Il Governo punta forte sugli stage, ma lo Stato non li finanzia più

da La Tecnica della Scuola

Il Governo punta forte sugli stage, ma lo Stato non li finanzia più

In attesa che si potenzi l’alternanza scuola lavoro approvando la Buona Scuola, gli istituti sono chiamati a far svolgere gli stage contando su finanziamenti risibili: in tutto 11 milioni di euro, quasi la metà del 2013/14. Nel 1999 per l’allora terza area alle scuole superiori arrivarono 345 milioni di euro. La contrarietà dei sindacati.

A parole il Governo punta forte sull’alternanza scuola/lavoro, prospettando 200 ore di stage e centinaia di milioni di euro di investimenti utili a svolgere tirocini e stage nel triennio finale delle superiori. In attesa che le line guida della Buona Scuola vengono confermate e approvate dal Parlamento, gli istituti debbono però fare conto con dei finanziamenti sempre più ridotti: “sono solo 11 milioni di euro e sensibilmente inferiori rispetto allo scorso anno quando erano pari a 20.600.00 euro e al 2012-2013 (26.790.000)”, ha ricordato il segretario generale della Flc-Cgil, Mimmo Pantaleo. Che poi ha aggiunto, con vena polemica: “tutta la partita dell’alternanza viene gestita in maniera autoreferenziale, senza alcun coinvolgimento delle organizzazioni sindacali”.

“Si accentua l’idea che deve essere finalizzata unicamente a dare risposte alle richieste del mercato del lavoro e che i percorsi – osserva ancora il sindacalista – debbano essere co-progettati con le imprese. Voglio ricordare che le norme in vigore prevedono che i percorsi di alternanza scuola lavoro debbono essere progettati, attuati, verificati e valutati dalle istituzioni scolastiche. Vi è il rischio concreto di sfruttamento degli studenti da parte delle aziende per utilizzare manodopera a costo zero. Non vengono garantite nemmeno – aggiunge Pantaleo – le norme sulla sicurezza”.

A fornire ulteriori numeri sul progressivo decrescere dei finanziamenti pubblici per attuare le esperienze studentesche in azienda è l’Anief: “gli 11 milioni stanziati per quest’anno scolastico sono stati ripartiti in proporzione al numero degli iscritti nelle classi seconde, terze e quarte dei diversi ordini di scuola e spetteranno: 6 milioni di euro per gli istituti tecnici; 4 milioni di euro per gli istituti professionali; 1 milione di euro per i licei. Si tratta di cifre davvero esigue, ormai quasi simboliche – sostiene il sindacato autonomo -, visto che dovranno essere ripartite tra i circa 2mila istituti scolastici superiori interessati. Ogni scuola superiore riceverà, in media, 5.500 euro. Se si dividerà questo finanziamento per le varie classi terze, quarte e quinte di ogni istituto, ne consegue che ad ognuna arriverà appena qualche centinaio di euro.”

In effetti, la serie storica sulle risorse ministeriali destinate al cosiddetto fondo della Legge 440, sono passati dai 345 milioni di euro del 1999 ad appena gli 11 milioni di euro dell’anno scolastico in corso. Il crollo dei finanziamenti è stato verticale: oggi alle scuole superiori italiane è rimasto a disposizione appena il 3% di quello che veniva corrisposto dal Miur tre lustri fa.

“Viene da chiedersi – commenta Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – se il Governo è a conoscenza di questa situazione: perché la discrasia tra il dire e il fare da parte di chi amministra lo Stato e la scuola pubblica italiana è troppo grande per essere vera. Basta dire che i 5mila euro che verranno assegnati nel 2015 ad ogni scuola superiore per le attività di alternanza, sono quelli che 15 anni fa venivano assegnate ad ogni classe interessata alle stesse attività di collegamento scuola-lavoro”.

L’argomento è entrato però anche nei palazzi della politica: “chiediamo al governo di chiarire quanto prima sui fondi destinati all’alternanza scuola-lavoro”, ha detto Elena Centemero, responsabile nazionale Scuola e Università di Forza Italia. “Si fa un gran parlare di integrazione tra percorso educativo e sistema economico-imprenditoriale, di obbligatorietà dell’alternanza scuola-lavoro e di sistema duale, ma – ha continuato Centemero – se si taglia sulla possibilità di avviare progetti seri per preparare i nostri giovani alle richieste che vengono dal mondo del lavoro, allora ciò che resta sono, come al solito, solo parole e retorica”.

“Il piano scuola del governo Renzi – ha concluso l’esponente di FI – non può rinunciare a quello che, almeno sulla carta, dovrebbe essere uno dei suoi obiettivi fondamentali, ossia migliorare l’occupabilità degli studenti per combattere una disoccupazione giovanile indegna di un Paese civile”.

Graduatorie III fascia Ata: si può modificare un’istanza già presentata?

da La Tecnica della Scuola

Graduatorie III fascia Ata: si può modificare un’istanza già presentata?

Mentre il sistema di trasmissione on-line continua a funzionare a singhiozzo e molte sono le segnalazioni di disservizio, riepiloghiamo le modalità di invio ed eventuale modifica dell’istanza, che ricordiamo dovrà essere inoltrata entro le ore 14 del 15 novembre 2014. Vai alla Guida per trasmettere l’allegato D3

Sono molte le segnalazioni di malfunzionamenti del sistema informatico del Miur, che sta causando rallentamenti al lavoro delle segreterie e impossibilità per gli aspiranti di completare l’inserimento nelle graduatorie di III fascia del personale Ata di inoltrare l’allegato D3 di scelta delle sedi.

“In queste condizioni – ha denunciato anche la Flc Cgil – è impossibile rispettare le scadenze imposte dallo stesso Miur che, nell’assoluta indifferenza, non si sente neanche in dovere di pubblicare un messaggio per informare gli operatori di quanto sta succedendo. Un comportamento da irresponsabili che denota una mancanza di rispetto per utenza e segreterie”.

Lo stesso sindacato ha chiesto al Capo Dipartimento, dott. Luciano Chiappetta, un intervento celere e risolutivo, ottenendo l’impegno dell’alta dirigenza amministrativa del Miur a ripristinare quanto prima la funzionalità del sistema.

Analoghi disservizi riguardano coloro che hanno già inoltrato l’istanza prima del blocco del 13 ottobre scorso e che ora hanno intenzione di apportare delle modifiche (come, ad esempio, l’inserimento di sedi di CPIA, operazione possibile solo dopo la riattivazione delle funzioni dal 23 ottobre).

Ricordiamo che sino alla chiusura della procedura, che come abbiamo comunicato è stata prorogata fino alle ore 14 del 16 novembre 2014, è possibile apportare modifiche all’allegato D3 già inoltrato.

Per farlo, è necessario entrare su Istanze on-line con le proprie credenziali, dopodiché cliccare su “Vai alla compilazione” e nella pagina successiva su “accedi”.

Comparirà una schermata in cui è indicato che lo stato della domanda è “INOLTRATA”. Questo significa che esiste già una domanda trasmessa all’ufficio di competenza. Per far recepire eventuali modifiche alla domanda già inoltrata occorre effettuare un nuovo inoltro a sostituzione del precedente.

Qualora si intenda modificare la provincia, si dovrà cancellare la domanda e procedere ad un nuovo inoltro. Si badi bene che la provincia deve essere la stessa della scuola alla quale è stato presentato il modello D1 o D2.

Effettuato il nuovo inoltro (ricordiamo che è necessario indicare il Codice Personale), copia della domanda sarà inviata dal sistema direttamente sulla mail indicata in fase di registrazione. Ad ogni modo è anche possibile visualizzarla, all’interno di istanze on-line, nella sezione “Archivio 2014”.

Chi, invece, ha presentato correttamente l’istanza prima del 13 ottobre e non voglia apportare modifiche, è a posto così. Il Miur ha, infatti, rassicurato circa la validità della trasmissione già affettuata.

Vai alla Guida per trasmettere l’allegato D3

Alunni con cittadinanza non italiana, registrato il “sorpasso” delle seconde generazioni

da La Tecnica della Scuola

Alunni con cittadinanza non italiana, registrato il “sorpasso” delle seconde generazioni

L’Italia che cambia si vede fra i banchi, dove gli alunni con cittadinanza non italiana nati nel nostro Paese sono ormai oltre il 50% del totale degli studenti figli di migranti. Un sorpasso scattato nell’ultimo anno scolastico, il 2013/2014, secondo i dati forniti dal Report statistico diffuso dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

Anche per l’anno scolastico 2013/2014 si registra un aumento, seppur più contenuto rispetto al passato, del numero degli alunni con cittadinanza non italiana. Nell’anno che si è concluso a giugno erano presenti nelle nostre scuole di ogni ordine e grado 802.785 alunni figli di migranti, 16.155 in più rispetto al 2012/2013. Di questi 167.591 hanno frequentato la scuola dell’infanzia, 283.233 la primaria, 169.780 la secondaria di I grado, 182.181 quella di II grado.

Gli alunni con cittadinanza non italiana sono il 9% del totale. Ma è soprattutto la quota di quelli nati in Italia ad essere in forte crescita. Nel 2013/2014 gli alunni stranieri nel loro complesso sono cresciuti del 2,1% rispetto all’anno precedente, i nati in Italia hanno avuto un incremento dell’11,8%. Gli alunni con cittadinanza non italiana nati nel nostro Paese rappresentano ormai il 51,7% del totale degli alunni figli di migranti. E sono aumentati quest’anno anche gli alunni entrati per la prima volta nel sistema scolastico italiano: sono il 4,9% del totale degli alunni con cittadinanza non italiana rispetto al 3,7% dell’anno precedente e al 4,8% di due anni fa.

Rimane costante la varietà e l’ordine dei Paesi stranieri con il maggior numero di alunni presenti nel sistema scolastico italiano. Si confermano, ai primi posti, Romania, Albania, Marocco, Cina, Filippine, Moldavia, India, Ucraina e Perù. La regione che ospita più alunni di cittadinanza non italiana è la Lombardia, con 197.102 presenze. L’incidenza maggiore si registra però in Emilia Romagna dove gli studenti con cittadinanza non italiana sono il 15,3% del totale. Seguono Lombardia e Umbria con il 14%. Tra i comuni italiani con la più alta concentrazione di alunni figli di migranti si segnala Pioltello, con oltre il 30%. I comuni di Campi Bisenzio, Cologno Monzese, Arzignano e Prato vanno oltre il 22%.

Il 10% degli studenti con cittadinanza non italiana frequenta una scuola non statale contro il 13,3% degli alunni italiani. Alle superiori i percorsi scolastici più opzionati sono quelli professionali e tecnici. Gli alunni figli di migranti che sono nati in Italia scelgono un indirizzo professionale nel 29,2% dei casi, quelli nati all’estero nel 39,5%. La scelta dell’istruzione tecnica riguarda il 41,1% degli alunni figli di migranti nati in Italia e il 38,1% per i nati all’estero. Le ragazze preferiscono gli indirizzi liceali, con in testa l’ex Istituto magistrale. A seguire Liceo Linguistico e Liceo Classico.

Triplo canale per le immissioni in ruolo?

da La Tecnica della Scuola

Triplo canale per le immissioni in ruolo?

Le 150mila immissioni promesse da Renzi per il prossimo settembre 2015 stanno suscitando accesi dibattiti. Mentre Silvia Chimienti, come anticipato in un nostro precedente articolo, presenta una interrogazione parlamentare al ministro affinchè le assunzioni non dimentichino i Tieffini e i Passini, dal Gruppo Pas e Tfa insieme per Gae di Torino giungono altre proposte.

Secondo il gruppo, infatti, il sistema di reclutamento proposto dalla Buona scuola non rende giustizia e pari opportunità per la categoria docenti. Esaurire le GaE porterebbe migliaia di docenti abilitati, ma che in Gae non sono inseriti, a cambiare mestiere. Inoltre alcune classi di concorso prevedono pochissimi posti nel territorio. Se si esauriscono le GaE, sostiene il gruppo, a cosa è servito far abilitare docenti che non avranno neanche diritto al concorso per mancanza di posti? Nelle GaE, inoltre, esistono persone con pochissimi punti e molti di loro non insegnano, per lo meno nella scuola statale, da parecchio tempo.

Le proposte di reclutamento potrebbero, dunque, essere le seguenti: inserire gli abilitati attualmente relegati in seconda fascia di istituto nella IV fascia GaE della provincia in cui attualmente risultano inseriti in seconda fascia e scorrere per l’immissione in ruolo. Su ogni provincia e per ogni classe di concorso si scorra la GaE per dare il ruolo nell’ordine dalla 1, 2, 3, 4 fascia.

Oppure procedere all’immissione in ruolo direttamente dalla seconda fascia, dopo aver esaurito la GaE della provincia, e quindi con scorrimento provinciale per ogni classe di concorso prima la GaE 1,2,3,4 fascia e poi II fascia di Istituto.

E con quali percentuali? Sarebbe necessario un triplo canale per l’immissione in ruolo in ogni provincia: 60% da gae, 20% da seconda fascia istituto e 20% da concorso. Ma qualsiasi scorrimento deve avvenire per provincia e non sull’intero territorio.

Le proposte, come è evidente, si moltiplicano. Ma il numero delle immissioni, ammettendo che si mantenga così generoso, di certo non aumenterà. Quindi la torta tra quanti verrà spartita? Saranno i mesi a venire a svelare l’arcano.

Al via la gestione ordinaria dell’Anagrafe Nazionale Alunni

da La Tecnica della Scuola

Al via la gestione ordinaria dell’Anagrafe Nazionale Alunni

L.L.

Dal 27 ottobre le scuole devono operare sulla funzione utilizzando le modalità già in uso lo scorso anno scolastico. Novità di quest’anno: vengono acquisiti anche i piani di studio, sia per le scuole secondarie I grado e sia per quelle di II grado, relativamente agli indirizzi attivati nella scuola.

Con la nota prot.n. 2348 del 26 settembre scorso il Miur aveva fornito alcune indicazioni riguardanti l’aggiornamento dell’Anagrafe nazionale degli alunni, comunicando che l’inserimento di tutti i dati richiesti sarebbe dovuto avvenire entro il 24 ottobre appena passato, con la “Chiusura attività”.

Da oggi, 27 ottobre, si entra quindi nella fase ordinaria di gestione dell’Anagrafe, secondo la procedura già in uso lo scorso anno e che, in sostanza, deve essere effettuata secondo una delle seguenti modalità illustrate con la nota prot. n. 2703 del 24 ottobre 2014:

1. Aggiornamento diretto nel SIDI;

2. Aggiornamento sincronizzato con il sistema locale.

Se la scuola, in fase di “Avvio anno scolastico” ha utilizzato la funzione di “Shift” trova già impostata la prima modalità; nel caso in cui la scuola abbia comunicato le frequenze tramite i flussi trova già impostata la seconda. La modalità preimpostata può essere comunque modificata direttamente dalla scuola, utilizzando la funzione “Scelta operativa” per scegliere l’altra modalità.

Con la nota in commento il Miur ricorda anche che, conclusa la comunicazione degli alunni frequentanti l’a.s. 2014/2015, la prima operazione da svolgere è quella di motivare l’eventuale mancata presenza a scuola, nel corrente anno scolastico, degli alunni frequentanti nell’anno precedente, utilizzando la funzione “Alunni a.s. precedente non collocati”.

I risparmi sull’Istruzione

da La Tecnica della Scuola

I risparmi sull’Istruzione

Dalla relazione tecnica allegata al ddl Stabilità si prevede per il Miur un taglio di 474,4 milioni di euro relativamente al 2015

Lo riporta Il Sole 24 Ore che conferma quanto già abbiamo detto e cioè che dal  1° settembre 2015 non si potrà più sostituire con supplenze brevi e saltuarie i docenti che si assentano dal servizio, per il primo giorno di assenza, facendo così risparmiare 45 milioni, mentre 21,3 milioni si ricaveranno dalla razionalizzazione delle supplenze brevi e saltuarie del personale Ata.

34,3 milioni arriveranno dall’abrogazione degli esoneri e semiesoneri per i collaboratori del dirigente e 13,7 milioni dal rientro del personale comandato a cui bisogna ancora aggiungere, scrive Il Sole 24 Ore, la riduzione di 2mila unità dell’organico Ata che farà risparmiare 16,9 milioni (a regime, dal 2016, il risparmio sarà invece di 50,7 milioni).

Complessivamente si tratta di un taglio netto, relativamente al 2015, di 474,4 milioni di euro.

Alla Scuola per l’Europa di Parma sono stati tolti 200mila euro, su uno stanziamento di 9,5 milioni (di cui 8,1 milioni per pagare personale) e si tagliano anche 30 milioni dalla legge 440 del 1997, mentre le somme trasferite alle scuole statali per la realizzazione di progetti a carattere nazionale e regionale in materia di formazione e sviluppo dell’autonomia scolastica, rimaste inutilizzate per tre esercizi finanziari consecutivi, siano versate allo Stato.

Un altro milione (da 108 a 18) si ricaverà levando gli esoneri totali dall’insegnamento per i coordinatori dei progetti di avviamento alla pratica sportiva e 34,3 milioni dall’abrogazione di esoneri e semiesoneri per i professori collaboratori dei presidi.

Nell’anno scolastico 2014/2015 l’esonero completo interessa circa tre circoli didattici con almeno 80 classi, 1.119 istituti comprensivi e 469 scuole secondarie di secondo grado con almeno 55 classi. Il semiesonero interessa 2.056 istituti comprensivi e 1.049 scuole superiori, con un numero di classi pari ad almeno 40 ma inferiore a 55. Dal rientro a scuola di tutto il personale comandato si risparmia 13,7 milioni. La norma, spiega ancora la relazione tecnica, interessa circa 2.500 unità di personale oltre i dirigenti scolastici. Di questi 1.371 sono utilizzati presso Usr. Per lo più sono docenti, anche se vi sono 110 Ata.

Dalla razionalizzazione delle supplenze Ata il risparmio più forte arriverà dal 2016: 64 milioni, così come dallo stop alle supplenze di docenti per il primo giorno di assenza: le economia salgono dai 45 milioni del 2015 ai 135 milioni dal 2016. Il taglio di oltre 2mila Ata sarà così ripartito: 923 posti di assistente amministrativo, 819 posti di collaboratore scolastico e 275 posti di assistente tecnico. Risparmio atteso: circa 17 milioni per il 2015, che salgono a 50,7 milioni dal 2016.

I progetti regionali contro la dispersione

da La Tecnica della Scuola

I progetti regionali contro la dispersione

Quali sono le azioni messe in campo dagli enti locali contro la dispersione? Un ruolo importante su questa piaga è affidato alle Regioni che sono chiamate a contribuire all’azione del Governo in vista degli obiettivi fissati dall’Europa per il 2020

I dati li riporta il Sole 24 Ore.

«Gli anni in tasca» è il progetto della Provincia Autonoma di Bolzano che in due anni di attività ha seguito  complessivamente 39 alunni e per 33 di questi il progetto ha avuto esito positivo. I fondi a disposizione per gli educatori ammontano a 200mila euro.

Oltre mille allievi, di cui il 46% stranieri, hanno invece partecipato ai percorsi di istruzione e formazione professionale per giovani minori dispersi realizzati in Friuli Venezia Giulia e tutti hanno conseguito il titolo di studio del primo ciclo alla fine del percorso.

In Piemonte, i «Progetti Laboratori Scuola Formazione» della durata di 800 ore -partiti nel 2007-2008 grazie a un accordo regione-Miur – hanno coinvolto negli ultimi due anni circa 1700 allievi, di cui 1.641 hanno conseguito la licenza media e i crediti per accedere ai percorsi di qualifica con crediti all’ingresso (durata biennale).

Nelle attività sono attualmente coinvolte 28 Scuole medie capofila. L’iniziativa può contare su una dote finanziaria di quasi 2 milioni, a cui vanno aggiunti 500mila euro di Fondi Miur.

In Puglia il progetto «Diritti a scuola», avviato nell’anno scolastico 2009-2010 e giunto alla quinta edizione, ha coinvolto circa 240mila studenti delle scuole elementari, medie e del primo biennio delle secondarie, che sono stati coinvolti in attività di rafforzamento delle competenze abbinate a momenti di orientamento e consulenza psicologica.

Nato da un accordo tra il Miur e la regione, il progetto è stato finanziato con 140,5 milioni di fondi Por-Fse. Le verifiche al termine delle attività hanno evidenziato un miglioramento delle performance di apprendimento degli studenti pugliesi nei test Ocse Pisa e Invalsi.

Ottimi risultati anche inSicilia, dove le iniziative contro l’abbandono avviate nell’anno scolastico 2013-2014 hanno coinvolto 128 scuole.Dopo un anno di lavoro, l’analisi dei dati ha rivelato un innalzamento delle prestazioni scolastiche degli studenti e un alto gradimento da parte dei docenti, che hanno visto accolto il loro bisogno di formazione e sostegno per stabilire alleanze professionali più efficaci.

Con lo ius soli temperato 50 mila stranieri avranno subito la cittadinanza italiana

da tuttoscuola.com

Con lo ius soli temperato 50 mila stranieri avranno subito la cittadinanza italiana

Il premier Renzi vuole tradurre in legge già nel 2015 la sua idea di “ius soli temperato”, attribuendo la cittadinanza italiana (d’ufficio? a domanda?) ai ragazzi stranieri nati in Italia che concludono il primo ciclo scolastico.

Si tratta di una idea (di sinistra, ma non troppo) che sta sbaragliando il campo avversario, raccogliendo consensi anche a destra.

«Era una nostra proposta – ha detto oggi Berlusconi – Siamo d’accordo e riteniamo che dare la cittadinanza ad un figlio di stranieri sia doveroso quando questa persona ha fatto un ciclo scolastico e conosce la nostra storia».

Le sue parole però non sono piaciute ai leghisti, con Salvini che, forte del successo della manifestazione di Milano, ha reagito: «l’emergenza del momento non è regalare la cittadinanza o il diritto di voto», e con Calderoli che gli ha fatto eco parlando di bestemmia.

Il Movimento 5 Stelle è stato preso in contropiede e sembra ancora indeciso sul da farsi, dopo che Grillo ha parlato di respingimento dei clandestini e visita medica dei profughi.

Il NCD di Alfano sembra complessivamente favorevole e addirittura il sen. Giovanardi propone la cittadinanza agli stranieri di seconda generazione (nati in Italia) al momento della loro iscrizione alla scuola dell’obbligo.

Ma quanti sono i nati in Italia che tra qualche mese concluderanno il I ciclo d’istruzione? 21.233, secondo i dati 2013-14 del Miur. E l’anno prossimo saranno 25.940. Sempre quest’anno altri 27.790 stranieri nati in Italia frequentano istituti di istruzione secondaria di II grado. Sono quindi quasi 50 mila (21.233+27.790) gli studenti stranieri che alla fine di quest’anno potranno accedere allo ius soli temperato, senza considerare gli stranieri nati all’estero che hanno frequentato l’intero obbligo scolastico nelle nostre scuole.

Alunni stranieri, nato in Italia il 51,7%

da tuttoscuola.com

Il sorpasso è avvenuto nel 2013-2014
Alunni stranieri, nato in Italia il 51,7%

Il report statistico diffuso oggi dal Ministero dell’Istruzione rivela che gli alunni con cittadinanza non italiana nati nel nostro Paese sono ormai oltre il 50% del totale degli studenti figli di migranti. Il sorpasso si è verificato nell’ultimo anno scolastico, il 2013-2014.

Nell’anno che si è concluso a giugno erano presenti nelle nostre scuole di ogni ordine e grado 802.785 alunni figli di migranti, 16.155 in più rispetto al 2012-2013. Di questi 167.591 hanno frequentato la scuola dell’infanzia, 283.233 la primaria, 169.780 la secondaria di I grado, 182.181 quella di II grado.

Gli alunni con cittadinanza non italiana sono il 9% del totale. Ma è soprattutto la quota di quelli nati in Italia a essere in forte crescita. Nel 2013-2014 gli alunni stranieri nel loro complesso sono cresciuti del 2,1% rispetto all’anno precedente, ma i nati in Italia hanno avuto un incremento dell’11,8%. Così il numero degli alunni con cittadinanza non italiana nati nel nostro Paese rappresenta ormai il 51,7% del totale degli alunni figli di migranti.

La regione che ospita più alunni di cittadinanza non italiana è la Lombardia, con 197.102 presenze. L’incidenza percentuale maggiore si registra però in Emilia Romagna dove gli studenti con cittadinanza non italiana sono il 15,3% del totale. Seguono Lombardia e Umbria con il 14%.

Il 10% degli studenti con cittadinanza non italiana frequenta una scuola non statale contro il 13,3% degli alunni italiani. Alle superiori i percorsi scolastici più opzionati sono quelli professionali e tecnici. Gli alunni figli di migranti che sono nati in Italia scelgono un indirizzo professionale nel 29,2% dei casi, quelli nati all’estero nel 39,5%. La scelta dell’istruzione tecnica riguarda il 41,1% degli alunni figli di migranti nati in Italia e il 38,1% per i nati all’estero. Le ragazze preferiscono gli indirizzi liceali, con in testa l’ex Istituto magistrale. A seguire Liceo Linguistico e Liceo Classico.

Tfa II ciclo, il ‘pasticciaccio’ dell’offerta non allineata alle direttive del Miur

da tuttoscuola.com

Tfa II ciclo, il ‘pasticciaccio’ dell’offerta non allineata alle direttive del Miur

Ultimatum del Miur alle università affinché riallineino l’offerta di Tirocini Formativi Attivi (TFA) ai contingenti previsti per l’anno accademico 2014/15 entro il prossimo 29 ottobre. È questo il senso di un avviso sul sito del Cineca apparso domenica 26 ottobre.

Questo il testo dell’avviso: “Si comunica che il Ministero ha chiesto (nota 3247 del 24.10 u.s.) a tutte le Istituzioni interessate di procedere al riallineamento – entro e non oltre la data del 29 ottobre p.v. – dell’offerta formativa dei TFA nelle Regioni e per le classi di concorso in cui si verifica un eccesso di offerta rispetto al numero di posti indicati originariamente nell’Allegato A del D.M. n. 312/2014 (bando II ciclo TFA). Dopodiché, esclusivamente per le classi oggetto del riallineamento, saranno riaperti i termini per le iscrizioni dei candidati a séguito delle quali potranno partire le prove scritte e orali. Le prove di selezione dovranno concludersi entro e non oltre il 30 novembre 2014. I corsi si chiuderanno inderogabilmente entro il 31 luglio 2015 per consentire agli abilitati l’accesso alle prossime prove concorsuali”.

La nota del Ministero imputa agli atenei il disallineamento dei posti messi a bando rispetto a quanto previsto dal Miur, però a viale Trastevere non sono esenti da colpe: è infatti davvero notevole il ritardo con cui al Miur cercano di porre riparo alle discrepanze tra i posti messi a bando dalle università e le istituzioni Afam da un lato, e i contingenti definiti dal Ministero dall’altro, nonostante segnalazioni fossero giunte già dalla scorsa estate.

Considerato che per le classi oggetto del riallineamento si riapriranno i termini per le iscrizioni dei candidati, e che le successive prove scritte e orali dovranno (ma ci riusciranno?) concludersi entro il 30 novembre, si preannuncia una fase selettiva a ritmi forsennati, in cui necessariamente sarà scalfita la qualità dell’iter selettivo, all’interno di un procedimento assai poco rispettoso della dignità dei candidati.

Alternanza scuola-lavoro, critiche da FI e Flc Cgil

da tuttoscuola.com

Alternanza scuola-lavoro, critiche da FI e Flc Cgil

Chiediamo al governo di chiarire quanto prima sui fondi destinati all’alternanza scuola-lavoro. Si fa un gran parlare di integrazione tra percorso educativo e sistema economico-imprenditoriale, di obbligatorietà dell’alternanza scuola-lavoro e di sistema duale, ma se si taglia sulla possibilità di avviare progetti seri per preparare i nostri giovani alle richieste che vengono dal mondo del lavoro, allora ciò che resta sono, come al solito, solo parole e retorica“. Lo afferma la responsabile nazionale Scuola e Università di Forza Italia, Elena Centemero.

Il piano scuola del governo Renzi non può rinunciare a quello che, almeno sulla carta, dovrebbe essere uno dei suoi obiettivi fondamentali, ossia migliorare l’occupabilità degli studenti per combattere una disoccupazione giovanile indegna di un Paese civile“, conclude la deputata.

Tocca lo stesso tasto della Centemero il segretario generale della Flc Cgil, Mimmo Pantaleo, il quale nota chele risorse destinate dal Miur alle attività di alternanza scuola lavoro “sono solo 11 milioni di euro e sensibilmente inferiori rispetto allo scorso anno che erano pari a 20.600.00 euro e a quelle 2012-2013 di 26.790.000. Tutta la partita dell’alternanza viene gestita in maniera autoreferenziale senza alcun coinvolgimento delle organizzazioni sindacali”.

Pantaleo osserva che “si accentua l’idea che deve essere finalizzata unicamente a dare risposte alle richieste del mercato del lavoro e che i percorsi debbano essere co-progettati con le imprese“.

Il segretario della Flc Cgil ricorda “che le norme in vigore prevedono che i percorsi di alternanza scuola lavoro debbano essere progettati, attuati, verificati e valutati dalle istituzioni scolastiche. Vi è il rischio concreto di sfruttamento degli studenti da parte delle aziende per utilizzare manodopera a costo zero. Non vengono garantite nemmeno le norme sulla sicurezza“.

Per questo la Flc-Cgil “respinge l’impostazione del Governo che mette in discussione la funzione didattica, l’orizzonte culturale e formativo dell’alternanza scuola lavoro“, conclude Pantaleo.

Giannini: In settimana incontro con sindacati sulla scuola

da tuttoscuola.com

Giannini: In settimana incontro con sindacati sulla scuola

In settimana ci sarà un incontro con i sindacati su tutte le questioni che abbiamo posto sul tavolo“. Lo ha detto a Catanzaro il ministro dell’Istruzione, università e ricerca, Stefania Giannini.

Con i sindacati – ha aggiunto il ministro Giannini – parleremo di un progetto educativo molto organico che ha tra i suoi pilastri il grande piano di assunzioni relativo al precariato, con cui si metterà fine ad uno dei capitoli più tristi della scuola italiana“.

Sull’edilizia scolastica, Giannini ha ribadito che “non è uno di quei capitoli che si avviano oggi e si chiudono domani. Credo che un biennio di lavoro sia necessario per un Piano nazionale che stanzia complessivamente, ad oggi un miliardo e mezzo, ma che a conclusione arriverà a tre miliardi, la somma indicata dal presidente Renzi all’atto del suo insediamento“.

Ritengo – ha spiegato il ministro – che questa sia una risposta straordinariamente innovativa e credo, se non esaustiva, sicuramente esauriente per i problemi dell’edilizia della scuola italiana. Certamente il sud, in alcune aree, ha problemi maggiori per cui dovranno essere fatti interventi più incisivi sia per la sicurezza che per l’adeguatezza degli edifici e anche per la bellezza perché le scuole devono essere belle“.

Dispersione scolastica, le strategie di azione per contrastare il fenomeno

da tuttoscuola.com

Dispersione scolastica, le strategie di azione per contrastare il fenomeno
I dati pubblicati da Tuttoscuola al centro di un’indagine conoscitiva presentata dalla VII Commissione della Camera dei Deputati

Anno dopo anno, preziose risorse per il futuro del Paese sprecate. Sono i ragazzi che abbandonano gli studi, decine e decine di migliaia: numeri impressionanti della dispersione scolastica, analizzati da Tuttoscuola in uno studio che ora viene presentato proprio dalla VII Commissione della Camera dei Deputati e messo al centro di un’indagine conoscitiva che propone anche strategie di azione per contrastare il fenomeno, uno dei nodi storici alla qualità del sistema di istruzione italiano.

Nel documento, che cita l’analisi svolta da Tuttoscuola, la dispersione scolastica negli istituti statali – misurata come differenza tra il numero degli iscritti all’ultimo anno nel 2013-2014 rispetto agli iscritti al primo anno cinque anni prima, cioè nel 2009-2010 – è inferiore alle 170.000 unità di studenti dispersi, pari al 27,9 per cento. Nell’anno scolastico 2012-2013, sempre secondo la comparazione quinquennale, erano stati 10.000 in più, pari al 29,7 per cento. Secondo il rapporto di Tuttoscuola, la dispersione è risultata concentrata negli istituti professionali, dove raggiunge il 38 per cento, mentre dieci anni fa arrivava al 50 per cento. Negli istituti tecnici invece la percentuale di dispersi arriva al 28 per cento.

Numeri preoccupanti, se solo si riflette sul fatto che lo sviluppo del sistema di istruzione e formazione è fortemente intrecciato con il tema della dispersione. Nel momento in cui l’offerta formativa non incontra i bisogni di formazione o diverge rispetto ad essi, si crea la dispersione. Nella realtà italiana, soprattutto nel settore dell’istruzione tecnica e professionale, vi è una strutturazione dell’offerta formativa che continua a non incrociare i bisogni.

L’obiettivo ultimo di una strategia nazionale che acceleri il contrasto alla dispersione scolastica è dunque portare la quota percentuale degli early school leavers al 10 per cento dal 17,6 per cento attuale.

Il primo passo urgente consiste però nel dotarsi di strumenti che consentano di conoscere il fenomeno, quindi nella realizzazione e nel completamento di Anagrafi integrate che permettano di acquisire dati certi e nel mettere a punto strategie preventive con interventi riferiti alla fase dell’infanzia e alla scuola secondaria superiore.

Ma non basta. Molti insuccessi registrati in passato nonostante diagnosi puntuali e tempestive vanno ricondotti alla carenza di strumenti di implementazione delle decisioni e degli orientamenti. Occorre quindi una strategia efficace di implementazione che per il periodo 2014-2020 dovrebbe avere due capisaldi: il potenziamento della capacità di iniziativa delle singole scuole, da un lato, e la regia di una unità di crisi capace di creare le necessarie condizioni favorevoli dall’altro.

Dato il carattere di emergenza è indispensabile però un forte “pilotaggio” a livello nazionale, in grado di creare le indispensabili sinergie tra i soggetti in campo e di mantenere nell’arco dei cinque anni la rotta intrapresa. Per questo l’Unità di crisi dovrebbe essùsere costituita presso la Presidenza del Consiglio, in modo da coordinare tutti gli interventi e coinvolgere tutti gli attori (Miur, Ministeri interessati, Conferenza Stato Regioni, Invalsi, USR, etc.) su obiettivi precisi e mirati e promuova la messa in rete delle scuole e degli USR nel conseguimento di tali obiettivi.

Decreto Direttore Generale 28 ottobre 2014

Ministero dell’ Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per la programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali
Direzione generare per le Risorse Umane e finanziarie
Ufficio IV

Decreto Direttore Generale 28 ottobre 2014

Trasferimento del personale amministrativo iscritto nei ruoli del Miur, attraverso l’istituto compensativo dell’interscambio. Termini e modalità di presentazione delle domande

Nota 28 ottobre 2014, AOODGRUF Prot. n. 14981

Ministero dell’istruzione dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per la Programmazione e La Gestione del Risorse Umane, Finanziarie e Strumentali
Direzione Generale per la Risorse Umane e Finanziarie
Al Gabinetto del Ministro
All’ Ufficio Legislativo
All’ O.I.V .
Alla Segreteria Particolare del Ministro
Alle Segreterie Particolari dei Sottosegretari di Stato
Agli Uffici del Dipartimento per la Programmazione e la Gestione delle Risorse Umane Finanziarie e Strumentali
Al Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione
Al Dipartimento per la formazione superiore e la ricerca
Alla Direzione Generale per le risorse umane e finanziarie
Alla Direzione generale per i contratti, gli acquisti e per i sistemi informativi e la statistica
Alla Direzione Generale per l’Edilizia Scolastica
Alla Direzione generale per la programmazione, il coordinamento e il finanziamento delle istituzioni della formazione superiore
Alla Direzione generale per lo studente, lo sviluppo e l’internazionalizzazione superiore
Alla Direzione Generale per il coordinamento, la promozione e la valorizzazione della ricerca
Alla Direzione generale per gli ordinamenti scolastici e la valutazione del sistema nazionale di istruzione
Alla Direzione generale per il personale scolastico
Alla Direzione generale per lo studente, !’integrazione e la partecipazione
Alle OO.SS
Loro Sedi

OGGETTO: Visite di prevenzione MIUR 24 e 25 novembre 2014

Si porta a conoscenza degli Uffici in indirizzo che, nel quadro delle iniziative a tutela della salute del personale nonché delle misure di Benessere Organizzativo previste dall’art.7 lett. L) del DPCM n.98 del 11/02/2014 che fissa il nuovo assetto del Miur in materia di Benessere Organizzativo riprenderà un ciclo di visite specialistiche nel settore della prevenzione della sfera cardiologica e urologica.
Le visite saranno effettuate da personale medico specializzato, inviato dalla Lega Italiana per la lotta ai tumori “LILT”, organizzazione socio-sanitaria di rilevanza nazionale della cui collaborazione il Ministero si è avvalso nel corso degli ultimi anni .
Le visite avranno luogo nei locali adibiti alla vigilanza socio sanitaria ( stanza n. 539 Piano interrato) nei giorni 24 e 25 novembre p.v. dalle ore 10.00 alle ore 13.00.
Il personale interessato potrà far pervenire la propria adesione alla Dir .Gen. le Risorse Umane e Finanziarie ai seguenti recapiti:
silvia .cetorell i@istruzione.it
0658492549/2333 fax.0658493562
Per ragioni di ordine organizzativo , le predette adesioni dovranno pervenire entro il giorno 18 novembre p.v. con l’indicazione delle coordinate di contatto.

Le SS.LL., sono pregate di dare alla presente nota la massima diffusione.

Il Direttore Generale
dott. Jacopo Greco