Sette nuovi prof su dieci congelano il posto fisso Ancora supplenti sperando di potersi avvicinare a casa

da La Stampa

Sette nuovi prof su dieci congelano il posto fisso Ancora supplenti sperando di potersi avvicinare a casa

Renzi: «Il 97% ha detto sì al ruolo». Ma per i sindacati la maggioranza non è soddisfatta
flavia amabile

ROMA

E alla fine si è aperta la Buona Scuola del governo Renzi. In queste ore si celebra il rito del primo giorno nelle aule per 9 milioni di studenti. Ma è davvero «Buona Scuola»? Il presidente del Consiglio su Facebook scrive che «il tempo è galantuomo» e che «i prossimi mesi dimostreranno che la Buona Scuola non era il mostro paventato. Il 97% dei docenti ha accettato il ruolo che gli è stato proposto. Migliaia di precari hanno adesso un lavoro stabile».

 

POLEMICA SULLE SUPPLENZE

I sindacati hanno i loro dubbi e rispondono con altri dati. Hanno fatto due conti e trovato che per le cattedre da Roma in su circa 7 precari su 10 che hanno partecipato alla fase B del piano straordinario di assunzioni nella scuola hanno preferito congelare la nomina in ruolo – e quindi restare precari – e trovare una supplenza non troppo lontana da casa ancora per quest’anno. Hanno sfruttato una possibilità offerta dalla legge 107 di riforma della scuola. La norma, infatti, dice che se il precario non accetta la cattedra che gli viene offerta perde il diritto, salvo che non abbia già in corso una supplenza o sia in aspettativa. Dunque, per giocarsi ancora un anno di possibilità, i docenti hanno detto sì alla cattedra, ma l’hanno in pratica «prenotata» per il 2016. Questo ha alimentato il mercato delle supplenze che non è mai stato così in salute. Infatti le loro cattedre sono state occupate da altri precari provocando un aumento del numero dei supplenti, obiettivo molto diverso da quello che si proponeva riforma.

 

La ministra dell’Istruzione Stefania Giannini ha una visione diversa della situazione: in un videoforum su Repubblica Tv sottolinea che «lo scorso anno abbiamo avuto 7700 persone che si sono spostate per una supplenza, quest’anno ne abbiamo circa 7 mila per un posto di ruolo». Ha anche rivendicato il merito di aver assegnato le supplenze l’8 settembre invece del 20 come accadeva in passato. «È un dato oggettivo. Mi sembra anche questa una prova di rispetto dei patti».

 

Patti del tutto saltati secondo Grillo, che si cimenta anche lui con i calcoli sulla «Buona Scuola» sul suo blog. Alla fine – sostiene – tra posti già autorizzati prima della riforma e quelli realmente assegnati «le nuove stabilizzazioni sono un migliaio». La verità è che questa riforma «è un tentativo non riuscito di riorganizzare la scuola da un punto di vista amministrativo – commenta Domenico Pantaleo, segretario generale della Flc-Cgil – ma è destinato a naufragare perché non risolve i problemi della scuola».

 

IL LOGARITMO SBAGLIATO

Anzi. Secondo i sindacati ne ha creato qualcuno in più. L’Anief ha scoperto un errore creato dall’algoritmo che assegna le cattedre: ha immesso in ruolo alle superiori decine di docenti specializzati sul sostegno delle medie. «È un errore incomprensibile, perché il passaggio non è contrattualmente possibile» e ora si profila «una doppia beffa: non accettando la nomina errata, rischierebbero infatti di essere tagliati fuori pure dalla fase C del piano di assunzioni».

Concorso a cattedra, solo per abilitati e con prova modernizzata

da La Tecnica della Scuola

Concorso a cattedra, solo per abilitati e con prova modernizzata

Il prossimo concorso sarà “aperto solo ad abilitati” e si baserà su “una prova modernizzata”: a dirlo è stato il ministro, Stefania Giannini, durante la trasmissione Zapping.

“L’idea – ha detto il titolare dell’Istruzione pubblica su Radio Uno – é quella di fare una prova il più possibile modernizzata che punti alla qualità della selezione ma non sia con i vecchi sistemi del tema e dello scritto a penna”. Quanto alle prove che dovranno affrontare i candidati, il ministro ha spiegato che una commissione ad hoc sta lavorando su questo.

Durante la trasmissione radiofonica, si è fatto riferimento ad alcune discipline. In particolare la matematica, che in occasione del piano di assunzioni della riforma ha fatto registrare diverse graduatorie esaurite. La stessa materia di una docente precaria di matematica e fisica che le ha chiesto chiarimenti: “i posti sono tanti e gli insegnanti pochi”, ha sottolineato Giannini. Che poi ha aggiunto: “nel concorso che partirà entro dicembre queste saranno le priorità e chi è in attesa di insegnare matematica avrà un’opportunità straordinaria”.

Sono stati diversi gli argomenti affrontati dal ministro nel corso della trasmissione. Come l’organico per il potenziamento, che, ha spiegato, “è permanente, non è provvisorio, non è una panchina o una classe B”.

“Questo organico – ha aggiunto – si traduce in insegnanti in più e dal prossimo anno, quando si riaprirà con il piano dell’offerta formativa triennale e la mobilità straordinaria avremo un organico unico“.

Anche sul fatto che 4 insegnanti su 5 assunti nella fase B abbiano optato per la supplenza annuale, Giannini ha espresso il suo pensiero: “me lo spiego e non lo critico”, ha detto. Come Miur, abbiamo deciso di dare questa opportunità “per garantire continuità didattica quest’anno”.

“Il pensiero è stato per gli studenti. Se non avessimo fatto così ci sarebbe stata una mobilità incontrollabile”, ha ribadito.

A proposito di mobilità del personale, il responsabile del Miur ha annunciato che “verrà discussa nell’ambito della trattativa contrattuale e sindacale. E’ l’inizio – ha proseguito Stefania Giannini riferendosi al piano di assunzioni – di un processo fisiologico: usciamo dalla patologia ed entriamo nella fisiologia”.

Giannini: quest’anno niente card, i 500 euro in busta paga (forse già ad ottobre)

da La Tecnica della Scuola

Giannini: quest’anno niente card, i 500 euro in busta paga (forse già ad ottobre)

Arriva dal ministro la risposta al mancato decreto sulla card della formazione: il contributo di 500 euro netti “sarà dato per quest’anno in busta paga, forse già a ottobre”, ha detto Giannini.

I soldi pubblici serviranno quindi ad incentivare l’autoformazione degli insegnanti di ruolo, ha spiegato il ministro dell’Istruzione durante la trasmissione Zapping, su Radio Uno, del 15 settembre.

Dal prossimo anno, ha spiegato Giannini, arriverà sicuramente la card del docente, con cui fare gli acquisti per la formazione e l’aggiornamento professionale. Che, con la riforma, diventa anche obbligatorio.

Vale la pena ricordare che la card annuale con “importo nominale di euro 500 annui per ciascun anno scolastico”, sarebbe dovuta servire ad ogni docente, tra le altre cose, “per l’acquisto di libri e di testi, anche in formato digitale, di pubblicazioni e di riviste comunque utili all’aggiornamento professionale, per l’acquisto di hardware e software, per l’iscrizione a corsi per attività di aggiornamento”.

Docenti di sostegno: 11% in più rispetto allo scorso anno

da La Tecnica della Scuola

Docenti di sostegno: 11% in più rispetto allo scorso anno

All’allarme proveniente da molte scuole sulla carenza di posti di sostegno e sulle difficoltà  a garantire l’integrazione degli alunni disabii, il Ministero risponde con i numeri.

A fronte di 217mia alunni disabii, i posti sul sostegno per l’anno scolastico 2015/2016 – dicono da viale Trastevere – sono più di 90mia, esattamente l’11% in più dell’anno scorso quando erano 81.137. Non solo, ma bisogna anche dire che l’organico potenziato istituito dalla legge 107  prevede altri 6.446 posti per il potenziamento delle attività di sostegno.
Le assunzioni effettuate fra agosto e settembre hanno colmato 14.000 posti finora rimasti vuoti di anno in anno consentendo la copertura del 100% del fabbisogno (deroghe a parte) in quasi tutte le regioni.
Senza considerare, aggiunge ancora il Ministero, che sono già 25.000, ad oggi, i posti in deroga assegnati per rispondere ulteriormente alle esigenze degli alunni diversamente abili e delle loro famiglie.
Il Miur fa anche una promessa: “Il numero dei posti in deroga è destinato ad aumentare ancora per le nuove certificazioni di disabilità o aggravamento che abitualmente arrivano subito dopo l’inizio delle lezioni. A tali necessità il Miur darà tempestiva risposta con l’istituzione dei posti occorrenti”.

 

ANTEPRIMA – Riforma e contratto, i sindacati non si rassegnano e il 24 ottobre tornano in piazza

da La Tecnica della Scuola

ANTEPRIMA – Riforma e contratto, i sindacati non si rassegnano e il 24 ottobre tornano in piazza

Dopo la pausa estiva, i sindacati tornano sul piede di guerra: i leader di Flc-Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda hanno fissato per il 24 ottobre una manifestazione nazionale con iniziative regionali.

L’iniziativa verrà preceduta da due appuntamenti di settore: il 15 ottobre si riuniranno i dirigenti scolastici appartenenti alle cinque sigle; una settimana dopo, il 22 ottobre, si svolgerà un presidio per sollecitare il Miur a dare risposte sul fronte degli Ata, la fetta di personale più penalizzata dalla Legge 107/15.

La risposta dei sindacati maggioritari, presa nel tardo pomeriggio del 15 settembre, giunge non a caso nel corso del primo giorno di scuola della maggior parte delle regioni. E nella stessa giornata in cui il ministro dell’Istruzione ha invitato personale e studenti ad apprezzare le novità della riforma. Per i sindacati, che dicono di farsi portavoce di un malcontento generalizzato da parte del personale scolastico, la riforma come è stata approvata, invece, non va e va per lo meno modificata in molte parti. Ad iniziare dal merito, Ma anche per l’esclusione di tanti precari dal fronte delle assunzioni. Per l’eccesso di deleghe che la Legge 107 ha dato al Governo. E tanto altro.

Ma non è tutto. Perché dai rappresentanti dei lavoratori arriva anche la richiesta di rinnovo del contratto, scaduto ormai da 6 anni. Come pure quella di cancellare i tagli imposti al comparto negli ultimi tempi. Ad iniziare dallo stop delle supplenze per il primo giorno di assenza dei docenti, che metterà in ginocchio le scuole dell’infanzia e primarie, e per la prima settimana di amministrativi e collaboratori scolastici.

Nelle prossime ore, le date della mobilitazione sindacale saranno rese pubbliche attraverso un comunicato. Che sancirà lo stato di belligeranza sindacale nei confronti di Governo e Miur.

Giannini: “Quest’anno coding per 1 milione di studenti”

da La Tecnica della Scuola

Giannini: “Quest’anno coding per 1 milione di studenti”

“Coinvolgere un milione di studenti”. E’ la nuova sfida lanciata oggi dal Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini per ‘Programma il Futuro’, il progetto congiunto del Miur e del Cini (il Consorzio Interuniversitario Nazionale per l’Informatica) per insegnare agli alunni gli elementi base della programmazione informatica, il coding.

Questa mattina, presso la Sala della Regina della Camera dei Deputati, il lancio del secondo anno di sperimentazione del progetto. Ad aprire i lavori la Presidente della Camera Laura Boldrini. L’evento ha potuto contare su un testimonial d’eccezione: Hadi Partovi, fondatore di http://code.org, l’organizzazione che ha convinto il Presidente Barack Obama a portare il coding nelle scuole. Il progetto italiano si ispira a quello statunitense.

“Noi abbiamo un obiettivo molto ambizioso – ha spiegato il Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini – contribuire, attraverso la scuola, alla crescita culturale del nostro Paese. Il coding non è un’attività per informatici, ma una competenza trasversale che, come per le competenze linguistiche, è fondamentale acquisire fin dai primi anni di studio. Il coding – ha proseguito il Ministro – è una nuova lingua, una lingua computazionale, e impararla è un modo straordinario per entrare nel mondo con il piede giusto. La scuola deve essere protagonista nella diffusione di queste nuove esperienze. Dopo il primo anno di sperimentazione, che ha visto il coinvolgimento di oltre 300.000 ragazzi e 16.500 classi, il nostro obiettivo per quest’anno è coinvolgere 1 milione di studenti”.

“La nostra visione – ha evidenziato Hadi Partovi – sin da quando abbiamo fatto partire Code.org, è stata che ogni studente in ogni scuola dovrebbe avere la possibilità di imparare l’informatica. E’ entusiasmante vedere le scuole italiane primeggiare a livello mondiale nell’aderire all’Ora del Codice e nel diffondere la formazione al pensiero computazionale”.

Diverse le novità di Programma il Futuro per questo secondo anno. Gli insegnanti che aderiranno al progetto (l’adesione è volontaria) potranno contare su più supporti didattici per le lezioni. Per i docenti anche un maggior numero di volontari messi a disposizione dalle aziende che collaborano con l’iniziativa. Programma il Futuro, infatti, è reso possibile anche grazie al supporto di alcuni partner sensibili alla crescita digitale del Paese: Telecom Italia, Samsung Italia, Engineering, Microsoft Italia, CA Technologies, Cisco, De Agostini Scuola, Hewlett-Packard, Intel, Oracle, Andinf, Facebook, SeeWeb. L’iniziativa si avvale anche della collaborazione strategica, attraverso accordi quadro, di associazioni nazionali di categoria quali: Confindustria Digitale, IAB Italia e Assintel. Lo scorso anno nelle scuole italiane sono state fatte 1.657.101 ore di coding. Una attività che ci vede secondi solo agli Stati Uniti. Un successo riconosciuto anche dal fondatore di Code.org.

“Questo progetto è nato con l’idea di far capire che il pensiero computazionale è uno strumento utile non solo per i futuri tecnologi, ma per tutte le professioni – hanno spiegato Giorgio Ventre ed Enrico Nardelli, coordinatori del progetto per il Cini – Il successo che abbiamo avuto nel primo anno ci conforta e conferma che questo messaggio è stato recepito e che davvero il coding può aiutare ad apprenderne l’uso come metodo di ragionamento”.

Nel corso della mattinata è stato proiettato un video realizzato da alcuni parlamentari che sono andati a lezione di coding dai bambini che hanno partecipato lo scorso anno all’iniziativa.

Le supplenze su esoneri e semiesoneri dei vicari valide fino all’avente diritto

da La Tecnica della Scuola

Le supplenze su esoneri e semiesoneri dei vicari valide fino all’avente diritto

Come riporta la FLC CGIL, il Miur, in una risposta ad un quesito dell’USR Lombardia, ha ribadito che le nomine in sostituzione dei vicari in esonero o semi esonero (vedi nota 1875/15), sono da effettuare fino all’avente diritto.

La supplenza effettiva potrà avvenire una volta verificato l’esito della fase c) delle assunzioni ruolo per individuare il docente assegnato alla scuola che possa effettuare la sostituzione a titolo definitivo.

Solo qualora nell’organico potenziato non siano presenti docenti in possesso dei titoli necessari per quell’insegnamento, la supplenza potrà essere conferita a titolo definitivo, con una corrispondente decurtazione, nominale, dell’organico potenziato per il solo anno scolastico 2015/2016

Personale ATA, supplenze brevi: i sindacati vogliono incontro al Miur

da La Tecnica della Scuola

Personale ATA, supplenze brevi: i sindacati vogliono incontro al Miur

La FLC CGIL, assieme agli altri sindacati, ha inviato una richiesta d’incontro urgente per affrontare la grave problematica derivante dalla norma introdotta dalla legge di Stabilità 2015 che limita le supplenze saltuarie del personale Ata.

Come convenuto col Capo Dipartimento per l’Istruzione il 26 agosto scorso, l’intento è quello di far fornire delle istruzioni operative, in previsione dell’abrogazione della misura che prevede il contenimento delle supplenze, per fare in modo di superare la rigidità della norma e assicurare così la piena funzionalità delle scuole, che altrimenti risulterebbe gravemente compromessa.

Internet: Ocse, studenti italiani assidui navigatori ma senza rotta

da tuttoscuola.com

Internet: Ocse, studenti italiani assidui navigatori ma senza rotta

Sono navigatori assidui, ma spesso perdono la rotta, perché manca la bussola e la scuola non aiuta a trovarla. I ragazzi italiani passano in media circa un’ora e mezza al giorno ‘online’ e le loro competenze di lettura digitale sono addirittura un po’ sopra la media Ocse (504 punti Pisa rispetto a 497) e sopra quelle di lettura ‘tradizionale’, però nella loro navigazione sono a volte ‘disorientati’ e il ‘digital divide’ sociale c’è ancora, non quantitativo ma qualitativo.

Lo studio ‘Studenti, Computer ed Apprendimento’ dell’Ocse chiama in causa la scuola – non solo quella italiana – perché non riesce a trarre vantaggio dal potenziale offerto dalla tecnologia e dare a tutti gli studenti le competenze di cui hanno bisogno nell’iper-connesso mondo odierno. Nella Penisola il 99% dei quindicenni ha almeno un pc a casa (dati 2012, +2% rispetto al 2009 contro media Ocse 96%) e quasi uno su 3 ne ha almeno tre (+12,7%).

In media ogni ragazzo a casa passa su internet 93 minuti al giorno durante la settimana, meno della media Ocse che è di 104 minuti e 97 minuti nel week end (138 Ocse), mentre a scuola i minuti ‘online’ sono 19 (media Ocse 25). Gli ‘internet-dipendenti’, ovvero i ragazzi che stanno più di 6 ore al giorno davanti al pc a casa, sono il 5,7%, anche in questo caso fortunatamente sotto la media Ocse che è del 7,2% e in alcuni Paesi si avvicina al 10% (Danimarca, Olanda e Grecia) o lo supera (Svezia al 13,2%).

È una categoria – sottolinea l’Ocse – ad alto rischio di solitudine, oltre che di assenze ingiustificate da scuola. Il voto di 504 nella lettura digitale ottenuto dai ragazzi italiani è superiore di 11 punti a quello di paesi che hanno una performance simile nella lettura ‘tradizionale’. Una performance – scrive l’Ocse – ‘forse da collegare alla forte motivazione nel cercare di risolvere compiti online’.

Tuttavia, ‘più della media Ocse i ragazzi italiani sono ‘lost in navigation”. Infatti se da un lato la loro attività di navigazione nel digitale vale un indice pari a 56 (su una scala da 1 a 100), uno dei più alti dell’Ocse contro la media di 48, quando si tratta di navigare in modo mirato verso la risoluzione di un obiettivo preciso l’indice scende a 49, sotto la media che è 50. In Italia il 15% degli studenti è ‘senza bussola’ quando naviga sul web rispetto a un 12% medio e quasi tutti gli studenti in Italia commettono qualche errore nella navigazione, ma solo il 25% corregge tutti gli errori ritornando sulla rotta di navigazione ideale. ‘Non si tratta solo di avere le chiavi di accesso al web, che i ragazzi italiani mostrano di avere, ma anche della capacità di navigare in modo intelligente e proficuo’, spiega all’agenzia di stampa Radiocor Francesco Avvisati, economista Ocse, co- autore dello studio. Molti ragazzi – e non solo gli italiani – ‘non hanno la capacità di dirigere la propria lettura, di dare giudizi sulla pertinenza di una pagina, sulla qualità di un’argomentazione. Cliccano su quello che si muove e non sono selettivi nella loro navigazione, non vanno in modo diretto verso l’informazione che cercano e dovrebbero poi mostrarsi consumatori critici dell’informazione online’, la cui qualità è lungi dall’essere uniforme, sottolinea l’economista. Qui rispunta anche la ‘frattura digitale’ su base sociale. In Italia ha accesso a internet il 92,9% degli studenti svantaggiati, 6,3 punti percentuali in meno degli studenti avvantaggiati, passa su internet 94 minuti (7 in più degli avvantaggiati), ma solo il 66% ottiene informazioni pratiche (il 13% in meno degli avvantaggiati), mentre il 44% naviga su Internet per i giochi (il 2% in più degli avvantaggiati). Sono insomma meno interessati a un uso intelligente di internet e più a un uso ludico. “La frattura digitale si è spostata dalla differenza di accesso all’utilizzo”, sottolinea Avvisati, rilevando che “la scuola non aiuta ad accedere a questo mondo di sapere, a questa ricchezza, a pochi clic di distanza dai ragazzi”.

A scuola in effetti, in Italia, i pc sono pochi, solo uno ogni 4 studenti e solo il 66,8% degli studenti italiani riferisce di usarli contro il 72% medio Ocse. Ma non è un problema di quantità, quanto piuttosto di qualità. Come, avverte l’Ocse, i Paesi che più hanno investito nell’Ict per la scuola negli ultimi 10 anni non hanno visto miglioramenti apprezzabili nelle competenze dei ragazzi, come nel caso di Australia, Gran Bretagna e Paesi nordici e ‘anzi – rileva Avvisati – in Spagna i risultati sono addirittura peggiorati”.

In generale un uso moderato del pc a scuola tende ad associarsi a un qualche miglioramento dell’apprendimento rispetto agli studenti che lo usano raramente. Ma gli studenti che usano molto il pc a scuola hanno risultati in generale decisamente peggiori. Come scrive l’Ocse, “per arrivare a una comprensione concettuale profonda e a un elevato livello di pensiero serve una intensa relazione docente-insegnate e la tecnologia a volte distrae da questo”.

Un’altra interpretazione è che non ci sono ancore le pratiche pedagogiche, cioè la formazione degli insegnanti, per ottenere i maggiori benefici a livello accademico dalle tecnologie. “Aggiungere le tecnologie del 21esimo secolo alle pratiche di insegnamento del 20simo secolo semplicemente diluisce l’efficacia dell’insegnamento. Se gli studenti usano lo smartphone per copiare è improbabile che questo li aiuti a diventare più ‘smart’. La tecnologia può amplificare l’effetto di un ottimo insegnamento, ma un’ottima tecnologia non può sostituire un cattivo insegnamento”.

Almanacco per il nuovo anno scolastico

ALMANACCO PER IL NUOVO ANNO SCOLASTICO di Umberto Tenuta

CANTO 539 È arrivato l’anno nuovo!

Anno nuovo.

Anno di gioia!

Gioia dei docenti.

Gioia degli studenti.

 

È finita!

È finita la scuola del pianto.

È finita la scuola della pena di imparare.

È finita la scuola del programma da svolgere.

È finita la scuola della lezione.

È finita la BUONASCUOLA.

È cominciata la scuola del successo formativo garantito a tutti i giovani.

È cominciata la scuola del diritto costituzionale alla piena formazione della personalità di tutti i giovani figli di mamma.

La Nuova Scuola garantisce a tutti i giovani la piena, integrale, originale formazione delle loro personalità.

Ogni giovane sarà un successo.

<<ogni uomo è destinato ad essere un successo e il mondo è destinato ad accogliere questo successo>>[1].

Del successo formativo di ogni giovane si fa carico la NUOVA SCUOLA.

Mica i bimbi appena nati debbono preoccuparsi della loro alimentazione!

Ci pensa la mammina.

Mica i giovani studenti possono essere così maturi da sentire la responsabilità della loro formazione!

Ma non si dice forse che essi sono maturandi?

Non ancora uomini maturi.

Ma giovani maturandi, da far maturare!

La NUOVA SCUOLA li deve far maturare.

Non basta che li riempia di nozioni.

I giovani debbono nutrirsi della cultura dei padri.

Nel lungo cammino della civiltà il giovane figlio di donna deve salire sulle spalle dei padri e da lì guardare il mondo.

Nani sulle spalle dei giganti (Niccolò Cusano)!

Mica sacchetti di garza da riempire di paglia, come le bambole della mia infanzia!

E no!

Piccoli di donna ai quali offrire i dolci biscotti di cui nutrirsi.

Non glieli versate con l’imbuto nell’esofago!

Lasciate piuttosto che li mastichino, li insalivino, li deglutiscano, li assorbano, li facciano carne della loro carne.

E piano piano fate in modo che se li cerchino, i biscotti.

E se non biscotti, pane.

E se non pane, fichi secchi!

Lasciate che cerchino, ricerchino, scoprano il pane di cui alimentarsi.

Ma soprattutto lasciate che essi lo assaporino, lo degustino, lo cerchino, lo ricerchino.

Lasciate che, come i primi uomini, ricerchino, scoprano e degustino il pane della cultura.

Tutti i cibi che oggi noi mangiamo sono stati scoperti dai nostri antenati nel corso dei millenni.

Essi costituiscono la cultura di cui la scimmia nuda si è vestita nel corso dei millenni per farsi uomo.

Cultura che i nostri giovani studenti debbono riscoprire, non per riempirne il loro sacco, ma per poterla assimilare, fare sangue del proprio sangue.

L’anno vecchio è morto!

E nella tomba si è portata la lezione, si è portati i libri di testi, si è portate le interrogazioni.

Si è portata la lavagna di ardesia.

Si è portate le bocce.

Un nuovo, meraviglioso, affascinante anno scolastico è cominciato.

Per la gioia delle alunne Maria e Francesca, Lucia e Concettina, Aldo ed Errico…

Ma soprattutto per la gioia della Maestra Antonellina!

Per la maestra Antonellina che alla LIM ha aggiunto i tablet dei singoli studenti.

Studenti, da lei innamorati alla scoperta di ogni virtute e di ogni conoscenza[2].

Grazie, maestre e maestri che quest’anno realizzate la SCUOLA BUONA.

La scuola del successo formativo.

La scuola della scoperta e della formazione.

La scuola del successo formativo garantito a tutti i giovani figli di mamma.

 

Tutti i miei Canti −ed altro− sono pubblicati in:

http://www.edscuola.it/dida.html

Altri saggi sono pubblicati in

www.rivistadidattica.com

E chi volesse approfondire questa o altra tematica

basta che ricerchi su Internet:

“Umberto Tenuta” − “voce da cercare”

 

[1] FAURE E, (a cura di), Rapporto sulle strategie dell’educazione, Armando-UNESCO, Roma, 1973, p. 249.

[2]fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e canoscenza
” Inferno, (vv. 112-120)

Sentenza Tribunale Roma 16 settembre 2015, n. 7552

Sentenza n. 7552/2015 pubbl. il 16/09/2015
RG n. 10206/2015

REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

TRIBUNALE ORDINARIO DI ROMA
TERZA SEZIONE LAVORO

Il Tribunale di Roma, in funzione di giudice del lavoro, in persona del giudice Fabrizio GANDINI, ha pronunciato e pubblicato, mediante lettura integrale all’udienza del 16/09/2015, la seguente

SENTENZA
nella causa in materia di lavoro iscritta al n°. 10206/2015 R.a.c.c. vertente

TRA

FEDERAZIONE LAVORATORI DELLA CONOSCENZA FLC CGIL, elettivamente domiciliato in VIA COSSERIA 2, ROMA, presso lo studio dell’avv. Francesco AMERICO, che la rappresenta e difende, in uno con gli avv.ti prof. Vittorio ANGIOLINI, Isetta BARSANTI MAUCERI, Luca FORMILAN e Alessandro BASILICO per procura in calce al ricorso introduttivo
RICORRENTE

E

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI, ARAN, in persona dei rispettivi legali rappresentanti pro tempre, domiciliata in VIA DEI PORTOGHESI N. 12 00100 ROMA, presso la AVVOCATURA GENERALE DELLO STATO, che le rappresenta e difende ope legis
RESISTENTI

OGGETTO: diritto all’avvio del procedimento di contrattazione collettiva.

Conclusioni: all’udienza del 16/09/2015 le parti concludevano come da verbale d’udienza.

ESPOSIZIONE DELLE RAGIONI IN FATTO E DIRITTO DELLA DECISIONE1 .
1. Il ricorso è fondato.
2. In via preliminare deve rigettarsi l’eccezione di cessazione della materia del contendere sollevata nelle note conclusionali delle parti convenute. L’eccezione trova il proprio fondamento nella sentenza 178/2015 della corte costituzionale, pubblicata nelle more del presente giudizio (G.U. 29 luglio 2015).
3. Con la citata sentenza la Corte ha, tra l’altro, dichiarato la “illegittimità costituzionale sopravvenuta, a decorrere dal giorno successivo alla pubblicazione di questa sentenza nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica e nei termini indicati in motivazione, del regime di sospensione della contrattazione collettiva, risultante da: art. 16, comma 1, lettera b), del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98 (Disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria), convertito, con modificazioni, dall’art. 1, comma 1, della legge 15 luglio 2011, n. 111, come specificato dall’art. 1, comma 1, lettera c), primo periodo, del d.P.R. 4 settembre 2013, n. 122 (Regolamento in materia di proroga del blocco della contrattazione e degli automatismi stipendiali per i pubblici dipendenti, a norma dell’articolo 16, commi 1, 2 e 3, del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111); art. 1, comma 453, della legge 27 dicembre 2013, n. 147 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato – Legge di stabilità 2014) e art. 1, comma 254, della legge 23 dicembre 2014, n. 190 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato – Legge di stabilità 2015)”.
4. Di particolare interesse al fine della definizione del presente giudizio sono le considerazioni svolte nei §§ 17 e 18 del considerato in diritto: “(17) Se i periodi di sospensione delle procedure “negoziali e contrattuali” non possono essere ancorati al rigido termine di un anno, individuato dalla giurisprudenza di questa Corte in relazione a misure diverse e a un diverso contesto di emergenza (sentenza n. 245 del 1997, ordinanza n. 299 del 1999), è parimenti innegabile che tali periodi debbano essere comunque definiti e non possano essere protratti ad libitum.
Su tale linea converge anche la Corte europea dei diritti dell’uomo, che ha sottolineato l’esigenza di «un “giusto equilibrio” tra le esigenze di interesse generale della comunità e i requisiti di protezione dei diritti fondamentali dell’individuo» e ha salvaguardato le misure adottate dal legislatore portoghese – in tema di riduzione dei trattamenti pensionistici – sulla scorta dell’elemento chiave del limite temporale che le contraddistingue (Seconda sezione, sentenza 8 ottobre 2013, António Augusto da Conceiçao Mateus e Lino Jesus Santos Januário contro Portogallo, punti 23 e seguenti del Considerato in diritto).
Il carattere ormai sistematico di tale sospensione sconfina, dunque, in un bilanciamento irragionevole tra libertà sindacale (art. 39, primo comma, Cost.), indissolubilmente connessa con altri valori di rilievo costituzionale e già vincolata da limiti normativi e da controlli contabili penetranti (artt. 47 e 48 del d.lgs. n. 165 del 2001), ed esigenze
di razionale distribuzione delle risorse e controllo della spesa, all’interno di una coerente programmazione finanziaria (art. 81, primo comma, Cost.).
Il sacrificio del diritto fondamentale tutelato dall’art. 39 Cost., proprio per questo, non è più tollerabile.
Solo ora si è palesata appieno la natura strutturale della sospensione della contrattazione e può, pertanto, considerarsi verificata la sopravvenuta illegittimità costituzionale, che spiega i suoi effetti a séguito della pubblicazione di questa sentenza.
18.– Rimossi, per il futuro, i limiti che si frappongono allo svolgimento delle procedure negoziali riguardanti la parte economica, sarà compito del legislatore dare nuovo impulso all’ordinaria dialettica contrattuale, scegliendo i modi e le forme che meglio ne rispecchino la natura, disgiunta da ogni vincolo di risultato.
Il carattere essenzialmente dinamico e procedurale della contrattazione collettiva non può che essere ridefinito dal legislatore, nel rispetto dei vincoli di spesa, lasciando impregiudicati, per il periodo già trascorso, gli effetti economici derivanti dalla disciplina esaminata”
5. In buona sostanza, per effetto della dichiarazione di illegittimità costituzionale del combinato disposto delle disposizioni sopra richiamate, è stato rimosso dal nostro ordinamento il “blocco” della contrattazione collettiva nel settore del pubblico impiego, qualificato dalla Corte costituzionale quale vera e propria causa di sospensione strutturale della contrattazione medesima.
6. La rimozione della causa sospensiva produce però i propri effetti solo con riferimento per il periodo dal 30 luglio 2015 in poi (giorno successivo quello della pubblicazione della sentenza in Gazzetta Ufficiale), essendo stata ritenuta legittima la causa di sospensione per il periodo pregresso.
7. Nel caso che ci occupa, parte ricorrente non si è limitata a chiedere l’accertamento del proprio diritto alla partecipazione del procedimento di contrattazione collettiva. Piuttosto, dall’esame complessivo della parte in fatto e delle conclusioni del ricorso introduttivo risulta un petitum più ampio: accertamento del diritto all’avvio del procedimento di contrattazione collettiva, per i comparti di competenza, sia per quanto riguarda la parte normativa che per quanto riguarda la parte economica (cfr. in part. le pagg.2 e 8 ric.), con la conseguente condanna delle parti convenute agli adempimenti di competenza.
8. Ed è proprio in considerazione del petitum specificamente dedotto in giudizio che deve ritenersi infondata l’eccezione di cessazione della materia del contendere sollevata dalle parti convenute.
9. Infatti, la rimozione della causa di sospensione per il periodo dal 30 luglio 2015 in poi non produce automaticamente l’avvio del procedimento di contrattazione collettiva, essendo indispensabile l’impulso delle pubbliche amministrazioni interessate secondo le disposizioni dettate dagli artt.40 e segg. d.lgs. 165/2001. A tacer d’altro, nessun procedimento può essere avviato senza la previa determinazione da parte delle amministrazioni interessate degli atti di indirizzo previsti dall’art.47 d.lgs. cit.
10. Nel caso che ci occupa, come rappresentato dal procuratore alle liti della parte ricorrente, a seguito della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della sentenza 178/2015 non risulta che per il comparto della scuola, dell’università, della ricerca, dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica siano state avviate da parte delle competenti pubbliche amministrazioni le procedure di contrattazione collettiva, né gli atti alle stesse prodromiche.
11. Tale situazione di fatto, ad avviso del Giudice, determina l’insorgenza di un vero proprio bisogno di tutela giurisdizionale, nella prospettiva dell’articolo 100 c.p.c.
12. Appare infatti evidente che la inerzia della pubblica amministrazione potrebbe vanificare, ed anzi eludere, la rimozione del della causa di sospensione della contrattazione collettiva compiuta per effetto della sentenza 178/2015. Contribuendo così ad alterare ulteriormente la dinamica negoziale “in un settore che al contratto collettivo assegna un ruolo centrale (sentenza n. 309 del 1997, punti 2.2.2., 2.2.3. e 2.2.4. del Considerato in diritto)” (cfr. il § 17 del considerato in diritto).
13. Il diritto vantato dalla ricorrente, che ha il rango di diritto fondamentale ex art.39 Cost., già compresso per un periodo di tempo ritenuto non più sopportabile dalla Corte costituzionale, esige pertanto una pronta attuazione.
14. Come correttamente dedotto dalla parte ricorrente nelle note conclusionali, deve distinguersi nella sentenza 178/2015 la parte immediatamente precettiva (self executing, mutuando una terminologia propria del diritto dell’Unione Europea), dalla parte raramente programmatica.
15. La parte immediatamente precettiva è costituita proprio dalla rimozione della causa di sospensione della contrattazione collettiva; rimozione che produce ipso iure un diritto in capo alle organizzazioni sindacali ed un correlativo obbligo a carico delle amministrazioni pubbliche.
16. La parte programmatica, che non appare di per sé idonea a creare diritti ed obblighi, è invece costituita dall’invito rivolto al legislatore nel § 18 del considerato in diritto.
17. La natura fondamentale del diritto vantato dalla parte ricorrente (art.39 co.1 Cost.), in uno con la sua protratta e strutturale compressione, impone infatti un dovere di agire immediato ed incondizionato, senza che sia necessario attendere lo spiccato intervento del legislatore incondizionato, senza che sia necessario attendere l’auspicato intervento legislativo.
18. Il caso di specie non ci troviamo infatti di fronte a un vuoto di tutela, proprio in considerazione del fatto che essendo stata rimossa la causa sospensiva trovano applicazione le disposizioni dettate in subiecta materia dagli artt.40 d.lgs. 165/2001.
19. Tanto premesso, secondo il condivisibile orientamento della giurisprudenza di legittimità, che si richiama in questa sede anche ai sensi e per gli effetti di cui all’art.360 bis num.1 c.p.c., nelle controversie relative ai rapporti di lavoro alle dipendenze delle pubbliche amministrazioni, l’art. 63, comma 2, del d.lgs. n. 165 del 2001, nel prevedere espressamente che “Il giudice adotta, nei confronti delle pubbliche amministrazioni, tutti i provvedimenti, di accertamento, costitutivi o di condanna, richiesti dalla natura dei diritti tutelati”, attribuisce al giudice del lavoro il potere di adottare qualsiasi tipo di sentenza, ivi compresa la sentenza di condanna ad un “facere”, dovendosi ritenere irrilevante il carattere infungibile dell’obbligo in quanto la relativa decisione non solo è potenzialmente idonea a produrre i suoi effetti tipici in conseguenza della (eventuale) esecuzione volontaria da parte del debitore, ma è altresì funzionale alla produzione di ulteriori conseguenze giuridiche (derivanti dall’inosservanza dell’ordine in essa contenuto) che il titolare del rapporto è autorizzato ad invocare in suo favore, prima fra tutte la possibile successiva domanda di risarcimento del danno, rispetto alla quale la condanna ad un “facere” infungibile assume valenza sostanziale di sentenza di accertamento” (così, Cass., Sez. Lav., 26/11/2008, n.28.274).
20. Deve pertanto ordinarsi alle parti convenute di dare avvio, senza ritardo e per quanto di loro competenza, al procedimento di contrattazione collettiva per i comparti della scuola, dell’università, della ricerca, dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica e delle relative aree dirigenziali.
21. Le spese seguono la soccombenza. La legittimità della sospensione della contrattazione collettiva per il periodo fino al 30 giugno 2015, che si risolve in una sostanziale soccombenza, costituisce giustificato motivo per la compensazione delle spese di lite in ragione della metà.
Le restanti, avuto riguardo ai criteri tutti stabiliti dal D.M. 55/2014 ed alla Tabella al medesimo allegata (applicabile al presente giudizio ex art.28 D.M. 55/2014) vengono liquidate in euro 3.500,00 oltre ad IVA, CPA e rimborso spese generali ex art.2 co.2 D.M. 55/2014.

P.Q.M.

Il Tribunale di Roma, in funzione di giudice del lavoro, definitivamente pronunciando nel merito nel contraddittorio delle parti, ogni diversa istanza eccezione e deduzione disattesa od assorbita, così provvede:

ordina alle parti convenute di dare avvio, senza ritardo e per quanto di loro competenza, al procedimento di contrattazione collettiva per i comparti della scuola, dell’università, della ricerca, dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica e delle relative aree dirigenziali;
condanna le parti convenute, in via solidale tra loro, al rimborso delle spese di lite che compensate in ragione della metà vengono liquidate in euro 3.500,00 oltre ad Iva, cpa e rimborso spese generali.

Così deciso in Roma, il 16/09/2015.

IL GIUDICE
Fabrizio GANDINI


1 Ex art.132 no.4 c.p.c., applicabile al giudizio in corso in forza dell’art.58 comma 2 della legge 69/2009, viene omessa
la parte relativa allo svolgimento del processo.

Decreto Ministeriale 16 settembre 2015 n. 689

Il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

VISTO il decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, e successive modificazioni, recante “Riforma dell’organizzazione del Governo, a norma dell’articolo 11 della legge 15 marzo 1997, n. 59” e, in particolare, l’articolo 2, comma 1, n. 11), che, a seguito della modifica apportata dal decreto legge 16 maggio 2008, n. 85, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 luglio 2008, n. 121, istituisce il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca;

VISTO il decreto legge 16 maggio 2008, n. 85, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 luglio 2008, n. 121, recante “Disposizioni urgenti per l’adeguamento delle strutture di Governo in applicazione dell’articolo 1, commi 376 e 377, della legge 24 dicembre 2007, n. 244” che, all’articolo 1, comma 5, dispone il trasferimento delle funzioni del Ministero dell’università e della ricerca, con le inerenti risorse finanziarie, strumentali e di personale, al Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca;

VISTO l’articolo 39, comma 5, del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, recante il “Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero”, come sostituito dall’articolo 26, comma 1, della legge 30 luglio 2002, n. 189 e dall’articolo 1, comma 6-bis, del decreto legge 14 settembre 2004, n. 241, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 novembre 2004, n. 271;

VISTO l’articolo 46, comma 5, del decreto del Presidente della Repubblica 31 agosto 1999, n. 394, riguardante “Regolamento recante norme di attuazione del Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, a norma dell’articolo 1, comma 6, del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286”, come modificato dall’articolo 42, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica 18 ottobre 2004, n. 334;

VISTO il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 9 aprile 2001 “Disposizioni per l’uniformità del trattamento sul diritto agli studi universitari”, e, in particolare, l’articolo 13, comma 5, in forza del quale l’elenco dei Paesi particolarmente poveri, caratterizzati dalla presenza di un basso indicatore di sviluppo umano, è definito annualmente con decreto del Ministro;

VISTO il decreto legislativo 29 marzo 2012, n. 68 “Revisione della normativa di principio in materia di diritto allo studio e valorizzazione dei collegi universitari legalmente riconosciuti, in attuazione della delega prevista dall’articolo 5, comma 1, lettere a), secondo periodo, e d), della legge 30 dicembre 2010, n. 240, e secondo i principi e i criteri direttivi stabiliti al comma 3, lettera f), e al comma 6.” e, in particolare, l’articolo 4, comma 4;

VISTO il decreto ministeriale  1 agosto 2014, n. 594, “Definizione dei Paesi in via di sviluppo, ai fini delle disposizioni di cui all’art. 13, comma 5 del d.P.C.M. 9 aprile 2001”;

VISTA la comunicazione resa in data 10 marzo 2015 dal Ministero degli Affari Esteri – Direzione Generale per la Cooperazione allo sviluppo – Ufficio VIII – in ordine alla lista dei Paesi in via di sviluppo del DAC (Comitato di aiuto allo sviluppo) dell’OCSE, beneficiari dell’aiuto pubblico allo sviluppo (APS), per gli anni 2014-2016

 

D E C R E T A :

Art.1

Ai fini della valutazione della condizione economica, per l’erogazione dei rispettivi interventi, gli organismi regionali di gestione applicano le disposizioni di cui all’art.13, comma 5, del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 9 aprile 2001, citato nelle premesse, agli studenti provenienti dai Paesi che di seguito si riportano:

 

Afganistan
Angola
Bangladesh
Benin
Bhutan
Burkina Faso
Burundi
Cambogia
Central African Republic
Chad
Comoros
Congo Democratic Republic
Djibouti
Equatorial Guinea
Eritrea
Ethiopia
Gambia
Guinea
Guinea Bissau
Haiti
Kenya
Kiribati
Korea Dem. Rep.
Lao People’s Democratic Republic
Lesotho
Liberia
Madagascar
Malawi
Mali
Mauritania
Mozambique
Myanmar
Nepal
Niger
Rwanda
Sao Tome & Principe
Senegal
Sierra Leone
Solomon Islands
Somalia
South Sudan
Sudan
Tajikistan
Tanzania
Timor-Leste
Togo
Tuvalu
Uganda
Vanuatu
Yemen
Zambia
Zimbabwe

 

Art.2

Le disposizioni di cui al presente decreto si applicano per l’anno accademico 2015/2016.

Il presente decreto è pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.

IL MINISTRO
Prof.ssa Stefania Giannini

8 – 16 settembre Test per i corsi a numero programmato

I test per l’accesso ai corsi universitari a numero programmato a livello nazionale per l’anno accademico 2015/2016 si svolgono secondo il seguente calendario:


 

Al via i test per l’accesso ai corsi universitari a numero programmato a livello nazionale per l’anno accademico 2015/2016.

Sono 79.451 i candidati che a luglio si sono iscritti alle prove attraverso il portale Universitaly.it. In 60.639 hanno fatto domanda per il test di Medicina e Odontoiatria (test unico), in 10.994 per Architettura, in 7.818 per Veterinaria.

Successivamente i candidati hanno dovuto confermare la loro volontà di partecipazione versando una tassa di iscrizione alle prove.

I candidati che hanno ulteriormente perfezionato l’iscrizione sono 57.041 per il test di Medicina-Odontoiatria; 9.985 per Architettura; 6.716 per Veterinaria.

I posti disponibili sono: 9.530 per Medicina, 792 per Odontoiatria, 717 per Veterinaria, 7.802 per Architettura.

Anche per le prove di quest’anno restano 60 i quesiti a cui i candidati dovranno rispondere in 100 minuti, mentre la ripartizione del numero di domande per ciascun argomento è stata modificata in favore del numero dei quesiti delle materie ‘disciplinari’ con una riduzione delle domande di cultura generale e logica.

Per il test di Medicina in lingua inglese le iscrizioni a luglio sono state 3.918. La tassa d’iscrizione è stata poi versata da 3.885 candidati. I posti sono 204 per cittadini comunitari e non residenti in Italia e 101 per i non comunitari residenti all’estero.

Si comincia l’8 settembre, con la prova unica di Medicina e Odontoiatria. Seguiranno Veterinaria il 9, Architettura il 10, Medicina in Inglese il 16.