Libro e moschetto, studente perfetto

Libro e moschetto, studente perfetto

di Mario Maviglia

Hanno suscitato vaste reazioni le parole del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Giovanbattista Fazzolari che, parlando a margine di un incontro internazionale svoltosi a Palazzo Chigi, avrebbe detto a Franco Federici, consigliere militare presso la Presidenza del Consiglio, secondo quanto riportato dal quotidiano La Stampa: “Dobbiamo fare un tavolo per un progetto di insegnamento del tiro a segno nelle scuole. C’è tutta una rete di associazioni che si possono coinvolgere e mettere in contatto con il mondo delle scuole. Ci sono ragazzi molto appassionati e bravi che lo fanno nel tempo libero. Manca una struttura e un riconoscimento ufficiale. Èun’attività che io penso meriti la stessa dignità degli altri sport.” (In seguito, davanti alle estese proteste, il Sottosegretario ha ritrattato tutto annunciando querela contro La Stampa, che però ha confermato tutto).

​Anche volendo essere teneri, il progetto presenta evidenti e incolmabili limiti, che però non tutti hanno colto, troppo preoccupati di soffermarsi su questioni “secondarie” e marginali, di natura morale o educativa. In questa sede vogliamo invece seguire il Sig. Sottosegretario nelle sue circonvoluzioni politico-mentali per smascherare la pochezza della proposta e la sua inutilità se non pericolosità. Vediamo nel dettaglio i profondi limiti:

1. Da quel che è dato capire, gli studenti dovrebbero effettuare le esercitazioni di tiro utilizzando armi di piccolo taglio (pistole, forse fucili). Ma perché? Perché coartare l’espressione di potenza degli studenti? Perché non introdurre anche l’uso di bazooka e di kalashnikov? Perché non pensare ad un percorso addestrativo proiettato sempre più in alto, fino all’utilizzo di carri-armati, e quindi di razzi e missili? Allora sì che si potrebbe elaborare un curriculo completo e di ampia portata (anzi, gittata…).

2. Le esercitazioni dovrebbero svolgersi presso poligoni di tiro. Ma perché? Non è meglio trovare soluzioni più praticabili e a portata di mano? A parte la difficoltà di reperire poligoni di tiro in tutti i territori, c’è poi il problema degli spostamenti dalla sede scolastica scuola a quella del poligono, con tutte le seccature anche burocratiche che le istituzioni scolastiche conoscono bene. Perché non allestire poligoni di tiro all’intero della scuola? Le palestre, ad esempio, sarebbero perfette. Ma – meglio ancora – si potrebbero utilizzare bersagli mobili ampiamente presenti all’interno della scuola (docenti, personale ATA, gli stessi dirigenti, come peraltro già avviene in alcune scuole…). In questo modo gli studenti potrebbero mettersi alla prova utilizzando autentici compiti di realtà, acquisendo quelle competenze oggi così fortemente consigliate dalla UE, come la capacità di concentrazione, di focalizzarsi su un compito, di imprenditorialità di se stessi, di acquisto e utilizzo di armi anche pesanti per portare avanti i processi di guerra ed accrescere i profitti delle multinazionali delle armi ecc.

3. Va da sé che un progetto così ambizioso necessita di testimonial in grado di suscitare passione nei ragazzi. Ecco noi chiediamo al Sig. Sottosegretario che si proponga come primo bersaglio mobile ufficiale, in modo da lanciare in grande stile la campagna educativa delle armi a scuola. 

Vi è comunque un aspetto molto positivo nel progetto del Sig. Sottosegretario, di alto valore storico e simbolico, che alcuni osservatori per la verità hanno colto: l’introduzione delle armi a scuola segna una continuità ideale (e ideologica) con il periodofascista del “libro e moschetto, balilla perfetto.” In questo modo si crea un interessante collegamento tra il passato (che in verità credevamo morto e sepolto) e il presente (che in verità assume spesso le sembianze di un  incubo malriuscito). In questo caso ben si adatta quanto diceva K. Marx (se la citazione è ancora lecita): “La storia si ripete sempre due volte: la prima come tragedia, la seconda come farsa.”

Cala il sipario e una sonora risata sommerge il Sottosegretario.

QUESTA È L’IDEA DI NAZIONE DEL GOVERNO

CHIUSURA DI 482 SCUOLE NELLE REGIONI DEL SUD, GABBIE SALARIALI E VINCOLI ALLA MOBILITA’ PER I DOCENTI.
QUESTA È L’IDEA DI NAZIONE DEL GOVERNO MELONI
La dimostrazione che nel 2023 tutto è possibile si chiama Valditara, ministro dell’Istruzione a cui saremo sempre grati per aver fatto finalmente chiarezza sul concetto di “merito”. Infatti, da diverse settimane, il Valditara (assieme al suo collega Salvini) ha finalmente spiegato agli italiani che il merito è un concetto legato a dove si nasce e dove si vive. “Chi lavora dove la vita costa di più merita di più” così ha sentenziato il ministro Salvini il 1° febbraio. La proposta di gabbie salariali (stipendi diversi in base al territorio di servizio) ha trovato molti illustri sostenitori, sia a destra che a sinistra. Uno dei primi a dirsi favorevoli a pagare di più i docenti del Nord rispetto a quelli del Sud è stato l’assessore (alla casa!) del Comune di Milano, P. Francesco Maran. Non si è poi fatto attendere molto il soccorso “rosso” dei bocconiani prezzolati e “di sinistra” Boeri e Ichino, soggetti impegnati da anni (a spese dello Stato) nell’opera di totale criminalizzazione dei pubblici impiegati e nella propaganda razzista verso i ceti popolari del Mezzogiorno. Ultima dichiarazione di assenso alle gabbie salariali per il comparto scuola, anche per ordine d’importanza, non poteva non venire dall’ANP, la semi- folkloristica “Associazione Nazionale Presidi” del simpatico Giannelli, uno che probabilmente supera anche il Capo dello Stato per apparizioni televisive. Non c’è da stupirsi del fatto che uno come Giannelli, che in questi anni ha rivendicato per i dirigenti scolastici il potere assoluto di assumere e licenziare i docenti nonché di stabilire unilateralmente lo specifico salario accessorio, docente per docente, in base al “merito”, possa avallare la proposta delle gabbie salariali. Sarebbe curioso sapere quanti dirigenti meridionali siano iscritti a questa associazione.
Non sprecheremo troppo del nostro prezioso tempo a dimostrare, per l’ennesima volta, che la questione salariale nel nostro Paese (una vera e propria emergenza nazionale che risale a ben prima degli ultimi rincari) è una questione generale e non di singole categorie. Pensiamo anche che sia oramai superfluo ribadire che i governi italiani degli ultimi quattro decenni abbiano riservato (per scelta politica) all’istruzione pubblica sempre meno risorse economiche in rapporto al PIL a differenza di tutto il resto d’Europa. Nemmeno abbiamo troppo tempo da perdere a spiegare che, ancora nel 2023, molto spesso chi vive al Sud Italia deve sostenere dei costi aggiuntivi dovuti soprattutto ad una martoriata sanità pubblica e ad un ridotto trasporto pubblico locale oppure che il Sud è assai stratificato, ci sono delle aree del Meridione in cui i prezzi sono addirittura superiori alla media del Nord. Il nostro impegno nei prossimi mesi sarà soprattutto nell’opposizione allo sfascio totale del sistema scolastico pubblico che il governo Meloni vorrebbe far passare lungo tre direttrici: 1. smantellamento massiccio della rete scolastica nelle regioni meridionali (secondo la legge di Bilancio il 70% delle scuole da chiudere entro il 2024 sono situate nel Sud Italia) 2. salari più bassi al personale scolastico in servizio al Sud 3. Mantenimento di vincoli alla mobilità del personale docente.
In parole più semplici: Meloni, Valdidara e Salvini vogliono radere al suolo un bel po’ di scuole al Sud (solo in Campania 146 scuole in meno, segue la Sicilia con 109 scuole in meno) cancellando così anche migliaia di posti tra docenti e ATA (ma anche tra dirigenti e DSGA) ed escludere i docenti in servizio al Sud da eventuali (e probabilmente insufficienti) adeguamenti dei salari all’inflazione che continua a galoppare ovunque. Si vuole alimentare a tutti i costi una nuova ondata di deportazioni di docenti dal Sud al Nord sia con le maniere cattive (chiusura delle scuole al Sud) sia con le buone (lo zuccherino di un po’ di stipendio in più). Una volta arrivato al Nord il docente avrà vita impossibile nel caso di eventuali ripensamenti rimanendo in vigore l’assurdo vincolo triennale su tutti i tipi di trasferimento interprovinciale. Questi vincoli vengono giustificati dalla continuità didattica tanto cara all’ANP di Giannelli, per esempio. Peccato però che non sempre i dirigenti scolastici iscritti all’ANP la rispettino affidando molto spesso classi di alunni ai docenti senza rispettare i criteri deliberati dagli organi collegiali (e noi che dobbiamo intervenire come sindacato ne sappiamo purtroppo qualcosa).
Non abbiamo mai nascosto gli squilibri demografici interni al Paese (causati soprattutto dalla mai risolta questione meridionale) ed i riflessi che questi hanno sul sistema nazionale d’istruzione. Nonostante nelle regioni del Nord il numero dei laureati sia maggiore rispetto a quello delle regioni del Sud, ci sono intere province settentrionali (soprattutto per quanto riguarda le discipline tecniche e scientifiche nella scuola secondaria) che non riescono a trovare insegnanti sul territorio. Si tratta di un problema reale che però viene strumentalizzato ad arte dalla banda di governo per non praticare l’unica soluzione possibile cioè l’aumento generalizzato degli stipendi per tutto il personale scolastico (da Nord a Sud) in modo da rendere più attrattiva la professione docente in tutte le aree del Paese. Inoltre, occorre ovviamente potenziare le politiche di Welfare State soprattutto sulla casa e sui trasporti pubblici le cui tariffe, soprattutto nelle grandi città, sono diventate insostenibili per l’intera classe lavoratrice: non è un problema del solo comparto scuola.
Se passano le gabbie salariali per la categoria dei docenti si tenterà di farle passare ovunque.
Se non si ferma questa deriva reazionaria si alimenteranno inevitabilmente spinte secessioniste anche dal Sud.
Per queste ragioni SGB ha aderito fin da subito al movimento contro l’autonomia differenziata e continuerà a mantenere rapporti di collaborazione con tutte le organizzazioni sociali che vogliono battersi in questa direzione.

Sindacato Generale di Base – SGB

UNICEF su Safer Internet Day

UNICEF su Safer Internet Day (oggi)

7 febbraio 2023 – Oggi 5,3 miliardi di persone nel mondo utilizzano Internet. È un numero quasi raddoppiato rispetto ai 3,2 miliardi che lo utilizzavano nel 2015. In occasione del Safer Internet Day, che si celebra oggi, l’UNICEF sottolinea come ognuno di noi possa rendere Internet un luogo più sicuro e gentile.

Secondo l’Innocenti Report Card 16dell’UNICEF* in 11 paesi europei, il tempo trascorso dai bambini online è quasi raddoppiato in meno di un decennio, passando da un’ora e mezza a quasi tre ore al giorno. Negli Stati Uniti, la percentuale di adolescenti che afferma di essere collegata “quasi costantemente” è salita dal 24 al 45% in tre anni. Un ulteriore 44% riferisce di utilizzare Internet più volte al giorno.

Crescere online offre opportunità illimitate. Attraverso computer, smartphone, console di gioco e televisori, i bambini imparano, immaginano e sviluppano le loro reti sociali. Se usato nel modo giusto e accessibile a tutti, Internet ha il potenziale per ampliare gli orizzonti e accendere la creatività in tutto il mondo. Ma queste opportunità comportano anche seri rischi. Il cyberbullismo e altre forme di violenza tra coetanei possono colpire i giovani ogni volta che si collegano ai social media o alle piattaforme di messaggistica istantanea. Navigando su Internet, i ragazzi possono essere esposti a discorsi di odio e a contenuti violenti, compresi messaggi che incitano all’autolesionismo e persino al suicidio.

Per questo motivo l’UNICEF ha lanciato 5 consigli per i ragazzi, in modo che utilizzino questi strumenti in modo consapevole e sano:

  • Che si tratti di videogiochi o di social media, fate attenzione quando vi relazionate con qualcuno online;
  • Coltivate le vostre amicizie online e offline. Pensate a come mantenere legami significativi e a come ritagliarvi del tempo di qualità con amici e familiari;
  • Fate attenzione al tempo che trascorrete online o sul vostro dispositivo. Potreste prendere in considerazione l’idea di programmare dei momenti regolari per dedicarvi agli hobby che vi piacciono o per vedere gli altri offline;
  • Ricordate che non tutto ciò che vedete sui social media è reale e cercate di non crearvi aspettative irrealistiche;
  • Considerate come le vostre esperienze online possano aiutare il vostro diritto a esprimervi e a coltivare i vostri interessi.

In questa occasione, l’UNICEF lancia un sondaggio tramite U-Report per invitare i giovani a riflettere e ad esprimersi per un futuro digitale aperto, libero e sicuro per tutti. U-Report è una piattaforma digitale indipendente, realizzata con il sostegno dell’UNICEF che nasce per dare voce ai giovani su tematiche di loro interesse attiva in più di novanta paesi e con circa 25 milioni di partecipanti.

Sul sito dell’UNICEF Italia, è possibile scaricare i materiali realizzati per adulti, ragazzi e bambini: https://www.unicef.it/diritti-bambini-italia/bullismo-cyberbullismo/sicurezza-in-ret

*UNICEF Innocenti – Global Office of Research and Foresight: UNICEF Innocenti Report Card 16 “Sfere d’influenza”, 2020.

Come sarà la maturità 2023? Dalla prima prova all’Invalsi: tutte le info utili nella sezione ufficiale del Ministero

da OrizzonteScuola

Di redazione

Il Ministero dell’Istruzione ha messo online la nuova versione dell’area dedicata all’Esame di Stato. Quest’anno, come è noto, la maturità torna alla normalità, cioè a quanto previsto dalle norme in vigore.

Ci sono due prove scritte a carattere nazionale (decise cioè dal Ministero) e un colloquio. Ci sono commissari interni ed esterni. Lo svolgimento delle prove Invalsi è requisito di ammissione, ma non c’è connessione fra i risultati e gli esiti dell’Esame di Stato. L’unica deroga riguarda i percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento (PCTO): lo svolgimento delle attività PCTO non è requisito di ammissione all’Esame.

La prima prova

La prima prova accerta sia la padronanza della lingua italiana (o della diversa lingua nella quale avviene l’insegnamento) sia le capacità espressive, logico-linguistiche e critiche degli studenti.
Si svolge mercoledì 21 giugno 2023 alle 8:30 con modalità identiche in tutti gli istituti e ha una durata massima di sei ore. I candidati possono scegliere tra tipologie e tematiche diverse: il Ministero mette a disposizione per tutti gli indirizzi di studio sette tracce che fanno riferimento agli ambiti artistico, letterario, storico, filosofico, scientifico, tecnologico, economico, sociale. Gli studenti possono scegliere, tra le sette tracce, quella che pensano sia più adatta alla loro preparazione e ai loro interessi.

La seconda prova

La seconda prova riguarda una o più delle discipline che caratterizzano il corso di studi. Negli istituti professionali di nuovo ordinamento, invece, la prova verte su competenze e nuclei tematici fondamentali di indirizzo e non su discipline.
Quest’anno torna ad essere una prova nazionale (mentre lo scorso anno le tracce erano state elaborate dalle singole commissioni d’esame).
Il Ministero, con un apposito decreto, ha definito le discipline oggetto di questa seconda prova.
Per conoscere le discipline oggetto della seconda prova e quelle affidate ai commissari esterni è disponibile un apposito motore di ricerca.

Terza prova solo in alcuni casi particolari

Per le sezioni ESABAC, ESABAC techno, sezioni con opzione internazionale, per le scuole della Regione autonoma Valle d’Aosta e della Provincia autonoma di Bolzano, per le scuole con lingua d’insegnamento slovena e con insegnamento bilingue sloveno/italiano del Friuli Venezia Giulia, è presente una terza prova scritta.

Il colloquio

Il colloquio si svolge dopo gli scritti e riguarda anche l’insegnamento trasversale dell’educazione civica.
Si tratta di un colloquio in chiave multi e interdisciplinare: in poche parole, la commissione valuta sia la capacità del candidato di cogliere i collegamenti tra le conoscenze acquisite sia il profilo educativo, culturale e professionale dello studente.
La commissione propone al candidato l’analisi di testi, documenti, esperienze, progetti, problemi per verificare che abbia acquisito contenuti e metodi propri delle singole discipline, la capacità di utilizzare le conoscenze e collegarle per argomentare in maniera critica e personale utilizzando anche la lingua straniera.
Nell’ambito del colloquio il candidato espone, mediante una breve relazione e/o un elaborato multimediale, l’esperienza PCTO (percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento) svolta nel percorso degli studi.

Il valore orientativo del colloquio

In coerenza con quanto definito nelle Linee guida per l’orientamento – emanate in attuazione della riforma prevista dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) – il colloquio dell’Esame di Stato assume un valore orientativo: data la sua dimensione pluridisciplinare, mette il candidato in condizione di approfondire le discipline a lui più congeniali.
Per tale motivo, la commissione d’esame tiene conto delle informazioni inserite nel Curriculum dello studente: da qui emergono, infatti, le esperienze formative del candidato nella scuola e nei vari contesti non formali e informali.
Nella parte del colloquio dedicata ai PCTO (percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento), inoltre, il candidato può evidenziare il significato di tale esperienza in chiave orientativa.

Crediti e voti

Il voto finale dell’Esame di Stato è espresso in centesimi così suddivisi:

  • massimo 40 punti per il credito scolastico
  • massimo 20 punti per il primo scritto
  • massimo 20 punti per il secondo scritto
  • massimo 20 punti per il colloquio.

La commissione può assegnare fino a 5 punti di “bonus” per chi ne ha diritto.
Dalla somma di tutti questi punti risulta il voto finale dell’Esame.
Il punteggio massimo è 100 (c’è la possibilità della lode). Il punteggio minimo per superare l’esame è 60/100.

La commissione d’Esame

La commissione torna ad essere composta da un presidente esterno all’istituzione scolastica, tre commissari interni e tre esterni.
Il Ministero, con apposito decreto, ha comunicato le discipline affidate ai membri esterni.

L’ammissione all’Esame

Nel corso degli scrutini finali, il Consiglio di classe decide l’ammissione o la non ammissione all’Esame di Stato, verificando la presenza dei seguenti requisiti:

  • il voto delle singole discipline non deve essere inferiore a 6/10 (secondo il decreto legislativo 62 del 13 aprile 2017, “nel caso di votazione inferiore a sei decimi in una disciplina o in un gruppo di discipline, il consiglio di classe può deliberare, con adeguata motivazione, l’ammissione all’esame conclusivo del secondo ciclo”)
  • il voto in condotta non deve essere inferiore a 6/10
  • la frequenza per almeno tre quarti del monte ore annuale personalizzato
  • la partecipazione alle prove Invalsi 2023.

Una specifica norma di legge ha fatto venir meno, per l’anno in corso, il requisito dello svolgimento delle attività PCTO (percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento) per essere ammessi all’Esame di Stato

Le prove Invalsi

Le prove Invalsi di quinta superiore per i candidati interni si svolgono dal 1° al 31 marzo 2023.
Ogni scuola sceglie in autonomia il proprio calendario. Tre le prove previste: italiano, matematica e inglese.

La sezione del Ministero

PNRR, “Piano di messa in sicurezza e riqualificazione dell’edilizia scolastica”: 15 settembre termine di aggiudicazione dei lavori

da OrizzonteScuola

Di redazione

Missione 4 – Istruzione e ricerca – Componente 1 – Potenziamento dell’offerta dei servizi di istruzione: dagli asili nido alle Università – Investimento 3.3 – “Piano di messa in sicurezza e riqualificazione dell’edilizia scolastica” del PNRR: pubblicati due decreti ministeriali, uno per l’approvazione di una prima parte dei piani regionali (del 6 dicembre), l’altro (del 28 novembre) per la fissazione del termine di aggiudicazione per gli interventi di messa in sicurezza degli edifici scolastici finanziati con risorse nazionali e rientranti tra i c.d. “progetti in essere”.

Il decreto del 28 novembre individua la data del 15 settembre 2023 quale termine unico di aggiudicazione dei lavori
degli interventi di messa in sicurezza degli edifici scolastici finanziati con risorse nazionali e rientranti tra i c.d. “progetti in essere” del Piano nazionale di ripresa e resilienza, i cui termini di aggiudicazione non siano ancora scaduti alla data di adozione del presente decreto, e degli interventi di cui all’Allegato 1 al decreto, in considerazione del differimento della milestone italiana al 30 settembre 2023.

Nel decreto del 6 dicembre si specifica che gli enti locali, soggetti attuatori degli interventi, si impegnano a:

a) garantire il raggiungimento di milestone e target della linea di investimento di cui alla Missione 4 – Componente 1 – Investimento 3.3 “Piano di messa in sicurezza e riqualificazione dell’edilizia scolastica”, nonché il principio DNSH, pena la decadenza dal finanziamento, le condizionalità della linea di investimento, il divieto di “doppio finanziamento”, l’assenza di conflitti di interesse e tutti gli obblighi e adempimenti derivanti dall’applicazione dei regolamenti dell’Unione europea, delle norme nazionali sul PNRR e delle disposizioni attuative e delle circolari del Ministero dell’economia e delle finanze;

b) adottare procedure interne che assicurino conformità ai regolamenti comunitari e a quanto indicato dall’Amministrazione centrale responsabile di intervento nella Descrizione delle funzioni e delle procedure in essere dall’Amministrazione titolare responsabile e nella connessa manualistica;

c) garantire il rispetto delle misure adeguate per la sana gestione finanziaria secondo quanto disciplinato nel Regolamento finanziario (UE, Euratom) 2018/1046 e nell’articolo 22 del Regolamento (UE) 2021/241, in particolare in materia di prevenzione, identificazione e rettifica dei conflitti di interessi, delle frodi, della corruzione e di recupero e restituzione
dei fondi che sono stati indebitamente assegnati, nonché di garantire l’assenza del c.d. doppio finanziamento ai sensi dell’art. 9 del Regolamento (UE) 2021/241;

d) garantire la piena attuazione ai progetti così come saranno definiti, assicurando l’avvio tempestivo delle attività per non incorrere in ritardi attuativi e concludere i progetti nella forma, nei modi e nei tempi previsti, nel rispetto del relativo cronoprogramma, sottoponendo all’Amministrazione titolare le eventuali modifiche ai progetti stessi;

e) rispettare l’obbligo della normativa di indicazione dei codici CUP di progetto su tutti gli atti amministrativo/contabili direttamente o attraverso il soggetto attuatore;

f) effettuare i controlli di gestione e amministrativo-contabili previsti dalla legislazione nazionale applicabile per garantire la regolarità delle procedure e delle spese sostenute e per il rispetto degli obblighi di cui alla lettera a) del presente articolo, prima di rendicontarle all’Amministrazione centrale titolare di Intervento, nonché la riferibilità delle spese al progetto ammesso al finanziamento sul PNRR;

g) rilevare e imputare nel sistema informatico ReGIS i dati di monitoraggio sull’avanzamento procedurale, fisico e finanziario dei progetti secondo quanto previsto dall’articolo 22.2, lettera d), del regolamento (UE) 2021/241, nonché sul conseguimento di eventuali milestone e target associati ad essi e della documentazione probatoria pertinente, ove di propria competenza;

h) assicurare gli obblighi di conservazione, nel rispetto anche di quanto previsto dall’articolo 9, comma 4, del decreto-legge 31 maggio 2021 n. 77, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 luglio 2021, n. 108, della documentazione progettuale, che, nelle diverse fasi di controllo e verifica previste dal sistema di gestione e controllo del PNRR, dovrà essere messa prontamente a disposizione su richiesta del Ministero dell’istruzione e del merito, del Servizio centrale per il PNRR, dell’Unità di Audit, della Commissione Europea, dell’OLAF, della Corte dei Conti Europea, della Procura Europea e delle competenti Autorità giudiziarie nazionali, autorizzando la Commissione, l’OLAF, la Corte dei Conti e l’EPPO a esercitare i diritti di cui all’articolo 129, paragrafo 1, del Regolamento finanziario (UE; EURATOM) n. 1046/2018;

i) garantire il rispetto degli obblighi in materia di comunicazione e informazione previsti dall’articolo 34 del Regolamento (UE) 2021/241 indicando nella documentazione progettuale che il progetto è finanziato nell’ambito del PNRR, con esplicito riferimento al finanziamento da parte dell’Unione europea e all’iniziativa Next Generation EU (utilizzando la frase “finanziato dall’Unione europea – Next Generation EU”), riportando nella documentazione progettuale l’emblema dell’Unione europea e fornire un’adeguata diffusione e promozione del progetto, anche online, sia web che social, in linea con quanto previsto dalla Strategia di Comunicazione del PNRR;

j) fornire i documenti e le informazioni necessarie secondo le tempistiche previste e le scadenze stabilite dai Regolamenti comunitari e dall’Amministrazione centrale titolare di intervento per tutta la durata del progetto.

DECRETO 6/12/22

DECRETO 28/11

Nota 7 febbraio 2023, AOODGOSV 4155

Ministero dell’istruzione e del merito
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
Direzione generale per gli ordinamenti scolastici, la valutazione e l’internazionalizzazione del sistema nazionale di istruzione

Ai Dirigenti scolastici e ai Coordinatori didattici delle istituzioni scolastiche del primo ciclo del sistema nazionale di istruzione
Ai Direttori generali e Dirigenti titolari degli Uffici scolastici regionali
Al Sovrintendente Scolastico per la Provincia di Trento
Al Sovrintendente Scolastico per la scuola in lingua italiana di Bolzano
All’Intendente Scolastico per la scuola in lingua tedesca di Bolzano
All’Intendente Scolastico per la scuola delle località ladine di Bolzano
Al Sovrintendente Scolastico per la Regione Valle d’Aosta
e p.c. Al Capo di Gabinetto del Ministero dell’istruzione e del merito

Oggetto: Esame di Stato 2023 conclusivo del primo ciclo di istruzione. Nota informativa.

Safer Internet Day

  • Nota 30 gennaio 2023, AOODGSIP 357
    Safer Internet Day “Together For A Better Internet” – 7 febbraio 2023. Giornata mondiale per la sicurezza in rete: evento in diretta streaming per tutte le istituzioni scolastiche

Si è svolto questa mattina a Roma l’evento nazionale per le scuole dedicato alla celebrazione del Safer Internet Day, la Giornata mondiale per la sicurezza in Rete promossa dalla Commissione Europea e celebrata in contemporanea in oltre cento nazioni, alla quale aderisce anche il Ministero dell’Istruzione e del Merito. Il Ministro Giuseppe Valditara è intervenuto alla manifestazione con un videomessaggio rivolto al mondo della scuola.

L’iniziativa di oggi è stata organizzata dalla Direzione Generale per lo Studente, l’Inclusione e l’Orientamento scolastico che, dal 2012, coordina il Safer Internet Centre italiano “Generazioni Connesse” attraverso il quale sono promosse numerose attività sul tema della sicurezza in Rete e sull’uso positivo degli strumenti digitali.

Nel suo videomessaggio, il Ministro Valditara ha spiegato che “molte possono essere le opportunità offerte dalla Rete: dallo sviluppo delle abilità di ricerca e di valutazione critica delle informazioni al potenziamento di un senso di competenza, dalla possibilità di incrementare le abilità socio-relazionali all’opportunità di entrare in contatto con interlocutori di tutto il mondo. Ma l’altra faccia della medaglia è rappresentata dai rischi di diffusione di informazioni riservate, di esposizione a materiale inappropriato, di cyberbullismo o di dipendenza”. Il Ministro si è soffermato sulla necessità di “lavorare sullo sviluppo delle competenze digitali di bambini e ragazzi, costruendo un vero e proprio percorso di consapevolezza e di cittadinanza digitale. Qui la scuola può e deve avere un ruolo fondamentale. E non è un caso che noi investiremo 2 miliardi e 100 milioni di euro proprio sulla cittadinanza digitale”.

La ricerca
Alla base delle riflessioni della giornata, i dati della ricerca realizzata da “Generazioni Connesse” sulla quantità e sulla qualità delle ore passate in Rete dalle ragazze e dai ragazzi in Italia, che quest’anno ha coinvolto 3.488 studentesse e studenti delle Scuole secondarie di I e II grado. Nei dati uno spaccato sul mondo dei giovani, dalle ore passate sul web, all’uso dell’intelligenza artificiale (vedi link al video dell’evento e alla news precedente).

Il concorso “Online: on life”
In occasione del Safer Internet Day, la Direzione generale per i fondi strutturali per l’istruzione, l’edilizia scolastica e la scuola digitale del MIM ha lanciato oggi il concorso di idee “Online: on life”, rivolto a tutte le scuole di ogni grado. I partecipanti dovranno raccontare la giornata tipo di uno studente in Rete, attraverso lo strumento digitale che si ritiene più opportuno: cortometraggio, storytelling, display wall, videogiochi, risorse realizzate attraverso il coding, esperienze realizzate con l’utilizzo dell’intelligenza artificiale e altro. Si potrà aderire entro e non oltre le ore 23:59 del 31 marzo 2023. L’obiettivo dell’iniziativa è sviluppare nelle studentesse e negli studenti la capacità di individuare i rischi e i pericoli provenienti dal mondo del web, ma anche l’utilizzo critico e creativo degli strumenti tecnologici nella vita scolastica.

Il video dell’evento
Il videomessaggio del Ministro Giuseppe Valditara
Foto