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Scatti stipendiali: il danno e la beffa

Scatti stipendiali: il danno e la beffa

 

Per il 2012 servono 350 milioni di euro. L’amministrazione intende sottrarli al MOF, producendo una decurtazione consistente dei compensi previsti per le attività extra dei dipendenti. Inoltre, se il decreto di proroga del blocco del rinnovo contrattuale arriverà in G.U. le somme percepite per gli aumenti in busta paga non avranno alcun effetto sulle ricostruzioni di carriera.

 

Il Ministero dell’Istruzione ha comunicato ai sindacati l’ammontare della quota necessaria al pagamento degli scatti di anzianità del personale della scuola la cui progressione di carriera sarebbe “scattata” nel 2012: si tratta di circa 350 milioni di euro. Una cifra considerevole, che l’amministrazione ha già fatto intendere che potrebbe essere sottratta solo da un fondo: quello del Miglioramento dell’offerta formativa.

 

Si tratta di uno scenario già visto, lo scorso anno, che produrrà due effetti. Entrambi negativi. Il primo è che al personale impegnato in attività supplementari a quelle ordinarie – funzioni aggiuntive e strumentali, progetti, didattica di recupero, ecc. – verranno sottratti circa la metà dei fondi rimasti a disposizione per il miglioramento della gestione degli istituti scolastici. Dimezzando, in media, il compenso annuale dei docenti e Ata che passa per la contrattazione del Fondo d’Istituto.

 

Il secondo aspetto negativo è che questo sacrificio non comporterà alcun beneficio ai fini della progressione di carriera. Il personale della scuola che godrà dell’aumento in busta paga si dovrà accontentare di quell’una tantum. E basta. Nel decreto di proroga del blocco dei contratti sino alla fine del 2014, approvato dal Consiglio dei Ministri e in procinto di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, è infatti previsto che eventuali aumenti stipendiali attuati “a decorrere dall’anno 2011” non avranno effetti sulla ricostruzione di carriera.

 

Si tratta di una prospettiva che il nostro sindacato ha annunciato da tempo – spiega Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir -. Comprendiamo che è una realtà dura da accettare, ma con il prossimo approdo in Gazzetta del testo del decreto che proroga il blocco degli stipendi dei dipendenti pubblici, la conseguenza sarà quella che i soldi persi nel quadriennio 2011-2014 non saranno più recuperabili”.

 

L’Anief, come sempre, si batterà per contrastare questa ennesima beffa per i dipendenti della scuola. Il provvedimento approvato dal CdM, infatti, poggia su una proroga del blocco del contratto che non ha motivo di esistere: il sindacato, quindi, proseguirà l’iter dei ricorsi al tribunale del lavoro, al fine di ottenere dalla Consulta, probabilmente nel prossimo mese di novembre, la declaratoria di incostituzionalità. Il precedente sul blocco degli automatismi di carriera dei magistrati, la sentenza n. 223/12, fa ben sperare: i giudici hanno spiegato che i sacrifici stipendiali chiesti ai lavoratori dello Stato possono essere attuati, ma a condizione che siano “transeunti, consentanei allo scopo ed eccezionali”. Tutti caratteri che non appartengono al decreto di proroga del blocco degli stipendi della P.A.

Incontro Invalsi sul sistema nazionale di valutazione

Incontro Invalsi sul sistema nazionale di valutazione

Si è svolto oggi un incontro tra i rappresentanti dell’Invalsi e le organizzazioni sindacali. Oggetto della convocazione era l’avvio di un confronto sul Sistema Nazionale di Valutazione. Per la UIL Scuola ha partecipato Rossella Benedetti.
Il presidente dell’Istituto, dott. Sestito ha avviato la riunione precisando che il confronto si intende solo sulle materie di competenza dell’Invalsi; che il lavoro di valutazione deve stimolare e sostenere i processi di miglioramento e non dare le pagelle alle scuole e che non è loro intenzione entrare nella sfera di competenza contrattuale. Ha, quindi, parlato diffusamente dei due processi fondamentali del futuro SNV, l’autovalutazione e la valutazione esterna, descrivendo il quadro concettuale di riferimento, l’innovazione costituita dall’aggiunta a questo quadro della valutazione dei risultati a lungo termine degli alunni di ciascuna scuola e della necessità di focalizzare l’analisi sui processi. Ha riportato poi il discorso sui progetti in corso, VALES e Valutazione e miglioramento, precisando a più riprese che gli strumenti e le procedure di selezione per i valutatori esterni messe in opera per questi progetti non verranno integralmente ripetute per l’attuazione del SNV.
Anche prendendo atto di tali dichiarazioni di principi, la UIL Scuola ha rimarcato con decisione che non ritiene l’INVALSI l’interlocutore deputato a discutere di questioni di natura politica e contrattuali oltre che squisitamente tecnica. In assenza della Direttiva del MIUR prevista per legge e di una risposta alla richiesta unitaria di incontro con il Ministro su questa tema, risulta inappropriato l’avvio di un confronto con il solo INVALSI.
La Uil ha evidenziato come lo stesso Istituto che si chiama fuori dalle questioni contrattuali, ha invece, e senza coinvolgere scuole ed insegnanti,  avviato e concluso un’iniziativa di formazione del personale senza consultare le organizzazioni sindacali.
Quindi il nostro giudizio negativo rimane anche perché il processo valutativo deve vedere insegnanti e scuole, anche a livello di rete, partecipi e protagonisti, essendo questione importante e delicata.
Anche le altre organizzazioni presenti hanno ribadito la necessità di discutere del Sistema Nazionale di Valutazione con il Ministro prima di continuare il confronto sulle questioni tecniche con l’Istituto.

Decreto Legge n. 104/2013

Audizione del 26 settembre 2013
VII Commissione Camera dei Deputati
Decreto Legge n. 104/2013:
Misure urgenti in materia di istruzione, università e ricerca
(atto Camera 1574 Governo)

Premessa
La lettura del testo del decreto ha ridimensionato le aspettative che l’annuncio aveva
fatto nascere nella scuola. Infatti, pur consci della difficile situazione in cui versa il
nostro paese, lo SNALS‐CONFSAL si aspettava un serio investimento che potesse
realmente far ripartire l’istruzione. Questa è una necessità fortemente avvertita da
famiglie e operatori scolastici dopo anni di tagli lineari che hanno penalizzato il
personale, impoverito l’offerta formativa impedendo l’espletamento delle potenzialità
che la scuola autonoma poteva sviluppare a favore dei giovani per lo sviluppo del
Paese.
Gli interventi previsti non hanno adeguati finanziamenti, che spesso trovano copertura
all’interno delle fonti di finanziamento già in atto e che mettono a disposizione delle
scuole risorse ampiamente insufficienti per dare le risposte che famiglie e società civile
attendono dalla scuola.
Altro elemento che ci trova assolutamente contrari e che denunciamo, di cui chiediamo
l’eliminazione, è l’ennesima incursione legislativa nei confronti del vigente CCNL. In
particolare riteniamo che la norma che prevede l’obbligo da parte dei docenti di
partecipare a percorsi di formazione sia particolarmente grave in quanto introduce un
nuovo obbligo di servizio rispetto a quanto previsto dal vigente contratto, tra l’altro
senza quantificazione oraria, ma anche e soprattutto perché si presta alla lettura,
assolutamente ingiustificata e che rifiutiamo, che il mancato raggiungimento di
determinati livelli di apprendimento da parte degli allievi sia esclusiva responsabilità
dei docenti.
Nel decreto è particolarmente grave la mancanza di un concreto avvio dell’organico
pluriennale dell’autonomia, peraltro già previsto dalla legge di conversione del
“decreto sulle semplificazioni”, sia a livello di singola istituzione scolastica che di rete
di scuole. L’organico pluriennale porterebbe al superamento della definizione degli
organici due volte per ogni anno scolastico con conseguenze negative sia per le scuole
e per il personale sia per la continuità didattica e la possibilità di realizzare una seria
progettualità con una ragionevole stabilità del personale. Questa misura, peraltro,
comporterebbe grandi vantaggi con costi assolutamente contenuti e limitati.
Il commento che ci pare ragionevole formulare è che i contenuti del D.L. 104/2013
paiono essere una somma di proposte, non adeguatamente finanziate, e che non
sembrano tali da introdurre la svolta, auspicata dallo SNALS‐CONFSAL, capace di
ridare alla scuola gli strumenti e le risorse adeguate per essere veramente il volano su
cui basare la ripresa del nostro Paese, dare un futuro migliore alle giovani generazioni
e ridare al personale scolastico la giusta dignità sociale e il necessario riconoscimento
economico.
Infatti, a fronte di una scelta positiva del Governo di non operare tagli di risorse
finanziarie e di personale nella scuola, come avvenuto costantemente nell’ultimo
decennio, non emerge quella di stanziare idonee risorse finanziarie aggiuntive da
destinare alla valorizzazione complessiva del sistema scuola con riferimento anche a
quella professionale ed economica del personale che in essa opera (docenti, dirigenti e
ATA).
L’auspicio dello SNALS‐Confsal è che, in sede di conversione in legge, si operino le
integrazioni e i miglioramenti necessari, in modo da mettere le scuole in condizioni di
svolgere al meglio la loro funzione, ma tutelando i diritti e le aspettative di docenti,
dirigenti e personale ATA.

Analisi dell’articolato
Per quanto riguarda un’analisi dell’articolato del provvedimento in esame, lo SNALSConfsal
esprime le seguenti osservazioni:
POTENZIAMENTO DELL’OFFERTA FORMATIVA (ART. 5)
L’introduzione di un’ora di geografia generale ed economica negli istituti tecnici e
professionali (si tratta di una sola ora per l’intero biennio, ove non già prevista) non
può che essere vista positivamente, come ogni arricchimento dell’offerta formativa;
non è, però, condivisibile e accettabile la mancanza di analogo provvedimento per altre
discipline eccessivamente penalizzate dai tagli della riforma e, in particolare, con
riferimento proprio agli istituti tecnici e professionali, il mancato potenziamento dei
laboratori che potrebbe essere realizzato con un limitato incremento di risorse
ottimizzando l’utilizzazione del personale docente ITP.
RIDUZIONE DEL COSTO DEI LIBRI SCOLASTICI (ART. 6)
Pur capendo e condividendo la necessità di contenere i costi delle famiglie, si
esprimono preoccupazioni sul fatto che la norma sia coniugabile con la libera scelta dei
docenti nell’adozione dei libri di testo, con le responsabilità del dirigente scolastico e
con ricadute sulle relazioni interne per i possibili conflitti che possono derivare, a
seguito di annullamento di delibera, sia tra i diversi docenti sia tra questi e il dirigente.
PERCORSI DI ORIENTAMENTO PER GLI STUDENTI DELLE SCUOLE SECONDARIE DI 2°
GRADO (ART. 8)
Oltre all’osservazione che non pare possibile trascurare il non meno importante
problema dell’orientamento per gli allievi delle scuole secondarie di 1° grado, si
evidenziano osservazioni riguardo alla apparente obbligatorietà o meno delle attività
connesse all’orientamento; vi è quindi la necessità di meglio chiarire le
interconnessioni tra queste attività e l’orario di servizio dei docenti ai sensi del vigente
CCNL.
DIMENSIONAMENTO (ART. 12)
E’ certamente apprezzabile che le Regioni debbano definire, entro il corrente anno
scolastico, la rete scolastica nel proprio ambito territoriale avendo quale riferimento il
numero di istituzioni scolastiche derivanti dalla divisione del numero degli alunni per
900. Tale conteggio sarà definito a livello nazionale, secondo la norma statale, con
conseguente attribuzione a ciascuna Regione del numero delle istituzioni che
dovranno essere attivate con decorrenza 1° settembre 2014. In base a questa
disposizione le singole Regioni saranno libere di riorganizzare la rete scolastica nel
proprio territorio senza sforare il numero massimo di istituzioni attivabili. I vantaggi
saranno quelli di abolire finalmente le cosiddette scuole sottodimensionate alle quali,
in base alla normativa vigente, non spettavano né dirigente scolastico titolare né DSGA.
PERSONALE SCOLASTICO (ART. 15)
a) Incremento organico di diritto del sostegno e piano triennale per le nomine in ruolo
Premesso che è certamente positivo l’annuncio della stabilizzazione di oltre 26000
posti di sostegno in un triennio, e l’annunciata definizione di un piano triennale di
stabilizzazione che prevede l’immissione in ruolo, quantificata in 69000 docenti e
16000 ATA, sui posti vacanti e disponibili, quindi non solo a pareggio del turn‐over,
manca tuttavia l’attivazione dell’organico pluriennale dell’autonomia in cui stabilizzare
almeno tutte le disponibilità esistenti anche in “rete” tra scuole diverse. Altro elemento
negativo, oltre alla mancata attivazione dell’organico dell’autonomia, è che il
provvedimento prevede l’invarianza di spesa, cioè che la nomina in ruolo su posti
vacanti debba avere copertura economica a seguito di apposita sessione contrattuale
all’ARAN in base ad una direttiva che il Governo deve emanare. In pratica, una parte
della spesa per stabilizzare il personale viene attivata a carico del contratto e, quindi,
dei lavoratori.
b) Inidonei
Lo SNALS‐Confsal valuta positivamente che, con decorrenza 1° gennaio 2014, viene
cancellato l’obbligo di transitare nei ruoli ATA. Questo dovrebbe sbloccare le nomine in
ruolo del personale ATA per il corrente anno scolastico, come da noi fortemente
auspicato da anni, anche se le procedure previste contengono ancora elementi di
penalizzazione per i docenti inidonei.
E’ necessario, inserire almeno un emendamento che consenta a tale personale di fruire
delle norme di pensionamento con i requisiti ante legge Fornero, così come previsto
per il personale in esubero.
FORMAZIONE DEL PERSONALE SCOLASTICO (ART. 16)
Premesso che lo stanziamento aggiuntivo di 10 milioni di euro è limitato all’anno
solare 2014, si esprimono riserve sulla dizione “attività di formazione obbligatoria”, in
quanto non solo introduce obblighi di servizio, peraltro senza alcun tetto, ma lo fa
senza prevedere la retribuzioni per il tempo che il personale dovrà dedicarvi.
Ribadiamo con forza che non è accettabile lo scavalcamento della legge nei confronti
del contratto, su temi così delicati quali l’orario di servizio e la retribuzione. Tra l’altro
si osserva che legare gli interventi in particolare alle regioni ove i risultati degli
apprendimenti sono inferiori alla media nazionale, rischia di far passare il messaggio
che se gli alunni non raggiungono i livelli di apprendimento desiderati è colpa degli
insegnanti
DIRIGENTI SCOLASTICI (ART. 17)
Lo SNALS‐Confsal esprime apprezzamento per la scelta del Governo di introdurre
nuove modalità di reclutamento che si realizzeranno mediante corso‐concorso
selettivo di formazione bandito dalla Scuola Nazionale dell’Amministrazione, con
cadenza annuale al quale potrà partecipare il personale docente ed educativo delle
istituzioni scolastiche ed educative statali, in possesso del relativo diploma di laurea,
che abbia maturato dopo la nomina in ruolo un periodo di servizio effettivo di almeno
5 anni.
E’ auspicabile che il legislatore in sede di conversione introduca una norma finalizzata
alla salvaguardia della specificità professionale del dirigente scolastico, come
enunciata nell’art. 1 del vigente CCNL di area, per evitare che la Scuola Nazionale
dell’Amministrazione possa privilegiare nella organizzazione del corso‐concorso una
formazione sbilanciata esclusivamente sul versante amministrativo‐gestionale.
Si auspicano, altresì, emendamenti integrativi atti a:
1) risolvere e sanare i requisiti di accesso ai percorsi abilitanti speciali. Primo tra
tutti quello della validità dell’anno 2012/2013;
2) ripristinare il funzionamento del CNPI, massimo organo collegiale della scuola,
nella ultima composizione non prorogata dopo il 31.12.2012, ovviamente in
attesa di una auspicata riforma degli organi di gestione della scuola ai diversi
livelli territoriali. La scuola è attualmente l’unica priva di questo organismo
nazionale, peraltro previsto dalla legislazione tuttora vigente;
3) fornire una norma di interpretazione autentica che preveda la non applicazione
del disposto dell’art. 9, comma 21, del DL N. 78/2010, convertito con legge n.
122 del 2010, ai fini dell’attribuzione delle posizioni economiche al personale
ATA in attuazione dell’art. 50 del CCNL 29.11.2007.

Concorso per il reclutamento dei DS in Abruzzo

Reclutamento dirigenti

Concorso per il reclutamento dei DS in Abruzzo: Il Consiglio di Stato sospende l’esecutività della sentenza del TAR Abruzzo

Pertanto 36 vincitori del concorso ordinario saranno immediatamente reclutati. Nei primi giorni di ottobre 2013 Anp organizza per loro il seminario residenziale “Da oggi dirigente: l’Agenda dei primi 100 giorni”.

Il Consiglio di Stato con tre ordinanze, identiche nel dispositivo, depositate il 25 settembre 2013 ha accolto i ricorsi cautelari presentati dall’Amministrazione e da molti candidati già inseriti nella graduatoria dei vincitori del concorso per il reclutamento dei dirigenti scolastici in Abruzzo ed ha sospeso l’esecutività della sentenza del TAR Abruzzo n. 00710/2013. Tale sentenza disponeva l’azzeramento delle procedure concorsuali e, in via consequenziale, l’annullamento della graduatoria definitiva.
Ora la VI Sezione del Consiglio di Stato in sede giurisdizionale, accogliendo le istanze cautelari, ha sospeso l’esecutività della sentenza del TAR Abruzzo con le seguenti motivazioni [cfr. fra le tre l’ordinanza n. 201303718]:
  • «l’appello appare prima facie munito di fumus boni iuris, non risultando condivisibili i rilievi del giudice di primo grado in ordine ai motivi di illegittimità della procedura concorsuale di che trattasi dedotti a proposito della ripetuta sostituzione di alcuni componenti della commissione d’esame;
  • quanto al periculum in mora, […] appare prevalente, in questa fase cautelare, l’interesse della Amministrazione scolastica alla finalizzazione, con la nomina dei vincitori, della procedura selettiva al fine di garantire, con la cessazione della nomina dei soggetti reggenti, il regolare funzionamento degli istituti scolastici».
Ora l’USR Abruzzo dovrà provvedere al reclutamento immediato dei 36 vincitori di concorso collocati in posizione utile secondo quanto disposto dall’art.17, comma 6, del recente D.L.104 che prevede  «la nomina in corso d’anno, ove possibile, dei vincitori di concorso» al momento della conclusione della procedura concorsuale.
L’Anp sta organizzando anche per i 36 neodirigenti dell’Abruzzo il seminario residenziale “Da oggi dirigente: l’Agenda dei primi 100 giorni” previsto nei primi giorni di ottobre 2013.
Nelle prossime ore forniremo tutte le indicazioni relative alla sede e al calendario.

ASSEMBLEA NAZIONALE A SALERNO DAL 27 AL 29 SETTEMBRE

ASSEMBLEA NAZIONALE DELLA GILDA A SALERNO DAL 27 AL 29 SETTEMBRE

Assemblea nazionale della Gilda degli Insegnati da domani, 27 settembre, a domenica 29. I delegati, provenienti da tutte le province d’Italia, si riuniranno per tre giorni a Salerno per preparare la piattaforma di iniziative che il sindacato organizzerà per difendere i diritti dei docenti e lanciare la campagna di mobilitazione per il recupero degli scatti di anzianità relativi al 2012. “L’appuntamento di Salerno – spiega il coordinatore nazionale Rino Di Meglio – sarà anche l’occasione per mettere a punto una strategia con cui reagire ai tentativi del Governo di istituire una carriera per pochi, espropriando gli insegnanti di ciò che già possiedono contrattualmente”.

DECRETO LEGGE 12 SETTEMBRE 2013, n. 104

AUDIZIONE VII COMMISSIONE CAMERA DEI DEPUTATI
DECRETO LEGGE 12 SETTEMBRE 2013, n. 104
A. C. 1574

In via preliminare, si esprime apprezzamento per due aspetti generali del provvedimento:
– una norma tutta dedicata alla scuola, finora trattata soprattutto in modo incidentale, nel contesto di provvedimenti di diversa e prevalente caratterizzazione;
– l’aver invertito, dopo molti anni, la tendenza a sottrarre risorse alla scuola per tornare ad investire, se pure in misura limitata e con priorità sulle quali si ritiene di esprimere qualche riserva (vedi oltre).
La principale perplessità che questa Organizzazione ritiene di esprimere riguarda il peso relativo delle diverse misure. Gli interventi sostanziali appaiono riservati soprattutto alle questioni che investono il personale: all’interno di queste, in particolare, un piano di assunzioni di dimensioni sicuramente rilevanti.
Ci sono, a nostro avviso, due limiti in questa scelta. Il primo è quello di prosciugare – attraverso un costoso piano di assunzioni – gran parte delle risorse disponibili, lasciando poco più che le briciole agli interventi in favore degli studenti, delle infrastrutture destinate alle scuole (si pensi solo alla banda larga, indispensabile per la dematerializzazione della didattica e del funzionamento), della riqualificazione edilizia.
Il secondo limite è quello di considerare che la qualità dell’istruzione vada perseguita attraverso misure “quantitative” (più docenti, più ATA, più ore di insegnamento – vedi il caso di Geografia) e non attraverso un migliore utilizzo di quelle esistenti. Per Geografia, ad esempio, meglio sarebbe stato affrontare il problema attraverso un’apertura alla flessibilità curricolare, anziché con ricette neo-centralistiche di irrigidimento del curriculum
Per quanto riguarda il piano di assunzioni, a parità di unità di personale da assumere, non è indifferente se assumerli per scorrimento delle graduatorie ad esaurimento (cioè, sostanzialmente, per anzianità) oppure se farlo attraverso un vaglio dei requisiti personali e dell’idoneità ad integrarsi nel piano educativo delle singole scuole (come noi da tempo richiediamo). Si deve registrare il perdurare dell’inversione fin qui registrata fra fini e strumenti:
non sono le scuole a poter scegliere le risorse professionali più idonee ai fini che il loro Piano dell’offerta prevede, ma gli aspiranti docenti a scegliersi la scuola di maggior gradimento fra quelle disponibili (ed indirettamente a determinarne in tal modo le priorità ed il Piano stesso).
Questo in termini generali. Ci sono poi alcune questioni più specifiche sulle quali riteniamo di spendere qualche parola e di presentare – a titolo di contributo alla discussione – alcune ipotesi di emendamento, in numero di 5.
1. La prima riguarda il trasferimento alla Scuola Nazionale di Amministrazione della competenza a reclutare e formare i futuri dirigenti scolastici. Non siamo per principio contrari a tale soluzione – anche in considerazione della prova fornita fin qui dalle procedure decentrate presso gli USR: gravate di innumerevoli contenziosi (in diversi casi soccombenti) ed in parte tuttora bloccate, mentre centinaia di scuole rimangono prive di una guida stabile. Ricordiamo però che, in tutti i principali paesi europei nei quali il reclutamento è svolto dalle autorità centrali, questa è un’attività affidata a strutture dedicate e specializzate. Suggeriamo quindi di prevedere all’interno della Scuola una sezione specifica, coordinata da personale dirigenziale in possesso di esperienza nella conduzione e valutazione delle scuole.
2. La seconda nasce dalla constatazione che il contenzioso trae origine soprattutto dal numero elevatissimo di aspiranti, che mette sotto pressione qualunque struttura preposta al vaglio e moltiplica le occasioni di contestazione. Occorre intervenire su almeno due punti: a) il requisito dei “cinque anni di servizio dopo la nomina in ruolo”, troppe volte ormai dichiarato illegittimo dai tribunali amministrativi per essere ancora mantenuto; b) i prerequisiti professionali per partecipare. Suggeriamo: da una parte, di mantenere la condizione dell’essere in ruolo all’atto della domanda, ma di includere nel computo degli anni di insegnamento anche quelli pre-ruolo riconosciuti per legge; dall’altra, di richiedere (come condizione aggiuntiva di accesso) che, nel periodo di servizio considerato, siano state svolte funzioni qualificanti per la vita della scuola, come quella di collaboratore del dirigente o di funzione strumentale in una delle aree “significative”, da individuare nel testo del regolamento (esistono al riguardo studi statistici commissionati dallo stesso Ministero).
3. La terza è volta ad eliminare un’incredibile svista contenuta nel comma 7 dell’art. 17, laddove si prevede – sia pure in via subordinata – che alla sostituzione dei docenti esonerati dall’insegnamento nelle scuole date in reggenza (in alcune regioni) si provveda con fondi tratti anche dal Fondo Unico per la retribuzione di posizione e di risultato dei dirigenti scolastici. Parliamo di svista, in quanto la relazione tecnica che accompagna il decreto fornisce una lettura diversa e più corretta del testo. In caso diverso, dovremmo parlare di “scippo”. La proposta non può che essere quella di cassare dal testo del comma 7 le parole che vanno da “e, in subordine …” fino alla fine del periodo. In tal modo si ristabilisce la doverosa separazione degli ambiti fra le somme destinate alla sostituzione dei docenti e quelle destinate a retribuire le reggenze affidate ai dirigenti.
4. La quarta ipotesi vuole garantire coloro che hanno partecipato ai concorsi a cattedre per l’insegnamento, recentemente indetti, dal rischio di vedere i posti messi a bando assorbiti dal piano triennale di assunzioni. Vuole inoltre conferire alle scuole – nell’attuazione del predetto piano – la facoltà di denegare il proprio gradimento rispetto all’assegnazione di docenti che abbiano già prestato servizio in passato presso la scuola stessa fornendo prestazioni professionali non soddisfacenti.
5. La quinta è relativa all’adozione dei libri di testo e mira a ristabilire un corretto rapporto fra responsabilità e poteri del dirigente in materia di sforamento dei tetti di spesa previsti. Così come è scritta, la norma dell’art. 6 attribuisce al solo dirigente la responsabilità disciplinare “oggettiva” per decisioni di terzi, sulle quali non ha potere legale di intervento. La proposta è quella di consentirgli di non porre in votazione eventuali delibere che configurino un eccesso di spesa o, in ogni caso, di non darvi esecuzione. Allo stato attuale – come è noto – le delibere degli organi collegiali costituiscono atti definitivi, impugnabili (ma non dal dirigente) solo davanti ai tribunali amministrativi.
Nella necessaria sintesi della presente memoria, le singole ipotesi di emendamento sono illustrate con poche parole e con argomentazione sommaria. Si ritiene utile allegare cinque schede, una per ogni intervento suggerito, nelle quali le motivazioni ed il testo sono espressi in forma più completa e analitica.
Non si giudica utile esprimere valutazioni su tutti gli articoli del decreto 104, dovendosi intendere il silenzio come condivisione, o almeno come realistica considerazione della difficoltà di intervenire altrimenti nelle diverse materie considerate.

Risorse per la contrattazione integrativa d’istituto

On. Maria Chiara Carrozza
Ministro per l’Istruzione, l’Università, la Ricerca
Viale Trastevere, 76/a
00153 Roma

Oggetto: risorse per la contrattazione integrativa d’istituto.
Rif. nota del 17 settembre della Direzione Generale per la politica finanziaria

Questa Organizzazione è venuta a conoscenza della nota inviata il 17 settembre scorso dalla Direzione in oggetto alle istituzioni scolastiche e contenente “Istruzioni per l’aggiornamento del Programma Annuale settembre-dicembre 2013”.
In detta nota, a pagina 3, a proposito dell’assegnazione per gli istituti contrattuali, si prescrive alle scuole di svolgere la contrattazione solo sulle eventuali economie degli anni precedenti, nelle more di una non meglio precisata intesa con le OO.SS. Economie che, è superfluo dirlo, sono inesistenti o comunque non significative, dati i tagli dello scorso anno.
Tale indicazione è in netto contrasto con le istruzioni a suo tempo (luglio 2012) impartite in merito: ma soprattutto comporta la paralisi di tutte le attività non di insegnamento. Non sarà possibile infatti conferire incarichi per progetti ed attività fino a quando non sarà stato reso noto l’importo disponibile. Ma la scuola intanto non aspetta e deve andare avanti: né si può pensare che conferire un incarico a marzo, o dopo, risolva il problema.
Viene meno in tal modo ogni margine per la progettazione autonoma ed anche per un utilizzo ordinato delle poche risorse disponibili. Quando queste saranno note, se mancheranno – come lo scorso anno – appena poche settimane al termine delle lezioni, non resterà che distribuirle a consuntivo a chi comunque ha fatto qualcosa.
Signor Ministro, le scuole non meritano di ricevere attenzione solo quando tutti i riti delle concertazioni si sono consumati ed è ormai troppo tardi per costruire un progetto. Quelle risorse, qualunque ne sia l’ammontare, devono essere comunicate subito per poter essere allocate ad un fine consapevole e non diventare solo l’ennesima spesa a consuntivo, priva di obiettivi.
Le chiediamo di volersi adoperare, nell’esercizio dei suoi poteri e delle sue funzioni, affinché la nota in questione venga immediatamente ritirata e le scuole ricevano in tempi brevissimi la comunicazione delle somme disponibili per avviare la contrattazione integrativa; o, quanto meno, l’indicazione di rifarsi alle somme quantificate nell’Intesa MIUR – OO.SS. del 30 gennaio 2013. Le risorse per il pagamento degli scatti biennali non possono essere individuate a danno di quelle necessarie per retribuire le attività accessorie che, in ultima analisi, sono le uniche a garantire l’effettivo esercizio dell’autonomia scolastica.
E’ gradita l’occasione per porgere distinti saluti.

Giorgio Rembado
Presidente nazionale Anp

L’annunciata riforma Carrozza

“Non ci sarà una riforma  Carrozza” aveva annunciato il Ministro solo pochi giorni fa. Oggi invece a leggere il Messaggero di Roma sembrerebbe che una riforma Carrozza ci sarà! E, a rifletterci, si tratterà della  più sorprendente, radicale e rivoluzionaria delle riforme. Da quel che riporta il Messaggero (l’articolo è a firma di Alessia Campione) il Ministro vuole che il voto di maturità non abbia alcun valore legale.  “Sono contrarissima – ha dichiarato – a dire che bisogna dare  valore al voto, soprattutto se abbiamo commissioni che dipendono dalla soggettività”.  Ma i professori,in sede d’esame di Stato, oltre che con la loro soggettiva cultura e sensibilità pedagogica, non giudicano sulla base dei risultati di due prove ministeriali e una terza prova scritta, di colloqui pluridisciplinari e di crediti scolastici conquistati in un triennio di studio? E’ un’operazione abbastanza seria, vissuta, nella generalità dei casi, seriamente, con la professionalità che richiede. Invece, da quel che riporta il Messaggero, sembrerebbe che si dicesse chetutto è sbagliato, che i docenti nella loro globalità sono inaffidabili e che la scuola non serve a niente. Il  che, nella sostanza, è come dire che il Paese non è interessato ad avere un vero progetto educativo e formativo che tutti riconoscono e corrispondono a realizzare per la parte di competenza. E’ come concludere che è bene e più produttivo assecondare la direzione che ha preso la gestione dei grandi processi di selezione del merito ove ciascuno fa i suoi interessi: l’Università con i suoi test di ammissione, l’Invalsi con le sue discusse e talora disorientanti prove, il mondo del lavoro con i suoi strumenti e procedure, i concorsi nazionali con la debolezza morale che li accompagna. “Oggi – ha dichiarato un rettore d’Università, sempre sul Messaggero – chiunque ha interesse a scegliere persone che sanno fare.” Fare che cosa? Un Paese non dovrebbe – come la Legge da tempo prescrive – conoscere ciò che per un giovane è importante sapere e saper fare? E se si sceglie, con procedura oggettiva, una persona sulla base di quanto essa sa essere furba o  imbrogliona, che dire, sarà sempre un merito da premiare e un bene per il Paese?  (Emilio Ambrisi)

Bene decreto ma restano questioni da risolvere

Scuola: Ugl,
Bene decreto ma restano questioni da risolvere

(dall’Agenzia ANSA) “Il decreto sulla scuola va nella giusta direzione, ma restano ancora questioni irrisolte a partire da tutte quelle problematiche legate al reclutamento del personale, nonché allo stanziamento delle risorse economiche destinate alle istituzioni scolastiche”.
Lo ha affermato l’Ugl Scuola nel corso dell’audizione presso la Commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera dei Deputati nell’ambito dell’esame del disegno di legge C. 1574 , di conversione in legge del decreto-legge n. 104 del 2013, recante disposizioni urgenti in materia di istruzione, università e ricerca.
“Misure come la riduzione del costo dei libri, la possibilità di concedere in comodato d’uso i testi o di utilizzare le edizioni precedenti, l’introduzione di contributi e benefici grazie al welfare dello studente e la digitalizzazione degli istituti scolastici, vanno nella giusta direzione, ovvero quella di valorizzare un settore strategicamente importante come quello della scuola, oltre ad essere un valido contributo al contenimento del fenomeno della dispersione scolastica. In merito però al piano triennale che prevede l’assunzione di 69 mila insegnanti – prosegue l’Ugl – sono necessari ulteriori chiarimenti, in particolar modo per quanto riguarda la tempistica e le modalità di attuazione. Ci dispiace inoltre constatare che non ci sia alcun riferimento al rinnovo del contratto nazionale”.
“Pur valutando positivamente il via libera all’assunzione a tempo indeterminato di oltre 26 mila insegnanti di sostegno, è necessario allo stesso tempo prevedere tempi celeri per la stabilizzazione del personale Ata. Del resto, occorre tener presente che la riduzione degli organici ha notevolmente aumentato i carichi di lavoro del personale Ata, che si trova, troppo spesso, a non poter far fronte alle esigenze delle istituzioni scolastiche. Resta prioritaria la copertura di tutti i posti vacanti in organico di diritto,con decorrenza immediata, senza dimenticare inoltre l’urgenza di un piano pluriennale di investimenti e di un serio progetto di snellimento delle procedure informatizzate delle scuole”.

Anche sui contratti dare un segnale di svolta

Scrima, anche sui contratti dare un segnale di svolta
Consiglio Generale Cisl Scuola 25.9.2013

“I buoni segnali dati col decreto sulle misure urgenti devono trovare conferma anche su un altro versante, quello del rinnovo contrattuale”. Ad affermarlo è il segretario generale Francesco Scrima nella sua relazione al Consiglio Generale Nazionale della CISL Scuola, riunito oggi a Roma.

“Se vogliamo avere risposte concrete” – prosegue Scrima – “dobbiamo noi per primi muoverci in direzione di piattaforme credibili e praticabili. Ignorare il contesto economico e politico ci porterebbe a fare discorsi poco credibili, e sarebbero i lavoratori per primi, giustamente, a sentirsi presi in giro da parole in libertà diffuse con troppa leggerezza”.

Scrima rifiuta l’ipotesi di contrattare solo sugli aspetti non economici. “Anche con i vincoli posti dalle norme di stabilità finanziaria” – sostiene – “noi siamo convinti che una tornata contrattuale sia possibile e utile. Non un negoziato sulla sola parte normativa, ma sull’intero corpo contrattuale. Parte economica compresa”.

La proposta su cui la CISL Scuola sta lavorando, anche in previsione dell’importante appuntamento unitario del prossimo 28 ottobre (riunione congiunta dei direttivi nazionali delle sigle firmatarie del contratto), è un tentativo di “smarcare” il contratto dai limiti posti oggi dalla mancanza di risorse.

“Dobbiamo rivendicare intanto il principio del reinvestimento di eventuali risparmi, avendo chiarito in premessa che non ci si riferisce in ogni caso a tagli, di cui proprio non si discute. Dobbiamo poi costringere la parte pubblica a mettere ‘nero su bianco’ gli impegni che dovranno trovare posto nei prossimi documenti di programmazione economico finanziaria, al di là dei vincoli normativi oggi esistenti. Infine, vi è la necessità di rimettere ordine in tutta la parte relativa alla retribuzione dei carichi di lavoro aggiuntivi, su cui non mancano ogni tanto anche i tentativi di indebite ingerenze per via legislativa”.

Un quaderno di impegni molto fitto, dunque, in preparazione di un incontro unitario che di fatto segnerà l’avvio di una difficile fase vertenziale. “Il Governo” – chiede Scrima – “provveda nel più breve tempo possibile a predisporre l’atto di indirizzo per aprire il negoziato”.

CARRIERA INSEGNANTI: “NO A IPOTESI SACCOMANNI SU MERITO”

CARRIERA INSEGNANTI, GILDA: “NO A IPOTESI SACCOMANNI SU MERITO”
La Fgu-Gilda degli Insegnanti boccia le nuove modalità di sviluppo della carriera dei docenti ipotizzate dal ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni nel Def.
“Proprio nel momento in cui il rapporto Eurydice sulle remunerazioni dei docenti, riferito agli anni scolastici 2009-2012, rileva che la progressione degli stipendi in Italia è tra le più basse in Europa, – spiega il coordinatore nazionale Rino Di Meglio – il Governo sta pensando di abolire gli scatti di anzianità e di retribuire il ‘merito’ attraverso un sistema di ‘valutazione delle prestazioni professionali collegato a una progressione di carriera’, premiando cioè soltanto alcuni insegnanti, magari scelti con il metodo Invalsi. Un criterio – continua Di Meglio – sul quale non siamo affatto d’accordo perché significherebbe spostare risorse dagli scatti, cioè dallo stipendio di tutti, a un presunto merito per pochi che, peraltro, ancora non si sa come verrebbe valutato. Si tratta di un’ipotesi addirittura peggiore rispetto a quella del ‘concorsaccio’ di Berlinguer, fallito – ricorda il coordinatore nazionale della Fgu-Gilda – grazie alla nostra mobilitazione”.
Il sindacato invita dunque i docenti alla mobilitazione affinché siano pagati gli scatti di anzianità del 2012 e del 2013 e siano stanziati i fondi per il rinnovo del contratto di lavoro.
“Se poi il Governo vuole premiare il merito – conclude Di Meglio – metta a disposizione risorse nuove nel bilancio dello Stato”.

Concorso a cattedra

Concorso a cattedra: dall’Usr del Lazio si applica un eccesso di zelo negando il punteggio dovuto ai candidati che hanno dichiarato la presenza del titolo di accesso alla selezione solo nella domanda di partecipazione

 

L’Anief invita il direttore dell’ufficio scolastico del Lazio, Maddalena Novelli, ad assegnare il punteggio prescritto a tutti i candidati al concorso a cattedra in possesso di regolare titolo di accesso: a quanto invece risulta, tramite le strutture sindacali periferiche, a tutt’oggi a diversi aspiranti docenti è stata negato l’accreditamento del suddetto punteggio a causa della supposta mancata indicazione degli stessi candidati del possesso del titolo all’interno della sezione aggiuntiva “Titoli”.

 

Il problema è nato per tutti i candidati all’insegnamento in possesso del solo titolo di accesso: ora, poiché questo era stato già dichiarato nella domanda di partecipazione, essendo tra l’altro indispensabile per accedere al concorso a cattedra, in tanti hanno reputato non necessario confermare l’avvenuto conseguimento del titolo di studio anche nella scheda titoli.

 

Ma così non la pensa l’Usr laziale, che nel pubblicare le prime graduatorie provvisorie (i cui punteggi sono scaturiti dalla somma dei punteggi della prova scritta, dell’eventuale prova pratica e del colloquio conclusivo con la commissione) ha improvvidamente deciso di non considerare sufficiente la dichiarazione del titolo di studio comunicato nella sola domanda di partecipazione al concorso. A rendere ancora più complicata la situazione è il dato che solo ad una parte dei candidati sembrerebbe essere giunta formale comunicazione, inviata dal Miur tramite e-mail, attraverso la quale nell’ottobre del 2012 l’amministrazione sollecitava il candidato a trasmettere le informazioni sul titolo di studio conseguito.

 

Ora, poiché è da escludere che l’ufficio regionale del Miur possa ammettere al concorso a cattedra dei candidati privi dei requisiti minimi di partecipazione previsti dal bando, non si comprende perché solo l’Ufficio Scolastico Regionale del Lazio sia incappato in questo eccesso di zelo: lo stesso Usr, quindi, farebbe bene ad inserire con celerità (in modo da risultare nella graduatoria definitiva, utile all’immissione in ruolo prevista per l’inizio del prossimo anno scolastico) il punteggio previsto dal regolamento concorsuale, sulla base del punteggio conseguito in occasione dell’assegnazione del diploma di laurea o di maturità.

 

Anche se il titolo non è stato indicato nella sezione specifica, infatti, il candidato ha diritto al conseguimento dei punti in graduatoria. Semplicemente perché quel titolo è stato regolarmente acquisito e comunque già dichiarato. Per cautelarsi, qualora l’amministrazione regionale del Lazio non dovesse procedere in autotutela alla correzione dell’errore, è bene che gli aspiranti docenti interessati presentino immediato ricorso scrivendo a valutazione.titoli@anief.net.

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Concorso a Cattedra: nuova conferma dal TAR Lazio sulla prova di inglese per la scuola primaria

Il Tribunale Amministrativo per il Lazio ha emesso nuova ordinanza collegiale favorevole che conferma i precedenti provvedimenti ottenuti dall’ANIEF sulla non obbligatorietà della prova di inglese nel concorso a cattedra per la scuola primaria e conseguente possibilità, per chi nelle altre prove scritte aveva conseguito un punteggio di almeno 21/30, di accedere alla successiva prova orale. Secondo l’ANIEF, che ha affidato la tutela dei propri iscritti all’Avv. Fortunato Niro, il punteggio della prova di inglese deve essere considerato aggiuntivo in quanto la normativa di riferimento (D.Lgs. 297/94) prevede tale prova come facoltativa.

Il MIUR con il D.D.G. n. 82/2012 di indizione del Concorso a Cattedra ha previsto come obbligatoria la prova d’inglese per i candidati della scuola primaria mentre la normativa di riferimento (D.Lgs. 297/94) considera tale prova puramente facoltativa. Per l’ANIEF, dunque, il punteggio relativo alla valutazione della prova d’inglese deve essere scorporato dalle altre prove scritte. Il TAR Lazio, con la nuova ordinanza cautelare n. 8356/13, ha dato nuovamente ragione al nostro sindacato, ammettendo con riserva alla prova orale i ricorrenti ANIEF esclusi dal MIUR solo a causa del punteggio ottenuto nella prova di lingua.

 

Incontro al MIUR e Audizione alla VII Commissione Cultura della Camera

COBAS-INIDONEI-ITP-PRECARI-MATERIA ALTERNATIVA-

MODELLI VIVENTI-QUOTA 96

24 SETTEMBRE 2013

Incontro al MIUR e Audizione alla VII Commissione Cultura della Camera

Ieri è stata veramente una giornata campale, tra il sit-in con incontro al MIUR nel pomeriggio e l’audizione alla VII Commissione Cultura della Camera in serata, siamo stati ancora una volta protagonisti della scena politico-sindacale.

Il sit-in ha visto la partecipazione di circa cento persone, tra docenti e assistenti amministrativi e tecnici, provenienti da più regioni e appartenenti a più spezzoni di categoria, con un “cartello” che è diventato l’emblema di una nuova e significativa forma di mobilitazione.

Una lotta comune, per la difesa di diritti e lavoro, che unisce i lavoratori e le lavoratrici della scuola che invece, normalmente, risultano essere divisi e in conflitto tra di loro. Questa è stata, ed è, la forza di questo movimento, che i Cobas rappresentano attraverso la pratica della democrazia diretta e che sino ad ora ha riportato alcune significative vittorie.

L’incontro con i funzionari del MIUR, che non ci avrebbero voluti ricevere, ma che sono stati costretti a farlo per la determinazione con la quale i presenti hanno rappresentato la loro ferma volontà di non recedere dalla richiesta, arrivando a bloccare il passaggio di coloro che volevano entrare al MIUR è stato, per la prima volta, possiamo dirlo , la conferma del nostro successo.

Non perché non ci siano ancora molte questioni da risolvere, ma perché, per la prima volta in due anni, i rappresentanti del MIUR presenti all’incontro ci hanno esplicitamente detto che il risultato raggiunto per “inidonei” e precari AA AT è stata una vera e propria vittoria, raggiunta solo per merito della determinazione, continuità e fermezza dimostrati dai Cobas e dai lavoratori e lavoratrici nella difesa di inalienabili diritti.

Anche i nostri più ostinati  “ catastrofisti”, che per tutta la durata dell’incontro hanno posto obiezioni e rilievi, hanno alla fine ceduto e hanno dovuto convenire con i funzionari che il più è stato fatto, anche se ancora altro dobbiamo fare.

Gli inidonei,infatti, non transiteranno più obbligatoriamente nei profili amministrativi e tecnici della scuola, i precari AA e AT riceveranno circa 3.500 posti per le immissioni in ruolo , gli ITP C555-C999 potranno transitare su classe di concorso se in possesso del titolo di studio ( non solo del titolo abilitante), i Modelli Viventi hanno avuto il riconoscimento delle dotazioni finanziarie per l’assunzione del personale.

Ora è la volta della Materia Alternativa e degli ATA e docenti di Quota 96.

Per la Materia Alternativa è stata posta formalmente la questione dell’obbligatorietà dell’istituzione dell’insegnamento della materia e nella delegazione presente all’incontro c’era anche un rappresentante dell’associazione 31 Ottobre, promotore dell’ordine del giorno votato dal Sinodo delle Chiese Metodiste e Valdesi, da cui deriva l’invio della lettera del moderatore della Tavola Valdese al Ministro dell’istruzione. In tale lettera è stata già chiesta la corretta applicazione delle norme che riguardano le attività alternative all’Insegnamento religioso confessionale (IRC), in modo tale che “vengano organizzate dalle istituzione scolastiche nei tempi dovuti e con le modalità  previste dalla legge”. Il Sinodo ha infatti ribadito che le attività alternative costituiscono “un servizio strutturale obbligatorio, necessario per garantire la laicità e la parità dei cittadini nell’istruzione pubblica”. Tali richieste sono state presentate anche dalla delegazione presente all’incontro. Sulla questione Quota 96,i rappresentanti del Miur hanno ribadito quanto già detto nell’incontro del 3 settembre, che le difficoltà per la soluzione del problema sono di natura politica e che il Mef e l’inps hanno fatto saltare l’accordo che in prima battuta avervano raggiunto a luglio.Hanno comunque accolto la nostra richiesta di emanare in tempi brevi una circolare ministeriale per verificare e aggiornare la platea degli aventi diritto, dati utili  per quantificare in  modo esatto la copertura finanziaria”  e per  smontare la relazione tecnica della Ragioneria dello Stato.

Naturalmente ancora varie cose rimangono da fare: lavorare per la cancellazione dell’obbligo della mobilità intercompartimentale, con ulteriori modifiche del DL 104/2013, inserire nel transito su altra classe di concorso degli ITP C555-C999, anche chi lavora con diploma di Liceo Classico, Liceo scientifico, Liceo artistico, definire con precisione i contingenti per le immissioni in ruolo degli AA AT e i tempi di tale operazione, adeguare le modalità del reclutamento dei modelli viventi con il nuovo ordinamento dell’istruzione artistica. Su tutti i punti in questione ci saranno ulteriori, specifici incontri.

In serata una delegazione Cobas ha partecipato all’audizione informale che si è svolta presso la VII Commissione Cultura della Camera dalle 20 alle 23. All’audizione erano presenti i deputati della Commissione cultura, insieme alle organizzazioni sindacali e le associazioni più rappresentative della scuola, per entrare nel merito dell’analisi del DL 104/2013.

I Cobas, ai quali è stata data per primi la parola ( tempo a disposizione 10 minuti), hanno rimarcato quanto già detto nel pomeriggio ai rappresentanti del MIUR e, dopo aver evidenziato la vittoria raggiunta esclusivamente grazie alla propria mobilitazione, hanno analizzato criticamente il testo del decreto, invitando la Commissione ad operare per abrogare ciò che rimane di contraddittorio e negativo (commissioni mediche, mobilità intercompartimentale).  Lo stesso è stato fatto in relazione alla questione degli ITP C555-C999, che non hanno ancora la possibilità di essere trasferiti su classi di classe di concorso affini, per i quali è stato proposto uno specifico emendamento.

Per quanto riguarda il reclutamento dei docenti ( curriculari e di sostegno ), è stata rimarcata la necessità della definizione di un concreto piano di immissioni in ruolo e l’inadeguatezza del contingente oggi proposto nel decreto. Peraltro è stato fatto notare che l’aver escluso dal decreto la questione di Quota 96 ha impedito l’ulteriore acquisizione di 3.500 posti ( secondo i dati del MIUR) per i docenti e ATA, falsando i darti relativi alle disponibilità in organico. Si è richiamata la necessità di entrare nel merito della questione, anche  attraverso l’inserimento in quel punto di una norma risolutiva in tal senso. Per il sostegno si è sottolineata l’esigenza di andare oltre la semplice copertura dei posti in organico, per ridefinire i parametri per il riconoscimento della disabilità, nel rispetto dei diritti di genitori e alunni, vista l’insufficienza dei posti in relazione al fabbisogno reale e il tentativo di coprire tale mancanza con i BES che ledono i diritti degli alunni disabili e riducono gli organici di sostegno.

In merito all’art 16 e al finanziamento di 10 milioni di euro per mandare gli insegnanti a ripetizione “ di quiz” , si è rimarcata la necessità di abrogare la norma in questione, vista l’inutilità di tale modalità per risolvere i problemi connessi con l’apprendimento.

Anna Grazia Stammati

( esecutivo nazionale cobas)