Le case per disabili diventano B&B per turisti con esigenze speciali

da Redattore sociale

Le case per disabili diventano B&B per turisti con esigenze speciali

Il progetto “B&B Like your Home” è rivolto a persone con disabilità sensoriali e fisiche che desiderino viaggiare. L’iniziativa si basa sull’idea che una persona con disabilità che ha attrezzato la propria casa per esigenze speciali, possa trasformarla in un bed and breakfast

NAPOLI – Nasce per viaggiatori con esigenze speciali e sostiene, allo stesso tempo, l’impiego di persone con disabilità nel settore turistico. È il progetto “B&B Like your Home” rivolto a persone con disabilità sensoriali e fisiche, che desiderino viaggiare e soggiornare in posti adatti ad accoglierle. L’iniziativa si basa sull’idea che una persona con disabilità che ha attrezzato la propria casa per esigenze speciali, possa trasformarla in un bed and breakfast. Il progetto è promosso da un raggruppamento di enti no profit che vede come capofila la Fondazione Onlus CasAmica in collaborazione con Rete Solidale, network di cooperative che operano in ambito sociale. È finanziato dal Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento della gioventù e dal servizio civile nazionale, attraverso il Piano Azione Coesione “Giovani no profit”. “La persona con una disabilità uguale a quella del gestore trova, nella casa che la ospita, gli ausili di cui ha bisogno. È difficile che un albergo abbia la sveglia parlante, ad esempio, per le persone che la sveglia non la vedono ma la sentono, oppure il cuscino con vibrazione per chi ha una disabilità uditiva”, spiega Cetty Ummarino, esperta in formazione e marketing turistico, già referente dell’Agenzia di turismo accessibile Mobility Travel, che ha sviluppato il progetto insieme con Carmen Guarino, presidente della onlus CasAmica.

Nei B&B del progetto ci saranno anche le mappe logistiche in codice braille, ausili informatici e un manuale con le norme comportamentali nell’ospitalità di persone con bisogni speciali.  Il progetto, nella fase di start up, si rivolge ai giovani sotto i 35 anni che  vogliano aprire un bed and breakfast tra le province di Napoli e Salerno. Possono beneficiare gratuitamente del corso di formazione turistico/pratico che è la pre-condizione per accedere al progetto, e che prevede, oltre a lezioni e laboratori didattici, anche un servizio di accompagnamento: dalla start-up dell’attività, fino alla sua promozione e commercializzazione. Per partecipare come gestori dei bed & breakfast “B & B Like your Home”,  è necessario inviare una manifestazione di interesse compilando un apposito modulo sul sito www.bblikeyourhome.com  Il termine ultimo per l’invio delle domande è luglio 2015. (ip)

P. De Marzo, Frammenti di luce

Nella Luce dell’esistenza, una vibrante voce di donna: la parola poetica di Paola De Marzo

di Carlo De Nitti

 

 

 

Il poetare è la capacità fondamentale dell’abitare umano.

Ma l’uomo è capace di poetare soltanto

nella misura in cui la sua essenza è traspropriata

a ciò che da parte sua ama e rende possibile l’uomo,

e perciò adopera e salvaguarda la sua essenza.

MARTIN HEIDEGGER

L’amicizia trascorre per la terra annunziando a tutti noi

di destarci per darci gioia l’un con l’altro

EPICURO

 

 

  1. PREMESSA

 

demarzoQuesto testo è una rielaborazione del mio contributo Tra frammenti di luce, una voce di donna …, che ha visto la luce come prefazione del volume di PAOLA DE MARZO, Frammenti di luce, uscito – or è qualche giorno – per i tipi della Casa Editrice Gelsorosso di Bari. Le righe che seguono non ambiscono a costituire un’ipotesi critica intorno ai testi, operata con gli strumenti professionali della filologia e dell’analisi testuale: esse hanno, più semplicemente, come fine quello di ricostruire un percorso tematico compiuto dall’Autrice, attraverso una lettura dei suoi testi poetici in una prospettiva che potrebbe essere definita realistica.

Poetare è un modo umanissimo – ben noti sono il verso di Friedrich Holderlin e l’interpretazione heideggeriana del medesimo[1] – di abitare la Terra da parte delle donne e degli uomini, per vivere nel mondo con la propria singolare soggettività interiore. La poesia è la via regia della riconciliazione dell’umano con se stesso, consentendo al Poeta di essere consapevolmente nel mondo, in una luce nuova.

In questa silloge, non sono né casuali né giustapposti i bellissimi disegni di Lucia de Marco che accompagnano e variamente caratterizzano le poesie.

 

 

 

  1. FRAMMENTI DI LUCE E DI ENERGIA

 

In quest’ottica, Paola De Marzo ci offre i suoi componimenti poetici – “frammenti di luce” li chiama – perché “a volte dimentichiamo quale sia il nostro compito su questo pianeta … SIAMO ESSERI DI LUCE in un corpo di materia … la rabbia, il dolore, la malinconia, il risentimento, vanno trasformati in Luce e Amore, solo così potremo ritrovare il nostro splendente Spirito”[2].

In questa sua prima raccolta di trentotto poesie, l’Autrice – docente di lettere, esperta di psicopedagogia, ma anche, non casualmente, insegnante di Tecniche di Meditazione e Reiki, un’antica disciplina bioenergetica di origine orientale – esprime a tutto tondo la sua visione della vita e del mondo: vivere in armonia con gli Altri e con il Cosmo, partendo da una soggettività femminile forte, ricca di quell’interiorità affettiva unica, che soltanto il dono della maternità (matris munus, non a caso, è l’etimo della parola matrimonio) consente di conseguire: “Come una Dea / ho corso perdifiato / nei mattini puliti / di un settembre solo nostro […] Settembre / con le sue brezze profumate / portò vita / nel mio tormentato Spirito bambino”[3] (Settembre).

Una femminilità forte e proteiforme quella espressa dalla De Marzo, che è declinata in diverse accezioni ed in plurimi significati, espliciti e reconditi. Femminilità archetipa come in Mia madre: “Grande Madre in te risiede la mia gioia e il mio sorriso […] ho sentito il tuo amore scendere dal cielo nelle fitte gocce di pioggia […] Nel tuo grembo ho imparato ad amare, ad accogliere, a comprendere, a sorridere perdonando”[4]; femminilità prospettica in Micaela: “Non temere di seguire/ le fate, gli gnomi e gli elfi del bosco, / anche se ti diranno che è tutto un sogno… / Credi nella tua Anima femminile, / tu sei una Dea, così come lo sono state tutte le Donne che hanno abitato questo pianeta. / Ama con cuore tenero, dolce, sincero… / Soffrirai / ma non importa, / avrai amato sentendo un / brivido nelle tua Anima”[5] ed in Figlio (“Osservi con Spirito bambino / occhi agitati / mani confuse / labbra pietrose / ed io / ti tendo il sorriso / scaldandoti il cuore”)[6]; femminilità solidale in Volteggiando: “Camminerò / in punta di piedi / per asciugare i tuoi pensieri / rigati di lacrime”[7], ma anche in Mia amica (“[…] il tuo respiro unisce al mio / nella danza / della nostra amicizia”[8]); femminilità consapevole: “Mi ritrovai a cantare inebriata / con altre Dee / Donne e Sorelle di luce che, come me, / seguivano il cammino nel rosso del sole”[9] (Il cammino della Dea).

E’ la femminilità una dimensione senza tempo, in cui l’io è in armonia con il noi e con il cosmo (Ucronia): “Guerriera senza paura / Figlia senza tempo,/ dinanzi un cammino / solo mio / ed io immobile / fissavo gli occhi / di un cielo / sospeso nel presente[10] che si trasforma in una continua pratica di vita. In questa prospettiva, affascinante è la poesia che dà il titolo all’intera silloge, Frammenti di luce e di vita che nella Luce si compie: i frammenti “vibrano, danzano, volano […] si innalzano […] si mescolano […] si sciolgono” nell’unità socio-psico-somatica della persona/poetessa (“li stringo in una danza lieve, / ma indomita / li ricompongo nel mio cuore”)[11].

L’orizzonte valoriale in cui la dimensione di genere si inscrive è quello di un’armonia cosmica che abbraccia maternamente chi riesce a viverla mediante una sorta di metànoia interiore che consente di coniugare ‘terra’ e ‘cielo’: “Il mio Spirito / un albero / immerso tra cielo e terra. / Radici intrecciate […] Chiome mosse da luminoso vento […] libera contemplo / lo spazio infinito”[12] (Il mio Spirito). Un messaggio d’amore a tutto tondo verso l’Altro con cui vivere in simbiotica comunione: “Viaggiai / vibrando all’unisono / con i pianeti, / non temevo l’infinito / assaporando / le vibrazioni dello spazio”[13] (Stelle). Un cum – vivere che nulla – la lontananza fisica, i drammatici distacchi che la vita purtroppo impone agli esseri umani, la morte – riesce a scalfire o a recidere, in una dimensione ancora una volta ucronica degli affetti: “Non so / cosa ci sia dall’altra parte / forse / fili di luce nel cielo / dove / ho sperato di cogliere / visi / di chi non c’è più […] ho vinto il silenzio / nel ricordo / di voci che erano mie, / ho fissato nel vento / tutti i momenti scanditi / nella mia memoria bambina”[14] (Non so).

Con un linguaggio semplice, quasi quotidiano, che proprio per questa ragione arriva dritto ai cuori di tutti i lettori in modo estremamente efficace (“Viaggio nelle rotte del mio cuore regalandomi un vento […] luminoso, luccicante che abbaglia tepori di vibrazioni solo mie”[15], Le rotte del cuore) – che c’è da augurarsi essere tantissimi – la poetessa veicola il suo “augurio” di fiduciosa speranza: “Ho chiuso cerchi / per ricominciare / a vivere […] per dileguare / le ombre della notte, / aprendo la porta / a girandole di luce colorata”[16] (Ricominciare).

 

 

  1. INSEGNARE POETANDO E POETARE INSEGNANDO

 

Quelle “girandole di luce colorata” cui – coniugando passione poetica ed educativa – Paola De Marzo fa accedere le sue alunne ed i suoi alunni preadolescenti, “aprendo la porta” ed appassionandoli con il linguaggio poetico alla pratica della poesia: “ci trasformeremo in farfalle, / librandoci nell’aria, / la nostra trasformazione prenderà vita in / mille colori sfumati di gioia. / Il cuore tra fiori, alberi, stelle / pulserà / nella danza leggera”[17] (Farfalle).

La parola poetica si fa – nella quotidiana prassi pedagogica di Paola De Marzo – strumento ed esempio educante, offrendo il proprio specifico contributo nella legittimazione del valore della persona e della sua educazione integrale. Notoriamente, la poesia è in grado di facilitare nei discenti, segnatamente nella fascia della “preadolescenza”, una serie di “saperi” / competenze:

  1. a) la conqui­sta di una maggiore consapevolezza di sé e di ciò che è Altro da sé;
  2. b) l’esercizio del diritto all’originalità espressiva ed all’autentica singolarità;
  3. c) la promozione e l’arricchimento della dimensione emotiva ed affettiva;
  4. d) la valorizzazione della competenze semantiche, linguistiche e lessicali;
  5. e) il pluralismo cognitivo ed il pensiero divergente ed, infine,
  6. f) la funzione sociale del messaggio poetico[18].

Provare a far conseguire queste competenze in età preadolescenziale è un dovere professionale per tutti i docenti che in-segnano, riuscirci a pieno anche con riconoscimenti pubblici ai discenti è dei poeti, che riescono ad insegnare poetando ed a poetare insegnando.

[1] MARTIN HEIDEGGER, Poeticamente abita l’uomo, in MARTIN HEIDEGGER, Saggi e discorsi, Milano 1976, Mursia.

[2] PAOLA DE MARZO, Frammenti di luce, Bari 2015, Gelsorosso Editrice, p.5.

[3] PAOLA DE MARZO, Op. cit., p. 46.

[4] PAOLA DE MARZO, Op. cit., p. 28.

[5] PAOLA DE MARZO, Op. cit., p. 26.

[6] PAOLA DE MARZO, Op. cit., p. 29.

[7] PAOLA DE MARZO, Op. cit., p. 18.

[8] PAOLA DE MARZO, Op. cit., p. 27.

[9] PAOLA DE MARZO, Op. cit., p. 24.

[10] PAOLA DE MARZO, Op. cit., p. 45.

[11] PAOLA DE MARZO, Op. cit., p. 31.

[12] PAOLA DE MARZO, Op. cit., p. 22.

[13] PAOLA DE MARZO, Op. cit., p. 12.

[14] PAOLA DE MARZO, Op. cit., p. 23

[15] PAOLA DE MARZO, Op. cit., p. 37.

[16] PAOLA DE MARZO, Op. cit., p. 50.

[17] PAOLA DE MARZO, Op. cit., p. 19.

[18] E’ pleonastico aggiungere che, a suffragare quanto asserito – che è, di certo, nell’esperienza di chiunque svolga attività di docenza – potrebbe essere citata una bibliografia enorme, che esulerebbe dai limiti del presente testo.

Campus estivo per famiglie di bambini ADHD/DOP

Campus estivo per famiglie di bambini ADHD/DOP
(Deficit di attenzione e iperattività e/o Disturbo oppositivo-provocatorio)

12-16 luglio 2015
Carisolo (TN)

In una famiglia, la presenza del Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD) e/o del Disturbo Oppositivo-Provocatorio (DOP) è generalmente fonte di stress, affaticamento e tensione, sia per il bambino che ne è affetto, sia per i suoi genitori.
Durante il Campus estivo, famiglie di bambini con ADHD e/o DOP, esperti e tutor formati avranno la possibilità di condurre, in maniera integrata, attività di parent e child training per promuovere lo «star bene» del bambino, attraverso lo sviluppo di corrette modalità relazionali sia da parte del bambino, sia dei genitori.

A chi si rivolge il Campus
• Bambini dai 7 agli 11 anni con difficoltà di attenzione, impulsività e autocontrollo con o senza atteggiamenti oppositivi e provocatori insieme ai loro genitori.
• ADHD Homework Tutor anche formati attraveso altri percorsi riconosciuti.

Coordinamento scientifico
A cura di Gianluca Daffi, ideatore del metodo START, docente presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e Brescia, collaboratore del servizio di NPI degli Spedali Civili di Brescia e del Centro Studi Erickson di Trento.

Corso avanzato per ADHD Homework Tutor

ADHD e DSA. Formazione di figure professionali a supporto della famiglia del bambino e della scuola.

Corso avanzato per ADHD Homework Tutor

Percorso per Homework Tutor all’interno del
Campus estivo per famiglie di bambini ADHD/DOP
(Deficit di attenzione e iperattività e/o Disturbo oppositivo-provocatorio)

12-16 luglio 2015
Carisolo (TN)

In una famiglia, la presenza del Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD) e/o del Disturbo Oppositivo-Provocatorio (DOP) è generalmente fonte di stress, affaticamento e tensione, sia per il bambino che ne è affetto, sia per i suoi genitori.
Durante il Campus estivo, famiglie di bambini con ADHD e/o DOP, esperti e tutor formati avranno la possibilità di condurre, in maniera integrata, attività di parent e child training per promuovere lo «star bene» del bambino, attraverso lo sviluppo di corrette modalità relazionali sia da parte del bambino, sia dei genitori.

A chi si rivolge il Campus
• ADHD Homework Tutor anche formati attraveso altri percorsi riconosciuti.
• Bambini dai 7 agli 11 anni con difficoltà di attenzione, impulsività e autocontrollo con o senza atteggiamenti oppositivi e provocatori insieme ai loro genitori.

Coordinamento scientifico
A cura di Gianluca Daffi, ideatore del metodo START, docente presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e Brescia, collaboratore del servizio di NPI degli Spedali Civili di Brescia e del Centro Studi Erickson di Trento.

Riforma, task force per attuarla

da ItaliaOggi

Riforma, task force per attuarla

Coordinamento tecnico-politico su tutti i provvedimenti. Domani vertice con i dg regionali. I sindacati ci riprovano, il 7 in piazza per protestare

Alessandra Ricciardi

A settembre, conta il premier Matteo Renzi, quando arriveranno le quasi 50 mila nomine sull’organico di diritto e poi, a novembre, quando ci sarà l’altra metà di assunzioni sul potenziamento, e ancora di più a dicembre, quando verrà bandito il concorso per ulteriori 60 mila precari, la protesta contro la Buona scuola sarà solo un lontano ricordo. Gli insegnanti e le famiglie potranno testare dal vivo che non si tratta di una riforma contro, ma a favore. E poi ci saranno le risorse fresche dello school bonus, la card da 500 euro per le spese culturali dei prof, ma anche i fondi del merito e, dal prossimo anno, la selezione diretta dei docenti. Un sistema che dovrà migliorare le condizioni generali della scuola, è la scommessa. Ma tutto deve filare liscio, senza intoppi. Senza grane amministrative che, dopo il duro braccio di ferro tra governo e parlamento sui tempi di approvazione della riforma, sarebbero deleterie per l’immagine dell’esecutivo. Incassata la fiducia al senato, superate le resistenze della sinistra interna – il sì della camera al disegno ddl, previsto per mercoledì, massimo giovedì della prossima settimana, è dato per scontato- la partita attuativa non deve riservare sorprese.

Al ministero dell’istruzione, con il placet di palazzo Chigi, sta per essere istituita una task force tecnico-politica che faccia da supervisione e coordinamento, nel rispetto delle competenze dei singoli uffici, a tutti i prossimi passi e provvedimenti, a partire dal capitolo delicato delle assunzioni. Un ruolo chiave dovrebbe spettare al sottosegretario, Davide Faraone. Già domani è in calendario un vertice tra l’amministrazione centrale e il direttori scolastici regionali, per chiarire le tre diverse fasi delle assunzioni, le modalità, i numeri. Una riunione tutto sommato di routine, in cui non dovrebbero esserci le polemiche di quella che era stata organizzata settimane fa con la messa in allerta dei singoli presidi sul piano del fabbisogno da fare a tamburo battente entro luglio. Questa fase slitta al nuovo anno, le prime 50 mila assunzioni si fanno con le vecchie graduatorie.

Sul fronte sindacale, dopo il forte sostegno della piazza e la condivisione delle ragioni della protesta di larga parte del mondo della scuola, Flc- Cgil, Cisl e Uil scuola, Snals-Confsal e Gilda hanno annunciato che avverseranno la riforma in ogni forma possibile con la ripresa delle lezioni. Intanto è stata organizzata una manifestazione nazionale a Roma il prossimo 7 luglio, in coincidenza con l’arrivo in aula a Montecitorio del disegno di legge di riforma.«Fin da ora si costruiscono le condizioni», affermano i segretari sindacali, «per impedire l’applicazione della legge nella scuola e per rivendicare stabilizzazioni, investimenti e rinnovo dei contratti».

I sindacati a ben vedere hanno incassato due risultati con il loro pressing: la chiamata diretta dei docenti resta, ma slitta al prossimo anno scolastico, con un effetto dunque depotenziato rispetto alle 100mila immissioni in ruolo per le quali doveva valere da subito. E poi, una volta che il dirigente scolastico ha assegnato l’incarico al prof dell’ambito territoriale, questo sarà rinnovato ogni tre anni, con un meccanismo che all’Istruzione confidano siano quasi di conferma automatica, così da assicurare se non la titolarità della sede, che è cancellata, quantomeno una maggiore stabilità di cattedra, nel contesto comunque di ambiti territoriali che dovranno ridurre al minimo i disagi della mobilità. Risultati che non erano scontati, per le sigle sindacali, ma che certo sono poco cosa rispetto alle richieste avanzate. Per esempio, sui criteri di attribuzione dei premi ai docenti migliori, non ci sarà nessun trattativa a livello nazionale per la definizione di criteri univoci, i parametri saranno definiti a livello di singolo istituto dal comitato di valutazione, e sulla base di questi deciderà il dirigente. Tanto basta comunque al ministro Stefania Giannini per affermare che non ci sarà «nessun preside-sceriffo».

A dare fiato ai sindacati c’è ora la sentenza della Corte costituzionale, che vieta il protrarsi del blocco del contratto per i dipendenti pubblici, e apre così un nuovo scenario per le politiche stipendiali, in cui il sindacato potrà riappropriarsi di un suo tradizionale ruolo, uscendo dall’angolo in cui, almeno per il momento, è finito.

Merito, il comitato indica i criteri Chi premiare, lo decide il preside

da ItaliaOggi

Merito, il comitato indica i criteri Chi premiare, lo decide il preside

Corsia preferenziale per i collaboratori del dirigente

Antimo Di Geronimo

Il dirigente scolastico avrà a sua disposizione una provvista di denaro, 200 milioni complessivi pari a circa 25mila euro ad istituto, che potrà assegnare al personale docente in servizio nella scuola a cui è preposto. Le dazioni dovranno essere motivate e dovranno essere elargite sulla base di criteri generali che saranno stabiliti dal comitato di valutazione. Nessuna trattativa a livello nazionale con i sindacati, dunque, sui criteri di attribuzione. Lo prevede il disegno di legge sulla scuola approvato dal senato giovedì scorso. Il testo licenziato da palazzo Madama dispone che i criteri dovranno essere finalizzati alla valorizzazione della qualità dell’insegnamento e del contributo dei docenti al miglioramento dell’istruzione scolastica «nonché del successo formativo e scolastico degli studenti». E dovranno anche tenere conto della necessità di valorizzare i risultati ottenuti dal docente nella collaborazione con i colleghi per il potenziamento degli alunni e dell’innovazione didattica e metodologica. Infine, un criterio a parte dovrà essere dedicato alla valorizzazione «delle responsabilità assunte nel coordinamento organizzativo e didattico e nella formazione del personale».

I primi tre criteri saranno applicati a tutti i docenti. Il terzo, soltanto ai collaboratori del dirigente scolastico. Che potranno essere scelti dal preside in numero non superiore al 10% dell’organico. E che viaggeranno su una corsia preferenziale nella corsa all’attribuzione dei fondi per il merito. Le novità riguardano anche la composizione del comitato di valutazione. Che non sarà composto da soli docenti eletti in seno al collegio dei docenti, come è adesso. Il comitato di valutazione dell’era Renzi, infatti, sarà composto, oltre che dal dirigente scolastico e da un componente esterno (scelto dall’ufficio scolastico tra i docenti e i dirigenti), da 4 docenti (3 scelti dal collegio dei docenti e uno dal consiglio di istituto) e da due genitori per la scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di I grado.

Nelle secondarie di II grado ci sarà un solo genitore e anche un alunno. Il comitato darà anche il suo parere sull’anno di formazione e di prova dei neoassunti. Ma in questo caso opererà con la sola presenza del dirigente e dei docenti, integrati dal docente che avrà svolto le mansioni di tutor. In caso di valutazione negativa, l’anno potrà essere ripetuto, ma una sola volta. Esattamente come avviene ora. Ai rappresentanti dei genitori (e degli alunni, nella secondaria di II grado) rimarrà preclusa la partecipazione anche nel caso in cui sia il docente, di propria iniziativa, a chiedere di essere valutato.

Immissioni in ruolo in tre fasi

da ItaliaOggi

Immissioni in ruolo in tre fasi

I prof assunti sull’organico di diritto in cattedra già a settembre. Il personale di potenziamento arriverà ad anno iniziato

Antimo Di Geronimo

Immissioni in ruolo in tre fasi: prima quelle a copertura dei posti vacanti, poi quelle dell’organico dell’autonomia e, infine, quelle di chi è rimasto fuori nelle prime due fasi. Lo prevede il disegno di legge sulla scuola, approvato dal senato giovedì scorso. La prima fase coinciderà con quella ordinaria. E cioè con le assunzioni a tempo indeterminato, che vengono disposte ogni anno per coprire i posti e le cattedre rimaste vuote dopo i pensionamenti e la mobilità. Che quest’anno sono circa 50mila, tra pensionamenti, cattedre vacanti e sostegno. La seconda fase riguarderà i posti aggiuntivi dell’organico dell’autonomia: oltre 55mila, compreso il sostegno. La terza fase riguarderà, invece, la collocazione in altra provincia di chi non avrà trovato un posto nella provincia di appartenenza.

I docenti che saranno immessi in ruolo saranno tratti dalle graduatorie dei concorsi ordinari del 2012 e dalle graduatorie a esaurimento. La procedura è quella di sempre: priorità alla graduatoria del concorso, nell’ordine del 50% dei posti e il rimanente 50% alla graduatoria a esaurimento provinciale.

I destinatari delle immissioni in ruolo della prima fase saranno assunti entro il 15 settembre prossimo e otterranno subito una sede provvisoria. Chi non otterrà la nomina nella propria provincia sarà assunto in un’altra provincia, dove sia rimasta vacante e disponibile una cattedra nella stessa classe di concorso, sempre in organico di diritto. Gli interessati potranno indicare le altre province, a domanda, elencandole secondo il proprio gradimento, secondo procedure comuni a coloro che rimarranno senza immissione in ruolo anche ad esito della seconda fase. Fin qui le immissioni ordinarie sui posti e le cattedre dell’organico di diritto. Quelle cioè, per le quali i destinatari delle assunzioni saranno applicati ad una cattedra e svolgeranno la prestazione di insegnamento nelle classi a loro affidate.

Terminata la seconda fase, gli uffici procederanno alle assunzioni sui posti dell’organico aggiuntivo. I destinatari delle proposte di assunzione saranno i docenti che residueranno dalla prima fase. E cioè i precari inseriti nelle graduatorie dei concorsi del 2012 e nelle graduatorie a esaurimento che risulteranno collocati negli elenchi nei posti immediatamente successivi a quelli dei docenti appena assunti.

Il criterio è sempre lo stesso: 50% dalle graduatorie dei concorsi e 50% dalle graduatorie a esaurimento. Ma i docenti che saranno assunti nella II fase non otterranno un incarico di insegnamento su una cattedra definita: saranno utilizzati per le supplenze fino a 10 giorni, per eventuali incarichi di gestione e organizzazione conferiti dal dirigente scolastico oppure per la realizzazione di progetti connessi al piano dell’offerta formativa, che sarà di durata triennale.

L’individuazione delle disponibilità dei posti da assegnare ai posti e alle classi di concorso, sarà deciso dagli uffici scolastici, tenendo presente la composizione delle graduatorie dei concorsi e delle graduatorie a esaurimento. Ma in ogni caso, i docenti così individuati non saranno destinati ad insegnare in via esclusiva le loro discipline.

Ad esito delle prime due fasi gli aspiranti docenti che non dovessero essere stati fatti oggetto di alcuna proposta di assunzione, saranno immessi in ruolo in altre province, sempre nell’organico aggiuntivo.

L’individuazione della provincia avverrà secondo un ordine di gradimento che sarà indicato, a domanda, direttamente dagli interessati. Qualora ad esito di tutte e 3 le fasi dovessero residuare aspiranti docenti che non fossero risultati destinatari di alcuna proposta di assunzione, nei confronti di questi ultimi non si procederà all’immissione in ruolo.

Ma potranno comunque rimanere nelle graduatorie a esaurimento e nelle graduatorie di istituto di I fascia ed eventualmente di II fascia.

Le assunzioni non saranno disposte automaticamente. Gli interessati dovranno presentare delle apposite domande i cui termini e modalità saranno fissati con un avviso che sarà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale. L’avviso recherà le disposizioni per la presentazione delle domande di assunzione, l’espressione delle preferenze e la forma delle proposte, dell’accettazione e delle rinunce. Agli interessati sarà data la possibilità di partecipare sia per la disciplina che per il sostegno e di indicare l’ordine in cui trattare sia queste preferenze che quelle territoriali.

Le immissioni in ruolo avranno decorrenza giuridica al 1° settembre 2015. La decorrenza economica partirà, invece, dal giorno di assegnazione della sede. I docenti della I fase, che saranno assunti entro il 15 settembre, potranno giovarsi di una decorrenza economica molto prossima a quella giuridica.

Per tutti gli altri, invece, bisognerà attendere il compimento delle procedure preliminari di costituzione dei posti aggiuntivi. Che potrebbe protrarsi per diversi mesi. L’unica cosa certa, stando a quanto prevede il disegno di legge, è che la procedura dovrà chiudersi entro il prossimo anno scolastico.

L’alternanza anche per i liceali. Debutta il registro delle imprese

da ItaliaOggi

L’alternanza anche per i liceali. Debutta il registro delle imprese

Per tecnici e professionali si raddoppia: 400 ore l’anno

Emanuela Micucci

Cento milioni di euro all’anno per l’alternanza scuola-lavoro. Il Miur investe su questi percorsi che, con la riforma della scuola, escono dall’occasionalità e diventano strutturale. L’alternanza, infatti, sarà per tutti gli studenti delle superiori con almeno 400 ore negli istituti tecnici e nei professionali e almeno 200 ore nei licei. E riguarderà anche gli allievi dei percorsi triennali di istruzione e formazione professionale (IeFP) dei centri accreditati dalle regioni. Si partirà con le terze classi del prossimo anno scolastico, garantendo così un’introduzione graduale dei percorsi necessaria sia alle scuole sia alle imprese. Si farà in azienda, ma anche in istituti pubblici e privati, musei, terzo settore, enti attivi nei settori del patrimonio ambientale e di promozione sportiva riconosciuti dal Coni. Si potrà svolgere anche d’estate e all’estero. Sarà predisposta una Carta dei diritti e dei doveri degli studenti in alternanza attraverso un decreto del Miur, di concerto con i dicasteri del lavoro e della pubblica amministrazione, sentito il Forum nazionale delle associazioni studentesche che ha già elaborato una propria proposta.

È previsto che i ragazzi possano esprimere una valutazione sull’efficacia dei percorsi effettuati. Corsi sulla tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro formeranno gli studenti in alternanza. Sarà istituito, dal prossimo anno scolastico, un Registro nazionale dell’alternanza, attivo presso le camere di commercio e in cui saranno visibili enti e imprese disponibili a svolgere questi percorsi, il numero massimo di alunni ammissibili e i periodi dell’anno dedicati all’alternanza. Con il ddl sulla Buona Scuola, appena approvato dal Senato, per la prima volta potranno accedere agli Its, gli istituti tecnici superiori post-diploma, anche i ragazzi dell’IeFP che hanno conseguito il diploma quadriennale o frequentato un anno nell’IeFTS.

Per rendere coerente la formazione con l’orientamento al futuro, il 30% dei fondi che lo Stato stanzia per gli Its sarà legata agli esiti occupazionali dei loro diplomati. Nonostante l’alto tasso di inserimento nel mondo del lavoro dei loro diplomati, le fondazioni sono bloccate dalla burocrazia. Il ddl semplifica alcune misure così da promuovere questi percorsi: con un decreto del Miur, entro 90 giorni dall’approvazione della riforma della scuola, saranno emanate linee guida a sostegno delle politiche di istruzione e formazione sul territorio e dello sviluppo dell’occupazione giovanile. Queste, tra l’altro, snelliranno lo svolgimento delle prove conclusive dei percorsi. Per il riconoscimento della personalità giuridica da parte del prefetto, doteranno le fondazioni di partecipazione cui fanno capo gli Its di un patrimonio, uniforme in tutta Italia, non inferiore a 50.000 euro, che garantisca la piena realizzazione di un ciclo completo di percorsi. Le fondazioni già esistenti potranno attivare nel territorio provinciale altri percorsi anche in filiere diverse, seguendo l’iter di autorizzazione e purché siano dotate di un patrimonio almeno di 100.000 euro.

 

School bonus, il 10% agli istituti poveri

da ItaliaOggi

School bonus, il 10% agli istituti poveri

Sconto sulle tasse per aziende, enti e singoli cittadini che investono nell’istruzione. Ma tetto di 100mila euro per le loro donazioni e il 10% delle erogazioni totale destinato alle scuole più “povere”.

Angela Iuliano

Sconto sulle tasse per aziende, enti e singoli cittadini che investono nell’istruzione. Ma tetto di 100mila euro per le loro donazioni e il 10% delle erogazioni totale destinato alle scuole più “povere”. Questo il nuovo school bonus disegnato in senato nel maxiemendamento sulla Buona Scuola, pronto ad approdare in aula alla camera per il via libera definitivo. Un nuovo approccio all’investimento sulla scuola che incentiva ogni cittadino a contribuire al miglioramento del sistema attraverso donazioni a favore degli istituti scolastici statali e paritari per costruire nuovi edifici, per la manutenzione, per la promozione di progetti dedicati all’occupabilità degli studenti. Con lo school bonus, infatti, imprese, enti o persone fisiche che faranno erogazioni liberali per questi scopi alle scuole avranno un beneficio fiscale in sede di dichiarazione dei redditi: un credito d’imposta dal 50% al 65% sulle loro elargizioni per un importo massimo di 100mila euro per ciascun periodo d’imposta. Inoltre, accogliendo le richieste di opposizioni e minoranze del Pd, è previsto un fondo perequativo da destinare agli istituti scolastici che ricevono meno donazioni volontarie rispetto alla media nazionale. In pratica, alle scuole che non hanno elargizioni andrà il 10% delle donazioni totali, secondo modalità che verranno definite da un apposito decreto del Miur. Le scuole che beneficeranno delle donazioni dovranno comunicare mensilmente al Miur l’ammontare delle erogazioni ricevute nel mese di riferimento e dovranno darne pubblica comunicazione, insieme con la destinazione e l’utilizzo delle elargizioni, sul sito web della scuola in una pagina appositamente dedicata e facilmente individuabile e sul portale telematico del ministero. Una pubblicazione e una rendicontazione pubbliche e trasparenti dello school bonus che dovranno avvenire – precisa il testo della norma – «nell’ambito delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri per il bilancio dello Stato».

 

Slalom per la titolarità di sede

da ItaliaOggi

Slalom per la titolarità di sede

Dal 2016/2017 scattano gli ambiti, cambia la mobilità. Garantita ai vecchi prof e a chi entra sull’organico di diritto

Dal prossimo anno scolastico i docenti non potranno più chiedere il trasferimento dalla sede in cui sono titolari ad un’altra. E non potranno nemmeno concorrere per le utilizzazioni e le assegnazioni provvisorie. Ma potranno conservare la titolarità della sede nella quale prestano servizio. Il diritto alla titolarità della sede sarà corrisposto anche ai docenti che saranno immessi in ruolo quest’anno sull’organico di diritto. Fermo restando che tale diritto insorgerà solo quando avranno ottenuto la sede definitiva. Gli insegnanti che andranno in esubero o diventeranno soprannumerari nell’anno scolastico 2016/2017, andranno a finire negli ambiti territoriali. E la stessa sorte toccherà ai docenti che saranno immessi in ruolo nell’organico dell’autonomia. Sono queste alcune delle novità più importanti contenute nel disegno di legge sulla scuola n.1934, che è stato approvato dal senato giovedì scorso con il voto di fiducia, passata con159 favorevoli e 112 contrari. Il disegno di legge dovrà tornare alla camera per l’ok definitivo. Dopo di che sarà pubblicato in Gazzetta ufficiale e dispiegherà effetti dal giorno successivo (si veda il comma 209). Tornando alla mobilità dei docenti, per quest’anno i movimenti continueranno a svolgersi normalmente con le vecchi regole. Ciò vale sia per i trasferimenti e i passaggi, ormai sono giunti a compimento, che per le utilizzazioni e le assegnazioni provvisorie.

Il prossimo anno, invece, i docenti di ruolo non potranno più muoversi, pena la perdita della sede di titolarità e la collocazione negli ambiti territoriali. L’accesso alla mobilità, così come l’abbiamo conosciuta finora, sarà consentito solo ai docenti che saranno immessi in ruolo quest’anno in organico di diritto. E cioè ai docenti che saranno assunti con le vecchie regole, direttamente sulle cattedre e sui posti delle loro discipline di insegnamento. A questi docenti, infatti, per l’anno 2016/2017 sarà assegnata una sede provvisoria. E dal 1° settembre 2017 otterranno una sede definitiva ad esito della mobilità. Anche a questi insegnanti sarà consentito conservare il diritto alla sede di titolarità. Che nel loro caso coinciderà con la sede definitiva. Ma poi non potranno più muoversi, altrimenti la perderanno e andranno negli ambiti. Fin qui la disciplina transitoria.

Quanto agli ambiti territoriali, il disegno di legge prevede che avranno un’ampiezza inferiore alla provincia e alle città metropolitane. E che saranno disegnati dagli uffici scolastici regionali, sentite le regioni e gli enti locali. I criteri fissati nel dispositivo prevedono che i direttori regionali dovranno tenere conto della popolazione scolastica, della vicinanza delle istituzioni scolastiche e della conformazione geomorfologica del territorio. Alla disciplina degli ambiti territoriali saranno assoggettati gli insegnanti che andranno in esubero o diventeranno soprannumerari nell’anno scolastico 2016/2017 e i docenti che saranno immessi in ruolo sui posti e le cattedra aggiuntive dell’organico dell’autonomia.

Ma le Gae restano in vita. Nuovo concorso entro dicembre

da ItaliaOggi

Ma le Gae restano in vita. Nuovo concorso entro dicembre

Le graduatorie a esaurimento sopravvivranno alla riforma della scuola.

Carlo Forte

Le graduatorie a esaurimento sopravvivranno alla riforma della scuola. E anche le graduatorie di istituto, ma solo quelle di I e II fascia. Quelle degli abilitati che sono anche inclusi nelle graduatorie a esaurimento (I fascia) e quelle degli abilitati non inclusi nelle graduatorie a esaurimento (II fascia). E i concorsi si terranno ogni tre anni, su base regionale e saranno indetti anche per il sostegno con procedure a parte. Lo prevede il disegno di legge sulla scuola approvato dal senato giovedì scorso. Nei prossimi anni, dunque, le immissioni in ruolo continueranno ad essere effettuate attingendo al 50% dalle graduatorie dei concorsi e, per il restante 50%, dalle graduatorie a esaurimento. In buona sostanza, dunque, le graduatorie a esaurimento perderanno la loro efficacia solo a seguito del loro esaurimento. Che si verificherà quando tutti gli aspiranti inclusi saranno immessi in ruolo o, comunque, risulteranno decaduti a qualsiasi titolo. Per esempio, i destinatari di proposte di immissione in ruolo che rifiuteranno le proposte. Ciò non vale solo per le graduatorie dell’infanzia e della primaria, ma anche per le graduatorie delle secondarie. Una novità rispetto al testo licenziato dalla camera. Il dispositivo prevede, inoltre, che a partire dall’anno scolastico 2016/2017, la terza fascia delle graduatorie di istituto diventerà ad esaurimento. I nuovi accessi saranno consentiti solo ai docenti abilitati. Novità sono previste anche per i concorsi a cattedra. Che saranno indetti su base regionale con frequenza triennale. E saranno banditi, con procedure distinte, anche per il sostegno. Fino ad ora, le procedure concorsuali avevano riguardato solo i posti comuni. Mentre, per il sostegno, venivano stilati appositi elenchi dove venivano graduati i vincitori e gli idonei alle selezioni, che avessero vantato anche il possesso del titolo di specializzazione. Tant’è che, di anno in anno, venivano compilati anche elenchi aggiuntivi nei quali venivano inseriti coloro che avessero conseguito il titolo tardivamente. Con la nuova disciplina, invece, gli aspiranti docenti di sostegno dovranno sostenere un concorso a parte. Entro il 1° dicembre prossimo, inoltre, il ministero indirà un concorso per il quale sarà possibile ottenere una maggiorazione di punteggio se in possesso di abilitazione conseguita tramite procedure selettive per titoli ed esami o a seguito del conseguimento della laurea magistrale o a ciclo unico e per il servizio prestato a tempo determinato per almeno 180 giorni.

Dirigenti, scocca la valutazione

da ItaliaOggi

Dirigenti, scocca la valutazione

È il contrappeso ai maggiori poteri gestionali conferiti. Farà testo il miglioramento del rendimento degli studenti

Giovanni Scancarello

Con la fiducia passata in senato sulla buonascuola, riflettori adesso puntati sulla valutazione dei dirigenti scolastici. Essi saranno giudicati in base al miglioramento dei livelli di apprendimento degli studenti, sulla direzione unitaria dell’istituto, sui risultati di gestione e la valorizzazione delle risorse umane attraverso il riconoscimento del merito. Una volta ultimato il rapporto di autovalutazione entro il mese di luglio, verranno fissati gli obiettivi di miglioramento che costituiranno i benchmark con cui il direttore generale dell’ufficio scolastico regionale valuterà i dirigenti scolastici. Questo il contrappeso di cui parlava il ministro Stefania Giannini rispondendo ai docenti in occasione dello sciopero del 5 maggio.

Il controllo dei dirigenti scolastici sarà rivolto a rilevare il valore aggiunto prodotto dalla scuola sui livelli di accrescimento delle competenze degli studenti (attraverso i risultati delle prove invalsi). L’interesse dell’amministrazione per la verifica dell’operato del dirigente scolastico è legato anche alla verifica sull’attuazione dei Lep del sistema di istruzione e formazione attesi in parlamento sin dai tempi della riforma Moratti. Ma oltre che con il ciclo della valutazione del sistema nazionale di valutazione, la valutazione dei dirigenti scolastici è parte integrante dell’autovalutazione di istituto, che si articola sulle tre fasi della valutazione interna, della valutazione esterna e della rendicontazione sociale. I dirigenti saranno chiamati a rispondere del raggiungimento degli obiettivi di miglioramento definiti tra la conclusione della fase interna e quella esterna dell’autovalutazione.

Il prossimo anno saranno 800 le scuole selezionate per l’avvio della prima fase della valutazione esterna, che saranno visitate dai nuclei di valutazione costituiti da ispettori, esperti Indire, Invalsi e del mondo della scuola. Sugli esiti di questi passaggi si conformeranno anche i contratti di lavoro. Il procedimento di valutazione è infatti diretto a evidenziare le aree di miglioramento organizzativo e gestionale delle scuole direttamente riconducibili al dirigente scolastico, ai fini della valutazione dei risultati dell’azione dirigenziale da parte del direttore regionale, come previsto dall’art. 25 del Dlgs 165/2001. Il direttore generale, sulla base delle risultanze del Rav e della definizione dei piani di miglioramento, fisserà gli obiettivi del nuovo incarico triennale del dirigente scolastico e ne riconoscerà il merito.

La loro retribuzione di risultato non sarà più distribuita a pioggia ma in funzione del raggiungimento degli obiettivi di miglioramento. Che l’asse premiale della valutazione del dirigente scolastico sia decisivo lo dimostra anche l’aumento del fondo unico nazionale per la retribuzione dei dirigenti previsto nel maxiemendamento, che investe 46 mln di euro fino a tutto il 2015, 14 mln per il 2016 e 36 mln di euro a partire dal 2016, cifre superiori anche a quanto era stato stanziato in un primo momento dal governo.

Contratto, arriva un aiutino

da ItaliaOggi

Contratto, arriva un aiutino

La Consulta censura la norma che preclude il blocco degli stipendi. Niente effetti retroattivi. Trattative dal 2016, incognita sulla nuova struttura salariale

Carlo Forte

La norma che blocca i rinnovi dei contratti dei pubblici dipendenti è incostituzionale. Ma l’incostituzionalità vale a partire da adesso. E dunque, nulla è dovuto per il passato. Con uno scarno comunicato, emesso il 24 giugno scorso, la Corte costituzionale ha reso nota la sua decisione sulla questione del blocco dei contratti dei dipendenti pubblici (si veda ItaliaOggi di mercoledì scorso). Che ha alleggerito il potere di acquisto delle busta paga dei lavoratori della pubblica amministrazione, mediamente, di circa l’8%. Si tratta di circa 3 milioni e 360mila persone.

Tra queste, poco più di un milione sono i lavoratori della scuola: 1.009.340 addetti. I docenti di ruolo sono 670.136, i supplenti annuali 14.405, quelli con contratto fino al 30 giugno 103.767. I rimanenti appartengono al personale Ata e al personale educativo.

Il contratto della scuola è bloccato dal 2009. E il legislatore ha disposto anche la cancellazione dell’utilità di 4 anni ai fini della progressione retributiva di anzianità: 2010, 2011, 2012 e 2013. Il 2010 è stato recuperato dall’allora governo Berlusconi, con un provvedimento che ha rifinanziato la progressione di carriera utilizzando fondi derivanti dai tagli. Il 2011 e il 2012, invece, sono stati recuperati grazie ad accordi tra i sindacati Cisl, Uil, Snals e Gilda (la Cgil non li ha firmati) e il governo. In questo caso i soldi sono stati presi in buona parte dal fondo di istituto. Il 2013, infine, è tuttora inutile ai fini della progressione di anzianità. E ciò comporta, mediamente, una perdita di 1000 euro netti una tantum in busta paga.

A ciò va aggiunta la perdita salariale derivante dal mancato recupero dell’inflazione: – 0,7% nel 2009; – 1,6% nel 2010; -2,7% nel 2011; – 3% nel 2012; – 1,1 % nel 2013 e -0,2% nel 2014. In tutto la perdita salariale lorda, legata all’andamento dell’inflazione, ammonta al 9,3%, dal quale va detratta l’indennità di vacanza contrattuale che è bloccata dal 2012.

Considerato che l’importo dell’indennità è pari al 50% del tasso di inflazione programmato, fino al 2012, dovrebbe essere stata recuperata la metà della perdita del potere di acquisto dei salari. E quindi, ad oggi, la perdita secca, per il lavoratori della scuola, ammonterebbe al 5,3%. Perdita alla quale va sommato l’effetto del ritardo di una anno della progressione di anzianità derivante dal mancato recupero del 2013.

Fin qui gli effetti del mancato rinnovo del contratto.

Secondo alcune stime, il mero recupero dell’inflazione dovrebbe costare all’erario circa 3 miliardi l’anno. Per la scuola, dunque, la copertura finanziaria non dovrebbe essere inferiore al miliardo.

Quanto alla sentenza della Consulta, al momento non è stato reso noto il ragionamento che è stato adottato per strutturare la decisione. Le motivazioni, infatti, non sono state ancora rese note. Ma è facile intuire che i pilastri su cui si fonda la pronuncia siano, da una parte, l’articolo, 36 della Carta, il quale contiene il cosiddetto principio della retribuzione sufficiente. E dall’altra parte, l’articolo 81, che adesso prevede il pareggio di bilancio. La decisione, infatti, sembrerebbe mediare tra la necessità di non impoverire ulteriormente i lavoratori pubblici. Che a parità di prestazione percepiscono, di fatto, una retribuzione inferiore a causa del mancato adeguamento dei salari alla perdita del potere d’acquisto dovuta all’inflazione. E l’ulteriore necessità di non far saltare i conti pubblici.

Di qui l’applicazione non retroattiva della decisione, come precisa la Corte, che «ha dichiarato, con decorrenza dalla pubblicazione della sentenza, l’illegittimità costituzionale sopravvenuta del regime del blocco della contrattazione collettiva per il lavoro pubblico, quale risultante dalle norme impugnate e da quelle che lo hanno prorogato».

Resta da vedere come farà il governo a trovare i soldi per i rinnovi, dopo avere impegnato 3 miliardi per il disegno di legge sulla scuola, solo in parte destinati alle assunzioni. Oltre tutto, solo 200 milioni potrebbero essere stornati per finanziare il rinnovo. Perché solo questi sono destinati alle retribuzioni dei docenti (il cosiddetto merito). L’altra incognita è come il governo intenda concepire il rinnovo: in che percentuale il recupero dell’inflazione e quanto invece al merito?

Non è affatto escluso infatti che l’avvio delle trattative, presumibilmente nel 2016, dopo la prossima legge di stabilità che dovrà stanziare i fondi, sia l’occasione per la revisione anche della struttura retributiva, con un maggior ancoraggio a produttività e valutazione. Alcune dichiarazioni di esponenti dell’esecutivo già vanno in questa direzione.

Docenti, ecco tutte le disponibilità di posti per il prossimo anno scolastico

da La Tecnica della Scuola

Docenti, ecco tutte le disponibilità di posti per il prossimo anno scolastico

A fornirle è stata la Flc-Cgil, in base ai dati forniti dal Miur. Viene messo a disposizione il quadro riassuntivo dei posti in organico di diritto e aggiuntivo. Poi la situazione, provincia per provincia, su scuola dell’infanzia, primaria, secondaria di I e II grado. Diverse la classi di concorso che presentano esuberi: ad esempio, alla superiori, la A019 e la A07. Male anche diversi laboratori.

A poco più di due mesi dall’avvio del nuovo anno scolastico, giungono gli attesi quadri analitici sulle disponibilità di posti, suddivise per province, cicli scolastici e classi di concorso. A fornirle, in anteprima, è stato il sindacato Flc-Cgil.

Proponiamo anche ai nostri lettori, moltissimi dei quali insegnanti, il quadro riassuntivo del sindacato. Ognuno potrà “scaricare” on line il settore di appartenenza. E ricavare, anche, che per alcune classi di concorso la situazione rimane complicata: ad esempio, alla superiori, per la A019, discipline giuridiche ed economiche, e la A07, tecniche pubblicitarie. Male anche per diversi laboratori.

Per i docenti le assunzioni possibili, una volta approvato definitivamente il DDL, sono circa 103.000: 47.476 su posti diorganico di diritto (vedi tabella posti diritto) e 55.258 su posti dell’organico aggiuntivo (vedi tabella posti aggiuntivi).

Per iposti dell’organico di diritto, in attesa delle tabelle ufficiali del Ministero, è già possibile avere unquadro delle disponibilitàper provincia ed insegnamento ottenute elaborando la situazione dopo i trasferimenti. Ai posti indicati nelle tabelle, relative alla scuola dell’infanzia, alla scuola primaria, alla scuola secondaria di I grado e alla scuola secondaria di II grado, vanno aggiunti circa 2.500 posti derivanti dalla mobilità verso altri ordini di scuola ed eventuali pensionamenti o dimissioni avvenuti successivamente.

Per i posti dell’organico aggiuntivo è definita la ripartizione per Regioni: i posti assegnati andranno successivamente suddivisi per provincia e per i vari insegnamenti (nella secondaria) in proporzione alla consistenza delle graduatorie del concorso e delle graduatorie ad esaurimento (comma 94 del maxiemendamento).

Restano fuori dal piano di assunzionii posti derivanti dagli spezzoni o autorizzati in organico di fatto che sonocirca 60.000(rapportando la somma degli spezzoni a posti interi). Perposto comunesono 25.831 derivanti dagli spezzoni (vedi tabella organico) più quelli autorizzati in organico di fatto. Per ilsostegnosi tratta di circa 30.000 posti autorizzati tutti gli anni in deroga all’organico di diritto, ora consolidato a 89.792 posti (vedi tabella sostegno).

Assunzioni 2015, dovevano essere 70mila in più

da La Tecnica della Scuola

Assunzioni 2015, dovevano essere 70mila in più

La stima è della Flc-Cgil. Per i docenti restano fuori quasi 60.000 posti derivanti dagli spezzoni o autorizzati in organico di fatto; per posto comune sono 25.831, derivanti dagli spezzoni, più quelli autorizzati in organico di fatto. Per il sostegno altri 30.000 posti. Penalizzati pure gli educatori: assunti in 82, anziché 155. In forte difetto anche le immissioni in ruolo Ata: ne sono state chieste al Mef 6.243, ma i posti liberi in organico di diritto sono quasi 11.000 e in quello di fatto oltre 6.000.

Altro che addio al precariato: secondo una stima della Flc-Cgil, il corposo piano di assunzioni previsto dalla riforma, con 100mila nuovi docenti assunti nell’arco di un anno (la metà subito e l’altra solo a livello giuridico, con effetto pratico nel 2016), lascerà comunque fuori dalla stabilizzazione quasi 60mila insegnanti. Anche le assunzioni di educatori e Ata, che coprià il turn over, lascia a desiderare.

Ecco, qui di seguito, il quadro analitico sui posti effettivamente vacanti, realizzato dal sindacato Confederale:

 

Personale docente

Per i docenti le assunzioni possibili, una volta approvato definitivamente il DDL, sono circa 103.000: 47.476 su posti di organico di diritto (vedi tabella posti diritto) e 55.258 su posti dell’organico aggiuntivo (vedi tabella posti aggiuntivi).

Per i posti dell’organico di diritto, in attesa delle tabelle ufficiali del Ministero, è già possibile avere un quadro delle disponibilità per provincia ed insegnamento ottenute elaborando la situazione dopo i trasferimenti. Ai posti indicati nelle tabelle, relative alla scuola dell’infanzia, alla scuola primaria, alla scuola secondaria di I grado e alla scuola secondaria di II grado, vanno aggiunti circa 2.500 posti derivanti dalla mobilità verso altri ordini di scuola ed eventuali pensionamenti o dimissioni avvenuti successivamente.

Per i posti dell’organico aggiuntivo è definita la ripartizione per Regioni: i posti assegnati andranno successivamente suddivisi per provincia e per i vari insegnamenti (nella secondaria) in proporzione alla consistenza delle graduatorie del concorso e delle graduatorie ad esaurimento (comma 94 del maxiemendamento).

Restano fuori dal piano di assunzioni i posti derivanti dagli spezzoni o autorizzati in organico di fatto che sono circa 60.000 (rapportando la somma degli spezzoni a posti interi). Per posto comune sono 25.831 derivanti dagli spezzoni (vedi tabella organico) più quelli autorizzati in organico di fatto. Per il sostegno si tratta di circa 30.000 posti autorizzati tutti gli anni in deroga all’organico di diritto, ora consolidato a 89.792 posti (vedi tabella sostegno).

Su questi posti, per quest’anno, dovrebbero essere effettuate le supplenze, mentre dal prossimo anno buona parte di essi saranno assegnati ai docenti dell’organico aggiuntivo, rendendo quasi nullo l’organico potenziato come abbiamo dimostrato nella nostra elaborazione.

Per le supplenze saranno anche disponibili i posti e gli spezzoni derivanti dai part-time e dai posti lasciati liberi da docenti assenti per l’intero anno (comandi, aspettative, utilizzazioni, assegnazioni provvisorie, ecc.).

 

Personale educativo

Per il personale educativo è stata chiesta l’autorizzazione ad effettuare 82 assunzioni che corrispondono al solo turnover, mentre i posti liberi sono 155.

 

Personale ATA

Per il personale ATA è stata chiesta l’autorizzazione ad effettuare 6.243 assunzioni, mentre i posti liberi in organico di diritto sono quasi 11.000 ai quali si aggiungono i posti autorizzati in organico di fatto che sono oltre 6.000.

Per avere un quadro preciso dei posti disponibili per provincia e profilo è necessario attendere la pubblicazione dei trasferimenti che è prevista per il 29 luglio 2015. Appena disponibili i trasferimenti pubblicheremo la nostra consueta elaborazione.