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Con Bomprezzi se ne va un pezzo di storia del giornalismo sociale in Italia

Con Bomprezzi se ne va un pezzo di storia del giornalismo sociale in Italia

È stato il primo, il più autorevole e autoironico giornalista disabile a essere riuscito a fare passare il suo handicap in secondo piano rispetto alle sue capacità di professionista. Innovatore instancabile, ha contribuito a cambiare il linguaggio e l’approccio dei media

da Redattore Sociale
18 dicembre 2014

Franco Bomprezzi ha fatto la storia del giornalismo sociale in Italia. E’ stato il primo, il più autorevole, il più brillante e autoironico giornalista disabile a essere riuscito a fare passare il suo handicap in secondo piano rispetto alle sue eccezionali capacità di professionista. Bomprezzi è stato un marchio di qualità, un brand, uno stile che in tanti cercavano di imitare senza riuscirci. Un galantuomo, anche. Oltre che un innovatore sfrenato.

Bomprezzi è stato il punto di riferimento in Italia per una generazione di giornalisti sociali, il primo a trattare temi scomodi, come quello della sessualità ad esempio, l’unico a cercare di arginare quel lento scivolamento verso il “politically correct” che tanto male ha fatto alle persone disabili, e ai progetti di inclusione delle loro associazioni. Un giornalista vero, e un grande commentatore. Una mente fertile e giocosa, con quella leggerezza che solo in pochi riescono a mantenere quando, anche solo per scendere dalla macchina e infilarsi dietro una scrivania, doveva spendere il triplo delle energie di qualunque altro comune mortale.

“Il giornalista sociale non deve essere buono – aveva detto ad un seminario organizzato da Redattore sociale a Milano nel 2011 – Deve essere bravo e fare bene il suo mestiere”.

Sue le tante idee suggerite nel codice di autoregolamentazione della Rai per le persone disabili (un codice etico-linguistico), varato dal Segretariato Sociale del servizio pubblico radiotelevisivo nel 1998. Un documento innovatore e coraggioso per quegli anni (l’aveva curato Giuliana Ledovi, con Stefano Trasatti, Giovanni Anversa, Salvatore Nocera e lo stesso Bomprezzi), una summa di quelle “buone prassi” con cui tanti si sono sciacquati la bocca dalla fine degli anni novanta, e che pochi poi hanno messo in pratica nei loro palinsesti o anche solo sulle pagine dei loro giornali. Sulle news, ad esempio, Bomprezzi invitava a chiudere il ciclo della notizia, a tenere conto delle persone disabili anche in contesti informativi non specifici, a completare le notizie di servizio anche con le informazioni per i disabili. Poi spazio all’accessibilità, alla mobilità per tutti. Per una nuova cultura della disabilità. Facile a dirsi, meno a praticarsi.
Sul fronte del linguaggio aveva continuato a lavorare per anni, come nel 2013 quando aveva contribuito sostanzialmente alle schede sulla disabilità realizzate per “Parlare civile”, il progetto sulle parole a rischio di discriminazione realizzato da Redattore Sociale in collaborazione con l’associazione Parsec.

“Sentiamo Bomprezzi cosa dice”. La frase era ricorrente, e non solo nelle redazioni delle riviste specializzate, ma anche sul mainstream Bomprezzi da tempo aveva trovato casa. Così, tra Superabile.it e il Corriere.it, quello strano giornalista in carrozzina sempre disponibile, gentile, mai sopra le righe, ha costruito un pezzo importante di storia dell’informazione sulla disabilità in Italia. E forse il pezzo più importante.

Diceva: “Per una informazione corretta sulla disabilità, bisogna eliminare dal linguaggio giornalistico (e radiotelevisivo) locuzioni stereotipate, luoghi comuni, affermazioni pietistiche, generalizzazioni e banalizzazioni. Concepire titoli che riescano a essere efficaci e interessanti senza cadere nella volgarità o nell’ignoranza e rispettando il contenuto della notizia”. Ecco, ora come faremo? (Mauro Sarti)


Il testamento di Bomprezzi: “Forza giovani, siate leggeri. Io vorrei riposarmi”

L’ultimo articolo del giornalista morto oggi a Milano per la sua rubrica sulla rivista mensile Superabile Magazine. “Con fantasia, ironia, leggerezza, coraggio, incoscienza, dobbiamo trovare altre chiavi di comunicazione”

18 dicembre 2014

Franco Bomprezzi, morto oggi a Milano, è stato indubbiamente la persona che ha contribuito più di ogni altra in Italia a cambiare la comunicazione sulla disabilità. Aveva lavorato in diverse testate, facendo anche la “macchina” (Mattino di Padova, Agr) e occupandosi in particolare di cronaca.

Quasi in parallelo aveva condotto un’intensa attività giornalistica (divenuta pressoché esclusiva negli ultimi anni) sui temi della disabilità, fondando nel 2000 Superabile.it, portale promosso dall’Inail e il blog “Invisibili” sul Corriere della sera. Era anche direttore del sito Superando.it promosso dalla Fish.
A Superabile era rimasto legatissimo e il suo ultimo impegno consisteva nella rubrica “Dr. Jekill e Mr. Hide” sulla rivista stampata mensile “Superabile Magazine”. Questo il suo ultimo articolo nel numero doppio di dicembre 2014-Gennaio 2015, non ancora uscito.

A caccia di parole

Ci vorrebbe un concorso per creativi. Lo dico sinceramente. Sarei davvero ricco se avessi voluto o potuto chiedere royalties su almeno due titoli che sono scaturiti dalla mia mente malata, in condizioni differenti, ma con il medesimo desiderio di individuare parole comprensibili a tutti, e capaci di svegliare chi dorme, anche nel mondo della comunicazione.

“SuperAbile” e “Invisibili”: ebbene sì, in tempi diversi e in contesti editoriali lontani, sono definizioni approvate in altrettanti brainstorming, ma scaturite da mie elucubrazioni mentali, stanco come ero, e come sono, delle banalità riferite al mondo delle persone con disabilità. SuperAbile nacque sulla scia dell’epopea sfortunata di Christopher Reeve, Superman divenuto negli anni terminali della sua esistenza un grande protagonista delle battaglie statunitensi per la ricerca e per i diritti delle persone paratetraplegiche e non solo. Da quell’accostamento onirico nacque la testata del portale Inail e di questo magazine.

Ne sono felice e orgoglioso. “Invisibili” è figlio di una constatazione personale, ossia la capacità della gente, per strada, nei negozi, nei luoghi pubblici, di non vedere – nel senso letterale – una persona con disabilità motoria, sensoriale o intellettiva. Ne è nato un blog molto seguito su Corriere.it e anche di questo sono felice e orgoglioso.

Ma mi domando: è possibile che il nostro mondo non riesca a elaborare con fantasia, ironia, leggerezza, coraggio, incoscienza, qualche altra chiave di comunicazione? Possibile che l’alternativa, orrenda, sia stato solo quel “diversamente abile” che tuttora invade e inquina ogni ragionamento sensato sulla pari dignità, sui diritti, sull’inclusione sociale? Forza giovani, scatenatevi. Io vorrei riposarmi.

Franco Bomprezzi

La FISH saluta Franco Bomprezzi

“Franco è stato un esempio, un modello, un punto di riferimento per moltissimi. Odierebbe sentirselo dire, ma è stato il testimonial di un modo pulito, ottimista, coinvolgente di intendere i diritti umani. Ha dato moltissimo a FISH in termini di supporto, suggerimenti, critiche, aiutandoci a crescere e a migliorare. La sua scomparsa è una gravissima perdita umana, politica e culturale.”

Così Vincenzo Falabella, Presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap ricorda Franco Bomprezzi, mancato questa mattina a Milano.

Bomprezzi, giornalista e scrittore, è stato un instancabile animatore di iniziative a favore dei diritti umani e sociali delle persone con disabilità, usando con maestria la sua penna e la sua professionalità, ma anche partecipando direttamente alla vita associativa, prima nell’Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare, poi nella FISH e nella Ledha (Lega per i diritti delle persone con disabilità).

Era uno dei volti più noti e stimati fra le persone con disabilità e i loro familiari, ma non solo. La sua firma per il Corriere della Sera e la sua partecipazione a numerosi talk show lo hanno fatto apprezzare al pubblico più vasto per il garbo e la profondità dei suoi interventi.

Il cordoglio per la scomparsa di Franco Bomprezzi è unanimemente partecipato da tutte le associazioni federate e dalle persone che direttamente o indirettamente ne hanno conosciuto l’attività e l’impegno.

DSA. Didattica…mente interattivi

DSA. Didattica…mente interattivi

Didattica…mente interattivi è un progetto rivolto ai ragazzi che presentano disturbi dell’apprendimento e ha come scopo quello promuovere una didattica inclusiva nella sua globalità, come efficace strategia per il rilancio del diritto allo studio.
Portato avanti da una collaborazione tra ASL di Frosinone, Microsoft, Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale dell’Università di Roma “La Sapienza”, ANP (Associazione Nazionale Dirigenti e Alte Professionalità della Scuola), Banca Popolare del Frusinate e Steluted, questo progetto si basa sul fatto che un alunno con un disturbo specifico dell’apprendimento può imparare, utilizzando modalità specifiche, degli strumenti che consentono di compensare le difficoltà, rendendo più accessibile il contenuto da apprendere, più immediato il processo di lettura, scrittura o calcolo.
Per maggiori informazioni, è possibile visitare il sito dell’iniziativa: http://didatticamenteinterattivi.blogspot.co.uk/

Horus, dispositivo hi-tech che permette ai ciechi di “vedere”

Horus, dispositivo hi-tech che permette ai ciechi di “vedere”

Un sensore cattura le immagini circostanti, un software le analizza e invia una risposta vocale. A realizzare Horus una start up genovese. “Grazie a questo dispositivo leggere un giornale, evitare gli ostacoli in strada e muoversi in città sarà più facile”

da Redattore Sociale
16 dicembre 2014

BOLOGNA – Per ‘ridare la vista’ ai ciechi basta una telecamera montata su degli occhiali, un processore che codifica le immagini e un auricolare da cui una voce descrive il mondo circostante. Leggere il giornale, evitare gli ostacoli per strada e riconoscere un volto, sono solo alcune delle funzioni che Horus, un dispositivo realizzato da una start up genovese, è in grado di fare.

La mente che ha partorito quest’idea è quella di Saverio Murgia, un ventitreenne di Savona studente di robotica avanzata, che insieme a Luca Nardelli e Benedetta Magri ha fondato la Horus technology. “L’idea è nata un po’ per caso insieme al mio collega Luca – racconta Saverio – Un giorno ci è capitato di aiutare un cieco ad attraversare la strada. In quel periodo con Luca lavoravamo su strumenti visivi per robot. Da lì ci siamo detti: perché non applicare i nostri studi a persone in carne e ossa?”. Da quel momento passano 6 mesi, e grazie alle risorse ricevuti da diversi premi, come il terzo posto all’Ict idea challenge, al Grant di Working capital e alla possibilità di lavorare al Talent garden di Genova, i due ragazzi realizzano un primo prototipo.

Ma come funziona Horus? La telecamera e i sensori catturano le immagini intorno, che vengono inviate per essere elaborate a un processore. A questo punto la persona interagisce con il dispositivo con delle domande e attende la risposta che gli viene comunicata tramite un auricolare. “Le domande possono riguardare qualsiasi cosa – dice Saverio – Posso chiedere di descrivermi un viso, leggere un cartello stradale, un libro o di cercare le strisce pedonali”. Per portare avanti il loro progetto i tre hanno lanciato una campagna di crowdfunding. Obiettivo? Raccogliere 20 mila euro per poter realizzare più prototipi da offrire all’Unione italiana ciechi. Nel frattempo stanno cercando anche finanziatori interessati a mettere in produzione il loro dispositivo.“Per adesso non ci sono altre aziende che stanno sviluppando una tecnologia simile alla nostra – conclude Saverio –L’idea è quella di entrare sul mercato al più presto e rimanere in Italia con lo sviluppo. Siamo disposti a tutto pur di realizzare la nostra idea”. (Dino Collazzo)

“Instructables”, il social network delle invenzioni che pensa anche alla disabilità

“Instructables”, il social network delle invenzioni che pensa anche alla disabilità

Oltre 2.500 pagine di istruzioni, per realizzare svariati oggetti. Tante idee riguardano la disabilità: dal guinzaglio da fissare alla carrozzina al sollevatore in legno per salire e scendere le scale, dall’acquascooter al tagliere per chi usa una sola mano

da Redattore Sociale
10 dicembre 2014

ROMA – Un social network delle “invenzioni”, in cui anche la disabilità trova spazio e idee. Si chiama “Instructables”, è stato creato quasi 10 anni fa dall’ingegnere meccanico Eric Wilhelm e oggi raccoglie, suddivise per categorie, foto e istruzioni per realizzare oggetti utili in casa propria. Le categorie comprendono tecnologia, lavoro, vita quotidiana, cibo, gioco e vita all’aria aperta. Tante e svariate le “ricette” condivise dagli utenti, in 2.560 pagine di testi e di immagini. Uno spazio aperto a chiunque voglia condividere una propria invenzione, o voglia provare a realizzare quella di un altro, eventualmente valutandola.

Nel “mare magnum” delle invenzioni, la disabilità occupa un posto non secondario: se procurarsi un ausilio è spesso complicato e dispendioso, se alcuni strumenti devono necessariamente essere acquistati, è però anche vero che a volte basta un po’ di fantasia e d’inventiva per rendere la vita più semplice. Così, cercando la parola “disabile” nel motore di ricerca interno al sito, ci si troverà davanti a decine di “buone idee”, alcune più semplici da realizzare, altre meno. La più recente è il “sollevatore fai da te”, costruito principalmente in legno, che permette alle persone con disabilità motoria di salire e scendere autonomamente le scale; c’è il “braccio robotico”, che imita le funzioni e i movimenti di un arto umano; ci sono le istruzioni per modificare il “wiimote”, il controller senza fili della nota console, così che possa essere facilmente gestibile anche da chi ha problemi motori; ci sono, addirittura, le indicazioni per realizzare in casa gli stencil con cui contrassegnare il parcheggio riservato.Per i più audaci, c’è la moto acquatica per i bambini con disabilità, mentre per chi preferisce i giochi da tavolo, c’è il “reggicarte”, pensato per chi ha difficoltà a tenere il proprio mazzo in mano. Non è difficile, a quanto pare, neanche costruire in casa il deambulatore per il proprio bambino, o una palestrina che permetta ai più piccoli di fare i primi giochi per terra. Tra le idee più fantasiose, c’è il bastone per camminare con la luce incorporata, o il tagliere per chi utilizza una sola mano, o il guinzaglio da attaccare alla sedia a ruote. Non mancano, naturalmente, le invenzioni più “tecnologiche”, come il mouse da indossare sulla testa o l’interruttore del microfono facilitato. Insomma, ce n’è per tutti i gusti e per tutte le esigenze: bastano tanta fantasia, un po’ di manualità… E molta pazienza. (cl)

Disturbi Specifici dell’Apprendimento: dalle basi fisiologiche agli ausili

Arezzo. Disturbi Specifici dell’Apprendimento: dalle basi fisiologiche agli ausili

Sabato 13 dicembre 2014 alle ore 9.00, presso l’Aula Magna del Centro Affari e Convegni ad Arezzo, il Centro Ausili Tecnologici, il Centro Territoriale di Supporto e la U.O. Neuropsichiatria Infantile della ASL8 organizzano un convegno dal titolo Disturbi Specifici dell’Apprendimento: dalle basi fisiologiche agli ausili

Occupazioni scolastiche e disabilità, conciliazione possibile

da Redattore Sociale

Occupazioni scolastiche e disabilità, conciliazione possibile. “Garantire l’entrata”

All’istituto Aleramo di Roma, sono state liberate tre aule e sono entrati studenti disabili e professori. Ma solo dopo le proteste di Maria, mamma di Luca. “Il primo giorno mio figlio, ‘ostaggio’ nel pulmino, si è sentito male. La scuola è la sua socialità”

ROMA – Scuola occupata e disabilità: se è vero, come abbiamo raccontato ieri, che il binomio è difficile da conciliare, è vero anche che, con la determinazione e la tenacia, un “compromesso” si può trovare. Anzi, si deve trovare, perché “il diritto allo studio va garantito – spiega l’avvocato Salvatore Nocera – e i ragazzi disabili devono essere messi nelle condizioni di entrare a scuola, anche in caso di occupazione. Come, del resto, tutti i ragazzi, disabili o no, che quella occupazione non la condividono”. Questo, in teoria. La pratica, però, è molto più difficile. Ce la racconta Maria, mamma di Luca, dell’istituto Sibilla Aleramo di Roma, che si è “stressata per giorni, sotto la pioggia, pur di far valere i diritti di mio figlio. Per lui la scuola è l’unico accesso alla socialità: ama quel mondo, perché solo lì può condividere una risata con un compagno non disabile. E quel mondo non deve sbattergli la porta in faccia”.

Così, alla fine, la soluzione Maria l’ha trovata: “Ho parlato a lungo con gli studenti occupanti, ho gridato anche, per far capire le mie ragioni: alla fine, hanno liberato tre aule al piano terra e hanno lasciato entrare mio figlio, tutti i compagni disabili, il personale Ata e i docenti di sostegno. Non volevano far entrare i professori di cattedra, ma quando ho spiegato che mio figlio è affidato al oro e che non può entrare solo con il sostegno, hanno aperto la porta anche a loro. A patto che non si intromettano nelle attività e negli spazi dell’occupazione. Alle 13, poi, gli occupanti si riprendono tutta la scuola, perché i ragazzi disabili e tutti gli insegnanti tornano a casa”. Da martedì prossimo, però, la situazione cambierà: “Ci hanno detto che, per ragioni igieniche dopo tanti giorni di occupazione non sarà possibile far entrare i nostri ragazzi. Li dovremo portare nella sede centrale, non occupata, dove andranno anche i loro insegnanti”.

Questa soluzione, d’altra parte, era sembrata la più logica fin dall’inizio, tanto che il primo giorno di occupazione il pulmino del trasporto scolastico aveva accompagnato lì gli studenti disabili, dopo aver scoperto che la succursale era occupata. “Nessuno di noi era stato informato della situazione – racconta Maria – quindi i nostri ragazzi sono arrivati a scuola e la preside non ha potuto neanche farli scendere dal pulmino, per ragioni di sicurezza. Sono rimasti come in ostaggio per diverso tempo, prima di essere trasferiti alla centrale. Mio figlio si è spaventato molto, ha avuto una crisi, si è sentito male e si è bagnato tutto di pipì”, racconta angosciata la mamma. “Per questo, dopo, sono andata a protestare con gli studenti occupanti, a far sentire le mie e le sue ragioni: loro potevano avere tutte le ragioni per occupare la scuola, ma non consideravano la fascia più debole e indifesa, i loro compagni disabili. Hanno capito e, poche ore dopo, hanno sciolto l’occupazione, trasformandola in un’autogestione, durante la quale insegnanti e studenti disabili sarebbero regolarmente entrati a scuola”.

L’occupazione però è presto ripresa, in seguito a “un irrigidimento della preside, che ha fatto indispettire i ragazzi. I quali, però, questa volta mi hanno telefonato, per avvertirmi della situazione e organizzarmi con Luca”. Così, gli studenti disabili sono stati nuovamente accolti in centrale, ma “la preside ci ha detto che non sarebbe stato più possibile nei giorni successivi, visto che non poteva costringere gli insegnanti a spostarsi di sede. Mi ha detto che avrebbe fatto sgomberare almeno alcune aule della sede occupata, per permettere ai nostri ragazzi di entrare”. Non soddisfatta, Maria ha telefonato a Salvatore Nocera, “il quale mi ha detto che, per legge, i professori devono andare nella sede in cui è necessario che vadano, dal momento che firmano la presenza”. E, successivamente, è tornata dagli studenti, ottenendo che liberassero tre aule al piano terra. “Dal commissariato, infatti, non mi avevano assicurato di riuscire a sgomberare quegli spazi, quindi Luca rischiava nuovamente di restare a casa. Il che, per lui, è un vero dramma”. Gli studenti, invece, hanno mantenuto la parola, lasciando entrare, il giorno successivo, compagni e professori. “Martedì dovremo portarli nuovamente in centrale: spero davvero che tutto fili liscio: l’importante, per noi, è che Luca possa entrare a scuola. E’ un suo diritto e non sono disposta a rinunciarci”.

Nel frattempo, anche la situazione all’istituto agrario E.Sereni pare essersi risolta: “stamattina siamo stati tutti ricevuti dalla preside in aula magna – racconta Corinna, la mamma di uno degli studenti disabili lasciati fuori dal cancello – Una grande assemblea a cui hanno preso parte tutti gli studenti, i genitori, i professori e la presidenza. Gli occupanti hanno chiesto scusa, quasi con le lacrime agli occhi, per il comportamento verso i compagni disabili. Non si sono proprio resi conto della gravità di ciò che facevano. Hanno assicurato che martedì i nostri ragazzi potranno entrare regolarmente a scuola. Il nostro istituto è un modello di integrazione e questa vicenda non deve compromettere il lavoro e l’impegno di chi ci lavora con passione ogni giorno”. (cl)

Incontri dicembre 2014

AID Prato. Incontri dicembre 2014

​- 9 Dicembre 2014 dalle ore 17:30 alle 19:00:
La scuola verso il mio Futuro
Incontro gratuito rivolto ai genitori e figli di classe 3^ scuola sec. I° grado

​- 10 Dicembre 2014 dalle ore 17:30 alle 18:30:
Impariamo insieme ad usare … CMap Tools
Incontro gratuito rivolto ai genitori è necessario portare il PC con installato Cmap Tools

​- 10 Dicembre 2014 dalle ore 17:30 alle 18:30:
Mappa libera tutti!!!
Incontro gratuito rivolto ai ragazzi delle classi V delle scuole primarie
E’ necessario portare PC o Tablet possibilmente con Cmap installato

​- 15 Dicembre 2014:
Punto ascolto
dalle ore 17:00 alle 19:00
Un punto di riferimento per insegnanti e genitori per ottenere informazioni
Si riceve ogni 3° lunedì del mese

Supporto informatico
dalle ore 17:00 alle ore 18:30
Un punto di riferimento per insegnanti e genitori per ottenere informazioni su come richiedere e come usare i libri digitali di LibroAid e sui programmi utili per i ragazzi DSA

Per informazioni: prato@dislessia.it

Disabilità, cosa resta del 3 dicembre?

da Redattore Sociale

Disabilità, cosa resta del 3 dicembre? Il tweet di un attore e le parole di Salvini

Non il Quirinale e neppure Palazzo Chigi: nella Giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità a far parlare di più sono Fabrizio Bracconeri e il leader della Lega. Un tweet di sfogo e un appello (interessato) in tv hanno più successo delle parole del premier

ROMA – La celebrazione ufficiale al Quirinale, quella inedita a Palazzo Chigi, i gesti del presidente della Repubblica, le parole del presidente del Consiglio, quelle di due ministri e alcuni sottosegretari, di un gran numero di politici, di referenti di istituzioni, sindacati, enti locali, associazioni (impegnate queste ultime anche nell’organizzazione di tutta una serie di eventi sul territorio nazionale)… Un gran parlare e un gran argomentare di cui, a conti fatti, è rimasto ben poco. E se una buona eco ha avuto la storia di Niccolò, raccontata dalla mamma proprio durante l’evento di Palazzo Chigi (il figlio disabile, quindicenne, frequenta una scuola superiore di Cerignola ma fa i conti con la mancanza di un’assistenza qualificata), ancor maggiore diffusione soprattutto in rete hanno avuto – in questo 3 dicembre 2014 – le prese di posizione di Fabrizio Bracconeri e Matteo Salvini, due personaggi molto diversi fra loro ma uniti in questa circostanza dalle critiche rivolte al governo proprio sul tema della disabilità.

Il leader della Lega è impegnato nel suo compito di opposizione al governo Renzi e per questo non si lascia sfuggire occasione di evidenziare le misure più impopolari adottate dall’esecutivo. Dalla presentazione della legge di stabilità, alcune settimane fa, ha più volte portato nel suo discorso politico di critica all’esecutivo l’esempio delle mancate risposte alle richieste delle associazioni delle persone disabili. Cosa che ha fatto ancora, e in tv, proprio alla vigilia della Giornata del 3 dicembre, intervenendo martedì sera a “Ballarò” (Rai 3). Nel gran discutere di politica ed economia, Salvini ha speso un passaggio per portare l’attenzione sui mancati finanziamenti – in legge di stabilità – all’Unione italiana ciechi e al fondo per l’inserimento lavorativo previsto dalla legge 68/99. Avrà pure divagato (o “parlato d’altro” rispetto al tema della trasmissione, come gli è stato rimproverato in diretta) ma aveva studiato e aveva studiato bene.
“Posso chiedervi – ha detto rivolgendosi ai rappresentanti della maggioranza in studio – l’impegno a rivedere due tagli vergognosi? Sei milioni di euro tagliati all’Unione italiana dei ciechi; venti milioni di euro tolti ai disabili per reinserirli nel mondo del lavoro”. E al conduttore che gli faceva subito notare che ciò era “sacrosanto” ma “non risolve certo i problemi dell’economia italiana” (niente meno), il leader della Lega argomentava: “L’anno scorso 1.464 italiani disabili grazie alla legge 68 del 99 hanno trovato un posto di lavoro: dopo 15 anni questo è il primo governo che come voce di spesa per questi disgraziati mette zero”. “Disgraziati” a parte, il resto non fa una piega: il dato è tratto dalla Relazione al Parlamento sulla legge 68/99 e noi stessi ne abbiamo ampiamente parlato in questo articolo del 31 ottobre scorso. Salvini probabilmente l’ha letto, altri no. Fra questi certamente il sottosegretario Scalfarotto (Pd), che in studio lo interrompeva scuotendo più volte la testa a suon di “non è vero”, “ma non è affatto vero!”, “lei non è in Parlamento”, e simili. Al che Salvini, intuendo l’equivoco, spiegava: “Non è il fondo per i non autosufficienti, è la legge 68 del 1999: l’anno scorso aveva 21 milioni, quest’anno ha zero. Rimettete per favore quei 21 milioni perché potete tagliare sulla pelle di tutti ma non sulla pelle dei disabili se no mi incazzo come una bestia, ok?”. Insomma, da un lato un Salvini che fa il suo mestiere (e lo fa bene), dall’altro nessuno che mostri di avere anche solo una minima idea di cosa sia il fondo della 68/99.

Ancora più rumore, in rete, sui social network e perfino sui quotidiani, fa un tweet inviato alle 22.44 di martedì 2 dicembre dall’attore romano Fabrizio Bracconeri: una vera e propria minaccia a Renzi a “non toccare i disabili perché giuro ti vengo a cercare e ti scartavetro”, con amabile postilla “è una minaccia, se vuoi denunciami”. Bracconeri (celebre negli anni ’80 per l’interpretazione ne “I ragazzi della III C”, poi fra le altre cose co-conduttore a Forum sui canali Mediaset) è oggi il papà di un ragazzo autistico e più volte ha raccontato pubblicamente la sua situazione familiare, accusando le istituzioni di essere “assenti”. Il suo sfogo nei confronti del presidente del Consiglio ha avuto più successo – è stato cioè più veicolato sui mass media – delle parole spese dallo stesso premier in occasione dell’evento di Palazzo Chigi. Succede anche questo, il 3 dicembre. (ska)

La FISH sui campi della Serie A di calcio

La FISH sui campi della Serie A di calcio

Dall’1 all’8 dicembre, dona 1, 2 o 5 euro al 45593

Proseguirà fino all’8 dicembre la campagna Persone, non pesi (donazione al 45593), lanciata in questa settimana dalla FISH, la Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap che da vent’anni si impegna per i diritti di tutte le persone con disabilità, lavorando con determinazione per migliorarne l’accesso al lavoro, allo studio, alla partecipazione e all’autonomia.

Infatti, dopo le tante iniziative promosse in tutta Italia in occasione della Giornata Internazionale ed Europea delle Persone con Disabilità del 3 dicembre, la FISH continuerà anche nel prossimo fine settimana a informare l’opinione pubblica, tramite varie iniziative di comunicazione, sul fatto che la privazione dei diritti delle persone con disabilità ne provoca l’esclusione e la discriminazione, trasformando appunto quelle stesse persone in “pesi”.

Persone, non pesi ha anche lo scopo di realizzare nuovi servizi informativi e fornire alle persone con disabilità e alle loro famiglie strumenti sempre più accurati e autorevoli, che consentano loro di essere consapevoli dei propri diritti e delle opportunità di inclusione e partecipazione alla vita sociale. Solo infatti se si conoscono al meglio i propri diritti e li si afferma nel modo più corretto, si può riuscire a migliorare la propria condizione di vita, ad essere Cittadini e non “pesi”.

Il palcoscenico privilegiato di questi giorni, grazie alla collaborazione della Lega Calcio di Serie A, saranno gli stadi dove si disputeranno le partite della quattordicesima giornata del massimo campionato, che ospiteranno tutti messaggi audio/video e striscioni sulla campagna della FISH, a partire dal big match di questa sera, venerdì 5 allo Stadio Franchi di Firenze (ore 20.45), per Fiorentina-Juventus.

Si proseguirà poi domani, sabato 6, a Roma (Roma-Sassuolo, ore 20.45) e a Torino (Torino-Palermo, ore 20.45) e domenica 7 a Napoli (Napoli-Empoli, ore 12.30), Parma (Parma-Lazio, ore 15), Genova (Genoa-Milan, ore 15), Bergamo (Atalanta-Cesena, ore 15) e Milano (Inter-Udinese, ore 20.45). Le partite si concluderanno lunedì 8 a Cagliari (Cagliari-Chievo, ore 19) e Verona (Verona-Sampdoria, ore 21).

Anche il grande mondo degli appassionati di calcio, quindi, insieme a tutti gli altri Cittadini, potrà contribuire fino all’8 dicembre a compiere un gesto concreto – donando al 45593 – per aiutare la FISH. Il valore della donazione è di 1 euro per ciascun SMS inviato da cellulare personale TIM, Vodafone, WIND, 3, PosteMobile, CoopVoce e Nòverca, di 2 euro per ciascuna chiamata fatta allo stesso numero da rete fissa TeleTu e TWT e di 2 o 5 euro per ciascuna chiamata fatta allo stesso numero da rete fissa Telecom Italia e Fastweb.

Si può inoltre sostenere la FISH durante e dopo le date della campagna, con un versamento sul conto corrente bancario della stessa FISH, presso la Banca Popolare Commercio Industria (IBAN IT81C0504801672000000038939).

Inoltre, tramite UBI Banca, clienti e non clienti potranno sostenere la FISH direttamente in filiale, effettuando un bonifico con azzeramento delle commissioni, oppure, per i clienti che hanno attivato l’internet banking Qui UBI, utilizzando la funzione Bonifico per iniziative solidali.

Il tema della campagna, ideata da Wrong, è ripreso anche in un efficace spot video, prodotto da Moviefarm, diretto da Danae Mauro e interpretato da Giuseppe Lanino, mentre la voce della nota attrice Lella Costa contraddistingue uno spot audio, prodotto da Studio Eccetera.

È ancora visibile, infine, in alcune città, l’importante e prestigiosa iniziativa collaterale alla campagna, centrata sulla mostra fotografica intitolata Nulla su di noi, senza di noi!, anche in versione video, realizzata dalla FISH in collaborazione con Contrasto, che racconta come le persone con disabilità “vivevano ieri, vivono oggi e talora riescono anche ad essere protagoniste”, avvalendosi anche degli scatti di celebri creatori d’immagine, come Gianni Berengo Gardin e Massimo Sciacca.

Giornata internazionale della disabilità

Giornata internazionale della disabilità

L’Italia può vantare una normativa sulla disabilità tra le più avanzate. Dalla legge quadro n. 104 del 1992 alla legge n. 68 del 1999 sul lavoro delle persone con disabilità, fino ai testi che hanno disciplinato questioni cruciali come l’accessibilità o l’inclusione nel sistema scolastico, il Legislatore ha sempre colto, e spesso anticipato, le istanze provenienti dalle persone con disabilità. Allo stesso tempo, la piena inclusione nella società resta ancora una sfida da vincere, per assicurare loro piena partecipazione in ogni dimensione della vita quotidiana: scuola, lavoro, salute, accessibilità e trasporti, qualità e uniformità dei servizi.

Conscio della rilevanza del tema, e in considerazione di una fase importante come il Semestre di Presidenza italiana del Consiglio dell’Unione europea, il Governo, in occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità, organizza il convegno

“La sfida per l’inclusione:

Il futuro delle persone con disabilità”

che si svolgerà a Roma il 3 dicembre 2014 – dalle 9.30 alle 13.30 – presso la Sala Verde di Palazzo Chigi.

Saranno presenti all’incontro, promosso dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e dal Ministero della Salute, i Ministri Giuliano Poletti, Stefania Giannini e Beatrice Lorenzin. Nel corso della mattinata è previsto, inoltre, l’intervento del Presidente del Consiglio Matteo Renzi.

Giornata Mondiale della Disabilità

Pochi lavorano, molti a rischio povertà: la Giornata di 3,2 milioni di disabili

Il 3 dicembre si celebra la ricorrenza internazionale voluta dall’Onu. Sono circa 190 mila le persone con disabilità che vivono in istituto; 220 mila gli alunni disabili, 680 mila quelli iscritti al collocamento. Oltre il 21% delle “famiglie con disabilità” in Italia a rischio povertà

Il 3 dicembre si celebra la Giornata internazionale delle persone con disabilità. Tante le iniziative in Italia per celebrare l’evento. Nell’occasione, il Governo organizza a Roma una manifestazione celebrativa (ore 9.30, Sala verde di Palazzo Chigi”), con la presenza del premier Renzi e di tre ministeri. Il titolo: “La sfida per l’inclusione: il futuro delle persone con disabilità”. E in attesa di capire il “futuro”, ecco uno spaccato sul mondo della disabilità in Italia.

I dati generali. Secondo i dati Istat (Indagine sulle condizioni di salute, elaborazione dati 2013 Redattore sociale/Superabile), sono circa 3,2 milioni le persone con disabilità, sopra i 6 anni di età, in Italia: dallo scorso anno, la parola “disabilità” è stata sostituita, nei documenti Istat, da “limitazione funzionale”.
Le “limitazioni” di tipo motorio riguardano 1,5 milioni di persone, quelle della comunicazione (difficoltà nel vedere, sentire o parlare) circa 900 mila. Ci sono poi 1,4 milioni di persone che hanno una “maggiore riduzione dell’autonomia”, cioè vivono a letto o si spostano su una sedia a ruote. Va poi notato che 1,8 milioni di persone cumulano più tipi di limitazioni funzionali.

Chi sono. Si tratta soprattutto di donne anziane, nelle isole e al Sud. Nel 2013, dei 3,2 milioni di persone con limitazioni funzionali, due milioni e 500 mila sono anziani. Più alta la quota tra le donne, 7,1% contro il 3,8% tra gli uomini. Grande disomogeneità a livello territoriale: la disabilità è più diffusa nell’Italia insulare (5,7%) e al sud (5,2%).
Disabili in istituto. Secondo dati Istat che risalgono però al 2010, sono circa 190 mila le persone con disabilità che vivono in istituto. Si tratta in gran parte (83%) di anziani non autosufficienti, mentre il 6% sono adulti con una disabilità psichica e un altro 6% adulti con una disabilità plurima. Le donne anziane non autosufficienti sono il 64% delle persone che vivono in istituto.

Disabili e scuola. Nell’anno scolastico 2013/2014 gli alunni con disabilità certificata iscritti nelle scuole di ogni ordine e grado erano complessivamente 222 mila. Circa la metà (110 mila) gli insegnanti di sostegno. Dal confronto con i dati relativi agli anni immediatamente precedenti, si rileva un significativo aumento degli alunni con disabilità: erano 215.590 nell’anno scolastico 2011-2012, ovvero oltre il 3% in meno rispetto allo scorso anno.

Disabilità e lavoro. Secondo i dati del 2012 e 2013, sono quasi 680 mila gli iscritti al collocamento, 18 mila gli avviamenti nell’ultimo anno; fra pubblico e privato ci sono 41 mila posti riservati ancora scoperti. Fra le persone con disabilità sono tanti gli iscritti alle liste di collocamento, pochi gli avviamenti al lavoro legati alla legge 68/99, e quelli che ci sono si basano sempre più su forme contrattuali poco stabili.  Nel 2013, ogni quattro nuovi disabili che si iscrivono alla lista del collocamento obbligatorio (e che vanno ad aggiungersi ai tanti che già ci sono da tempo), ce n’è solo uno che trova effettivamente un lavoro (in percentuale viene avviato in un anno il 26,9% dei nuovi iscritti).

Disabili e povertà. Oltre il 21% delle “famiglie con disabilità” in Italia è a rischio povertà, contro il 18% circa delle famiglie senza componenti disabili: lo dicono i dati, elaborati per Redattore sociale dall’Istat, rilevati nella “Indagine sulle condizioni di vita” (Eusilc) relativi al periodo 2004-2011. Dati che evidenziano come la disabilità in famiglia pesi particolarmente al Nord, dove la “forbice” tra famiglie con disabilità e famiglie senza disabilità è particolarmente larga: il rischio povertà riguarda infatti il 14% delle prime, contro meno del 10% delle seconde.

 

Giornata della disabilità, la tecnologia in soccorso dei diritti. Gli appuntamenti in Italia

Tanti gli appuntamenti in programma, uno lo scopo: promuovere l’inclusione, anche con l’aiuto delle tecnologie. Dalle iniziative culturali del Mibact alla campagna “Persone, non pesi!” della Fish, fino agli appuntamenti organizzati a Tor

Sviluppo sostenibile: la promessa della tecnologia: è questo il tema che accompagnerà, il 3 dicembre, la Giornata internazionale delle persona con disabilità. Un tema, questo, scelto dall’Onu per ricordare che i mezzi tecnologici di cui oggi disponiamo, sempre più raffinati e “intelligenti”, possono essere utilizzati “per promuovere l’impatto e i benefici della tecnologia assistiva, degli adeguamenti tecnologici e delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione accessibili, che migliorano il benessere e l’inclusione delle persone con disabilità”. Tecnologia, quindi, come strumento di inclusione, a patto che sia utilizzata opportunamente, allo scopo di creare e promuovere “pari opportunità”. Numerose le iniziative promosse, su tutto il territorio nazionale, dalle singole

associazioni o dalle federazioni.

A livello nazionale, la Fish lancia, in occasione della Giornata Onu, la campagna “Persone, non pesi!”: obiettivo è informare l’opinione pubblica, tramite varie iniziative di comunicazione, sul fatto che la privazione dei diritti delle persone con disabilità ne provoca l’esclusione e la discriminazione, trasformando appunto quelle stesse persone in “pesi”. La campagna ha anche lo scopo di realizzare nuovi servizi informativi e fornire alle persone con disabilità e alle loro famiglie strumenti sempre più accurati e autorevoli, che consentano loro di essere consapevoli dei propri diritti e delle opportunità di inclusione e partecipazione alla vita sociale. Riprende il tema della campagna un efficace spot video, prodotto da Moviefarm, diretto da Danae Mauro e interpretato da Giuseppe Lanino, mentre la voce della nota attrice Lella Costa contraddistingue uno spot audio, prodotto da Studio Eccetera. Dall’1 all’8 dicembre, infine, sarà possibile donare 1, 2 o 5 euro al 45593 per aiutare la federazione, che da vent’anni si impegna per i diritti di tutte le persone con disabilità, lavorando con determinazione per migliorarne l’accesso al lavoro, allo studio, alla partecipazione e all’autonomia.. Nel sito dedicato all’iniziativa – www.personenonpesi.it – sono disponibili tutti gli aggiornamenti e anche i materiali (spot radio, banner per siti ecc.) utili a tutti coloro che vorranno sostenere l’iniziativa, amplificandone la diffusione.

A Roma, presso il Palazzo delle Esposizioni (Via Milano9/a, ingresso accessibile in via Milano 13), Fish Lazio, in collaborazione con Avi (Agenzia vita indipendente) e Ecad (Ebraismo culture e arti drammatiche) promuovono un incontro sul tema, durante il quale sarà peraltro presentato il libro “La mia storia ti appartiene: 50 persone con disabilità si raccontano”, a cura di Silvia Cutrera e Vittorio Pavoncello. Nelle stessa occasione, sarà proiettata la video-mostra “Nulla su di noi, senza di noi!”, realizzata dalla Fish in collaborazione con Contrasto, che racconta in una ventina di città italiane come le persone con disabilità “vivevano ieri, vivono oggi e talora riescono anche ad essere protagoniste”, avvalendosi anche degli scatti di celebri creatori d’immagine, come Gianni Berengo Gardin e Massimo Sciacca.

Sempre a Roma, ma qualche giorno dopo, l’11 dicembre, presso la Sala monumentale della Presidenza del Consiglio dei Ministri (Largo Chigi, 19), si terrà la conferenza “Troppe scale per il signore a rotelle!”, promossa nell’ambito della Giornata Onu dal Dipartimento per le politiche di gestione, promozione e sviluppo delle risorse umane e strumentali della Presidenza del Consiglio dei Ministri e le associazioni culturali ItinerArte e Messaggi. L’evento si inserisce all’interno del Progetto Spacca, fucina di iniziative culturali, che raccoglie cittadini e professionisti dello spettacolo, con il fine di sensibilizzare la nostra società nei riguardi delle barriere architettoniche, mentali e culturali alla disabilità, a partire dalla promozione del libro autobiografico di Attilio Spaccarelli, Troppe Scale!

A Torino, il Politecnico coglierà l’occasione per presentare (ore 10-13) il progetto di valorizzazione multisensoriale dei giardini di Villa della Regina “La catena d’acqua”: un lavoro di ricerca, nato dalla collaborazione tra la direzione della Villa e il dipartimento di Architettura e Design del Politecnico, che si è concentrato sui giardini sviluppando percorsi di fruizione e conoscenza multisensoriali, adatti ai diversi pubblici dai bambini agli stranieri, alle persone con disabilità sensoriali. L’iter progettuale per la predisposizione degli ausili alla visita è stato condiviso con Tactile Vision onlus e con le associazioni Uici Torino, Italiana Volontari pro Ciechi e Istituto dei Sordi di Torino.

Sempre a Torino, la Cdp (Consulta delle persone in difficoltà) promuove una serie di iniziative, anche nei giorni precedenti e successivi il 3 dicembre: tra queste, il convegno “Turismo 2.0: accoglienza in tutto e per tutti” (3 dicembre ore 9-18, Borgo Medioevale, Viale Enrico Millo 4), la giornata dedicata alle scuole, il 5 dicembre, “momento di divertimento, sport e inclusione per imparare, fin da piccoli, che la diversità non fa paura” (5 dicembre ore 9-13,30 – PalaSport Ruffini, Viale Burdin 10) e il “Viaggio nei luoghi dell’arte” (Archivio di Stato di Torino, Sezioni Riunite, via Piave 21), mostra conclusiva del progetto promosso e coordinato dalla Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici del Piemonte, ideato dall’associazione culturale “Artenne”, per rendere accessibile a tutti oltre le barriere architettoniche l’opera d’arte e gli studi d’artisti torinesi. Infine, nei giorni scordi, la Cdp ha allestito un “percorso esperienziale” davanti alla Prefettura: un’occasione per “immedesimarsi” nelle difficoltà che ogni momento vive una persona disabile, allo scopo di capire meglio i suoi bisogni e i suoi diritti.

A Milano, Fish (Federazione italiana superamento handicap) e Ledha (Lega per i diritti delle persone con disabilità) propongono una  serata dedicata ai diritti e alla storia del movimento delle persone con disabilità in Italia: a partire dalle ore 18, presso l’Urban Center in Galleria Vittorio Emanuele, incontri, interventi e proiezioni sul tema. Prenderanno parte al dibattito anche due “testimoni di ordinaria discriminazione”, che racconteranno la propria esperienza. Sempre nella giornata di mercoledì 3 dicembre, nell’ambito della campagna della Fish “Non pesi, ma persone”, verrà presentata ai milanesi la “Pesa-disabili”: un’installazione che permetterà di valutare la reale conoscenza tra i cittadini dei temi e dei problemi connessi alla disabilità. Appuntamento a partire dalle 14.30 in piazza San Fedele.

Numerose infine, in tutte le regioni, le iniziative culturali promosse dall’Mibact (ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo), nell’ambito della giornata della disabilità e, quindi, all’insegna dell’accessibilità. Sulla pagina dedicata del sito istituzionale è possibile consultare il

programma completo

 

 

Disabilità: 3,2 milioni le persone con “limitazione funzionale”, soprattutto donne anziane

Giornata mondiale. Sono circa 190 mila le persone con disabilità che vivono in istituto. Si tratta in gran parte (83%) di anziani non autosufficienti, mentre il 6% sono adulti con una disabilità psichica. Condizione più diffusa nell’Italia insulare e al sud

Il 3 dicembre si celebra la Giornata internazionale delle persone con disabilità. E nell’occasione, il Governo organizza a Roma la conferenza nazionale (ore 9.30, Sala verde di Palazzo Chigi”). Il titolo: “La sfida per l’inclusione: il futuro delle persone con disabilità”. E in attesa di capire il “futuro”, ecco uno spaccato sul mondo della disabilità in Italia.

I dati generali. Secondo i dati Istat (Indagine sulle condizioni di salute, elaborazione dati 2013 Redattore sociale/Superabile), sono circa 3,2 milioni le persone con disabilità, sopra i 6 anni di età, in Italia: dallo scorso anno, la parola “disabilità” è stata sostituita, nei documenti Istat, da “limitazione funzionale”.
Le “limitazioni” di tipo motorio riguardano 1,5 milioni di persone, quelle della comunicazione (difficoltà nel vedere, sentire o parlare) circa 900 mila. Ci sono poi 1,4 milioni di persone che hanno una “maggiore riduzione dell’autonomia”, cioè vivono a letto o si spostano su una sedia a ruote. Va poi notato che 1,8 milioni di persone cumulano più tipi di limitazioni funzionali.

Soprattutto tra donne anziane, nelle isole e al Sud. Nel 2013, dei 3,2 milioni di persone con limitazioni funzionali, due milioni e 500 mila sono anziani. Più alta la quota tra le donne, 7,1% contro il 3,8% tra gli uomini. Grande disomogeneità a livello territoriale: la disabilità è più diffusa nell’Italia insulare (5,7%) e nel sud (5,2%) mentre al nord la percentuale di persone con disabilità certificata supera di poco il 4%.

Le regioni presentano diversi livelli di disabilità: da valori molto alti di Sicilia (6,1%), Umbria (6%), Molise e Basilicata (entrambe 5,8%), si passa a valori decisamente più bassi di Bolzano (2,5%), Trento (2,9%), Lombardia (3,8%) e Valle d’Aosta (4,1%). Il livello più elevato si registra per le donne del mezzogiorno.

Disabili negli istituti. Secondo dati Istat che risalgono però al 2010, sono circa 190 mila le persone con disabilità che vivono in istituto. Si tratta in gran parte (83%) di anziani non autosufficienti, mentre il 6% sono adulti con una disabilità psichica e un altro 6% adulti con una disabilità plurima. Le donne anziane non autosufficienti sono il 64% delle persone che vivono in istituto.

La disabilità grave. La classificazione della disabilità nei suoi diversi gradi di “gravità” è una questione ancora aperta e tra i temi principali del Piano biennale d’azione presentato dal governo nel 2013. L’Istat, in mancanza di una definizione ufficiale, classifica come “gravi” coloro che percepiscono una pensione d’invalidità con indennità di accompagnamento:  nel 2011, 2.111.424 persone, di cui 580.915 under 65 e 1.530.609 da 65 anni in su.

 

Disabilità in Italia: in 222 mila nelle aule, 680 mila iscritti al collocamento

Giornata mondiale. In Italia cronica mancanza di posti letto per i non autosufficienti. Il 10% degli alunni disabili frequenta la scuola dell’infanzia, il 38% la scuola primaria; 110 mila gli insegnanti di sostegno. Ogni 4 nuovi iscritti al collocamento, solo 1 trova lavoro

Non esiste in Italia una definizione puntuale e omogenea di non autosufficienza. In quest’area rientrano, in generale, coloro che mancano di autonomia per almeno una delle funzioni essenziali della vita quotidiana. Comunemente, quando si parla di non autosufficienza in Italia si fa riferimento a una platea che oscilla tra i 2 e i 4 milioni di persone: una forbice piuttosto ampia.

Disabilità grave. Nel 2011 si parlava di 2.111.424 persone, di cui 580.915 under 65 e 1.530.609 da 65 anni in su.

Nel dettaglio, i dati dell’Istat rispetto all’assistenza:  per quanto riguarda i giovani-adulti, circa 260 mila sono “figli”, ovvero vivono con uno o entrambi i genitori. Oltre metà di questi (54%) non riceve aiuti dai servizi pubblici né si affida a quelli a pagamento e non può contare sull’aiuto di familiari non conviventi: l’assistenza grava quindi completamente a carico dei familiari conviventi. Solo il 17,6% usufruisce invece di assistenza domiciliare sanitaria o non sanitaria pubblica.
Di questi “figli disabili”, circa 86 mila hanno genitori anziani e il 64% è inabile al lavoro. Circa 51 mila disabili gravi giovani e adulti, infine, vivono da soli e circa 10 mila di questi non ricevono alcun tipo di sostegno.

Per quanto riguarda invece gli anziani con gravi disabilità, il 43,5% (580 mila) vivono da soli, il 25,6% con il proprio partner e il 16,8% con i figli. Complessivamente, il 25% usufruisce di assistenza domiciliare pubblica, ma l’8,4% degli anziani disabili gravi riceve solo l’aiuto dei familiari conviventi.

Non autosufficienza, Rsa e assistenza domiciliare. In Italia c’è una cronica mancanza di posti letto per persone non autosufficienti, soprattutto nelle regioni del Sud: circa 240 mila posti letto su 496 mila che secondo un’indagine Auser riferita al 2011 sarebbero necessari. Il finanziamento alle Rsa (residenze sanitarie assistenziali), strutture non ospedaliere che ospitano a tempo definito o a tempo indeterminato persone non autosufficienti che non possono essere assistite in casa e che necessitano di specifiche cure mediche, è operato in parte dal fondo del Servizio sanitario nazionale, ma una quota è in genere coperta anche dal comune e/o dalla famiglia.  Sull’altro versante, il modello dell’assistenza domiciliare risulta ancora marginale nel nostro paese, seppur in lieve crescita: secondo il Rapporto sulla non autosufficienza 2012-2013, tra il 2005 e il 2011 è cresciuta la disponibilità di servizi domiciliari (SAD- servizio di assistenza domiciliare, ADI- assistenza domiciliare integrata). Il tasso di copertura medio della popolazione ultra 65enne è passato dal 2,9% del 2005 al 4,1% del 2010, con una media di 20 ore di assistenza l’anno per utente, ma con differenze significative tra regione e regione.

Disabili e scuola. La presenza di alunni con disabilità all’interno delle scuole italiane è misurata annualmente dall’Istat, insieme ai ministeri del Lavoro e dell’Istruzione. Nell’anno scolastico 2013/2014 gli alunni con disabilità certificata iscritti nelle scuole di ogni ordine e grado erano complessivamente 222 mila. Circa la metà (110 mila) gli insegnanti di sostegno. Dal confronto con i dati relativi agli anni immediatamente precedenti, si rileva un significativo aumento degli alunni con disabilità: erano 215.590 nell’anno scolastico 2011-2012, ovvero oltre il 3% in meno rispetto allo scorso anno.

Il 10% degli alunni disabili frequenta la scuola dell’infanzia, il 38% la scuola primaria, il 29% la scuola secondaria di I grado e il 24% la scuola secondaria di II grado. L’incidenza più elevata di alunni con disabilità si segnala in Trentino Alto Adige (3,3% sul totale degli alunni della regione); Lazio (3,1%) e Abruzzo (3,1%) mentre la Basilicata (1,9%) e la Calabria (2%) sono le regioni con il tasso più basso.

Rispetto alle tipologie di disabilità presentate dagli studenti, la maggioranza (66,7%) ha una disabilità di tipo intellettivo mentre quella motoria è presente nel 4,1% dei casi, quella uditiva nel 2,9% e quella visiva nell’1,7%. In merito ai docenti di sostegno, i dati relativi alla sola scuola statale, indicano la progressiva crescita della dotazione organica in questione, coerentemente con l’aumento degli alunni con disabilità. Sul totale dei docenti, l’organico di sostegno è passato dall’8% dell’anno scolastico 2000/2001 al 13,2% dell’anno scolastico 2012/2013. Rispetto all’anno scolastico precedente l’incremento è stato del 3,2%, a fronte di un rapporto alunni/docente invariato da circa nove anni a questa parte (due alunni con disabilità/un docente di sostegno). I dati dell’Istat parlano invece di  149 mila alunni disabili nell’anno scolastico 2012-2013: circa 84 mila (ne erano 78 mila a.s. 2011-2012) della scuola primaria e 65 mila (ne rano 61 mila) della scuola secondaria di I grado.
Da sottolineare che i numeri forniti dall’Istat differiscono da quelli forniti dal ministero dell’Istruzione per il fatto che l’Istituto nazionale di statistica include nella rilevazione anche le scuole non statali.

Disabilità e lavoro. Secondo i dati del 2012 e 2013, sono quasi 680 mila gli iscritti al collocamento, 18 mila gli avviamenti nell’ultimo anno; fra pubblico e privato ci sono 41 mila posti riservati ancora scoperti. Fra le persone con disabilità sono tanti gli iscritti alle liste di collocamento, pochi gli avviamenti al lavoro legati alla legge 68/99, e quelli che ci sono si basano sempre più su forme contrattuali poco stabili. Colpa anche della crisi economica e occupazionale che investe l’intero paese e che non fa eccezioni per i lavoratori disabili. L’ultima relazione al Parlamento sull’attuazione della legge 68/99 spiega che a causa della crisi aumentano le aziende che chiedono l’esonero o la sospensione temporanea dall’obbligo di assunzione, ma fra pubblico e privato ci sono il 22% dei posti riservati ai disabili che risultano scoperti (41.238 su 186.219 posti di lavoro riservati).
Nel 2013, ogni quattro nuovi disabili che si iscrivono alla lista del collocamento obbligatorio (e che vanno ad aggiungersi ai tanti che già ci sono da tempo), ce n’è solo uno che trova effettivamente un lavoro (in percentuale viene avviato in un anno il 26,9% dei nuovi iscritti). Ma se il termine di paragone sono gli iscritti, il calcolo è ancor più impietoso: un avviamento al lavoro ogni 36 iscritti al collocamento.
Se dal 2007 al 2013 c’è stato un sostanziale dimezzamento degli avviamenti, è anche vero che il dato va contemperato con la situazione generale.

Nel caso degli avviamenti, l’istituto della convenzione (48,7%) e quello della chiamata nominativa (44,8%) sono le modalità più diffuse (la chiamata numerica si ferma al 6,6%), mentre c’è una chiara inversione di tendenza nelle tipologie contrattuali utilizzate, che ora sono a maggioranza a tempo determinato. Nel 2006 le posizioni a tempo indeterminato erano il 51,6% mentre oggi (dato 2013) sono al 35,1%; quelle a tempo determinato invece sono passate dal 30,6% del 2008 al 57,7% di fine 2013.

 

Development and human rights for all

International Day of Persons with Disabilities – 3 December

2014 theme · Sustainable Development: The Promise of Technology

This year the International Day of Persons with Disabilities will focus on the role of technology in:

  • Disaster Risk Reduction and Emergency Responses
  • Creating Enabling Working Environments
  • Disability-Inclusive Sustainable Development Goals

The annual observance of the International Day of Disabled Persons was proclaimed in 1992, by the United Nations General Assembly resolution 47/3. The observance of the Day aims to promote an understanding of disability issues and mobilize support for the dignity, rights and well-being of persons with disabilities. It also seeks to increase awareness of gains to be derived from the integration of persons with disabilities in every aspect of political, social, economic and cultural life.

Since 2009, the Department of Economic and Social Affairs organizes a film festival as a part of the events at UN Headquarters to commemorate the Day. The United Nations Enable Film Festival (UNEFF) includes short disabilty-related films selected on the basis of their content and message that can help raise awareness of disability issues and further promote the full and effective participation of persons with disabilities in society.

Themes for previous years:

Themes and observances of related International Days

 

Giornata delle persone con disabilità: incontro a Palazzo Chigi

Giornata delle persone con disabilità: incontro a Palazzo Chigi

3 dicembre: Giornata internazionale delle persone con disabilità

Incontro a Palazzo Chigi e ricevimento al Quirinale

 

In Italia, secondo gli ultimi dati ISTAT disponibili, si stima che le persone con disabilità che vivono in famiglia siano circa 3,2 milioni, pari al 5,5% della popolazione di 6 anni e più, di cui oltre l’80% anziani e i due terzi donne. La presenza di una o più persone con disabilità in famiglia rappresenta una delle principali cause di impoverimento materiale e non solo.

Le persone con disabilità, in Italia e nel Mondo, subiscono ogni giorno discriminazione, pregiudizio e talvolta segregazione. Deprivate di opportunità ed escluse dai loro diritti umani, le persone con disabilità vivono spesso una condizione di esclusione.

Per attirare l’attenzione su questi temi, da alcuni anni si celebra il 3 dicembre la Giornata internazionale delle persone con disabilità.

In questi giorni in moltissime città sono previsti momenti di confronto, di approfondimento, di sensibilizzazione, organizzati sia da associazioni che da istituzioni.

Per la prima volta si terrà un incontro anche ad alto livello istituzionale, un momento che coinvolge tre Ministeri (Salute, Lavoro e politiche sociali, Istruzione). Domani, 3 dicembre a Palazzo Chigi (9.30-13.30) è previsto l’incontro “La sfida per l’inclusione, Il futuro delle persone con disabilità.”

Presenti i Ministri Beatrice Lorenzin e Giuliano Poletti, oltre al sottosegretario al MIUR, Davide Faraone. È previsto anche un intervento del Presidente del Consiglio Matteo Renzi. A margine una ristretta delegazione delle associazioni sarà ricevuta dal Presidente della Repubblica al Quirinale.

L’incontro si articola in tre sessioni – scuola, salute, welfare e lavoro – con un numero limitato ma autorevole di interventi. Le conclusioni sono affidate ai Presidenti delle Federazioni delle persone con disabilità, FISH e FAND (rispettivamente Vincenzo Falabella e Franco Bettoni).

L’evento è trasmesso in streaming all’indirizzo www.cultura.rai.it/live

Si tratta di un appuntamento fortemente voluto da FISH – sottolinea Vincenzo Falabella – per riportare al centro di un dibattito comune i temi della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità e rilanciare concretamente gli impegni assunti dal Governo italiano con il Programma di azione biennale sulla disabilità approvato nel 2013. Questa Giornata non può essere una mera celebrazione, ma l’occasione per intervenire concretamente sulla qualità della vita delle persone con disabilità e delle loro famiglie.”

In questi giorni FISH ha lanciato la Campagna Persone non pesi che riprende questi temi con momenti di sensibilizzazione e con l’attivazione d un numero solidale: 45593 (dall’1 all’8 dicembre). Il valore della donazione è di 1 euro per ciascun SMS inviato da cellulare personale TIM, Vodafone, WIND, 3, PosteMobile, CoopVoce e Nòverca. Sarà di 2 euro per ciascuna chiamata fatta allo stesso numero da rete fissa TeleTu e TWT e di 2 o 5 euro per ciascuna chiamata fatta allo stesso numero da rete fissa Telecom Italia e Fastweb.

Comunicazione Aumentativa

Il Centro Sovrazonale di Comunicazione Aumentativa, anche quest’anno propone un ciclo di incontri formativi a genitori, educatori, insegnanti ed operatori sanitari che si occupano di bambini o ragazzi con bisogni comunicativi complessi.

Scopo degli incontri è da un lato fornire una serie di informazioni necessarie per la messa in campo degli interventi di CAA, e dall’altro garantire la possibilità di confrontarsi e vedere insieme i problemi, le strategie, le soluzioni che sono d’aiuto alla comunicazione dei bambini, con particolare attenzione agli aspetti concreti, ai materiali, agli strumenti, ai dubbi.

Considerata l’espansione delle indicazioni all’intervento e il diffondersi degli strumenti di CAA anche per persone che non hanno un disturbo di comunicazione complesso (bambini migranti, difficoltà di apprendimento della lettoscrittura alfabetica, bambini “late talkers”, ecc) il programma di formazione 2014/2015 prevede anche due moduli formativi specifici: modulo per l’inclusione scolastica per ragazzi non ancora in grado di accedere alla lettoscrittura alfabetica e modulo early comunication per il sostegno alla comunicazione in età molto precoce.

La partecipazione agli incontri è gratuita ed aperta a chiunque sia interessato, previa iscrizione, attraverso tre possibili modalità:

  • on-line al sito sovrazonalecaa.org ->sezione formazione ->verdello
  • via mail inviando il modulo a caa_verdello@ospedale.treviglio.bg.it
  • via fax inviando il modulo al numero 0354187044.

Al termine degli incontri verrà rilasciato, su richiesta, un attestato di partecipazione.

locandina pacchetto INTEGRAZIONE SCOLASTICA
dal 22 ottobre all’11 febbraio 2015
locandina pacchetto comunicazione iniziale
dal 22 ottobre al 24 novembre 2014
locandina corso CAA
dal 13 ottobre al 4 maggio 2015
“Sala Melograno” Cassa Rurale BCC di Treviglio Via C. Carcano 15 Treviglio (BG)
scheda di iscrizione

CSCA Verdello – Neuropsichiatria Infantile di Verdello Azienda Ospedaliera Treviglio

caa_verdello@ospedale.treviglio.bg.it

La Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA)

La Comunicazione Aumentativa e Alternativa(CAA) rappresenta un’area della pratica clinica che cerca di compensare la disabilità temporanea o permanente di persone con bisogni comunicativi complessi.

Utilizza tutte le competenze comunicative della persona, includendo le vocalizzazioni o il linguaggio verbale esistente, i gesti, i segni, la comunicazione con ausili e la tecnologia avanzata.

Non si tratta semplicemente di applicare una tecnica riabilitativa, ma di costruire un sistema flessibile su misura per ogni persona, da promuovere in tutti i momenti e luoghi della vita poiché la comunicazione è per ognuno necessaria ed indispensabile in ogni momento.

Il Centro Sovrazonale di Comunicazione Aumentativa (CSCA)

Il Centro Sovrazonale di Comunicazione Aumentativa di Milano e Verdello (CSCA) rappresenta uno dei pochi centri di riferimento pubblici italiani per le attività cliniche in CAA e per la formazione degli operatori e delle famiglie. È composto di due strutture gemelle, una presso l’Azienda Ospedaliera di Treviglio, nata nel dicembre 2000 grazie ad un progetto di ricerca-intervento finanziato da Fondazione Cariplo negli anni 2001 e 2003. e la seconda all’interno della Fondazione IRCCS Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano. Le due strutture lavorano in stretto raccordo, in particolare in ambito formativo e di ricerca.

Info: www.sovrazonalecaa.org