Famiglia: siamo tutti uguali, ma tutti diversi

Famiglia: siamo tutti uguali, ma tutti diversi

di Adriana Rumbolo

Di solito quando accetto di   dialogare con un soggetto   , aspetto  sempre  che sia lui  a iniziare per seguire  ricordi del suo pensiero,  con tempi suoi,  in   modo  che niente  sembri intenzionale ,ma in fondo lo sarà Una ragazza mentre accennava al rapporto non soddisfacente   con la madre cominciò a rallentare il suo racconto  per rendere pù preciso e chiaro un episodio della sua infanzia come  avesse ancora bisogno di riviverlo per superarlo .Avevo 7/8 anni e la mamma mi chiese di farle una commissione .Uscii di casa , di corsa , per non perdere tempo ,ma incontrai degli amici che mi invitarono a unirmi a loro per giocare. Non potei resistere , proponendomi di fermarmi solo pochi minuti Il gioco era bello e il tempo passò veloce .Me ne accorsi all’improvviso e di corsa provvidi alla commissione  rientrando a casa ansimante .In questi casi la mamma attendeva il disubbidiente all’ingresso e senza richiesta di spiegazioni iniziavano  gli schiaffoni .La mamma si faceva trovare nell’ingresso  per trovarci impreparati .Allo schiaffo più forte  mi rivolsi a lei  per chiederle aiuto,  perchè quella aggressività si fermasse Fu un attimo e improvvisamente capii con sgomento che mi rivolgevo alla persona che era causa di quella violenza e che era  inutile parlare   perchè   la comunicazione era stata interrotta,  il dialogo sospeso. Non c’era niente da fare e da quel giorno non tentai più di chiedere aiuto a nessuno Ancora oggi non so  chiedere aiuto con gravi conseguenze. nel lavoro e nella vita  affettiva emotiva , sessuale

Un’altra storia.

Si parlava molto in classe,il dialogo era veramente privilegiato ma avevo avvertito i rgazzi che non dovevano riferire  episodi molto privati  o che riguardavano altre persone Ma un giorno , mentre si diceva che in famiglia spesso alziamo la voce anche per futili motivi  e qualche volta anche le mani quando uno studente di quattordici anni  cominciò a parlare come un fiume in piena .Nella nostra camera da letto c’è una porta che dà nella soffitta. Quando io e mio fratello rientriamo  in ritardo ,all’improvviso mio padre esce dalla soffitta con la cinghia in mano e ci mena  tutti e due .Alle sue parole , in classe è seguito un gran silenzio .Anche io mi sentivo a disagio e per rompere quel silenzio ho chiesto :”e la mamma cosa dice?”La mamma dice che papà sbaglia. E papà? “Anche mia madre faceva così”Sono andato dalla nonna e gliel’ho chiesto.Si ,è vero ma poi me ne sono pentita L’ho riferito a papà.ma lui , ha insistito;”io non me ne pento”Potrei raccontare altri episodi altrettanto tristi e simili ma vorrei capire meglio perchè spesso in famiglia accadono.Kondrad  Lorenz   ha scritto che se vogliamo conoscere un popolo dobbiamo creare ua relazioneLa stessa cosa vale per la famiglia: siamo tutti uguali perchè essere umani , ma tutti diversi ha scritto il grande Boncinelli.Il dialogo non dovrebbe mai essere  interrotto, le alternative sempre a portata di manoSembra impossibile:  il papà diverso dalla mamma ,i genitori diversi fra loro e diversi dai figli come ci insegnano i mammiferi  sono la normalità naturale,  un arcobaleno affettivo , emotivo,   che potrebbe  diventare armonioso solo se riusciremo a creare una relazione fra i componenti di una famiglia condividendo esperienze,emozioni , paure, dolori , gioie, carezze comprensioni ,  autorevolezza in un clima di profonda fiducia e rispetto delle varie personalità  annullando i pregiudizi  e le etichette.La leggenda della voce del sangue e la rigidità di tanti luoghi comuni , hanno già fatto  troppi danni e ci consegnano le macerie della “famiglia”La natura ci crea diversi non prendiamoci  meriti o colpe spesso non giusti.

Scuola della foresta

SCUOLA DELLA FORESTA di Umberto Tenuta

CANTO 318

SCUOLA DELLA FORESTA

FORESTA DELLA SCUOLA

 

Meraviglia davvero che non si riesca a immaginare una scuola che non sia una scuola del LIBRO DELLA GIUNGLA!

Leoni, tigri, pantere… in lotta per la supremazia!

Nella Scuola, come nella Società.

Forse è preferibile la Foresta.

Ove non si inganna, non si ruba, non si tradisce.

Come nella nostra Società.

Della quale la SCUOLA è lo specchio.

Talis mater talis filia!

Tale Società, tale Scuola!

Si vuole una scuola della lotta, della competizione, della sopraffazione.

Tal quale la Società.

Ed ironia dell’ironia, si predica una Scuola che crei una Società nuova.

È la Società che crea la Scuola o è la Scuola che crea la Società?

Prima l’uovo o prima la gallina?

Amletica domandina.

Cominciamo a cambiare la Scuola!

Non più l’esercito di caporali e caporalmaggiori.

Né tra gli studenti, né tra i docenti.

No, non ve li cito: Cooperative learning e Team teaching!

Non più teste ben piene, ma teste ben fatte.

Non più lezioni ma ricercazioni.

La scuola come laboratorio di scoperte, invenzioni, costruzioni.

Non formazione di uomini, ma uomini che si formano.

Scuola come vivaio di relazioni umane (M. MEAD).

Relazioni umane tra Maestri.

Relazioni umane tra Studenti.

Maestri e Studenti: continuo scambio di ruoli!

Forse qualcosa si farà.

Certo così non si resterà.

Se questo non sarà, la Scuola morirà.

E se la Scuola morirà, morirà la Società.

Che tristi discorsi!

Non vogliamo più morti.

Non li vogliamo tra i monti e le valli delle terre vicine e lontane.

Non li vogliamo nella Buona Scuola!

Orsù, rimbocchiamoci le maniche!

Una Scuola nuova realizziamo, una scuola di uomini grandi, una scuola dei cuori grandi, una scuola dei grandi uomini del nostro domani.

Uomini, e non bestie delle foreste.

Uomini grandi, per una Società grande.

Un GIOVANE lo ha detto.

CHI è?

Non LO ricordo più!

E forse manco LUI lo ricorda più.

 

Tutti i miei Canti −ed altro− sono pubblicati in:

http://www.edscuola.it/dida.html

 

I. Bossi Fedrigotti, Organza arancione

Come superare la realtà

di Antonio Stanca

bossi_fedrigottiOrganza arancione è un breve volume pubblicato ad Ottobre del 2014 dalla Barney Edizioni di Roma (pp.89, €13,50). Contiene quattro racconti ed è stato scritto da Isabella Bossi Fedrigotti, giornalista e scrittrice trentina che vive a Milano dove da molti anni lavora presso il “Corriere della Sera”. Scrive articoli di cultura e di costume e per le pagine milanesi del giornale tiene rubriche quotidiane di corrispondenza.

La Fedrigotti ha sessantasei anni, è nata a Rovereto nel 1948, ha avuto due figli da Ettore Botti, del quale è vedova. Il suo esordio come scrittrice è avvenuto nel 1980, a trentadue anni, col romanzo Amore mio, uccidi Garibaldi . Ha continuato nella prosa narrativa e nel 1991 il suo romanzo Di buona famiglia ha vinto il Premio Campiello. Sono seguiti altri romanzi e racconti. Insieme ad altri autori ha collaborato per compilare la vasta opera relativa all’handicap infantile dal titolo Mi riguarda. Dal 1993 al 1997 è vissuta a Madrid ma di lei va detto soprattutto che molto, tanto ha scritto di narrativa mentre svolgeva il suo lavoro presso il “Corriere”. Ancora adesso è giornalista e scrittrice e quella del giornalismo è stata un’attività venuta prima che l’ha orientata verso la scrittura narrativa e ha determinato il genere di questa se si tiene conto che come negli articoli così nelle narrazioni il costume è il tema preferito. Delle condizioni, dei sistemi che attualmente si sono venuti a creare, dei problemi che ne sono derivati nell’ambito della famiglia, della scuola, della società, nel mondo dei bambini, dei giovani, degli adulti, di tutti, scrive la Fedrigotti nei suoi romanzi e racconti. Dalle tante situazioni, dalle tante persone che oggi le vivono, dalla sua vita, dalle sue esperienze trae continua ispirazione. “Una scrittrice che non ha dimenticato di essere anche una cronista” è stata definita ed in verità quel che accade quotidianamente, quel che si vede, si sente, si vive trova posto nella sua narrativa senza, naturalmente, che rimanga notizia ma elaborato, costruito in modo da ricavare quegli aspetti, da ottenere quei significati che lo trascendano. Dalla realtà muove la Fedrigotti scrittrice ma va oltre perché da essa fa derivare figure, immagini, esempi che la superano ed acquistano un valore ideale. Molto abile si mostra in questo lavoro di elaborazione, d’invenzione, molto capace di non rimanere nell’evidenza, di cogliere quel che si cela dietro le apparenze, quel che avviene nel segreto dell’anima, quei pensieri, quei sentimenti che servono a spiegare azioni pur assurde.

Dal giornalismo, dall’impegno nel sociale, dalla sua volontà di comunicare, spiegare, deriva anche lo stile della scrittrice, il suo linguaggio semplice, chiaro, sicuro anche quando c’è da dire di situazioni particolari, di problemi difficili.

L’esempio più recente del modo di essere scrittrice da parte della Fedrigotti è Organza arancione, sono i protagonisti dei quattro racconti che l’opera contiene: la moglie che, delusa del marito e dei figli, è alla ricerca di nuove emozioni e si abbandona a fantasie erotiche curandosi nel vestire; l’uomo che vive solo e che sogna di avere un rapporto d’amore con la vicina di casa che spia in continuazione; la donna che da una nevicata natalizia, dal contatto con i fiocchi della neve si vede compensata di tutto quello che le è sempre mancato; la ragazza di buona famiglia che ha studiato in un collegio, che ricorda la vita trascorsa da bambina nel suo piccolo paese di provincia e che in quei ricordi trova la sua serenità, il suo rifugio da quanto di confuso, chiassoso, disordinato, incivile avviene oggi.

Quattro persone vere sono mostrate dalla scrittrice e sono indagate nella loro interiorità con tanta penetrazione da essere trasformate nei simboli di quattro condizioni umane superiori alla contingenza perché di carattere ideale. Di nuovo la Fedrigotti ha trasceso la realtà in nome dei bisogni dell’anima.

Il 15 dicembre resa dei conti sulla Buona Scuola

da La Tecnica della Scuola

Il 15 dicembre resa dei conti sulla Buona Scuola

Il 15 dicembre il Ministero dovrebbe rendere noti gli esiti della consultazione sulla Buona Scuola. Molti i dubbi e le incognite, dalle assunzioni alla carriera dei docenti.

Inizia il conto alla rovescia per saperele  novità concrete sul piano della Buona Scuola.
Ormai ci siamo: il timer segna  “-10”, infatti il 15 dicembre  il Miur dovrebbe dare conto, analizzando punto per punto che cosa è emerso dalla consultazione web sul rapporto della Buona scuola. Quali saranno le novità? Quali saranno i punti che verranno confermati del famigerato piano Renzi – Giannini, e quali quelli che verranno cancellati? Domande che lasciano milioni di persone con il fiato sospeso. Gli insegnanti vogliono sapere se veramente verranno aboliti completamente gli scatti di anzianità, e se è vero che si avanzerà in carriera, esclusivamente attraverso il meccanismo dell’assunzione di crediti didattici, formativi e professionali. Si vuole anche sapere  se verranno abolite le supplenze brevi, con l’utilizzo delle graduatorie d’Istituto. Ci si chiede anche se è reale la notizia che, vede collegata, alla legge sulla Buona scuola, la decisione presa nella legge di stabilità di variare i compensi degli esami di Stato e la composizione delle relativa commissioni.
Aspetteremo il 15 dicembre per incominciare a capire quali saranno gli orientamenti sulla proposta di legge di riforma della scuola. Dalla lettura dei dati che verranno resi noti tra dieci giorni, si comprenderà quale direzione percorrerà questa legge e quale destino si configura per la scuola italiana e per i suoi insegnanti. Le 150 mila assunzioni in ruolo al primo settembre 2015, sono ancora all’ordine del giorno? Oppure si sta realmente pensando ad un piano triennale che vada ad assorbire tutti i precari inseriti nelle graduatorie ad esaurimento? Tanti dubbi e tante incertezze che dovranno essere sciolte ben presto. Si parte dal 15 dicembre e si dovrebbe arrivare ad un’approvazione definitiva entro la fine di gennaio. Seguiremo con interesse tutta l’evoluzione dell’iter ministeriale e parlamentare di questa proposta di legge.

L’italiano, lingua ponte tra culture del Mediterraneo

da La Tecnica della Scuola

L’italiano, lingua ponte tra culture del Mediterraneo

L’italiano come ponte di comprensione e di dialogo grazie ai valori e alla ricchezza di cui è portatrice in un mondo complesso e spesso attraversato da dinamiche contrastanti

La Comunità radiotelevisiva italofona (Cri) ha scelto di affrontare quest’anno, nel suo terzo seminario, il tema della lingua italiana sulle frontiere, dove si intrecciano fragilità della lingua, ricchezza di contenuti e, talvolta, occasioni trascurate.

L’11 e il 12 dicembre prossimi – in occasione del Semestre europeo a guida italiana a Roma, con il sostegno della Rai e ANSAmed come media partner, si terrà dunque presso la sede Rai di Viale Mazzini la due giorni dedicata a “La lingua italiana sulla frontiera. Italiano ponte tra le culture del Mediterraneo”.

L’obiettivo, partendo tanto dalle differenze esistenti nella regione mediterranea quanto dalle importanti affinità di storia, di cultura e di interessi che la caratterizzano, è di riuscire a individuare percorsi che consentano alla lingua italiana di farsi nuovamente veicolo di conoscenza e di dialogo per concrete iniziative comuni.

In particolare, due le sessioni principali: l’11 sarà la volta di “L’italiano sulle onde del Mediterraneo”, con gli interventi di numerosi accademici, giornalisti e responsabili di enti di promozione della lingua italiana ; mentre il 12 si parlerà di “Perché conoscere l’italiano è un plusvalore?”, con i contributi di esponenti della cultura e dell’informazione di paesi mediterranei da Malta alla Tunisia, dal Marocco alla Grecia e molti altri. Il programma completo è consultabile su www.comunitaitalofona.org. (ANSA).