Canto e musica di Natale

CANTO E MUSICA DI NATALE A TUTTI I NOSTRI GIOVANI di Umberto Tenuta

CANTO 597 CANTI E MUSICHE CREANO L’ATMOSFERA NATALIZIA

La SCUOLA BUONA deve garantire a tutti i giovani le sensibilità e le competenze canore e musicali.

 

Ogni figlio di donna ha diritto di essere un uomo integrale, un uomo completo, un uomo ricco di tutte le competenze e gli atteggiamenti umani.

Anche di quelle canore e musicali.

È previsto che nelle scuole questo si faccia.

Ma nelle scuole che io conosco questo non si fa nel normale orario scolastico.

Al mattino non si insegna a cantare ed a suonare.

Questo si fa solo per pochi alunni, e in orario pomeridiano, a pagamento!

Che Musica è questa se i giovani non imparano a cantare ed a suonare nel normale orario scolastico?

Che Arte è se questa i giovani non imparano a dipingere nel normale orario scolastico?

Che Lingua italiana è questa se i giovani non imparano a parlare, leggere e scrivere nel normale orario scolastico?

Che Geografia è questa se i giovani non imparano a leggere il paesaggio geografico nel normale orario scolastico?

Che Storia è questa se i giovani non imparano a ripercorrere il lungo cammino degli uomini nel corso dei millenni?

Homo sum nihil humani a me alienum puto!

Oddio, quanti alieni in questo giorno di musiche e canti di Natale!

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Se a scuola il medium è la piattaforma

da Il Sole 24 Ore

Se a scuola il medium è la piattaforma

di Josephine Condemi

Il maestro e l’allievo. L’insegnante e gli allievi. E oggi? E in futuro? Le piattaforme applicate alla didattica promettono di scardinare il rapporto trasmissivo unidirezionale della tradizione, in una progressiva desacralizzazione del sapere a favore della dimensione del gioco.

Dai primi esperimenti dei massive open course online (Mooc), in cui la digitalizzazione era mirata ad una trasposizione del contenuto basic delle lezioni frontali dentro le università (private, americane) si sta passando a piattaforme tematiche monodisciplinari, con contenuti co-progettati dai potenziali fruitori, in cui il modello di business si incrocia con la gamification.

«Siamo nati in una classe di recupero di una seconda liceo scientifico, in provincia di Trento, a novembre 2013» racconta Chiara Burberi, co-founder di Redooc. «Il preside voleva che la qualità media degli alunni aumentasse, oltre la retorica delle eccellenze: abbiamo quindi sviluppato l’idea di una piattaforma dedicata alla matematica. Per tre mesi, una volta a settimana, con la presenza della professoressa in aula, facevamo lezione sperimentando insieme ai dieci studenti del corso i contenuti, riscrivendoli».

Il risultato è una matematica diversificata su tre livelli, spiegata con esempi concreti tratti dalla vita quotidiana, riscritta con parole da ragazzi per ragazzi: la differenza tra aritmetica e algebra? “In aritmetica abbiamo a che fare con i numeri e basta, nell’algebra ci sono anche le lettere”.

«Amo partire dalla teoria, dalla formalizzazione, ma non per tutti è così» racconta Burberi, laurea-master-dottorato in economia, poi docente all’università poi consulente nelle aziende prima dell’avventura di Redooc. «Non esiste un modo giusto per imparare, né per insegnare, la piattaforma può anche essere usata come libro di testo ma ha una potenza didattica che nessun testo possiede».

Potere della gamification. Sfidare gli amici a colpi di equazioni, entrare in classifica con altre classi e città, passare al livello successivo dopo aver risolto l’esercizio assegnato: elementi di progettazione del videogioco che entrano nella didattica e la applicano alla materia considerata più ostica per gli alunni (e gli adulti).

Per il Digital Economy and Society Index 2015 elaborato dalla Commissione Europea, su mille laureati italiani dai 20 ai 29 anni solo tredici hanno preso la pergamena in materie scientifiche, ingegneristiche, tecnologiche, matematiche. Le famigerate STEM.

«L’argomento che riscuote più successo sono le equazioni lineari, mentre lo studio di funzione resta la bestia nera» sorride Burberi, che ha rinominato il freemium della piattaforma “all you can learn”: gratuità per 15 giorni, poi resta visibile solo il 20% dei contenuti.

E il docente? Si limiterà a computare le tabelline di analisi delle performance degli alunni (data la materia in questione, facilmente misurabile)? «L’insegnante è chiamato a stimolare discussioni, sollecitare le domande: la sfida è sviluppare metodi collaborativi per valorizzare la condivisione di conoscenza, per realizzare il sogno di una scuola per ciascuno».

Anzichè un mentore, il docente come facilitatore, disposto a mettersi in gioco nel blended learning, l’apprendimento misto, tra lezione frontale e tecnologia.

Diventeremo un popolo di ingegneri, matematici e scienziati?

Scuola, rapporto Miur: ‘Le ragazze sono le più brave. Gli studenti migliori? I pugliesi’

da Il Fatto Quotidiano

Scuola, rapporto Miur: ‘Le ragazze sono le più brave. Gli studenti migliori? I pugliesi’

Secondo il focus del ministero dell’Istruzione su alunni di superiori e medie, la matematica è la materia più ostica. Solo il 78,8% degli stranieri viene promosso a fronte del 90,1% di chi ha cittadinanza italiana

Natale, gli auguri del Papa: “esultiamo nel giorno della nostra salvezza”

da La Tecnica della Scuola

Natale, gli auguri del Papa: “esultiamo nel giorno della nostra salvezza”

“Esultiamo nel giorno della nostra salvezza”: è la scritta, tratta dal sermone 29 di san Leone Magno, che Papa Francesco ha scelto quest’anno per il biglietto di auguri natalizi.

Sul cartoncino, stampato dalla Tipografia Vaticana, è scritto “’Exultemus in die salutis nostrae”: assieme è riprodotta anche l’immagine dell’acquaforte “Gesù Bambino adorato dagli angeli” di Carlo Maratti (Maratta): nato nel 1625 a San Germano di Camerano (Ancona), Maratti è stato una figura centrale della pittura italiana della seconda metà del Seicento.

“Formatosi a Roma (dove morì nel 1713) alla scuola di Andrea Sacchi, tra i massimi esponenti del classicismo, è autore di importanti opere sacre che ancora oggi – scrive l’Osservatore Romano – è possibile ammirare in Vaticano e in alcune chiese della città. Significativa anche la sua attività di incisore, caratterizzata in particolare dall’uso di diversi livelli di ombreggiatura e dall’abilità di creare artistiche composizioni in spazi ristretti”.

Supplenti pagati con i risparmi del piano di assunzioni

da La Tecnica della Scuola

Supplenti pagati con i risparmi del piano di assunzioni

Finalmente dopo mesi di attesa si incomincia a capire dove stanno finendo e dove forse finiranno i risparmi (5.-600 milioni almeno) derivanti dalle mancate assunzioni previste dalla legge 107.
Sull’impiego di 150 milioni la spiegazione l’ha già dato il sottosegretario Davide Faraone: il “gruzzolo” servirà per pagare gli stipendi ai supplenti nominati a partire da settembre e per i quali non erano stato previsto un adeguato stanziamento (nella relazione tecnica allegata alle legge 107 era stato chiarito che le spese per le supplenze sarebbero drasticamente diminuite grazie all’attivazione dell’organico potenziato).
Adesso Faraone afferma che il prossimo anno i supplenti saranno pagati con puntualità e regolarità. Può darsi, ma se davvero al Ministero intendono raggiungere questo obiettivo sarà bene che facciano i conti in modo preciso e accurato.
Non basta, infatti, che le scuole abbiano a disposizione docenti di organico potenziato (anzi dell’autonomia, come si chiamerà dal prossimo anno) per azzerare le spese per le supplenze. Avere due docenti di educazione fisica nell’organico dell’autonomia non servirà di certo a risparmiare soldi se si dovranno sostituire insegnanti di matematica o di italiano.
Senza considerare che non è neppure detto che nel 2016/17 l’organico dell’autonomia abbia la stessa consistenza di quest’anno.
Il dubbio, più che legittimo per il momento, è che i risparmi derivanti dalla mancate assunzioni vadano a coprire i buchi che da sempre ci sono nei conti del Miur (ogni anno, per esempio, c’è il problema di pagare le spese degli esami di Stato); nella migliore delle ipotesi può darsi che una parte servirà a coprire i costi dell’ormai consueto aumento degli organici del sostegno, aumento spesso legato alle sentenze di questo o quel tribunale che accoglie i ricorsi di famiglie che chiedono il riconoscimento del sostegno richiesto dalla scuola e dai servizi socio-sanitari.

Contratto mobilità: sugli ambiti manca il parere delle regioni

da La Tecnica della Scuola

Contratto mobilità: sugli ambiti manca il parere delle regioni

Difficile prevedere come si concuderà la vicenda del contratto integrativo sulla mobiità: le variabili in gioco sono numerose e gli attori in gioco non hanno ancora messo in tavola tutte le proprie carte.
Il Miur per parte sua ha dichiarato che l’attuazione della legge 107 è fuori discussione, mentre i sindacati sono fermi sulla richiesta di rinvio di un anno degli ambiti territoriali.
In realtà i sindacat sanno benissimo che d’ora in avanti la mobiità dovrà seguire regole del tutto diverse rispetto a quelle attuali perchè il meccanismo che entrerà in vigore con gli ambiti territoriali cancella definitivamente il classico trasferimento da scuola a scuola.
Però per dare avvio al nuovo sistema è necessario che il Ministero provveda ad istituire gli ambiti, operazione che secondo la legge dovrà essere fatta entro il 30 giugno prossimo.
Ma, proprio per consentire che i prossimi trasferimenti vengano effettuati con le nuove regole, il Miur sta cercando di accelerare i tempi istituendo gli ambiti già nelle prossime settimane.
L’operazione, però, non è così scontata perchè il comma 66 dell’articolo 1 della legge 107 richiama un aspetto che finora è stato poco considerato: “Entro il 30  giugno  2016  – recita infatti la disposizione  – gli  uffici scolastici regionali, su indicazione del  Ministero  dell’istruzione,
dell’universita’ e della ricerca,  sentiti  le  regioni  e  gli  enti locali, definiscono l’ampiezza degli ambiti  territoriali”.
Insomma, per attivare gli ambiti è necessario acquisire il parere delle regioni, operazione che – in genere – non è immediata e che richiede sempre un po’ di tempo.
Riuscirà dunque il Ministero a concludere l’operazione nei tempi necessari?
C’è poi un ulteriore variabile di cui tenere conto: mentre l’indisponibiità della Flc-Cgil a firmare il contratto sulla mobilità è quasi scontata, non altrettanto si può dire per gli altri sindacati, Cisl e Snals in modo particolare che, proprio all’incontro del 23 dicembre, ha sottolineato l’intenzione di proseguire la trattativa riservandosi ogni decisione a quando il testo del contratto sarà definito in tutti i suoi aspetti.
Insomma la partita è ancora aperta e per il fischio finale bisognerà forse aspettare ancora qualche settimana.

Le pluriclasse: che farne?

da La Tecnica della Scuola

Le pluriclasse: che farne?

Sono circa 51mila i bambini che in Italia frequentano la scuola primaria in una pluriclasse, composta da alunni di età diversa iscritti ad anni diversi del ciclo formativo. In queste situazioni, gli insegnanti svolgono contemporaneamente più programmi ministeriali e altrettanto i bambini.

Tuttavia, scrive La Voce.info, non si tratta di un fenomeno solo italiano: le pluriclasse sono diffuse anche negli Stati Uniti e in alcuni paesi europei, ma  in Italia, questo tipo di organizzazione didattica è tipica dei comuni delle aree interne  e spesso risponde alla volontà di mantenere almeno un presidio scolastico sul territorio, per evitare i disagi derivanti dal trasporto e preservare un luogo di aggregazione.

Negli ultimi anni, questi 4261 comuni,  con una popolazione media di circa 1.500 abitanti, hanno subito un forte spopolamento che si è tradotto in scuole e classi di piccola dimensione: nel 25 per cento dei comuni delle aree interne il numero totale degli alunni iscritti alla scuola primaria è inferiore a cinquanta, meno di dieci alunni per classe.

Tra gli interventi, per migliorare la qualità di tali scuole,  vi è anche la riorganizzazione del servizio scolastico, con due possibili scelte. La prima prevede l’accorpamento in nuove scuole. La seconda, invece, consente di mantenere le pluriclassi in quelle aree in cui l’isolamento geografico e i problemi di mobilità impediscano l’accorpamento, ma a condizione che venga previsto un piano per il miglioramento della didattica.

Se da una parte si afferma che questa pratica didattica sia disfunzionale, da un’altra si dice che in un ambiente così variegato in termini di età, competenze e maturità può essere una buona palestra per favorire la creatività, l’accettazione del diverso, l’autonomia. Inoltre, gli studenti con meno competenze possono beneficiare del supporto e dall’interazione con quelli più grandi e con competenze maggiori: gli allievi di una pluriclasse, si chiede la Voce, sono allora penalizzati o avvantaggiati?

I pochi lavori che hanno cercato di risolvere questa domanda con tecniche adeguate trovano risultati ambigui. Secondo una recente ricerca le pluriclassi producono effetti eterogenei a seconda delle caratteristiche degli studenti: sono benefiche per i più giovani che entrano in contatto con ragazzi più maturi e producono invece effetti negativi su questi ultimi, che sono costretti a interagire con compagni con un livello di preparazione inferiore alla propria.

In Italia tuttavia le competenza in italiano e in matematica (Invalsi) degli studenti che frequentano le pluriclasse è talora mediamente superiore, talora mediamente inferiore ai livelli medi della regione di appartenenza. Non ci sono però studi al riguardo, anche perché è difficile reperire i dati che permettano l’analisi. I dati Invalsi sono accessibili, ma non è facile collegarli con altre fonti che permettano di identificare gli studenti che frequentano una pluriclasse.

Natale di Papa Francesco

NATALE DI PAPA FRANCESCO di Umberto Tenuta

CANTO 596 CRISTO: Ama il prossimo tuo come te stesso

Ama i tuoi alunni come tuoi figli!

 

Il primo ed unico comandamento pedagogico!

L’asinello in fondo all’aula è tuo figlio.

È la pecorella smarrita.

Il Buon Pastore lascia le sue altre novantanove pecorelle e va alla ricerca della pecorella smarrita.

Mica la Buona Maestra colloca all’ultimo banco l’asinello suo caro!

-Caro, vieni qui, accanto a me!

-Stai sempre vicino a me!

-Sappiate tutti che questi è il bimbo a me caro, caro quanto voi tutti, amatelo con tutto il vostro cuore, aiutiamolo!

-Come amerete lui, io amerò voi!

O cara, dolce, brava Maestra, vieni qui, da me che ti do un bacio in fronte!

Papa Francesco, Papa dell’amore dei poveri e dei diseredati, Papa degli ultimi, dei bimbi abbandonati, là nel cuore dell’Africa.

Papa della Scuola Buona, della scuola di Don Milani!

Non dimenticatelo!

Papa Francesco è il Papa degli ultimi.

Dei figli della povera gente di cui si prendeva cura Don Milani.

Nessuno là, in fondo all’aula.

Maestra, tu che al par di me ami Francesco, stasera chiamerai il somarello della tua scolaresca a posare il Bambino Gesù nella mangiatoia del tuo presepe.

BUON NATALE a tutte le buone maestre ed a tutti i buoni maestri !!!

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Canto di Natale per l’asinello

CANTO DI NATALE PER L’ASINELLO di Umberto Tenuta

CANTO 595- CANTO DI NATALE PER GLI ASINELLI DELLA SCUOLA BUONA

 

Vorrei saper cantar come te, Antonellina.

Vorrei saper cantar come Nellina a tutti i coraggiosi lettori dei miei canti.

Vorrei saper cantare come tutte voi, o Maestre belle della Scuola Buona.

Vorrei saper cantare come voi, o bimbi belli della Scuola Buona.

Vorrei saper cantare, io che non so cantare.

Vorrei saper cantare la gioia del Natale di una Scuola Buona.

La gioia del Natale della Scuola Buona.

La gioia dell’asinello del presepe della Scuola Buona.

La gioia degli asinelli della Scuola Buona.

Vorrei saper cantar come te, Antonellina.

Vorrei saper cantare come te la gioia degli asinelli.

Di tutti gli asinelli della BUONASCUOLA.

Di tutti gli asinelli che son fuggiti via dalla SCUOLA BUONA.

Di tutti gli asinelli che nella SCUOLA BUONA non vedrete mai più.

Asinelli belli che la SCUOLA BUONA ama.

Nella SCUOLA BUONA ogni asinello è bello per la Maestra sua!

È bello per te, Antonellina.

È bello per tutte le maestre belle.

È bello per il BAMBINO GESÙ.

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