L’incubo dei 112 prof diventati presidi Dopo due anni il concorso è annullato

da La Stampa

L’incubo dei 112 prof diventati presidi Dopo due anni il concorso è annullato

Rischiano di dover tornare tra i banchi, ma i loro posti non ci sono più

Ieri il consiglio dei ministri ha approvato un decreto che congela la situazione e consente ai dirigenti scolastici già nominati di rimanere fino al rinnovamento della procedura di concorso nelle sedi assegnate

Quando due anni fa Anna De Santis vinse il concorso le sembrava di avercela finalmente fatta. Fine della vita da professoressa, dall’anno scolastico 2012/13 avrebbe lavorato come dirigente. Aveva superato la prova scritta, la prova orale, era entrata a tutti gli effetti nella categoria ambitissima dei vincitori, al cinquantesimo posto su 135 idonei e 112 che avrebbero iniziato subito a lavorare. Le venne assegnata la sede, l’Isis di Massa Marittima. Veniva da Roma, Anna De Santis, 216 chilometri più a sud, dove aveva un marito e una figlia di dodici anni. Iniziò a vivere da pendolare pensando a come trasferire prima possibile l’intera famiglia.

Poi, all’improvviso, qualcuno annullò tutto, facendo esplodere la vita che Anna De Santis e gli altri 111 vincitori del concorso avevano costruito con grande fatica facendoli tornare alla casella precedente, quella da cui erano partiti ma che a due anni di distanza non c’era più.

Potrebbe essere un inquietante racconto kafkiano o uno di quegli incubi notturni da cui ci si sveglia felici di esserselo lasciato alle spalle. È invece la beffarda realtà di 135 prof risultati idonei al concorso per dirigenti scolastici in Toscana. Erano arrivati da tutt’Italia per partecipare, fin dalla lontana Sicilia, perché di questi tempi soltanto qualche politico sprovveduto continua a pensare che in Italia nessuno voglia affrontare sacrifici. In 112 hanno non solo vinto il concorso ma anche lavorato per due anni come presidi nelle scuole assegnate finché il 3 marzo il Consiglio di Stato ha annullato l’intero concorso perché era stata sbagliata la procedura di sostituzione del presidente della commissione: troppo rapida, andavano vagliate più candidature prima di scegliere.

E’ un problema serio, sono stati annullati quasi 1 dirigente scolastico su 5 della regione. Ieri il consiglio dei ministri ha approvato un decreto che congela la situazione, consente ai dirigenti scolastici già nominati di rimanere fino al rinnovamento della procedura di concorso nelle sedi assegnate. E’ una norma che potrà essere applicata anche nelle altre regioni dove ci sono contenziosi simili aperti, dall’Abruzzo al Molise, la Campania e la Calabria. Il Miur non poteva fare di più perché c’è una sentenza del Consiglio di Stato. Sono anche stati chiesti dei pareri all’Avvocatura di Stato per capire se si poteva intervenire altrimenti. Non c’è stato nulla da fare.

Vincitori e idonei si ritengono beffati. A loro sostegno si sono mossi i comuni e decine di comitati di genitori. Annullare l’intero concorso vuol dire per alcuni tirare un nuovo colpo di dadi e giocarsi l’intera vita professionale. Significa rifare tutto da capo, anche le prove scritte, una follia perché per superare le prove bisognerebbe rimettersi a studiare, e nessuno garantisce né la vittoria né di poter tornare indietro ritrovando il posto da prof lasciato quando si è stati assunti. Non lo troverà di sicuro Alessandra Valsega che è arrivata quarta, una delle migliori. «Ho studiato tanto, ma proprio tanto – spiega – e poi ha contato molto l’esperienza». Alessandra Valsega è una delle 65 incaricate di presidenza italiane, figure frutto del capriccio di un anno, il 2005, create come una sorta di supplenti dei presidi. «Da allora sono stata mandata ogni anno nelle sedi rifiutate dagli altri dirigenti. Ho cambiato 6 scuole in otto anni, erano scuole disagiate, ma ho studiato e imparato tanto. Due anni fa avevo finalmente raggiunto una stabilità, ora che tutto viene annullato dove tornerò? Ho lasciato il posto da prof otto anni fa, non esiste più la mia posizione in graduatoria. A questo punto non so più nemmeno chi sono».

Giannini alla Camera nel pomeriggio del 1° aprile

da Tecnica della Scuola

Giannini alla Camera nel pomeriggio del 1° aprile
di R.P.
Dovrà replicare in Commissione Cultura l’intervento già pronunciato al Senato. Vedremo se ripeterà pari pari tutto quanto o se ci sarà qualche modifica.
Nella giornata del 1° aprile il Ministro Stefania Giannini è attesa alla Commissione Cultura della Camera per una replica dell’intervento sulle proprie linee programmatiche già presentate la settimana scorsa al Senato. Vedremo se l’intervento subirà qualche modifica o se verrà riproposto tal quale. Certamente non ci saranno modifiche rispetto ai 4 principi ai quali il Ministro intende attenersi: semplificazione, programmazione, valutazione e internazionalizzazione. Così come verrà ribadita l’intenzione di dare il via al più presto al piano nazionale sull’edilizia scolastica e di ripristinare il fondo per il MOF per riportarlo alla consistenza di un paio di anni fa. Ma è probabile che qualche piccola correzione ci sarà. Per esempio non è detto che il Ministro ripeta nuovamente che è la prima volta nella storia della Repubblica che la scuola viene posta al centro dell’azione di Governo, affermazione che aveva creato qualche perplessità al Senato. Soprattutto, potrebbe esserci qualche correzioni sui dati relativi al precariato: al Senato il Ministro aveva parlato di 500mila precari ma francamente il numero appare poco realistico (è probabile che 500mila siano le posizioni aperte nelle diverse graduatorie ma come è noto non pochi precari sono iscritti in più graduatorie, per cui le persone fisiche sono certamente in numero inferiore alle dimensioni delle graduatorie stesse).

Ds salvati in Toscana, per Giannini è la soluzione giusta

da Tecnica della Scuola

Ds salvati in Toscana, per Giannini è la soluzione giusta
di Alessandro Giuliani
Il Ministro: il decreto approvato in CdM permetterà ai dirigenti scolastici di poter terminare serenamente l’anno scolastico in via transitoria e fino all’avvenuta rinnovazione della procedura concorsuale. Un provvedimento che avrà fatto anche piacere al gruppo di dipendenti, alunni e genitori del pratese che ha condotto dei flash mob in difesa del loro capo d’istituto appena 35enne.
Il ministro Giannini è stato di parola. L’approvazione da parte del Consiglio dei ministri del decreto legge ad hoc che prevede misure per garantire il regolare completamento dell’anno scolastico, attraverso un doppio provvedimento riguardante la vertenza degli ex Lsu impiegati nei servizi di pulizia delle scuole e il rischio del decadimento di oltre cento neo dirigenti scolastici della Toscana. E su questo secondo provvedimento, il ministro dell’Istruzione si è detto “particolarmente soddisfatto”, poiché sulla vicenda pesava come un macigno la sentenza del Consiglio di Stato che aveva annullato una parte del loro concorso.
La soluzione trovata, ha ricordato Giannini, è quella “giusta”, perché permetterà ai ds di poter portare a termine “serenamente l’anno scolastico”. Con il testo approvato a palazzo Chigi  i dirigenti scolastici potranno infatti continuare “a svolgere le proprie funzioni, in via transitoria e fino all’avvenuta rinnovazione della procedura concorsuale”, ha sottolineato il Ministro.
Gli atti adottati nel frattempo saranno ritenuti validi. La soluzione approvata oggi consente da un lato di applicare la sentenza, dall’altro di concludere in modo sereno l’anno scolastico senza procedere a cambi di sede per i presidi e senza dover ricorrere alle reggenze.
Il decreto del CdM sarà stato particolarmente apprezzato dal gruppo di insegnanti, membri del personale, alunni e genitori che proprio il 31 marzo ha condotto dei flash mob in alcune scuole nel pratese – gli istituti de La Briglia, le primarie di Vaiano, quello di Carmignanello e la scuola media – facendosi fotografare di spalle davanti agli edifici scolastici. L’obiettivo dichiarato era quello di rendere pubblica la loro contrarietà al rischio che la dirigente dell’istituto comprensivo ‘Bartolini’, Alessandra Salvati, potesse perdere il posto: si tratta di un capo d’istituto appena 35enne, il più giovane tra i 104 vincitori del concorso in Toscana che è a rischio annullamento per un vizio di forma.

Concorso dirigenti scolastici: decreto legge risolutivo

da Tecnica della Scuola

Concorso dirigenti scolastici: decreto legge risolutivo
di R.P.
Il provvedimento è stato approvato nel pomeriggio del 31 marzo dal Governo e contiene anche una norma sulla questione degli appalti di pulizia. Soddisfatti i ministri Poletti (Lavoro) e Giannini (Istruzione).
Ancora un decreto legge per dare soluzione ad uno dei tanti problemi che assillano in questo periodo il mondo della scuola. Nel corso del Consiglio dei Ministri del pomeriggio del 31 marzo è stato infatti approvato un provvedimento finalizzato a garantire il regolare svolgimento dell’anno scolastico in corso nelle sedi interessate dalle procedure concorsuali per dirigente scolastico. Nel concreto il decreto legge serve a garantire, nell’immediato, il regolare completamento dell’anno scolastico in corso a seguito del parziale annullamento giurisdizionale del concorso indetto per il reclutamento di 2.386 dirigenti scolastici. “In questo modo – si legge nel comunicato stampa del Governo – si assicura che i dirigenti scolastici già nominati continuino ad esercitare le funzioni alle quali sono stati preposti nelle sedi di rispettiva assegnazione”. Lo stesso decreto consente anche alle istituzioni scolastiche delle regioni in cui non è ancora attiva la convenzione Consip per l’affidamento dei servizi di pulizia e altri servizi ausiliari di continuare ad acquistarli dalle stesse imprese in attesa che si concludano le gare d’appalto in corso, purché con oneri non superiori a quelli previsti dalla nuova convenzione Consip. Proprio su questo punto del provvedimento i ministri Poletti (Lavoro) e Giannini (Istruzione) hanno espresso la propria soddisfazione. “Il decreto – sottolineano i due Ministri con un comunicato congiunto – sblocca la situazione anche per la Campania e la Sicilia, determinando così tutte le condizioni per la realizzazione del progetto che mira al miglioramento del decoro degli edifici scolastici ed alla riconversione dei lavoratori impiegati nei servizi di pulizia delle scuole” Nella notte fra venerdì e sabato, infatti, Governo e sindacati avevano sottoscritto un accordo quadro per dare soluzione al problema degli appalti di pulizia; accordo che viene ora recepito e precisato nel decreto legge adottato dal Governo. Il decreto entrerà in vigore non appena pubblica sulla Gazzetta Ufficiale; nei prossimi giorni sarà trasmesso alla Camera per la conversione in legge.

Gli stipendi più leggeri sono quelli della scuola: -2,5%

da Tecnica della Scuola

Gli stipendi più leggeri sono quelli della scuola: -2,5%
di P.A.
Per i circa un milione di personale della scuola, un terzo cioè della P.A., meno 2,5%:  la più negativa retribuzione di tutti i settori pubblici. Il Sole 24 Ore scrive pure che nello stesso periodo, 2011, gli altri hanno invece fatto registrare un aumento dello 0,7% a livello centrale e una flessione dello 0,4% a livello locale
Un primato negativo che certamente non fa onore allo Stato italiano, ma che per il suo peso specifico contribuisce in modo sostanziale alle variazioni nel costo del lavoro pubblico aggregato e che si ripete anche nel lungo periodo: fra 2010 e 2012 le retribuzioni medie della scuola sono cresciute del 29,2%, quindi meno del tasso di inflazione effettivo del periodo (31%), e assai più lentamente rispetto alle “lepri” della Pubblica amministrazione: nel comparto costituito da Regioni e Autonomie locali gli stipendi medi del 2012 erano superiori del 41,6% rispetto a quelli del 2000, negli enti sanitari sono cresciuti del 39,5% e anche il settore privato (36,1%) ha fatto meglio di insegnanti, personale tecnico e collaboratori. A dirlo, specifica il Sole 24 Ore, è i rapporto semestrale dell’Aran sulle retribuzioni pubbliche. Nemmeno gli interventi “tampone”, come quello sul recupero degli scatti che ha rischiato di inciampare nell’obbligo della restituzione dei 150 euro, sono insomma riusciti a rivitalizzare le tendenze di un comparto che continua a chiudere le classifiche italiane degli stipendi, e si mantiene in fondo anche a quelle europee sulle retribuzioni nell’istruzione.

In arrivo il materiale per le prove Invalsi 2014

da Tecnica della Scuola

In arrivo il materiale per le prove Invalsi 2014
di Lara La Gatta
L’Istituto indica le regole cui i Dirigenti scolastici e il personale Ata debbono attenersi prima e dopo la consegna delle scatole contenenti i testi delle prove
Da oggi, 31 marzo 2014, comincia la distribuzione nelle scuole del materiale per lo svolgimento delle prove Invalsi 2014.
Con una lettera indirizzata ai Dirigenti scolastici, la Responsabile Area Prove INVALSI, Laura Palmerio, riassume le norme che è necessario osservare in vista delle consegne.
Innanzitutto è opportuno avvisare il personale addetto alla ricezione del materiale dell’imminenza del passaggio del corriere con le prove Invalsi e fornire indicazioni affinché il materiale venga tempestivamente consegnato al Dirigente o a un suo delegato e riposto in luogo sicuro (cassaforte o armadio chiuso a chiave al quale possa accedere solo il Dirigente o il delegato.
È inoltre necessario vigilare affinché i sigilli delle prove (reggette termosaldate o cellophane protettivo) NON siano rimossi fino al giorno delle prove, tenendo presente che nelle scuole campione i sigilli di tutte le prove, anche di quelle delle classi non campione, devono essere rimosse alla presenza del/degli osservatore/i esterno che redige/redigono un apposito verbale di constatazione di integrità dei sigilli medesimi.
Appena ricevuto il materiale, è indispensabile effettuare tempestivamente il controllo secondo le modalità indicate sull’apposito manuale. In caso si riscontrassero anomali, il modulo per richiedere il “Materiale mancante” sarà attivo dal 3 aprile prossimo all’interno dell’Area istituzioni scolastiche, sezione: Moduli web per le istituzioni scolastiche iscritte alle rilevazioni INVALSI 2014.
Le prove in Braille, per le scuole che ne hanno fatto richiesta, verranno inviate con una spedizione dedicata
entro le date di somministrazione.

Test università ed esami di stato: la protesta dilaga

da Tecnica della Scuola

Test università ed esami di stato: la protesta dilaga
di P.A.
“Con le prove anticipate ad aprile, non c’è più tempo per prepararsi”: da mesi gli studenti divisi tra la preparazione alla maturità e quella ai test d’ingresso. E il malumore dilaga
L’anticipo ad aprile, per affrontare i test che consentono l’ingresso nelle università a numero chiuso, sta mettendo in difficoltà i circa 90 mila studenti delle superiori. Ma anche i prof accusano il colpo visto che si trovano di fronte classi affaticate dal peso di una doppia preparazione. Allora il dubbio amletico: prepararsi sui quiz o nelle materie per gli esami di stato? E così sembra che alcuni presidi stiano scrivendo alla ministra Stefania Giannini per porre il problema della sovrapposizione dei tempi.
 
”LA MIA giornata tipo? La mattina a scuola fino all’una poi dalle due fino alle 8 in biblioteca — racconta Sara a Il Quotidiano.net—. Ci sono alcuni periodi in cui ci si deve preparare unicamente per la scuola: ci si trova a dover scegliere. Certo, il livello di stress è elevato. Nel mio caso il primo quadrimestre è andato bene, ma non bene quanto gli anni precedenti”. E un’altra ragazza dice “Molte conoscenze richieste nei quiz, avendo fatto il classico, le ho affrontate due anni fa e in modo anche superficiale. Quindi ora è tutto molto impegnativo. Voglio uscire con un buon voto alla maturità e allo stesso tempo prepararmi bene per la prova dell’8. Lo stress psicologico è molto alto”. E in questo guado tra opposti esami, ma ugualmente importanti per il futuro dei ragazzi, mentre delle scuole stanno organizzando corsi pomeridiani propedeutici ai test, delle università ed enti privati ne implementano altri rigorosamente a pagamento, per afferrare il business. Tuttavia a fronte delle spese, della fatica e dello stress c’è anche il rischio tangibile della bocciatura per entrare nelle università a numero chiuso, per cui la rabbia degli studenti è palese e di cui si fa portavoce la Rete degli studenti: “Per noi è una follia già creare barriere di accesso universitario. Questo è un sistema iniquo e inefficace rispetto agli standard che ci chiede l’Europa ma che chiediamo anche noi studenti. E poi l’idea di anticipare i test ad aprile è allucinante: programmi in classe completamente bloccati e studenti, anche tra i più bravi, che stanno pensando solo al test e a malapena viaggiano sulla sufficienza”. E per quanto riguarda i corsi di preparazione esterni alla scuola, viene detto: “Sono diventati un business e si è gonfiato anche il mercato delle ripetizioni. È uno scandalo, perché significa che la scuola è privata del proprio mestiere e non riesce a garantire un percorso scolastico che abbia un inizio e una fine”.

Prove Invalsi: vietata la calcolatrice dei cellulari

da Tecnica della Scuola

Prove Invalsi: vietata la calcolatrice dei cellulari
di Aldo Domenico Ficara
Invalsi pubblica una nota dove si evidenziano gli strumenti consentiti per lo svolgimento della prova di matematica per la classe II della scuola secondaria di secondo grado
La nota dice: “La prova di matematica per la classe II della scuola secondaria di secondo grado è stata progettata e realizzata seguendo metodi e criteri analoghi a quelli delle altre prove di matematica per le classi del primo ciclo d’istruzione. Tuttavia, poiché essa si rivolge ad allievi che hanno già frequentato la scuola per almeno dieci anni, i contenuti proposti richiedono l’uso di strumenti in parte diversi da quelli previsti per le altre prove di matematica del SNV. Pertanto durante lo svolgimento della prova di matematica della classe II della scuola secondaria di secondo grado è consentito l’uso dei seguenti strumenti: 1. Righello. 2. Squadra. 3. Compasso. 4. Goniometro. 5. Calcolatrice. È consentito l’uso di qualsiasi tipo di calcolatrice a condizione che essa non sia quella dei telefoni cellulari e che non sia collegabile né alla rete internet né a qualsiasi altro strumento (ad esempio, tramite bluetooth, wireless, ecc.)“. Quindi non sarà consentito l’uso di qualsiasi strumento elettronico compatibile al collegamento in rete.

Immissioni in ruolo Ata: attesi i chiarimenti del Miur

da Tecnica della Scuola

Immissioni in ruolo Ata: attesi i chiarimenti del Miur
di L.L.
Nell’incontro del 27 marzo, la FLC Cgil ha sollecitato il Ministero, affinché chiarisca in tempi brevi alcuni aspetti controversi riguardanti le operazioni di nomina del personale Ata e il contingente degli inidonei
Nel corso dell’incontro al Miur del 27 marzo scorso, si è parlato di immissioni in ruolo del personale Ata e di alcune problematiche emerse soprattutto per quanto riguarda i seguenti aspetti: • contingente personale inidoneo che ha fatto la domanda verso i profili ATA • utilizzo graduatorie assistenti tecnici • surroghe per il personale già in servizio • graduatorie mobilità professionale e ruoli DSGA.
Secondo quanto riportato dalla FLC Cgil, il Miur si è impegnato ad emettere una nota integrativa di chiarimento sulle suddette questioni controverse.
In particolare, per quanto riguarda il contingente degli inidonei, il Miur preciserà che il transito, a domanda, del personale dichiarato inidoneo successivamente al 1° gennaio 2014 a seguito di nuova visita collegiale, potrà essere disposto col contingente delle immissioni in ruolo per l’a.s. 2014/2015.
Pertanto, gli inidonei che transiteranno nei ruoli ATA al 1° settembre 2014, sono e restano 198.
Inoltre, è confermato che gli inidonei che hanno fatto la domanda verso i profili ATA rimangono utilizzati nella sede dove si trovano attualmente, ottenendo la sede definitiva e titolarità a partire dal 1° settembre 2014. Lo stesso vale per il personale Ata che resterà nella propria sede di servizio per quest’anno scolastico.
Mentre non vanno accantonati i posti Ata per quegli inidonei che hanno presentato domanda dopo il 15 dicembre 2013 o che si stanno sottoponendo a visita in questi giorni.
A tale proposito è stata richiesta la proroga della scadenza riferita alle domande di trasferimento del personale Ata neoimmesso in ruolo (scadono il 9 aprile).

Dislessia… è Arte

Palazzo Zanca, ore 15.30-19.30, Convegno su “Dislessia… è Arte”

Giovedì, 3 Aprile, 2014

L’associazione di volontariato Harahel, con la sua presidente Caterina Interdonato, organizza nel salone delle bandiere la seconda edizione del convegno “Dislessia… è Arte”, patrocinato dall’Assessorato comunale Politiche Sociali e Salute

Nei giorni successivi, 4/5/6/Aprile 2014, si svolgerà la MOSTRA D’ARTE e ARTIGIANATO al Palazzo della Cultura, a sostegno dell’Associazione. Nei giorni della mostra si attiverà lo sportello di consulenza gratuito sui disturbi Specifici di Apprendimento (DSA) a cura di : genitori , insegnati , psicologi dell’ Associazione HARAHEL.

I relatori del Convegno sono:

Presentazione:
Caterina Interdonato – Presidente Associazione Volontariato “HARAHEL” (pittrice, decoratrice, dislessica adulta)

Moderatore:

Dott.re Gino Pistone (dislessico adulto)

Relatori:

Dott.ssa Alessandra Mirabile (Psicologa dello Sviluppo e dell’Educazione)
Dott.ssa Mariangela Scibilia (Pedagogista)
Dott.re Giovanni Ferlito (Dislessico adulto)
Dott.ssa Anna Trovato (Pedagogista)
Dott.ssa Mariangela Maio (Psicologa dell’età evolutiva)
Dott.ssa Milena Motta, (Pedagogista, Arte-terapeuta)

Conclusioni:

Premiazione delle opere partecipanti al concorso “Creazione D’arte” Indetto dalla presidente Caterina Interdonato.

Dove sono finiti i soldi per le attività di integrazione?

da Tecnica della Scuola

Dove sono finiti i soldi per le attività di integrazione?
di Reginaldo Palermo
Nel bilancio del Miur non ci sono più i fondi specifici destinati all’handicap ed espressamente previsti sia dalla legge 104/92 sia dalla 69/2000. La deputata del PD Laura Coccia chiede spiegazioni al Ministro.
Dove sono finiti i soldi per il sostegno alle attività di integrazione ? Se lo chiede la deputata del PD Laura Coccia che ha presentato una formale interrogazione al Ministro. La risposta l’avremo già nei prossimi giorni perché la richiesta della Coccia è stata messa all’ordine del giorno della Commissione Cultura proprio per giovedì 3 aprile. Laura Coccia ha fatto una attenta ricerca sulla normativa esistente e ha scoperto alcune cosette interessanti. Già la legge 104 del 1992 aveva stanziato cifre importanti per l’integrazione degli alunni con handicap (8 miliardi di lire per sussidi e attrezzature, 4miliardi e mezzo per le attività di formazione del personale docente specializzato, 4 miliardi per attività di sperimentazione, e così via) Con la legge n. 69 del 2000 erano stati stanziati altri 10 milioni di euro per la formazione dei docenti e per progetti di integrazione scolastica degli alunni con disabilità; quest’ultimo fondo era però successivamente confluito nello stanziamento previsto dalla legge n. 440 del 1997 (i cosiddetti fondi per il sostegno all’autonomia scolastica). Successivamente l’articolo 7 del DL 95/2012 ha modificato la legge 440/97 facendo confluire i fondi per l’arricchimento dell’offerta formativa delle scuole nel capitolo di bilancio del Ministero dell’istruzione destinato al funzionamento delle istituzioni scolastiche. Ma, sostiene Laura Coccia, “tale norma nulla dice circa i fondi della legge n. 69 del 2000 che è una norma speciale, la quale fissa un preciso vincolo di destinazione e che non può essere abrogata da una norma generale”. Inoltre, aggiunge la deputata del PD, “nulla risulta innovato per quanto concerne la legge n. 104 del 1992 ed i fondi da essa destinati agli alunni con disabilità ed agli interventi ad essi collegati”. “Ciononostante – lamenta ancora la Coccia – nel bilancio del Ministero dell’istruzione, negli anni 2012 e 2013, non compaiono più detti fondi rivenienti dalla legge n. 69 del 2000 né dalla legge n. 104 del 1992 e non si rilevano corrispondenti voci di bilancio relative alle finalità sopradette”. La domanda, a questo, è precisa e circostanziata: per quali motivi, con un mero atto amministrativo, sono stati cancellati dal bilancio fondi fissati per legge, a tutela del diritto costituzionalmente garantito all’integrazione scolastica degli alunni con disabilità? Ma, soprattutto, cosa intende fare il Ministro per ripristinare tali fondi per i quali la legge prevede un preciso vincolo di destinazione? Una grana in più per il Ministro che nei prossimi giorni dovrà fornire una risposta convincente.

Cdm: decreto legge per ex LSU e D.S. toscani

da tuttoscuola.com

Cdm: decreto legge per ex LSU e D.S. toscani

Il Consiglio dei ministri ha approvato oggi, insieme ad altri importanti provvedimenti tra i quali un ddl per la trasformazione del Senato in Camera non elettiva, un decreto legge ad hoc che dà soluzione, anche se non strutturale, alla vicenda degli ex LSU impiegati nei servizi di pulizia delle scuole e a quella dei dirigenti scolastici toscani il cui concorso è stato annullato dal Consiglio di Stato.

Per quanto riguarda questi ultimi il decreto prevede misure per garantire il regolare completamento dell’anno scolastico in corso.

Indagine su 1500 studenti Prof assente? Non si fa lezione

da tuttoscuola.com

Indagine su 1500 studenti Prof assente? Non si fa lezione

Nelle scuole italiane quando l’insegnante è assente, in 8 casi su 10 la lezione salta. Con gli alunni che rimangono sui banchi senza fare nulla.

La denuncia arriva da un’indagine del portale ‘Skuola.net’, ripresa dall’Adnkronos, realizzata attraverso interviste a circa 1.500 studenti.  “Quando il prof di ruolo manca per qualche giorno – spiegano gli autori della rilevazione – le classi sono spesso lasciate a se stesse, e circa l’80% dei ragazzi non fa lezione, anche quando un altro docente presenzia in aula. Durante l’ora di buco, 1 studente su 3 dichiara inoltre che la classe rimane scoperta senza alcun tipo di sorveglianza“.

L’iniziativa del portale studentesco è apprezzabile, ma non se ne può parlare come di un’indagine condotta con rigorosi criteri scientifici. L’argomento meriterebbe invece di essere approfondito per le sue importanti implicazioni organizzative e didattiche. Il Ministero farebbe bene ad occuparsene, anche se la materia è delicata.

Ministro, infanzia e riforma 0 – 6

da tuttoscuola.com

Ministro, infanzia e riforma 0 – 6

La Commissione Istruzione del Senato sta discutendo in questi giorni il disegno di legge n. 1620, proposto dal PD, per la riforma dei servizi per l’infanzia 0-6 anni.

I servizi educativi e scolastici del sistema integrato per l’infanzia – recita il ddl – sono aperti senza alcuna discriminazione a tutte le bambine e i bambini dalla nascita ai sei anni … sono servizi di interesse generale con funzione fondamentale e accesso universale….e afferiscono al Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca”.

E ancora: “I servizi per l’infanzia non rientrano tra i servizi pubblici a domanda individuale … e sono esenti dal patto di stabilità.

Il ministro Giannini, nella presentazione delle sue Linee programmatiche si è calata pienamente negli obiettivi di quel ddl, affermando, tra l’altro, che “Programmazione vuol dire avere le risorse per investire sui più piccoli, ampliando le offerte per tutta la fascia dei piccoli, che oggi vede disparità inaccettabili tra le diverse aree del paese”.

Ha aggiunto che il servizio a domanda individuale (il riferimento è soprattutto per i nidi di infanzia) va trasformato in diritto educativo delle bambine e dei bambini.

Per certi aspetti è sembrato che stesse preparando l’accoglienza del nuovo servizio per l’infanzia 0-6 che, secondo il ddl, dovrebbe essere assegnato interamente proprio al suo ministero.

Secondo il ministro, la prevenzione della dispersione (attualmente intorno al 16%) comincia fin dall’infanzia. “Tutti gli studi – ha affermato – dimostrano che la dispersione si combatte a partire dai nidi di infanzia e in particolare nelle regioni obiettivo convergenza dove i dati sono allarmanti”.

Le regioni interessate sono la Puglia, la Calabria, la Campania e la Sicilia. Per queste ultime due, come ha accertato un recente studio di Tuttoscuola, la dispersione è più marcata che altrove.

È intenzione della Giannini attivare la gestione dei fondi UE per un grande piano infanzia.

Ostacoli per il piano di riqualificazione dell’edilizia scolastica

da tuttoscuola.com

Ostacoli per il piano di riqualificazione dell’edilizia scolastica

Sicurezza degli alunni e semplificazione delle disposizioni sono alcune delle parole d’ordine, anzi, alcuni obiettivi che il ministro Giannini ha annunciato nel presentare in Commissione Istruzione al Senato le Linee programmatiche del suo dicastero.

Per assicurare condizioni di sicurezza ai ragazzi (e ai loro insegnanti) che vivono quotidianamente in classe, il ministro dovrà cominciare a mettere mano, ad esempio, alla contraddizione che c’è tra il Dpr 81/2009 relativo all’organizzazione della rete scolastica e il decreto 2.8.1992 del Ministero degli interni sulle norme antincendio. Il primo fissa il numero massimo di alunni per classe (29 nell’infanzia, 27 nella primaria, 28 nella scuola secondaria di I grado e 30 per le superiori), mentre il secondo fissa un indice di sfollamento inferiore: 26 persone per aula (25 alunni + l’insegnante).

Poiché sono numerose le classi che superano il limite di 25 alunni fissato dalle norme antincendio, l’Associazione Consumatori ha messo in atto non molto tempo fa una class-action contro il Miur per avere violato quelle norme e, soprattutto, per non avere attuato “l’apposito piano generale di riqualificazione dell’edilizia scolastica adottato dal Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, d’intesa con il Ministro dell’economia e delle finanze”, previsto dall’art. 3 del Dpr 81/2009.

Il Consiglio di Stato aveva respinto il ricorso del Miur, confermando una sentenza del Tar che aveva dato ragione al Codacons. Domanda: ma un decreto del presidente della Repubblica vale meno di un semplice decreto ministeriale?

Il ministro Giannini, nell’ambito della sua azione per la semplificazione dovrà rispondere all’interrogativo e, soprattutto, provvedere a quanto disposto dal Consiglio di Stato. L’obiettivo sicurezza nelle scuole passa anche da lì.