Il Ministro individua le priorità politiche per il 2016

Miur, il Ministro Giannini individua le priorità politiche per il 2016

Azioni mirate per orientare i giovani a fare le scelte migliori per il loro futuro, innovazione digitale alla portata di tutte le scuole, Università incentivate ad attrarre capitale umano dall’estero e a valorizzare i punti forti della loro offerta formativa. Sono 20 le priorità politiche per il 2016 individuate dal Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Stefania Giannini, nell’annuale atto di indirizzo pubblicato oggi sul sito del Miur.

Nel settore della scuola prosegue l’impegno sull’edilizia – con attività di monitoraggio in chiave preventiva -, sull’innovazione digitale e sul potenziamento dell’offerta formativa. Il 2016 sarà l’anno del rilancio della formazione dei docenti. E si lavorerà sull’orientamento come antidoto alla dispersione e ai fuori corso. Tra le priorità, anche politiche più adeguate per il diritto allo studio e azioni mirate per l’inclusione e l’integrazione scolastica di alunni diversamente abili e stranieri.

Per l’università, internazionalizzazione e merito diventano le parole chiave di una strategia di rilancio che passa anche dal ricambio e dallo svecchiamento della classe docente. Nel campo della ricerca si promuoveranno una maggiore mobilità di personale e progetti e un nuovo status per chi fa ricerca negli Enti vigilati dal Ministero.

Verso la Consensus conference sulla riabilitazione visiva

Il Sole 24 Ore del 04-12-2015

Verso la Consensus conference sulla riabilitazione visiva

Con la Consensus conference di Roma oltre 60 esperti riuniti, dal 9 al 12 dicembre 2015, per stabilire con l’Oms gli standard internazionali per chi soffre di handicap visivo grave.

ROMA. Nel mondo ci sono 285 milioni di persone con un handicap visivo grave, tale da impedire le normali funzioni quotidiane . Di queste, 39 milioni sono cieche. Gran parte delle persone considerate hanno bisogno di un intervento di cataratta, a volte di una correzione ottica; molti dei ciechi non potranno vedere bene neanche dopo interventi correttivi e necessiteranno di una terapia riabilitativa per usare al meglio la vista residua, in modo da adattarsi all’ambiente sfruttando gli altri sensi e gli ausili della tecnologia moderna.
I servizi di riabilitazione visiva non sono molto diffusi nel mondo: poco conosciuti, non permettono di generare grandi benefici economici, e richiedono tempo, capacità, esperienza e interventi di più specialisti per ottenere un buon risultato. Ora quest’ultimo – per troppo tempo valutato solo come recupero visivo – non sempre può essere previsto all’inizio di una riabilitazione, e questo scoraggia molti operatori a impegnarsi in questo campo.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel 2013, ha già approvato un Piano d’azione per la prevenzione della cecità da mettere in opera tra il 2014 ed il 2019 ; tra gli altri interventi previsti vi sono quelli per la riabilitazione visiva; per la prima volta quest’area di lavoro viene menzionata chiaramente come elemento facente parte integrale della prevenzione della cecità.
Purtroppo, oltre ad essere poco diffusi, i servizi di riabilitazione visiva non beneficiano di standard internazionali di cura riconosciuti; ogni Paese, ogni organizzazione, definisce i propri standard, senza la riflessione necessaria per provarne l’efficacia e l’adeguatezza al paziente; qualora i Paesi Membri dell’OMS chiedano a quest’ultimo di indicare un modello da seguire per mettere a disposizione dei pazienti tali servizi, non c’è consenso su quale modello e standard consigliare, e nulla viene sviluppato, lasciando i pazienti nel bisogno.
La prima Conferenza Internazionale dell’OMS sul Consenso sugli Standard della Riabilitazione Visiva si terrà a Roma dal 9 al 12 Dicembre 2015: oltre 60 esperti internazionali provenienti da tutte le regioni dell’OMS lavoreranno per definire gli standard della riabilitazione visiva (cosa fare, come farlo, per ottenere cosa) e i modelli che possono essere presi in considerazione dai Paesi Membri dell’Organizzazione mondiale della sanità per sviluppare tale servizio nel loro territorio.
Il lavoro di preparazione per la conferenza è stato coordinato dal Polo Nazionale di Servizi e Ricerca per la Prevenzione della Cecità e la Riabilitazione Visiva degli Ipovedenti che, dal 2013, è Centro di collaborazione dell’Oms per la riabilitazione visiva, unico al mondo con tale mandato. Un lavoro sapiente, certosino e paziente ha permesso di coordinare la collaborazione di sei presidenti regionali, a loro volta responsabili di coordinare il lavoro di équipe di esperti delle proprie Regioni di appartenenza . Gli esperti del Polo hanno dovuto riassumere tanti diversi contributi, sollecitare esperti di settore per ottenere delle opinioni e giudizi utili, sviluppare modelli e matrici per l’analisi dei diversi parametri d’intervento condivisi dagli esperti. Un altrettanto intenso lavoro di coordinazione del lavoro in generale e della logistica è stato messo in opera per garantire una adeguata partecipazione degli esperti internazionali e dei centri di riabilitazione italiani.
Per la prima volta si tenta di trovare un accordo su cosa sia la riabilitazione, su cosa un programma siffatto possa offrire ai pazienti, come tali interventi vadano programmati a seconda dei diversi livelli di sviluppo socio-economico.
Le aspettative sono altissime, e la solida competenza del Polo Nazionale di Servizi e Ricerca per la Prevenzione della Cecità e la Riabilitazione Visiva degli Ipovedenti avrà il compito di assicurare la buona riuscita di questo arduo compito, corroborata da una larga rappresentanza della conoscenza internazionale nel campo della riabilitazione visiva.

di Filippo Amore,
responsabile Polo nazionale Servizi e Ricerca Prevenzione della Cecità e la Riabilitazione Visiva-Iapb Italia onlus

Illegittimità del nuovo Isee, slitta la decisione

da Vita

Illegittimità del nuovo Isee, slitta la decisione

Dall’udienza del Consiglio di Stato di ieri ci si aspettava la parola definitiva sull’ISEE. Invece bisognerà attendere ancora. Intanto il Coordinamento Nazionale Famiglie di Disabili Gravi e Gravissimi scrive a Renzi

Si aspettavano la parola definitiva sull’ISEE, ieri, i membri dei comitati di familiari che da mesi si stanno battendo contro il nuovo Isee. C’era un udienza del Consiglio di Stato che doveva dare un giudizio sull’illegittimità del nuovo Isee, sostenuta dai ricorrenti e su cui il Tar del Lazio si è già espressa a febbraio. Il giudizio invece è andato in decisione al Consiglio di Stato, bisognerà aspettare la pubblicazione della sentenza, tra un mese o forse più.

Maria Simona Bellini ha preso carta e penna e scritto immediatamente a Matteo Renzi. «Se vuoi veramente fare qualcosa per le persone con disabilità e per le loro famiglie», scrive in riferimento al discorso pronunciato ieri dal premier in occasione della Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità, «comincia col far applicare le sentenze, che hanno considerato illegittimo questo nuovo Isee nei confronti delle famiglie con disabilità. Sentenze immediatamente esecutive, come ha anche recentemente ribadito il Consiglio di Stato non accettando la richiesta di sospensiva richiesta dal Governo, ma che in modo incomprensibile, da quasi un anno il tuo Governo ignora. Non essendo stati portati elementi nuovi da parte vostra all’udienza di ieri, il Consiglio di Stato si pronuncerà molto probabilmente di nuovo a nostro favore ma nel frattempo lo Stato avrà fatto cassa proprio sui più deboli».

RICORSO SU BLOCCO CONTRATTO, SCATTO ANZIANITA’ 2013 E DIRITTI SINDACALI

RICORSO FGU SU BLOCCO CONTRATTO, SCATTO ANZIANITA’ 2013 E DIRITTI SINDACALI

Iniziativa legale della Federazione Gilda Unams contro il blocco del rinnovo contrattuale, per il recupero dello scatto di anzianità 2013 e in difesa del diritto sindacale alla contrattazione. Con un unico ricorso, al quale aderiscono circa 1400 insegnanti in 26 province, la Fgu porta in tribunale davanti al giudice del lavoro le questioni che finora hanno maggiormente danneggiato economicamente i docenti italiani.

“La nostra azione giudiziaria – spiega l’avvocato Tommaso De Grandis, responsabile dell’ufficio legale Fgu – verte su quattro importanti aspetti. Il primo riguarda il blocco del rinnovo contrattuale dichiarato illegittimo dalla Corte Costituzionale a partire, però dal 29 luglio scorso, cioè dalla data in cui è stata depositata la sentenza. Il dispositivo della Consulta giustifica la non retroattività adducendo motivazioni di natura economica, ma la non efficacia della sentenza prima del 29 luglio rischia di creare forti disparità tra i docenti e, in generale, tra tutti i dipendenti del pubblico impiego”.

“Resta poi aperta la questione della progressione di carriera relativa al 2013 – prosegue De Grandis – che provoca lo scivolamento di un anno per tutti gli insegnanti. Secondo i nostri calcoli, basati soltanto sullo stipendio tabellare, la perdita va dai 3mila ai 17mila euro a seconda dell’anzianità di servizio, al netto delle prestazioni previdenziali e del trattamento di fine rapporto lavoro. A subire il danno maggiore sono i docenti più giovani. A ciò si aggiunge la sospensione dell’indennità di vacanza contrattuale, un istituto economico previsto dal contratto ma bloccato fino al 2018. E il ricorso della Fgu punta anche su questo”.

Tra i temi affrontati nell’iniziativa legale promossa dalla Federazione Gilda-Unams, anche la violazione del diritto dei sindacati alla contrattazione. “Secondo una norma ancora in vigore – argomenta De Grandis – le materie di natura economica costituiscono oggetto di contrattazione sindacale, ma le leggi varate dall’attuale governo hanno espropriato i sindacati di questa prerogativa, escludendoli dalla negoziazione riguardante i riconoscimenti economici”.

No agli ambiti territoriali e alla chiamata diretta

No agli ambiti territoriali e alla chiamata diretta. Contrasteremo in ogni modo l’illegittimità della legge sulla brutta scuola

Ribadiamo la nostra contrarietà ai criteri individuati dal MIUR per gli ambiti territoriali, in quanto la loro costituzione, strettamente connessa alla chiamata diretta dei docenti, che calpesta i diritti costituzionali (a partire dalla libertà di insegnamento) e apre la strada a discriminazioni e clientelismo, determinerà situazioni molto differenziate nell’organizzazione dell’offerta formativa e nella salvaguardia delle competenze e professionalità dei docenti.

E’ evidente che l’intero impianto della legge sulla brutta scuola non regge, ma il Governo continua a ignorare le difficoltà reali delle scuole che sono in una situazione di grande difficoltà organizzative con l’aumento delle supplenze, la carenza di risorse, le classi sovraffolate, la ingestibile condizione del personale ATA e la drammatica situazione dell’edilizia e della sicurezza.

Gli ambiti territoriali e la chiamata diretta, anche alla luce delle evidenti incongruenze del piano delle immissioni in ruolo, produrranno ulteriore caos anche sul versante dei conflitti di competenze tra istituzioni Regionali e uffici regionali scolastici.

Siamo pronti a contrastare con tutte azioni possibili l’illegittimità della legge 107. Gli ambiti territoriali e la chiamata diretta dei docenti sono uno degli aspetti più autoritari e odiosi di quella brutta legge.

La guerra degli innocenti

La guerra degli innocenti

di Vincenzo Andraous

 

Potenti di ogni colore e nazione, diagnosticano terapie politiche e sociali per ristabilire diritti e democrazie in paesi dilaniati dalla ferocia della povertà, dall’ingiustizia oramai globalizzata, che non sottrae alcuna religione dal taglione del mors tua-vita mea. Guerre e stragi, uomini in armi e bambini depredati di ogni sorriso, terre divise e derubate dei propri confini, inni alla pace gridati a tempo di musica, richieste di giustizia licenziate con qualche parola travestita di compassione. Africa in fiamme e Medioriente tra le macerie, terroristi e carnefici miserabili all’opera in Europa, persone innocenti in marcia per la pace, altrettante in guerra per difenderla, altre circondate e maltrattate dagli aguzzini di nero travestiti per distribuire “equamente” il residuo di giustizia.

Specialisti in relazioni spediti qui e là, equazioni e sottrazioni della comunicazione a supporto delle percentuali e delle statistiche, tutte ben contenute nella negazione del dato esponenziale, che accerta l’odio e la vendetta covare sotto il primo strato di pelle, che non si vede, ma si muove sotto carico, pronto a esplodere a ogni nuovo giorno.

Scacchieri e pedine si muovono lentamente intorno a paesi dimenticati, città violentate, popolazioni abbandonate in confini inventati e frontiere frantumate. L’immaginario collettivo non riesce a delinearne i contorni, la proporzione di quelle macchie, sagome indistinte, ma in continuo spostamento, il tremore della terra, al suo avanzare e ritrarsi. Improvvisi i colpi sordi dei cannoni di ultima generazione, botti ripetuti, alle spalle, tra le scapole, in mezzo agli occhi.

Le nazioni, i paesi, le città, ridotte a periferie di oggi, sono un ricordo sbiadito delle democrazie di domani, schiacciate dalle tante parole che sono state dette, dalle recinzioni che sono sopravvenute, costruite a misura per non ascoltare.   Ma a ben pensarci, delle libertà di ieri, ne rimangono pochi limpidi esemplari, ma ci sono ancora, per non farci cadere all’indietro, nel vuoto della memoria. Pochi riferimenti certi e in bella vista nella prateria dimenticata, a sfidare i fucili, i tanti cuori pavidi, i governi dell’insignificanza sociale, dei poteri esposti controvento, per meglio difendere la propria inadeguatezza.

Da questa ulteriore maledetta solitudine del sangue forse è necessario imparare qualcosa di più e davvero, un insegnamento a non dissolvere l’opportunità della riflessione ( ancor prima dell’azione ), quella che parte dal cuore, per sentire davvero il bisogno e la necessità di una libertà che appartenga a tutti, indipendentemente dalla religione e soprattutto dal portafoglio che ognuno professa.

Concorso scuola 2016, slitta il bando ma non si sa a quando. E i precari aspettano

da Il Fatto Quotidiano

Concorso scuola 2016, slitta il bando ma non si sa a quando. E i precari aspettano

Si tratta dell’assegnazione di 63.700 posti, l’unica occasione di assunzione per gli insegnanti esclusi dal piano straordinario della riforma ( circa 200mila). Il ritardo motivato dalla revisione delle classi di concorso. Difficile fare una stima precisa sui tempi, che vanno dai 10 giorni alle tre settimane

In 10 anni studenti diversamente abili cresciuti del 40%, Giannini: «Puntare su cultura dell’inclusione»

da Il Sole 24 Ore

In 10 anni studenti diversamente abili cresciuti del 40%, Giannini: «Puntare su cultura dell’inclusione»

di Alessia Tripodi

Ieri alla Camera il ministro e il sottosegretario Faraone «interrogati» da 60 studenti nel corso del question time sulle condizioni di vita e studio dei disabili

Sono quasi 235mila gli studenti disabili in Italia, il 27% del totale, quasi il 40% rispetto a dieci anni fa, concentrati soprattutto nelle scuole primarie e secondarie di secondo grado. Cresce anche il numero dei docenti di sostegno, che hanno contratti di lavoro più stabili. Sono alcuni dei dati contenuti nel focus presentato ieri dal Miur in occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità, che ieri ha visto 60 studenti italiani, diversamente abili e non, «interrogare» il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, e il sottosegretario Davide Faraone sui problemi da affrontare per migliorare le condizioni di vita e studio dei disabili durante un question time alla Camera dei Deputati. All’evento ospitato a Montecitorio hanno preso parte anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, i presidenti di Camera e Senato, Laura Boldrini e Pietro Grasso, insieme con i presidenti delle commissioni parlamentari Cultura e Istruzione, Flavia Piccoli Nardelli e Andrea Marcucci.

I numeri
Secondo l’indagine statistica pubblicata ieri da Viale Trastevere – che si riferisce all’anno scolastico 2014/2015 – nelle scuole statali gli alunni con disabilità sono 218.905, 15.883 quelli che frequentano le scuole a gestione non statale e paritarie.
Primaria e secondaria di I grado sono gli ordini di scuola con una maggiore presenza di alunni diversamente abili, i maschi sono il 68,8% del totale. Il 95,8% degli alunni con disabilità è portatore di una disabilità psicofisica, l’1,6% di una disabilità visiva, il 2,7% di una disabilità uditiva.
Come accennato, con l’aumentare degli alunni cresce anche il numero dei prof di sostegno. Secondo i dati Miur nell’anno scolastico 2014/2015 questi insegnanti erano 119.384 (il 15,1% del totale dei docenti), di questi più di 75.023 erano di ruolo (il 62,8% del totale, nel 2006/2007 erano il 48,1%). Una crescita legata all’aumento del numero degli alunni, ma anche al mantenimento del rapporto tra alunni e docenti che, a livello nazionale – spiega il ministero – è ormai attestato a un insegnante ogni due alunni (1,85 per l’esattezza).
Per la prima volta quuest’anno, il focus del Miur ha presentato anche i dati sugli alunni con disturbi specifici di apprendimento (Dsa), vale a dire studenti con dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia. Un problema in aumento: nell’anno scolastico 2014/2015 gli alunni con Dsa negli istituti statali e non statali erano 186.803, ovvero il 2,1% del totale degli alunni, contro lo 0,7% del 2010/2011.

Question time con il Governo
Nel corso dell’evento alla Camera, gli studenti si sono confrontati con il Governo e le Istituzioni, proponendo i quesiti e le idee che avevano elaborato nella riunione preliminare svoltasi al Miur nella giornata di mercoledì. I temi trattati hanno riguardato soprattutto accessibilità di spazi e contenuti didattici, qualità della vita scolastica, capacità della scuola di incidere sulla realizzazione personale dei ragazzi, proposte per il miglioramento delle politiche di inclusione.
«Dobbiamo sostituire la retorica dell’inclusione con la cultura dell’inclusione, questo è il passaggio politico» ha dichiarato Giannini, aggiungendo che garantire l’accessibilità «significa abbattimento delle barriere fisiche e creazione di situazioni di adeguatezza. Un impegno che la legge 107, la Buona Scuola, si è assunta – ha proseguito -. Le leggi devono essere portatrici di valori. Questa legge, con tutte le imperfezioni che ci sono e di cui prenderemo atto, porta dei valori. Il nostro è un impegno preciso, mirato, per un obiettivo non irrealizzabile: che le scuole siano tutte adeguate come voi volete, che tutto il personale sia pronto e preparato e che la società sia matura e solida su questi valori».
«L’inclusione è un affare di tutti – ha aggiunto il sottosegretario Faraone -. Favorirla non deve essere compito specifico di un insegnante di sostegno. Il sostegno si fa alla classe, alla scuola, non al singolo alunno. Per questo abbiamo previsto con la Buona Scuola, e lo renderemo ancora più effettivo con la delega alla quale stiamo lavorando, una formazione obbligatoria per tutta la comunità scolastica».

Concorso docenti, ci sono diversi intoppi: slitta a dopo Natale?

da La Tecnica della Scuola

Concorso docenti, ci sono diversi intoppi: slitta a dopo Natale?

Si complica il percorso di approvazione dei tre bandi di concorso previsti dalla riforma per portare in cattedra 63.700 nuovi insegnanti nei prossimi tre anni.

Se rimangono confermati i contenuti dei tre distinti bandi e dei relativi regolamenti, anche su come si svolgeranno le prove scritte e orali, dal Miur trapelano grossi dubbi sulla possibilità che i bandi possano vedere la luce entro questa settimana, come di recente ha assicurato lo stesso ministro dell’Istruzione Stefania Giannini.

A far slittare la data di pubblicazione dei bandi ci sarebbero diversi motivi.

Il più importamte è legato al fatto che si è deciso di approvare il regolamento sulle nuove classi di concorso, con la forma giuridica di un D.P.R. Questo comporta che dopo il sì con riserva del Consiglio di Stato e delle Commissioni parlamentari di competenza e il via libera finale del Consiglio dei Ministri (ancora da ottenere), dovrà poi passare al vaglio della Presidenza della Repubblica, per poi alla fine essere pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Dunque, un iter molto complesso e certamente più lungo di quanto previsto.

Ma lo scoglio che potrebbe davvero allungare i tempi di pubblicazione del bando, qualcuno a Viale Trastevere indica addirittura a dopo le festività natalizie e di fine anno, è quello del possibile vaglio del bando da parte della Corte dei Conti. Un’eventualità che farebbe slittare ulteriormente i tempi, forse sino al prossimo gennaio.

Certo, i dirigenti del Miur stanno lavorando alacremente per cercare di ridurli al massimo. Ma se davvero il testo da approvare è atteso da questi due-tre passaggi obbligati, c’è poco da fare: ci troveremmo davvero dinanzi ad un rinvio serio. Non certo di qualche giorno.

Parallelamente, al Ministero dell’Istruzione si sta cercando di allestire al più presto i programmi di studio relativi alle nuove classi di concorso in arrivo: dalle ultime indiscrezioni, sembra che poiché non ci sono i tempi tecnici per determinare i contenuti delle neonate discipline, non si andrà molto oltre che la creazione di mega-programmi derivanti in prevalenza da quelli utilizzati in occasione dell’ultimo concorso per titoli ed esami. Che, così, anziché essere stralciati e rifatti, verranno sostanzialmente accorpati. Insomma si prospetta una sorta di “copia e incolla” dei programmi precedenti, unificati a seconda dell’insieme delle nuove classi di concorso.

È una notizia che, se confermata, non farà di certo piacere ai circa 200mila candidati potenziali, tutti rigorosamente abilitati, a partecipare al concorso pubblico per essere assunti, a titolo definitivo, già a partire dal prossimo anno scolastico e comunque entro il 2018.

A tal proposito, ricordiamo che associazioni, come il Saese, e sindacati hanno già affilato le armi: alla selezione pubblica, reclamano, possono accedere per legge anche i non abilitati, pur se in possesso dei titoli di studio adeguati. Come al solito, a dirimere la questione saranno i giudici.

Mobilità: i sindacati non vogliono gli ambiti territoriali

da La Tecnica della Scuola

Mobilità: i sindacati non vogliono gli ambiti territoriali

Il contratto integrativo sulla mobiità procede come nelle previsioni: anche l’incontro odierno si è concluso con un nulla di fatto.

In materia di mobilità, il Ministero sta proponendo un contratto che porta in applicazione la legge 107, mentre i sindacati, da parte loro, chiedono un rinvio anche in relazione alle molteplici contraddizioni contenute nella legge stessa.
Il nodo fondamentale riguarda la costituzione degli ambiti territoriali che i sindacati vorrebbero rinviare almeno di un anno. Da questo dipende l’applicazione di un aspetto fondamentale della legge: senza ambiti la mobilità dovrebbe infatti svolgersi secondo le vecchie regole e quindi non ci sarebbe spazio per la chiamata diretta da parte dei dirigenti scolastici.
L’Amministrazione intende però attivare gli ambiti in tempi rapidi (la legge per la verità dà tempo fino al 30 giugno) in modo da rendere effettiva la possibiità della chiamata diretta già per il prossimo anno scolastico.
Flc-Cgil, in un proprio comunicato, riassume così le proposte che il Ministero ha avanzato nell’incontro odierno:

– la mobilità rimarrà con cadenza annuale:

– i soli docenti neo-assunti in fase zero ed A e i docenti titolari sul sostegno nel secondo grado (attualmente titolari DOS) avranno diritto a chiedere la sede definitiva di scuola nella mobilità di seconda fase (e per questi ultimi si tratta di una novità che segue una nostra ferma richiesta):

– gli altri docenti potranno fare domanda di mobilità, sia territoriale che professionale, solo chiedendo gli ambiti territoriali (la quota riservata alla mobilità professionale sarà del 30%):

– prioritariamente i docenti assunti entro il 2014/2015 e, successivamente, anche i docenti assunti in fase B o C, ma solo se assunti dalle GAE avranno  diritto a partecipare alla mobilità straordinaria (ai sensi del comma 108 della legge 107/15), per tutti i posti e per tutti gli ambiti territoriali:

– confermato il blocco triennale per la mobilità verso altra provincia, sia per i docenti assunti in fase zero ed A sia per coloro immessi in ruolo da concorso in fase B o C.

Ovviamente le posizioni restano molto distanti ed è molto difficile che nel prossimo incontro previsto per il 14 dicembre si possa arrivare ad una conclusione positiva.
Si fa sempre più probabile l’ipotesi di un mancato accordo: in tal caso il Ministero dovrà regolare la materia con un atto unilaterale, come peraltro era già avvenuto in passato per il contratto integrativo sulle utilizzazioni.

M5S: “dal Miur primo passo per contrasto a diplomifici”

da La Tecnica della Scuola

M5S: “dal Miur primo passo per contrasto a diplomifici”

I parlamentari M5S in commissione Cultura di Camera e Senato esprimono soddisfazione dopo che il ministro Giannini ha reso noto di avere costituito un gruppo operativo di ispettori per contrastare i diplomifici.

“Finalmente, affermano i parlamentari, qualcosa sembra muoversi rispetto al contrasto dei diplomifici. Oggi il Miur, rispondendo a una nostra interrogazione in commissione Cultura alla Camera a prima firma Gianluca Vacca, ha reso noto che è stato avviato un Gruppo di dirigenti tecnici per attività ispettive. Si tratta di un buon punto di partenza che, finalmente, risponde ai tanti atti e sollecitazioni che da oltre due anni avanziamo in Parlamento”.

“Il Miur, continuano i pentastellati, comunica che il Gruppo è già operativo in alcune realtà, come Marche e Abruzzo. Adesso però bisogna dare continuità all’iniziativa e, in tal senso, non solo vigileremo, ma riteniamo che a questa iniziativa se ne debbano accompagnare anche altre. In particolare, bisogna fornire agli uffici preposti  – presso il Miur e nelle sedi regionali- il personale adeguato, soprattutto in termini quantitativi, per affrontare efficacemente questa sfida”.

“Inoltre, concludono i parlamentari M5S, è necessario un ulteriore livello di controllo nei confronti del lavoro svolto dagli Uffici scolastici regionali, dal momento che non sempre questi svolgono il loro mandato in modo adeguato e, anzi, in alcuni casi sembrano  chiudere un occhio. Solo attraverso l’adozione di questi due ulteriori provvedimenti il contrasto al fenomeno dei diplomifici potrà essere davvero capillare ed efficace”.

Un questionario sulle reti di scuole per dirigenti scolastici

da La Tecnica della Scuola

Un questionario sulle reti di scuole per dirigenti scolastici

L.L.

L’Area Formazione di Indire (www.indire.it) sta conducendo una ricerca triennale, denominata “Reti professionali, modelli formativi e profilo del dirigente scolastico”, con l’obiettivo di capire il ruolo, la struttura, il ciclo di vita delle reti o comunità nelle quali sono coinvolti i dirigenti scolastici.

Le informazioni raccolte consentiranno all’Istituto di individuare i fattori chiave che trasformano la rete in una risorsa per la formazione continua e per il sostegno professionale.

Per tale ragione i dirigenti scolastici sono invitati a compilare un questionario, che si articola in quattro parti principali:

  1. La descrizione oggettiva di una delle reti/comunità professionali a cui la scuola appartiene;
  2. La  descrizione delle modalità con cui il Dirigente partecipa ed è coinvolta/o nella suddetta rete;
  3. La descrizione di come la rete si rapporta con l’esterno;
  4. La richiesta di alcuni dati relativi al profilo professionale Del Dirigente.

Il tempo di compilazione stimato è di circa 15 minuti.

Giornata disabilità. Mattarella: ‘abbattere i muri’

da tuttoscuola.com

Giornata disabilità. Mattarella: ‘abbattere i muri’

La Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità è un punto di riferimento fondamentale per la tutela dei loro diritti verso una piena inclusione e partecipazione nella società. Troppe barriere sono ancora di ostacolo alla piena fruizione dei diritti di cittadinanza da parte di chi è portatore di una disabilità, sia essa fisica, mentale o relazionale“. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, prendendo la parola in occasione della ‘Giornata Internazionale delle persone con disabilità’.

E’ compito della società nel suo insieme, delle istituzioni, dei corpi intermedi, delle famiglie, dei singoli” – ha sottolineato con forza il presidente citando l’art. 3 della Costituzione – “abbattere questi muri e far crollare le barriere, fisiche e culturali, che impediscono una piena partecipazione alla vita della società. La diversità, delle scelte e delle abilità, è un patrimonio comune: la capacità di rispondere ai bisogni delle persone con disabilità è il metro attraverso cui si misura la nostra convivenza civile. La vita di tutti ne uscirà arricchita. Avere a cuore la dignità della persona significa rispettare l’autodeterminazione delle persone con disabilità nelle scelte di organizzazione della propria esistenza. Significa perseguire, con attenzione e lungimiranza, l’obiettivo della loro inclusione nella scuola, nel lavoro e in tutte le attività in cui si esplica la personalità di ciascuno“.

Giannini: passare dalla retorica alla cultura dell’inclusione

da tuttoscuola.com

Giannini: passare dalla retorica alla cultura dell’inclusione
Celebrata a Montecitorio alla presenza delle massime autorità istituzionali la Giornata internazionale dei disabili

In tema di disabilità, occorre “sostituire la retorica dell’inclusione con la cultura dell’inclusione: questo è il passaggio non solo semantico ma politico, culturale e fattuale a cui noi ci stiamo preparando“. Lo ha detto il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, intervenendo  insiema al presidente Mattarella e ai presidenti delle due Camere, Grasso e Boldrini, alla cerimonia organizzata a Montecitorio in occasione della Giornata internazionale dei disabili.

Per Giannini è necessario “garantire l’accessibilità, che significa abbattimento delle barriere fisiche e la creazione di quelle condizioni” che consentano a tutti di “sentirsi a casa. Questa è una sfida gigantesca ed è un impegno che la legge 107 sulla Buona scuola si è assunta. Le leggi – ha aggiunto – devono essere portatrici di valori. E io penso che questa legge, con tutte le imperfezioni che contiene e di cui siamo consapevoli, porti dei valori“.

L’Italia, ha spiegato il ministro, è stata “pionere in questo, quando nel 1977, con una legge a prima firma Falcucci (n. 517, ndr), neliminò una barriera che allora sembrava insormontabile, quella della separazione fisica e didattica tra classi ‘normali’ e classi differenziate“.

Bando di concorso sotto l’albero?

da tuttoscuola.com

Bando di concorso sotto l’albero?
Slittamento in attesa delle nuove classi di insegnamento

Passato ormai l’ultimo giorno utile previsto dalla legge 107/15 (… entro il 1 dicembre 2015) si era capito che erano ben fondate le voci che da molti giorni circolavano sul probabile slittamento del bando di concorso per il reclutamento di 63.700 docenti già abilitati. Si pensava che il ritardo fosse questione di un giorno o due, ma, con tutta probabilità, si tratterà di qualche settimana, poi, forse sotto l’albero, l’atteso bando dovrebbe essere pubblicato.

La ragione del ritardo è da ricercare nella mancata definizione delle nuove classi di concorso per gli insegnamenti nella secondaria che, tra accorpamenti e nuove istituzioni, dovrebbero ridursi di quasi un terzo, attestandosi su 108 classi di concorso. L’iter per la revisione delle nuove classi per l’insegnamento è stato lungo e complesso ed è arrivato ad una tribolata conclusione in Commissione cultura alla Camera. Dopo l’ok definitivo del parere parlamentare, dovrà esserci l’approvazione formale e definitiva da parte del Consiglio dei Ministri. Poi finalmente, la pubblicazione del bando sulla Gazzetta Ufficiale concorsi.

Al Ministero contano, comunque, di mantenere confermato il calendario delle prove e di concludere il concorso in tempo utile per il prossimo anno scolastico. Poiché è previsto un elevato numero di candidati, sarà necessario nominare (e compensare) una consistente quantità di commissari. Per tale previsione di spesa sembra che il ministero del Tesoro (Mef) abbia già dato il proprio benestare.