Attendiamo risultati ma futuro sempre più incerto

Scuola: Ugl, “attendiamo risultati ma futuro sempre più incerto”
(dall’Agenzia ANSA)
“Il Presidente Renzi continua ad attribuirsi meriti inesistenti: il processo della ‘Buona Scuola’ e’ sicuramente stato avviato ma attendiamo i risultati. Siamo realisti: il futuro della scuola, degli insegnanti, dei precari e’ sempre piu’ cupo e confusionario”.
Lo ha detto Giuseppe Mascolo, segretario generale dell’Ugl Scuola, commentando le dichiarazioni del premier Matteo Renzi.
“Continuiamo a ribadire che le centomila assunzioni – prosegue il sindacalista – non sono un merito dell’esecutivo, ma semplicemente il risultato di battaglie giudiziarie, come ad esempio la sentenza della Corte Europea”.
Per il sindacalista “la card del professore e’ ‘una miseria’ rispetto a quello che il personale della scuola avrebbe dovuto percepire, allo stesso modo come gli stanziamenti economici per l’istruzione, sono semplicemente risorse sottratte ai lavoratori perche’ derivanti dal mancato rinnovo del ccnl, oramai fermo da quasi un decennio”.
“La realta’ e’ che regna sovrana la confusione e di conseguenza si procede agli adempimenti amministrativi, tra i quali le immissioni in ruolo, troppo spesso senza la chiarezza necessaria e con tempistiche troppo risicate e quindi inaccettabili anche in considerazione del periodo estivo”.
“Le procedure per le domande on line – continua Mascolo – sembrano un terno al lotto e per avere un minimo di chiarezza a seguito di alcune FAQ pubblicate dal Miur, si e’ dovuto attendere parecchi giorni, ma l’incertezza continua a regnare sovrana. Nonostante questo – conclude il sindacalista – il Premier continua con i proclami ai quali oramai ci ha abituato, ma la realta’ e’ che le scuole brancolano nel buio piu’ totale”.

La cosiddetta “buona scuola” del Governo sarà causa di una migrazione di massa

Il piano di stabilizzazione previsto dalla legge 107/15 sulla scuola sta generando sconcerto e preoccupazione tra i precari coinvolti. Oltre a non rispondere ai bisogni reali delle scuole, penalizza i precari costretti a emigrare dalle proprie regioni e non rispetta la sentenza della Corte di Giustizia europea sulla reiterazione dei contratti. Infatti anche chi è inserito nelle graduatorie di seconda fascia ha diritto a un piano di stabilizzazione, a partire dai docenti che hanno maturato 36 mesi di servizio. Le sentenze dei giudici vanno tutte in quella direzione.

Il piano è causa di una nuova e massiccia migrazione che non tiene conto delle condizioni personali spesso difficili di chi non può, al nord come al sud, abbandonare le proprie regioni.

La situazione è ancor più preoccupante al Sud che versa in una condizione di devastazione economica e sociale come evidenziato dai dati Svimez.

Il Governo intende risolvere la questione meridionale con un nuovo esodo di massa verso il nord a partire dalla scuola, assumendosi la responsabilità di tale grave scelta.

In questa situazione caotica, la Ministra Giannini vuole sbarazzarsi dei precari paventando la cancellazione dalla graduatoria a esaurimento per coloro che non presentano la domanda. Siamo di fronte a un evidente tentativo di aggirare la legge, cancellando diritti e dignità delle persone.

La legge sulla “brutta scuola” si sta così rivelando un boomerang anche per la condizione dei precari, tanto che la tensione sta aumentando in quasi tutte le regioni d’Italia.

Il Governo intervenga aprendo il confronto con le organizzazioni sindacali, evitando di fare ulteriori danni. In queste condizioni l’inizio del nuovo anno scolastico sarà complicato, ma questa volta l’autoritarismo e la demagogia non serviranno a piegare la giusta protesta dei precari.

Un incontro significativo con l’autore

cappellazzoUn incontro significativo con l’autore
Motivazioni e obiettivi fondamentali per la realizzazione di un progetto di lettura per le scuole

di Lisa Cappellazzo

Senso dello Stato e Lanzichenecchi vari

Senso dello Stato e Lanzichenecchi vari

di Stefano Stefanel

La legge 107 del 13 luglio 2015 è entrata nel mondo della scuola italiana, attraverso qualche fiducia e molte polemiche, non più come spettro o prospettiva, ma come dato di fatto. Ora bisognerà vedere come il “bisonte” della burocrazia italiana supportata da norme pesanti e spesso vessatorie riuscirà a metterla in atto. Nel frattempo tutti quelli che hanno passato i mesi ad insultare parlamentari, ministro, dirigenti scolastici e governo adesso hanno spostato la loro attenzione sui referendum abrogativi, sui ricorsi e sui boicottaggi possibili, probabili o solo annunciati. Ovviamente siamo il paese delle trombe e delle campane e ognuno usa le sue. Esiste però una linea di demarcazione abbastanza netta tra chi vuol tutelare dei diritti e chi invece si richiama alla Costituzione al solo scopo di bocciare e far fallire tutto ciò che non gli piace.

Dato che non siamo tutti uguali mi permetto di dire che cosa farò (e cosa farei) io:

  • farò tutto quello che è nelle mie possibilità e in mio potere per far funzionare la legge 107/2015 e in piena lealtà collaborerò anche con la burocrazia statale e ministeriale (che se dipendesse da me proprio abolirei) perché parte di quello Stato di cui sono dirigente e dipendente;
  • qualora fosse stata approvata (o venga in un futuro approvata) la Legge di Iniziativa Popolare (LIP) avrei fatto tutto quello che è nelle mie possibilità e in mio potere per farla funzionare, pur considerandola una pessima legge capace solo di far regredire ancora il sistema scolastico italiano.

Non è il mio mondo quello delle minacce (i nomi dei senatori e dei deputati che hanno votato la fiducia alla legge esibiti come dei bersagli mediatici), degli insulti (presidi-sceriffi che assumono amanti, parenti, fidanzate, raccomandati), degli inviti a bloccare le scuole per far vedere che la legge non funziona (è facile bloccare tutto: in alcuni casi in passato lo sciopero di un solo collaboratore scolastico ha mandato a casa tutti gli alunni e i docenti di piccole scuole, che invece avrebbero voluto entrare), dei ricorsi, delle impugnazioni, del ritenere un grande successo il blocco di qualsiasi cambiamento, del caos, della mobilitazione continua. Io sono un dirigente di uno stato in difficoltà e farò di tutto per aiutare chi mi paga e chi mi fa lavorare ( i cittadini che mandano i loro figli nelle scuole che dirigo)

Chi in nome della Costituzione tradita insulta e minaccia farebbe bene a dimettersi e continuare la sua battaglia senza continuare ad essere dipendente di questo stato contrario alla sua idea di Costituzione. Che senso civico è quello del dipendente pubblico che invita a boicottare leggi emanate dallo stato? Questa storia che è il cittadino che decide quali leggi sono buone e quali cattive, a quali ubbidire e a quali no mi sembra un civismo da lanzichenecco. I fischietti usati per non far parlare sono il modo assolutistico usato da chi vuole essere sempre il migliore, non accetta che siano gli elettori a deciderlo, ma vuole deciderlo lui.

C’è una Corte Costituzionale che decide cosa è costituzionale o no. Un insegnante, un giurista, un sindacato, un cittadino non possono decidere da soli cosa è costituzionale o cosa no: tutti dobbiamo attendere l’eventuale verdetto della Corte costituzionale o applicare le leggi dello stato..

Se ci sarà il referendum vedremo come va: se la Corte Costituzionale lo ammetterà, se ci sarà il quorum, che tipo di maggioranza ci sarà, ecc. Poi faremo tutti quello che è stato deciso, senza i distinguo di coloro che scambiano il diritto per il “sacco di Roma”. Sarebbe stato utile quest’estate discutere sui risultati Invalsi e sui 100 e lode all’esame di maturità che contraddicono tutti i dati in nostro possesso (il numero maggiore di ottimi studenti stanno a Sud). Sarebbe stato utile intervenire su alcuni passaggi non chiari della legge. Sarebbe stato utile mettere in cantiere già a settembre della formazione su questa nuova scuola. Invece ognuno ha continuato ad andare per la sua strada tra lamentele, minacce, chiamate ai referendum.

Infine agli svariati critici della legge, non dal punto di vista della sua costituzionalità, ma dal punto di vista della sua elusività su quelli che sono i punti maggiormente critici del sistema scolastico italiano ricordo che la legge 107/2015 tocca cinque elementi cruciali e dirimenti del nostro sistema d’istruzione:

  • l’introduzione della mobilità dei docenti non per libera scelta basata sull’anzianità di sevizio degli stessi, ma per scelta progettuale delle scuole (se invece di sbraitare e minacciare si fosse chiarito dove vanno i soprannumerari forse era meglio: se qualche docente va in soprannumero magari lo potrei recuperare nell’ambito del progetto della scuola);
  • l’introduzione della valutazione dei docenti (vietata dal d.lgs 286/99 e posticipata sine die dal d.lgs 150/2009);
  • il raccordo stretto tra mondo del lavoro e scuole (finanziamento diretto e alternanza scuola-lavoro);
  • l’organico funzionale che permette un progetto e un Pof decisi da chi la scuola la vive;
  • l’eliminazione di quel mostro giuridico che sono le Graduatorie ad Esaurimento.

Ci sono cose buone e cose meno buone in questa legge e l’auspicio è che tutti coloro che lavorano nella scuola cerchino di farla funzionare al meglio. Anche perché quelli sopra citati sono cambiamenti strutturali che impongono impegno e collaborazione. Non sarà così: ma io penso che saremo in molti che ci metteremo al servizio delle scuole e non delle nostre ideologie.

Raptus o corto circuito emotivo

Raptus o corto circuito emotivo

di Adriana Rumbolo

Negli ultimi tempi per le maggiori informazioni che riceviamo si è sentito molto parlare di delitti efferati, uccisioni incomprensibili con  comportamenti dell ‘assassino,o degli assassini sempre più gravi e violenti.

Ne  parlano molto in televisione,  la cronaca è piena di articoli  di professionisti come psicologi, psichiatri, criminologi ma quello che mi stupisce è che in questi esperti predomina sempre il proprio “io”,Se si parla di adolescenti predomina l’io adulto se si parla di un assassino prevale sempre  la propria opinione che riflette , naturalmente il loro percorso interiore.

Ora un po’ meno ma prima veniva tutto catalogato come un “raptus”.

Finalmente , recentemente una psicologa ha esclamato: “insomma diciamolo pure che  non si presta la dovuta attenzione all’educazione e alla gestione del percorso affettivo-emotivo-sessuale dei nostri ragazzi che quindi  mancano della conoscenza e della gestione delle emozioni”.

Le emozioni  che possono essere positive o negative e soprattutto quelle che del nucleo primario del cervello  come la paura, la rabbia, l’angoscia da separazione non sono cambiate  nonostante siano passati migliaia , migliaia di anni mentre altre parti del cervello hanno fatto dei percorsi molto importanti specialmente con la tecnologia , ma è sempre sufficiente un’emozione non ben modulata per distruggere secoli di storia in una manciata di secondi.

Vediamo con stupore  in video, in televisione come opere d’arte meravigliose, opere maestose che hanno segnato la storia e per secoli sono state testimoni di cosa cosa l’uomo è stato capace di creare con i materiali più vari via via che ne veniva a conoscenza influenzati da un momento storico vengano abbattute quando dei soggetti  guidati solo da un’emozione scontrollata per la rabbia distruttiva o per ossessioni compulsive figlie della paura  che hanno tracimato nei loro cervelli per  un tempo breve.

Quando ho sentito con tanta superficialità usare la parola “rottamare” in una lingua  che gode di precisione e di sintesi. sono rimasta stupita:.ma allora  perchè   il cervello ci offre , la memoria a lungo termine che se si ammala ,(alzheimer) cancella addirittura la nostra identità e gli scienziati la stanno studiando tanto per quanto è importante.

Perchè  non usare “potare” come fa naturalmente il cervello quando elimina  SOLO ciò che è diventato in sovrannumero  per fare posto a vere cose nuove e più necessarie., rispettando un filo conduttore  di cui la nostra storia ha bisogno.

Quando la psicologa ha detto: “I nostri ragazzi hanno un vuoto emotivo” ha detto una frase tragica perchè vuol dire che  l’educazione del percorso emotivo è stata ignorata in famiglia, a scuola eppure il cervello emotivo  è come le fondamenta di una costruzione che dipende dal loro equilibrio.

Quando la psicologa ha espresso il suo pensiero  lei non ha proseguito su cosa si può fare per rimediare a questo vuoto; c’è , in questi salotti, come  la commemorazione di quanto avviene ma sembra manchi la voglia di capire meglio e se possibile ottenere piccoli miglioramenti.

Io vorrei sentire. Alla luce delle nuove scoperte delle neuroscienze sul cervello in generale e in particolare sul cervello emotivo possiamo fare in modo che famiglia e scuola ricevano informazioni scientifiche circa l’educazione delle emozioni e i ragazzi a seconda dell’età partecipino di queste informazioni attraverso il dialogo e che i programmi delle varie discipline   siano in sintonia con la struttura cerebrale per migliorare  comportamento e apprendimento.

Non si parla di ricerca della felicità quell’illusione la lasciamo alla bellissima canzone di Gino Paoli “Una lunga storia d’amore” dove due soggetti   nell”innamoramento possano credere che  avvolgendosi nella loro passione dopo averla isolata dal mondo possano vivere un’eterna storia d’amore .

Penso che ci si accontenterebbe di raggiungere un equilibrio emotivo che riduca i più gravi e delittuosi episodi a danno nostro o altrui.

Direttiva del Presidente del Consiglio dei ministri 1° agosto 2015

Al Signor Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale
Al Signor Ministro dell’Interno
Al Signor Ministro della Difesa
Al Signor Ministro della Giustizia
Al Signor Ministro dell’Economia e delle Finanze
Al Signor Ministro dello Sviluppo Economico
Al Signor Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio – Autorità delegata per la Sicurezza della Repubblica
Al Signor Direttore Generale dell’Agenzia per l’Italia Digitale
Al Signor Consigliere militare del Presidente del Consiglio dei ministri
Al Signor Direttore Generale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza
Al Signor Direttore dell’Agenzia informazioni e sicurezza esterna
Al Signor Direttore dell’Agenzia informazioni e sicurezza interna
Al Signor Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione

Premessa

L’Italia si è da alcuni anni dotata di un’architettura istituzionale con l’obiettivo di ricomporre e mettere a sistema i molteplici attori, pubblici e privati, che operano nel campo della sicurezza dello spazio cibernetico. È un primo passo, che è stato compiuto nell’ambito del quadro legislativo esistente e, doverosamente, nel rispetto delle attuali esigenze di finanza pubblica.

La definizione dei punti cardine del sistema ha consentito di approvare in breve tempo il Quadro strategico nazionale per la sicurezza dello spazio cibernetico e il correlato Piano nazionale, strumenti rivolti a porre il Paese in linea con i principali partner internazionali.

Occorre ora proseguire con determinazione nell’attuazione degli indirizzi strategici ed operativi identificati, ponendo in essere tutte le linee di azione necessarie sotto il profilo tecnico, organizzativo, procedurale e della collaborazione internazionale, che consentano di assicurare ai nostri cittadini uno spazio cibernetico in cui possano essere esercitate, in una cornice di sicurezza, diritti fondamentali e scambio di conoscenze, intraprese attività economiche ed intessute relazioni sociali, cogliendo così tutte le opportunità offerte dalle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione.

Indirizzi generali

Per il raggiungimento di queste finalità, da una prima ricognizione sullo stato di attuazione degli indirizzi del Quadro strategico e del Piano nazionale, è emersa innanzitutto l’esigenza di consolidare un sistema di reazione efficiente, che raccordi le capacità di risposta delle singole Amministrazioni, con l’obiettivo di assicurare la resilienza dell’infrastruttura informatica nazionale, a fronte di eventi quali incidenti o azioni ostili che possono compromettere il funzionamento dei sistemi e degli assetti fisici controllati dagli stessi.

Sentito il CISR nella riunione del 19 maggio u.s., ritengo quindi opportuno fissare puntuali linee d’azione che tutti i soggetti coinvolti dovranno seguire per accelerare la realizzazione degli obiettivi indicati. Ciò deve determinare un allineamento degli assetti strategici agli standard internazionali, che consenta al nostro Paese di rapportarsi autorevolmente con i principali partner internazionali.

I principi fondamentali che devono guidare il percorso verso l’obiettivo indicato sono:

  • un maggiore e più efficace coordinamento, nonché l’integrazione delle funzioni dei diversi soggetti pubblici, tenendo conto che il quadro di competenze rimane ancora frammentato sotto il profilo legislativo;
  • lo sviluppo delle relazioni con il settore privato, realizzando un efficace e capillare partenariato con tutti gli operatori non pubblici a cui è affidato il controllo di infrastrutture informatiche e telematiche da cui dipendono ormai funzioni essenziali per il sistema-Paese e per la fruizione dei diritti fondamentali degli individui.

Misure rivolte alla amministrazione:

a. il potenziamento della capacità di reazione

Ogni singola Amministrazione ed Organo, componenti l’architettura nazionale di sicurezza, deve potenziare la capacità di reazione agli eventi cibernetici sotto il profilo tecnico, adottando e attenendosi a procedure improntate al massimo coordinamento sia interno che tra le Amministrazioni. A ciò si deve aggiungere l’impegno, nell’ambito di ciascuna Amministrazione, a provvedere affinché, nel quadro delle pianificazioni organizzative e finanziarie di competenza, siano destinate risorse umane e finanziarie adeguate agli assetti rivolti alla funzione della sicurezza cibernetica ed alla protezione informatica.

Tutte le Amministrazioni e gli Organi chiamati ad intervenire nell’ambito degli assetti nazionali di reazione ad eventi cibernetici devono dotarsi, secondo una tempistica definita e comunque nel più breve tempo possibile, di standard minimi di prevenzione e reazione ad eventi cibernetici. Al fine di agevolare tale processo, l’Agenzia per l’Italia digitale dovrà rendere prontamente disponibili indicatori degli standard di riferimento, in linea con quelli posseduti dai maggiori partner del nostro Paese e dalle organizzazioni internazionali di cui l’Italia è parte.

In questo quadro, in particolare, il Nucleo per la sicurezza cibernetica, il CERT nazionale ed il CERT della Pubblica Amministrazione dovranno adottare, in attuazione di quanto previsto dagli indirizzi operativi del Piano nazionale, le iniziative necessarie a potenziare l’operatività, pianificando quanto prima il pronto allineamento agli standard internazionali di riferimento.

b. il coordinamento interistituzionale

Nel contempo, deve essere da subito assicurato il raggiungimento dell’ottimale funzionamento del coordinamento interistituzionale, in un’ottica di massima integrazione della risposta all’evento, tenuto conto che ogni singolo evento può assumere natura sistemica.

Per questo fine, le SS.LL. impartiranno le necessarie disposizioni affinché ciascuna Amministrazione, anche in funzione della partecipazione al Nucleo per la sicurezza cibernetica, impronti la propria azione al raggiungimento dell’interesse generale del Paese a che le informazioni sugli attacchi e sugli altri eventi di rilievo in ambito cibernetico vengano immediatamente e puntualmente condivise, secondo le procedure concordate, contestualmente alle azioni messe in atto da ciascuna Amministrazione per la immediata tutela e il ripristino dei sistemi.

Il massimo coordinamento deve essere assicurato anche nell’ambito dell’attività degli Organismi di informazione per la sicurezza, in linea con il modello previsto dalla legge n. 124/2007 secondo cui il Presidente del Consiglio, e l’Autorità delegata ove istituita, si avvalgono del DIS per assicurare piena unitarietà nella programmazione della ricerca informativa del Sistema di informazione per la sicurezza, nelle analisi e nelle attività operative dei Servizi di informazione ed al DIS è affidato il compito di coordinare le attività di ricerca informativa finalizzate a rafforzare la protezione cibernetica e la sicurezza informatica nazionali.

Nel quadro del coordinamento tra i diversi attori del sistema di reazione in caso di evento cibernetico, deve infine essere accelerata la predisposizione di una rete di comunicazione classificata, allo scopo di evitare ritardi o disfunzioni nella fase di gestione dell’evento, garantendo un continuo e sicuro scambio informativo tra le Amministrazioni interessate, i CERT ed il Nucleo per la Sicurezza Cibernetica.

Azioni per il partenariato pubblico-privato

L’innalzamento delle capacità in materia di sicurezza nel settore pubblico non è di per sé in grado di assicurare la sicurezza tout court dello spazio cibernetico di pertinenza del Paese, senza un efficace diffuso coinvolgimento degli operatori privati, a partire da quelli cui fanno capo segmenti importanti dell’infrastruttura cibernetica nazionale. La best practice internazionale individua, infatti, come momento fondamentale il partenariato pubblico-privato, posto che dalla funzionalità e resilienza dei sistemi e delle reti affidati a privati dipendono funzioni essenziali sia per il sistema-Paese, sia per la fruizione dei diritti fondamentali degli individui.

In tale contesto, l’opera di sensibilizzazione effettuata nei confronti degli operatori economici privati che gestiscono infrastrutture critiche e di altri soggetti di rilevanza strategica nazionale, già avviata in diversi settori di interesse primario, va estesa ad altri settori economici potenzialmente esposti ad attacchi cibernetici di portata sistemica.

Le modalità di individuazione degli operatori privati e lo sviluppo delle relazioni dovranno essere definite in modo coordinato nelle sedi individuate dall’architettura istituzionale e, in particolare, nell’ambito dell’Organo collegiale di supporto al CISR. Ciò al fine di evitare dannose sovrapposizioni e duplicazioni, suscettibili tra l’altro di ingenerare, presso gli operatori privati, confusione circa ruoli e competenze della parte pubblica. Deve, infatti, essere assolutamente garantito che gli operatori privati abbiano una visione unitaria dell’azione statuale e chiari i punti di riferimento istituzionali in materia di protezione cibernetica e sicurezza informatica.

La ricerca nazionale

Nel percorso di accrescimento delle capacità e potenzialità del Paese, inoltre, deve essere riconosciuto un fondamentale rilievo, attese le repentine evoluzioni tecnologiche cui è soggetta la materia, al settore della ricerca e sviluppo delle attività di sicurezza informatica e alla cooperazione, per queste finalità, con università e centri di ricerca anche privati.

Tale attività tanto più risulta cruciale per la sicurezza informatica nazionale quanto più va evidenziandosi l’esistenza e il possibile ulteriore sviluppo di strumenti di intrusione indebita negli apparati informatici dall’elevato potenziale invasivo, che si vanno sempre più configurando come una minaccia a livello sistemico.

Nella consapevolezza dell’esigenza di una compiuta regolamentazione di tali strumenti, anche nella prospettiva della salvaguardia dei diritti della persona, si rende intanto necessario che, grazie alle sinergie con gli enti di ricerca, le infrastrutture strategiche sviluppino strumenti di difesa e reazione il più possibile avanzati dal punto di vista tecnologico.

Anche nell’ambito di queste attività, le Amministrazioni e gli Organi che compongono l’architettura istituzionale, nella definizione di accordi e intese di collaborazione, dovranno improntare la propria azione, per le stesse considerazioni già espresse, ad un puntuale raccordo e coordinamento delle iniziative, evitando ogni iniziativa unilaterale e non previamente concordata nella sede collegiale dianzi richiamata.

La cooperazione internazionale

Il conseguimento degli obiettivi indicati rappresenta una condizione imprescindibile nel contesto della cooperazione internazionale: i rapporti bilaterali e multilaterali presuppongono, infatti, un comune livello di preparazione e di interoperabilità, senza il quale l’Italia non può partecipare a pieno titolo e quale partner di rango primario ai relativi consessi internazionali.

Per queste finalità è altresì necessario che le SS. LL. impartiscano disposizioni, ognuno nel proprio ambito di competenza, affinché, in particolare nei principali contesti multilaterali, NATO e UE, la partecipazione nazionale sia la risultante di un approccio di sistema e, in quanto tale, frutto di una preliminare attività di coordinamento-Paese. Ciò risulta indispensabile in fase sia ascendente (definizione della posizione nazionale) che discendente (governo degli obblighi conseguenti).

Disposizioni finali

Ritengo importante che le azioni necessarie in ciascuna Amministrazione per il perseguimento degli obiettivi indicati dalla presente direttiva siano svolte con la più ampia condivisione delle finalità tra coloro che saranno chiamati a darvi attuazione, essendo la consapevolezza e la motivazione da parte di ciascun responsabile o addetto, ai diversi livelli, cruciale per la buona riuscita di iniziative di carattere sistemico e di così ampia portata.

Sicuro della particolare sensibilità e della preziosa opera che le SS.LL. sapranno dispiegare perché possano essere attuate le indicazioni delle presente direttiva, confido perciò anche nella conseguente adozione di adeguate iniziative di comunicazione nell’ambito di ciascuna Amministrazione.

Il Sottosegretario di Stato, Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica, e il Direttore generale del DIS sono incaricati di seguire l’attuazione delle linee di azione indicate, per gli aspetti di competenza, e di riferirmi con cadenza semestrale.

Il Presidente del Consiglio dei ministri
Matteo Renzi