Nota 24 aprile 2012, Prot. MIURDGOS n. 2495

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

DIPARTIMENTO PER L’ISTRUZIONE

DIREZIONE GENERALE ORDINAMENTI SCOLASTICI E PER L’AUTONOMIA SCOLASTICA

UFFICIO II

 

Ai Direttori Generali degli Uffici Scolastici Regionali

LORO SEDI

Al Sovrintendente agli Studi per la Regione Autonoma della Valle d’Aosta

Al Sovrintendente Scolastico per la Provincia Autonoma di Bolzano

Al Dirigente del Dipartimento Istruzione per la Provincia Autonoma di Trento

All’Intendente Scolastico per le scuole delle località ladine di Bolzano

All’Intendente Scolastico per la scuola in lingua tedesca di Bolzano

 

Oggetto: European Girls’ Mathematical Olympiad. Pregevole risultato della Squadra Italiana a Cambridge

 

Dal 10 al 16 aprile 2012 al Murray Edwards College di Cambridge in Gran Bretagna, si è svolta la prima edizione dell’European Girls’ Mathematical Olympiad.

La Competizione al femminile ha visto la partecipazione di studentesse provenienti da 19 Paesi, non solo europei.

L’Italia era presente con un quartetto formato da Federica Cecchetto, Alice Cortinovis, Giada Franz e Angela Veronese (guidato da Francesco Morandin come leader e Alessandra Caraceni come deputy leader).

L’esordiente Squadra Italiana si è distinta ottenendo un ottimo risultato con Giada Franz (medaglia d’oro e quarta assoluta), Alice Cortinovis (medaglia d’argento), Angela Veronese (medaglia di bronzo), Federica Cecchetto (medaglia di bronzo).

La graduatoria finale dell’ European Girls’ Mathematical Olympiad e ulteriori dettagli circa lo svolgimento delle prove disputate a Cambridge sono pubblicati sul sito ufficiale E.G.M.O. all’indirizzo: http://www.egmo2012.org.uk/

 

Il Dirigente

Antonio Lo Bello

 

Nota 24 aprile 2012, Prot. AOODGAI/ 7068

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per la Programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali
Direzione Generale per gli Affari Internazionali
Ufficio III – Unione europea: sviluppo e monitoraggio progetti e obiettivi
Agli Uffici Scolastici Regionali
LORO SEDI
Alla Sovrintendenza Scolastica Regionale Provincia di TRENTO
Alla Sovrintendenza Scolastica per la Provincia di BOLZANO
All’Intendente Scolastico per la Scuola in Lingua tedesca di BOLZANO
All’Intendente Scolastico per la Scuola delle località ladine di BOLZANO
Alla Sovrintendenza agli studi della Regione Autonoma della Val d’Aosta AOSTA

Oggetto: Corsi di perfezionamento in Europa per docenti italiani di lingua e letteratura straniera nelle scuole secondario di I e II grado. Seminario pedagogico italo-francese. Seminario per docenti DNL. Lingue di insegnamento: Francese e Tedesco. Anno 2012.

Decreto Interministeriale 24 aprile 2012, Prot. n.7431

MINISTERO DELL’ISTRUZIONE, DELL’UNIVERSITA’ E DELLA RICERCA

Decreto Interministeriale 24 aprile 2012, Prot. n.7431
(in GU 23 luglio 2012, n. 170)

Definizione  degli  ambiti,  dei  criteri  e  delle   modalita'   per
l'ulteriore articolazione delle aree di indirizzo dei percorsi  degli
istituti tecnici (di  cui  agli  articoli  3  e  4  del  decreto  del
Presidente della Repubblica 15 marzo 2010,  n.  88)  negli  spazi  di
flessibilita' previsti dall'articolo  5,  comma  3,  lettera  b)  del
citato decreto presidenziale. (12A08152)
 

                    IL MINISTRO DELL'ISTRUZIONE, 
                  DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA 

                           di concerto con 

                      IL MINISTRO DELL'ECONOMIA 
                           E DELLE FINANZE 

  Visto l'art. 117 della Costituzione; 
  Vista la legge 23 agosto 1988, n. 400, e successive modificazioni; 
  Visto il decreto-legge 31  gennaio  2007,  n.  7,  convertito,  con
modificazioni, dalla legge 2  aprile  2007,  n.  40  con  particolare
riferimento all'art. 13,  commi  1,  1-bis,  1-ter  e  1-quater,  che
prevedono il riordino e il potenziamento degli  istituti  tecnici  da
attuarsi con uno o  piu'  regolamenti  del  Ministro  della  pubblica
istruzione, adottati ai sensi dell'art. 17, comma 3, della  legge  23
agosto 1988, n. 400 e successive modificazioni; 
  Visto il decreto-legge 25 giugno  2008,  n.  112,  convertito,  con
modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008,  n.  133,  con  particolare
riferimento  all'articolo  64,  che   prevede,   al   comma   3,   la
predisposizione    da    parte    del    Ministro    dell'istruzione,
dell'universita' e  della  ricerca,  di  un  piano  programmatico  di
interventi volti  ad  una  maggiore  razionalizzazione  dell'utilizzo
delle risorse disponibili per una maggiore  efficacia  ed  efficienza
del sistema scolastico  e,  al  comma  4,  in  attuazione  del  piano
programmatico e nel quadro di una piu' ampia  revisione  dell'assetto
ordinamentale, organizzativo  e  didattico  del  sistema  scolastico,
l'emanazione di regolamenti governativi, ai sensi dell'art. 17, comma
2, della citata legge 23 agosto 1988, n. 400,  per  la  ridefinizione
dei curricoli vigenti nei diversi ordini di scuola; 
  Visto il decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo  1999,  n.
275,  recante  «Norme  in  materia  di  autonomia  delle  istituzioni
scolastiche»; 
  Visto il decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010,  n.
88 concernente il  riordino  degli  istituti  tecnici  in  attuazione
dell'art. 64, comma 4, del citato decreto-legge 25  giugno  2008,  n.
112, convertito dalla legge 6 agosto 2008, n. 133; 
  Visto in particolare, l'art. 5, comma  3,  lettera  b)  del  citato
decreto del Presidente della Repubblica che prevede, nell'ambito  del
riordino dell'organizzazione dei percorsi degli istituti tecnici,  la
possibilita' di utilizzare una quota del curricolo pari  al  30%  nel
secondo  biennio  e  al  35%  nell'ultimo  anno,   quali   spazi   di
flessibilita' per l'ulteriore articolazione in opzioni delle aree  di
indirizzo di cui ai  rispettivi  allegati  B)  e  C),  finalizzati  a
corrispondere alle esigenze del territorio e ai fabbisogni  formativi
espressi dal mondo del lavoro e delle professioni; 
  Visto  l'art.  8,  comma  1,  ultimo  capoverso,  del  decreto  del
Presidente della Repubblica piu'  volte  citato  che  prevede  che  i
percorsi dell'indirizzo agraria, agroalimentare  ed  agroindustria  -
articolazione viticoltura ed enologia - si sviluppano in un ulteriore
sesto anno finalizzato al  conseguimento  della  specializzazione  di
«Enotecnico» e che l'organizzazione didattica del citato  sesto  anno
dovra' essere definita con il presente decreto interministeriale; 
  Visto, altresi', l'art. 8  del  citato  decreto  presidenziale  che
detta disposizioni per  il  passaggio  al  nuovo  ordinamento  e,  in
particolare, il comma 2, lettera d) che, per l'applicazione dell'art.
5, comma 3, lettera b) sopra citato, prevede l'adozione di un decreto
del Ministro dell'istruzione, dell'universita' e  della  ricerca,  di
concerto con il Ministro  dell'economia  e  delle  finanze  e  previo
parere della Conferenza Stato-regioni-province  autonome  di  cui  al
decreto legislativo 28 agosto 1997, n.  281,  con  il  quale  vengono
fissati gli ambiti, i criteri e le modalita' per  l'attuazione  delle
ulteriori  articolazioni  delle  aree  di  indirizzo  in  un   numero
contenuto di opzioni incluse in un apposito elenco nazionale; 
  Considerato che, in applicazione delle disposizioni del decreto del
Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n.  88,  la  flessibilita'
oggetto del presente decreto puo'  essere  utilizzata  esclusivamente
nei limiti delle dotazioni organiche assegnate  e  senza  determinare
esuberi di personale; 
  Ritenuto che,  al  fine  di  non  determinare  una  indifferenziata
espansione   dei   percorsi   formativi   cosi'   come    riordinati,
l'individuazione delle opzioni deve  essere  limitata  ad  un  numero
contenuto che risponda effettivamente ai  criteri  stabiliti  con  il
presente decreto; 
  Considerato  che  l'individuazione  delle  citate  opzioni   e   la
conseguente possibilita' di utilizzare gli spazi di flessibilita' del
curricolo comporta un necessario confronto con le realta'  produttive
del paese, al fine di delineare i fabbisogni formativi  che  emergono
dal  mondo  del  lavoro  e  delle  professioni  e   che,   per   tali
considerazioni, si e' ritenuto  opportuno  attivare,  preventivamente
alla  definizione  del  presente   decreto,   incontri   di   settore
plurilaterali ed incontri nazionali ai  quali  hanno  partecipato  le
parti sociali datoriali e sindacali fornendo  contributi  utili  allo
scopo; 
  Considerato, altresi', che la  materia  delle  opzioni  costituisce
oggetto della programmazione dell'offerta formativa regionale e,  per
questi motivi, sono stati parimenti attivati confronti tra le regioni
e le strutture regionali del Ministero; 
  Considerato che i percorsi formativi conseguenti  alla  attivazione
delle opzioni di cui trattasi, in quanto riferiti al secondo  biennio
e all'ultimo anno  del  nuovo  ordinamento  degli  istituti  tecnici,
entreranno in vigore dall'anno scolastico 2012-2013; 
  Ritenuto, alla luce delle considerazioni sopra riportate, di  dover
procedere, in applicazione delle previsioni del citato art. 8,  comma
2, lettera d), alla definizione degli ambiti, criteri e modalita' per
l'ulteriore articolazione  delle  aree  di  indirizzo  in  un  numero
contenuto  di  opzioni  al  fine  di  consentire  alle   regioni   la
definizione di una programmazione dell'offerta formativa quanto  piu'
rispondente ai bisogni del territorio e delle realta' produttive; 
  Considerato che, nella  fase  di  prima  applicazione,  si  ritiene
opportuno istituire l'Elenco nazionale  delle  opzioni  dei  percorsi
degli istituti tecnici previsto dall'art. 8, comma 2, lettera d)  del
piu' volte citato decreto del Presidente della  Repubblica  15  marzo
2010, n.  88  contestualmente  all'emanazione  del  presente  decreto
interministeriale; 
  Acquisito  il  parere  del  Consiglio  nazionale   della   pubblica
istruzione reso nell'adunanza del 14 dicembre 2011; 
  Acquisito,  altresi',  il  prescritto   parere   della   Conferenza
Stato-regioni-province autonome di  cui  al  decreto  legislativo  28
agosto 1997, n. 281, espresso nella seduta del 19 gennaio 2012; 

                              Decreta: 

                               Art. 1 

  Per i motivi di cui in premessa  e  in  applicazione  dell'art.  5,
comma 3, lettera b) e dell'art. 8, comma 2, lettera  d)  del  decreto
del Presidente  della  Repubblica  15  marzo  2010,  n.  88,  vengono
definiti gli  ambiti,  i  criteri  e  le  modalita'  per  l'ulteriore
articolazione delle aree di indirizzo  dei  percorsi  degli  istituti
tecnici in un numero contenuto di opzioni, specificamente  illustrati
nell'allegato  A)  che  costituisce  parte  integrante  del  presente
decreto.
                               Art. 2 

  2.1 E' istituito l'Elenco nazionale delle opzioni  quali  ulteriori
articolazioni delle aree di indirizzo  dei  percorsi  degli  istituti
tecnici, al  quale  si  dovra'  fare  riferimento  nell'ambito  della
programmazione  dell'offerta  formativa   regionale,   analiticamente
formulato nell'allegato B), parte integrante al presente decreto. 
  2.2 L'Elenco nazionale delle opzioni potra'  essere  periodicamente
aggiornato per corrispondere a nuovi  fabbisogni  formativi  espressi
dal mondo economico e produttivo nonche' in conseguenza  degli  esiti
del monitoraggio previsto dall'art.  7,  comma  1,  del  decreto  del
Presidente della Repubblica 15 marzo  2010,  n.  88,  degli  sviluppi
della ricerca scientifica e  delle  innovazioni  tecnologiche,  fermo
restando il rispetto dei criteri e delle modalita' di  individuazione
di ulteriori opzioni secondo le  disposizioni  dell'allegato  A)  del
presente decreto. 
  2.3 L'attivazione delle opzioni  di  cui  all'elenco  B,  ancorche'
modificato a seguito di eventuali aggiornamenti, deve essere in  ogni
caso effettuata nei limiti  delle  dotazioni  organiche  assegnate  a
legislazione vigente, senza determinare esuberi di personale.
                               Art. 3 

  Per  l'attivazione  delle  opzioni  di  cui  all'Elenco   nazionale
allegato B) del presente decreto, e' fatto rinvio alla programmazione
dell'offerta formativa regionale e agli adempimenti connessi.
                               Art. 4 

  Il  presente  decreto  e'  sottoposto  ai  controlli  di  legge   e
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana. 
    Roma, 24 aprile 2012 

                                        Il Ministro dell'istruzione,  
                                     dell'universita' e della ricerca 
                                                  Profumo             

p. il Ministro dell'economia e delle finanze, 
         il Vice Ministro delegato 
                   Grilli 

Registrato alla Corte dei conti il 13 giugno 2012 
Ufficio di controllo sugli atti del MIUR. MIBAC. Min. Salute  e  Min.
Lavoro registro n. 8, foglio n. 161

Allegato A

AMBITI – CRITERI – MODALITA’
per l’ulteriore articolazione delle aree di indirizzo
dei percorsi degli istituti tecnici
in opzioni
La nuova identità degli istituti tecnici, quali “scuole dell’innovazione” orientate al
raggiungimento di competenze professionali che aderiscano sempre più ai fabbisogni formativi
espressi dalle realtà economiche e produttive del paese, esige una articolazione dei propri percorsi
di studio che guardino alle innovazioni e allo sviluppo che la scienza e le tecnologiche
continuamente producono, senza però determinare una frammentazione e disarticolazione dei
percorsi formativi.
L’obiettivo dei nuovi percorsi degli Istituti Tecnici è quello di far acquisire una padronanza delle
competenze scientifiche e tecnologiche – anche in una prospettiva di sviluppo – che consenta al
diplomato dell’Istruzione Tecnica di interpretare, partecipare, gestire e coordinare i processi
produttivi del mercato caratterizzato da innovazioni continue. Gli Istituti Tecnici, quindi, si
propongono di fornire allo studente quella base culturale e quelle specifiche competenze necessarie
alla comprensione delle problematiche scientifiche collegate alla tecnologia, che gli permettano non
solo di intervenire nei processi in atto ma, altresì, di sviluppare capacità creative e progettuali
necessarie per intercettare e presidiare l’innovazione.
L’articolazione degli indirizzi di studio degli istituti tecnici in due settori ed undici indirizzi –
come definiti con il decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 88 – risponde, in
linea generale, alle esigenze di formazione in relazione alla domanda di competenze professionali
espressa dal mercato, ferma restando l’esigenza di garantire agli studenti degli Istituti Tecnici la
possibilità di acquisire una solida ed unitaria cultura generale per divenire cittadini consapevoli,
attivi e responsabili.
Questo quadro generale può essere ulteriormente articolato laddove specifiche realtà produttive,
rilevanti sotto il profilo dell’identità del territorio e influenti sul piano socio-economico, richiedano
esperienze formative che, in ragione della loro specificità, non trovano adeguata e corrispondente
collocazione nel nuovo assetto ordinamentale.
Le “opzioni” costituiscono la risposta a tali esigenze che si attua attraverso un processo di
interazione e condivisione tra i soggetti a diverso titolo coinvolti. Processo che si sviluppa sulla
base delle indicazioni contenute nel Regolamento di riordino degli Istituti Tecnici ove si prevede,
per l’ulteriore articolazione delle aree di indirizzo, la definizione di ambiti, criteri e modalità di
seguito individuati:
AMBITI
Gli ambiti di applicazione delle opzioni derivano prioritariamente dai piani di sviluppo strategico
espressi nei documenti di politica nazionale e comunitaria.
CRITERI
– interesse nazionale anche in riferimento ai trend strategici e alle prospettive di sviluppo;
– coerenza con l’identità degli istituti tecnici e differenziazione con gli indirizzi degli istituti
professionali;
– coerenza delle competenze in esito con il profilo culturale dell’indirizzo di riferimento;
– opportunità di valorizzare le risorse umane e materiali esistenti per non aggiungere nuovi e
maggiori oneri per la finanza pubblica;
– prospettive occupazionali;
– impossibilità ad attuare il percorso proposto attraverso l’utilizzo della quota di autonomia;
– opportunità di integrare la formazione specifica con successivi corsi di specializzazione
presso I.T.S. o I.F.T.S.
MODALITÀ
Le ulteriori articolazioni delle aree di indirizzo, per le quali si ritiene opportuna l’attivazione a
livello locale, devono trovare corrispondenza con l’Elenco nazionale delle opzioni per gli Istituti
Tecnici previsto dall’art. 8, comma 2), lettera d) del D.P.R. 15 marzo 2010, n. 88 (Allegato B del
presente decreto interministeriale).
L’individuazione dell’opzione e la conseguente attivazione si realizza con la programmazione del
piano dell’offerta formativa regionale tenuto conto delle specifiche esigenze di tipo economico e
produttivo del territorio.
Le modalità di attivazione dovranno quindi inserirsi nell’ambito delle procedure di definizione e
attivazione del predetto piano e dovranno garantire la non determinazione di nuovi e maggiori oneri
a carico dello Stato.

Allegato B

ELENCO NAZIONALE DELLE ULTERIORI ARTICOLAZIONI DELLE AREE DI INDIRIZZO DEI PERCORSI DEGLI ISTITUTI TECNICI IN OPZIONI

ALLEGATO B1
Indirizzo: Chimica, materiali e biotecnologie – Articolazione: Chimica e materiali
Opzione: TECNOLOGIE DEL CUOIO

ALLEGATO B2
Indirizzo: Costruzione, ambiente e territorio –
Opzione: TECNOLOGIE DEL LEGNO NELLE COSTRUZIONI

ALLEGATO B3
Indirizzo: Grafica e comunicazione –
Opzione: TECNOLOGIE CARTARIE

ALLEGATO B4
Indirizzo: Meccanica, meccatronica ed energia – Articolazione: Meccanica e meccatronica –
Opzione: TECNOLOGIE DELL’OCCHIALE

ALLEGATO B5
Indirizzo: Meccanica, meccatronica ed energia – Articolazione: Meccanica e meccatronica –
Opzione TECNOLOGIE DELLE MATERIE PLASTICHE

ALLEGATO B6
Indirizzo: Trasporti e logistica – Articolazione: Costruzioni del mezzo –
Opzione:COSTRUZIONI AERONAUTICHE

ALLEGATO B7
Indirizzo: Trasporti e logistica – Articolazione: Costruzioni del mezzo –
Opzione COSTRUZIONI NAVALI

ALLEGATO B8
Indirizzo: Trasporti e logistica – Articolazione: Conduzione del mezzo –
Opzione: CONDUZIONE DEL MEZZO AEREO

ALLEGATO B9
Indirizzo: Trasporti e logistica – Articolazione: Conduzione del mezzo –
Opzione: CONDUZIONE DEL MEZZO NAVALE

ALLEGATO B10
Indirizzo: Trasporti e logistica – Articolazione: Conduzione del mezzo –
Opzione: CONDUZIONE DI APPARATI E IMPIANTI MARITTIMI

ALLEGATO B11
Indirizzo: Agraria, agroalimentare e agroindustria – Articolazione: Viticoltura ed enologia –
Opzione: ENOTECNICO – VI ANNO

Decreto Direttore Generale 24 aprile 2012, Prot. n. 2507

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per l’Istruzione
Direzione Generale per gli Ordinamenti Scolastici e per l’Autonomia Scolastica

Decreto Direttore Generale 24 aprile 2012, Prot. n. 2507

Commissioni esami di Stato all’abilitazione all’esercizio della libera professione di agrotecnico – sessione 2012 – : indicazioni operative

Nota 24 aprile 2012, Prot.n. 2307

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per l’Istruzione
Direzione Generale per lo Studente, l’Integrazione, la Partecipazione e la Comunicazione
Ufficio V

Ai Direttori degli Uffici Scolastici Regionali
Loro Sedi
Al C.O.N.I.
Direzione Territorio e Promozione dello Sport
Ufficio Promozione dello Sport
Tribuna Tevere ingresso E
Stadio Olimpico
00194 Roma
Al C.I.P.
Ufficio Promozione e Scuola
Via Flaminia Nuova, 830
00191 Roma
Alla Presidenza del Consiglio dei Ministri
Dipartimento per gli affari regionali
Ufficio per lo Sport
Via della Stamperia, 8
00187 Roma
Alle Federazioni sportive interessate
per il tramite del C.O.N.I.
e p.c. Ai Coordinatori territoriali di educazione fisica e sportiva

Oggetto: Finali nazionali Giochi sportivi studenteschi anno scolastico 2011/2012. Discipline sportive interessate.

L’educazione motoria fisica e sportiva fornisce, in ambito scolastico, una concreta opportunità di svolgere significative esperienze che favoriscono l’armonico sviluppo della persona. L’azione della motricità non si rivolge esclusivamente al contrasto della sedentarietà, ma incrementa, anche mediante l’avviamento allo sport, l’acquisizione del rispetto di sé, del prossimo e delle regole, aumentando il senso di responsabilità e l’autostima, e concorre alla costruzione di un permanente salutare stile di vita.

La scrivente Amministrazione, consapevole di quanto sopra, supporta attivamente la realizzazione dei Giochi sportivi studenteschi quale momento significativo del percorso di sensibilizzazione e di promozione dell’educazione motoria a scuola. Quest’anno, le attività saranno realizzate in collaborazione con il Ministero per il Turismo e lo Sport, con il quale questo Dicastero ha siglato un accordo mirato al supporto delle attività complementari di educazione fisica e dello sport scolastico. Tale collaborazione si aggiunge a quella, ormai consolidata, con il C.O.N.I. che ha svolto l’importante ruolo di individuazione delle Federazioni sportive interessate alle Finali nazionali.

A tal proposito, anche per quest’anno sono previsti contributi finanziari alla realizzazione dei giochi, al fine di assicurare copertura prevalentemente per le spese di trasporto degli alunni partecipanti dalla Regione di provenienza fino ai campi gara, ivi inclusi i trasporti locali dalle sedi di pernottamento.

Ciò detto, si comunica che le Finali nazionali si svolgeranno a partire dalla seconda decade di maggio con le Federazioni che hanno offerto la propria disponibilità nelle seguenti discipline:
1) Atletica Leggera su pista I ciclo 28 – 31 maggio Roma;
2) Atletica Leggera su pista I ciclo alunni con disabilità 28 – 31 maggio Roma;
3) Arrampicata sportiva I e II ciclo 23 – 25 San Giustino (Pg).;
4) Beach Volley II ciclo 28 – 30 maggio Lignano Sabbiadoro (Ud);
5) Bowling I e II ciclo 26 – 27 maggio Roma;
6) Canoa I ciclo 31 maggio – 1 giugno Castelgandolfo (Rm);
7) Canottaggio I e II ciclo 18 – 19 maggio Lago di Piediluco (Tr);
8) Golf I e II ciclo 21 – 24 maggio Policoro (Mt);
9) Hockey su prato I ciclo 2 – 3 giugno Roma;
10) Pallavolo I ciclo 28 – 31 maggio Chianciano Terme (Si);
11) Pesistica I ciclo 11 – 12 maggio Lignano Sabbiadoro (Ud);
12) Rugby I e II ciclo 18 – 19 maggio Roma e Venezia;
13) Tennistavolo I ciclo 28 – 30 maggio Lignano Sabbiadoro (Ud);
14) Tiro con l’Arco I e II ciclo 21 – 24 maggio Policoro (Mt);
15) Vela I e II ciclo 21 – 24 maggio Policoro (Mt).

Visti i tempi ristretti, si invitano le SS.LL. a sostenere l’opera degli insegnanti e dei coordinatori territoriali di educazione fisica, che tanto si sono adoperati e molto sono ancora chiamati fare per il successo delle manifestazioni.

Particolare attenzione dovrà essere posta nel favorire la massima partecipazione possibile degli alunni con disabilità in tutte le discipline e non solo in quella dell’atletica leggera per la quale il C.I.P. ha dichiarato la propria disponibilità ad organizzare la Finale nazionale in coordinamento con la F.I.D.A.L.

Si ritiene necessario precisare altresì che, di intesa con il C.O.N.I. e con la Presidenza del Consiglio dei Ministri – Ufficio per lo Sport, si è convenuto sulla necessità di adottare, nello svolgimento delle gare nazionali, i medesimi regolamenti sulla cui base si sono svolte tutte le Finali territoriali precedenti.

Al riguardo debbono essere tuttavia fornite precisazioni, che costituiscono indicazioni operative per le SS.LL. per quanto concerne l’atletica leggera.

All’esito di un sereno e proficuo confronto con la F.I.D.A.L. si è convenuto che alle Finali nazionali parteciperanno anche gli individualisti, mentre gli alunni facenti parte delle squadre dovranno disputare obbligatoriamente in due gare individuali a propria scelta, più eventualmente alla staffetta.

Le due gare individuali dovranno appartenere a due diversi gruppi: corsa; salti; lanci. Ove nelle attività svolte dagli atleti nelle fasi territoriali, già realizzate o in corso di svolgimento, non sia stato adottato tale criterio di pratica di almeno due discipline, i docenti di educazione fisica dovranno, pur nel ristretto margine temporale a disposizione, fornire ai propri alunni ogni possibile preparazione in vista dell’eventuale accesso alle finali nazionali.

La scrivente si riserva di fornire ogni altra comunicazione integrativa rispetto a quelle contenute nella presente nota.

Si aggiunge, altresì, che è in corso di perfezionamento l’organizzazione delle Finali nazionali nel periodo autunnale per il II ciclo di Istruzione delle seguenti discipline:
Badminton;
Calcio a 5;
Orientamento;
Tennis.

IL DIRETTORE GENERALE
F.to Giovanna Boda

Decreto Interministeriale 24 aprile 2012, Prot. n. 7428

MINISTERO DELL’ISTRUZIONE, DELL’UNIVERSITA’ E DELLA RICERCA

Decreto Interministeriale 24 aprile 2012, Prot. n. 7428
(in GU 23 luglio 2012, n. 170)

Definizione  degli  ambiti,  dei  criteri  e  delle   modalita'   per
l'ulteriore articolazione delle aree di indirizzo dei percorsi  degli
istituti professionali (di cui agli articoli 3 e 4  del  decreto  del
Presidente della Repubblica 15 marzo 2010,  n.  87)  negli  spazi  di
flessibilita' previsti dall'articolo  5,  comma  3,  lettera  b)  del
citato decreto presidenziale. (12A08153)
 

                    IL MINISTRO DELL'ISTRUZIONE, 
                  DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA 

                           di concerto con 

                      IL MINISTRO DELL'ECONOMIA 
                           E DELLE FINANZE 

  Visto l'art. 117 della Costituzione; 
  Vista la legge 23 agosto 1988, n. 400, e successive modificazioni; 
  Visto il decreto legge 31  gennaio  2007,  n.  7,  convertito,  con
modificazioni, dalla legge 2  aprile  2007,  n.  40  con  particolare
riferimento  all'art.  13,  commi  1,  1-bis,  1-ter,  1-quater  e  1
quinquies,  che  prevedono  il  riordino  e  il  potenziamento  degli
istituti professionali da attuarsi con uno  o  piu'  regolamenti  del
Ministro della pubblica istruzione, adottati ai sensi  dell'art.  17,
comma  3,  della  legge  23  agosto  1988,  n.   400   e   successive
modificazioni; 
  Visto il decreto-legge 25 giugno  2008,  n.  112,  convertito,  con
modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008,  n.  133,  con  particolare
riferimento all'art. 64, che prevede, al comma 3, la  predisposizione
da parte  del  Ministro  dell'istruzione,  dell'universita'  e  della
ricerca, di  un  piano  programmatico  di  interventi  volti  ad  una
maggiore razionalizzazione dell'utilizzo  delle  risorse  disponibili
per una maggiore efficacia ed efficienza del sistema scolastico e, al
comma 4, in attuazione del piano programmatico e nel  quadro  di  una
piu' ampia  revisione  dell'assetto  ordinamentale,  organizzativo  e
didattico  del  sistema  scolastico,  l'emanazione   di   regolamenti
governativi, ai sensi dell'art. 17, comma 2, della  citata  legge  23
agosto 1988, n. 400, per la ridefinizione dei curricoli  vigenti  nei
diversi ordini di scuola; 
  Visto il decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo  1999,  n.
275,  recante  «Norme  in  materia  di  autonomia  delle  istituzioni
scolastiche»; 
  Visto il decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010,  n.
87 concernente il riordino degli istituti professionali in attuazione
dell'art. 64, comma 4, del citato decreto legge 25  giugno  2008,  n.
112, convertito dalla legge 6 agosto 2008, n. 133; 
  Visto in particolare, l'art. 5, comma  3,  lettera  b)  del  citato
decreto del Presidente della Repubblica che prevede, nell'ambito  del
riordino   dell'organizzazione   dei    percorsi    degli    istituti
professionali, la possibilita' di utilizzare una quota del  curricolo
pari al 35% nel secondo biennio e  al  40%  nell'ultimo  anno,  quali
spazi di flessibilita' per l'ulteriore articolazione in opzioni delle
aree di indirizzo di cui ai rispettivi Allegati B) e C),  finalizzati
a  corrispondere  alle  esigenze  del  territorio  e  ai   fabbisogni
formativi espressi dal mondo del lavoro e delle professioni; 
  Visto, infine, l'art. 8 del citato decreto presidenziale che  detta
disposizioni per il passaggio al nuovo ordinamento e, in particolare,
il comma 4, lettera c) che, per l'applicazione dell'art. 5, comma  3,
lettera b)  sopra  citato,  prevede  l'adozione  di  un  decreto  del
Ministro  dell'istruzione,  dell'universita'  e  della  ricerca,   di
concerto con il Ministro  dell'economia  e  delle  finanze  e  previo
parere della Conferenza Stato-Regioni-Province  autonome  di  cui  al
decreto legislativo 28 agosto 1997, n.  281,  con  il  quale  vengono
fissati gli ambiti, i criteri e le modalita' per  l'attuazione  delle
ulteriori  articolazioni  delle  aree  di  indirizzo  in  un   numero
contenuto di opzioni incluse in un apposito elenco nazionale; 
  Vista l'intesa in sede di Conferenza Unificata di  cui  all'art.  8
del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 81, nella  seduta  del  16
dicembre 2010, riguardante l'adozione di linee guida  per  realizzare
organici raccordi tra i percorsi degli  istituti  professionali  e  i
percorsi di istruzione e formazione professionale, a norma  dell'art.
13, comma 1-quinquies, della legge 2 aprile 2007, n. 40; 
  Considerato che, in applicazione delle disposizioni del decreto del
Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n.  87,  la  flessibilita'
oggetto del presente decreto puo'  essere  utilizzata  esclusivamente
nei limiti delle dotazioni organiche assegnate  e  senza  determinare
esuberi di personale; 
  Ritenuto che,  al  fine  di  non  determinare  una  espansione  dei
percorsi formativi  cosi'  come  riordinati,  l'individuazione  delle
opzioni deve essere limitata ad  un  numero  contenuto  che  risponda
effettivamente ai criteri stabiliti con il presente  decreto  e  che,
inoltre,  nel  quadro   generale   di   riferimento   dell'erogazione
dell'offerta formativa, si  differenzi  dalla  specifica  offerta  di
Istruzione e Formazione Professionale  al  fine  di  non  determinare
duplicazioni dei percorsi; 
  Considerato  che  l'individuazione  delle  citate  opzioni   e   la
conseguente possibilita' di definire gli spazi di  flessibilita'  del
curricolo comporta un necessario confronto con le realta'  produttive
del paese, al fine di delineare i fabbisogni formativi  che  emergono
dal  mondo  del  lavoro  e  delle  professioni  e   che,   per   tali
considerazioni, si e' ritenuto  opportuno  attivare,  preventivamente
alla  definizione  del  presente   decreto,   incontri   di   settore
plurilaterali ed incontri nazionali ai  quali  hanno  partecipato  le
parti sociali datoriali e sindacali fornendo  contributi  utili  allo
scopo; 
  Considerato, altresi', che la  materia  delle  opzioni  costituisce
oggetto della programmazione dell'offerta formativa regionale e,  per
questi motivi, sono stati parimenti attivati confronti tra le Regioni
e le strutture regionali del Ministero; 
  Considerato   che   nell'ambito   della    citata    programmazione
dell'offerta formativa regionale rientrano anche i percorsi triennali
e quadriennali  di  istruzione  e  formazione  professionale  e  che,
pertanto,  per  l'individuazione   delle   opzioni   negli   istituti
professionali si dovra' necessariamente tenere conto  degli  organici
raccordi tra i percorsi dell'istruzione professionale  e  i  percorsi
dell'istruzione e formazione professionale  di  esclusiva  competenza
regionale gia' definiti con l'Intesa in sede di Conferenza  Unificata
sopra citata; 
  Considerato che i percorsi formativi conseguenti  alla  attivazione
delle opzioni di cui trattasi, in quanto riferiti al secondo  biennio
e all'ultimo anno del nuovo ordinamento degli istituti professionali,
entreranno in vigore dall'anno scolastico 2012-2013; 
  Ritenuto, alla luce delle considerazioni sopra riportate, di  dover
procedere, in applicazione delle previsioni del citato art. 8,  comma
4, lettera c), alla definizione degli ambiti, criteri e modalita' per
l'ulteriore articolazione  delle  aree  di  indirizzo  in  un  numero
contenuto  di  opzioni  al  fine  di  consentire  alle   Regioni   la
definizione di una programmazione dell'offerta formativa quanto  piu'
rispondente ai bisogni del territorio e delle realta' produttive; 
  Considerato che, nella  fase  di  prima  applicazione,  si  ritiene
opportuno istituire l'Elenco nazionale  delle  opzioni  dei  percorsi
degli istituti professionali previsto dall'art. 8, comma  4,  lettera
c) del piu' volte citato decreto del Presidente della  Repubblica  15
marzo 2010, n. 87 contestualmente all'emanazione del presente decreto
interministeriale; 
  Acquisito  il  parere  del  Consiglio  Nazionale   della   Pubblica
Istruzione reso nell'adunanza del 14 dicembre 2011; 
  Acquisito,  altresi',  il  prescritto   parere   della   Conferenza
Stato-Regioni-Province autonome di  cui  al  decreto  legislativo  28
agosto 1997, n. 281, espresso nella seduta del 19 gennaio 2012; 

                              Decreta: 

                               Art. 1 

  Per i motivi di cui in premessa  e  in  applicazione  dell'art.  5,
comma 3, lettera b) e dell'art. 8, comma 4, lettera  c)  del  decreto
del Presidente  della  Repubblica  15  marzo  2010,  n.  87,  vengono
definiti gli  ambiti,  i  criteri  e  le  modalita'  per  l'ulteriore
articolazione delle aree di indirizzo  dei  percorsi  degli  istituti
professionali in  un  numero  contenuto  di  opzioni,  specificamente
illustrati nell'allegato A)  che  costituisce  parte  integrante  del
presente decreto.
                               Art. 2 

  2.1 E' istituito l'Elenco nazionale delle opzioni  quali  ulteriori
articolazioni delle aree di indirizzo  dei  percorsi  degli  istituti
professionali, al quale si dovra' fare riferimento nell'ambito  della
programmazione  dell'offerta  formativa   regionale,   analiticamente
formulato nell'Allegato B),  che  costituisce  parte  integrante  del
presente decreto. 
  2.2 L'Elenco nazionale delle opzioni potra'  essere  periodicamente
aggiornato per corrispondere a nuovi  fabbisogni  formativi  espressi
dal mondo economico e produttivo nonche' in conseguenza  degli  esiti
del monitoraggio previsto dall'art.  7,  comma  1,  del  decreto  del
Presidente della Repubblica 15 marzo  2010,  n.  87,  degli  sviluppi
della ricerca scientifica e  delle  innovazioni  tecnologiche,  fermo
restando il rispetto dei criteri e delle modalita' di  individuazione
di ulteriori opzioni secondo le  disposizioni  dell'Allegato  A)  del
presente decreto. 
  2.3 L'attivazione delle opzioni  di  cui  all'Elenco  B,  ancorche'
modificato a seguito di eventuali aggiornamenti, deve essere in  ogni
caso effettuata nei limiti  delle  dotazioni  organiche  assegnate  a
legislazione vigente, senza determinare esuberi di personale.
                               Art. 3 

  Per  l'attivazione  delle  opzioni  di  cui  all'Elenco   nazionale
Allegato B) del presente decreto, e' fatto rinvio alla programmazione
dell'offerta formativa regionale e agli adempimenti connessi.
                               Art. 4 

  Il  presente  decreto  e'  sottoposto  ai  controlli  di  legge   e
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana. 
    Roma, 24 aprile 2012 

                                        Il Ministro dell'istruzione,  
                                     dell'universita' e della ricerca 
                                                  Profumo             

p. il Ministro dell'economia e delle finanze, 
         il Vice Ministro delegato 
                   Grilli 

Registrato alla Corte dei conti il 13 giugno 2012 
Ufficio di controllo sugli atti del MIUR, MIBAC, Min. Salute  e  Min.
Lavoro registro n. 8, foglio n. 162
                                                           Allegato A 
AMBITI – CRITERI – MODALITA'
per l'ulteriore articolazione delle aree di indirizzo
dei percorsi degli istituti professionali
in opzioni
La nuova identità degli istituti professionali che pone come proprio riferimento la
formazione tecnico-professionale riferita alle filiere produttive di rilevanza nazionale che
localmente possono anche assumere connotazioni specifiche, mostra la stretta e diretta
interdipendenza con il territorio e le esigenze che da questo provengono. Da qui la necessità di
articolare i percorsi di studio dell’Istruzione Professionale nella prospettiva dell’innovazione e
delle applicazioni necessarie che conseguono al continuo sviluppo delle scienze tecnologiche, senza
determinare una frammentazione e una disarticolazione dei percorsi formativi.
L’obiettivo dei nuovi percorsi degli Istituti Professionali è di far acquisire, nell’ambito di
settori produttivi relativamente ampi, capacità operative attraverso le quali il diplomato
dell’Istruzione Professionale applica le tecnologie a processi specifici anche attraverso la
progettazione e la realizzazione di soluzioni. Il carattere distintivo della formazione proposta dagli
Istituti Professionali è dunque quello di assicurare allo studente l’acquisizione delle necessarie
competenze per personalizzare gli usi delle tecnologie in contesti specifici, attraverso l’utilizzo di
assetti organizzativi e strumenti tecnologici pertinenti.
L'articolazione degli indirizzi di studio degli istituti professionali in due settori e sei indirizzi
- come definiti con il decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 87 - risponde, in
linea generale, alle esigenze di formazione in relazione alla domanda di competenze professionali
espressa dal mercato, ferma restando l’esigenza di garantire agli studenti la possibilità di acquisire
una solida ed unitaria cultura generale per divenire cittadini consapevoli, attivi e responsabili.
Questo quadro generale può tuttavia essere ulteriormente articolato laddove specifiche
realtà produttive, rilevanti sotto il profilo dell’identità del territorio e influenti sul piano socioeconomico,
richiedano esperienze formative che, in ragione della loro specificità, non trovano
adeguata e corrispondente collocazione nel nuovo assetto ordinamentale.
Le “opzioni” costituiscono la risposta a tali esigenze che si attua attraverso un processo di
interazione e condivisione tra i soggetti a diverso titolo coinvolti, processo che si sviluppa sulla base
delle indicazioni contenute nel Regolamento di riordino degli istituti professionali ove si prevede,
per l’ulteriore articolazione delle aree di indirizzo, la definizione di ambiti, criteri e modalità di
seguito individuati:
AMBITI
Gli ambiti di applicazione delle opzioni derivano prioritariamente
- dai piani di sviluppo strategico espressi nei documenti di politica nazionale e comunitaria
- dalla specificità dei distretti industriali
CRITERI
- raccordo e diversificazione con i percorsi di istruzione e formazione professionale;
- coerenza con l’identità degli istituti professionali e differenziazione dagli indirizzi
dell’istruzione tecnica;
- coerenza con le filiere produttive di riferimento rilevanti nei contesti territoriali e nazionali
interessate da processi di innovazione tecnologica, organizzativa e gestionale dei servizi
- coerenza delle competenze in esito con il profilo culturale dell’indirizzo di riferimento;
- opportunità di valorizzare le risorse umane e materiali esistenti per non aggiungere nuovi e
maggiori oneri per la finanza pubblica;
- prospettive occupazionali;
- impossibilità ad attuare il percorso proposto attraverso l’utilizzo della quota di autonomia;
- possibilità di integrare la formazione specifica con corsi I.T.S o IFTS.
MODALITÀ
Le ulteriori articolazioni delle aree di indirizzo, per le quali si ritiene opportuna l’attivazione
a livello locale, devono trovare corrispondenza con l’Elenco nazionale delle opzioni per gli Istituti
Professionali previsto dall’art. 8, comma 4), lettera c) del D.P.R. 15 marzo 2010, n. 87 (Allegato B
del presente decreto interministeriale).
L’individuazione dell’opzione e la conseguente attivazione si realizza con la
programmazione del piano dell’offerta formativa regionale tenuto conto delle specifiche esigenze di
tipo economico e produttivo del territorio.
Le modalità di attivazione dovranno quindi inserirsi nell’ambito delle procedure di
definizione e attivazione del predetto piano e dovranno garantire la non determinazione di nuovi e
maggiori oneri a carico dello Stato
                                                           Allegato B 

ELENCO NAZIONALE DELLE ULTERIORI ARTICOLAZIONI DELLE AREE DI INDIRIZZO DEI PERCORSI DEGLI ISTITUTI PROFESSIONALI IN OPZIONI

ALLEGATO B1 
Indirizzo: Manutenzione e assistenza tecnica -
Opzione: APPARATI, IMPIANTI E SERVIZI TECNICI INDUSTRIALI E CIVILI

ALLEGATO B2
Indirizzo: Manutenzione e assistenza tecnica -
Opzione: MANUTENZIONE DEI MEZZI DI TRASPORTO

ALLEGATO B3
Indirizzo: Produzioni industriali e artigianali - Articolazione: Industria
Opzione: ARREDI E FORNITURE D'INTERNI

ALLEGATO B4
Indirizzo: Produzioni industriali e artigianali - Articolazione: Industria
Opzione: PRODUZIONI AUDIOVISIVE

ALLEGATO B5
Indirizzo: Produzioni industriali e artigianali - Articolazione: Artigianato
Opzione: PRODUZIONI ARTIGIANALI DEL TERRITORIO

ALLEGATO B6
Indirizzo: Produzioni industriali e artigianali - Articolazione: Artigianato
Opzione: PRODUZIONI TESSILI-SARTORIALI

ALLEGATO B7
Indirizzo: Servizi commerciali -
Opzione: PROMOZIONE COMMERCIALE E PUBBLICITARIA

ALLEGATO B8
Indirizzo: Servizi per l'agricoltura e lo sviluppo rurale -
Opzione: GESTIONE RISORSE FORESTALI E MONTANE

ALLEGATO B9
Indirizzo: Servizi per l'agricoltura e lo sviluppo rurale -
Opzione: VALORIZZAZIONE E COMMERCIALIZZAZIONE DEI PRODOTTI AGRICOLI DEL TERRITORIO

ALLEGATO B10
Indirizzo: Servizi per l'enogastronomia e l'ospitalità alberghiera - Articolazione: Enogastronomia
Opzione: PRODOTTI DOLCIARI ARTIGIANALI E INDUSTRIALI

Nota 24 aprile 2012, Prot. n. AOODGPER 3100

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per l’Istruzione
Direzione Generale per il personale scolastico
Ufficio IV

Ai Direttori Generali degli Uffici Scolastici Regionali
LORO SEDI

Oggetto: Funzioni di mobilità nella scuola dell’infanzia e primaria. A.s. 2012/13.

Facendo seguito alla nota 2743 dell’11.4.2012, si comunica che le date concernenti i termini di acquisizione delle disponibilità e, conseguentemente, di pubblicazione dei movimenti relativamente alla scuola dell’infanzia e primaria sono articolate come segue:

personale docente

scuola dell’infanzia
1 – termine ultimo comunicazione al SIDI delle domande di mobilità e dei posti disponibili 4 maggio
2 – pubblicazione dei movimenti 31 maggio
scuola primaria
1 – termine ultimo comunicazione al SIDI delle domande di mobilità e dei posti disponibili 4 maggio
2 – pubblicazione dei movimenti 31 maggio

IL DIRETTORE GENERALE
Luciano Chiappetta

Nota 23 aprile 2012, Prot. MIURAOODGOS n. 2487

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

Dipartimento per l’Istruzione

Direzione Generale per gli Ordinamenti Scolastici e per l’Autonomia Scolastica

Uff.II

 

Ai Direttori Generali degli Uffici Scolastici Regionali

LORO SEDI

e p.c.

Al Capo di Gabinetto

SEDE

Al Capo Dipartimento del

Dipartimento per l’Istruzione

SEDE

Al Capo dell’Ufficio Stampa

SEDE

 

Oggetto: Olimpiadi di italiano – Finalissima A.S. 2011-2012

Palazzo Vecchio – Firenze, 4 e 5 maggio 2012

 

Nell’ambito delle diverse iniziative avviate da questa Direzione generale per la promozione delle lingue e della cultura classica, si informano le SS. LL che il 4 e 5 maggio 2012 si svolgerà a Firenze, nella nobile sede di Palazzo Vecchio, la finalissima della seconda edizione delle Olimpiadi di italiano.

A compimento delle diverse fasi di allenamento e di selezione del corrente anno scolastico, cui hanno partecipato 15.000 studenti afferenti alle diverse classi di frequenza, la finalissima rappresenta il momento del confronto in presenza tra gli “olimpionici” che si sono classificati primi in ogni regione e per i diversi ordini di scuola: ultimo biennio di scuola primaria, triennio di scuola secondaria di I grado, secondo biennio e quinto anno delle scuole secondarie di II grado, compresi i licei italiani all’estero.

La prova si svolgerà nel Salone de’ Dugento, in Palazzo Vecchio, il 5 maggio 2012, alla presenza della Giuria presieduta dal Prof. Tullio De Mauro. Essa sarà immediatamente impegnata nella correzione degli elaborati e proclamerà il primo, il secondo e il terzo classificato per ogni categoria in gara e il primo classificato dei licei italiani all’estero.

Alla cerimonia di premiazione, che si svolgerà nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, interverranno rappresentanti del mondo istituzionale e culturale, a beneficio dell’impegno e dell’entusiasmo con cui le istituzioni scolastiche, i dirigenti, i docenti e gli studenti vogliono affermare la centralità della lingua italiana nel processo di formazione delle giovani generazioni.

Il programma prevede, nello svolgimento delle due giornate, molteplici momenti finalizzati ad intrattenere gli “olimpionici” con drammatizzazioni, canti e letture di testi di eminenti autori italiani contemporanei e non.

Una specifica sezione sarà dedicata alla poesia di Giovanni Pascoli nel centenario della sua morte.

Ulteriori informazioni sono reperibili sul sito: www.olimpiadi-italiano.it

 

IL DIRETTORE GENERALE

Carmela PALUMBO

———————–

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per l’Istruzione
Direzione Generale per gli Ordinamenti Scolastici e per l’Autonomia Scolastica
Uff.II

OLIMPIADI DI ITALIANO
FIRENZE, 4 e 5 maggio 2012
Palazzo Vecchio, Piazza della Signoria

Programma

Venerdì, 4 maggio 2012

Ore 14.30
Punto di ritrovo e di accoglienza
Palagio di Parte Guelfa – Piazzetta di Parte Guelfa, 1
Saluto dell’Assessore all’Educazione della Città di Firenze
Ore 15.30
Luca Maciacchini
Virgilio è ballabile
Ore 17.00
Luigi Dal Cin
Quante storie ragazzi! Piccoli appunti sul piacere di scrivere
Ore 20.00
Palazzo Vecchio, ingresso: Cortile di Michelozzo
Sala d’Armi
Buffet

Sabato, 5 maggio 2012
Ore 9.00
Punto di ritrovo
Palazzo Vecchio
Sala Incontri
Ore 9.30 – 11.30
Salone de’ Dugento
Svolgimento della gara nazionale
Ore 12.30
Sala d’Armi
Buffet
Ore 14,00 – 17.30
Salone de’ Dugento
Insediamento della Giuria e selezione dei vincitori
In attesa dell’esito…
Nel Salone dei Cinquecento
Ore 14,15
Lucilla Giagnoni legge
Dante
Ore 15,30
Fabrizio Frasnedi
Parole in canto: il fascino del melodramma
Ore 16,30
Oliviero Corbetta con l’accompagnamento del quintetto “Architorti” legge
Caproni, Fortini, Luzi, Merini, Pascoli, Pasolini, Raboni, Sanguineti, Volponi, Zanzotto
Ore 18.00
Salone dei Cinquecento
Presenta Ugo Cardinale
Saluti delle autorità istituzionali
Matteo Renzi, Sindaco di Firenze
Angela Palamone, MIUR – Direttore Generale Ufficio Scolastico Regionale per la Toscana
Carmela Palumbo, MIUR – Direttore Generale per gli Ordinamenti Scolastici
Antonio Lo Bello – Dirigente Uff. II D.G. Ordinamenti scolastici
Intervento di Tullio De Mauro, Professore Emerito dell’Università di Roma “Sapienza” – Presidente della Giuria
Proclamazione dei vincitori
Premiazione dei primi dieci classificati
Ore 20.30
Sala d’Armi
Cena

Decreto Direttore Generale 23 aprile 2012, n. 2468

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per l’Istruzione
Direzione generale per gli ordinamenti scolastici e per l’autonomia scolastica

Decreto Direttore Generale 23 aprile 2012, n. 2468

Esami di Stato di abilitazione all’esercizio delle libere professioni di perito industriale- Errata corrige O.M. n. 215 del 04.04.2012

Decreto Interministeriale 23 aprile 2012, AOOUFGAB Prot. n. 7232

Decreto Interministeriale 23 aprile 2012, AOOUFGAB Prot. n. 7232
(in GU 31 luglio 2012, n. 177)

IL MINISTRO DELL’ISTRUZIONE, DELL’UNIVERSITA’ E DELLA RICERCA
di concerto con
IL MINISTRO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI

VISTO il decreto legislativo 15 aprile 2005, n. 76 recante “Definizione delle norme generali sul diritto-dovere all’istruzione e alla formazione, a norma dell’articolo 2, comma 1, lettera c), della legge 28 marzo 2003, n. 53”;
VISTO il decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 226, e successive modificazioni, recante “Definizione delle norme generali e dei livelli essenziali delle prestazioni sul secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e formazione ai sensi della legge 28 marzo 2003, n. 53”, con particolare riferimento al Capo III;
VISTO il decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 87, Regolamento recante norme concernenti il riordino degli istituti professionali ai sensi dell’articolo 64, comma 4, del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito dalla legge 6 agosto 2008, n. 133;
VISTO l’Accordo in sede di Conferenza Stato-Regioni 29 aprile 2010, repertorio atti n. 36/CSR, riguardante il primo anno di attuazione 2010-2011 dei percorsi di istruzione e formazione professionale a norma dell’articolo 27, comma 2 del decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 226, recepito con Decreto del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca di concerto con il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali 15 giugno 2010;
VISTA l’Intesa in sede di Conferenza unificata 16 dicembre 2010, repertorio atti n. 129/CU, riguardante l’adozione di linee guida per realizzare organici raccordi tra i percorsi degli istituti professionali e i percorsi di istruzione e formazione professionale, a norma dell’ articolo 13, comma 1-quinquies del decreto legge 31 gennaio 2007, n. 7 convertito dalla legge 2 aprile 2007, n. 40, adottate con Decreto del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca n. 4 del 18 gennaio 2011;
VISTO  l’Accordo in sede di Conferenza Stato-Regioni 27 luglio 2011, repertorio atti n. 137/CSR, riguardante gli atti necessari per il passaggio a nuovo ordinamento dei percorsi di istruzione e formazione professionale di cui al decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 226 recepito con Decreto del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca di concerto con il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali il novembre 2011;
VISTO l’Accordo in Conferenza unificata 27 luglio 20 Il, repertorio n. 66/CU, riguardante la definizione delle aree professionali relative alle figure nazionali di riferimento dei percorsi di Istruzione e Formazione Professionale di cui al decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 226;
VISTO l’Accordo in sede di Conferenza Stato-Regioni 19 gennaio 2012, repertorio atti n. 21 /CSR, riguardante l’integrazione del Repertorio delle figure professionali di riferimento nazionale approvato con Accordo in Conferenza Stato-Regioni del 27 luglio 2011

DECRETANO

Articolo unico

Con il presente decreto è recepito l’Accordo in sede di Conferenza Stato-Regioni del 19 gennaio 2012, repertorio atti n. 21/CSR, riguardante l’integrazione del Repertorio delle figure professionali di riferimento nazionale approvato con l’Accordo in Conferenza Stato-Regioni del 27 luglio 2011 unitamente ai relativi allegati che ne fanno parte integrante.

Il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

Il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali

 

Decreto Direttoriale 23 aprile 2012 n. 74

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per l’Università, l’AFAM e per la Ricerca
DIREZIONE  GENERALE  PER  L’UNIVERSITA’, LO STUDENTE E IL DIRITTO ALLO STUDIO UNIVERSITARIO

Decreto Direttoriale 23 aprile 2012 n. 74

Indicazioni operative per le prove di selezione di cui all’articolo 15 del decreto del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca 10 settembre 2010, n. 249

 

IL DIRETTORE GENERALE

VISTA la legge 2 agosto 1999, n. 264 concernente “Norme in materia di accessi ai corsi universitari”;

VISTO il decreto del Ministro dell’istruzione, dell’Università e della Ricerca del 10 settembre 2010, n. 249, concernente il regolamento sulla “Definizione della disciplina dei requisiti e delle modalità della formazione iniziale degli insegnanti della scuola dell’infanzia, della scuola primaria e della scuola secondaria di primo e secondo grado, ai sensi dell’art. 2 comma 416 della legge 24 dicembre 2007, n.244”;

VISTO il decreto del Ministro dell’istruzione, dell’Università e della Ricerca dell’11 novembre 2011 “Definizione delle modalità di svolgimento e delle caratteristiche delle prove di accesso ai percorsi di tirocinio formativo attivo di cui all’articolo 15, comma 1, del decreto del Ministro dell’istruzione, dell’Università e della Ricerca 10 settembre 2010, n. 249”;

VISTO il decreto del Ministro dell’istruzione, dell’Università e della Ricerca del 14 marzo 2012, n. 31, con il quale è stato definito il numero dei posti disponibili  a livello nazionale per le immatricolazioni ai corsi di Tirocinio Formativo Attivo per l’abilitazione all’insegnamento nella scuola secondaria di primo e di secondo grado, per l’a.a. 2011-12;

VISTO il parere espresso in data 29 marzo 2012 dal Garante per la protezione dei dati personali, richiesto ai sensi del decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 “Codice in materia di protezione dei dati personali” e, in particolare, l’articolo 154, comma 4 e 5;

RITENUTO di dover fornire indicazioni operative in merito alle modalità di svolgimento del test preliminare e delle ulteriori prove di selezione, di cui all’articolo 15, comma 5, del Decreto Ministeriale n. 10 settembre 2010, n. 249;

D E C R E TA

 

Articolo 1
(Disposizioni generali)
1.    Il Ministero è responsabile della definizione dei contenuti e delle modalità di svolgimento del test preliminare per l’accesso ai corsi di Tirocinio Formativo Attivo di cui al DM del 10 settembre 2010, n. 249.
2.    Le Università determinano autonomamente i contenuti della prova scritta e della prova orale, di cui all’articolo 15, comma 5, del DM del 10 settembre 2010, n. 249.
3.    Le Università pubblicano il bando di concorso entro il 3 maggio 2012. Dal 4 maggio 2012 e fino al 4 giugno 2012 è attivata la procedura informatizzata di iscrizione on-line, di cui all’allegato 1, che costituisce parte integrante del presente decreto.
4.    Le Università curano le attività organizzative connesse allo svolgimento del test e delle prove, tenendo conto delle specifiche esigenze dei candidati con disabilità, a norma della legge 5 febbraio 1992, n. 104 e successive modificazioni, e dei candidati con disturbi specifici di apprendimento, a norma della legge 8 ottobre 2010, n. 170.
5.    Le Università nominano un responsabile del procedimento, ai sensi della legge 7 agosto 1990, n. 241 e ss mm, al fine di garantire la trasparenza di tutte le fasi del procedimento, dei criteri e delle procedure per la nomina delle commissioni giudicatrici.

 

Articolo 2
(Procedura di iscrizione)
1.    I candidati devono iscriversi al test, esclusivamente con modalità on-line attraverso la procedura di cui all’Allegato 1.

2.    Tale procedura prevede che i candidati inseriscano i seguenti dati: cognome e nome,  luogo e data di nascita, codice fiscale, residenza e recapito, Università e classe di abilitazione prescelta, titoli di ammissione, previa visione dell’informativa di cui all’allegato 2, che costituisce parte integrante del presente decreto.

3.    I dati di cui al comma 2, sono trattati esclusivamente per le finalità connesse alla procedura selettiva di accesso ai corsi per il tirocinio formativo attivo.

4.    Le Università rendono disponibile le informazioni inerenti il perfezionamento dell’iscrizione, incluse le modalità di pagamento del contributo per la partecipazione al test.

5.    I titoli eventualmente autocertificati quale attestazione del possesso dei requisiti d’accesso, devono essere verificati dalle Università prima della pubblicazione dei risultati della prova scritta e, laddove l’esito di tale verifica fosse negativo, i candidati sono esclusi dalla procedura selettiva. L’Università può in ogni caso adottare in qualsiasi momento provvedimenti di esclusione o decadenza nei confronti di coloro che risultino sprovvisti dei requisiti richiesti.

6.    La procedura di iscrizione al test relativo a ciascuna classe di abilitazione si conclude con il pagamento del contributo all’Università scelta dal candidato. La ricevuta di tale pagamento costituisce prova dell’avvenuta iscrizione e può essere presentata il giorno del test, qualora il candidato non risultasse nell’elenco predisposto dall’Università.

 

Articolo 3
(Test preliminare)
1.    Il test preliminare di cui all’articolo 1, comma 1 è predisposto da una commissione di ispettori ed esperti del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.

2.    Il test ha il medesimo contenuto su tutto il territorio nazionale per ciascuna classe di abilitazione e si svolge secondo il calendario, definito a livello nazionale, di cui all’allegato 3, che costituisce parte integrante del presente decreto.

3.    Il test comprende 60 domande, ciascuna formulata con quattro opzioni di risposta, fra le quali il candidato deve individuare l’unica esatta. Fra questi, 10 quesiti sono volti a verificare le competenze in lingua italiana, anche con riferimento alla comprensione di uno o più testi scritti. Gli altri quesiti sono inerenti alle discipline oggetto di insegnamento della classe.

4.    La risposta corretta vale 0,5 punti, la risposta non data o errata vale 0 punti.

5.    Il test ha inizio presso tutte le sedi alle ore 10.00 per le sessioni calendarizzate al mattino e alle ore 15.30 per le sessioni calendarizzate nel pomeriggio. Per lo svolgimento del test è assegnato un tempo di tre ore.

 

Articolo 4
(Prova scritta e Prova orale)
1.    Possono accedere alla prova scritta i candidati che abbiano conseguito una votazione non inferiore a 21/30 nel test preliminare.
2.    Possono accedere alla prova orale i candidati che abbiano conseguito una votazione non inferiore a 21/30 nella prova scritta.
3.    Il superamento della prova orale con un punteggio non inferiore a 15/20 è condizione per l’accesso al Tirocinio Formativo Attivo in relazione al posizionamento in graduatoria rispetto ai posti disponibili.
4.    I contenuti e il calendario delle prove scritte e orali sono predisposti autonomamente dell’ateneo che ne assicura adeguata pubblicità.

 

Articolo 5
(Valutazione dei titoli)
1.    I titoli valutabili e i relativi punteggi sono stabiliti nell’allegato 4, parte integrante del presente decreto.
2.    I titoli sono presentati dai candidati secondo le modalità previste dal bando.

 

Articolo 6
(Graduatoria)
1.    L’ateneo formula la graduatoria finale, per ciascuna classe di abilitazione.
2.    La graduatoria degli ammessi al TFA è predisposta sommando, ai punteggi conseguiti dai candidati che hanno superato il test preliminare, i risultati della prova scritta e i risultati della prova orale con votazioni non inferiore a 21/30 per il test, non inferiore a 21/30 per la prova scritta e non inferiore a 15/20 per la prova orale, il punteggio attribuito all’esito della valutazione dei titoli. In caso di parità di punteggio, prevale il candidato che abbia una maggiore anzianità di servizio nelle istituzioni scolastiche; nel caso di ulteriore parità, prevale il candidato più giovane.
3.    L’ammissione al TFA avviene secondo l’ordine della graduatoria per ciascuna classe di abilitazione, per un numero di candidati non superiore al numero dei posti disponibili per l’accesso, indicato nel bando.
4.    In caso di collocazione in posizione utile in graduatoria relativa a classi di abilitazione diverse, il candidato deve optare per l’iscrizione e la frequenza di un solo corso di TFA.
5.    Nel caso in cui la graduatoria dei candidati ammessi risulti composta da un numero di candidati inferiore al numero dei posti disponibili indicati nel bando non si procede ad alcuna integrazione e il corso è attivato per un numero di studenti pari al numero degli ammessi.

Roma, 23 aprile 2012

IL DIRETTORE GENERALE
f.to Daniele Livon

Circolare Ministeriale 23 aprile 2012, n. 33

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per l’Istruzione
Direzione Generale per gli Ordinamenti Scolastici e per l’Autonomia Scolastica
Ufficio V
MIURAOODGOS prot. n. 2470/R.U./U

Ai Dirigenti Scolastici degli Istituti Tecnici Statali
LORO SEDI
Ai Direttori degli Uffici Scolastici Regionali
LORO SEDI
Ai Dirigenti degli Uffici Scolastici Provinciali
LORO SEDI
Al Sovrintendente Scolastico per la Provincia di
BOLZANO
All’Intendente Scolastico per la Scuola in lingua tedesca
BOLZANO
All’Intendente Scolastico per la Scuola delle località ladine
BOLZANO
Al Sovrintendente Scolastico per la Provincia di
TRENTO
Al Sovrintendente agli Studi per la Regione Autonoma Valle d’Aosta
AOSTA
Alla Direzione Generale per l’università, lo studente e il diritto allo studio universitario
S E D E

OGGETTO: Commissioni esami Stato abilitazione esercizio libere professioni Perito agrario, Perito industriale e Geometra – Sessione 2012 – Reperimento Presidenti (Professori universitari e Dirigenti scolastici) e Commissari (Docenti) – Istruzioni.

A proposito di Indicazioni per la primaria

A proposito di Indicazioni per la primaria
(Il Ministero sta approntando la revisione delle Indicazioni del 2007)

di Claudia Fanti

Nelle Indicazioni (che tra poco verranno riviste e forse modificate), Decreto Ministeriale 31 Luglio 2007, l’articolo 3 recita così: ”Nella prospettiva della revisione degli ordinamenti degli studi vigenti per la scuola dell’infanzia, per la scuola primaria e per la scuola secondaria di primo grado, le istituzioni scolastiche verificano altresì – anche attraverso le pratiche di ricerca/azione – l’efficacia e le modalità di attuazione delle Indicazioni contenute nel documento allegato, utilizzando a riguardo tutti gli strumenti di flessibilità previsti dal D.P.R. 275/1999, con particolare riferimento agli articoli 4, 5 e 6. “

Ebbene credo di poter dire con certezza che la tanto decantata “ricerca/azione” è rimasta spesso nelle righe dell’articolo e lì si è fermata. Non per mancanza di volontà di dirigenti e insegnanti, bensì a causa della caterva di impegni collaterali da sbrigare, non ultimo quello relativo alla stesura e revisioni continue negli anni di POF che devono essere condivisi dal collegio, ciò unitamente al lavoro meticoloso con il quale si è stati impegnati a “leggere” i risultati delle prove Invalsi, a prenderne nota per “porre rimedio” alle lacune che alcuni insegnanti hanno creduto di ravvedere nel proprio lavoro didattico in classe. Purtroppo la categoria magistrale è impegnata da anni a scovare gli “errori” commessi colpevolizzandosi e battendosi il petto pur stimando poco le prove Invalsi. Ormai succede ogni anno. E’ un rito la cui colpa però dovrebbe ricadere sulla mania dei questionari di dare, essi sì, indicazioni. La categoria è formata da generazioni alquanto diverse e di differente provenienza e scuola di pensiero: ovviamente,di solito, ma non sempre, più si va in alto con l’esperienza, più si considerano poca cosa le rilevazioni Invalsi, Ocse e Pisa, e non certo per ignoranza. Al contrario, proprio per aver accumulato una solida competenza nell’osservazione dei fenomeni ricorrenti (relativamente a riforme, decreti applicativi e applicazioni). I più giovani sono i più sconcertati dinanzi alla realtà pulsante delle classi e alla contraddizione sconvolgente che vivono sulla propria pelle: da una parte hanno programmi, teorie studiate all’università, raccomandazioni ministeriali, dall’altra i tagli, le incongruenze delle scuole in cui lavorano, le quali pretendono risultati senza dare nulla in cambio in termini di supporto formativo, di accompagnamento alla professione reale. Inoltre, a livello di scuola primaria, i giovani e gli anziani devono fare i conti con una solitudine ormai quasi totale, quella antica che coloro i quali iniziarono la propria carriera come “maestri unici” ben conoscono.

Il sistema che si apre anche agli occhi degli ultimi arrivati, quei pochi che sono riusciti a essere assunti a tempo indeterminato, è più o meno questo, soprattutto nei grandi agglomerati scolastici: qualche saluto all’inizio dell’anno nel primo Collegio, la formazione di commissioni ognuna specializzata in qualche ambito: sicurezza, revisione del POF, organizzazione oraria del plesso, organizzazione di eventuali feste della scuola, ecc.

E, per ciò che riguarda l’insegnamento, c’è qualche sporadico aggiornamento a tema nel quale di solito ci si dimentica della interdisciplinarità, della trasversalità, della rete tra i saperi. In alcuni casi il capitolo della formazione è proprio chiuso a causa della scarsità di risorse economiche, quindi la scelta di fare formazione (anche per trovare risposte al proprio senso di inadeguatezza e alle incertezze dinanzi alle sfide che le classi reali ogni giorno lanciano alla preparazione teorica) è individuale e generalmente a spese della persona che vi si avventura così come l’acquisto di materiali, libri, riviste, pc…

Poi si entra in classe e là capita sovente una specie di sconvolgimento della persona insegnante insieme con i propri alunni: soli, in un recinto. Togliamo subito dalla testa di chi crede di tutto sapere e perciò criticare, che le responsabilità siano della formazione universitaria o dell’ignoranza individuale. La realtà è complessa e riguarda soprattutto proprio (si scusi il bisticcio) la realtà: i bambini sono oggi esseri umani con pretese, che vengono a scuola pronti a esprimersi, e spesso non hanno conosciuto l’autorevolezza dell’adulto, quindi la maestra se la deve conquistare con strategie esperte, mirate e ben studiate caso per caso. La classe è una comunità di esseri pronti a imparare e a vivere bene insieme, purché l’adulto abbia le idee chiare e cioè una eccezionale capacità di ascolto e un’altrettanta solida preparazione culturale, disciplinare, metodologica, didattica, umana…L’edificio scolastico generalmente è vecchio, privo di spazi, arredi a misura di bambino e di strumenti adatti alle attività di laboratorio; libri, atlanti, dizionari, carte geografiche, quando presenti, sono altrettanto vecchi, pochi e consumati dall’uso…Mancano fotocopiatori, registratori, impianti stereo per l’ascolto e la fruizione di musica, fari e faretti per rappresentazioni, proiettori…denaro per sostituire ciò che finisce o non funziona più…

Nel rileggere le Indicazioni del 2007 si nota quanto gli estensori abbiano battuto il ferro sul tema della Cittadinanza, del rispetto delle diversità affinché non divengano disuguaglianze anche in riferimento alla nostra splendida Costituzione, eppure non è con il solo progettare studi sulla Costituzione in classe che esso si tradurrà in crescita sociale per tutti. Anzi, se la Costituzione diverrà l’ennesima materia sarà controproducente per se stessa. Al contrario se la conduzione della classe sarà fin dall’infanzia organizzata in un modo cooperativo e sereno, se le azioni tutte, fin dalla prima, saranno impostate nel rispetto della collaborazione, con il dialogo e la discussione, con l’aiuto reciproco negli apprendimenti e senza tutto voler misurare e “votare” con freddi numeri differenziatori, la classe sarà palestra “costituzionale” di allenamento al futuro ingresso nella società degli adulti. La pratica della Cittadinanza democratica è l’unico modo per saper leggere e interiorizzare la nostra Costituzione. Le parole, le lezioni, gli elenchi di regole da rispettare, i cartelloni servono molto meno.

Le Indicazioni sostengono spesso che ogni disciplina deve farsi tramite di approccio al sapere in modo rispettoso della Costituzione e delle problematiche del mondo attuale. Lo dicono in modo egregio, alto, giusto, ma si sgretolano nell’incontro con la nostra realtà nelle classi per la pretenziosità delle loro richieste squisitamente disciplinari in un momento in cui ciò che di bello era stato costruito a fatica dalle maestre, e cioè una certa loro specializzazione-formazione su un’area disciplinare, sta drammaticamente finendo e sta lasciando il posto al maestro tuttologo, al maestro tappabuchi che corre a far supplenze (nelle classi dei colleghi) sacrificando le compresenze, e si scontrano anche con la preoccupazione per i test Invalsi e i risultati. Proprio i test tastano il terreno di due discipline, quelle basilari per l’avvio di un possibile ingresso nella società, quando, di contro, le Indicazioni chiedono il massimo alla primaria per tutte le discipline.
Si legga, per esempio, in Musica, come obiettivo da raggiungere: “rappresentare gli elementi sintattici basilari di eventi sonori e musicali attraverso sistemi simbolici convenzionali e non convenzionali”, oppure l’eseguire cori accompagnandoli con gli strumenti (quali e chi li sa usare con vera competenza? ovviamente ciò è lasciato alle abilità che un docente ha acquisito volontariamente e per passione nel corso della sua vita). Si sottovaluta quanto siano importanti l’ascolto e la fruizione di musica di provenienze e generi diversi da quelli che normalmente i bambini conoscono: essi hanno una grande disponibilità e si appassionano soprattutto se non si formalizza precocemente, se la musica non diviene l’ennesima materia di studio con eserciziari sui parametri sonori e sui sistemi simbolici convenzionali.

E Arte e immagine? Ebbene, le Indicazioni si sbizzarriscono con splendidi obiettivi che sembrano scritti per un corso del Dams.

Tuttavia questi sono solo un esempio delle tante pretenziose richieste delle Indicazioni per ciò che riguarda materie che ormai sono nei fatti lasciate alla deriva vista la carenza di ore, di specializzazione, di formazione. Le cosiddette materie nobili sono tra l’altro, nelle Indicazioni, estremamente vaghe nella loro onnicomprensività, come nel caso di uno degli obiettivi dell’Italiano per la fine della quinta: “…individuare e usare in modo consapevole modi e tempi del verbo; riconoscere in un testo i principali connettivi (temporali, spaziali, logici); analizzare la frase nelle sue funzioni (predicato e principali complementi diretti e indiretti).” Non che con i bambini non si possa avviare una riflessione su qualsiasi cosa. Tutt’altro, ma una formulazione del genere spalanca scenari preoccupanti lasciando la possibilità ai docenti (ripeto di diverse generazioni e derivazioni culturali -scolastiche) di spaziare in un campo alquanto accidentato vista la questione delle grammatiche, della grammatica, e pericoloso è poi l’accenno a “complementi diretti e indiretti”, che incentiva la pratica di alcuni insegnanti, i quali si adoperano nel tentare di “fare” raggiungere il maggior numero di“OBIETTIVI” con il maggior numero di complementi considerandoli tutti “principali”! O, nel caso del verbo, fanno studiare (non soltanto scoprirne l’uso e riflettere sul suo comportamento) tutte le sue peculiarità fino al si passivante, ai riflessivi pronominali, allo studio degli irregolari e altro ancora…Ciò rischia di accadere ancora e ancor più a causa delle prove Invalsi! Si vedono già gli effetti di tali prove-spauracchio guardando le proposte delle case editrici. E succede ora, proprio quando gli studiosi di didattica della lingua consigliano e si raccomandano di dare molto spazio all’analisi di testi, alla loro costruzione-rielaborazione, alla coerenza e coesione, al parlato pianificato, alla scrittura nei suoi molteplici aspetti, alla lettura competente, ecc.

E tra gli obiettivi finali della quinta delle Indicazioni di Matematica, troviamo elementi di statistica e probabilità in Relazioni, misure, dati e previsioni: “usare le nozioni di media aritmetica e frequenza”, “rappresentare relazioni e dati e, in situazioni significative, utilizzare le rappresentazioni per ricavare informazioni, formulare giudizi e prendere decisioni”, “in situazioni concrete, di una coppia di eventi intuire e cominciare ad argomentare qual è il più probabile, dando una prima quantificazione, oppure riconoscere se si tratta di eventi ugualmente probabili.”.
Ripeto, tutto può essere avviato, ma non come obiettivo alla fine della quinta, perché chi insegna matematica sa bene quanta sapienza (pazienza/ tempo) ci voglia per raggiungere obiettivi di ben diversa fattura, obiettivi che potrebbero parere semplici come ad esempio ricercare dati in un problema, saper individuarli-analizzarli dentro un testo, oppure far conoscere agli alunni le misure di peso, capacità, lunghezza, ecc., o rendere abili nell’uso di frazioni e decimali e così via…Il tempo che occorre è infinito, le esperienze concrete e astratte da far vivere devono essere molteplici e non sempre il risultato positivo è immediato.

Per non parlare degli obiettivi finali di Storia che sembrano scritti per il triennio delle superiori:

“Uso dei documenti: ricavare informazioni di diversa natura utili alla comprensione di un fenomeno storico. Rappresentare in un quadro storico sociale il sistema di relazioni tra i segni e le testimonianze del passato presenti sul territorio vissuto.
Organizzazione delle informazioni: confrontare i quadri storici delle civiltà studiate. Usare cronologie e carte storico geografiche per rappresentare le conoscenze studiate.
Strumenti concettuali e conoscenze: usare la cronologia storica secondo la periodizzazione occidentale (prima e dopo Cristo) e conoscere altri sistemi cronologici. Elaborare rappresentazioni sintetiche delle società studiate, mettendo in rilievo le relazioni fra gli elementi caratterizzanti. Produzione: confrontare aspetti caratterizzanti le diverse società studiate anche in rapporto al presente. Ricavare e produrre informazioni da grafici, tabelle, carte storiche, reperti iconografici e consultare testi di genere diverso, manualistici e non. Elaborare in forma di racconto orale-scritto gli argomenti studiati.”*1

E gli obiettivi di Tecnologia? Leggiamone uno: “ utilizzare le Tecnologie della Informazione e della Comunicazione (TIC) nel proprio lavoro” (magari senza collegamento internet, o peggio, senza pc e tablet di ultima generazione!); e in Geografia? Leggiamone un altro: “individuare problemi relativi alla tutela e valorizzazione del patrimonio naturale e culturale, analizzando le soluzioni adottate e proponendo soluzioni idonee nel contesto vicino”.

Sarebbe quasi niente, si potrebbe far finta che tutti tali obiettivi non esistano se poi al traguardo non ci fossero i voti e i giudizi sull’operato dei bambini, ma così non è, perché alla fine si deve giudicare, anzi misurare col voto, e non basta, c’è pure il questionario Invalsi che tra l’altro non si sa su quali standard si basa e da chi siano definiti.

Gli insegnanti un po’ ingenui potrebbero pensare che gli obiettivi scritti nero su bianco siano quelli su cui l’Invalsi si basa per stendere il questionario e sarebbe un vero tormento per la loro didattica. Fortunatamente la maggioranza dei docenti ha l’equilibrio necessario, per ora, di scrollare la testa e procedere con il lavoro “intenso ma normale” dedicato a bambini “intensi ma reali”.

Mi chiedo spesso quale sia la percezione che gli estensori dei documenti che riguardano gli apprendimenti abbiano dei bambini e della scuola così com’è oggi.
Ma sono mai entrati in contatto con l’infanzia in carne e ossa? Con le famiglie? Con le loro difficoltà del vivere? Con la mancanza di tempo e con la carenza di forza psicologica delle famiglie e dei loro bambini impegnati ad affrontare ciò che la società, il lavoro, il territorio, i media con i modelli da loro offerti sono diventati?

La scuola sognata ognuno di noi ce l’ha nel cassetto, ma quella POSSIBILE dovrebbe essere studiata con maggiore attenzione al fine di esercitare un minimo di controllo sulle pretese scritte nero su bianco e poi consegnate nelle mani e nelle menti di docenti e alunni, i quali devono fare i conti con la realtà e tentare di trasformarla in una dimensione di serenità e di speranza.

Mi piacerebbe che durante la revisione delle Indicazioni per la primaria, qualcuno al quartier generale si preoccupasse di non far sfoggio della propria competenza disciplinare e che invece la usasse per trovare un POSSIBILE lessico per affiancare nel loro difficile lavoro i docenti: sarebbe auspicabile almeno che, in sostituzione della parola OBIETTIVI, vi fosse la più realistica ORIENTAMENTI per “avviare, favorire, far intuire, stimolare, incentivare a, avvicinare a, allenare a…”, insomma una sorta di bussola per la scuola di base.

In ogni modo la scuola si è attivata da tempo per costruire curricoli possibili, lasciando sovente nel cassetto le Indicazioni, sia quelle del 2004 sia quelle del 2007. Tuttavia non mi sembra serio e neppure razionale che qualsivoglia programma ministeriale non tenga conto della realtà delle fasce di età a cui è diretto e dei diversi gradi di preparazione disciplinare ed esperienziale dei docenti, i quali tra l’altro non sono mai stati sostenuti da corsi di formazione ministeriali di alcun tipo come invece avvenne nella fase di avvio dei Programmi del 1985, i quali, tra parentesi, sono ancora seguiti e amati per la loro profondità e completezza da molte scuole: come non tenerne conto?

Inoltre, e per concludere, se il sistema italiano d’istruzione ha scelto l’inclusione, l’integrazione e l’accoglienza, non si possono fare le nozze con i fichi secchi! L’attenzione dovuta a tutti, proprio a tutti, dovrebbe far riflettere sulle pretese e lasciare agli insegnanti la possibilità di indagare, di potenziare, di tarare contenuti, strategie e azioni del proprio lavoro d’aula sulla base dei bambini reali che si trovano dinanzi. Infatti non è ininfluente la presenza di un alto numero di alunni tra i quali ce ne sono tanti con un estremo bisogno di cura, di ascolto e di strategie mirate. Si dovrebbe, nel pensare a Indicazioni nazionali, comunicare e avere estremo rispetto, riguardo e fiducia nelle capacità di discernimento dei professionisti dell’istruzione che ogni giorno sono in prima linea tentando di porre rimedio ai guasti della società. Sono soltanto loro che possono eventualmente alzare l’asticella degli obiettivi di apprendimento, organizzare attività con difficoltà di comprensione maggiori se i bambini con i quali lavorano lo consentono, sempre tenendo conto, però, delle necessità dell’infanzia che sono anche quelle del gioco, della voglia di stare insieme con i pari in un clima rispettoso del loro bisogno di rilassanti rapporti gioiosi e amichevoli: “bravi” e “meno bravi”, tutti bambini, non scordiamolo mai. I bambini non devono crescere soltanto come futuri cittadini adulti consapevoli, devono poter essere bambini accompagnati anche dalla fantasia, dalla poesia, dall’immaginario in spazi e tempi adatti a loro, alla loro voglia di vivere nella gioia…almeno da piccoli!

*1Per ciò che riguarda Storia sarebbe opportuno lasciare alla scuola secondaria di primo grado il compito di una formalizzazione più compiuta e “accontentarsi” nella primaria di obiettivi alla portata dei bambini.
Ad esempio si potrebbero snellire gli obiettivi nel seguente modo:

Uso dei documenti: ricavare informazioni da fonti di facile comprensione.
Organizzare le informazioni: leggere testi di vario tipo e saper organizzare i dati ricavati.
Strumenti concettuali e conoscenze: usare la cronologia storica secondo la periodizzazione occidentale (prima e dopo Cristo). Elaborare rappresentazioni sintetiche delle società studiate.
Produzione: confrontare aspetti caratterizzanti le diverse società studiate anche in rapporto al presente. Elaborare in forma di racconto orale gli argomenti studiati.

Inoltre molti insegnanti della primaria vorrebbero una periodizzazione diversa che permettesse una certa ripetitività del ciclo storico per dar modo ai bambini, curiosi e interessati a tutto ciò che li circonda e non ancora disturbati dalle pulsioni adolescenziali che ben conosciamo, di soddisfare la loro passione per le testimonianze e i segni che la Storia, in particolare quella del ‘900, ha lasciato sul territorio. Si aggiunge poi che la scuola media potrebbe, ad esempio, ripartire tranquillamente dai Comuni per giungere senza affanno alla storia del ‘900 con ulteriori approfondimenti impossibili nella fascia di età della primaria.

2 Rileggendo le Indicazioni di Corpo, movimento sport e quelle per la lingua comunitaria, ritengo che gli obiettivi siano condivisibili e scritti con attenzione e rispetto per le fasce di età a cui sono rivolti. Evidentemente gli estensori erano persone con grande senso della realtà e spiccata sensibilità.
Purtroppo, però, sulla lingua comunitaria, ora, con la progressiva scomparsa (a causa dei tagli dissennati) dell’ottimo contributo che gli specialisti di lingua straniera avevano dato agli apprendimenti dei nostri alunni della primaria, si sta “rovesciando” tutta la superficialità delle scelte ministeriali degli ultimi anni, le quali prevedono di formare maestri non laureati in lingue straniere con corsi di formazione affrettati e resi a insegnanti dalla pronuncia improponibile ormai consolidata e provenienti da tutt’altra formazione scolastica.

E. Freud, Marrakech

Nei limiti del viaggio

 di Antonio Stanca

Ora ha quarantanove anni, nel 1992 ne aveva ventinove e scrisse Marrakech, il suo primo romanzo che di recente è stato pubblicato in Italia dalla casa editrice Voland di Roma con la traduzione di Monica Pesetti. Nel 1993 l’opera la fece rientrare nella classifica formulata dal magazine “Granta” dei venti migliori giovani scrittori inglesi. Si tratta di Esther Freud, pronipote di Sigmund e figlia del famoso pittore Lucian. È nata a Londra nel 1963 ed è giunta alla scrittura piuttosto tardi perché è stata una bambina dislessica, perché ha seguito fino a sedici anni la madre nei suoi numerosi viaggi e perché all’inizio si è impegnata in altre direzioni. Ha frequentato scuole di teatro quali il Kingsway College e il famoso Drama Centre, ha lavorato per la televisione. Dopo molto tempo ha constatato di non avere attitudine per la recitazione e si è rivolta alla scrittura. A questa si dedicherà con costanza come aveva fatto il padre nel suo lavoro di pittore. Si farà già conoscere col primo romanzo Marrakech, il cui titolo originale è Hideous Kinky e che nel 1998 sarà trasformato nel film omonimo dal regista Gillies Mackinnon. Come nei romanzi che seguiranno anche in questo la Freud trasferirà fasi, momenti, aspetti di una vita vissuta a lungo con la madre, che si era separata dal padre, con la sorella e un fratellastro. Cercherà nelle esperienze trascorse da quando era bambina fino ai tempi precedenti il matrimonio con l’attore David Morrissey, i motivi per narrare, creare situazioni, personaggi che superino la contingenza e acquistino un valore più esteso. Non sempre, però, riesce la scrittrice in questi propositi dal momento che la sua narrazione rimane spesso nei limiti della realtà rappresentata o resta solo una descrizione. Di una scrittrice che ancora si sta formando si potrebbe dire della Freud poiché anche nelle opere più recenti continua tale maniera e divisa è generalmente la sua narrativa tra quanto cercato e quanto ottenuto, tra aspirazioni e risultati.

In Marrakech si è all’inizio di questa scrittura, qui c’è una madre che, con le due piccole figlie, fugge dall’Inghilterra degli anni ’60 per raggiungere il Marocco e con esso l’evasione dalle regole consolidate, la libertà per sé e la novità per le bambine. Giunte a Marrakech non sanno se resteranno per sempre o per poco, dove alloggeranno, con chi, come vivranno, cosa faranno. Tutto è nuovo ma tutto è incerto e così rimarrà fino alla fine dopo che avranno vissuto una serie infinita di avventure, di situazioni, dopo che saranno state in tanti luoghi, con tante persone, in tante case e avranno sofferto tanta povertà. A dire di tutto questo sarà la più piccola delle figlie, quella di cinque anni, sarà la sua la voce narrante del romanzo, sarà lei il riflesso di tutte le circostanze. E nella bambina che vede, sente, chiede, pensa, spera, sogna, osserva, giudica, la Freud traspone sé stessa, nella madre sua madre, nel viaggio uno dei tanti compiuti insieme a lei e bene è riuscita nell’impresa, bene ha reso i problemi dai quali la sua famiglia era stata attraversata durante gli anni della sua fanciullezza ma non è andata oltre gli aspetti propri di un  viaggio. Nei limiti di questo è rimasta, non ha fatto emergere risultati, valori che colmassero le insoddisfazioni delle donne. Li avrebbe voluti la Freud, una loro ricerca doveva essere il viaggio ma non si è compiuta e unici meriti dell’opera sono quelli di un’espressione chiara, scorrevole, di una lingua sicura, capace di rendere con facilità le tante situazioni che un viaggio lungo e una terra come l’Africa con i suoi miti, le sue leggende, le sue tradizioni può comportare, di cogliere i minimi particolari della realtà, dell’idea, di ordinare le molte azioni, i molti pensieri, le molte vicende delle  protagoniste. Oltre quanto visto, vissuto, pensato da esse niente è avvenuto e uguale a quella iniziale è rimasta la loro condizione. Non c’è stato uno sviluppo, una maturazione che migliorasse il loro stato, che concludesse la loro ricerca e ancora senza sapere a cosa tendere intraprendono la via del ritorno in Inghilterra. Indagata è stata la loro anima dalla scrittrice ma non aiutata a risolvere i suoi problemi, a chiarirsi un modo di essere, di fare, ad acquisire una certezza, una verità che la sottragga alle inquietudini che l’assillano.

Sentenza TAR Calabria 20 aprile 2012, n. 631

N. 00631/2012 REG.PROV.COLL.

01022/2009  REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Calabria

(Sezione Seconda)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 1022 del 2009, proposto da:
……………………………, rappresentati e difesi dall’avv. Domenico Lo Polito, con domicilio eletto presso Demetrio Battaglia in Catanzaro, via G. Da Fiore;

contro

Ministero Pubblica Istruzione Direzione, rappresentato e difeso dall’Avvocatura, domiciliata per legge in Catanzaro, via G. Da Fiore, 34; Ufficio Scolastico Regionale della Calabria, Ufficio Scolastico Provinciale Cosenza;

e con l’intervento di

ad adiuvandum:
……………………………………………………………., rappresentati e difesi dall’avv. Domenico Lo Polito, con domicilio eletto presso Demetrio Battaglia in Catanzaro, via G. Da Fiore;

per l’annullamento

del decreto dell’Ufficio Scolastico Provinciale di Cosenza prot. N. 16008 in data 8 luglio 2009, nella parte in cui, per l’insegnamento della disciplina “Strumento Musicale”, non ha disposto l’istituzione di nuovi posti in misura corrispondente al numero di alunni richiedenti la disciplina per ciascun indirizzo;

 

Visti il ricorso e i relativi allegati;

Visto l’atto di costituzione in giudizio di Ministero Pubblica Istruzione Direzione;

Viste le memorie difensive;

Visti tutti gli atti della causa;

Relatore nell’udienza pubblica del giorno 20 aprile 2012 il dott. …………….. e uditi per le parti i difensori come specificato nel verbale;

Ritenuto e considerato in fatto e diritto quanto segue.

 

FATTO e DIRITTO

Con il presente gravame i ricorrenti chiedono l’annullamento del decreto dell’Ufficio Scolastico Provinciale di Cosenza prot. N. 16008 in data 8 luglio 2009, pubblicato il 9.7.2009, nella parte in cui, per l’insegnamento della disciplina “Strumento Musicale”, non ha disposto l’istituzione di nuovi posti in misura corrispondente al numero di alunni richiedenti la disciplina per ciascun indirizzo.

Nel ricorso si espone che: a) con legge n. 124/1999 l’insegnamento “Strumento Musicale”, nei corsi funzionanti a seguito dei decreti ministeriali in data 3 agosto 1979 e 13 febbraio 1996, è stato ricondotto ad ordinamento; b) con decreto ministeriale n. 201/1000 è stata prevista la dotazione organica di quattro cattedre per ciascun corso; c) l’art. 2 del decreto ministeriale n. 37/2009, nel definire il quadro orario per la composizione delle cattedre di scuola secondaria di primo grado, inserisce fra le materie anche lo “Strumento Musicale”; d) per l’istituzione della cattedra vengono individuate sei ore settimanali per classe o gruppo di alunni per ognuno dei quattro strumenti, con l’istituzione di un posto per 18 ore settimanali; e) per la definizione dell’organico provinciale risulta applicabile il decreto ministeriale n. 201/1999 e la circolare n. 38/2009, secondo cui sono mantenuti in organico di diritto i corsi attivati ed eventuali corsi debbono essere istituiti sempre in organico di diritto; f) con l’approvazione dell’organico di diritto di cui al decreto impugnato non si è proceduto ad alcuna nuova costituzione di posti nell’organico di diritto.

Con unico e articolato motivo di gravame, i ricorrenti lamentano “violazione del decreto ministeriale n. 201/1999, della legge n. 124/1999, del d.lgs. n. 266/2005, contraddittorietà di provvedimenti normativi (decreto ministeriale n. 201/1999 e decreto interministeriale comunicato con Circolare n. 38/2009), illegittimità della mancata istituzione dei posti di strumento musicale per contrasto con la normativa in materia di obbligo scolastico e violazione del principio costituzionale del diritto allo studio”.

In particolare, i ricorrenti osservano che: a) il decreto ministeriale n. 201/1999 prevede un sistema di costituzione dei posti per la disciplina “Strumento Musicale” legata alla presenza di classi o gruppi di alunni tali sin dalla formazione dell’organico di diritto: b) con il provvedimento impugnato, pur in presenza di documentate richieste dei genitori, non sono stati istituiti nell’organico di diritto i posti corrispondenti; c) il decreto interministeriale, anche in violazione del diritto costituzionale allo studio, limita apoditticamente il numero dei posti per ogni Provincia.

L’Amministrazione statale, costituitasi in giudizio, chiede il rigetto del ricorso senza argomentare in ordine alle proprie conclusioni.

Con ordinanza n. 970/2011 in data 9 giugno 2011, sono stati richiesti all’Ufficio Scolastico Provinciale di Cosenza documentati chiarimenti, forniti di adeguati richiami alla disciplina cui si è dato applicazione, in merito alla decisione di non disporre, per l’insegnamento della disciplina “Strumento Musicale”, l’istituzione di nuovi posti in misura corrispondente al numero di alunni richiedenti la disciplina per ciascun indirizzo.

L’Ufficio Scolastico Provinciale non ha adempiuto all’ordine istruttorio del Tribunale che, pertanto, ha ritenuto necessario reiterare l’incombente istruttorio, ordinando all’Ufficio Scolastico Provinciale di Cosenza di fornire i documentati chiarimenti di cui si è detto, con l’avvertenza che, in difetto, il Collegio potrà valutare il contegno processuale dell’Amministrazione ai sensi dell’art. 116, secondo comma, c.p.c.

Considerato che L’Ufficio Scolastico Provinciale non ha adempiuto neppure al secondo ordine istruttorio del Tribunale, e che il Collegio, ai sensi dell’art. 64, c. 4, c.p.a., può desumere argomenti di prova anche dal comportamento processuale delle parti, deve ritenersi sufficientemente provata la deduzione di parte ricorrente secondo cui l’amministrazione statale ha ingiustificatamente determinato l’organico controverso senza tener conto delle richieste degli alunni per la costituzione di corsi di insegnamento dello strumento musicale.

Ne deriva l’illegittimità, per eccesso di potere, dell’atto determinativo dell’organico, non essendo comprensibili le ragioni per cui l’Amministrazione scolastica ha disatteso le istanze degli studenti e non ha istituito un numero di cattedre di insegnamento di strumento musicale corrispondente alle richieste effettivamente presentate.

Di conseguenza, il ricorso deve essere accolto e, per l’effetto, deve essere annullato il provvedimento impugnato nella parte in cui, per l’insegnamento della disciplina di strumento musicale, non è stata disposta l’istituzione di nuovi posti in misura corrispondente al numero di alunni richiedenti l’insegnamento della disciplina.

Le spese di giudizio, secondo il criterio della soccombenza, devono essere poste a carico dell’Amministrazione resistente, nella misura liquidata in dispositivo.

P.Q.M.

Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Calabria (Sezione Seconda), definitivamente pronunciando sul ricorso, come in epigrafe proposto, lo accoglie e, per l’effetto, annulla il provvedimento impugnato, nei sensi di cui in motivazione.

Condanna il ministero resistente al pagamento, in favore dei ricorrenti, della complessiva somma di euro 2000,00 (duemila) a titolo di rimborso delle spese processuali, oltre rimborso del contributo unificato ed altri accessori dovuti per legge.

Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall’autorità amministrativa.

Così deciso in Catanzaro nella camera di consiglio del giorno 20 aprile 2012 con l’intervento dei magistrati:

…………………., Presidente FF

………………… , Referendario, Estensore

…………………., Referendario

 

 

L’ESTENSORE

IL PRESIDENTE

 

 

 

 

 

DEPOSITATA IN SEGRETERIA

Il 21/06/2012

IL SEGRETARIO

(Art. 89, co. 3, cod. proc. amm.)