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Autismi 2014

Autismi

Percorsi di formazione specialistica
Proposte operative per scuola e servizi

Autismi 2014

14 e 15 novembre 2014
Palacongressi di Rimini

Temi del Convegno:
DSM-5: le novità; Famiglia e Progetto di vita adulta; Indicatori precoci, diagnosi e intervento; Affettività e sessualità; Sindrome di Asperger; Buone prassi a scuola e nei servizi; Sviluppo delle autonomie; Tecnologie

Concorso Lucy Braille, edizione 2014

Concorso Lucy Braille, edizione 2014

La Fondazione Lucia Guderzo organizza la terza edizione del concorso Lucy Braille, in collaborazione con il Liceo Classico “Pilo Albertelli” di Roma.
Per la sezione che riguarda la lettura Braille, questi sono i dati significativi:
Partecipanti: bambini e ragazzi fino ai 17 anni di eta’, delle primarie e secondarie di 1° e 2° grado, divisi in due categorie: fino agli 11 anni e dai 12 ai 17 anni.
Prove: per i ragazzi fino a 11 anni, lettura di un brano su carta, della lunghezza massima di 2 pagine braille formato A4; per i ragazzi da 12 a 17 anni: lettura di un brano su display braille della lunghezza massima di 2000 battute. I brani saranno scelti da una commissione formata da membri della Fondazione e personale del Liceo.
Premi: saranno premiati i primi tre classificati di entrambe le categorie: Euro100,00 al terzo, Euro 200,00 al secondo, Euro 500,00 al primo.
Luogo e data della prova di lettura: Aula magna del Liceo Classico Statale “Pilo Albertelli” (Roma), il 13 dicembre 2014 a partire dalle ore 10.00. La premiazione avverra’ il giorno stesso.
Iscrizioni: con il modulo online al link: http://www.winlucy.it/formail.html oppure via mail a: segreteria@fondazioneluciaguderzo.it .
Scadenza: 31 ottobre 2014.
Il bando completo si trova sul sito della Fondazione: http://www.fondazioneluciaguderzo.it/ita/news/progetti/lucy-braille-2014.php

Fermate questo massacro!

da Superando

Fermate questo massacro!

Fermate questo massacro!

di Giampiero Griffo

«Gli sforzi di tanti cooperanti internazionali – scrive Giampiero Griffo, reduce qualche mese fa proprio da una serie di incontri di formazione con associazioni di persone con disabilità della Palestina -, per migliorare la condizione di vita dei cittadini palestinesi, rischiano di essere resi vani dalla guerra che tutto cancella, lasciandosi dietro solo odio, sofferenze e macerie. Bisogna fermare questo massacro di inermi civili a Gaza!»

Giampiero Griffo (secondo da destra), durante il recente incontro a Gaza, con l’associazione sportiva Peace Sport Club for Persons with Disabilities

Si può morire mentre si vede una partita dei Mondiali di Calcio? È accaduto a Gaza durante la partita Argentina-Olanda: una nave israeliana ha lanciato un missile sul litorale, centrando un bar dove si stava appunto assistendo alla Semifinale del Campionato del Mondo, uccidendo nove persone, tra cui alcuni bambini, e ferendone quindici… Che orrore!
Possono quattro bambini essere uccisi mentre giocano? È accaduto nel porto di Gaza City, dove un capanno in cui giocavano quattro bimbi palestinesi è stato centrato dalle bombe israeliane… Che cosa assurda!
Si può essere svegliati in piena notte da una voce che dice: hai cinque minuti per uscire di casa altrimenti morirai? È quello che accade ai palestinesi che abitano nella Striscia di Gaza, colpita dai bombardamenti israeliani ogni notte… Che incubo!
Si può bombardare un istituto per persone con disabilità, un ospedale, un orfanatrofio e un centro di assistenza per anziani non autosufficienti? È accaduto a Ben Lahia, a Gaza City e nelle vicinanze, durante i bombardamenti israeliani di questi ultimi giorni… Che crudeltà!

In queste ultime settimane mi angoscia la condizione del popolo palestinese. Sono reduce da una missione nell’àmbito di un progetto dell’organizzazione EducAid (Cooperazione e Aiuto Internazionale in Campo Educativo) in Cisgiordania e a Gaza, indirizzato all’empowerment [“crescita dell’autoconsapevolezza”, N.d.R.] delle organizzazioni di persone con disabilità locali. Ho potuto quindi costatare quali siano le condizioni di vita di queste persone e come sia possibile applicare la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, ratificata dall’Autorità Palestinese il 2 aprile scorso [se ne legga anche nel nostro giornale, N.d.R.].
Ero tornato con due contrastanti impressioni: da un lato la vitalità dell’associazionismo (come in tutto il mondo il movimento delle persone con disabilità è presente nel Paese e attivo, anche se il suo peso nei processi decisionali è scarso); dall’altro lato una percezione di impotenza rispetto alle questioni che dividono Israele e Palestina. Ma proviamo a entrare maggiormente nei dettagli.

Il progetto, o meglio, i progetti gestiti da EducAid, con la presenza della RIDS* (Rete Italiana Disabilità e Sviluppo), sono finanziati dall’Unione Europea e dalla Direzione Generale Cooperazione allo Sviluppo del nostro Ministero degli Esteri. Essi sono indirizzati all’empowerment delle organizzazioni della società civile, con particolare attenzione alle donne con disabilità a Gaza e in Cisgiordania.
Nel corso della mia missione, ho partecipato a quattro percorsi di formazione (tre in Cisgiordania, a Ramallah, Betlemme e Nablus e uno a Gaza City), a due convegni (Ramallah e Gaza City) e al lancio del progetto in Cisgiordania (quello di Gaza era partito l’anno scorso).
Il risultato di questa intensa attività di informazione sulla Convenzione ONU è stato senz’altro positivo: sulla Convenzione stessa, infatti, si è attivata la società civile (ai due convegni che hanno seguito i training hanno partecipato rispettivamente settanta e sessanta persone di tutte le Associazioni coinvolte) e nonostante l’Autorità Palestinese non abbia ancora attivato le procedure per implementare il Trattato dell’ONU, sono stati chiariti i passaggi procedurali da seguire (definizione del focal point; creazione di un meccanismo di coordinamento; costruzione di un sistema di monitoraggio) e avviato un percorso dal basso, per arrivare ad avere un’unica voce del movimento che possa interloquire con le autorità competenti.
Come in molti Paesi, infatti, le organizzazioni di persone con disabilità e delle loro famiglie sono frammentate in tante Associazioni e non hanno ancora un sistema democratico e capillare di coordinamento. Qualche esperienza esiste, ma essa coinvolge solo alcune Associazioni.

Il porto di Gaza City

L’approccio basato sui diritti umani della Convenzione tocca molteplici limitazioni in Palestina alla partecipazione e al godimento dei diritti e delle libertà fondamentali. Non vi sono servizi sanitari sufficienti e professionalmente competenti; l’accessibilità è molto problematica (nessun mezzo di trasporto accessibile; moltissimi edifici pubblici e privati con barriere architettoniche, di orientamento e comunicazione; assenza di arredo urbano fruibile…); il diritto allo studio è garantito a poche persone con disabilità motoria, in poche scuole speciali per sordi e per ciechi e quasi totalmente impedito alle persone con disabilità intellettiva; il tasso di disoccupazione è molto elevato (circa il 90% a fronte di circa la metà nel mercato ordinario), mentre la legge locale che prevede il collocamento obbligatorio nel 5% dei posti di lavoro pubblici è largamente disattesa; e infine, gli altri diritti tutelati dalla Convenzione sono molto problematici da esigere.
Non esistendo risorse locali – e non potendo esistere, per la particolarità di essere da cinquant’anni territori occupati da Israele – non esiste un welfare e laddove vi sia qualche sostegno pubblico o privato, questo dipende dai donatori esterni.
Un esempio l’ho avuto quando ho visitato il Centro Riabilitativo di Jaballa nella Striscia di Gaza, struttura che assiste prevalentemente minori sordi. Essa ha un’utenza che si aggira sui 3.500 bambini all’anno cui vengono forniti gratuitamente assistenza riabilitativa e ausili per l’udito. Il piccolo laboratorio interno è in grado infatti di fabbricare e personalizzare in loco apparecchi acustici per i bambini sordi. Da quest’anno, però, a causa della mancanza di materie prime (in tutta l’area della Palestina e in particolare a Gaza, qualsiasi prodotto è soggetto al controllo e all’autorizzazione di Israele), il laboratorio è inoperoso e i bambini non ricevono gli ausili di cui hanno bisogno.

Questo quadro assai drammatico – come in molti Paesi in cerca di sviluppo – è aggravato da un contesto assolutamente allucinante. Dal 1948, infatti, quando cioè le grandi potenze decisero di dare al popolo ebraico un territorio, occupando una parte dei terreni in cui prima vivevano i palestinesi, il problema della coabitazione tra i due popoli è diventato di anno in anno più problematico. Prima con un incremento dei territori assegnati dall’ONU (guerra 1948-49), poi con l’occupazione dei territori palestinesi (1956) e infine con la Guerra del Sinai (1967), meglio nota come “Guerra dei Sei Giorni”.
Da allora Israele occupa la gran parte dei territori destinati ai palestinesi, che sono costretti a dipendere dalle Istituzioni israeliane per uscire ed entrare dai propri stessi territori e per circolare sulle strade (vi sono check-point su tutte le strade palestinesi, attivati in maniera spesso arbitraria da Israele); inoltre, tutta l’economia dei territori (circa il 95%) dipende da Israele, dal cibo a qualsiasi prodotto di uso quotidiano. Pochissime, infatti, sono le industrie locali. E anche l’erogazione dell’acqua subisce la stessa condizione, con Israele che si è appropriata delle fonti idriche presenti nei territori palestinesi e che rivende l’acqua palestinese agli stessi palestinesi a costi aggiuntivi; a Gaza, poi, l’acqua dei rubinetti non è potabile ed è maleodorante.
E ancora, nonostante gli impegni presi a suo tempo, la Striscia di Gaza non è collegata alla Cisgiordania, per cui la Palestina è uno Stato non incluso in un unico confine. Da Gaza, del resto, è praticamente impossibile uscire per un palestinese, talché superare il check-point è un’esperienza decisamente poco consigliabile: il capannone dove è ubicato pare una grande camera a gas, le procedure da seguire per una persona in sedia a rotelle sono umilianti e assolutamente inadeguate.

Giampiero Griffo (primo a destra), durante il training di formazione condotto a Ramallah in Cisgiordania

«Il popolo palestinese di Gaza è in una “prigione a cielo aperto”», si dice comunemente. Immaginate: non solo sono bombardati a tutte le ore del giorno e della notte, non solo sono invasi dai tank e dai carri armati, ma non possono scappare da nessuna parte.
L’Agenzia per i Rifugiati delle Nazioni Unite, l’UNRWA [United Nations Relief and Works Agency for Palestine Refugees in the Near East, N.d.R.] ha accolto nelle proprie scuole circa quarantamila persone negli ultimi giorni, rifugiati, però, dentro alla striscia di Gaza, a fianco dei palazzi bombardati…

Gli sforzi che tanti cooperanti internazionali di migliorare la condizione di vita dei cittadini palestinesi, gli stessi obiettivi dei progetti di EducAid cui chi scrive ha contribuito rischiano di essere resi vani dalla guerra che tutto cancella, lasciandosi dietro solo odio, sofferenze e macerie.
E la situazione peggiora di ora in ora: il 18 luglio scorso, Rafiah, una delle persone in sedia a rotelle incontrata a Gaza nella sede dell’Associazione Sportiva Peace Sport Club for Persons with Disabilities, studentessa universitaria, ci ha scritto su Facebook, nel suo inglese incerto: «Ho paura… hanno distrutto con un bombardamento il palazzo a fianco del mio…».
E perché tutto questo? Perché il governo israeliano – senza alcuna prova – ritiene che sia stato qualche militante di Hamas [il Movimento Islamico di Resistenza, N.d.R.] a sopprimere tre ragazzi trovati uccisi nei pressi di Hebron. Senza identificare gli assassini, con un’assurda estensione razzista della legge del taglione di biblica memoria, si criminalizza tutto un popolo e lo si bombarda, uccidendo soprattutto civili, donne e bambini… È una faida disumana e infinita, in cui combattono Davide e Golia…

Anni fa, nel mio primo viaggio in Palestina – era il 1989 – incontrai una persona cui erano state amputate ambedue le gambe durante la prima Intifada, a causa delle bastonate ricevute da soldati israeliani. Alla mia domanda («Senti di essere discriminato come persona con disabilità?»), mi rispose: «Sono discriminato come palestinese!».
Dice David Grossman, famoso scrittore israeliano: «Nel popolo di Israele c’è un vuoto di azioni e di coscienza in cui si verifica un’efficace sospensione del giudizio morale». Purtroppo questa sospensione non riguarda più solo Israele, ma tutta la comunità internazionale che non è in grado di fermare questo massacro indegno.
Dice ancora Grossman, pensando alla società israeliana, che essa è «una democrazia compiaciuta di se stessa, con pretese di liberalità e di umanesimo, ma che da decenni si impone su un altro popolo, lo umilia e lo schiaccia». Una gigantesca violazione dei diritti umani di un popolo si perpetua da decenni, con un’escalation insostenibile in queste settimane: fermate questo massacro!

*La RIDS (Rete Italiana Disabilità e Sviluppo), è stata voluta nel 2011 dall’AIFO (Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau), da DPI Italia (Disabled Peoples’ International), da EducAid e dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap).

Componente dell’Esecutivo Mondiale di DPI (Disabled Peoples’ Inrternational) e della RIDS (rete Italiana Disabilità e Sviluppo). Il presente testo – con minimi riadattamenti al diverso contenitore – viene pubblicato per gentile concessione dell’Agenzia Internazionale NENA (Near Est News Agency – “Agenzia Stampa Vicino Oriente”).

22 luglio 2014

BES e DSA: corsi online

BES e DSA: i corsi online del British Council, l’ente culturale britannico. Special Educational Needs

Da qualche tempo tra le proposte del British Council è presente un corso online di 11 moduli, acquistabili anche individualmente al costo di £12 cadauno (circa €15), o per £100 (€125 circa) se acquistato interamente, dedicato a BES e DSA, in inglese Special Educational Needs (SEN).
Il corso, al quale ci si può iscrivere in qualsiasi momento, online, prevede approfondimenti nelle seguenti aree tematiche:
– continua la lettura su http://www.teachingenglish.org.uk/

Inclusione scolastica: la proposta di legge al via

Inclusione scolastica: la proposta di legge al via

I rappresentanti delle Federazioni delle Associazioni delle persone con disabilità, Fish e Fand, hanno incontrato nei giorni scorsi il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Stefania Giannini
Oggetto dell’incontro la proposta di legge sul miglioramento della qualità dell’inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con altri bisogni educativi speciali. La proposta, lo ricordiamo, è stata elaborata nel corso degli ultimi due anni dalle Associazioni che partecipano all’Osservatorio permanente per l’integrazione degli alunni con disabilità istituito presso il Miur.
Il testo, ora compiutamente delineato, punta a individuare ulteriori misure per garantire la continuità didattica e la presa in carico del progetto inclusivo da parte di tutti i docenti della classe, ad assicurare la formazione in servizio degli insegnati, a migliorare la qualità inclusiva delle singole classi e delle singole scuole. Conseguentemente il testo agirebbe per ridurre il contenzioso tra famiglie e amministrazione, sempre più marcato e consistente.

Il testo ha iniziato il suo percorso per il deposito alla Camera e nelle prossime settimane vi saranno le ultimissime verifiche tecnico-legislative preliminari alla registrazione agli atti della Camera e alla firma. Dopodichè vi saranno i successivi passaggi per l’assegnazione alle Commissioni competenti e la calendarizzazione della discussione.
Il Ministero si è impegnato a seguire il percorso del provvedimento e a fissare un nuovo incontro con la Federazioni a fine mese.

Corso base di formazione per tecnici ABA

Corso base di formazione per tecnici ABA Autismi: programma di intervento intensivo precoce

Il corso permette l’accesso all’albo dei professionisti formati Erickson !

Sede: Trento (Edizioni Centro Studi Erickson)

Date: dal 26 al 29 agosto

Docenti
Carlo Ricci (Presidente dell’Istituto Walden – Laboratorio di Scienze Comportamentali di Roma e Bari)
Chiara Magaudda (responsabile dell’Unità Operativa per l’intervento precoce sui disturbi pervasivi dello sviluppo dell’Istituto Walden)
Delia Bellifemine (psicologa e psicoterapeuta)

Presentazione
Gli studi e le ricerche sulla validazione empirica dell’efficacia dei Programmi di Intervento Intensivo Precoce nell’ambito dei disturbi pervasivi dello sviluppo e nelle varie forme di autismo, mediante l’approccio Applied Behavior Analysis, assegnano un ruolo fondamentale come predittore di successo del trattamento alle attività quotidiane svolte dalla figura professionale che nell’approccio originale, nei Paesi anglosassoni, viene spesso etichettata con il termine “Terapista ABA”.

Per il programma completo consulta la pagina dedicata

Costi e modalità di iscrizione:
€ 450,00 + IVA 22% (€ 549,00 IVA inclusa), per la scheda di iscrizione clicca qui

ATTENZIONE!
Il corso è a numero chiuso, esauriti i posti disponibili non sarà più possibile iscriversi.

Giannini incontra le Federazioni delle Associazioni delle persone con disabilità

Miur, Giannini incontra le Federazioni delle Associazioni delle persone con disabilità

Il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Stefania Giannini, ha incontrato oggi al Miur i rappresentanti delle Federazioni delle Associazioni delle persone con disabilità, Fish e Fand. Nel corso dell’incontro si è discusso della proposta di legge sul miglioramento della qualità dell’inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con altri bisogni educativi speciali, già depositata alla Camera dei deputati.

La proposta, elaborata nel corso degli ultimi due anni dalle Associazioni che partecipano all’Osservatorio permanente per l’integrazione degli alunni con disabilità del Miur, punta, tra l’altro, a individuare ulteriori misure per garantire la continuità didattica e la presa in carico del progetto inclusivo da parte di tutti i docenti della classe, ad assicurare la formazione in servizio degli insegnati, a ridurre il contenzioso tra famiglie e amministrazione, a migliorare la qualità inclusiva delle singole classi e delle singole scuole.

Nel corso delle prossime settimane il Miur seguirà il percorso del provvedimento, con un nuovo incontro con le Federazioni previsto a fine mese.

Aree giochi per bambini disabili, on line il nuovo Pluraliweb

dal Redattore Sociale
12 luglio 2014

Aree giochi per bambini disabili, on line il nuovo Pluraliweb

La rivista del Cesvot intende fare il punto sugli spazi giochi riservati ai piccoli con handicap. “In Italia continuano ad essere una rarità”

FIRENZE – Accessibilità e diritto al gioco troppo spesso negato ai bambini disabili. E’ il tema del nuovo numero di Pluraliweb, la rivista on line del Cesvot, Centri Servizi Volontariato Toscano. In particolare, la rivista ci sofferma sulla questione dei parchi giochi accessibili e inclusivi, che in Italia continuano ad essere una rarità. Anche in Toscana c’è ancora molto da fare: attualmente, esistono un parco accessibile a Massa, un parco giochi senza barriere a Subbiano (Ar), una piccola area attrezzata a Grosseto, qualche altalena per disabili a Firenze e solo 4 aree giochi con bagni, vialetti e rampe accessibili. Un nuovo parco giochi accessibile nascerà invece entro l’anno a Montemurlo, in provincia di Prato.
Cesvot ha intenzione di “continuare a monitorare i parchi giochi toscani” ragione per cui il Centro Servizi invita “i cittadini e le associazioni a segnalare su Pluraliweb aree giochi e parchi accessibili nei propri Comuni”.

Il videogioco che simula l’ipersensibilità dei bambini autistici

Il videogioco che simula l’ipersensibilità dei bambini autistici

Arriva dagli Stati Uniti e mostra cosa vede e sente un bambino con autismo. Il risultato? Suoni gridati, immagini sfocate e stato confusionale. La trovata fa discutere: tra gli utenti, commenti positivi anche se c’è chi lo trova “esagerato” o “fastidioso”

da Redattore Sociale
08 luglio 2014

BOLOGNA – Passare del tempo tra altalene e giochi all’aperto è un buon modo per trascorrere un pomeriggio estivo. Ma cosa prova un bambino autistico in un contesto così rumoroso? A spiegarlo ci prova Auti-sim, un videogioco di simulazione dell’ipersensibilità realizzato negli Stati Uniti e fruibile on line, gratuitamente. Lo scenario è proprio quello di un parco giochi affollato di bambini tra piattaforme girevoli, scivoli e musica. Il risultato, per chi ha in mano il joypad, è fatto di suoni gridati, immagini sfocate e stato confusionale. Ma, anche senza giocare, è sufficiente mettersi le cuffie e guardare il trailer di Auti-sim su Youtube per avere, per un minuto, la percezione di ciò che può vivere ogni giorno una persona con autismo. “La vicinanza ai bambini chiassosi provoca un sovraccarico sensoriale per il giocatore, influenzando le funzioni cognitive – si legge nella descrizione del videogioco – Tale impatto è rappresentato con rumore e sfocatura, nonché distorsioni audio. I partecipanti hanno descritto l’esperienza come viscerale, intuitiva e coinvolgente”. Un modo nuovo, insomma, per sensibilizzare le persone e far loro comprendere certi comportamenti, come quello tipico di molti bambini con autismo: tapparsi le orecchie con le mani.

“È un progetto americano che si avvicina molto a quella che potrebbe essere la realtà di un bambino – spiega Jacopo Giovanni Romani, psicologo ed esperto in nuove tecnologie per l’autismo del Laboratorio di osservazione diagnosi formazione dell’Università di Trento che gestisce anche la piattaforma portale www.autismo.it che ha rilanciato la notizia – : una generalizzazione ovviamente non si può fare, è una dimostrazione sommaria che mischia il processamento di stimoli esterni”. Non è quindi un esempio che si può estendere a tutti gli autistici, considerato il vasto panorama dei sintomi che queste persone possono presentare. Per Carlo Hanau, docente di Programmazione e organizzazione dei servizi sociali e sanitari dell’università di Modena e Reggio Emilia e membro del comitato scientifico dell’Angsa (Associazione nazionale genitori soggetti autistici), invece, c’è qualcosa che non va. “Se non trovo nulla da ridire sui suoni che si sentono, non capisco perché sono state utilizzate immagini sfocate – spiega – Spesso il canale visivo nelle persone con autismo è quello maggiormente abile”.

Sul sito gamejolt.com – dal quale è possibile scaricare il videogioco – però non mancano i commenti positivi. “Come adolescente con autismo posso confermare che è una specie di rappresentazione visiva delle nostre emozioni in una situazione come questa. Ma un po’ esagerata”. “Questo videogioco mi ha fatto aprire gli occhi – scrive un altro – Ho appena fatto un video nel tentativo di ottenere più consapevolezza sul tema. Penso – continua – che potrebbe essere utile anche fare videogiochi con altre fasi di crescita: adolescenti, adulti e anziani”. Ma c’è anche chi scrive di non aver potuto giocare per più di pochi minuti: “I rumori erano davvero fastidiosi, era spaventoso e volevo solo correre lontano”, scrive un utente. “Mi sono spaventato – scrive un altro – e non voglio sentire mai più questi suoni”. (irene leonardi)

TFA II ciclo. Integrazione iscrizione dei candidati con disabilità o con DSA

TFA II ciclo. Integrazione iscrizione dei candidati con disabilità o con disturbi specifici di apprendimento

Si ricorda che, ai sensi del DM 312/14, Art. 5, i candidati diversamente abili o con disturbi specifici di apprendimento devono integrare la domanda di iscrizione, indicando l’eventuale ausilio necessario, allegando la documentazione certificativa rilasciata dalla struttura sanitaria pubblica competente per territorio, ai sensi della normativa vigente.

Gli interessati, a tal fine, dovranno produrre entro il 10 luglio 2014 certificazione sanitaria e richiesta di ausili e/o necessità di tempi aggiuntivi e/o necessità di tutor, valutate e attestate dal servizio di medicina legale ASL, direttamente agli Atenei sede dei test delle prove preselettive, indicati per ogni candidato sul sito CINECA.

Riferimenti e-mail delle Università del Lazio sede dei test delle prove preselettive:
Università di Cassino – tfa@unicas.it
Università della Tuscia – tfa@unitus.it
Università Roma Tre – ufficio.disabili@uniroma3.it
Università Tor Vergata – leonardi@amm.uniroma2.it
Università Unint – giuseppe.refrigeri@unint.eu
Università Lumsa – m.damiani@lumsa.it
Università Europea – ldesantis@unier.it
(fonte: http://www.usrlazio.it/index.php?s=1052&wid=1897)

Riunione del GLIR Lazio

L’8 Luglio si è svolta una riunione del glir Lazio ( gruppo di lavoro regionale per l’inclusione scolastica ) che ha avanzato numerose proposte fattibili  entro pochi mesi, tra le quali: formulazione  entro Novembre di criteri uniformi su tutto il territorio regionale per la certificazione di disabilità da parte delle ASL ai fini della richiesta delle ore di sostegno e di assistenza per l’autonomia;formazione di un gruppo di lavoro interistituzionale con la presenza delle associazioni per la revisione dell’accordo di programma regionale del 2008 sull’inclusione scolastica; avvio dal 1 al 15 Settembre di corsi di programmazione ed aggiornamento di tutti i docenti curricolari che hanno in classe alunni con disabilità, volto a farli partecipare attivamente alla lettura della diagnosi funzionale dell’alunno che hanno in classe, ed alla redazione del pei, con la consulenza di docenti specializzati per il sostegno della stessa scuola o di reti di scuole, degli operatori sociosanitari, delle famiglie e degli esperti volontari delle associazioni di persone con disabilità e loro familiari;  riordino degli interventi delle province che  stanno per cambiare natura e funzioni; trovare soluzioni allo sciopero dei collaboratori scolastici  con l’astenzione dall’ assistenza igienica per gli alunni con gravi disabilità, a causa della sospensione dal 1°  Settembre al  3 1 Dicembre prossimi dell’apposita indennità a causa dei tagli alla spesa pubblica.

Il GLIR tornerà a riunirsi ai primi di Ottobre per verificare lo stato di avanzamento dei progetti che ora sono in mano dell’Ufficio scolastico regionale.

Salvatore Nocera

Disabilità, aperte le candidature per diventare assistenti sessuali

Disabilità, aperte le candidature per diventare assistenti sessuali

Diploma superiore, apertura mentale e sereno rapporto con la sessualità e il proprio corpo sono le caratteristiche richieste. I corsi dovrebbero partire in autunno a Bologna. Maximiliano Ulivieri: “Non si tratta solo di ricevere un attestato, ma di partecipare a una battaglia”

da Redattore Sociale
04 luglio 2014

BOLOGNA – Sono aperte le iscrizioni a Bologna per il corso di assistente sessuale annunciato pochi giorni da Maximiliano Ulivieri, fondatore del ‘Comitato per la promozione dell’assistenza sessuale in Italia’, e confermato oggi attraverso il suo profilo Facebook. La figura dell’assistente sessuale è a tutt’oggi assente in Italia e nemmeno prevista dalla legge, ma Ulivieri, che da anni porta avanti questa battaglia, ha presentato solo pochi mesi fa in Senato un disegno di legge firmato da una decina di senatori: “Una sintesi tra quello che io vorrei veramente e quello che, plausibilmente, si può pensare di fare”, (). L’assistenza sessuale, presente in diversi Stati europei e regolata da norme anche molto differenti tra loro, va intesa come una forma di accompagnamento erotico che mira ad aiutare i disabili a scoprire la loro sessualità – intesa nel senso più ampio possibile – e il loro corpo in un percorso verso la conquista di una maggiore autostima. “È ora che anche l’Italia si adegui ai tempi: per cominciare, in autunno faremo partire questi percorsi di formazione”.

Qual è l’identikit di questa figura? “Un identikit specifico non esiste, ma ci sono condizioni per noi imprescindibili: in primis, deve avere neuroni funzionanti – sorride Ulivieri – Poi, serve una visione mentale ampia, a 360 gradi. Deve avere un rapporto con la sessualità sereno e senza complicazioni, esattamente come deve essere nei confronti del suo corpo”. Poi, sottolinea quella che ritiene essere la caratteristica fondamentale: l’empatia. “Servono persone propense empaticamente a capire che questo bisogno – la scoperta della sessualità da parte dei disabili – è una realtà che va affrontata e risolta. Parlando, ascoltando. Imparando”. Secondo Ulivieri, le persone che lavorano o hanno lavorato con persone disabili (assistenti sociali, assistenti personali) potrebbero partire avvantaggiate – non in graduatoria, ma come spinta iniziale – perché più avvezze alla comprensione dei problemi dei disabili. “Chiediamo che abbiano almeno il diploma di scuola superiore: non mettiamo limiti d’età troppo restrittivi, ma vorremmo che i candidati avessero almeno 25 anni. In Svizzera devono essere almeno trentenni, a garanzia di una certa maturità, ma noi abbiamo fiducia anche nelle persone più giovani. Tra l’altro, porre limiti d’età potrebbe essere incostituzionale, e vorremmo evitare questo rischio”. Il corso è aperto a persone eterosessuali e a tutti coloro abbiano orientamenti sessuali differenti, perché anche la domanda è estremamente eterogenea: “Ricevo moltissime e-mail di disabili che rappresentano tutto il panorama sessuale: vorremmo poter rispondere adeguatamente”.

Circa 40 i posti disponibili, ma si valuta la possibilità di aumentarli. Durante i corsi si lavorerà molto sul contatto e sul corpo, anche per scoprire tutte le sfumature che possono mettere a proprio agio una persona. Inizialmente, si lavorerà con persone non disabili, magari i compagni di corso, poi si arriverà alle persone con disabilità. Per candidarsi occorre mandare una e-mail all’indirizzo fquattrini@lovegiver.it con curriculum e foto. L’indirizzo è quello di Fabrizio Quattrini, psicologo, psicoterapeuta, sessuologo fondatore e presidente dell’Istituto italiano di sessuologia scientifica (Iiss) di Roma: “Prima della partenza dei corsi, tutti i candidati dovranno sostenere con lui un colloquio conoscitivo. A Roma. Di persona, non via Skype come qualcuno ci ha già chiesto. Da lui devi andarci a tue spese: già lì capiremo molto circa le motivazioni”.
E una volta che il corso sarà finito? Se ancora non esiste una legge, come si potrà essere certi che quelle persone possano davvero cominciare a lavorare come assistenti sessuali? “La formazione è seguita da professionisti, ed è in linea con quella di altri Stati europei che già offrono questa opportunità: non può essere fatta diversamente. Quello che ci preoccupa è se la legge, una volta fatta, dovesse decidere che la qualifica come assistente sessuale possa essere data solo dalle Asl, per fare un esempio. A quel punto, i nostri assistenti si troverebbero obbligati a seguire un secondo corso. Insomma, non sarà un’impresa facile”.

“Mi auguro che chi partecipa comprenda che l’obiettivo non è solo l’ottenimento di un attestato: si prende parte a una battaglia, nella quale si deve credere. E, come in tutte le battaglie, potrebbero esserci dei feriti. I candidati devono essere consapevoli dei rischi che corrono. Considerato tutto questo, credo che già dopo i primi colloqui conoscitivi ci sarà una grandissima scrematura: basti pensare che in Svizzera, su 200 candidati, ne sono stati scelti 25”.

Quanto alla legge, ora andrebbe calendarizzata e discussa, ma a oggi non esistono tempistiche certe. Intanto, è già deciso che a settembre ci sarà un nuovo incontro a Bologna insieme con il senatore cittadino in quota Pd Sergio Lo Giudice, che con Ulivieri quel disegno di legge l’ha scritto e presentato: “Se nel frattempo anche qualche parlamentare delle Camera volesse firmare, sarebbe un’ottima notizia, perché potremmo provare ad accelerare i tempi”. (ambra notari)

Verso una seria valutazione dell’autismo

Verso una seria valutazione dell’autismo

Con una disposizione interna (messaggio n. 5544 del 23 giugno scorso) INPS ha accolto, anche se parzialmente, una diffusa istanza che riguarda le persone con autismo e l’accertamento della loro condizione ai fini dell’invalidità civile.

INPS riconosce la particolare natura dei disturbi dello spettro autistico e le difficoltà a livello diagnostico. Non a caso il messaggio sembra ammettere l’opportunità di acquisire, al momento dell’accertamento dell’invalidità, documentazione clinica rilasciata da centri specializzati pubblici o accreditati.

Tuttavia, nell’atto dell’Istituto, questa documentazione viene recepita solo in funzione di evitare, prima dei 18 anni, visite di revisione per i casi ritenuti più gravi.

La rivedibilità rimane ammissibile per i “casi in cui le strutture di riferimento attestino disturbo dello spettro autistico di tipo lieve o borderline con ritardo mentale lieve o assente”.

Il messaggio, affrontando un aspetto delicato di evidente disagio, non ha la pretesa di rappresentare più articolate “linee guida”.

La Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap ritiene che l’apertura sulla valutazione dei disturbi dello spettro autistico debba essere considerata positiva solo se prelude ad un successivo approfondimento. Sono necessarie più compiute ed omogenee indicazioni per la valutazione della disabilità che abbiano maggiore spessore, magari partendo dagli elementi scientifici contenuti nelle Linee Guida già approvate dall’Istituto Superiore di Sanità.

Solo così si eviteranno valutazioni improprie, inefficaci e molto difformi a seconda delle Commissioni di riferimento.

La FISH, grazie alle competenze delle organizzazioni federate che maggiormente si occupano di autismo, richiederà ad INPS l’apertura di uno specifico tavolo tecnico per giungere alla definizione di nuove linee guida.

Ciò rappresenta il preludio ad una più ampia riflessione di sistema sui criteri di accertamento della disabilità, tema centrale e ancora “insondato” nonostante i ripetuti appelli e le indicazioni del Programma di azione biennale sulla disabilità approvato con Decreto del Presidente della Repubblica a fine 2013.

Semplificazione amministrativa: segno positivo per la disabilità

Semplificazione amministrativa: segno positivo per la disabilità

“Raccogliamo i risultati di un lavoro di anni. Finalmente un Governo accoglie le nostre proposte in materia di semplificazione amministrativa e le fa proprie nel più recente decreto legge.”

Questo il soddisfatto commento di Vincenzo Falabella – presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap – dopo la pubblicazione del decreto legge sulla semplificazione e trasparenza amministrativa (90/2014) che dedica uno specifico e denso articolo al tema della disabilità.

Scontato l’apprezzamento in “casa” FISH. 7 dei 9 commi che compongono l’articolo sono proposte che la Federazione evidenzia da anni in tutti i tavoli di confronto con di Ministero della Pubblica amministrazione (e prima con il Dipartimento Funzione pubblica).

“Oggi, finalmente, i disabili gravi già riconosciuti invalidi totali o ciechi o sordi non dovranno più essere sottoposti nuovamente a visita per il solo fatto che compiono 18 anni. Basterà una richiesta amministrativa e verranno loro riconosciute le provvidenze spettanti ai maggiorenni. Senza visite ulteriori! Un trattamento simile è riservato anche ai minori con indennità di frequenza. Meno disagi per le famiglie.”

Sono interventi che non sono solo a costo zero, ma che fanno risparmiare tempo e quattrini alle persone con disabilità e alle loro famiglie oltre ad evitare visite inutili o superflue. Una disposizione simile riguarda le persone disabili con patente speciale. Nel caso la loro patologia o minorazione sia stabilizzata, per il rinnovo non sarà più necessario rivolgersi alla commissione medica locale (Asl e Motorizzazione), ma si seguirà l’iter comune a tutti gli altri patentati. Anche in questo caso: tempi di attesa inferiori e spese drasticamente ridotte.

“Il tema della revisione dell’invalidità e dell’handicap viene finalmente affrontato in modo serio. Fino ad oggi la revisione era esclusa solo per le persone con patologia stabilizzata o ingravescente titolari di indennità di accompagnamento o comunicazione. Il decreto legge abroga questa assurda limitazione: la revisione non deve essere prevista quando la menomazione è stabilizzata, a prescindere dalla sua gravità e dalla titolarità dell’indennità di accompagnamento. Una scelta di buon senso e di ragionevolezza.”

E conclude Falabella: “Questo decreto va sicuramente convertito in legge senza snaturarne i contenuti. La FISH proporrà – anzi! – ancora ulteriori aggiunte, ma non può che cogliere con favore questo segno dopo anni di silenzio.”

DSA e SCUOLA: a partire dal 30 Giugno cambiano le cose!

da Il Pescantinese

DSA e SCUOLA: << a partire dal 30 Giugno cambiano le cose !

A partire dal 30 Giugno gli psicologi che lavorano presso Studi privati del Veneto non potranno piu’ emettere diagnosi dalla scuola per i disturbi specifici dell’apprendimento ( DSA ), come ad es. la dislessia.

Questo comporterà un consistente aumento delle liste d’attesa per le ULSS e, di conseguenza, deiu ritardi nell’attivazione degli aiuti a scuola imposti dalla legge 170 del 2010. Tale Problema avrà serie ripercussioni sulle famiglie di bmbini con DSA che non potranno piu’ esercitare il diritto alla salute per i propri figli.

Dalla legge regionale 16/2010 si evince che ” i disturbi specifici dell’apprendimento ( dsa ) , ossia la dislessia , la disgrafia o disortografia e la discalculia, rappresentano il 20-25% di tutti i problemi dell’apprendimento che emergono durante i primi anni della frequenza scolastica, che nel loro insieme coinvolgono il 15-18% della popolazione in età scolare. Nel 60%dei casi i DSA nn sono isolati e si associano fin dall’inizio a disturbi dell’atte nzione, della condotta e psicopatologici ” .

Stime piu’ caute parlano del 3-4% circa, confermate da dati piu’ recenti rilevati iin Friuli Venezia Giulia direttamente sulla popolazione scolastica che rintracciano la presenza di circa il 3,1- 3,2 % di DSA.