GAE infanzia e primaria: il Consiglio di Stato ha detto no. La sentenza e le possibili conseguenze

da Tuttoscuola

GAE infanzia e primaria: il Consiglio di Stato ha detto no. La sentenza e le possibili conseguenze

L’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato, dopo l’udienza tenutasi lo scorso 15 novembre, ha pubblicato oggi, 20 dicembre, la sentenza definitiva smentendo se stesso e negando il diritto dei docenti in possesso di diploma magistrale conseguito entro il 2001/2002 all’inserimento nelle Graduatorie a Esaurimento.

Leggi il testo della sentenza del Consiglio di Stato

Di seguito le conseguenze potrebbero esserci dopo che il Consiglio di Stato ha emanato la sentenza di esclusione dalle GAE degli iscritti con riserva. Vi potrebbero infatti essere effetti immediati, pregressi e futuri. Vediamo come.

Nell’immediato, vista la sentenza sfavorevole, vi sarebbe il depennamento di tutti gli iscritti con riserva nelle graduatorie provinciali delle GAE per la scuola dell’infanzia (circa 30 mila) e per la scuola primaria (altri 30 mila circa).

Il depennamento comporterebbe anche la cancellazione dalla prima fascia delle graduatorie per le supplenze di quelli, tra loro, che ne avevano chiesto l’iscrizione. Verrebbero retrocessi in seconda fascia tra gli abilitati. Quale effetto retroattivo potrebbe esserci per questo declassamento?

Per coloro che, grazie all’iscrizione in GAE (se pur con riserva), sono entrati in ruolo dovrebbe esserci l’annullamento del contratto a tempo indeterminato con perdita immediata del posto, in quanto proprio il requisito di iscritto in GAE era condizione sine qua non per l’assunzione.

Analogamente, gli iscritti in prima fascia per la graduatoria di supplenze, se assunti con contratto a tempo determinato (supplenza annuale o fino al termine delle attività o in supplenze brevi) rischiano concretamente di perdere la supplenza se in seconda fascia vi sono iscritti con maggior punteggio.

La retroattività, come si può capire, determinerebbe negativi sugli assetti organizzativi delle classi in conseguenza dei ricambi di insegnanti ad anno scolastico cominciato.

Quali prospettive di lavoro per gli esclusi dalle GAE?

Soltanto supplenze come iscritti in seconda fascia. Per il ruolo vi sarebbe soltanto il concorso, forche caudine per migliaia che c’hanno provato con il concorso 2016, senza riuscire a superare lo scritto, soprattutto per la scuola primaria.

Intesa CSR 21 dicembre 2017, n. 249

CONFERENZA PERMANENTE PER I RAPPORTI TRA LO STATO, LE REGIONI E LE PROVINCE AUTONOME DI TRENTO E BOLZANO

Intesa CSR 21 dicembre 2017, n. 249

Intesa ai sensi dell’articolo 3, comma 3, del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 61, sullo schema di regolamento, recante “Revisione dei percorsi dell’istruzione professionale nel rispetto della Costituzione, nonché raccordo con i percorsi dell’istruzione e formazione professionale, a norma dell’articolo 1, commi 180 e 181 della legge 13 luglio 2015, n. 107”.

Rep. Atti n. 249 del 21 dicembre 2017

Riordino Istruzione Professionale


Via libera il 21 dicembre 2017 in Conferenza Stato-Regioni all’intesa al Regolamento attuativo per il riordino dell’Istruzione professionale. Prende corpo, dunque, la riforma disegnata da uno dei decreti legislativi (il numero 61 del 2017) della legge 107 del 2015, la Buona Scuola. Per il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca era presente il Sottosegretario Vito De Filippo.

“La revisione dell’Istruzione professionale ha l’obiettivo di dare una chiara identità a questi istituti, innovando e rendendo più flessibile la loro offerta formativa, superando l’attuale sovrapposizione con l’Istruzione tecnica che ha causato, in passato, la perdita di iscrizioni, e mettendo ordine in un ambito frammentato tra competenze statali e regionali – sottolinea la Ministra Valeria Fedeli -. Rilanceremo i laboratori, stanziando anche apposite risorse PON per rinnovarli, e sarà potenziato l’organico del personale docente, con quasi 48 milioni stanziati per l’anno scolastico 2018/2019 e ulteriori finanziamenti a regime. Possiamo davvero scrivere una nuova e importante pagina per queste scuole che possono e devono avere un ruolo centrale nel rilancio economico del Paese e che possono essere davvero laboratori territoriali di innovazione. Nelle prossime settimane, anche in vista delle iscrizioni, accompagneremo scuole e famiglie, informandole sul nuovo sistema e sulle sue opportunità”.

“Il rilancio dei professionali è un tassello decisivo della riforma varata nel 2015. Si tratta di novità attese per dare una risposta qualitativamente alta a chi oggi decide di intraprendere questo percorso di studi. Dopo l’intesa di oggi lavoreremo rapidamente per fare in modo che tutto sia pronto per il prossimo anno scolastico: a settembre 2018 è previsto il debutto dei nuovi percorsi”, aggiunge il Sottosegretario Vito De Filippo.

I percorsi saranno di 5 anni: biennio più triennio. Gli indirizzi passeranno da 6 a 11: agricoltura, sviluppo rurale, valorizzazione dei prodotti del territorio e gestione delle risorse forestali e montane; pesca commerciale e produzioni ittiche; industria e artigianato per il Made in Italy; manutenzione e assistenza tecnica; gestione delle acque e risanamento ambientale; servizi commerciali; enogastronomia e ospitalità alberghiera; servizi culturali e dello spettacolo; servizi per la sanità e l’assistenza sociale; arti ausiliarie delle professioni sanitarie: odontotecnico; arti ausiliarie delle professioni sanitarie: ottico.

Ogni scuola potrà declinare questi indirizzi in base alle richieste e alle peculiarità del territorio, coerentemente con le priorità indicate dalle Regioni. Il riordino punta ad una sempre maggiore personalizzazione degli apprendimenti in modo tale che le studentesse e gli studenti, attraverso un progetto formativo individuale, possano sviluppare e acquisire competenze che li aiutino nell’accesso del mondo del lavoro. Nel biennio vengono inseriti gli assi culturali, ovvero aggregazioni di insegnamenti omogenei che forniscono competenze chiave di cittadinanza alle giovani e ai giovani.

Le scuole potranno utilizzare le loro quote di autonomia, in relazione all’orario complessivo, per rafforzare i laboratori e qualificare la loro offerta in modo flessibile.

Per una informazione preliminare alle istituzioni scolastiche e alle famiglie in merito alle novità previste, in vista delle imminenti iscrizioni, il Ministero ha predisposto una circolare inviata a tutte le scuole con i punti principali del Regolamento approvato oggi. Il Ministero ha già avviato gli incontri informativi con gli Uffici scolastici regionali (USR) e stanziato oltre 1 milione di euro per l’accompagnamento della riforma: sono previsti, nei prossimi mesi, ulteriori incontri con gli USR e apposite conferenze di servizio con i dirigenti scolastici.


Dall’anno scolastico 2018/2019, l’istruzione professionale cambia e si rinnova profondamente.

Per dare risposte alla domanda diffusa di una formazione di qualità e fornire opportunità sempre più interessanti alle giovani e ai giovani, il processo di riforma si concretizza in un nuovo modello organizzativo basato su:

  • Nuovi indirizzi: si passa da 6 a 11. Il profilo dei nuovi indirizzi è stato predisposto in modo innovativo e sempre più coerente con il sistema produttivo che caratterizza il “Made in Italy”.
  • Un nuovo modello didattico, basato sulla personalizzazione, sull’uso diffuso ed intelligente dei laboratori, su un’integrazione piena tra competenze, abilità e conoscenze.
  • Una didattica orientativa, finalizzata ad accompagnare e indirizzare le studentesse e gli studenti in tutto il corso di studi.
  • Maggiore flessibilità.
  • Materie aggregate per assi culturali.
  • Un biennio sostanzialmente unitario, seguito da un triennio finalizzato all’approfondimento della formazione dello studente.

I cambiamenti sono stati previsti dal decreto legislativo 61 del 13 aprile 2017, con l’obiettivo di rilanciare l’istruzione professionale, puntando ad aumentare la qualità educativa e con l’obiettivo fondamentale di formare cittadine e cittadini di domani, aiutando le ragazze e i ragazzi a maturare autonomia, consapevolezza e responsabilità e ad acquisire strumenti per crescere e costruirsi un futuro in ulteriori percorsi di studio o direttamente nel mondo del lavoro.

Per perseguire questi obiettivi, il sistema scolastico e formativo investe risorse finanziarie e professionali. Grazie alla riforma ci saranno:

  • Più insegnanti tecnico-pratici, in piena integrazione con gli insegnanti curricolari.
  • Più fondi per laboratori ed attrezzature specialistiche.
    Una maggiore valorizzazione dell’autonomia scolastica.

L’istruzione professionale punta a diventare un laboratorio permanente di ricerca e di innovazione, in continuo rapporto con il mondo del lavoro, motore di sviluppo e di crescita.

Piano Nazionale Anticorruzione Università

Giovedì 21 dicembre, alle ore 11.30 presso il Salone dei Ministri del Miur, in viale Trastevere 76/a, la Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Valeria Fedeli e il Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione Raffaele Cantone presenteranno le novità contenute nell’Aggiornamento 2017 al Piano Nazionale Anticorruzione, approvato dall’Anac il 22 novembre scorso.


Università, Fedeli e Cantone hanno presentato
Aggiornamento 2017 al Piano Nazionale Anticorruzione

(Roma, 21 dicembre 2017) Oggi, presso il Salone dei Ministri del Miur, la Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Valeria Fedeli, e il Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone, hanno presentato le novità contenute nell’Aggiornamento 2017 al Piano Nazionale Anticorruzione, approvato dall’Anac il 22 novembre scorso. Erano presenti anche Marco Mancini, Capo Dipartimento per la Formazione Superiore e per la Ricerca del Miur, e Francesco Merloni, Consigliere Anac.

“Nel Piano appena varato, per la prima volta nella storia, – ha dichiarato la Ministra Fedeli – è presente una corposa sezione dedicata agli Atenei. Si tratta di una scelta precisa che si aggiunge a quelle del rilancio e dell’innovazione del nostro sistema universitario e della ricerca portate avanti negli ultimi mesi. Quello che abbiamo presentato oggi è un ulteriore tassello, quello etico. Il tassello che riguarda la trasparenza e l’assunzione di responsabilità nei procedimenti amministrativi. È un punto fondamentale su cui abbiamo lavorato coinvolgendo tutti i soggetti interessati, nel rispetto dell’autonomia degli Atenei. Proprio considerando la delicatezza delle funzioni di vigilanza da parte del Ministero nei confronti delle autonomie universitarie e, al tempo stesso, ben consapevole della necessità di dare immediato riscontro alle raccomandazioni dell’Anac, già diverso tempo fa ho annunciato la mia precisa intenzione di trasferire i contenuti dell’Aggiornamento del PNA in quello che, tecnicamente, si definisce un ‘Atto d’indirizzo’ rivolto alle Università. I tecnici del Ministero sono già al lavoro in queste settimane. Intendo emanarlo prima possibile. Siamo di fronte a un fatto storico”.

“Il Piano di prevenzione della corruzione – ha affermato il Presidente Cantone – non nasce dall’idea di bloccare la corruzione dal punto di vista penale: serve a garantire una regolarità nello svolgimento dell’amministrazione attiva dell’Università per evitare che si verifichi qualunque tipologia di situazioni patologiche. Situazioni patologiche che non necessariamente arrivano a essere corruzione. E ovviamente è stato elaborato tenendo conto delle novità legislative e delle realtà legislative esistenti. Il Piano fornisce delle indicazioni che sono rimesse alla discrezionalità dell’amministrazione. Le misure sono raccomandazioni, perché nessuno vuole mettere in discussione il principio dell’autonomia e della libertà universitaria che, oltre ad essere un valore costituzionale, riteniamo sia un valore culturale fondamentale nella democrazia. Nell’ambito della discrezionalità amministrativa ci possono essere, però, dei suggerimenti che possono essere adottati: quelli presentati oggi sono stati individuati a seguito di un lunghissimo confronto portato avanti dal tavolo di lavoro deputato alla preparazione del Piano. Piano che poi è stato oggetto di un’ampia consultazione. Ci auguriamo che questo possa essere uno strumento utile per aprire un dibattito che provi a dare degli input positivi agli Atenei. L’idea è quella di valorizzare la parte migliore dell’Università, consentendo, attraverso specifiche misure, di intervenire su quegli snodi di criticità che purtroppo in alcuni casi si sono manifestati”.

L’Autorità nazionale anticorruzione (ANAC), con la delibera n. 1208 del 22 novembre 2017, ha approvato l’Aggiornamento 2017 al Piano Nazionale Anticorruzione (PNA), contenente una sezione apposita dedicata alle “Istituzioni Universitarie”. Ricerca, didattica, governance, reclutamento, valutazione, terza missione: ognuna di queste sezioni del documento contiene raccomandazioni specifiche. Queste presuppongono, a loro volta, tre tipi fondamentali d’intervento: legislativo, amministrativo rimesso agli Atenei e amministrativo/ordinamentale rimesso al MIUR.

Le misure, sia pure suggerite e non imposte, nascono dall’analisi dei rischi di corruzione ricorrenti nelle amministrazioni considerate. Il PNA è infatti considerato anche dal legislatore come uno strumento di indirizzo e di sostegno alle amministrazioni: rimane a quest’ultime la piena responsabilità di individuare e declinare queste ed altre misure nel modo più adatto allo specifico contesto organizzativo, per prevenire i rischi corruttivi.

Decreto Ministeriale 21 dicembre 2017, n. 1007

MINISTERO DELL’ISTRUZIONE, DELL’UNIVERSITA’ E DELLA RICERCA

Decreto Ministeriale 21 dicembre 2017

Individuazione degli enti beneficiari delle risorse relative al fondo di cui all’articolo 1, comma 140, della legge 11 dicembre 2016, n. 232, per interventi di messa in sicurezza e di adeguamento sismico degli edifici scolastici. (Decreto n. 1007). (18A01042)

(GU Serie Generale n.42 del 20-02-2018 – Suppl. Ordinario n. 9)

Nota 21 dicembre 2017, AOODGOSV 17138

Ai Direttori degli Uffici Scolastici Regionali
Ai dirigenti scolastici delle istituzioni scolastiche di istruzione professionale statali
Ai coordinatori delle scuole paritarie di istruzione professionale
Ai referenti delle Regioni aderenti al sistema di iscrizioni on Line
LORO SEDI
e, p.C., AI Capo Dipartimento per la programmazione e la gestione
delle risorse umane, finanziarie e strumentali
AI Capo Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
Al Direttore Generale per i contratti, gli acquisti e per i sistemi informativi e la statistica
SEDE

Nota 21 dicembre 2017, AOODGOSV 17138

OGGETTO: Iscrizioni alle istituzioni scolastiche che offrono percorsi di istruzione professionale. Integrazioni e chiarimenti.