Il curriculum dello studente diventa flessibile, con materie opzionali e attività di volontariato

da Il Sole 24 Ore

Il curriculum dello studente diventa flessibile, con materie opzionali e attività di volontariato

di Ciro Sorrentino

Diventerà flessibile il curriculum dello studente degli istituti superiori. Lo stabilisce l’articolo 3 del provvedimento di riforma. In pratica le scuole inseriranno il curriculum di ogni studente nel Portale unico (articolo 16, comma 1) anche includendo la mappatura di curriculum per consentire e agevolare una trasparente lettura della progettazione e della valutazione per competenze.
In concreto, le scuole superiori attiveranno materie opzionali per rispondere alle esigenze dei loro ragazzi. Le competenze maturate dagli studenti, anche in ambito extra scolastico (volontariato, attività sportive, culturali, musicali), saranno inserite in uno specifico curriculum digitale che conterrà informazioni utili per l’orientamento e l’inserimento nel mondo del lavoro. Inoltre, del Curriculum dello studente si terrà conto durante il colloquio dell’esame di Stato che, oltre a documentare il percorso di studi, attesterà lo svolgimento di esperienze formative in ambito extrascolastico.

In arrivo il Portale unico sulla scuola e un Piano hi-tech da 90milioni

da Il Sole 24 Ore

In arrivo il Portale unico sulla scuola e un Piano hi-tech da 90milioni

di Alessia Tripodi

Bilanci delle scuole, incarichi dei prof e anagrafe degli studenti saranno a portata di clic. Al via la creazione di laboratori per l’orientamento.

Un milione di euro per creare il Portale unico sui dati della scuola, strumento Web sul quale saranno pubblicati tutti i dati del sistema dell’istruzione: dai bilanci degli istituti agli incarichi dei prof, fino ai curriculum degli studenti. E altri 90 milioni per il Piano nazionale digitale e la creazione di laboratori anti- dispersione. E’ questa, in sintesi, la strategia per l’innovazione digitale nella scuola prevista dal Ddl appena varato dalla Camera, con il quale il Governo punta a migliorare le abilità hi-tech degli studenti ( e dei docenti), nell’ottica di rendere la didattica digitale uno strumento di costruzione delle competenze. E a creare un vero e proprio archivio Web Open data per responsabilizzare gli istituti e garantire trasparenza nei confronti dei cittadini.

Il Portale unico della scuola
Basterà un clic per consultare tutti i dati su bilanci delle scuole, Sistema nazionale di valutazione, Anagrafe dell’edilizia scolastica e degli studenti, incarichi di docenza, Piani dell’offerta formativa e curriculum degli studenti. Ma anche per consultare e scarica tutta la normativa, gli atti e le circolari pubblicate dal Miur.
Il nuovo Portale con gli Open data del sistema dell’istruzione e della formazione – previsto dall’art. 16 del Ddl -sarà gestito da Viale Trastevere. Dopo il finanziamento necessario all’attivazione del sito (1 milione di euro per il 2015), dal 2016 in poi saranno messi a disposizione 100mila euro l’anno per le spese di gestione e mantenimento.

Piano digitale e laboratori
Azioni per lo sviluppo delle competenze anche in collaborazione con università, imprese e associazioni, potenziamento degli strumenti didattici per l’innovazione nelle scuole, nuovi strumenti di governance, formazione hi-tech di docenti e Ata, potenziamento delle infrastrutture di rete, valorizzazione delle best practice delle scuole: questi gli strumenti che saranno messi in campo per raggiungere gli obiettivi del Piano digitale previsto dall’articolo 7 del Ddl.
Le azioni comprendono anche interventi per la tutela della privacy nella gestione delle «identità digitali» di presidi, prof, personale Ata e soprattutto degli studenti (con specifici criteri per i minori) e interventi per l’adozione di e-book.
Saranno le scuole a individuare i docenti cui affidare il coordinamento delle attività digitali, spiega il Ddl, aggiungendo che ai prof potrà anche essere affiancato un insegnante «tecnico-pratico».
Gli istituti scolastici avranno poi l’opportunità di aprire le loro porte anche al di fuori dell’orario di lezione per la creazione di laboratori territoriali, da utilizzare per azioni di orientamento al lavoro e formazione per i giovani non occupati e come strumento per combattere la dispersione. I progetti potranno essere realizzati con il supporto – anche finanziario – di enti pubblici e privati, camere di commercio, fondazioni, enti di formazione professionale e imprese.
Il piano di finanziamento per l’innovazione digitale e i laboratori diventerà permanente: dopo i primi 90 milioni messi in campo fin da subito, infatti, ne arriveranno altri 30 all’anno a partire dal 2016.

Via libera della Camera alla riforma della scuola. Che cosa cambia? Ecco i 12 punti chiave del ddl

da La Stampa

Via libera della Camera alla riforma della scuola. Che cosa cambia? Ecco i 12 punti chiave del ddl

Il testo, approvato a Montecitorio senza i voti della sinistra Pd, passa all’esame del Senato
flavia amabile

roma

Sì dell’Aula della Camera alla riforma della scuola. Il testo – approvato a Montecitorio con 316 voti a favore, 137 contrari ed un astenuto – passa ora al Senato. La sinistra Pd (da Bersani a Cuperlo, da Speranza a Fassina, fino ad Epifani) non ha partecipato al voto finale, mentre dai banchi di Sel si alzava il coro «Scuola pubblica». Il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini esulta: «Al mondo della scuola dico: abbiate fiducia di essere protagonisti dell’autonomia». E poi avverte che al Senato «i pilastri della riforma non saranno toccati». Non è mancata la reazione del segretario della Cgil Susanna Camusso: «Con nettezza diciamo che con il voto di oggi non si chiude la battaglia ma continua».

ECCO I 12 PUNTI CHIAVE DELLA RIFORMA

 

– Detrazioni per le paritarie. Si potranno detrarre le spese sostenute per la frequenza scolastica nelle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie paritarie, per un importo annuo massimo di 400 euro a studente.

 

– Sostegno. I docenti specializzati potranno scegliere liberamente tra posti di sostegno o comuni. In questo modo, spiega il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone, «potremo garantire ancora di più l’insegnamento dell’educazione motoria nella scuola primaria da parte dei docenti specialisti».

 

– School bonus. Introduce benefici fiscali (credito d’imposta al 65% per il biennio 2015 – 2016 e del 50% per 2017) nella dichiarazione dei redditi per chi farà donazioni in denaro per le scuole. Il credito non è cumulabile con altre agevolazioni previste per le stesse spese e vale sia per le scuole statali che quelle paritarie. I fondi potranno essere usati per la costruzione o la manutenzione degli edifici o ancora per la promozione di progetti dedicati al futuro lavorativo degli studenti.

 

– Super-presidi. I presidi potranno assumere per chiamata diretta gli insegnanti con l’esclusione dei parenti. I prof verranno assunti con un contratto triennale rinnovabile sulla base delle competenze ma anche eventualmente dopo un colloquio. L’Ufficio scolastico regionale provvede alle assegnazioni dei docenti che non abbiano ricevuto o accettato proposte e, comunque, in caso di inerzia dei dirigenti scolastici.

 

– Curriculum online. Per un’esigenza di trasparenza i curriculum degli insegnanti verranno pubblicati sul sito della scuola.

 

– Supplenti. Il preside utilizzerà ancora i docenti dell’organico dell’autonomia per la copertura delle supplenze fino a 10 giorni. E può individuare nell’ambito dell’organico dell’autonomia fino al 10% di docenti che lo aiutino nelle attività scolastiche.

 

– Premi per i prof. Il governo ha stanziato 200 milioni che dovranno essere usati per premiare i docenti con un’attenzione particolare per i territori a maggiore rischio educativo. I criteri di valutazione degli insegnanti saranno definiti da un comitato formato da dirigente, professori, genitori e studenti.

 

– La card per la formazione. E’ una carta elettronica annuale da 500 euro che gli insegnanti potranno usare ogni anno per la loro formazione ma dovranno sottoporsi anche alle attività di formazione obbligatorie che verranno decise dall’istituto.

 

– Offerta formativa. Viene definita in un piano triennale rivedibile annualmente ed elaborato dal collegio dei docenti, sulla base degli indirizzi e delle scelte di gestione e amministrazione definiti dal dirigente scolastico, ed approvato dal consiglio di circolo o di istituto. Il Piano contiene l’indicazione del fabbisogno di posti nell’organico dei docenti e la programmazione dell’offerta formativa ad essi riferita ma anche le previsioni per il personale Ata.

 

– Assunzioni. Saranno 100mila i precari stabilizzati dal prossimo anno svuotando le graduatorie ad esaurimento. Saranno immessi in ruolo dopo un anno di prova e formazione. Nel 2016 sarà bandito un concorso per 60mila abilitati.

 

– Nuove scuole. In ogni regione dovrà essere costruita almeno una nuova scuola innovativa dal punto di vista architettonico, tecnologico, dell’efficienza energetica, della sicurezza strutturale e antisismica.

 

– Solai e controsoffitti. Il governo ha stanziato 40 milioni per i controlli di solai e controsoffitti degli edifici scolastici.

Ddl Scuola, tutte le principali novità approvate dalla Camera

da La Tecnica della Scuola

Ddl Scuola, tutte le principali novità approvate dalla Camera

L’aula della Camera ha dato il via libera al ddl di riforma della scuola con 316 voti a favore, 137 contrari, 1 astenuto. Il provvedimento passa ora all’esame del Senato. Per essere a regime dal prossimo anno scolastico la riforma dovrà essere licenziata in via definitiva dal Parlamento entro la metà di giugno.

La più grande novità della riforma prevede la “piena realizzazione dell’autonomia” della scuola con la definizione dell’organico dell’autonomia, l’assunzione dal primo settembre di 100.701 docenti e maggiori poteri per i presidi.

Vediamo nel dettaglio le principali novità:

PIANO OFFERTA FORMATIVA

Il piano è elaborato non più dal dirigente scolastico, come previsto in un primo momento, bensì dal collegio dei docenti, sulla base degli indirizzi definiti dal dirigente scolastico, ed approvato dal consiglio di circolo o di istituto. In questo piano triennale (non più annuale come adesso) sarà indicato anche il fabbisogno di personale docente e amministrativo-tecnico-ausiliario (Ata), oltre alle infrastrutture di cui hanno bisogno per l’espansione dell’offerta formativa.

NIENTE CLASSI POLLAIO

Tra le novità anche la riduzione del numero di alunni per classe, l’alfabetizzazione e il perfezionamento dell’italiano come lingua seconda per alunni e studenti di cittadinanza o di lingua non italiana. Particolare attenzione alla prevenzione del bullismo e del cyberbullismo e all’educazione alla parità di genere. Nel piano previsto anche l’italiano per gli studenti stranieri e l’inglese per tutti, oltre all’apertura pomeridiana della scuola, al contrasto della dispersione scolastica e della discriminazione e l’incremento dell’alternanza scuola-lavoro.

EDUCAZIONE FISICA ANCHE ALLA SCUOLA PRIMARIA

L’educazione fisica arriva alla scuola primaria grazie a un emendamento. Dal prossimo anno scolastico si prevede, infatti, la presenza di laureati in scienze motorie alla scuola elementare.

SCHOOL BONUS E DETRAZIONI RETTE PARITARIE

Chi farà donazioni a favore delle scuole per la costruzione di nuovi edifici, per la manutenzione, per la promozione di progetti dedicati all’occupabilità degli studenti, avrà diritto a un beneficio fiscale con un credito di imposta al 65% al momento della dichiarazione dei redditi. Prevista, inoltre, la detraibilità delle spese sostenute dalle famiglie i cui figli frequentano una scuola paritaria (fino a 400 euro l’anno per studente).

ORGANICO DELL’ AUTONOMIA

Sarà composto da posti comuni, di sostegno e per il potenziamento dell’offerta formativa e sarà determinato con decreti interministeriali ogni tre anni, su base regionale. Saranno i direttori degli Uffici scolastici regionali a suddividere tra gli ambiti territoriali – che nel 2015/2016 coincideranno con le stesse province, ma nel 2016/2017 avranno estensione sub-provinciale – e tra i vari livelli di scuola, i neoassunti. I docenti di ruolo rimarranno titolari nelle scuole in cui si trovano in questo momento, mentre i perdenti posto verranno assegnati all’ambito territoriale di cui faranno richiesta. Toccherà al preside pescare dagli ambiti territoriali i singoli per formare il migliore gruppo di docenti possibile per realizzare le linee del Piano dell’offerta formativa.

PRESIDE “SCERIFFO”

Uno degli articoli più controversi riguarda l’attribuzione di poteri speciali al preside. Il dirigente scolastico avrà il compito di conferire incarichi triennali, rinnovabili, ai docenti assegnati all’ambito territoriale di riferimento, anche tenendo conto delle candidature presentate dagli stessi. Niente conflitto di interessi: grazie ad un emendamento del M5S, il preside, infatti, “è tenuto a dichiarare l’assenza di cause di incompatibilità derivanti da rapporti di parentela o affinità entro il secondo grado con i docenti iscritti nel relativo ambito territoriale”.

ASSUNZIONI

Per l’anno scolastico 2015/2016 ci saranno dal primo settembre 100.701 immissioni in ruolo di insegnanti nell’ambito di un piano straordinario di assunzioni di docenti a tempo indeterminato. Il piano è rivolto ai vincitori del concorso del 2012 e agli iscritti nelle graduatorie ad esaurimento, che presentino domanda. Inoltre a partire dal primo settembre 2016 saranno assunti gli idonei del concorso del 2012. E’ stato poi approvato un emendamento al ddl che estende l’assunzione di tutti gli idonei vincitori del concorso a cattedre 2012 anche “per gli anni successivi” al 1° settembre 2016 “sino all’esaurimento dei soggetti aventi titolo”. Quindi anche per coloro che non verranno assunti al 1° settembre 2016.

CONTRATTI A TERMINE

Per quanto riguarda i contratti a tempo determinato per la copertura di posti vacanti e disponibili la riforma prevede che il limite dei 36 mesi, anche non continuativi, si applichi solo ai contratti che saranno stipulati a decorrere dalla data di entrata in vigore della legge. Viene istituito un periodo di formazione e prova, cui è subordinata l’effettiva immissione in ruolo. La valutazione di tale periodo sarà effettuata dal dirigente scolastico, sentendo il Comitato per la valutazione dei docenti, di cui entreranno a far parte anche genitori e studenti.

AGGIORNAMENTO

Sarà obbligatoria la formazione dei docenti in servizio, sulla base delle priorità indicate nel Piano nazionale di formazione e in coerenza con i Piani di miglioramento adottati nell’ambito della fase di autovalutazione. Inoltre è prevista l’istituzione della Carta elettronica (con un budget di 500 euro l’anno) per l’aggiornamento e la formazione del docente di ruolo da utilizzare per acquisti o iniziative di carattere culturale; sarà istituito un fondo di 200 milioni di euro l’anno per la valorizzazione del merito del personale docente di ruolo

Ddl Scuola, la Camera ha approvato con 316 sì e 137 no. Giannini “emozionata”

da La Tecnica della Scuola

Ddl Scuola, la Camera ha approvato con 316 sì e 137 no. Giannini “emozionata”

Commenta l’andamento dei lavori parlamentari su Twitter utilizzando l’hashtag #direttatecnica

IL NUOVO TESTO DEL DDL 

L’aula della Camera ha dato il via libera al ddl di riforma della scuola con 316 voti a favore, 137 contrari, 1 astenuto. Il provvedimento passa ora all’esame del Senato.  Prima del voto i ringraziamenti della relatrice Maria Coscia (Pd) che ha ribadito, tra l’altro, come “il governo si sia posto in una posizione di ascolto rendendo possibile fare modifiche al testo”.

 

Tensione in aula alla Camera a conclusione della votazione finale. La presidente Laura Boldrini è intervenuta più volte per richiamare all’ordine i deputati di Sinistra ecologia e libertà, che hanno gridato ritmicamente “Scuola pubblica, scuola pubblica!” e il capogruppo di Fdi, Fabio Rampelli, che ha esposto una lavagnetta con la scritta “Bocciato!” in direzione dei banchi del governo. Boldrini ha chiesto ai commessi di intervenire per la rimozione dell’oggetto estraneo.

 

Soddisfazione da parte del governo: “La Buona Scuola non è una riforma. E’ un cambiamento radicale della nostra identità collettiva. Non esiste in Italia istituzione che appartenga di piu’ agli italiani della scuola. Il voto dell’Aula di Montecitorio di oggi ci dice questo: gli italiani vogliono pensarsi al futuro e vogliono farlo partendo dalla scuola. Abbiamo avuto coraggio, ci abbiamo creduto e andiamo avanti. E’ la volta buona”. Così il sottosegretario all’Istruzione, Davide Faraone. Poco dopo sono arrivate le parole del ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini: “Con l’approvazione del ddl sulla scuola alla Camera “credo si faccia un grande cambio culturale. Giannini si è detta “emozionata e soddisfatta” e ha sottolineato che “il primo articolo riassume quello che abbiamo fatto. Intendiamo offrire una scuola di qualità, aperta e inclusiva”. Poi ha aggiunto che nel corso dell’esame al Senato del ddl di riforma della scuola “i pilastri del provvedimento non saranno toccati, non potranno essere toccati. Quello in Senato è un altro passaggio sostanziale, non è formale” ha aggiunto il ministro, ricordando che il provvedimento “ha già subito un’evoluzione condivisa”.

 

Felice anche il ministro dell’Interno e leader di Ncd, Angelino Alfano: “Ho votato perché questa è la riforma che volevamo, la nostra riforma, non a caso la sinistra non l’ha votata. Mette al centro merito, autonomia, esalta la libertà di scelta, rafforza il rapporto tra scuola e lavoro e va contro il conservatorismo del sindacato, che ancora una volta è una delle ragioni piu’ forti per le quali siamo al governo”.

 

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IL NUOVO TESTO DEL DDL 2994 E ABB. CHE SI STA APPROVANDO

 

AGGIORNAMENTI 

 

Concluso nella seduta notturna il voto degli emendamenti l’aula della Camera si appresta a dare il primo via libera alla riforma della scuola. Il voto finale al ddl che prevede l’assunzione di circa 100 mila precari a partire dal primo settembre, maggiori poteri per i presidi, limite di 36 mesi per i contratti di supplenza e un fondo di 200 milioni di euro all’anno per premiare il merito dei docenti, e’ fissato per le 13. E’ stata stralciata la norma sulla possibilita’ per i contribuenti italiani di finanziare la scuola, pubblica o paritaria, con il 5 per mille.

La discussione a Palazzo Madama, peraltro, avrà tempi forse ancora più serrati che a Montecitorio – c’è da considerare anche la pausa per le elezioni amministrative – perchè per essere a regime dal prossimo anno scolastico la riforma dovrà essere licenziata dal Parlamento entro la metà di giugno.

 

 

9.21  E’ in corso alla Camera una riunione della minoranza Pd per decidere il da farsi sul voto finale di stamani al ddl di riforma della scuola. Come riporta l’Asca, sono due sostanzialmente, secondo quanto si apprende, le possibili strade: non partecipare al voto uscendo dall’aula come è accaduto con la fiducia alla legge elettorale o votare sì ma presentando un documento critico. Tutto deve essere ancora valutato. Poche e isolate, invece, le posizioni di rottura determinate a votare “no” al provvedimento.

 

 

9.25  “La democrazia italiana sta subendo una forzatura gravissima ed inaccettabile. Il Governo Renzi, nonostante la forte e maggioritaria contrarietà espressa negli ultimi mesi, ci vuole dare una lezione di forza, approvando un provvedimento che non ha mai tenuto conto dei bisogni e delle voci del Paese reale.” – dichiara Danilo Lampis, coordinatore nazionale dell’Unione degli Studenti – “Con la Buona Scuola Renzi vuole chiudere un ciclo di riforme neoliberiste e autoritarie: dopo il Jobs Act, lo Sblocca Italia e l’Italicum, il cerchio si chiude imponendo un modello di scuola padronale con un dirigente che decide tutto in forma diretta e indiretta, succube dei privati, palestra di precarietà per docenti e studenti, in cui le diseguaglianze attraverso lo school bonus vengono legittimate anziché abbattute, in cui scuola privata e scuola pubblica vengono messe in concorrenza falsata, salvo poi concedere nuove agevolazioni a favore di quest’ultima”.

“Accogliamo positivamente lo stralcio del 5 x 1000, denunciato più volte dall’Unione degli Studenti come potenziale strumento di legittimazione di nuove disuguaglianze, ma rivendichiamo un cambio di marcia radicale sui finanziamenti: si preveda un piano di finanziamento pluriennale che ci porti a raggiungere la media europea del 6% in PIL di investimenti in istruzione, invece di prevedere meno investimenti come scritto nel DEF” – continua Lampis – “Noi non siamo conservatori come ci vuole dipingere il Governo: negli ultimi mesi abbiamo fatto delle proposte concrete contenute ne l’Altra Scuola, documento frutto delle mobilitazioni studentesche, presentato anche alla Camera il 10 marzo. Chiediamo di partire da 7 priorità: un nuovo diritto allo studio col fine di raggiungere la piena gratuità dell’istruzione; un’alternanza scuola-lavoro finanziata e qualificata; finanziamenti per il rilancio della scuola pubblica; una riforma della valutazione in chiave democratica; investimenti sostanziosi sull’edilizia scolastica; un ripensamento radicale dell’autonomia scolastica; una riforma dei cicli scolastici, dei programmi e della didattica. Non ci hanno voluto ascoltare, preferendo le pagine di Confindustria e facendo aperture di facciata!”

 

 

9.28 Dichiara Alberto Irone, portavoce nazionale Rete Studenti Medi: “Fin dalla presentazione delle linee guida, a settembre, come Rete degli Studenti Medi ci siamo mobilitati in maniera capillare portando avanti le proposte degli studenti per incidere all’interno della consultazione e creare una riforma della scuola che vedesse le idee degli studenti come protagoniste. Anche oggi, nel giorno in cui si vota il Piano Scuola, che ha fin troppe criticità, gli studenti si mobilitano per mostrare il loro dissenso. La consultazione del governo si è dimostrata solo di facciata e abbiamo dimostrato ampiamente che a queste condizioni il provvedimento non sarà una riforma epocale, ma l’ennesima riforma distruttiva e calata dall’alto.”

 

9.33 Inizia la seduta alla Camera. Si legge il verbale della giornata di martedì

 

 

9.38 Scioperare è un diritto, ma è singolare che i sindacati si mobilitio contro “la scuola che assume”, mentre in passato non l’hanno fatto “contro la Fornero”. Matteo Renzi lo ha detto parlando a Rtl 102.5: “Di cosa si stanno lamentando? Del fatto che mettiamo 3 miliardi sulla scuola? Del fatto che assumiamo 100mila persone? Quando c’è stata la Fornero non hanno fatto scioperi, lo fanno contro la scuola che assume”. “Io rispetto i sindacati – ha concluso Renzi -, facciano quello che credono – peraltro anche sul jobs act ci sono opinioni diverse, una parte è entusiasta – ma il punto è: possiamo dire che l’Italia è di tutti e non solo dei sindacati? Io vado avanti, se mi vogliono fermare facciano”.

 

 

9.39 Dopo la lettura del verbale, il vicepresidente della Camera, Simone Baldelli, che presiede l’Assemblea, sospende la seduta fino alle 10

 

 

10.05 Si riparte con la votazione dell’articolo 26

 

10.16 Approvati gli articoli 26 e 27

 

Articolo27

 

10.18 Presente in aula per il governo, il sottosegretario all’Istruzione, Davide Faraone

 

Faraone

 

10.20 Sui poteri del preside nella riforma della scuola molte cose sono già cambiate, si può ancora “discutere”, ma l’importante è che chi guida gli istituti scolastici non sia un “passacarte”. Lo ha detto Matteo Renzi parlando a Rtl 102.5. Il premier ha spiegato che nei piani del governo “il preside assegna le classi ai professori”, cosa che “formalmente è già cosi’. Noi abbiamo anche immaginato che possa chiamare non gli amici o le amiche da casa, ma che possa individuare dentro l’albo provinciale i professori piu’ adatti alla scuola”.

 

10.25 Sono sempre di più in piazza Montecitorio gli insegnanti e gli studenti che manifestano contro il ddl di riforma della scuola. “Questa legge è la cifra di un governo che sta cancellando i diritti” spiega al microfono un rappresentante degli emendamenti. “Ritiro, ritiro” gridano alcuni insegnanti. In piazza, nella pausa dei lavori dell’aula, anche alcuni esponenti delle opposizioni come il capogruppo di Sel Arturo Scotto e il deputato cinque stelle Luigi Gallo: “E’ tutto il paese a chiedere il ritiro di questa riforma”.

 

10.50 La Camera sta votando gli ordini di giorno presentati dai deputati

 

11.09 A presiedere l’assemblea è il presidente della Camera, Laura Boldrini.

 

Boldrini

 

11.40 Via alle dichirazioni di voto

 

 

DI LELLO (Psi): “Sì al Ddl, ma ci vogliono delle modifiche. Speriamo nel Senato”

 

DI LELLO

 

 

GEBHARD (Minoranze linguistiche): “Sì al Ddl”

 

GEBHARD

 

 

BALDASSARE (Alternativa libera): “No al disegno di legge. Anche la piazza ve lo chiede. Giannini sarà ricordata come il ministro che ha distrutto la scuola italiana”

 

Baldassare

 

 

RAMPELLI (Fratelli d’Italia): “Diciamo no a questa riforma disastrosa”

 

Rampelli

 

 

12.01 “No alla propaganda politica tra i banchi di scuola da parte dei docenti”. Il governo ha accolto la proposta del deputato leghista Gianluca Pini “che – spiega una nota della Lega – ha convinto il sottosegretario Faraone a riformulare il proprio ordine del giorno e a introdurre la previsione di un “divieto in capo ai docenti” di “ingenerare” idee politiche nei ragazzi durante le ore di lezione”. Nella formulazione originaria Pini chiedeva anche sanzioni, il taglio di stipendio e il possibile licenziamento per i docenti ‘recidivi’, ma questo passaggio non e’ stato accolto dall’esecutivo.

 

 

SANTERINI (Per l’Italia): “Sì al decreto. Il boicottaggio delle prove Invalsi non ci ha convinto”

 

Santerini

 

 

12.05 “#labuonascuola è risorse fresche per l’istruzione, 3 mld a regime in più su questo capitolo con art.26”. Lo scrive su Twitter, il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini.

 

 

SIMONETTI (LEGA NORD): “No alla riforma. Tante promesse, poca concretezza”

 

Simonetti

 

 

MOLEA (SCELTA CIVICA): “Sì al provvedimento del governo”

 

Molea

 

 

12.30 Come riporta l’Asca, proseguono i contatti e le riunioni tra gli esponenti della minoranza Pd sulla linea da tenere sul voto finale al ddl di riforma della scuola. Secondo quanto si apprende da fonti Pd, la proposta dell’ex capogruppo Roberto Speranza e di Guglielmo Epifani sarebbe quella di “riconoscere i significativi miglioramenti” apportati al testo senza negare le “ombre che ancora ci sono” e che vanno chiarite nella discussione al Senato. Insomma l’idea sarebbe quella di non partecipare al voto ma senza “alcun atteggiamento ostile” o di “rottura”.

 

 

GIORDANO (SEL): “No al ddl. State riformando la scuola dimenticandosi di chi la vive quotidianamente. Nemmeno la destra aveva osato tanto. Una scuola formato azienda”

 

Giordano

 

 

12.33 “Tutto il mondo della scuola è in subbuglio perchè percepisce la riforma come uno sfregio, come cancellazione della scuola pubblica italiana. Uno sfregio che trasforma la scuola in una palestra dell’obbedienza”. Così Nichi Vendola, leader di Sel, parlando con i docenti che manifestano davanti a Montecitorio mentre l’aula si avvia a dare il primo ok al provvedimento.

 

 

ADORNATO (NCD): “La scuola è tornata ad essere classista. Questa riforma arriva tardi, ma meglio tardi che mai. Il sindacato ha inventato la categoria dell’immobilismo militante”

 

Adornato

 

 

 PALMIERI (FORZA ITALIA): “Vogliamo una scuola forte e libera. No al Ddl”

 

Palmeri

 

 

CHIMIENTI (M5S): “Il ddl è la morte del merito, della qualità di insegnamento. Smettete di prendere in giro docenti e studenti. Come vi siete permessi di approvare una riforma con un governo non eletto dal popolo? La riforma ha messo d’accordo tutti, da docenti agli studenti, per chiedere il ritiro del disegno di legge”

 

M5S

 

 

MALPEZZI (PD): “Gli altri governo tagliavano, noi diamo fondi alla scuola. Diamo vita all’autonomia prevista già nel 1999 con la riforma Berlinguer”.

 

Malpezzi PD

 

 

VIA LIBERA AL DDL 2994 DA PARTE DELLA CAMERA

 

Approvato

 

DdL, Renzi: bloccare gli scrutini sarebbe un errore clamoroso

da La Tecnica della Scuola

DdL, Renzi: bloccare gli scrutini sarebbe un errore clamoroso

Il premier: perché lo sciopero va contro i ragazzi e le famiglie. Il punto è: possiamo dire che l’Italia è di tutti e non solo dei sindacati? Si, possiamo dirlo. Sul 5 x mille: lo avrei lasciato.

Il Governo continua a preoccuparsi per un eventuale blocco degli scrutini, proclamato da tempo dai Cobas e sul quale sembrano convogliare diversi altri sindacati ad iniziare dalla Flc-Cgil che vanta un alto numero di iscritti.

Stavolta il no ad un’eventuale boicottaggio dei docenti (ne basta uno in sciopero per rimandare lo scrutinio) arriva dal premier Renzi, nel corso di un’intervista concessa a Rtl 102.5. Il Blocco degli scrutini? “Se vorranno farlo hanno tutto il diritto di farlo, ma sarebbe un errore clamoroso perché va contro i ragazzi e le famiglie”, ha ribadito il presidente del Consiglio. Che poi se la prende con i rappresentanti dei lavoratori: “il punto è: possiamo dire che l’Italia è di tutti e non solo dei sindacati? Si, possiamo dirlo”.

A Renzi non va giù nemmeno lo stralcio del 5 x mille: “lo avrei lasciato. Ne riparleremo nella Legge Stabilità, è la prova che sulla scuola non vogliamo imporre la nostra linea o le nostre idee. La scuola è il futuro dell’Italia, per i prossimi venti anni occorre investire sul capitale umano, è la scuola è una chiave”, ha concluso il premier.

Lo sciopero degli scrutini si estende

da La Tecnica della Scuola

Lo sciopero degli scrutini si estende

Anche Flc-Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Gilda e Snals proclamano lo sciopero degli scrutini nei primi due giorni in cui sono programmati. Contrariamente allo sciopero proclamato da Cobas, Unicobas e USB si tratta in questo caso di una astensione di una sola ora per ogni giornata lavorativa.
La decisione è stata assunta nel corso di un incontro fra le diverse siglo sindacati svoltosi nel pomeriggio del 20 maggio.
I 5 sindacati rappresentativi hanno anche concordato iniziative sul territorio (assemblee, sit in, incontri con forze politiche) e una “fiaccolata della scuola” il 5 giugno in diverse piazze d’Italia.

Ecco le date per le utilizzazioni e assegnazioni provvisorie

da La Tecnica della Scuola

Ecco le date per le utilizzazioni e assegnazioni provvisorie

Domande entro il 30 giugno per i docenti della infanzia e primaria, entro il 15 luglio per i docenti della secondaria di I e II grado, personale educativo e insegnanti di religione cattolica, entro il 10 agosto per gli Ata

Dopo la sigla dell’Ipotesi di CCNI, il Miur ha emanato la nota 15379 del 19 maggio 2015 con la quale comunica le date per la presentazione della domanda per le utilizzazioni e assegnazioni provvisorie:

  • dal 15 al 30 giugno personale docente della scuola dell’infanzia e della primaria (tramite istanze online);
  • dal 1° al 15 luglio personale docente della scuola di I e II grado (tramite istanze online);
  • dal 1° al 15 luglio personale educativo e docenti di religione cattolica (domande catacee);
  • entro il 10 agosto personale A.T.A (domande cartacee).

Alla nota sono allegati i modelli da utilizzare.

DDL scuola: cambierà l’orario di servizio dei docenti?

da La Tecnica della Scuola

DDL scuola: cambierà l’orario di servizio dei docenti?

Molti temono che con la revisione del testo unico del 1994 il Governo voglia introdurre modifiche importanti all’orario di lavoro dei docenti. Ma, almeno per ora, il rischio non è imminente.

Uno degli articoli del disegno di legge su cui, più di altri, si concentrato il dibattito in aula è stato quello dedicato alle deleghe. Inizialmente era l’articolo 21, ma con l’introduzione di due articoli intermedi riporta il numero 23.
Sulla questione, il dibattito, in aula e fuori, è stato ampio e accesso perchè l’opposizione ha accusato il Governo di pretendere una sorta di “delega in bianco”.
Alla resa dei conti l’intero articolo ha subito alcune modifiche di non poco conto.
Per esempio è stato approvato un emendamento che ha cancellato del tutto la delega al riordino degli organi collegiali della scuola (sia di quelli a livello di singola istituzione scolastica sia di quelli territoriali previsti da un vecchio decreto legislativo del 1999).
I gloriosi consigli di istituti nati del 1974 e cioè 41 anni fa continueranno così a rimanere tali e quali ancora per un po’ di tempo anche se, ormai, non hanno più quella forza di rappresentanza che li contraddistingueva alle origini.
E’ rimasta pressochè inalterata la prima delega, quella relativa al riordino delle disposizioni normative in materia di sistema nazionale di istruzione e formazione attraverso la la redazione di un nuovo testo unico delle disposizioni in materia di istruzione.
In proposito i deputati del M5S si sono mostrati molto preoccupati ed hanno espresso il timore che attraverso questo strumento il Governo voglia mettere mano all’orario di servizio dei docenti.
In realtà il timore ci sembra un po’ eccessivo dal momento che, normalmente , i testi unici non possono apportate modifiche sostanziali all’impianto delle norme preesistenti. D’altronde la stessa delega prevede che il riordino  possa avvenire “anche apportando integrazioni e modifiche innovative necessarie per garantirne la coerenza giuridica, logica e sistematica”. Ed è davvero difficile pensare che la revisione dell’orario di lavoro del personale possa essere intesa come modifica finalizzata a garantire la “coerenza” del TU.
C’è poi comunque una questione ancora più importante: la delega ha la durata di 18 mesi, il che significa che il Governo avrà tempo fino a dicembre 2016 per rivedere il testo unico che, in ogni caso, non potrà che andare a regime a partire dall’anno scolastico 2017/2018.

Ddl Scuola, tutte le reazioni delle forze politiche e sindacali dopo l’approvazione

da La Tecnica della Scuola

Ddl Scuola, tutte le reazioni delle forze politiche e sindacali dopo l’approvazione

Il via libera dell’aula di Montecitorio al disegno di legge di riforma della scuola scatenano tantissime reazioni: dal governo agli studenti, passando per le forze politiche e quelle sindacali.

L’aula della Camera ha dato il via libera al ddl di riforma della scuola con 316 voti a favore, 137 contrari, 1 astenuto. Il provvedimento passa ora all’esame del Senato.

 

Si tratta della riforma meno votata del governo Renzi insieme al Jobs act, approvato a Montecitorio il 25 novembre scorso sempre con 316 voti a favore. In quell’occasione le opposizioni e la minoranza Pd lasciarono l’aula. Non hanno partecipato al voto 40 deputati del Pd, di cui 28 della sinistra Pd critica verso il provvedimento, 10 di Area Popolare (tra cui l’ex presidente Nunzia De Girolamo, da tempo in dissenso col suo gruppo), 6 di Scelta Civica, 3 di Per l’Italia-Centro democratico. Sedici gli esponenti dem in missione. Rispetto all’Italicum, su cui 38 deputati dem non avevano votato la fiducia al governo, i ribelli del Pd scendono di dieci unità.

 

Soddisfazione da parte del governo: “La Buona Scuola non è una riforma. E’ un cambiamento radicale della nostra identità collettiva. Non esiste in Italia istituzione che appartenga di piu’ agli italiani della scuola. Il voto dell’Aula di Montecitorio di oggi ci dice questo: gli italiani vogliono pensarsi al futuro e vogliono farlo partendo dalla scuola. Abbiamo avuto coraggio, ci abbiamo creduto e andiamo avanti. E’ la volta buona”. Così il sottosegretario all’Istruzione, Davide Faraone.

 

Poco dopo sono arrivate le parole del ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini: “Con l’approvazione del ddl sulla scuola alla Camera “credo si faccia un grande cambio culturale. Giannini si è detta “emozionata e soddisfatta” e ha sottolineato che “il primo articolo riassume quello che abbiamo fatto. Intendiamo offrire una scuola di qualità, aperta e inclusiva”. Poi ha aggiunto che nel corso dell’esame al Senato del ddl di riforma della scuola “i pilastri del provvedimento non saranno toccati, non potranno essere toccati. Quello in Senato è un altro passaggio sostanziale, non è formale” ha aggiunto il ministro, ricordando che il provvedimento “ha già subito un’evoluzione condivisa”.  Felice anche il ministro dell’Interno e leader di Ncd, Angelino Alfano: “Ho votato perché questa è la riforma che volevamo, la nostra riforma, non a caso la sinistra non l’ha votata. Mette al centro merito, autonomia, esalta la libertà di scelta, rafforza il rapporto tra scuola e lavoro e va contro il conservatorismo del sindacato, che ancora una volta è una delle ragioni più forti per le quali siamo al governo”.

 

Soddisfatta anche il ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi: “E’ la maggioranza assoluta, per cui è andato bene anche il voto sulla scuola. Al Senato abbiamo un altro passaggio altrettanto significativo e quindi ovviamente riaffronteremo alcuni punti che sappiamo sono ancora discussi”.

 

Perplessità, invece, da parte di Elena Centemero, responsabile scuola e università di Forza Italia: “In questa riforma ci sono criticita’ ma anche molte battaglie che noi di Forza Italia abbiamo portato avanti per tanti anni. Penso alla valutazione, un tema fondamentale che non ha alcuna valenza punitiva ma e’ funzionale a valorizzare gli insegnanti bravi e ad individuare i punti di debolezza su cui si puo’ intervenire”.

 

Molto critici Lega Nord, M5S e Sel.

 

I leghisti annunciano battaglia anche al Senato: “La battaglia contro il ddl Buona scuola si sposta al Senato. Continueremo a sottolineare la grande distanza tra parole e fatti. Renzi non può da una parte parlare di merito e dall’altra fare l’opposto, preoccupandosi per le assunzioni solo di svuotare una graduatoria invece che “pescare” trasversalmente gli insegnanti più formatì ed esperti”, dice il responsabile federale Istruzione Lega Nord, Mario Pittoni.

 

Duro il commento del M5S: “La scuola pubblica statale fornirà sempre più un diritto allo studio solo di facciata, mentre l’accesso a una formazione adeguata sarà appannaggio di una minoranza della popolazione, economicamente in grado di investire per il futuro dei propri figli. Il progetto di Renzi è chiaro: desertificare culturalmente il paese per abbattere le conquiste civili. Vogliono sudditi da usare, inconsapevoli e subordinati” – scrivono i parlamentari grillini dopo il voto negativo dato alla Camera al Ddl Istruzione.

 

Ancor più duro, il gruppo parlamentare di “Alternativa libera”: “E’ stata persa l’occasione di risolvere il precariato della scuola, migliorandone la qualita’. Migliaia di docenti continueranno ad aspettare una chiamata che non arrivera’ mai. Docenti che con passione hanno insegnato a generazioni di studenti e che, solo per aver espresso disappunto verso il ddl, sono stati apostrofati come squadristi dal ministro. Il Governo dovrebbe chiedere scusa”.

 

“I tre miliardi per la scuola annunciati dal governo sono “un imbroglio” contrattacca il leader di Sel Nichi Vendola. Su twitter, Vendola scrive: “Il Governo parla di 3 miliardi per la scuola? Sono degli imbroglioni. Tra 20 giorni chiudono scuole e non sono ancora stati trasferiti soldi 2015”.

 

Voci molto critiche anche da parte dei sindacati. Per Flc Cgil, “l disegno di legge approvato oggi dal Parlamento disegna una scuola brutta e autoritaria che nega i diritti e la libertà a chi vive nella scuola. Gli emendamenti approvati, frutto dello sciopero del 5 Maggio e delle mobilitazioni di questi giorni, non cambiano la sostanza di contenuti inaccettabili.  Renzi e il suo Governo non hanno il consenso di docenti, personale ATA, studenti, famiglie e degli stessi dirigenti scolastici. E’ evidente la rottura con il mondo della scuola e con il Paese, da non addebitare ad un difetto di comunicazione ma a dei contenuti di un provvedimento che non affronta i problemi reali della scuola pubblica”.

 

 

Polemica anche la Cisl Scuola: “Il testo del disegno di legge di riforma licenziato oggi dalla Camera non risolve nessuna delle criticità su cui da settimane stiamo rivendicando il confronto con governo e forze politiche, sostenuti da una mobilitazione di ampiezza senza precedenti con cui l’intero mondo della scuola chiede di apportare al testo di legge profondi cambiamenti, salvaguardando un’idea di scuola fondata sulla condivisione, la cooperazione, la giusta valorizzazione di tutte le professionalità. Su tutti questi punti riprenderemo, a partire dall’incontro di lunedì al MIUR, un confronto che si svolgerà secondo le tappe concordate il 12 maggio a Palazzo Chigi. Così il segretario generale, Francesco Scrima.

 

 

Anche la Gilda non è tenera nei confronti del Ddl. Queste le parole del segretario generale, Rino Di Meglio: “Oggi si è consumato uno strappo pesante tra la casta politica, rappresentata dal Pd, e tutto il mondo della scuola. La rapidità con cui l’aula di Montecitorio ha dato il via libera al disegno di legge dimostra la volontà di Renzi di mostrare i muscoli e di arrivare a una prova di forza. Ma la partita – avverte Di Meglio – non finisce qui perché la battaglia proseguirà al Senato. La Gilda degli Insegnanti non si arrende e andrà avanti con la mobilitazione, mettendo in campo tutti i metodi di lotta consentiti dalla legge. Questa riforma è un attentato alla scuola pubblica statale e alla libertà di insegnamento sancita dalla Costituzione e – conclude il coordinatore della Gilda – noi non arretreremo di un passo”.

 

 

Anche gli studenti sono molti critici nei confronti del provvedimento approvato dalla Camera: Il Governo non ha voluto mettere in discussione i saldi, come invece tutto il mondo della scuola aveva chiesto, dimostrando che il “dialogo” raccontato in questi giorni era una farsa – dichiara Alberto Irone, portavoce nazionale Rete Studenti Medi. “Il DdL appena approvato alla Camera non è buona scuola, ma autoritarismo e diseguaglianza. Abbiamo chiesto tutti insieme di cambiare i punti chiave del testo, ma il Governo non ha voluto ascoltare il mondo della scuola – aggiunge il portavoce. “Questo DdL così è inaccettabile e rovinerà la scuola italiana: accentramento dei poteri decisionali nelle mani del preside-manager, arbitrio invece che valutazione, finanziamenti privati diretti alle scuole, nessun finanziamento al diritto allo studio. E’ una scuola-azienda che produce diseguaglianze.”

Riforma ottima! No, è una porcata

da La Tecnica della Scuola

Riforma ottima! No, è una porcata

StudiCentro: con “la buona scuola” i sindacati perdono le posizioni di privilegio. E Baldassarre (Al): il ddl è una porcata, il Governo vuole la scuola-azienda

Chi suona le trombe di guerra e chi le campane di giubilo, ma con cui si dimostra che anche la scuola è luogo, non di incontro e di dialogo, ma di lotta politica e di scontro. Terra di conquista insomma e come i fortilizi mediaevali, agli squilli di tromba degli assedianti rispondono le campane degli assediati. Ma la domanda rimane: a chi giova? E non c’è un cippo attorno al quale discutere?

Filippo Pompei, portavoce nazionale di StudiCentro, L’unione degli studenti europei, dichiara: “L’approvazione del ddl La Buona Scuola pone finalmente le basi per innovare una scuola ferma al secolo scorso, rifiutando i veti di sindacati e conservatorismi preoccupati di perdere posizioni di privilegio.

Il rafforzamento del ruolo del dirigente scolastico, gli investimenti che tornano a salire nel comparto educativo, l’apertura ai privati, il potenziamento dell’alternanza scuola-lavoro, la valorizzazione della valutazione, il riconoscimento del ruolo delle scuole paritarie fanno andare nel giusto verso questo tentativo di cambiare la scuola italiana. Ora auspichiamo che in Senato possa essere migliorato il testo con il potenziamento del capitolato sul diritto allo studio, il finanziamento delle imprese che si aprono all’alternanza scuola-lavoro e l’ introduzione in un testo legislativo della carta dello studente”

Marco Baldassarre, deputato di Alternativa Libera, invece non ha dubbi: il Ddl è una porcata.

“E’ stata persa l’occasione di risolvere il precariato della scuola, migliorandone la qualità. Migliaia di docenti continueranno ad aspettare una chiamata che non arriverà mai. Docenti che con passione hanno insegnato a generazioni di studenti e che, solo per aver espresso disappunto verso il ddl, sono stati apostrofati come squadristi dal ministro. Il Governo dovrebbe chiedere scusa”

“Non ci piace l’eccesso di potere al dirigente che, mettendo gli insegnanti in posizione di sudditanza, sacrifica il merito a favore delle clientele, scardinando quei principi di democrazia scolastica che sono il pluralismo e la libertà di insegnamento. Questo Governo sarà ricordato come quello che ha inferto il colpo di grazia alla scuola, trasformandola in azienda. Speriamo al Senato si riesca a bloccare questo ddl porcata”. (Da Agenzia Parlamentare)

Riforma. Le schede del Miur

da tuttoscuola.com

Riforma. Le schede del Miur
Via libera della Camera al ddl ‘La Buona Scuola’ Giannini: “Proposto grande cambiamento culturale”

“Con il via libera dell’Aula di Montecitorio al disegno di legge ‘La Buona Scuola’ si avvicina il raggiungimento di un obiettivo che per questo governo è centrale: il rilancio del nostro sistema di istruzione attraverso un cambiamento culturale che mette al centro questi principi: autonomia, trasparenza, responsabilità, valutazione e merito”. Così il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Stefania Giannini, dopo il sì della Camera dei Deputati sul ddl scuola, che ora passa all’esame del Senato.

“La scuola che avremo a settembre sarà una scuola nuova, con più risorse umane e finanziarie per costruire il proprio progetto formativo, anche in base alle esigenze espresse dagli studenti. Alla Camera dei Deputati – continua Giannini – è stato fatto un grande lavoro per arricchire ulteriormente il testo e sciogliere alcuni nodi. Abbiamo messo un primo punto dopo mesi di dibattito. Confidiamo ora che al Senato ci sia un lavoro altrettanto proficuo e che si possa poi procedere ad un rapido via libera per avere le prime novità in vigore già a settembre”.
Il disegno di legge approvato oggi alla Camera è frutto di un lavoro di ascolto iniziato a settembre dal Governo e proseguito con le audizioni in Parlamento e gli incontri dell’Esecutivo con sindacati, studenti e genitori. Il ddl prevede un finanziamento aggiuntivo di 3 miliardi a regime sul capitolo istruzione e un piano straordinario di assunzioni per poter dare alla scuola i docenti di cui ha bisogno e tirare una linea con il passato sul tema del precariato storico. Dal 2016 si assume solo per concorso. Il provvedimento mette al centro l’autonomia scolastica. Si danno gli strumenti finanziari e operativi a dirigenti scolastici e docenti per poterla realizzare. Ovvero più soldi (viene raddoppiato il Fondo di funzionamento delle scuole) e più risorse umane (con il piano assunzioni ogni istituto avrà in media 7 docenti in più per i progetti e il potenziamento dell’offerta).
Agli studenti viene garantita un’offerta formativa più ricca che guarda alla tradizione (più Musica, Arte), ma anche al futuro (più lingue, competenze digitali, Economia). L’intera comunità scolastica, famiglie e studenti compresi, sarà coinvolta nell’elaborazione del Piano dell’offerta formativa della propria scuola, il documento costitutivo dell’identità culturale e progettuale delle scuole. Nel ddl ci sono risorse specifiche per la formazione e l’aggiornamento dei docenti e per la loro valorizzazione. Continua l’investimento dello Stato sull’edilizia scolastica, con fondi ad hoc per gli interventi di manutenzione, ma anche per la costruzione di strutture innovative.

 

Le schede

La Buona Scuola mette al centro l’autonomia
Il ddl consente di realizzare l’autonomia scolastica, assegnando maggiori strumenti ai dirigenti delle scuole per chiedere e gestire risorse umane, tecnologiche e finanziarie. Le istituzioni scolastiche avranno un organico potenziato, l’organico dell’autonomia (garantito, a partire dal prossimo anno scolastico, attraverso un piano straordinario di assunzioni) per coprire le cattedre vacanti, rispondere alle nuove esigenze didattiche, organizzative e progettuali, potenziare l’offerta formativa, combattere la dispersione scolastica, rendere la scuola più inclusiva, eliminare le supplenze più dannose, anno dopo anno, per la continuità della didattica. Le scuole, d’ora in poi, potranno indicare allo Stato il fabbisogno di docenti e strumenti per attuare i loro Piani dell’offerta formativa. I Piani diventano triennali e vengono elaborati con la partecipazione di tutte le componenti della scuola: il Piano è elaborato dal Collegio dei docenti, sulla base degli indirizzi definiti dal dirigente scolastico, ed è poi approvato dal Consiglio di circolo o d’Istituto dove sono presenti anche le famiglie e, alle superiori, gli studenti. Viene raddoppiato il Fondo di funzionamento delle scuole che passa dai 111 milioni attuali ad oltre 200 con uno stanziamento di 126 milioni in più all’anno dal 2016. Risorse che servono alle scuole per comprare tutto quello di cui hanno bisogno per didattica e attività amministrative.

Un piano straordinario di assunzioni
Il ddl dà il via libera ad un Piano straordinario di assunzioni per il 2015/2016 per coprire le cattedre vacanti e creare l’organico dell’autonomia. Oltre 100.000 insegnanti saranno assunti a settembre 2015. Dopo si torna ad assumere per concorso. Grazie alle assunzioni, la scuola avrà l’8% di docenti in più, per una media di 7 per ciascuna istituzione scolastica. Il disegno di legge pone un limite alla reiterazione dei contratti a termine: non si potrà andare oltre i 36 mesi anche non continuativi per evitare la creazione di nuovi bacini di precari e rispettare le normative Ue. Il calcolo dei 36 mesi si applica a partire dai contratti stipulati dal prossimo anno scolastico, il 2015/2016. La regolarità dei concorsi garantirà la possibilità a chi fa supplenze ed è abilitato di poter entrare a tempo indeterminato nell’organico dei docenti.

Il dirigente scolastico diventa un leader educativo
I presidi diventano leader educativi: meno burocrazia e più attenzione all’organizzazione della vita scolastica. Dovranno essere i promotori del Piano dell’offerta formativa della propria scuola che viene poi elaborato dagli organi collegiali. I dirigenti avranno la possibilità di mettere in campo la loro squadra individuando, sui posti che si liberano ogni anno, i docenti più adatti, per curriculum ed esperienza fatta, per realizzare il progetto formativo della loro scuola. La scelta dei docenti da parte dei presidi avviene all’interno di ambiti territoriali (a regime di dimensione inferiore al territorio della Provincia) predisposti dagli Uffici Scolastici Regionali. Negli ambiti territoriali confluiscono i nuovi assunti: quest’anno i docenti del Piano straordinario, dal prossimo i vincitori di concorso. È lo Stato e non il dirigente scolastico ad assumere gli insegnanti. Solo dopo l’assunzione i docenti vengono individuati dalle scuole sulla base dell’offerta che vogliono garantire agli studenti. Le operazioni avverranno in modo trasparente: i presidi renderanno pubbliche, attraverso il sito della loro scuola, tutte le informazioni relative agli incarichi conferiti. Il loro operato sarà sottoposto a valutazione. Una valutazione che influirà anche sulla loro retribuzione aggiuntiva.

La Buona Scuola prepara al futuro
Il disegno di legge prevede il miglioramento dell’offerta formativa sempre più declinata in base alle esigenze degli studenti e coerente con la necessità di orientarli al futuro. Con la Buona scuola ci sarà il potenziamento delle competenze linguistiche: l’Italiano per gli studenti stranieri e l’Inglese per tutti (anche con materie generaliste insegnate in lingua). Vengono potenziate poi: Arte, Musica, Diritto, Economia, Discipline motorie. Viene dato più spazio all’educazione ai corretti stili di vita e si guarda al domani attraverso lo sviluppo delle competenze digitali degli studenti (pensiero computazionale, utilizzo critico e consapevole dei social network e dei media). Alle superiori, il curriculum diventa flessibile: le scuole attiveranno materie opzionali per rispondere alle esigenze dei loro ragazzi. Le competenze maturate dagli studenti, anche in ambito extra scolastico (volontariato, attività sportive, culturali, musicali), saranno inserite in un apposito curriculum digitale che conterrà informazioni utili per l’orientamento e l’inserimento nel mondo del lavoro.

Scuola-lavoro, laboratori e digitale
Almeno 400 ore nell’ultimo triennio dei tecnici e dei professionali e 200 in quello dei licei. L’alternanza scuola lavoro esce dall’occasionalità e diventa strutturale grazie ad uno stanziamento di 100 milioni all’anno. Si farà in azienda, ma anche in enti pubblici, musei, si potrà fare anche d’estate e all’estero. Sarà predisposta una Carta dei diritti e dei doveri degli studenti in alternanza. È previsto che i ragazzi partecipanti possano esprimere una valutazione sull’efficacia dei percorsi effettuati. Sarà istituito un Registro nazionale dell’alternanza in cui saranno visibili enti e imprese disponibili a svolgere questi percorsi. Sempre per rendere coerente la formazione con l’orientamento al futuro una parte dei fondi che lo Stato stanzia per gli Istituti tecnici superiori sarà legata (per il 30%) agli esiti dei diplomati nel mondo del lavoro. Altri 90 milioni vengono stanziati subito per l’innovazione didattica e la creazione di laboratori territorialil’, aperti anche di pomeriggio, per orientare i giovani al lavoro e da utilizzare come strumento di contrasto alla dispersione. Sul digitale e l’innovazione l’investimento diventa permanente: dopo i primi 90 milioni ce ne saranno altri 30 all’anno a partire dal 2016.

Una Card per l’aggiornamento degli insegnanti
Arriva la Carta elettronica per l’aggiornamento e la formazione dei docenti, un voucher di 500 euro all’anno da utilizzare per l’aggiornamento professionale attraverso l’acquisto di libri, testi, strumenti digitali, iscrizione a corsi, l’ingresso a mostre ed eventi culturali. La formazione in servizio diventa obbligatoria e coerente con il Piano triennale dell’offerta formativa della scuola e con le priorità indicate dal Ministero. Per la formazione in servizio viene previsto per la prima volta uno stanziamento strutturale: 40 milioni di euro all’anno.

Un fondo ad hoc per valorizzare i docenti
Viene istituito un fondo da 200 milioni all’anno per la valorizzazione del merito del personale docente. La distribuzione alle scuole terrà conto dei territori con maggiori criticità educative. Ogni anno il dirigente scolastico assegnerà i fondi ai docenti tenendo conto dei criteri stabiliti, in base a linee guida nazionali, da un apposito nucleo di valutazione interno alla scuola di cui fanno parte anche genitori e studenti.

Un bando per ‘Scuole Innovative’, continua l’impegno sull’edilizia

Il ddl prevede un bando per la costruzione di scuole altamente innovative, dal punto di vista architettonico, impiantistico, tecnologico. Scuole ‘green’ e caratterizzate da nuovi ambienti di apprendimento digitali. L’Osservatorio per l’edilizia scolastica, istituito presso il Ministero dell’Istruzione, coordinerà strategie e risorse per gli interventi e promuoverà la cultura della sicurezza. Vengono recuperate risorse precedentemente non spese da investire sulla sicurezza degli edifici. Stanziati 40 milioni per finanziare indagini diagnostiche sui controsoffitti delle scuole. Viene istituita la Giornata nazionale per la sicurezza nelle scuole.

La Scuola trasparente

Il ddl prevede la creazione di un Portale unico dei dati della scuola con la pubblicazione di tutte le informazioni relative al sistema di istruzione: bilanci delle scuole, Anagrafe dell’edilizia, Piani dell’offerta formativa, dati dell’Osservatorio tecnologico, Cv degli insegnanti, incarichi di docenza. Uno strumento di trasparenza nei confronti dei cittadini e di responsabilizzazione degli istituti.

School bonus e detrazione rette per chi va alla paritaria
Con lo school bonus, chi farà donazioni a favore delle scuole per la costruzione di nuovi edifici, per la manutenzione, per la promozione di progetti dedicati all’occupabilità degli studenti, avrà un beneficio fiscale (credito di imposta al 65%) in sede di dichiarazione dei redditi. Cambia l’approccio all’investimento sulla scuola: ogni cittadino viene incentivato a contribuire al miglioramento del sistema scolastico. Scatta poi la detraibilità delle spese sostenute dalle famiglie i cui figli frequentano una scuola paritaria.

Il disegno di legge assegna poi la delega al governo a legiferare in diversi ambiti fra cui il diritto allo studio, il riordino delle norme in materia di scuola, la promozione dell’inclusione scolastica, le modalità di assunzione e formazione dei dirigenti scolastici, la creazione di un sistema integrato di educazione e di istruzione 0-6 anni.

Giannini: grande cambiamento culturale

da tuttoscuola.com

Giannini: grande cambiamento culturale

“Con il via libera dell’Aula di Montecitorio al disegno di legge ‘La Buona Scuola’ si avvicina il raggiungimento di un obiettivo che per questo governo è centrale: il rilancio del nostro sistema di istruzione attraverso un cambiamento culturale che mette al centro questi principi: autonomia, trasparenza, responsabilità, valutazione e merito”. Così il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Stefania Giannini, commenta il sì della Camera dei Deputati sul ddl scuola, che ora passa all’esame del Senato.

La scuola che avremo a settembre sarà una scuola nuova, con più risorse umane e finanziarie per costruire il proprio progetto formativo, anche in base alle esigenze espresse dagli studenti. Alla Camera dei Deputati – continua Giannini – è stato fatto un grande lavoro per arricchire ulteriormente il testo e sciogliere alcuni nodi. Abbiamo messo un primo punto dopo mesi di dibattito. Confidiamo ora che al Senato ci sia un lavoro altrettanto proficuo e che si possa poi procedere ad un rapido via libera per avere le prime novità in vigore già a settembre”.

Il ministro sottolinea che “il disegno di legge approvato oggi alla Camera è frutto di un lavoro di ascolto iniziato a settembre dal Governo e proseguito con le audizioni in Parlamento e gli incontri dell’Esecutivo con sindacati, studenti e genitori. Il ddl prevede un finanziamento aggiuntivo di 3 miliardi a regime sul capitolo istruzione e un piano straordinario di assunzioni per poter dare alla scuola i docenti di cui ha bisogno e tirare una linea con il passato sul tema del precariato storico. Dal 2016 si assume solo per concorso. Il provvedimento mette al centro l’autonomia scolastica. Si danno gli strumenti finanziari e operativi a dirigenti scolastici e docenti per poterla realizzare. Ovvero più soldi (viene raddoppiato il Fondo di funzionamento delle scuole) e più risorse umane (con il piano assunzioni ogni istituto avrà in media 7 docenti in più per i progetti e il potenziamento dell’offerta)”.

“Agli studenti”, conclude Giannini, “viene garantita un’offerta formativa più ricca che guarda alla tradizione (più Musica, Arte), ma anche al futuro (più lingue, competenze digitali, Economia). L’intera comunità scolastica, famiglie e studenti compresi, sarà coinvolta nell’elaborazione del Piano dell’offerta formativa della propria scuola, il documento costitutivo dell’identità culturale e progettuale delle scuole. Nel ddl ci sono risorse specifiche per la formazione e l’aggiornamento dei docenti e per la loro valorizzazione. Continua l’investimento dello Stato sull’edilizia scolastica, con fondi ad hoc per gli interventi di manutenzione, ma anche per la costruzione di strutture innovative”.

Si possono bloccare gli scrutini per due giorni

Il Ddl è stato approvato alla Camera, mentre Alesse e Renzi si sono arresi all’evidenza e hanno dichiarato che il blocco degli scrutini è legittimo. Proseguirà lo sciopero dopo i due giorni? Lo decideranno i docenti in lotta, anche in base alle risposte del governo
Ci auguriamo che convochino lo sciopero anche gli altri sindacati. Lo chiedono tutti i lavoratori/trici della scuola, che vogliono anche manifestare insieme prima del blocco.
Mentre migliaia di docenti ed Ata protestavano davanti a Montecitorio, chiedendo il ritiro totale del Ddl  “Cattiva scuola”, l’Aula, scioccamente indifferente, approvava la legge. Ma era un risultato largamente scontato, vista la netta maggioranza a disposizione del PD. Però il passaggio al Senato sarà ben più periglioso. E, con tutti gli occhi puntati ai risultati elettorali, Renzi si è preso tempi “distesi”: la discussione a Palazzo Madama non inizierà prima del 5 giugno. Nel frattempo il presidente Alesse (Autorità di garanzia sugli scioperi) ha scoperto che il blocco degli scrutini per due giorni è perfettamente legale, mentre la ministra Giannini, novella Alice nel Paese delle Meraviglie, si è “rallegrata” perché avremmo rinunciato al “blocco”. Si riferiva al fatto che il blocco non riguarderà le classi di fine corso: cosa annunciata da tempo, visto che la legge anti-sciopero questo impone. Anche Renzi ha ammesso la legittimità dello sciopero, pur lamentando che danneggerebbe famiglie e studenti, peraltro del tutto solidali con noi. Dunque, finisce lo sciocco terrorismo anti-blocco: ed è un bene, sperando che i mass-media ne diano ampio resoconto.
Ora ci si chiede cosa accadrà dopo i due giorni di sciopero che si svolgeranno – lo ricordiamo – secondo il seguente calendario: 8 e 9 giugno per Emilia-Romagna e Molise; il 9 e il 10 per Lazio e Lombardia; il 10 e l’11 per Puglia, Sicilia e Trentino; l’11 e il 12 per Liguria, Marche, Sardegna, Toscana,Umbria, Campania e Veneto; il 12 e il 13 per Abruzzo, Basilicata, Calabria, Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Val d’Aosta; il 17 e il 18 per l’Alto Adige. L’eventuale prosecuzione del blocco verrà decisa dai docenti in lotta, e dipenderà in primo luogo da cosa succederà al Senato per la legge. In caso di prosecuzione, può scattare la precettazione: ma solo dopo la dichiarazione di essa da parte del governo, i docenti potrebbero essere multati (500 euro nel primo episodio e fino a 1000 in caso di reiterazione).
Questa sera si riuniranno i Cinque sindacati “rappresentativi” e decideranno in merito alla loro partecipazione al blocco. Stamane a Montecitorio gli esponenti Cgil e Gilda si sono pronunciati a favore dello sciopero. Ci auguriamo che anche gli altri facciano lo stesso: ma in ogni caso lo sciopero si farà, rispondendo alla richiesta plebiscitaria della categoria. Resta da decidere se, prima dell’inizio del blocco (noi abbiamo proposto domenica 7 giugno), daremo occasione a tutti i cittadini contrari alla Cattiva scuola renziana di scendere in piazza con docenti ed Ata per difendere la scuola pubblica e bocciare il Disegno di legge. Aspettando una risposta dai Cinque, restiamo disponibili sia per una manifestazione nazionale sia per decine di manifestazioni cittadine. E se centinaia di migliaia di persone scenderanno in piazza unitariamente, sarà ben difficile per il Cattivo Maestro Renzi sostenere che il blocco degli scrutini dei giorni seguenti sarà solo l’espressione del “corporativismo” dei docenti, restii a valutazioni e classifiche di merito.

Piero Bernocchi   portavoce nazionale COBAS

Avviso 21 maggio 2015, Prot. n.1104

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per la Formazione Superiore e per la Ricerca
Direzione Generale per il coordinamento, la promozione e la valorizzazione della ricerca

AVVISO   PUBBLICO  PER  LA  SELEZIONE  DEI  COMPONENTI  DEL  COMITATO  NAZIONALE  DEI  GARANTI  DELLA  RICERCA  (CNGR)

Premessa

L’art.21 della legge di riordino del sistema universitario (legge 30 dicembre 2010, n.240) ha istituito il CNGR, i cui compiti principali sono i seguenti:

a)  indicare i criteri per la valutazione dei progetti di ricerca fondamentale, sulla base dei criteri riconosciuti a livello internazionale;

b) nominare gli studiosi che fanno parte dei comitati di selezione per la valutazione dei progetti di ricerca fondamentale e coordinare il lavoro dei comitati stessi.

Lo stesso art. 21 della legge 240/2010 prevede che la nomina dei componenti del CNGR sia effettuata dal Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, sulla base di un elenco, composto da non meno di dieci e non più di quindici nominativi, definito da un apposito Comitato di Selezione (“searchcommittee”).

Poiché alla data attuale risultano cessati dalla carica cinque dei sette componenti del CNGR, si rende necessario provvedere alla loro immediata sostituzione, attivando le procedure di cui al citato articolo 21.

Al riguardo, nelle more dell’insediamento del Comitato di Selezione, nominato con D.M. 250 del 4 maggio 2015, si ritiene opportuno procedere all’emanazione del presente avviso al fine di acquisire le candidature a componente del CNGR, da un lato garantendo il pieno rispetto delle normative in materia di trasparenza, e dall’altro assicurando che, attraverso la definizione di idonei requisiti, la designazione dei possibili componenti del CNGR corrisponda alle esigenze di eccellenza a livello internazionale.

Requisiti per la candidatura

Il criterio fondamentale di selezione dei candidati è individuabile nel riconoscimento di un elevato profilo scientifico, unitamente a una comprovata esperienza nel campo della valutazione dei progetti di ricerca a livello internazionale.

Possono presentare la loro candidatura tutti gli studiosi di alta qualificazione in servizio presso una università o un ente pubblico di ricerca, che siano in possesso dei diritti civili e politici e  che non abbiano riportato condanne penali.

La domanda, da presentare esclusivamente per via telematica all’indirizzo https://cngr.miur.it, secondo il modello predisposto dal Ministero, dovrà essere corredata da:

1)   copia di un documento di identità in corso di validità;

2)   curriculum vitae dettagliato (in pdf), redatto in italiano o in inglese, in cui si evidenzino i principali titoli, tappe e realizzazioni della carriera scientifica, gli ambiti di ricerca, le esperienze gestionali, la conoscenza delle procedure e delle metodologie di valutazione della ricerca, con particolare riferimento alle “peerreview” (non più di trentamila caratteri, spazi inclusi);

3)   lista delle 20 principali pubblicazioni (in pdf) che il candidato ritenga maggiormente significative in relazione alla sua domanda.

 

Incompatibilità

L’eventuale nomina a componente del CNGR risulta incompatibile con l’appartenenza ad altri comitati previsti nell’ambito dell’organizzazione ufficiale del  MIUR o al Consiglio direttivo dell’ANVUR, con la rappresentanza legale di università o enti pubblici di ricerca, o con cariche politiche  elettive o di governo a livello nazionale o regionale o locale.

In ogni caso, l’incarico di componente del CNGR, ai sensi di quanto previsto dall’art.21 della citata legge 240/2010, cesserà al termine della durata prevista nel decreto ministeriale di nomina o al compimento del 70° anno di età, se precedente.

Modalità operative

Il Comitato di Selezione prenderà in considerazione, tassativamente, solo ed esclusivamente i candidati che abbiano presentato la propria candidatura, con le modalità sopra descritte, entro e non oltre le ore 15 del 19 giugno 2015.

All’esito della selezione, da completare entro il 17 luglio 2015, il Comitato proporrà all’on. Ministro una rosa di nominativi, tenendo anche conto della necessità di assicurare un adeguato bilanciamento di genere e di ambiti scientifici.

La segreteria del Comitato di Selezione è assicurata dall’ufficio III della Direzione Generale per il coordinamento, la promozione e la valorizzazione della ricerca.

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Il trattamento dei dati personali è finalizzato unicamente all’espletamento della selezione. L’autorizzazione al trattamento di tali dati è obbligatoria ai fini della valutazione, pena l’esclusione dalla selezione.

Al fine di garantire la massima trasparenza, i curricula dei candidati componenti la rosa di nominativi proposti all’on. Ministro saranno pubblicati sul sito istituzionale del MIUR.

Roma, 21 maggio 2015

IL DIRETTORE GENERALE
(dott. Vincenzo Di Felice)