I neo-prof: arrivate via email le sedi assegnate, tra disperazione e speranze

da la Repubblica

I neo-prof: arrivate via email le sedi assegnate, tra disperazione e speranze

Scattata l’ora X, il sito del ministero dell’Istruzione diventa una bolgia. La proposta deve essere scaricata prima di poter sapere a quale città si è destinati. Ecco le prime reazioni: “Mi mandano a centinaia di chilometri di distanza…” Se si hanno supplenze c’è tempo fino a luglio 2016. Per tutti gli altri, dieci giorni per decidere se accettare

Salvo Intravaia

Scatta l’ora X e migliaia di precari della scuola vengono assunti a centinaia di chilometri da casa. Poco dopo mezzanotte, il sito del ministero dell’Istruzione diventa una bolgia. Migliaia di precari tentano di entrare nel sistema per vedere in quale provincia sono andati a finire, ma spesso il sistema si inceppa. Con le mani tremanti, raccontano, hanno aperto la mail della famigerata fase B: quella che, per coprire 16mila posti rimasti vacanti dalle prime due fasi del Piano straordinario di assunzioni previsto dalla Buona scuola, può collocare i precari che hanno fatto domanda – quasi 72mila – in una qualsiasi provincia italiana. Dove c’è un posto da coprire, in altre parole. Alcuni, con situazioni familiari particolari, hanno chiesto aiuto ai colleghi per affrontare quello che chiamano il Capodanno della scuola. Alle ore 00:01 in punto il cervellone ministeriale ha inviato alle caselle di posta elettronica dei precari inseriti nelle graduatorie ad esaurimento e degli idonei dell’ultimo concorso a posti un avviso. Ma per scoprire la sede “sorteggiata” dal cervellone ministeriale per l’immissione in ruolo, in base alle scelte operate nella domanda online, è stato necessario collegarsi al sito istanzeonline e scaricare il Pdf con la proposta. “Un gruppo di colleghe – spiega Leonardo, di Palermo – mi ha chiesto di andare a prendere una pizza tutti insieme questa sera e di aspettare l’ora fatidica in compagnia: non se la sentivano di affrontare questo momento da sole a casa”.

La molisana Caterina Di Vico, docente di sostegno alla primaria, non crede ai suoi occhi. “A 55 anni mi mandano in provincia di Modena. Come faccio a lasciare solo mio marito che ha 60 anni. Mi viene da piangere. Non riuscirò mai ad essere trasferita prima della pensione. E non ho neppure nulla da festeggiare: sono a 574 chilometri da Campobasso. E abbiamo scoperto che è una tragedia anche raggiungere il posto perché le ferrovie hanno soppresso alcune fermate”. Bianca Savarese, di Vico Equense in provincia di Napoli, racconta che con cinque abilitazioni un bambino piccolo e un mutuo da pagare viene spedita a Roma ad occuparsi del sostegno alla scuola media. “Sono arrabbiata soprattutto per le modalità”, è la prima cosa che dice.Evelina Tarallo di Palermo, con tre figli a carico, è frastornata perché la sua destinazione è in provincia di Milano. “Non so se si tratti di una cosa tremenda o buona. Sono incredula” riesce a dire a caldo. Il collega Giuseppe Muliedda, palermitano anche lui, racconta di una emozione fortissima accentuata dal sistema che non si apre. “Mi tremavano le gambe. Poi sono riuscito ad entrare e vedo che mi mandano a Roma. Dopo 17 anni di precariato, questo giorno me lo immaginavo diversamente. Domani dovrò dire a mio figlio che il prossimo anno dovrò partire”. Stato d’animo simile per Massimiliano Miceli, che da Palermo dovrà andare a Belluno. “Mi hanno nominato sul sostegno alla media, dove non ho mai fatto un giorno di supplenza. E’ allucinante”.

Ma tutti e tre otterranno la supplenza in provincia di Palermo e quest’anno non partiranno: dovranno prendere servizio nella provincia di destinazione il primo luglio 2016. E avranno dieci mesi di tempo per organizzarsi, sperando che nel frattempo cambi qualcosa. Tirano un sospiro di sollievo Teresa Cecere, di Fasano in provincia di Bari, che concorreva per un posto alla primaria. E ora spera di rientrare nella fase C che metterà in palio altri 55mila posti. Stesso discorso per Massimiliano Rolff di Genova, Stefania Carrapa, leccese di origine ma residente a Milano, e Adriana Gazzelli che ha atteso la nomina a Prato. E in parecchi si ritrovano a festeggiare lo scampato pericolo, piuttosto che l’assunzione attesa da anni.

Assegnate diecimila cattedre, ma mancano i prof di sostegno

da La Stampa

Assegnate diecimila cattedre, ma mancano i prof di sostegno

Gli insegnanti della Fascia B hanno scoperto la destinazione, molti dovranno trasferirsi. Resta la grana dei diplomati delle scuole magistrali che vanno inseriti nelle graduatorie
carlo gravina, ilario lombardo

ROMA

Questa mattina circa 10 mila insegnanti avranno già conosciuto il proprio destino. Sono coloro che rientrano nella Fase B, che assegna i posti residuali dell’organico di diritto su base nazionale. A mezzanotte e un minuto, aprendo la posta, avranno trovato la mail contente la sentenza prodotta dall’algoritmo usato dal Miur e sapranno dove sono finiti. Se in una provincia del Nord, come temevano la maggioranza dei precari del Sud, o più vicino a casa. Gli aspiranti docenti avranno poi dieci giorni di tempo, per accettarla o rifiutarla. Se rifiutano, saranno fuori e non resterà loro che il concorso. Intanto, in attesa che altri 55 mila docenti vengano assunti nella Fase C, attraverso il potenziamento dell’organico a novembre, in queste ore la riforma comincia il suo faticoso cammino in aula. Ieri è partito l’anno scolastico, ma il 15 settembre, quando torneranno in classe, i ragazzi troveranno una scuola che assomiglia ancora a quella dell’anno precedente.

Diplomati magistrali

L’ultima grana è arrivata dal Consiglio di Stato che ha accettato il ricorso presentato da 2 mila diplomati magistrali, e ha emesso un’ordinanza che obbliga il ministero a reintegrarli nelle graduatorie a esaurimento, da cui erano stati esclusi. Il governo minimizza: «Non cambia nulla», e offre la possibilità di un inserimento in coda. Gli insegnanti chiedono di essere ammessi al piano di assunzioni in corso. Ma questa è soltanto una delle tante spine che potrebbero arrivare dalle magistrature di diverso livello prese d’assalto dai ricorsi. Un altro sarebbe pronto per la presunta mancata trasparenza delle procedure nelle fasi B e C, in quanto non sarebbero stati comunicati gli esatti posti disponibili per classe di concorso.

Precari storici negli asili

Ieri davanti al Campidoglio erano accampate decine di precarie. Sono alcune delle «esodate» dei nidi e delle scuole dell’infanzia, incappate nell’effetto paradossale di una sentenza della Corte di Giustizia europea che avrebbe dovuto tutelarle, e invece le riduce senza lavoro e stipendio. Strasburgo ha condannato l’Italia e stabilito che non si possono coprire le carenze di organico con il personale precario. E così educatrici con 36 mesi di contratti alle spalle non potranno partecipare al bando del Comune per le nuove supplenze. Per un singolare cortocircuito burocratico, la riforma prevede una deroga per le scuole statali, ma non per quelle comunali. Roma è il primo caso e, calcolano i sindacati, coinvolge circa 5 mila precari storici. Potrebbero essere il doppio in tutta Italia. «Un’intollerabile ineguaglianza», la definisce l’assessore capitolino ed ex ministro Marco Rossi Doria, chiedendo, d’accordo con l’Anci, l’intervento del governo.

Posti vacanti

Il Miur deve fare i conti anche con un altro problema: la mancanza di docenti di sostegno e di matematica. Specialmente per le scuole medie. Due fattori che andranno a erodere il numero complessivo delle assunzioni previste. Inoltre, delle 71.643 domande pervenute, circa 15 mila sono state inoltrate da professori della scuola per l’infanzia che però, nella fascia da 3 a 6 anni, non mette a disposizione neanche una cattedra. Per trovare i professori che mancano, specialmente sulle classi di concorso scoperte, il Miur dovrà aumentare i posti che saranno assegnanti, entro la fine dell’anno, nel nuovo maxi concorso.

Le supplenze

Per mitigare temporaneamente gli effetti del maxi esodo dei docenti, specialmente in direzione Sud-Nord, il Miur ha stabilito che chi otterrà una supplenza potrà svolgere l’anno scolastico nel luogo in cui ha accettato la proposta e rinviare al prossimo anno il trasferimento nella sede in cui è stata prevista l’assunzione.

È stato perciò deciso di anticipare all’8 di settembre la scadenza per l’assegnazione delle supplenze. Un’opzione che se da un lato consente al precario di rinviare di un anno il trasferimento lontano da casa, e casomai sperare nel maxi piano di mobilità previsto per l’anno scolastico 2016/2017, dall’altro contribuisce a procrastinare per altri 365 giorni una situazione di incertezza.

 

Perché se infatti non si libererà alcuna cattedra, al docente non resterà altro che fare la valigia.

Rinnovo contratto, Madia rassicura: con la Legge di Stabilità troveremo le risorse

da La Tecnica della Scuola

Rinnovo contratto, Madia rassicura: con la Legge di Stabilità troveremo le risorse

Per il ministro della PA, Marianna Madia, “certamente” con la Legge di Stabilità si troveranno le risorse per rinnovare i contratti pubblici: coinvolgerà tutti i dipendenti, inclusa la scuola.

“Ci sarà una discussione collegiale e stabiliremo quanto risorse saranno disponibili per il rinnovo dei contratti e poi apriremo una nuova stagione contrattuale”, ha dichiarato il responsabile della Funzione Pubblica, a margine di un intervento a un dibattito alla festa dell’Unità a Milano.

In particolare, quando gli è stato chiesto se ci saranno risorse per tutti i comparti del pubblico impiego, anche per la scuola, Madia ha risposto in questo modo: “assolutamente sì, però per onestà – ha spiegato – aspettiamo la discussione della Legge di Stabilità perché partendo dalle varie priorità che ci saranno e dalle risorse disponibili possiamo aprire una nuova stagione contrattuale che abbia delle fondamenta concrete”.

Ricordiamo che il contratto del pubblico impiego è uno di quelli che da più tempo attende il rinnovo (cinque anni) e che quello della scuola è fermo dal 2009. Sul rinnovo, tuttavia, è bene ricordarlo, pesa la spada di Damocle del cosiddetto “merito” professionale, che attraverso la Legge 150/09 ha di fatto cancellato i tradizionali aumenti di stipendio “a pioggia”.

Vicepresidi, salta la cancellazione degli esoneri: confermati quelli dell’anno scorso

da La Tecnica della Scuola

Vicepresidi, salta la cancellazione degli esoneri: confermati quelli dell’anno scorso

All’ultimo momento, nel giorno d’avvio dell’anno scolastico 2015/16, salta la cancellazione degli esoneri dei vicari dei presidi, prevista dalla Legge di Stabilità.

“È risolto il nodo dell’esonero dall’insegnamento per i vicari dei dirigenti scolastici”, ha detto, il 1° settembre, ai microfoni del Tg1 della sera il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Stefania Giannini.

“Si tratta di una buona notizia che accompagna l’avvio ufficiale del nuovo anno scolastico – ha proseguito Giannini – d’accordo con il Ministero dell’Economia consentiremo di confermare l’esonero dall’insegnamento a un vicario per attività di supporto ai dirigenti scolastici alle scuole che lo avevano lo scorso anno”.

Si risolve quindi, ad una manciata di giorni dall’avvio delle lezioni, il problema che forse più di tutti avrebbe messo in crisi l’organizzazione degli oltre 8.500 istituti scolastici italiani. Resta ora da capire, dove Miur e Mef abbiano trovato le risorse per coprire il risparmio previsto dalla ex Legge Finanziaria approvata lo scorso 23 dicembre.

In ogni caso, anche se non è da escludere che i fondi – che per legge vanno comunque mantenuti – siano stati sottratti allo stesso comparto Istruzione, quel che importa in questo momento è che le scuole – ricordiamo che più di 2mila andranno in reggenza – anche quest’anno potranno contare su un figura professionale in moltissimi casi indispensabile per il buon andamento scolastico e dell’intera struttura formativa.

C’è, però, un altro aspetto da considerare, che ‘La Tecnica della Scuola’ e pochi altri addetti ai lavori avevano comunque da tempo previsto: a favorire la conferma dei vicari dello scorso anno è stata la presa di coscienza, da parte dell’amministrazione, che l’organico funzionale, da cui si ricaveranno anche i collaboratori del dirigente scolastico nella scuola della riforma, tarderà ad arrivare. Le scuole, in pratica, non potevano autogestirsi per diversi mesi. Così, è stata fatta la cosa più logica: quella che sindacati e dirigenti stessi chiedevano da tempo.

Gemellaggi elettronici eTwinning in Italia

Scuola: crescono i gemellaggi elettronici eTwinning in Italia
INDIRE pubblica i dati dei 10 anni dell’azione europea

Crescono del 120% gli insegnanti iscritti alla piattaforma europea, con un’alta partecipazione dal Sud d’Italia.  E’ quanto emerge dai dati sui primi 10 anni di gemellaggi elettronici eTwinning, l’azione europea che dal 2005 mette in contatto insegnanti e classi per fare didattica in modi innovativi, sfruttando le nuove tecnologie. Nei numeri diffusi dall’Unità nazionale eTwinning INDIRE, il nostro Paese registra ritmi di crescita tra i più elevati d’Europa: le scuole italiane sono fra le più attive e numerose in termini di partecipazione, risultati e riconoscimenti e l’Italia è il quinto Paese, tra i 35 partecipanti, per insegnanti iscritti, dopo Turchia, Polonia, Francia e Spagna.

Il Presidente di INDIRE, Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa, Giovanni Biondi, dichiara: “La scuola italiana è stata tra le prime ad aprire le porte a questo nuovo modo di insegnare, dove insegnanti e alunni possono connettersi, collaborare e condividere all’interno della più grande comunità europea dedicata all’apprendimento online. Negli anni i gemellaggi sono aumentati in modo esponenziale per l’attualità degli strumenti ICT, la novità di lavorare insieme da qualsiasi regione e per l’immediatezza con cui, con una buona idea, si può iniziare qualsiasi percorso di lavoro”.

2005-2014: i dati della partecipazione
Si registra un incremento costante dei docenti italiani iscritti alla piattaforma, oltre 25.000 (circa l’8% degli oltre 300.000 iscritti in tutta Europa), segnando in particolare un record di crescita nel triennio 2012-2014, con circa 13.750 nuove registrazioni (+120% in tre anni) e un aumento significativo dei nuovi progetti attivati, più di 4.200 sui 10.500 totali attivati dal 2005 (+ 70%). Le scuole registrate sono 9.500 e in media sono 3 gli insegnanti iscritti alla piattaforma in ciascun istituto. Sono 3.350 le scuole secondarie di secondo grado iscritte (la tipologia di istituti più presente), seguono le secondarie di primo grado -scuole medie- (3.000), quindi le primarie (2.700) e le scuole dell’infanzia (450). Quanto agli insegnanti registrati a livello regionale, eTwinning registra picchi di attività proporzionali nelle regioni più popolose, come Lombardia, prima regione come partecipazione, seguita da Sicilia, Lazio e Puglia. Il Sud è la zona più attiva, con 5.082 progetti avviati mentre il Nord e Centro Italia sono fermi rispettivamente a 3.977 e 3.714 partnership. In un caso su tre le Lingue Straniere sono la materia più scelta da insegnanti e alunni, una tendenza relativamente naturale nelle attività di gemellaggio fra Paesi diversi. Le discipline oggetto dei progetti sono comunque molto varie: salute, sport, ambiente, cultura, arte, musica, teatro, ecc. La maggior parte dei gemellaggi dalle scuole italiane si realizzano con scuole partner in Francia (in 1064 progetti), Polonia (979 progetti), Spagna (697) e Grecia (591). Da un anno è possibile anche attivare gemellaggi tra scuole dello stesso Paese, così come è possibile coinvolgere partner dei Paesi eTwinning Plus: Armenia, Azerbaijan, Georgia, Moldavia, Tunisia, Ucraina.

La piattaforma sarà presentata dall’Unità italiana a EXPO Milano mercoledì 2 settembre dalle 12.30 alle 14, nell’area Vivaio scuole del Padiglione Italia (3° piano). Ripartono in molte scuole italiane i seminari regionali di formazione, per far conoscere l’azione a docenti e dirigenti scolastici. Sito italiano: etwinning.indire.it – Sito europeo: www.etwinning.net

10anni_eTW

Gioco dei perché

Perché GIOCO DEI perché di Umberto Tenuta

Canto 526 GIOCO DEI perché

Docenti, le vostre lezioni sono risposte a domande mai poste.

Risposte che nessuno ascolta.

Risposte di un folle che parla a se stesso.

 

Se un docente non vuole recitare il ruolo di un folle, non deve fare lezioni.

Lezioni che sono risposte a domande che nessuno dei suoi allievi si è poste.

Risposte che creano sbadigli.

Riposte che nessuno ascolta.

Risposte che nessuno comprende.

Allora che farà il docente per non fare la figura di un folle?

Semplicissimo, amiche docenti, amici docenti!

Susciterà domande.

Lo diceva il Grande Psicologo Guido Petter!

Portate a scuola un grosso sasso.

Poggiatelo sulla cattedra.

Fate finta di essere distratti.

Vedrete gli occhietti dei vostri venticinque scolaretti tutti fissi sul sasso.

−Ma Professò, che cos’è questo coso?

−Ma Professò, che vi mettete a raccogliere sassi?

−Ma Maestra, stamattina avete cattive intenzioni?

−Maaa….

Avete suscitato delle domande.

Domande che i bimbi si pongono spontaneamente ed abbondantemente intorno ai tre anni.

E che bisognerebbe coltivare.

Nella scuola dell’infanzia e in tutte le scuole successive.

Vogliamo creare un GIOCO DEI PERCHè?

Sulla parete sinistra dell’aula un gran cartellone quadrettato con la scritta PERCHè ed i nomi degli alunni in fila.

Ogni alunno ha il suo QUADERNO DEI perché, nel quale elenca i suoi perché:

−Maestra, perchè oggi sei contenta?

−Maestra, perchè non posso parlare con Maria?

−Maestra, perchè Aldo parla tedesco?

−Professò, perché la luna non ti cade sulla testa?

−Professore, ce la recitate una bella poesia di amore?

Le domande più strane!

A che serve questo gioco?

Semplice, no!

Tu, Lina, l’hai capito già.

Servono a coltivare la curiosità dei giovani.

Innata curiosità che, non coltivata nei primi anni di vita, si atrofizza[1].

La scuola che con le sue lezioni dà risposte a domande mai poste uccide l’innata curiosità dei giovani.

La BUONASCUOLA questo lo ignora.

Ricordiamoglielo!

Tutti i miei Canti −ed altro− sono pubblicati in:

http://www.edscuola.it/dida.html

Altri saggi sono pubblicati in

www.rivistadidattica.com

E chi volesse approfondire questa o altra tematica

basta che ricerchi su Internet:

“Umberto Tenuta” − “voce da cercare”

[1] HODKIN R.A., La curiosità innata – Nuove prospettive dell’educazione, Armando, Roma, 1978.

Nota 2 settembre 2015, Prot. 5336

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione
Direzione Generale per lo Studente, l’Integrazione e la Partecipazione
Ufficio II
“Welfare dello Studente, partecipazione scolastica, dispersione e orientamento”

Ai Direttori Generali degli Uffici Scolastici Regionali
LORO SEDI
Ai Dirigenti degli Ambiti Territoriali
LORO SEDI
Al Sovrintendente Scolastico per la Provincia di Bolzano
Bolzano
Al Sovrintendente Scolastico per la Provincia di Trento
Trento
All’ Intendente Scolastico per la Scuola in lingua tedesca
Bolzano
All’ Intendente Scolastico per la Scuola Località Ladine
Bolzano
Al Sovrintendente degli studi per la Regione Valle D’Aosta
Aosta
Ai Docenti referenti per le Consulte Provinciali degli Studenti presso gli UU.SS.RR.
Ai Presidenti delle Consulte Provinciali degli Studenti
Ai Dirigenti scolastici
LORO SEDI
Al Forum dei Genitori
Al Forum degli Studenti

Oggetto: Indicazioni operative per la concreta attuazione in ambito scolastico della legge 54/2006 -“Disposizioni in materia di separazione dei genitori e affidamento condiviso dei figli”

A seguito di numerose segnalazioni pervenute alla scrivente Direzione generale, riguardo alla mancata ottemperanza in ambito scolastico del dettato normativo della L. 54/2006 relativo, tra l’altro, al riconoscimento del diritto di “bigenitorialità”, risulta opportuno fornire al personale scolastico informazioni di ordine generale ed indicazioni operative in ordine alla corretta applicazione della disciplina sopra citata.

L’articolo 9 della Convenzione sui diritti dell’Infanzia (Convention on the Rights of the Child – CRC- 1989) stabilisce che gli Stati vigilino affinché il fanciullo non sia separato dai suoi genitori contro la loro volontà a meno che le autorità competenti non decidano, sotto riserva di revisione giudiziaria e conformemente con le leggi di procedura applicabili, che tale separazione è necessaria nell’interesse preminente del fanciullo. Si prevede, inoltre, che tutte le “parti interessate” devono avere la possibilità di partecipare alle deliberazioni e di far conoscere le loro opinioni. Tale deliberazione è stata recepita nell’ordinamento giuridico italiano attraverso la Legge n.176 del 27 maggio 1991 di ratifica della Convenzione, ma soprattutto con l’emanazione della legge 54/2006 che ha sancito il diritto del bambino, anche in caso di separazione dei genitori, a mantenere un rapporto equilibrato e continuativo, indicando a tal fine l’istituto dell’affidamento condiviso. Esso, così come prefigurato dal legislatore, rappresenta un’importante svolta di innovazione sociale e pone l’Italia all’avanguardia sui temi della parità genitoriale e dei diritti dei minori.

L’aspetto più rilevante della riforma è rappresentato, infatti, proprio dalla centralità del minore e dall’esigenza di rispettare i suoi superiori interessi, attraverso l’introduzione del principio di bigenitorialità: il diritto del bambino cioè, a ricevere cure, educazione e istruzione da entrambi i genitori, anche se separati.          Va sottolineato che il Dlgs n. 154/ 2013 ha portato a termine il percorso di modifica delle disposizioni in materia di filiazione, già avviato con la L. 219/2012, eliminando ogni residua discriminazione tra i figli nati nell’ambito del matrimonio e quelli nati fuori da esso e così garantendo la completa eguaglianza giuridica degli stessi. Pertanto, si deve intendere esteso il principio di bigenitorialità anche alle cosiddette “famiglie di fatto” (in cui i genitori dei minori non sono coniugati) in caso di affido congiunto dei figli da parte del Tribunale dei Minorenni.

La legge 54/2006 stabilisce, inoltre, che la funzione educativa – di cui peraltro la responsabilità genitoriale è mero strumento – deve svolgersi tenendo conto in via primaria della necessità di sviluppo della personalità del figlio (inteso come soggetto portatore di diritti propri) anziché delle aspettative e degli interessi personali dei genitori.

In particolare, per quanto concerne la responsabilità genitoriale e le questioni afferenti all’ambito educativo del minore l’attuale assetto normativo prevede  che, di regola, entrambi i genitori hanno pari responsabilità genitoriale e che essa deve essere esercitata di comune accordo tenendo conto delle capacità, delle inclinazioni naturali e delle aspirazioni del figlio, anche con riferimento alle decisioni relative all’educazione ed all’istruzione. Tale regola trova eccezione per alcuni casi specifici secondo quanto di seguito precisati:

  • Figli nati fuori dal matrimonio

in caso di figli nati fuori dal matrimonio  la responsabilità genitoriale  è esercitata da entrambi di comune accordo nel caso in cui il riconoscimento del figlio sia fatto da entrambi i genitori (art. 316 c.c. comma 1 e 4). Ove invece solo uno dei genitori riconosca il figlio, questi esercita la responsabilità genitoriale su di lui (art. 316 c.c. comma 4). Il genitore che non esercita la responsabilità genitoriale vigila sull’istruzione, sull’educazione e sulle condizioni di vita del figlio (art. 316 c.c. comma 5).

  • Lontananza, incapacità o altro impedimento

Nel caso di lontananza, di incapacità o di altro impedimento che renda impossibile ad uno dei genitori l’esercizio della responsabilità genitoriale, questa è esercitata in modo esclusivo dall’altro. La responsabilità genitoriale di entrambi i genitori non cessa a seguito di separazione, scioglimento, cessazione degli effetti civili, annullamento, nullità del matrimonio (Art. 317 c.c.)

  • Affidamento esclusivo

Il genitore cui sono affidati i figli in via esclusiva, salva diversa disposizione del giudice, ha l’esercizio esclusivo della responsabilità genitoriale su di essi; egli deve attenersi alle condizioni determinate dal giudice (Art. 337-quater). Il genitore cui i figli non sono affidati ha il diritto ed il dovere di vigilare sulla loro istruzione ed educazione e può ricorrere al giudice quando ritenga che siano state assunte decisioni pregiudizievoli al loro interesse.

In ogni caso, salvo che non sia diversamente stabilito, le decisioni di maggiore interesse per i figli sono comunque adottate da entrambi i genitori (Art. 337-quater c.c.).
Soltanto il genitore dichiarato decaduto dalla responsabilità genitoriale ai sensi dell’art. 330 del c.c., a seguito di un provvedimento del Tribunale, può essere considerato decaduto dalla possibilità di partecipare alle scelte di vita del figlio ivi comprese quelle relative all’educazione ed all’istruzione.

Ciò premesso, tuttavia, va constatato che, nei fatti, ad otto anni dall’approvazione della legge sull’affido condiviso, questa non ha mai trovato una totale e concreta applicazione anche nella quotidiana ordinarietà della vita scolastica dei minori.

Si invitano, pertanto, le SS.LL. a voler incoraggiare, favorire e garantire l’esercizio del diritto/ dovere del genitore separato o divorziato o non più convivente, anche se non affidatario e/o non collocatario, (articoli 155 e 317 c.c.), di vigilare sull’istruzione ed educazione dei figli e conseguentemente di facilitare agli stessi l’accesso alla documentazione scolastica e alle informazioni relative alle attività scolastiche ed extrascolastiche previste dal POF.

Solo a titolo meramente esemplificativo, si ritiene opportuno segnalare alcune delle azioni amministrative che le istituzioni scolastiche possono porre in essere per favorire la piena attuazione del principio di bigenitorialità a cui ogni minore figlio di genitori separati ha diritto:

  • inoltro, da parte degli uffici di segreteria delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, di tutte le comunicazioni – didattiche, disciplinari e di qualunque altra natura- anche al genitore separato/divorziato/ non convivente, sebbene non collocatario dello studente interessato;
  • individuazione di modalità alternative al colloquio faccia a faccia, con il docente o dirigente scolastico e/o coordinatore di classe, quando il genitore interessato risieda in altra città o sia impossibilitato a presenziare personalmente;
  • attribuzione della password, ove la scuola si sia dotata di strumenti informatici di comunicazione scuola/famiglia, per l’accesso al registro elettronico, ed utilizzo di altre forme di informazione veloce ed immediata (sms o email).
  • richiesta della firma di ambedue i genitori in calce ai principali documenti (in particolare la pagella), qualora non siano in uso tecnologie elettroniche ma ancora moduli cartacei.

Si suggerisce, infine, laddove per la gestione di pratiche amministrative o didattiche concernenti l’alunno risulti impossibile acquisire il consenso scritto di entrambi i genitori, ovvero laddove un genitore sia irreperibile, di inserire nella modulistica la seguente frase:

Il sottoscritto, consapevole delle conseguenze amministrative e penali per chi rilasci dichiarazioni non corrispondenti a verità, ai sensi del DPR 245/2000, dichiara di aver effettuato la scelta/richiesta in osservanza delle disposizioni sulla responsabilità genitoriale di cui agli artt. 316, 337 ter e 337 quater del codice civile, che richiedono il consenso di entrambi i genitori”.

Si confida nella disponibilità delle SS.LL per dare l’opportuna diffusione, nelle forme comunicative ritenute più idonee,  alle azioni che le singole istituzioni scolastiche possono porre in essere per favorire il rispetto delle norme sopra citate e, soprattutto, per promuovere il rispetto dei diritti educativi dei minori figli di genitori separati/divorziati/non conviventi e non collocatari.

 

Per IL DIRETTORE GENERALE

Il Dirigente dott. Giuseppe Pierro

Nota 2 settembre 2015, AOODGOSV 7913

Ai Direttori Generali e ai Dirigenti preposti agli Uffici Scolastici Regionali
e p.c. Al Capo di Gabinetto
Al Capo Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
Al Capo Dipartimento per la programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali
SEDE

Nota 2 settembre 2015, AOODGOSV 7913

Oggetto: Conferimento incarichi di funzione dirigenziale di cui all’art. 5 del DPR 28 marzo 2013, n. 80


Allegato: Decreto Ministeriale 10 agosto 2015, AOOUFGAB 598