Gilda: “Ancora troppi buchi neri sul comitato di valutazione”

da La Tecnica della Scuola

Gilda: “Ancora troppi buchi neri sul comitato di valutazione”

Gilda degli Insegnanti sottolinea come nella riforma non sia stabilito alcun termine temporale entro il quale nominare il nuovo organismo previsto dalla “Buona scuola”.
Ancora troppi i ‘buchi neri’ sul Comitato di valutazione istituito dalle legge 107: invitiamo perciò tutti gli insegnanti a non eleggerlo durante il primo collegio dei docenti e a chiederne il rinvio qualora sia stato già inserito nell’ordine del giorno della riunione” dichiara il sindacato.
Il legislatore ha pure dimenticato di prevedere l’elezione dei membri supplenti. Questo particolare – spiega la Gilda motivando il suo appello – potrebbe bloccare il comitato anche per la semplice assenza di un componente, visto che si tratta di un collegio perfetto come tutti gli organismi valutativi. Senza considerare, poi, il rischio che nasca un conflitto di interessi tra chi decide i criteri di attribuzione del bonus e chi lo ottiene”.
In conclusione la Gilda “ribadisce comunque il proprio giudizio fortemente negativo su questa modalità di valutazione della professione docente che introduce nel comitato anche figure non competenti come genitori e alunni”. 

Sull’organico potenziato si risparmieranno 7-800 milioni di euro

da La Tecnica della Scuola

Sull’organico potenziato si risparmieranno 7-800 milioni di euro

Sui posti dell’organico potenziato (OP) sono arrivate dal Ministero ampie rassicurazioni: saranno tutti coperti o con assunzioni in ruolo o con personae supplente.
Questa versione è stata accreditata anche dal Ministro in persona e in molti hanno già fatto osservare che la legge 107 (comma 95) prevede altro.
C’è anche chi ironizza: “Evidentemente al Ministero non hanno letto bene il comma 95, forse sarà bene che se lo riguardino con un po’ di attenzione”.
C’è chi invece sottolizza e dice che il comma 95 parla di impossibilità di coprire i posti di OP con supplenze brevi e saltuarie ma nulla dice sulla eventualità di ricorrere a supplenze fino al termine delle attività didattiche. Peraltro, però, la legge prevede anche che sui posti di OP non si possano attribuire supplenze ai sensi dell’articolo 40 della legge 449/97 (si tratta della possibilità, per i dirigenti scolastici, di attribuire supplenze annuali o fino al termine delle lezioni, in attesa della nomina dell’ “avente diritto”).
La questione, insomma, è complicata e delicata ma una spiegazione del comportamento del Miur si può avere se si considera un altro dato.  Alla resa dei conti è probabile che, per quest’anno, almeno 15mila posti di OP  non saranno attribuiti, con un risparmio per le casse dello stato di circa 40-45milioni di euro al mese. Se poi si considera che da settembre a dicembre non si spenderà un euro in quanto l’OP prenderà avvio a fine anno, il risparmio complessivo per il 2015/2016 potrebbe arrivare a 7-800 milioni di euro.  Evidentemente il Miur teme che i sindacati chiedano conto di questo risparmio e vogliano sapere in che modo verrà impiegato.
E’ probabile dunque che il Ministero stia già mettendo le basi per fornire una risposta vantaggiosa per le proprie casse: “Non ci sarà nessun risparmio, perchè sull’OP nomineremo supplenti”.

Gilda: rinviare elezione comitato di valutazione

da tuttoscuola.com

Gilda: rinviare elezione comitato di valutazione

Ancora troppi i ‘buchi neri’ sul Comitato di valutazione istituito dalle legge 107: invitiamo perciò tutti gli insegnanti a non eleggerlo durante il primo collegio dei docenti e a chiederne il rinvio qualora sia stato già inserito nell’ordine del giorno della riunione”. L’appello arriva dalla Gilda degli Insegnanti, che sottolinea come nella riforma non sia stabilito alcun termine temporale entro il quale nominare il nuovo organismo.
Il legislatore ha pure dimenticato di prevedere l’elezione dei membri supplenti. Questo particolare – spiega la Gilda motivando il suo appello – potrebbe bloccare il comitato anche per la semplice assenza di un componente, visto che si tratta di un collegio perfetto come tutti gli organismi valutativi. Senza considerare, poi, il rischio che nasca un conflitto di interessi tra chi decide i criteri di attribuzione del bonus e chi lo ottiene”.
La Gilda ribadisce comunque il proprio giudizio fortemente negativo su questa modalità di valutazione della professione docente che introduce nel comitato anche “figure non competenti come genitori e alunni“.

RISPARMIAMO ALLA SCUOLA GLI EFFETTI PIÙ DELETERI DELLA LEGGE 107/2015

RISPARMIAMO ALLA SCUOLA GLI EFFETTI PIÙ DELETERI DELLA LEGGE 107/2015
Nel rispetto della Costituzione, della libertà d’insegnamento, dell’autonomia degli organi collegiali; alla contrattazione tra le parti il meccanismo di valorizzazione professionale

La legge 107/2015 in molte sue parti confligge con principi costituzionali e disposizioni normative e contrattuali. Ciò avviene, ad esempio, nel momento in cui essa lede la libertà d’insegnamento, crea un’autorità salariale nella figura di una sola persona (caso unico nei rapporti di lavoro pubblici), introduce meccanismi di valutazione individuale a cui conseguono premi in denaro che, in quanto elementi di natura salariale, sono da disciplinare in sede contrattuale, secondo quanto espressamente previsto dagli artt. 2, 42 e 45 del d.Lvo. 165/2001. A tali principi costituzionali e a tali disposizioni normative e contrattuali, di cui la legge 107 non ha sancito in alcun modo il superamento, è pertanto possibile fare riferimento nell’adottare comportamenti rivolti a salvaguardare un’idea di scuola fondata su partecipazione, collegialità e condivisione.
A breve si procederà a impugnare davanti al Giudice competente le parti della legge che si ritengono anticostituzionali; nel frattempo, in attesa che si pronuncino i giudici, si ritiene che i Dirigenti Scolastici, i Docenti, il personale ATA, i Genitori, gli Studenti possano e debbano far valere fino in fondo le prerogative di cui sono titolari attraverso azioni coordinate e mirate, perfettamente legittime, perché attuate nel rispetto delle leggi, del contratto e degli spazi concessi alla libera determinazione delle persone e degli Organi Collegiali.
A tal fine, fermo restando il doveroso rispetto dell’autonomia professionale dei docenti e del personale ATA e di quella degli organi collegiali di governo della scuola nelle loro deliberazioni, si forniscono alcune indicazioni di possibili e pienamente legittimi comportamenti, con lo scopo esclusivo di evitare che la legge 107 possa arrecare grave pregiudizio alla professionalità docente e alla libertà d’insegnamento, cosa che avverrebbe se la sua applicazione fosse rimessa a un indirizzo dirigistico e autoritario, estraneo alla cultura della scuola italiana.

Prerogative del Collegio Docenti
Tale organismo continua a rappresentare una sede fondamentale di partecipazione e di condivisione nel programmare e gestire l’attività della scuola, impegnando la responsabilità e la professionalità di ogni docente a partire dall’individuazione degli obiettivi e delle strategie di un’efficace offerta formativa, secondo quanto la norma assegna alle sue competenze, riconoscendogli “potere deliberante in materia di funzionamento didattico” (d.lvo 297/94, art. 7 comma 2).
Una delle competenze ad esso assegnate è quella di deliberare il piano annuale delle attività: tanto più puntuale risulterà la delibera tanto minore sarà il margine di discrezionalità esercitabile dal dirigente scolastico che lo deve attuare.
Pertanto la delibera dovrà:
– essere quanto più possibile chiara ed esaustiva;
– essere resa pubblica con affissione all’albo e sul sito istituzionale della scuola.
La legge, peraltro, non ha abolito gli artt. 4 e 5 comma 1 del DPR 275/99, ma ne ha solo modificato l’art. 3 relativamente alla procedura di definizione del POF triennale, adempimento dal quale discende l’individuazione del fabbisogno di posti per il potenziamento, per la progettazione e l’organizzazione, anch’esso pertanto oggetto di deliberazione da parte del Collegio.
Ancora al Collegio dei Docenti spetta deliberare se e quali articolazioni debbano essere eventualmente costitute (team, gruppi di progetto, dipartimenti ecc.) e come individuare i coordinatori degli organismi attivati con riferimento sia alla didattica che ad aspetti organizzativi. Lo stesso dicasi per i criteri e le necessità in base alle quali individuare, da parte del Dirigente Scolastico, gli incarichi da affidare fino a un massimo del 10% dei Docenti; gli stessi appaiono infatti strettamente legati alle competenze del Collegio in materia organizzativa e didattica discendenti dalle norme non abrogate del Regolamento dell’Autonomia (art 4 e art 5 comma 1 del DPR 275/1999).

Valutazione
Il Collegio dei Docenti, che a settembre è chiamato a scegliere i propri rappresentanti nel Comitato di Valutazione, accompagni tale adempimento:
1. evidenziando le ragioni per cui si ritiene che la modalità configurata dalla legge non valorizzi adeguatamente la professionalità del corpo docente;
2. indicando nel contempo come opportuna la scelta di ricondurre l’individuazione dei criteri di erogazione all’ambito delle intese fra DS e RSU, stante anche la natura di compenso accessorio che la legge stessa assegna a tali emolumenti, rientranti perciò fra le materie soggette a disciplina contrattuale (art. 45 c. 1 del d.lgs 165/01 modificato dal 150/09).
In premessa di delibera vanno evidenziate, attraverso interventi di cui richiedere espressamente la verbalizzazione, le ragioni della proposta alternativa, le considerazioni inerenti lo scarto tra un’adeguata valorizzazione della professionalità e il modello proposto dalla legge ben lontano da un’idea collegialmente condivisa del riconoscimento del merito. Il valore della condivisione, sia nel Collegio sia in sede di contrattazione, è fondamentale per favorire una migliore qualità dell’offerta formativa, valorizzando la responsabilità e gli impegni assunti consensualmente dai diversi attori.
I componenti del comitato di valutazione, espressione del collegio che li ha individuati e scelti, potranno – conseguentemente e coerentemente a quanto indicato nel verbale del Collegio – astenersi dal formulare criteri per l’attribuzione del bonus, qualora non siano frutto di una condivisione all’interno del collegio dei docenti e della necessaria intesa in contrattazione di istituto, limitandosi di fatto a operare per la sola valutazione del periodo di prova ai fini della conferma in ruolo dei neo assunti.

Il Consiglio di istituto, rispetto alla costituzione del Comitato di Valutazione, può muoversi in analogia a quanto suggerito per il Collegio Docenti. Contestualmente potrà richiamare in modo esplicito l’auspicio che, nel rinvio al tavolo negoziale dei criteri e dei compensi per la distribuzione di queste risorse aggiuntive, le stesse siano ripartite con le stesse finalità e criteri stabiliti dalla contrattazione decentrata per il personale della scuola.

I Dirigenti Scolastici, in un’ottica volta a favorire condizioni di “buon governo” delle istituzioni loro affidate, possono assumere ogni comportamento utile a prevenire occasioni di conflitto valorizzando le prerogative e le deliberazioni degli Organi Collegiali, esercitando la propria leadership con modalità improntate a principi di condivisione e collegialità e ricorrendo alla forma (extracontrattuale) dell’intesa con le RSU, come premessa per garantire il miglioramento della qualità dell’offerta formativa. Peraltro, il comma 82 della legge afferma che il DS “può” individuare sul piano organizzativo e didattico propri collaboratori. Si tratta dunque di un’opportunità e non di un obbligo, che lascia impregiudicata la possibilità del DS di fare riferimento agli Organi Collegiali nella loro completezza.
E’ poi opportuno evidenziare che il DS non ha competenza in materia didattica. Infatti, l’articolo 25 del D.Lvo 165/2001, non abrogato dalla legge, attribuisce al dirigente solo funzioni di natura organizzativa e amministrativa (e non didattica), caratterizzandone in tal modo un profilo che la legge non ha modificato (ancora validi risultano gli artt. 4 e 5 del Regolamento). Ogni decisione riguardante l’organizzazione della didattica, ivi compreso quanto concerne le modalità di impiego a tal fine dei docenti (comma 1 art. 5 Regolamento autonomia) non può non tenere conto delle prerogative degli Organi Collegiali, prerogative che vigono nella loro integrità.

Il personale Ata, sia nella sua funzione di componente del Consiglio di istituto (elezione dei rappresentanti di Genitori, Docenti, Studenti nel Comitato di valutazione) sia nella sua eventuale funzione di componente RSU (contrattazione dei criteri per l’assegnazione delle risorse aggiuntive), potrà seguire le medesime indicazioni già illustrate per le altre componenti professionali (Docenti e Dirigenti Scolastici).
Va infine ribadito che attiene alle relazioni sindacali, ai sensi dell’art. 6 del CCNL, tutto ciò che riguarda le modalità di utilizzo del personale e le ricadute sull’organizzazione del lavoro. In particolare, in riferimento a quanto detto in precedenza, è opportuno che le Rappresentanze Sindacali Unitarie già a settembre chiedano l’apertura del confronto sindacale per definire intese tra le parti sui criteri con cui procedere per utilizzare le risorse comunque destinate a compensi per il personale.
La proroga del contratto precedentemente sottoscritto, per l’anno scolastico 2014-2015 va evitata, in considerazione della particolare complessità della nuova fase che si apre col nuovo anno scolastico, che è anche quello in cui le RSU elette a marzo 2015 sono per la prima volta interamente coinvolte nel processo di definizione del contratto d’istituto. Le RSU provvedano quindi con atto formale a richiedere l’avvio delle trattative per il rinnovo relativo all’anno scolastico 2015-2016, che devono iniziare, come previsto dal CCNL, entro il 15 settembre.

FLC CGIL
CISL SCUOLA
UIL SCUOLA
SNALS CONFSAL
GILDA UNAMS

COMITATO VALUTAZIONE: “NO ELEZIONE IN PRIMO COLLEGIO DOCENTI”

COMITATO VALUTAZIONE, GILDA: “NO ELEZIONE IN PRIMO COLLEGIO DOCENTI”

“Ancora troppi i ‘buchi neri’ sul Comitato di valutazione istituito dalle legge 107: invitiamo perciò tutti gli insegnanti a non eleggerlo durante il primo collegio dei docenti e a chiederne il rinvio qualora sia stato già inserito nell’ordine del giorno della riunione”. L’appello arriva dalla Gilda degli Insegnanti, che sottolinea come nella riforma non sia stabilito alcun termine temporale entro il quale nominare il nuovo organismo.

“Il legislatore ha pure dimenticato di prevedere l’elezione dei membri supplenti. Questo particolare – spiega la Gilda motivando il suo appello – potrebbe bloccare il comitato anche per la semplice assenza di un componente, visto che si tratta di un collegio perfetto come tutti gli organismi valutativi. Senza considerare, poi, il rischio che nasca un conflitto di interessi tra chi decide i criteri di attribuzione del bonus e chi lo ottiene”.

La Gilda ribadisce comunque il proprio giudizio fortemente negativo su questa modalità di valutazione della professione docente che introduce nel comitato anche figure non competenti come genitori e alunni.

Integrazione, dal Miur 500mila euro per insegnare l’italiano come seconda lingua

da Il Sole 24 Ore

Integrazione, dal Miur 500mila euro per insegnare l’italiano come seconda lingua

di Lorena Loiacono

Insegnare l’italiano come seconda lingua, per potenziarne la conoscenza da parte degli studenti stranieri di recente immigrazione. Il progetto, finanziato dal Miur con 500mila euro, interessa le singole scuole ed è rivolto soprattutto agli studenti delle scuole medie e superiori.
In prima linea le scuole ad alta presenza di stranieri
Il progetto è destinato alle scuole in cui è particolarmente alta la presenza di studenti con cittadinanza non italiana appena arrivati in Italia, soprattutto se provenienti da paesi di lingua non latina che necessitano quindi maggiormente di un aiuto per l’apprendimento della lingua italiana. Per consentire una corretta e migliore integrazione nelle classi di scuola secondaria di primo e secondo grado. Spetta quindi alle singole istituzioni scolastiche candidarsi, attraverso gli uffici scolastici di competenza, per ricevere i finanziamenti ad hoc per la realizzazione dei loro progetti che dovranno essere presentati entro il 21 settembre prossimo e andranno al vaglio di una Commissione di esperti per la valutazione e l’approvazione.

Corsi intensivi
Le lezioni di italiano si rivolgono a studenti di recente immigrazione e provenienti da Paesi non latini i cui sistemi linguistici, quindi, sono ben distanti da quelli italiani. Per questo motivo, per limitare i disagi di integrazione in classe e per restare al passo con la didattica, i corsi saranno di impostazione intensiva per mettere gli alunni nelle migliori condizioni di studio nelle scuole italiane e saranno organizzati sia in orario scolastico sia extrascolastico con lezioni frontali e laboratori specifici. I ragazzi, che dovranno essere seguiti al meglio, non dovranno superare le 8-10 unità per corso.

Non solo studenti, a lezione anche le famiglie
L’insegnamento della lingua italiana passa anche attraverso il coinvolgimento delle famiglie dei ragazzi stranieri che saranno destinatarie di orientamento e incontri anche tramite mediatori culturali. I primi incontri con i ragazzi potranno avere anche un aspetto ludico con linguaggi non verbali come la musica, lo sport e la danza. Solo in un secondo momento si passerà all’aspetto più linguistico, con la presenza di uno specialista di livello L2 ma non solo. Nelle lezioni potranno essere coinvolti tutti i docenti per portare le loro competenze nelle singole discipline.

Valutazione e risorse
Per approvare i progetti saranno impegnate le commissioni, nominate dagli uffici scolastici regionali, composte da esperti presenti negli stessi uffici che, una volta accettata e promossa la candidatura, invieranno il progetto alla Direzione generale per lo studente, l’integrazione e la partecipazione. Sarà lo stesso ufficio a darne poi notizia alla Direzione generale per le risorse umane e finanziarie. I fondi, che saranno ripartiti tra le singole regioni per un totale di 500mila euro, verranno erogati in due fasi distinte: un primo acconto pari al 50% e poi il saldo, dopo un attento monitoraggio e un’analisi da parte dei revisori dei Conti sulla rendicontazione inviata dalle scuole interessate agli Usr con il dettaglio dei costi e delle spese sostenute. Su tutti i progetti sarà mantenuto un monitoraggio a cadenza semestrale per controllare l’efficacia e la giusta applicazione.

Fondi soprattutto alle regioni del Nord
Le risorse verranno ripartite in base alla presenza di alunni stranieri nelle scuole. La quota maggiore spetta quindi alla Lombardia, che riceverà 125.798 euro, a seguire l’Emilia Romagna e il Veneto con quasi 60mila euro, il Lazio con 49mila euro e il Piemonte con 48mila euro. Così fino al Molise a cui arriveranno appena 948 euro.

Giannini rassicura: avvio della scuola regolare con tutte le cattedre coperte

da La Stampa

Giannini rassicura: avvio della scuola regolare con tutte le cattedre coperte

Il ministro dell’Istruzione: “Nessun super potere sarà dato ai presidi”

«Ci sarà un avvio regolare dell’anno scolastico con tutti gli insegnanti che servono nelle classi. Tutte le cattedre saranno coperte». Lo ha assicurato il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, ospite della puntata di Uno Mattina Estate.

 

«Abbiamo ricevuto 71.683 domande da parte di coloro che hanno diritto ad essere assunti – ha proseguito la titolare del dicastero di viale Trastevere riferendosi al Piano straordinario di assunzioni di docenti – e questa è una opportunità straordinaria non solo per gli insegnanti ma per tutta la scuola, quindi anche per gli studenti e le famiglie. Diamo risorse, cioè denaro (il fondo di funzionamento sarà raddoppiato per ogni istituto) e docenti, che possano potenziare le competenze dei nostri studenti».

 

La Giannini ha poi ricordato le novità introdotte con la “Buona scuola” per il potenziamento dell’offerta formativa: dalla lingua straniera alla musica, alla storia dell’arte. E sul futuro della didattica ha concluso: «Scuola digitale non significa solo avere strumenti e lim» a disposizione «ma insegnanti ben formati, in grado di coinvolgere gli studenti».

 

Il ministro ha poi aggiunto che con la Buona scuola non si «danno super poteri ai presidi, come qualcuno usando le parole in maniera forzata, ha detto. Mi sembra che sia un dare responsabilità valutata e valutabile. Il processo di valutazione dei presidi lo introduciamo noi – ha precisato – la legge dello Stato lo aveva già previsto quando si è passati da preside a dirigente scolastico. I presidi sono già dirigenti dello Stato però non è mai stato affidato a loro un compito preciso di responsabilità delle proprie decisioni su cui poi essere valutati. Faremo questo da quest’anno», ha concluso.

Rusconi (Anp): l’anno parte con 2mila scuole in reggenza, ma si parla solo dei presidi sceriffo

da La Tecnica della Scuola

Rusconi (Anp): l’anno parte con 2mila scuole in reggenza, ma si parla solo dei presidi sceriffo

L’anno scolastico è alle porte e mai come stavolta sono diverse le incertezze con cui si parte. Una di queste riguarda le dirigenze “scoperte”, che sta costringendo gli Uffici scolastici regionali ad assegnare centinaia di istituti in reggenza. A rendere ancora più difficile la situazione è il fatto che dal 1° settembre 2015 i vicari che non ci saranno più: la Legge di Stabilità ha infatti previsto la loro cancellazione. Una doppia mancanza che potrebbe creare non pochi problemi nelle scuole. Proprio nell’anno della riforma.

Di questo argomento, abbiamo parlato con Mario Rusconi, vicepresidente Anp, il primo sindacato in Italia per numero di dirigenti scolastici iscritti: laureato in lettere classiche, dirigente di scuola per molti anni, Rusconi ha anche coordinato il gruppo di lavoro che ha redatto la Carta dei Servizi scolastici sotto la guida di Sabino Cassese.

 

Preside Rusconi, perchè a fronte di una riforma della scuola tanto attesa, a settembre rischiamo di partire con un altro anno contrassegnato da oltre mille istituti senza dirigente scolastico?

Purtroppo saranno circa 1.700 scuole saranno senza preside, in quanto non vi sono immessi in ruolo; altre 500, circa, non hanno una dimensione tale da consentirne l’autonomia e quindi l’assegnazione di un dirigente scolastico. Se nulla di nuovo interverrà (e nulla è prevedibile), più di 2mila istituti saranno senza il loro dirigente e verranno affidati in reggenza ad altrettanti colleghi, già oberati di lavoro.

 

Quanti presidi andranno in pensione il prossimo 1° settembre?

I dirigenti scolastici in pensione da settembre sono circa 700 e sono stati ‘contabilizzati’: questo numero prevedibile, con effetto 1° settembre 2016, porterà così altre 700 scuole senza dirigente, sempre se nulla cambia.

 

L’ultimo concorso per diventare dirigenti nella scuola è stato bandito nell’estate del 2011 e il nuovo si continua a rimandare: per quale motivo?

Su questo aspetto, sono stati numerosi gli annunci del Miur: il concorso sarà bandito a settembre 2014; no, a dicembre 2014; no, a marzo 2015. E così via. Tanto che finora non si intravede la luce. Notizie di corridoio sostengono che la sua mancata indizione dipenda dal ministero dell’Economia e delle Finanze, che non “desidera” spendere oltre. Bizzarra, stravagante forma di risparmio, che contraddice tutte le buone intenzioni del Governo sulla centralità della scuola.

A complicare tutto ci si è messa la Legge di Stabilità, che ha fatto sparire i vicari.

È così: oltre 2mila scuole saranno, in pratica, lasciate a se stesse, senza neppure poter contare sui vicepresidi, che una incomprensibile norma della ‘Finanziaria’ ha abolito dal punto di vista delle ore disponibili per la conduzione delle scuole. L’Anp ha chiesto al Governo un provvedimento urgente per cercare di sanare, almeno in parte, la situazione.

 

Lei crede che a novembre, come ha detto il ministro, arriveranno i collaboratori dell’organico potenziato?

Di sicuro, al momento, c’è solo l’indeterminatezza delle date riguardanti l’assegnazione alle scuole di quote di docenti per il potenziamento: prima ottobre, poi novembre, ma non è detto che si vada oltre. Il problema è che il cosiddetto organico aggiuntivo vanifica la possibilità di utilizzare fin dall’inizio dell’anno scolastico i docenti per la gestione e l’organizzazione interna. Inoltre, anche qualora ciò avvenisse, c’è la concreta possibilità che questi docenti possano rimanere nell’attuale “sede di precariato”, per lo più al Sud.

 

Cosa accadrà, invece, nelle scuole del Settentrione?

C’è il pericolo che la gran parte di scuole del Nord, dove c’è il maggior numero di sedi disponibili per il ruolo, rimangano senza l’organico di potenziamento. Quindi, ci ritroveremmo con molte scuole senza dirigente, senza vicepresidi e senza organico supplementare.

 

Viene da chiedersi, a questo punto, come faranno i dirigenti nei primi mesi di scuola? Soprattutto quelli che hanno da gestire più sedi, distanziate anche decine di chilometri l’una dall’altra?

Si è spesso, in questi mesi, sproloquiato sul preside sceriffo. Date queste premesse, consiglierei di cambiare termine: sarebbe più appropriato parlare di presidi martiri, angeli o, laicamente, ultra-stakanovisti. Tuttavia, la vita democratica di un Paese non può essere lasciata alla fortuna di avere persone eccezionali. Deve, invece, basarsi sul lavoro e l’impegno di persone normali, a cui sia stata garantita una buona ‘governance’.

Via libera all’assunzione di altri 336 dirigenti scolastici

da La Tecnica della Scuola

Via libera all’assunzione di altri 336 dirigenti scolastici

“Le assunzioni di oggi si sommano alle 258 già deliberate all’inizio del mese. Stiamo dando una risposta concreta al problema delle sedi vacanti e delle reggenze, consapevoli dell’importanza che il dirigente riveste nella vita quotidiana delle nostre scuole”: così il ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, Stefania Giannini, ha commentato il via libera in consiglio dei ministri all’assunzione di altri 336 dirigenti scolastici. “Oggi – continua il ministro – ho anche incontrato al Miur i vertici degli uffici scolastici regionali. Stiamo lavorando a pieno ritmo per l’avvio del nuovo anno scolastico: l’amministrazione sta dando una straordinaria prova di efficienza. Dimostreremo con i fatti che La Buona Scuola e’ un cambiamento importante e concreto”.

Graduatorie di istituto, dichiarazione dei titoli e comunicazione delle sedi

da La Tecnica della Scuola

Graduatorie di istituto, dichiarazione dei titoli e comunicazione delle sedi

Con la nota prot. n. 2945 del 27 agosto 2015 il Miur ha finalmente trasmesso la tempistica del procedimento riguardante le graduatorie d’istituto del personale docente a.s. 2015/16, con particolare riferimento agli effetti del D.D.G. 680 del 6 luglio 2015.

Si riportano di seguito le scadenze previste:

  • Istanza polis per dichiarare il titolo di specializzazione dalle ore 9.00 del 27 agosto alle ore 14.00 del 15 settembre
  • Istanza polis per dichiarare il titolo di abilitazione dalle ore 9.00 del 3 settembre
  • Visualizzazione sul SIDI delle istanze pervenute alle scuole dal 14 settembre
  • Acquisizione/aggiornamento posizione SIDI alle scuole dal 14 settembre
  • Istanza polis per comunicare le sedi dalle ore 9.00 del 25 settembre alle ore 14.00 del 14 ottobre
  • Elaborazione graduatorie con effetti dimensionamento dal 15 ottobre
  • Rilascio funzione di convocazione aggiornata dal 20 ottobre

Per contrastare l’esodo, organici misurati sulla consistenza delle graduatorie

da La Tecnica della Scuola

Per contrastare l’esodo, organici misurati sulla consistenza delle graduatorie

L’esodo ci sarà, perchè i numeri parlano chiaro: i posti per la fase B sono più di 16mila, ma al sud ce ne sono davvero pochi, 1.500 circa, 300 in Sicilia.

I docenti candidati per una assunzione nella fase B dovrebbero essere 45-50mila, concentrati soprattutto nelle regioni del sud e quindi l’esodo verso il nord sarà pressoché inevitabile.
D’altronde soluzioni efficaci ad un problema che si trascina da anni, anzi da decenni, non esistono.
O, per meglio dire, una soluzione forse c’era ed è quella che emerge dal documento diramato dal CPS (Coordinamento Precari Scuola) di Palermo e sulla quale il PD della Sicilia si è mostrato molto sensibile.
L’idea (ne avevamo già parlato in altri articoli) è semplice: i posti per il potenziamento dovrebbero essere distribuiti fra le diverse regioni tenendo conto delle effettive consistenze delle graduatorie; ormai per quest’anno è difficile cambiare, ma per il prossimo anno forse si potrebbe modificare il piano.
Bisognerà però avere il coraggio di proporre con chiarezza un principio sul quale non tutti potrebbero essere d’accordo: definire gli organici non in base al numero degli alunni o delle classi ma in base al numero di docenti inseriti nelle GAE in ciascuna regione. Quindi organici più consistenti laddove le graduatorie sono ancora piene e organici più ridotti dove le graduatorie sono esaurite.
E’ chiaro che si tratta di una regola difficile da “digerire”, ma, allo stato attuale, appare l’unica in grado di garantire ai docenti precari l’assunzione nella propria provincia o almeno nella regione.
Il Partito democratico della Sicilia sembra essere intenzionato a percorrere questa strada.

Giannini sicura: tutte le cattedre saranno coperte, il sacrificio di alcuni è necessario

da La Tecnica della Scuola

Giannini sicura: tutte le cattedre saranno coperte, il sacrificio di alcuni è necessario

“La certezza” sull’avvio regolare dell’anno è nei “fatti: tutte le cattedre saranno coperte”. A dirlo è stato il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, ospite di Uno Mattina Estate.

“Credo che questa sia la maggiore rassicurazione che possiamo dare, cioè una scuola che parte il 12 o 15 settembre, a seconda delle regioni, con tutti gli insegnanti che servono nelle classi e con un potenziamento che arriverà”. E ancora: “a settembre le scuole riapriranno con maggiore tranquillità di quanto non sia avvenuto negli anni recenti e soprattutto con una prospettiva di stabilità”, ha detto il ministro riferendosi allo storico piano di 103mila assunzioni previsto dalla Legge 107.

“Un piano – ha detto il ministro – che ha una straordinarietà non solo nei numeri ma anche nell’ambizione di porre fine finalmente alla piaga sociale e della scuola, cioè la discontinuità didattica legata al precariato storico”. Giannini ha ricordato che “abbiamo avuto 71.683 mila domande” di assunzione “e questa è un’opportunità straordinaria per gli insegnanti e che diamo alla scuola, agli studenti e alle famiglie. Diamo risorse, cioè denaro (il fondo di funzionamento sarà raddoppiato per ogni istituto) e docenti, che possano potenziare le competenze dei nostri studenti”.

Per Giannini, la mobilità dei docenti che verranno assunti “non sarà superiore a quella che è stata finora con le supplenze”, sarà “forse un po’ inferiore“, ha detto ancora il responsabile del Miur, invitando a non parlare di “deportazione” degli insegnanti: “Intanto userei le parole giuste – ha puntualizzato – le parole hanno un peso ed è importante usarle correttamente”.

Il responsabile del Miur non nega che “ci sono tanti insegnanti al sud: lo sono stati come supplenti e lo sono anche nel piano assunzionale, e molti più posti disponibili al nord. E’ un dato oggettivo su cui non possiamo fare nulla. Quello che noi stiamo facendo, una novità in positivo, è cercare di ridurre al minimo la mobilità. Una mobilità che tutte le generazioni del pubblico impiego hanno vissuto e nel nostro caso riguarderà il primo anno di scuola”.

Per Giannini, “la scuola è fatta dagli insegnanti e dal personale che la tiene aperta e la fa funzionare, ma è fatta per gli studenti. A regime, nell’arco di tre anni, dobbiamo dare regolarità a un sistema che non era regolare. Finora si spostavano i supplenti da sud a nord: noi partiremo con il concorso e vogliamo ridurre al minimo questa mobilità“, che comunque non sarà “abbinata alle supplenze ma a un posto fisso” per garantire “continuità didattica alla scuola”. Concludendo sulle assunzioni, il ministro ritiene che “il sacrificio di alcuni è necessario, in alcuni casi ineliminabile, ma funzionale a dare stabilità alla scuola”.

Sempre nel corso della trasmissione di Rai Uno, il ministro ha riassunto le novità introdotte con la “Buona scuola” per il potenziamento dell’offerta formativa: dalla lingua straniera alla musica, alla storia dell’arte. E sul futuro della didattica ha concluso: “Scuola digitale non significa solo avere strumenti e lim” a disposizione “ma insegnanti ben formati, in grado di coinvolgere gli studenti”.

Diplomati magistrali inseriti nella III fascia GaE

da La Tecnica della Scuola

Diplomati magistrali inseriti nella III fascia GaE

Il Giudice del Lavoro di Padova, con provvedimento del 26 agosto 2015, accoglie il ricorso promosso dai Cobas scuola di Padova per l’inserimento nella III fascia delle GaE dei diplomati magistrali.

Il ricorso è stato curato dall’Avvocato Marco Barone, dall’Avv. Aleardo Lizzi ed dall’Avv. Marta Barbara Gasparini, con il quale si chiedeva il pieno inserimento nelle GaE dei diplomati magistrali (entro anno 2001/2002).
Il Giudice, accogliendo tutte le motivazioni così come proposte nel ricorso, ha accertato il diritto dei ricorrenti di presentare domanda di inserimento nella III fascia delle GaE disponendo che il Miur provveda in tal senso consentendo la presentazione della domanda nelle forme più opportune.

Soddisfatto Cobas Scuola, che si “vede costretto a ribadire la sua contrarietà ai provvedimenti messi in campo dagli ultimi governi, nel merito e nelle modalità di applicazione, portatori di precarietà per tutto il mondo del lavoro (in particolare il famigerato ‘Jobs act’ e l’ossimorica ‘Buona scuola’)”, come si legge in un comunicato.

“Nella speranza che queste vittorie diano fiato ai colleghi – conclude il sindacato – siamo consapevoli che solo la rivolta al pervicace attacco ai diritti delle persone (lavoro, sanità, istruzione) è la strada maestra da percorrere”.

Personale Ata: supplenze sulla totalità dei posti e in base alle graduatorie permanenti

da La Tecnica della Scuola

Personale Ata: supplenze sulla totalità dei posti e in base alle graduatorie permanenti

Semaforo verde per il personale Ata: le supplenze si faranno sulla totalità dei posti e in base alle graduatorie permanenti. Lo annuncia il segretario generale Uil Scuola Pino Turi.
E’ il primo positivo risultato giunto al termine della riunione convocata al Miur, su sollecitazione dei sindacati scuola, per il personale amministrativo, tecnico e ausiliario.
“Un risultato che dà un minimo di certezza al personale Ata – spiega Pino Turi – perché in deroga alla circolare ministeriale che prevede di assegnare le supplenze fino all’avente diritto, ai sensi dell’art. 40,  si assegneranno, invece, supplenze annuali (quelle fino al 30 giugno) scorrendo le graduatorie permanenti, in attesa di sbloccare i posti attualmente congelati dalla Funzione pubblica, così come previsto dalla legge di Stabilità. Questi Posti che poi potranno essere sbloccati, dopo il 30 giugno, sia per la proroga al 31 agosto della supplenza stessa, che per la trasformazione dei contratti  a tempo indeterminato, per la parte che riguarda il turn over, circa 6.300 posti”.

“Questo risultato – continua il segretario Uil – è frutto della tenacia dei sindacati scuola che hanno cercato ed ottenuto una sede di confronto per dare soluzione ai problemi del personale e a quelli della funzionalità dei servizi Ata delle scuole, oltre i vincoli della burocrazia.
Le scuole, per la loro specificità e per la professionalità del personale, non possono essere ricondotte a misure  e procedure tutte burocratiche che non tengono in nessun conto le persone”.

Turi conclude indicando la strada per la risoluzione delle problematiche: “Il metodo utile per la soluzione dei problemi, anche quelli più complicati dal punto di vista legislativo e burocratico, è sempre quello del confronto sindacale. Attraverso la dinamica della proposta e del riscontro politico da parte dell’amministrazione, si arriva alle soluzioni più adatte.