triennale sia rivedibile annualmente ed è elaborato non più dal dirigente scolastico, ma dal collegio dei docenti, sulla base degli indirizzi e delle scelte di gestione e amministrazione definiti dal dirigente scolastico ed approvato dal consiglio di circolo o di istituto.

L’articolo 3  riguarda il percorso formativo dello studente e introduce la novità del curriculum dello studente che raccoglie “tutti i dati utili ai fini dell’orientamento e dell’accesso al mondo del lavoro, relativi al percorso degli studi, alle competenze acquisite”. Nel corso dell’esame in Aula è stata soppressa la contestata norma che prevedeva tra i finanziamenti esterni dei percorsi formativi anche quelli derivanti dalle sponsorizzazioni.

L’articolo 4 rafforza il collegamento fra scuola e mondo del lavoro. La norma introduce una previsione di durata minima dei percorsi di alternanza scuola-lavoro negli ultimi 3 anni di scuola secondaria di secondo grado (almeno 400 ore negli istituti tecnici e professionali e almeno 200 ore nei licei), prevede la possibilità di stipulare convenzioni anche con gli ordini professionali e dispone che l’alternanza puo’ essere svolta durante la sospensione delle attività didattiche nonché all’estero.

L’articolo 5, invece, riguarda l’insegnamento relativo alla scuola primaria negli istituti penitenziari. Le novità principali rispetto alla legislazione vigente sono la previsione di una disciplina transitoria per l’accesso al già previsto ruolo speciale e nella specifica che i docenti di tale ruolo speciale sono incardinati nei Centri provinciali per l’istruzione degli adulti.

L’articolo 6 è stato accantonato così come l’8, mentre l’articolo 7 vengono stanziati 90 milioni per il piano digitale e per i laboratori

Nel giorno in cui l’aula della Camera inizia a votare gli emendamenti (750 quelli ammessi) al ddl scuola il premier Matteo Renzi ha spinto nuovamente avanti la riforma: “Pronti a discutere il merito di tutto, con tutti, dalla scuola alla Pa – ribadisce con un tweet -. Ma dopo aver discusso, si decide. L’Italia non può più perdere tempo”. La riforma della scuola è stata al centro di un fitto e lungo botta e risposta, a Radio anch’io, tra il premier e i cittadini. Rivendicando l’aumento del numero dei deputati del Pd da inizio legislatura, Renzi non ha tralasciato l’occasione per un affondo alle minoranze del suo partito. Proprio la minoranza dem ha promesso una battaglia “di merito” in aula su tre grosse questioni: potere dei presidi di chiamare direttamente gli insegnanti che va “abolito”, 5 per mille da “abrogare” e un piano pluriennale di assunzione dei precari.

Emendamenti “decisivi” per Stefano Fassina pronto a lasciare il Pd se la riforma della scuola “non verrà cambiata radicalmente”. Modifiche su cui in aula ci si attende la convergenza di Movimento cinque stelle e Sel.

CRONACA DELLA GIORNATA

Al via nell’aula di Montecitorio, guidata dal vice presidente della Camera Luigi Di Maio, l’illustrazione e il voto degli emendamenti al ddl scuola. Gli emendamenti per l’aula sono 1.333. La Camera lavorerà alla riforma per tutta la giornata.

AGGIORNAMENTI

11.15  Il capogruppo di Sel alla Camera, Arturo Scotto, durante l’esame del ddl scuola in Aula alla Camera è intervenuto per chiedere una sospensione dei lavori nel pomeriggio, alle 16.30, per partecipare al confronto che i sindacati hanno chiesto ai parlamentari, in un’ assemblea in piazza del Pantheon. “Sarebbe giusto – ha detto Scotto – , anche dopo le parole di Matteo Renzi di questa mattina sulla volontà di dialogo con il mondo della scuola di tenere aperto un filo di confronto, sospendere la seduta di oggi pomeriggio per dare la possibilita’ ai parlamentari di partecipare all’incontro chiesto dai sindacati. La sospensione di qualche ora della seduta permetterebbe a tutti i colleghi di partecipare all’assemblea di Piazza del Pantheon. Sarebbe un atto da parte di noi parlamentari di grande sensibilità e di grande rispetto nei confronti delle istanze del mondo della scuola”.

 

11.35 “Non si possono bloccare gli scrutini, non si può buttare il lavoro degli studenti. Luciano Lama rimosse il responsabile scuola della Cgil per questo”. Lo ha detto Bruno Tabacci, leader del Centro Democratico a “diMattina” su Rainews, intervistato sulla riforma della scuola.

 

11.37 “Mi auguro che le organizzazione sindacali non arrivino al blocco degli scrutini come strumento di lotta. Bloccarli significherebbe impedire alle famiglie e agli studenti di potersi iscrivere al livello successivo di scuola, un servizio essenziale e un diritto dei cittadini. La Gelmini ha tagliato 8 miliardi e con questo provvedimento ne rimettiamo 4, ha tolto 85.000 insegnanti e noi ne assumiamo subito 106.000, facciamo un concorso per altri 60.000 e nel triennio ne assumeremo 280.000”. Così la vice presidente della Camera, Marina Sereni, intervistata a Radio Città Futura.

 

11.39 Via libera dell’aula della Camera all’articolo 1 del ddl  così come è stato riscritto dalla commissione Cultura. L’articolo è passato con 243 sì, 107 no e 1 astenuto. “Vengono chiariti gli obiettivi del ddl e l’impianto pedagogico e posti al centro l’autonomia, cosi’ come definita dalla legge Berlinguer del 1997, l’apertura delle scuole al territorio, il coinvolgimento pieno della comunità scolastica nella definizione del piano dell’offerta formativa e l’apprendimento per competenze” ha commentato Maria Grazia Rocchi, deputata del Pd componente della commissione Cultura.

 

12.26  “Approvato articolo 1 #labuonascuola finalmente si potrà dare piena attuazione all’autonomia”. Lo afferma, in un tweet, il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini che è presente in aula alla Camera per seguire i lavori sul ddl scuola.

13.04 “Mi auguro che prevalga il buon senso e il senso di responsabilità. Qui c’è da contemperare il diritto di chi vuole protestare con quello di chi vuol portare a termine l’anno scolastico. Mi auguro che non ci sia la prevalenza di un diritto sull’altro, che non ci sia qualcuno che ci debba rimettere in tutto questo”. Così la presidente della Camera, Laura Boldrini, a margine della presentazione del suo volume “Lo sguardo lontano” al Salone del libro di Torino, in merito alle polemiche sulla riforma della scuola.

13.15  “Arriva l’ennesima sparata del presidente del Consiglio sulla scuola. Oggi afferma che lo stralcio delle assunzioni è impossibile, ma non ci ha degnato neppure di una risposta quando questa proposta l’abbiamo avanzata ufficialmente a lui e al ministro Giannini, all’inizio di aprile. In quel momento ci sarebbe stato tutto il tempo per cambiare rotta: la verità è che non hanno voluto e non vogliono farlo e il ddl lo impongono in blocco”. Lo hanno affermato in una dichiarazione congiunta i parlamentari del MoVimento5 Stelle in commissione Cultura.

 

13.17  “Basta annunci a mezzo stampa. Se Renzi vuole davvero il dialogo con il mondo della scuola passi dalle parole ai fatti. Il Premier va in giro a dire che vuole tenere aperto un confronto mentre in Parlamento il Pd e la maggioranza vanno avanti senza sosta e senza esitazioni nella demolizione della scuola pubblica. L’opposto di quello che dice”. Così il capogruppo di Sel a Montecitorio on. Arturo Scotto commentando le parole del Presidente del Consiglio.

 

13.19  “Renzi non mi ha convinto. E il posto vero dove l’avrebbero messo volentieri studenti e professori, che gli hanno segnalato qualche errore nella comunicazione, e l’hanno invitato a studiare meglio quello che deve dire, è dietro la lavagna piuttosto che davanti”. Così Maurizio Landini , segetario generale Fiom commenta con Askanews la riforma della “buona scuola” comunicato dal premier personalmente con tanto di gessetto e lavagna, sottolineando che “il suo problema più grosso è che non ha convinto la maggioranza di quelli che lavorano nella scuola, gli studenti, e soprattutto la maggioranza del paese”.

 

15.04  “Sulla scuola si sta consumando l’ennesimo pasticcio, sintesi perfetta del modo di procedere renziano. Mentre il disegno di legge avanza faticosamente e tra le polemiche alla Camera – e anche qui il voto di fiducia, l’ennesimo, e’ in agguato – Renzi si affanna a riscrivere la storia di questa vicenda, cominciando finalmente ad ammettere che qualcosa non abbia funzionato”. Lo dichiara in una nota Italia Unica, il partito guidato da Corrado Passera.

 

15.05 Sulla riforma della scuola “c’è ancora spazio per discutere, siamo disponibili a tutto. E’ chiaro che abbiamo un’idea ben chiara della scuola e su questo portiamo avanti la nostra idea”. Lo ha detto Luca Lotti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, parlando con i giornalisti a Prato

 

15.13 “Dal momento che il premier Renzi continua a parlare di ascolto rispetto al ddl scuola, chiediamo ancora una volta al governo di prestare attenzione ad alcune delle nostre principali proposte, a cominciare da quella per gli idonei del concorso 2012. La loro immissione in ruolo può avvenire giuridicamente già nel 2015 con decorrenza economica a partire dal 2016, a valere sul turn over o sui posti del futuro concorso”. Lo dichiara, in una nota, la responsabile scuola e università di Forza Italia, Elena Centemero. “Crediamo inoltre sia doveroso un intervento per rafforzare le tutele non discriminatorie sul lavoro e per rispondere alle istanze dei docenti impegnati nell’assistenza dei familiari con disabilità o dei figli piccoli”, conclude la deputata.

 

15.31 “Noi siamo per fare cose legali e per non creare problemi alle famiglie, ma ancora una volta, con le sue dichiarazioni sul blocco degli scrutini, il Garante per gli Scioperi dimostra di garantire solo il divieto di sciopero”. Lo ha detto il leader della Uil, Carmelo Barbagallo, intervenendo sulla questione scuola.

 

15.45  I lavori a Montecitorio, in base a un’intesa tra i gruppi, saranno sospesi un’ora per consentire ai deputati di andare all’iniziativa al Pantheon.

 

16.39 L’aula della Camera ha approvato con 251 sì e 83 no l’articolo 2 del ddl scuola. La norma affida al dirigente scolastico la garanzia di “un’efficace ed efficiente gestione delle risorse umane, finanziarie, tecnologiche e materiali”, “nel rispetto delle competenze degli organi collegiali”.

L’articolo 2 introduce la novità dell’organico dell’autonomia”, istituito sull’intera istituzione scolastica o istituto comprensivo e che tutti i docenti che ne fanno parte “concorrono alla realizzazione del Piano triennale dell’offerta formativa con attivita’ di insegnamento, potenziamento, sostegno, organizzazione, progettazione e coordinamento”.

Il testo approvato prevede che il Piano triennale sia rivedibile annualmente ed è elaborato non più dal dirigente scolastico, ma dal collegio dei docenti, sulla base degli indirizzi e delle scelte di gestione e amministrazione definiti dal dirigente scolastico ed approvato dal consiglio di circolo o di istituto.

 

16.45  La sospensione di un’ora dei lavori dell’aula è stata approvata con 294 voti di differenza.

La richiesta (approvata) di Sel permette ai deputati di recarsi alla “manifestazione di dialogo” organizzata dai sindacati al Pantheon proprio sulla scuola, a cui sono stati invitati tutti i gruppi parlamentari.

“Chiediamo – ha detto all’assemblea il presidente dei deputati di Sel, Arturo Scotto – al Parlamento un gesto di responsabilità nei confronti di docenti, studenti e sindacati che oggi hanno organizzato una manifestazione a piazza del Pantheon per dialogare con i parlamentari impegnati nei lavori in aula sulla riforma della scuola. Sarebbe importante se tutti noi potessimo partecipare e confrontarci con loro”.

Il Pd si è espresso a favore della proposta di Sel, come ha spiegato in Aula la deputata Simona Malpezzi. La Lega invece con Gianluca Pini ha spiegato che avrebbe voluto la sospensione solo di mezz’ora dei lavori.

 

17.12  Dopo aver chiesto una pausa di un’ora in piazza del Pantheon è sceso compatto il gruppo di Sel guidato dal presidente Arturo Scotto, numerosi esponenti della minoranza del Pd, tra cui Stefano Fassina, Gianni Cuperlo, Barbara Pollastrini, Davide Zozza, Andra Giorgis e l’ex Pd Pippo Civati, ma anche i deputati che difendono la riforma della scuola tra cui Anna Ascani e Simona Malpezzi e il capogruppo di Fratelli d’Italia Fabio Rampelli.

L’accoglienza, come riporta l’Asca, non è stata tenera: Malpezzi è stata contestata con un coro di “Malpezzi a casa, Mapezzi a casa” e anche Fassina ha ricevuto le critiche di qualche mani festante che gli ha detto: “La sinistra non si deve svendere”.

 

17.22 Presenti in piazza anche diversi esponenti del M5S. La posizione dei grillini la riassume Alessandro Di Battista: “Noi vogliamo il ritiro del ddl”.

 

17.36  “Siamo pronti a non votare il disegno di legge perché così com’è non funziona. Non si può fare un provvedimento che trova contraria la stragrande maggioranza di coloro che lo dovrebbero poi far vivere ogni giorno nelle scuole. La scuola dell’autonomia funziona se i diretti interessati ne sono attivi e convinti protagonisti. Faccio un appello, non tanto al Governo che continua a mostrare chiusura, ma ai miei colleghi affinché ascoltiamo davvero le voci che vengono dalla scuola”. Così, ai microfoni di Sky Tg24, il deputato della minoranza Pd Stefano Fassina.

 

17.43 Ripresi i lavori a Montecitorio per l’esame del Ddl Scuola

 

18.44 “Se il garante vuole mettere a rischio il diritto di sciopero sappia che la reazione dei sindacati sarà dura. Anzi, ribadisco che vogliamo scioperare, nel rispetto della legge, dei diritti di tutti: di insegnanti, studenti e famiglie, anche durante il periodo degli scrutini, se sarà necessario”. Ad annunciarlo, dal palco del sit-in di piazza del Pantheon a Roma, è il segretario della Federazione Lavoratori della Conoscenza Cgil, Mimmo Pantaleo, che torna a criticare duramente il ddl del governo sulla riforma della scuola.

 

18.47 L’aula della Camera ha approvato l’articolo 3 del ddl scuola con 267 sì e 92 no. La norma riguarda il percorso formativo dello studente e introduce la novità del curriculum dello studente che raccoglie “tutti i dati utili ai fini dell’orientamento e dell’accesso al mondo del lavoro, relativi al percorso degli studi, alle competenze acquisite”. Nel corso dell’esame in Aula e’ stata soppressa la contestata norma che prevedeva tra i finanziamenti esterni dei percorsi formativi anche quelli derivanti dalle sponsorizzazioni.

 

19.15  Il governo è stato battuto in Aula sul ddl Scuola. L’Assemblea ha infatti respinto un emendamento della Commissione all’articolo 6 del testo cui il governo aveva dato parere favorevole. Il capogruppo vicario del Pd, Ettore Rosato, spiega in Aula: “Non è nulla di drammatico rispetto all’effetto del voto, ma il voto negativo è frutto di un errore materiale. La votazione è avvenuta mentre stavamo ancora orientandoci sul voto, non si è dato tempo ai deputati di capire cosa stessero votando”. Rosato ha sottoposto alla Presidenza di rivedere la votazione, ma il presidente di turno Roberto Giachetti. ha deciso di non far ripetere il voto, precisando che il caso “non costituisce precedente”.

 

19.21 In precedenza il governo aveva approvato l’articolo 4 del ddl scuola che rafforza il collegamento fra scuola e mondo del lavoro. La norma introduce una previsione di durata minima dei percorsi di alternanza scuola-lavoro negli ultimi 3 anni di scuola secondaria di secondo grado (almeno 400 ore negli istituti tecnici e professionali e almeno 200 ore nei licei), prevede la possibilità di stipulare convenzioni anche con gli ordini professionali e dispone che l’alternanza puo’ essere svolta durante la sospensione delle attività didattiche nonché all’estero. Via libera anche all’articolo 5 che riguarda l’insegnamento relativo alla scuola primaria negli istituti penitenziari. Le novità principali rispetto alla legislazione vigente sono la previsione di una disciplina transitoria per l’accesso al già previsto ruolo speciale e nella specifica che i docenti di tale ruolo speciale sono incardinati nei Centri provinciali per l’istruzione degli adulti.

 

20.15 L’aula della Camera ha approvato con 239 sì, 55 no e 9 astenuti l’articolo 7 del ddl scuola che prevede che il Miur adotti il piano nazionale scuola digitale. “Con l’ok all’articolo 7 – commenta il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, su twitter – stanziati 90 milioni per il piano digitale e per i laboratori”. L’articolo 6 è stato invece accantonato perché manca il parere della commissione Bilancio su un emendamento della commissione.

 

20.20 Esaminati i primi 7 articoli del ddl scuola, l’aula della Camera chiuderà i lavori di oggi dopo l’approvazione dell’articolo 8 per poi rinviare il resto del provvedimento a lunedì. La proposta è arrivata dalla relatrice del provvedimento Maria Coscia (Pd) ed è stata accolta dagli altri gruppi.

 

20.54 Fine dei lavori. Si riprende lunedì alle 11

Unicobas proclama il blocco degli scrutini

da La Tecnica della Scuola

Unicobas proclama il blocco degli scrutini

Unicobas sfida il Garante, il Governo, ma anche gli altri sindacati. Scrutini nel caos dall’8 al 19 giugno.

L’Unicobas ha deciso di fare sul serio: dopo i proclami e gli annunci di diversi sindacati, adesso il blocco degli scrutini è realtà, perchè proprio nelle ultime ore il sindacato di Stefano d’Errico ha fatto sapere di considerare poco più che acqua fresca le dichiarazioni di Roberto Alesse, presidente della Commissione di Garanzia sul diritto di sciopero.
“La dichiarazione di Alesse – afferma d’Errico – è gravissima: il blocco degli scrutini è legale, se effettuato entro determinate regole, mentre il ‘garante’ lo demonzza in toto. Inoltre, queste stesse regole perdono ogni senso di fronte ad una controparte datorial completamente inadempiente (contratto bloccato dal 2006) e sorda persino davanti ad uno sciopero plebiscitario che ha coinvolto almeno l’80% del personale della scuola, proclamato da tutte le organizzazioni sindacali”
D’Errico rilancia la sfida: “Una cosa è certa: Alesse non ci spaventa! La categoria risponderà con un blocco totale a partire dal primo giorno successivo al termine delle lezioni secondo i calendari regionali, e precisamente per i primi due giorni stabiliti dai singoli istituti per gli scrutini e tutte le attività connesse, ivi comprese compilazione e consegna delle schede di valutazione nella scuola primaria”.
“Per il momento – precisa il comunicato di Unicobas – sono esclusi gli scrutini propedeutici allo svolgimento degli esami conclusivi dei cicli di istruzione, ma vaglieremo se procedere con l’inasprimento del blocco”.
A questo punto la dichiarazione resa proprio in mattinata da Matteo Renzi a proposito della ventilata “precettazione” (“E’ un tema prematuro, è prematuro parlare di precettazione se vi fosse un eventuale blocco degli scrutini”) diventa già preistoria: la sciopero adesso c’è e il problema va risolto.
Se la Commissione di Garanzia non farà rilievi, i sindacati che hanno finora annunciato il blocco avranno di fronte un bel problema: seguiranno la strada aperta da Unicobas o decideranno di “accontentarsi” di qualche modifica al ddl e magari di qualche ulteriore concessione del Governo?

Renzi: “7mila lettere in 2 giorni. No a decreto per assunzioni”

da La Tecnica della Scuola

Renzi: “7mila lettere in 2 giorni. No a decreto per assunzioni”

Ospite di Radio Rai, il premier fa il punto sulla riforma dell’ordinamento scolastico: “Sono molto contento che ci sia una discussione sull’ordinamento scolastico”. E sui precari dice: “E’ impossibile stralciare dal ddl di riforma e inserire in un decreto il piano di assunzioni di precari della scuola”

Il presidente del consiglio Matteo Renzi, ospite della trasmissione “Radio anch’io” su Rai Radio 1, parla della riforma della scuola: “Sono molto contento che ci sia una discussione sulla scuola: dopo anni di chiacchiere entriamo nel merito della principale sfida del Paese che è la scuola. Meno male che ne discutiamo, non se ne parla mai di scuola. Siamo il primo governo che mette più soldi sulla scuola – dice Renzi – che aggiunge: “In passato è stato creato un esercito di precari che ora vuole essere assunto, ma la scuola non è un ammortizzatore sociale per gli insegnanti, però si è giocato sulla pelle di queste persone. Per la prima volta ci sono più soldi per la scuola, non vogliamo darli non in modo indiscriminato, certo nessuno tocca gli stipendi, ma se ci sono più soldi, bisogna premiare chi è stato più bravo.

E sulle assunzioni dice: “Il meccanismo di fare le assunzioni e poi vediamo è impossibile. Se accettiamo l’idea di assumere lo facciamo perchè abbiamo unmodello di scuola diverso: non esiste che dal Ddl prendo le assunzioni e non cambio il modello scuola perchè questo trasformerebbe il provvedimento in un grande ammortizzatore per i precari. Centosessantamila assunzioni nei prossimi due anni nella scuola è un dato enorme. Per gli altri precari non ci puÒ essere altra procedura che quella del concorso

Il premier, poi, ha parlato delle reazioni al videomessaggio di mercoledi: “Da ieri l’altro ho ricevuto 7.417 lettere di professori, c’e’ un atteggiamento diverso. E sulla precettazione dice: E’ un tema prematuro, è prematuro parlare di precettazione” se vi fosse un eventuale blocco degli scrutini”

#riformabuonascuola, i sindacati non mollano: il 18 e 19 maggio presidio a piazza Montecitorio

da La Tecnica della Scuola

#riformabuonascuola, i sindacati non mollano: il 18 e 19 maggio presidio a piazza Montecitorio

Ancora un’iniziativa unitaria di Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda, stavolta alla vigilia del voto finale della Camera sul ddl: nelle giornate in cui Renzi prevede di approvare la legge, vogliamo unire in diretta streaming tutto il mondo della scuola e trasformare il nostro presidio nella ‘La piazza della scuola italiana’.

I sindacati vogliono fermare l’approvazione della riforma della scuola con tutti i mezzi a loro disposizione: ancora una volta unitamente, Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda, lunedì e martedì prossimi, alla vigilia del voto finale dell’Aula della Camera, previsto per la seconda parte della giornata di mercoledì 20 maggio, hanno organizzato un presidio a piazza Montecitorio contrassegnato dalla slogan “Riformiamo la scuola, ma riformiamola insieme”.

Proprio “nelle giornate in cui Renzi prevede di approvare la legge alla Camera – spiegano i sindacati -, vogliamo unire in diretta streaming tutto il mondo della scuola italiana e trasformare il nostro presidio nella ‘La piazza della scuola italiana’”.

Il presidio si svolgerà il 18 e 19 maggio a Piazza Montecitorio dalle ore 16.00 e il 20 maggio dalle ore 9.00: si tratterà, sottolineano i rappresentanti dei lavoratori di docenti e Ata, di “una iniziativa pubblica e aperta a tutto il mondo della scuola e alla società civile, a microfono aperto con interventi a staffetta perché ognuno possa esprimere nei mille modi possibili che vogliamo difendere i principi fondamentali della scuola pubblica. Riformare la scuola è giusto e necessario ma non è certo possibile attraverso decisioni unilaterali del governo e non è certo possibile stravolgendo quelle che sono le competenze e gli equilibri interni alla scuola e accentrando tutti i poteri nelle mani di un’unica figura”.

Convegno Indire a Napoli. Tensione per blitz studenti e docenti

da La Tecnica della Scuola

Convegno Indire a Napoli. Tensione per blitz studenti e docenti

Durante il convegno “Migliorare la scuola”, irruzione di un gruppo di studenti e docenti che dicono no al governo Renzi e alle prove Invalsi.

Si tiene a Napoli il convegno internazionale “Migliorare la scuola”  organizzato dall’Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa (Indire). La due giorni, che coinvolge la comunità scientifica e i decisori politici nazionali e locali, è anche l’occasione per presentare il modello di miglioramento utilizzato in Italia da Indire e gli esiti delle ricerche condotte nell’ambito del progetto VAleS – Valutazione e Sviluppo Scuola, nato nel 2012 per costruire un sistema integrato di valutazione esterna e riflessione interna alle istituzioni scolastiche.

Non sono mancati, però, momenti di tensione. Infatti un gruppo di studenti e docenti è intervenuto in aula con striscioni e megafono per protestare con i provvedimenti del governo Renzi e le prove Invalsi.. La rumorosa entrata in scena aveva probabilmente pensato di interrompere l’intervento della presidente Invalsi Anna Maria Ajello la cui relazione era prevista per le ore 15.00. Ma il programma aveva subito una modifica è così i giovani sono entrati alla conclusione del ragionamento dell’ispettore Giancarlo Cerini.

Uil Scuola, 342 circolari nell’era Giannini: almeno una al giorno

da La Tecnica della Scuola

Uil Scuola, 342 circolari nell’era Giannini: almeno una al giorno

Renzi ne auspica l’eliminazione. Di Menna: “Non serve nessuna legge, basta smettere di produrle. E’ il ministero che va riformato: da centro di gestione amministrativa a centro di supporto per le scuole.

Ce n’è per tutti: dai campus ai cantautori, dalla ricerca di tesori nascosti alla open coesion, dal cibo nella Bibbia a le pietre e i cittadini. Centinaia di circolari invadono le scuole nel tentativo di regolare attività che sono proprie delle scuole autonome.

A Renzi, che nel “video della lavagna” ha indicato come obiettivo l’eliminazione delle circolari  – sottolinea il segretario generale della Uil Scuola, Massimo Di Menna – diciamo che non serve una nuova legge per diminuirne il numero, basta non farne.

Il ministro Giannini non è esente da eccesso di circolari, più modernamente chiamate ‘note’: dalla sua nomina a capo del dicastero ne sono state prodotte più di 340, quasi una al giorno, domeniche comprese.  A queste vanno aggiunte quelle emanate dalle direzioni regionali e dagli uffici scolastici territoriali.

Al presidente del Consiglio proponiamo una valutazione: dalla nascita dell’autonomia ad oggi si è sempre voluto cambiare la scuola.  Sarebbe invece il momento di realizzare pienamente l’autonomia scolastica partendo da ciò che non è stato fatto e che il provvedimento del governo non affronta:  la riforma del ministero, che dovrebbe passare da centro di gestione burocratico-amministrativa  a centro di supporto delle scuole autonome.

La scuola dell’autonomia non può prescindere dalla radicale trasformazione della funzione del ministero. Il “palazzo” di viale Trastevere, invece, non viene nemmeno sfiorato.

Il link alla sezione normativa del sito MIUR

http://hubmiur.pubblica.istruzione.it/web/ministero/index0415